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Premio di Sant'Ilario. Il discorso del Sindaco (anche in allegato) e le foto della cerimonia di Francesca Bocchia.

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Il successo nell'European Champions Cup di baseball dello scorso luglio e la vittoria nella Final Four per l'accesso al massimo torneo continentale hanno indotto il Comune di Parma ad assegnare alla società campione d'Europa il Premio Sant’Ilario.

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SANT’ILARIO DI POITIERS(Poitiers, 315 circa – Poitiers, 367) E’ il Santo Patrono della città di Parma, teologo, filosofo e scrittore, è stato proclamato Dottore della Chiesa da papa Pio IX nel 1851. La sua elezione a patrono di Parma è collegata a vicende politiche che interessarono la città nel medioevo,

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Si è celebrata in Cattedrale la Santa Messa in onore del Patrono della Città, officiata dal Vescovo Monsignor Enrico Solmi. A seguire il discorso del Vescovo, scritto per l'occasione (FOTO di Francesca Bocchia e discorso scaricabile in pdf)

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Giovedì, 14 Gennaio 2021 08:13

Il Premio Sant'Ilario in epoca di pandemia

Assegnati 29 Attestati di Civica Benemerenza. Nessuna medaglia d'oro. Una cerimonia straordinaria per una anno straordinario, contrassegnato dalla pandemia. (FOTO di Francesca Bocchia)

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Lunedì, 13 Gennaio 2020 16:34

Il discorso del Sindaco per il Premio Sant'Ilario

Concittadine e concittadini, buongiorno a tutti.
Vi ringrazio per essere presenti in un giorno così importante e sentito, quest’anno in modo particolare.
Ringrazio per la presenza le autorità religiose e militari, le forze imprenditoriali e della società civile, il mondo dell’Università, i consiglieri comunali e la mia giunta.
Infine, ringrazio a nome della città i parmigiani che ricevono la civica benemerenza e la medaglia d’oro, simboli di una volontà tenace, spirito di sacrificio e di uno sguardo che supera l’orizzonte.

Li ringrazio perché con il loro esempio ci permettono di raccontare la Parma più bella: quella che lavora, che inventa, che crea e produce mostrando agli occhi dell’Italia e del mondo il nostro meglio: saper fare qualità, cultura e industria. Saper essere motore di sviluppo in Italia e anche nel mondo.
Abbiamo nel Dna, noi di Parma, lo spirito del progresso, di cui oggi il Paese ha tanto bisogno.
Le benemerenze e le medaglie d’oro, però, non sono l’unica sorpresa di oggi: per la prima volta nella storia celebriamo la festa del patrono sotto le luci dorate del Teatro Regio.
Per me significa tanto essere qui con voi, ogni volta è come la prima volta, per senso di responsabilità e del dovere.
Sono cresciuto nel quartiere San Leonardo durante i difficili anni ’70, quando l’espansione urbanistica era fuori controllo. Ricordo gli alti palazzoni tutti uguali lungo strade che continuavano a sottrarre spazio alla campagna. Era il periodo della crescita contro ogni idea di bellezza.

Nei decenni convulsi che si sono susseguiti, e fino ai giorni nostri, ci sono volute grandi trasformazioni, e nascita di diverse sensibilità, per ritornare a un vero spirito di bellezza materiale e immateriale.
Questo percorso non è ancora concluso: ogni giorno lavoriamo perché Parma possa mostrare all’Italia le preziose risorse di cui è custode e ambasciatrice.
Quarant’anni dopo quegli anni giovanili, vissuti tra alti palazzi e grigio asfalto, essere in piedi sul palco del Regio per me rappresenta un orgoglio: ci sentiamo tutti piccoli al cospetto di questo luogo.
Esserci è un privilegio, ma se siamo qui significa che la nostra comunità, più unita dopo le difficoltà del passato, si è rimessa in cammino e sta vincendo sfide importanti.

Tutti insieme abbiamo trasformato un’idea sussurrata in una opportunità; abbiamo inseguito un sogno e abbiamo saputo dargli testa, corpo e gambe.
Noi eravamo convinti, anche nei momenti più bui, che la città avrebbe potuto riscrivere con coraggio il suo futuro.
Con i giorni entusiasmanti che si concludono con la giornata di oggi, possiamo affermare che Parma è definitivamente tornata. E’ tornata ed è la Capitale Italiana della Cultura.
Sono tante le persone che dall’Europa e dal mondo stanno raggiungendo la città, molte più di quelle che arrivavano anche solo 5 anni fa. Sono stati fatti milioni di investimenti, tanti progetti hanno visto o vedranno la luce; la disoccupazione diminuisce e diverse città d’Italia, ora, ci considerano un modello da imitare. Ricordo che Parma veniva criticata perché a fronte delle difficoltà sembrava aver perso la direzione verso il progresso. Invece la nostra comunità l’ha tracciata e la sta percorrendo.

C’è ancora molta strada da compiere e non tutto è perfetto. Viviamo le mille difficoltà che tutte le città affrontano: fondi insufficienti per rispondere a ogni esigenza; mancanza di casa o di lavoro, il bisogno di sentirsi sicuri e protetti; il desiderio di migliorare la propria qualità di vita.
Ogni richiesta d’aiuto è un grido contro la disuguaglianza, la mancanza di opportunità, la difficoltà nel progettare il futuro. A questo grido, noi abbiamo sempre il dovere di rispondere : “presenti”.
E c’è una cosa che nonostante le incertezze Parma ha saputo fare meglio di altri, ed è il motivo per cui siamo qui: aver vinto la paura.
C’è infatti un mito che viene venduto lungo le strade, nelle piazze, tra la gente: pensare, di fronte alle difficoltà, di poter fermare il tempo e tornare alla vita di 20, 30 o 40 anni fa. Vivere oggi pensando a quanto si stava bene ieri.

Vivere di paura credendo il futuro incerto.
Vivere bloccati nei ricordi di fasti passati che, tanto per cominciare, non sono mai stati così rosei come si vuol far credere.
Uomini e comunità sembrano aver perduto la voglia e il tempo di edificare il domani giorno per giorno, passo dopo passo, metro dopo metro: i problemi vanno risolti di colpo. Si devono risolvere di colpo perché, si dice, i problemi di oggi hanno soluzioni facili.

Fermare il tempo è un mito che ricerca la grandezza nelle cose sbagliate: rinunciare al futuro, promettere soluzioni rapide, guardare al passato.
Si è così radicato in noi da aver vinto la volontà di progresso. Quella che, per intenderci, ci ha permesso di scoprire nuovi continenti e di conquistare anche la Luna.
Parma, invece, ha affrontato la paura, è andata avanti. Oggi accendiamo una fiaccola che brilla nella notte e fa giorno; ci siamo allontanati dalla politica che guarda al passato andando verso qualcosa di completamente nuovo.
La nostra forza è stata l’unità. La fiaccola brilla perché ognuno di noi, ora, la sta brandendo. Siamo Capitale della Cultura non grazie a un sindaco, non grazie a una giunta, non per merito delle imprese o dell’Università, non per merito dei parmigiani o delle associazioni del territorio.
Ma per merito di tutte queste energie insieme.
Le forze che spingono verso il basso e alimentano il mito di “fermare il tempo” sono potenti. Ecco perché non si tratta più di vincere una nomina a Capitale, né di arrivare primi nelle classifiche che contano: si tratta di vincere un’epoca.

Ci troviamo nello spazio di una porta scorrevole, tra due mondi che si guardano senza toccarsi. In questo limbo bianco noi dobbiamo preparare Parma a una vita migliore nel 2030, nel 2040 e addirittura nel 2050. Perché le trasformazioni importanti e strutturali necessitano di una grande preparazione e programmazione.
Viviamo il tempo della confusione perché si fatica a decifrare il cambiamento in atto. Che piaccia oppure no, il mondo sta cambiando: o si governano le forze della storia, o si rimarrà in balìa delle onde.
Appartengo alla prima generazione che vive più difficoltà sociali rispetto ai propri genitori; clima impazzito e inquinamento rappresentano un attentato alla vita; sentimenti di divisione e di esclusione minano le fondamenta dell’Europa; la quarta rivoluzione industriale e l’automazione trasformano il mercato del lavoro rendendolo più liquido, più flessibile, più incerto.
Se non pensiamo a qualcosa di davvero differente, se non crediamo che il cambiamento possa partire da ognuno di noi, iniziando da una città, rischiamo di essere travolti dal mito: continueremo a coltivare l’illusione di un passato più sicuro dell’oggi, e rifiuteremo il cammino verso il progresso.

Saranno perciò tre i principi ispiratori che guideranno Parma nei prossimi decenni:
1) la qualità della vita con la difesa dell’ambiente;
2) la sua identità europea;
3) e insieme a queste l’unico filo che le può legare: la cultura.
Perché la cultura è la nostra fiaccola. E batte il tempo.

PARMA CITTA’ VERDE
Prima viene la qualità della vita.
Prima ancora della politica e della comunità c’è la vita di ognuno di voi, madri e padri che al mattino si recano presto al lavoro, portano i figli a scuola, progettano il domani. Ognuno di voi ha il diritto di vivere in uno spazio di libertà e di qualità, al riparo dalle crisi ambientali e naturali che la pianura padana, e più in grande il mondo, sta attraversando.
Una volta diventati Capitale della Cultura, ci siamo candidati a Capitale Verde Europea per il 2022. Non per ottenere un riconoscimento fine a se stesso, ma per raccontare all’Italia e all’Europa la nuova storia di Parma: la storia di una città verde, ecologica e sostenibile.
È l’alba di una sfida che sta facendo epoca: mobilita le piazze, unisce le nazioni, fa marciare a milioni le nuove generazioni.
Noi ci saremo per fare la nostra parte, perché guardandoci attorno in italia vediamo: smog, cementificazione incontrollata, mobilità selvaggia, clima impazzito, mancanza di un piano verde, periferie nate senza coerenza che stanno creando un nuovo deserto, verso cui noi dobbiamo opporci.
Recentemente sono stato a Parigi su invito della sindaca Anne Hidalgo. Ci è stato chiesto di raccontare il modello Parma, un modello di città sostenibile e verde, al Parigi City Life.
In quei giorni intensi abbiamo convenuto che bisogna agire subito e di concerto. È un appello che arriva potente dalle città d’Europa, poi da altre parti del mondo.

A Parma è già in atto.
Stiamo facendo la nostra parte con responsabilità, ma serve che tutte le città dell’Emilia Romagna e d’Italia, ci seguano nella sfida lavorando da domani insieme a noi a:
un consumo di suolo “verde”, cioè pari a zero; una raccolta differenziata oltre l’80%; tangenziali e centro storico limitati alle auto ma libere per cittadini e biciclette; scuole ecosostenibili, libere dall’amianto e sicure dal punto di vista strutturale, servizi pubblici sempre più ecologici e nuove piste ciclabili.
Poi ancora: più spazi verdi da vivere, rigenerazione urbana degli edifici in disuso, nuove infrastrutture che uniscano Parma con il mondo con rapidità: come è avvenuto di recente grazie ai treni ad alta velocità, che collegano Parma con Milano in soli 40 minuti.
Questa è la nostra rivoluzione verde. Non ci illudiamo: ci vorranno anni per attuarla e invertire il vecchio modello di sviluppo. Ma il futuro non ci spaventa e nulla potrà fermarci, perché viviamo in un mondo splendido per cui vale la pena lottare.

EUROPA E VOCAZIONE INTERNAZIONALE
Dopo la qualità della vita viene la fotografia che il mondo ha di noi. Il benessere è l’intimo della città, mentre lo spazio attorno rappresenta la nostra dimensione di crescita.
Continueremo a lavorare per una città amica dell’Europa Unita e a vocazione internazionale.
Chi rincorre il passato per fermare il tempo vende illusioni, e fa credere che piccoli si è più forti, divisi si è più uniti, isolati si ha maggior spirito di comunità.
Menzogne ben raccontate. Trovandomi con molti giovani in varie occasioni, ho conosciuto un ragazzo di cui mi ha colpito l’idea di Europa. Nato a fine anni ‘90, non ha mai preso in mano mille lire, non ha mai visto una dogana, non sa cosa significhi girare l’Europa col passaporto, ha letto del Muro di Berlino solo sui libri di storia.

Quel ragazzo è un cittadino d’Europa. Fa parte di una generazione di sognatori che non comprende perché si litighi tra europei, o perché il Regno Unito uscirà dall’Ue anziché costruire insieme un sogno dove libertà, uguaglianza e fratellanza potranno essere luce sul cammino del progresso.
A questa generazione di sognatori, persi nella notte dell’Europa, diciamo: quando il mondo attorno è caotico, essere sovrani del proprio orticello non ci salverà.
Nulla può una nazione di 60 milioni di abitanti contro superpotenze occidentali e orientali di 200, 300 o 400 milioni di persone.
Al pari di una nazione, anche una città può scegliere se restare provinciale e scomparire, oppure puntare al progresso e vincere il mito di chi vuole un ritorno al passato.
La dimensione di Parma non è data solo dai confini, ma dagli obiettivi: siamo e continueremo a essere una città aperta e a vocazione internazionale.
Non solo a parole ma coi fatti: come tutti saprete, Parma “Capitale della Cultura” sta collaborando con Reggio Emilia e con Piacenza. Le antiche rivali sono oggi le più grandi amiche. Insieme vinceremo la distanza immateriale che ci ha resi divise e rivali, e realizzeremo una nuova dimensione di Emilia: uno spazio unico di turismo, cultura, industria, eccellenze, vita e rapporti.
Brandendo la fiaccola, poi, andremo oltre: ci misureremo senza timore con le città che hanno fatto la storia d’Europa e delle sue nazioni, in un processo già iniziato: siamo tra le finaliste di Capitale Verde assieme a Belgrado, Tallin, Budapest, Sofia, Torino, Lione e diverse ancora.

Pensare in grande: competere con chi è già grande.
Piccoli non si è più forti, divisi non si è più uniti, isolati non si ha maggior spirito di comunità.
Se vogliamo vincere le forze della storia che intendono fermare il tempo, dobbiamo agire uniti pensando in grande.
Sta proprio nell’unità l’anno della Capitale, e sta nel gioco di squadra quel che Parma sarà tra vent’anni, quando saremo tutti più anziani e trarremo i frutti del nostro lavoro.
Quando stanchi cederemo il passo a chi viene dopo di noi, la generazione di sognatori chiederà il conto. Io non me la sento di dire ai giovani: sbrigatevela voi, noi viviamo l’oggi.

CULTURA
Terzo punto, la cultura.
Torniamo così al principio di ogni cosa, al significato immediato dell’anno che ci apprestiamo a vivere; la fiaccola che batte il tempo e vince il falso mito del ritorno al passato. Perché se c’è qualcosa che si muove in avanti e in eterno, se qualcosa spezza gli argini dell’apatia e scorre impetuosa come un fiume in piena, è proprio la cultura.
In tanti modi possiamo definirla, ma è così grande che sfugge a ogni definizione. Tra coloro che ci hanno provato, preferisco intenderla al modo di Gramsci, che afferma: Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.
Per chi intende l’anno della Cultura come mero giro di valzer o di eventi, non ha colto il senso. La cultura non è svago, ma affermare di essere vivi in un mondo che danza nel caos.
Parma è Capitale della Cultura perché invece di affermare la sua esistenza, la vive.
Vivendo illumina col suo potente messaggio, che va oltre il tempo, lo supera, lo batte: Parma è tradizione e anche futuro, è bellezza ed eleganza, è antifascismo; è parmigianità e leggerezza, è solidarietà, è donna e libertà; Parma è tolleranza, democrazia e partecipazione; è il rosa del tramonto e il giallo dell’alba che illuminano il Ponte di mezzo. È progresso.
È la città dei diritti, perché nel tempo in cui i diritti civili sono sotto minaccia, Parma afferma senza paura che qui, da noi, i diritti non sono concessioni, ma principi che nessuno ci può togliere.
Parma batte il tempo e guarda al futuro perché restituisce alla cultura il ruolo di metronomo della vita, abbatte i muri che dividono le persone dalle persone, le città dalle città, le culture dalle culture, le opportunità dalle opportunità.

Da domani, più di 400 eventi coloreranno piazze, strade, musei, teatri, parchi e tutti gli spazi della città.
Non vivrete una grande festa di capodanno, che nelle piazze lascia il vuoto e il silenzio di chi ha dato tutto e ritorna alla vita di ogni giorno. Il 2020 sarà l’anticipazione di cosa, insieme, saremo capaci di fare negli anni a venire. Di cosa Parma sarà negli anni a venire: una città vittoriosa sulle forze che vivono di soli ricordi, che spingendo verso il basso immaginano un mondo che non c’è più.
Vogliamo suscitare cultura nei quartieri, creare pensiero e benessere arrivando, con ogni sforzo, a coinvolgere ogni singolo parmigiano. Lo faremo senza dimenticare che stiamo parlando all’Italia, e che dobbiamo guardare sempre fuori dai nostri confini perché Italia significa Europa.
Ringrazio dal profondo del cuore chi ha permesso tutto questo, chi ci ha lavorato, chi ha passato notti insonni e pomeriggi no stop per fare di Parma una fucina di eventi, di cultura e di crescita.
Vi ringrazio per la vostra passione, il vostro entusiasmo, la vostra professionalità, il coraggio di pensare oltre e di vivere questi momenti con estrema semplicità: senza tutti voi, dal primo all’ultimo, Parma Capitale della Cultura non si sarebbe mai realizzata.
Parma vi è grata.

CHIUSURA
Qualità della vita e ambiente, vocazione europea e internazionale, infine cultura, rappresentano l’oggi e il domani.
Manca un solo elemento per completare il cerchio: noi stessi.
Noi che siamo artefici del nostro destino e, per ognuno, artefici del destino della comunità.
Voglio pensare che la crescita di una città e del Paese, l’unità sincera di una comunità, non dipenda soltanto da chi governa o fa politica. Prima della politica ci sono i nostri sogni, uniti dall’entusiasmo di crescere e di trovare, per ognuno, il nostro posto nel mondo. Noi, che scegliamo chi essere.
Quando penso a ciò, mi torna alla mente La storia Infinita di Michael Ende.
Nel suo cuore ha un messaggio profondo da riportare in superficie: il nostro dovere è opporci al Nulla. Cosa sia il Nulla lo rivela un dialogo tra un lupo, servo del Nulla, e il giovane eroe, Atreiu.
“Hai mai visto il Nulla, Atreiu?”, Chiede il lupo: “Sì, è come se si fosse ciechi”, risponde.
Il lupo allora ribatte: “Quando il Nulla vi cade addosso diventate come una malattia contagiosa, che rende gli uomini ciechi, così da non distinguere più le apparenze dalla realtà. Sai come vi chiamano una volta caduti nel Nulla? Menzogne! Ecco come vi chiamano: niente ha più potere sugli uomini che le menzogne. Non appena verrà il tuo turno di saltare nel Nulla lo diventerai anche tu. Chi lo sa, allora, a cosa potrai servire”.
Il Nulla è l’uomo che si appiattisce, è la mancanza di creatività, l’incapacità di alzare lo sguardo verso l’alba. È il contrario di osare, è rassegnarsi. La mancanza di idee e di creatività è il Nulla della nostra epoca. Ci fa piombare nel mito del passato, appiattiti su un mondo che non esiste più, impauriti da un futuro ancora da realizzare.
Se potessi tornare indietro non è per volontà di rivivere nel passato, ma per ritrovare quel ragazzo che cercava il suo posto nel mondo. Per dirgli che tutti i sacrifici fatti gli sono serviti per essere qui oggi. Per dirgli di non mollare mai, perché ad ogni passo potrebbe non esserci nulla, ma potrebbe anche esserci tutto.
Tutti noi siamo state quelle ragazze e quei ragazzi: ogni nostro sacrificio ci ha portato a essere le persone che siamo, e se guardiamo dentro di noi sappiamo che ne è valsa la pena.

Che ne varrà ancora la pena.
Qui, oggi, si incontrano passato, presente e futuro: sta a noi fonderli nel cammino di Parma.
Qualche sera fa passando davanti al nostro albero di Natale pensavo: ci ricordiamo di com’era la città sette anni fa?
In piazza avevamo un piccolo albero di polistirolo e niente addobbi perché non ce li potevamo permettere.
Un piccolo albero a pedali le cui luci si accendevano solo se tutti noi pedalavamo. Stretti attorno all'albero.
Era come dire: rimbocchiamoci le maniche, facciamolo uniti, perché Parma non merita di fallire.
Sette anni dopo siamo Capitale Italiana della Cultura.
Parma ha una bella storia da raccontare all'Italia, e l'Italia ha una bella storia da cui prendere esempio.
Io dico che abbiamo bisogno di stringerci attorno a un sogno, guardarci negli occhi e avere speranza.

È un inverno freddo… ma l’inverno non dura per sempre. Ora abbiamo una fiaccola accesa contro paura, rassegnazione e mancanza di entusiasmo: contro questi avversari, la nostra fiaccola riscalda il cuore e sconfigge il buio. Esattamente come ricordava un grande parmigiano che ha fatto la storia della sua azienda e della città: “Tutto è fatto per il futuro. Andiamo avanti con coraggio”.
Buon Sant’Ilario a tutti, Grazie.

 

Pubblicato in Cronaca Parma

Parma, 13 gennaio 2020. Parma ha celebrato il proprio patrono, Sant'Ilario, per la prima volta, quest'anno, nella suggestiva cornice del Teatro Regio, dove si è svolta la solenne cerimonia di consegna di tre Medaglie d'Oro e sette Attestati di Civica Benemerenza.

(Foto di Francesca Bocchia)

La medaglia d'oro è stata conferita ad ANMIC Parma, a Gazzetta di Parma, all'artista Claudio Parmiggiani. Gli attestati di civica benemerenza sono stati assegnati ad Unione Sportiva Astra, Emilia Wanda Caronna, City Angels Parma, Danilo Coppe, Fidas Parma, La Giovane S.C.P.A., L'Ottavo Colore.

Medaglie d'oro.

Per ANMIC Parma hanno ritirato il riconoscimento il Presidente Walter Antonini ed il Past President, Alberto Mutti. “Si tratta di un riconoscimento – hanno commentato – alla cultura della solidarietà e dell'inclusione che abbiamo portato avanti in 60 anni di storia e che premia il lavoro di decine e decine di persone che hanno operato nell'ambito di ANMIC fin dalla sua costituzione”.

Per Gazzetta di Parma hanno ritirato il riconoscimento il Presidente Giovanni Borri ed il Direttore, Claudio Rinaldi. “La Medaglia d'oro – ha sottolineato il presidente Giovanni Borri – ha per il Gruppo Gazzetta di Parma un significato molto importante e premia il lavoro fatto da tutti i collaboratori di ieri e di oggi. Un riconoscimento che assume un valore ancora maggiore nell'anno in cui Parma è Capitale Italiana della Cultura, un tema per cui Gazzetta di Parma ha fatto e sta facendo molto. La Gazzetta è Parma, è vicina alla città e fedele verso i suoi lettori”.

Il maestro Claudio Parmiggiani ha accolto con emozione e grande soddisfazione l'assegnazione della Medaglia d'Oro.

Attestati di Civica Benemerenza.

Per Unione Sportiva Astra ha ritirato il riconoscimento il Presidente Ezio Ficarelli che ha espresso la propria soddisfazione “per un riconoscimento che premia l'attività fatta in 80 anni di storia e tutti coloro che si sono susseguiti in questo lungo periodo, dagli ex Presidenti a don Sergio Sacchi”.

Molto emozionata nel ricevere il premio Emilia Wanda Caronna che ha sottolineato: "Ognuno di noi nasce con dei talenti che è doveroso spendere, in modo naturale, nel proprio percorso: la mia scelta di vita è stata quella di impegnarmi per chi ne ha più bisogno. Questo premio è un onore per me ma è soprattutto importante per richiamare l'attenzione di tutti sulle molteplici problematiche legate alla disabilità per le quali mi batto quotidianamente da sempre".

Per City Angels Parma hanno ritirato il riconoscimento il Coordinatore di Parma, Giancarlo Ruberti, ed il vice Coordinatore, Cesare Bardelli, che hanno accolto il premio come una conferma dell'attività svolta da 9 anni dall'avvio dell'attività a Parma. “Un premio che ci onora e ci sprona a lavorare con ancor più slancio” - hanno detto. 

"Sono molto orgoglioso - ha detto il premiato Danilo Coppe - che Parma si sia adoperata per farmi ricevere questo premio: dopo aver ricevuto la medaglia dalla città di Genova per l'intervento sul ponte Morandi essere premiato nella mia città con l'attestato di Civica Benemerenza che riconosce il mio operato è davvero una grande gioia".

Per Fidas Parma ha ritirato il riconoscimento il Presidente Onorario Enore Artusi che ha parlato di “un riconoscimento che premia l'attività fatta in 50 anni di storia del sodalizio. Una storia che si è concretizzata grazie al lavoro fatto, non senza fatica, dai soci per la raccolta di sangue che è dono di vita”.

Per La Giovane S.C.P.A. ha ritirato il riconoscimento il Presidente Ginetto Donati. “E' un onore ricevere questo riconoscimento – ha detto – che è per noi motivo di orgoglio e che dà valore alla cooperazione. Un grazie a tutti coloro che hanno vissuto la cooperativa dalle sue origini, nel 1973, fino ad oggi”.

Per L'Ottavo Colore ha ritirato il riconoscimento la Vice Presidente e fondatrice, Valeria Savazzi, che lo ha definito “un riconoscimento all'impegno ed al lavoro svolto dall'Associazione ed un atto di coraggio da parte di chi lo ha assegnato a favore di un'Associazione che lavora per le persone Lgbt+, per una vera uguaglianza e che si batte per la difesa dei diritti”.

La cerimonia è stata aperta dal presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Tassi Carboni, che ha fatto riferimento alla vicenda del Teatro delle Briciole, premiato nel 2018, e che vive un tempo travagliato. “Cerchiamo, anche nel silenzio, - ha detto – di lavorare per risolvere una situazione certamente complessa ma che potrà trovare una soluzione proprio nell'anno in cui Parma è Capitale Italiana della Cultura”.

E' seguito, per la prima volta da quando si celebra Sant'Ilario, il saluto del vescovo, monsignor Enrico Solmi che ha esortato la città a “pensare insieme per il bene collettivo di Parma, nell'anno in cui la città è Capitale Italiana della Cultura”. Ed ha continuato: “Mi auguro che quest'anno Parma sia una vetrina, come uno spaccio aziendale dove vengono offerte a chilometro zero eccellenze e cose genuine”. Ed ha lanciato una proposta: “Il prossimo anno potremmo premiare con il Sant'Ilario Parma”, proprio per evidenziare “il bello, il buono, il giusto ed il vero che i parmigiani offriranno a tutti”.

Enrico Maletti ha dato lettura in vernacolo della poesia: “I dan l'Otello” di Renzo Pezzani. La cerimonia è stata allietata da tre contributi canori: il soprano Violeta Kratchmarova ha aperto con “La Vergine degli Angeli” da La Forza del Destino di Giuseppe Verdi, al piano il maestroAndrea Chinaglia. Associazione Corale Giuseppe Verdi di Parma. E' seguito, a metà cerimonia, il brano “La Cura” di Franco Battiato, interpretata da Stefania Rava, al pianoforte Leonardo Caligiuri. La cerimonia si è chiusa con l'intonazione dell'Inno Nazionale da parte di una bambina, Agata Pelosi, Coro Voci Bianche Ars Canto Giuseppe Verdi, al pianoforte il maestro, Andrea Chinaglia.

Nel suo discorso il sindaco Federico Pizzarotti ha rimarcato: "c’è una cosa che nonostante le incertezze Parma ha saputo fare meglio di altri ed è il motivo per cui siamo qui: aver vinto la paura. Oggi accendiamo una fiaccola che brilla nella notte e fa giorno; ci siamo allontanati dalla politica che guarda al passato andando verso qualcosa di completamente nuovo.
La nostra forza è stata l’unità. La fiaccola brilla perché ognuno di noi, ora, la sta brandendo. Siamo Capitale della Cultura non grazie a un sindaco, non grazie a una giunta, non per merito delle imprese o dell’Università, non per merito dei parmigiani o delle associazioni del territorio. Ma per merito di tutte queste energie insieme".

E riferendosi all'identità di Parma e alla sua nomina a Capitale Italiana della Cultura per il 2020, inaugurata ufficialmente nei giorni scorsi, ha sottolineato: "Parma è Capitale della Cultura perché invece di affermare la sua esistenza, la vive. Vivendo illumina col suo potente messaggio, che va oltre il tempo, lo supera, lo batte: Parma è tradizione e anche futuro, è bellezza ed eleganza, è antifascismo; è parmigianità e leggerezza, è solidarietà, è donna e libertà; Parma è tolleranza, democrazia e partecipazione; è il rosa del tramonto e il giallo dell’alba che illuminano il Ponte di mezzo. È progresso. È la città dei diritti, perché nel tempo in cui i diritti civili sono sotto minaccia, Parma afferma senza paura che qui, da noi, i diritti non sono concessioni, ma principi che nessuno ci può togliere. Parma batte il tempo e guarda al futuro perché restituisce alla cultura il ruolo di metronomo della vita, abbatte i muri che dividono le persone dalle persone, le città dalle città, le culture dalle culture, le opportunità dalle opportunità".

"Ora - ha concluso nel suo discorso il Sindaco - abbiamo una fiaccola accesa contro paura, rassegnazione e mancanza di entusiasmo: contro questi avversari, la nostra fiaccola riscalda​ il cuore e sconfigge il buio. Esattamente come ricordava un grande parmigiano che ha fatto la storia​ della sua azienda e della città: “Tutto è fatto per il futuro. Andiamo avanti con coraggio"

MEDAGLIA D’ORO 1

 

ANMIC PARMA

La storia della sezione di Parma dell'Anmic (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) nasce nel 1956, anno della sua fondazione, subito dopo la costituzione dell’Associazione a livello nazionale. L’Anmic ha la tutela e la rappresentanza delle persone con disabilità, che supporta nei loro interessi morali e materiali. Opera senza fini di lucro per l'esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà e nel 1978 è stata riconosciuta Ente Morale dello Stato (D.P.R. 23/12/1978).
La sezione provinciale di Parma conta oltre 3 mila associati con disabilità fisica, sensoriale, intellettiva e relazionale e la sua attività di tutela e rappresentanza si estende a tutte le necessità della persona disabile e delle famiglie. Le persone vengono accompagnate e supportate dall'associazione nell'ottenimento dei propri diritti in merito al sostegno economico, al collocamento lavorativo, alle agevolazioni, all'assistenza sanitaria e, in generale, all'integrazione sociale, all'inclusione nella comunità, favorendo l'espressione delle abilità.
Anmic è da quasi 65 anni impegnata a promuovere, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, nonché in rete con altre realtà del terzo settore, azioni volte a garantire la dignità e la qualità della vita delle persone con disabilità, contro ogni forma di pregiudizio e discriminazione e secondo i principi della Costituzione. Anmic è attiva anche sul fronte della cultura della disabilità, attraverso campagne di comunicazione e sensibilizzazione.
La sezione di Parma da sempre partecipa attivamente anche alle manifestazioni a carattere nazionale per la conquista e la tutela dei diritti fondamentali delle persone con disabilità. Questo è lo spirito che informa il suo operato e che ha contribuito alla formazione dello Stato sociale italiano attraverso leggi di settore o dedicate che hanno dato dignità agli invalidi e alle persone con disabilità. Affinché la quotidianità sia una realtà accessibile a tutti e non solo a pochi.

Motivazione – La Medaglia d'Oro del Premio Sant'Ilario 2020 viene conferita alla sezione di Parma dell'ANMIC per aver operato, in oltre 60 anni di attività, per rendere effettivi ed esigibili i diritti dei disabili, così come previsto dalla Costituzione: diritto al lavoro, alla pensione, all'abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche in campo sportivo, culturale e nel tempo libero. Per aver promosso il senso di inclusione, solidarietà e senso di comunità come momenti di crescita, non solo degli associati, ma dell'intera comunità. (Ritirano: Presidente Walter Antonini ed il Past President Alberto Mutti)

 

MEDAGLIA D’ORO 2

 

GAZZETTA DI PARMA

“Gazzetta di Parma” è il più antico quotidiano italiano: il primo numero posseduto è del 19 aprile 1735, ma è certo che esistesse da prima. Da 285 anni racconta gli eventi e i personaggi del territorio, cercando sempre di essere lo specchio della città e della provincia. La forza della “Gazzetta” è rappresentata dal fortissimo radicamento, che si riflette anche nelle statistiche della diffusione: il rapporto tra copie vendute e popolazione è tra i più alti in assoluto, la quota di mercato dell’80 per cento: un vero e proprio record.

La “Gazzetta” è stata capace, negli anni, di restare sempre al passo con i tempi e di affrontare i mari, spesso burrascosi, dell’editoria, come fosse un vascello pirata, come amava chiamare la sua “Gazzetta” Baldassarre Molossi, lo storico direttore che ha guidato il quotidiano per 35 anni, dal 1957 al 1992.

Proprio con Molossi la “Gazzetta” è cresciuta tantissimo. Il segreto? Uno solo: la parmigianità. Tantissime le grandi firme che hanno scritto sulla “Gazzetta”: da Attilio Bertolucci a Mario Colombi Guidotti, da Giovannino Guareschi a Egisto Corradi, da Pietrino Bianchi a Ubaldo Bertoli.
Dallo scorso marzo la “Gazzetta” è diretta da Claudio Rinaldi, assunto da Baldassarre Molossi nel 1992. Negli ultimi mesi, il giornale si è rinnovato e ha ampliato la propria offerta, aumentando lo spazio della cultura e delle notizie dall’Italia e dal mondo, ma senza sacrificare la cronaca, che resta il cuore pulsante del giornale, varando una serie di inserti tematici quotidiani – dallo sport all’economia, dalla scuola alla salute, dalla gastronomia al lifestyle, dal tempo libero alla cultura – e lanciando il nuovo magazine mensile “Parma City Mag”.

Oltre al quotidiano, il gruppo Gazzetta di Parma – del quale Giovanni Borri è presidente, Marco Occhi amministratore delegato e Pierluigi Spagoni direttore generale – comprende anche il sito internet Gazzettadiparma.it, “12 Tv Parma”, “Radio Parma” e “Parma City Mag”, oltre alla concessionaria pubblicitaria Publiedi.

Motivazione – La Medaglia d'Oro del Premio Sant'Ilario 2020 viene conferita a Gazzetta di Parma che, attraverso la plurisecolare attività di informazione, ha contribuito a garantire uno dei diritti fondanti previsti dalla Costituzione: libertà di pensiero, di stampa e di informazione. Ha costituito un elemento propulsivo nella crescita culturale della città contribuendo, altresì, a formarne l'identità e diventandone parte. In 285 anni di attività ha narrato Parma, ha raccontato la sua gente, testimone quotidiana della vita cittadina e dalla sua storia. (Ritirano: il Presidente Giovanni Borri ed il Direttore Claudio Rinaldi)

 

MEDAGLIA D’ORO 3

CLAUDIO PARMIGGIANI

Tra i maggiori protagonisti del panorama artistico internazionale, Claudio Parmiggiani, (Luzzara 1943), si è formato all’Istituto di Belle Arti di Modena (1958-1961).
Giovanissimo frequenta Giorgio Morandi (il cui influsso sarà più etico che stilistico) e nascono le sue prime opere, calchi in gesso dipinti che lui stesso definisce “pitture scolpite”.
Molte sono le intuizioni che fin dalla metà degli anni Sessanta connotano, in modo del tutto originale, la sua ricerca. Uno spirito radicalmente iconoclasta sottende tutto il suo lavoro. Del 1970 sono le prime Delocazioni, opere di ombre e impronte realizzate con fuoco, polvere e fumo, una radicale riflessione sul tema dell’assenza, sviluppato ancora successivamente fino a divenire linea portante di tutto il suo lavoro. Queste opere assumeranno un carattere di fortissimo impatto visivo ed emozionale; ricordiamo le teatrali Delocazioni realizzate al Centre Pompidou di Parigi (1997), al Musée Fabre di Montpellier (2002), al Tel Aviv Museum of Art (2003), al Collège des Bernardins (2008), al Palazzo del Governatore a Parma (2010) e a San Giorgio in Poggiale a Bologna (2015).
Sin dall’inizio degli anni Ottanta, realizza una serie di importati progetti museali (Darmstadt, 1992; Praga, 1993; Ginevra, 1995; L’Avana, 2006; Pistoia, 2007; Parma, 2010; Nashville, 2019).
Invitato più volte alla Biennale di Venezia (1972, 1982, 1984, 1986, 1995, 2015), ha presentato le sue opere presso numerose altre prestigiose istituzioni internazionali. Tra i più spettacolari dei suoi interventi, Il faro d’Islanda, (2000), opera permanente solitaria e luminosa nel territorio più desertico dell’Islanda, Teatro dell’arte e della guerra, (2006) nel Teatro Farnese di Parma e Ex-voto al Museo del Louvre (2007), opera in aperto dialogo con i rilievi funerari e le sculture gotiche conservati nelle sale del museo parigino.
Altri lavori permanenti: Porta Speciosa per il Sacro Eremo di Camaldoli (2013), intervento presso la Camera degli Amori di Villa Medici a Roma (2015), l’altare per il Duomo di Reggio Emilia (2011) e della Basilica di Gallarate (2018) oltre a Naufragio con Spettatore (2010) nella Chiesa di San Marcellino a Parma, opera tutt’ora visitabile.
Motivazione – La Medaglia d'Oro del Premio Sant'Ilario 2020 viene conferita all'artista Claudio Parmiggiani per la profondità di pensiero che non si esaurisce nel tempo e nelle categorie. Sorretto da una chiara consapevolezza sul significato di fare arte oggi, si pone in continuità con la tradizione culturale ed artistica dell'arte italiana ed europea, ampliandola, nell'ambito di un percorso poetico i cui esiti si impongono per la loro eccezionalità. (Ritira: Claudio Parmiggiani)

 

ATTESTATI DI CIVICA BENEMERENZA

DANILO COPPE

Danilo Coppe è geominerario esplosivista, laureato in Scienze Criminologiche e della Sicurezza ed esperto di blasting engineering con oltre 700 interventi di esplosivistica civile documentati.
Parmigiano, 56 anni con una carriera quasi quarantennale, fondatore e progettista della SIAG srl di Parma (azienda italiana leader nelle demolizioni con esplosivi) oltre che fondatore e presidente dell’Istituto Ricerche Esplosivistiche, Coppe si occupa di esplosioni controllate di torri, palazzi, acquedotti, ponti, campanili, eco-mostri, operando in situazioni delicate e decisive come l'esplosione del ponte Morandi a Genova, ma anche portando avanti un lavoro di ricerca e di indagini investigative, come l’ultima perizia sugli esplosivi utilizzati per la strage di Bologna, e consulenze e attività didattiche: risorse fondamentali per molte pubbliche amministrazioni, grandi imprese di demolizione e costruzione e altre società.
E' consulente e ausiliario di Polizia Giudiziaria per le Istituzioni Pubbliche per questioni di esplosivistica, effetti delle esplosioni sull’ambiente, indagini, antisabotaggio e distruzione di materie esplodenti, collaboratore dei Carabinieri del R.I.S. di Parma e del G.I.S. di Livorno e del N.O.C.S. di Roma sui metodi di irruzione con esplosivi in ambienti con ostaggi.
E' professore a contratto nel Master di Analisi chimiche forensi per l’Università di Bologna e docente dei Vigili del Fuoco nei corsi N.B.C.R.E., per l’Agenzia Industrie Difesa, per l’Aeronautica Militare, per il Centro Intelligence Interforze e per diversi Comandi Provinciali e Regionali dei Vigili del Fuoco per corsi di Esplosivistica Generale e Blast Investigation.
Autore di oltre 50 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali e atti di convegni, Mister Dinamite (dal titolo del suo programma tv) ha pubblicato ad oggi sette libri, è abilitato al maneggio e impiego degli esplosivi militari è CTU per varie Procure della Repubblica e inoltre è direttore di diversi Progetti di Ricerca in campo Antiterroristico con incarichi della Commissione Europea.

Motivazione - L'Attestato di Civica Benemerenza viene conferito a Danilo Coppe per la sua attività pluridecennale dedicata alla sicurezza del territorio e degli abitanti, attraverso un impegno fatto di passione, dedizione e ricerca, orientato non solo alla attività di esplosivista civile in situazioni di estrema criticità, che Danilo Coppe porta avanti con risultati di eccellenza riconosciuta a livello internazionale, ma anche di monitoraggio, studio, indagine e consulenza preziosi per la prevenzione e la salvaguardia del territorio e la sicurezza e l'incolumità delle persone. (Ritira: Danilo Coppe)

 

CITY ANGELS ITALIA O.D.V. SEZIONE DI PARMA

I City Angels Italia ODV (organizzazione di volontariato) sono stati fondati nel settembre del 1994 a Milano da Mario Furlan. Sono “volontari di strada di emergenza” che operando nell’ambito della legalità nei contesti complessi e multi problematici entrando in contatto con coloro che li vivono: ascoltano, aiutano i senzatetto, svolgono un’opera di prevenzione e contrasto della criminalità in stretta collaborazione con le forze dell’ordine, partecipano e dialogano con la comunità, animano spazi pubblici, educano alla convivenza e alla legalità.

Oggi sono presenti in 21 città con oltre 500 volontari, di cui oltre il 50% donne. A Milano i City Angels gestiscono tre centri d’accoglienza per senzatetto, dove circa 300 persone possono dormire e mangiare.

La sezione di Parma è stata avviata nel 2011 e dal 2018 ha sede in Piazza Rastelli 27/B vicino al presidio della Polizia Locale nel quartiere San Leonardo, ha all’attivo 36 volontari. L’attività viene svolta tutte le sere dalle 21 fino alla mezzanotte nelle zone più delicate della città, il sabato mattina sorvegliano l’area del mercato cittadino mediante un servizio di prevenzione scippi e sorveglianza, una sera a settimana sono presenti con la loro Unità Mobile in Stazione e distribuiscono cibo, bevande, abiti e coperte ai bisognosi.

Nel 2019 il gruppo dei volontari ha svolto 274 uscite con oltre 5000 ore di volontariato donate alla città, sono stati distribuiti 7435 pasti, 8500 bottiglie di acqua, 160 coperte e oltre 3000 vestiti e sono stati percorsi più di 7000 km dall’Unità Mobile.

L'emblema dei City Angels è un'aquila che, con le ali aperte, protegge i grattacieli di una città. Al di sopra di questo simbolo sono riportate le parole "City Angels" e al di sotto è riportato il motto e la missione dell’associazione: "Solidarietà e sicurezza”.

I City Angels durante il loro servizio indossano una divisa maglietta/felpa/giubbotto di colore rosso con apposto l'emblema dei City Angels, un basco blu e sono riconoscibili sia da coloro che vivono la strada che dai cittadini che possono trovare nella figura del City Angels un punto di riferimento a cui rivolgersi in caso di dubbi, necessità o per segnalare situazioni di emergenza.
Numerose sono le attività di sensibilizzazione della cittadinanza sul tema sicurezza e rispetto del senso civico, incontrano spesso gli alunni e gli studenti delle scuole per raccontare la loro mission.

Motivazione - L’attestato di Civica Benemerenza viene conferito ai City Angels Parma per essere un esempio di civismo e di altruismo per l’intera città. Per essersi distinti per gesti di solidarietà e per essere costantemente vicini agli “ultimi” e al prossimo con professionalità e affetto. La loro presenza positiva ed integrata all’interno della nostra città rafforza il senso di sicurezza e rappresenta una esperienza virtuosa di impegno civile. (Ritirano: il Coordinatore dei City Angels di Parma, Giancarlo Ruberti ed il Vice Coordinatore Cesare Bardelli)

 

L'OTTAVO COLORE

“L'Ottavo colore” è un’associazione di promozione sociale Lgbt+, nata a Parma nel 2007.
Ha come obiettivo quello di combattere l’omo-trans-bifobia, attraverso l'informazione e la sensibilizzazione, per la piena integrazione di tutte quelle persone etichettate, per orientamento sessuale o identità di genere, come “diverse”. Il tema della diversità costituisce un punto di partenza da cui è nata l'idea di dare vita all'Associazione, diversità intesa come un concetto relativo, rispetto ad una presunta normalità. Nella declinazione della parola diversità è contenuto il senso dell'azione de L'Ottavo Colore che intende andare oltre gli stereotipi, vivendo e considerando la diversità come ricchezza, pluralità e realizzazione del sé.
L'Associazione ha fatto, quindi, della diversità un valore che diventa tale nel momento in cui è accompagnato da uguaglianza di trattamento e di possibilità. Il sodalizio, nel corso della sua ultra decennale attività sul territorio, si è impegnato perché tutti possano sentirsi uguali nelle proprie differenze, perché i giovani non si sentano più soli nel vivere la quotidianità, in contesti che tendono, a volte, ad escludere ciò che viene percepito come “diverso”.
L'Ottavo Colore ha puntato sul contributo di tutti coloro che sono sensibili ad una vera integrazione, all'uguaglianza, fondata sul rispetto reciproco e sulla difesa della dignità delle persone per diffondere i principi di rispetto e di difesa dell'individuo.
Tutto questo attraverso diverse azioni messe in campo: percorsi d'inserimento, di accoglienza, di socializzazione, di riflessione per coinvolgere e fornire aiuto e sostegno soprattutto a quelle persone che hanno difficoltà che si possono esprimere su diversi fronti, interiori, familiari, scolastiche, lavorative. Favorire l'accettazione della propria identità ed affettività rappresenta un obiettivo fondamentale.
L'Ottavo Colore si è proposta come una realtà aperta ed accogliente, indipendentemente dall'orientamento sessuale, politico, religioso o da qualsiasi condizione personale di chi bussa alle sue porte, nella consapevolezza che pur partendo da una piccola realtà cittadina, con il contributo di ciascuno, è possibile superare le diversità, che diventano spesso motivo di discriminazione e sopraffazione.

Motivazione – L’attestato di Civica Benemerenza viene conferito all'Associazione di Promozione Sociale L'Ottavo Colore, per aver messo in atto percorsi volti a superare le differenze, promuovere la dignità dell'individuo, la sua corretta crescita e l'inserimento nella società. Per l'impegno quotidiano affinché tutti possano sentirsi uguali, nelle proprie differenze, nella consapevolezza che solo andando oltre i pregiudizi l'uomo potrà conquistare la sua vera libertà. (Ritira; la Vice Presidente Valeria Savazzi)

 

U. S. ASTRA

L’Unione Sportiva Astra nasce il 21 aprile 1948 quando venne ufficialmente costituita all’ombra della chiesa di Ognissanti, nel cuore dell’Oltretorrente. Si giocava a calcio, il campo di allenamento era il cortile parrocchiale, le maglie erano a righe bianco-celeste.

All'inizio degli anni Sessanta l'Astra si trasferisce nella nuova sede di via Isola nella neonata parrocchia di Santa Maria del Rosario. Proprio in via Isola, anche grazie alla spinta di Don Sergio Sacchi, autentico punto di riferimento per tutti, nasce la sezione baseball.

La "Bernazzoli Astra" (dal nome dello sponsor dell'epoca) scrive una incredibile storia di sport: raggiunge la serie A e lancia tantissimi campioni che faranno grande la nazionale tra i quali Castelli, Cattani, Corradi e Iaschi.

L’Astra è oggi conosciuta per la sua intensa attività calcistica, marchio di fabbrica che si riflette nella vitalitàdei suoi quasi 300 tesserati, espressione di una dozzina di squadre dai piccolissimi della scuola calcio ai più grandi, compresa una sezione femminile. L'Astra ha allevato generazioni di giovani sportivi qualcuno, nella propria disciplina, si è fatto strada, altri hanno continuato a impegnarsi nella società.
Anche le casacche dai colori blucerchiati simbolo della società hanno una storia da raccontare: le prime sono state donate all’Astra da un dirigente dell’epoca della Sampdoria.

Fra i primi ad indossare la maglia blucerchiata, l'attuale numero uno Ezio Ficarelli che per la società è stato prima calciatore, poi allenatore, poi dirigente per poi diventarne nel 2001 il Presidente.

Motivazione - L’Attestato di Civica Benemerenza viene conferito all’Unione Sportiva Astra in quanto custode dei valori dello sport da oltre 70 anni. Un’Associazione che, grazie alla incessante attività in favore della crescita e della formazione dei giovani, si è legata in maniera indissolubile a via Isola, fino a diventare simbolo stesso del quartiere. L’Associazione trasmette alle nuove generazioni la passione e la dedizione per l’attività sportiva unita al valore profondo dell’amicizia. (Ritira: il Presidente Ezio Ficarelli)

 

EMILIA WANDA CARONNA

Emilia Wanda Caronna, Delegata del Rettore dell’Università di Parma a “Fasce deboli, studenti con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento”, a lungo ricercatrice e docente dell’Ateneo, si laurea nel 1966 in Scienze naturali e nel 1968 in Biologia sempre a Parma, dove arriva per terminare gli studi iniziati a Messina.
Docente di Istologia, Embriologia e Socio-biologia, naturalista e biologa, ha svolto la sua attività di ricerca in campo ambientale e della teratologia.
Sempre dalla parte di chi ha bisogno, partecipa dalla fine degli anni Sessanta ad alcune delle lotte sociali più importanti di Parma e del Parmense, con riflessi e ricadute nazionali: dalla chiusura del manicomio di Colorno a quella del brefotrofio, dalla costituzione della Fattoria di Vigheffio alla fondazione della Cooperativa Sirio e del Centro Antiviolenza, senza dimenticare l’impegno per l’integrazione scolastica e gli aiuti in carcere.
Fondamentale la collaborazione con Mario Tommasini, con il quale ha condiviso battaglie sociali di enorme rilievo.
In Consiglio comunale, dal 1991 al ’94 e dal 1994 al ’98, è stata consigliera delegata all’Ambiente.
Dal 2001 si occupa dell’integrazione delle persone con disabilità come Delegata del Rettore dell’Università, rinnovata dal Rettore in carica professor Paolo Andrei, con una delega via via ampliata fino all’attuale “Fasce deboli, studenti con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento”.
Fondatrice nel 2003 del Servizio “Le Eli-Che”, dedicato a studentesse e studenti con disabilità, con B.E.S. e fasce deboli,con D.S.A.,con spettro autistico, GLBT, più volte premiato per innovatività e originalità, accoglie le ragazze e i ragazzi che vi si rivolgono elaborando con i suoi collaboratori curricula individualizzati, e fornendo sostegno, strumenti di ultima generazione e i servizi necessari, personalizzati, per un pieno esercizio del diritto allo studio.
Per la sua attività ha ricevuto premi e riconoscimenti. Ultimo in ordine di tempo il Premio Anmic 2019.

 

Motivazione - L'Attestato di Civica Benemerenza viene conferito a Emilia Wanda Caronna per l'impegno costante, lungo una vita, che ha visto Emilia Wanda Caronna protagonista di alcune delle lotte sociali più importanti di Parma, contro ogni forma di discriminazione, per l’affermazione dei diritti individuali e dell’integrazione. Il suo impegno per le politiche di integrazione dell’Università degli Studi di Parma ha fatto del nostro Ateneo un riferimento nazionale in questo campo. (Ritira: Emilia Wanda Caronna)

 

LA GIOVANE S.C.P.A.

La Giovane nasce come cooperativa di facchini nel 1973 ed è diventata in 40 anni di storia ed esperienza una delle più importanti aziende di logistica presenti sul mercato, tra le prime dell’Emilia Romagna e dell’intero territorio nazionale, fondando la sua efficacia su di un organico altamente specializzato nella gestione magazzini e spazi dedicati al deposito e organizzazione flussi merci dei clienti.

Fortemente orientata alla realizzazione di politiche ed azioni di innovazione in campo organizzativo e tecnico, La Giovane propone servizi di logistica, garantendo una partnership duratura alle Aziende Clienti che richiedono la gestione del proprio flusso merci, in qualunque settore, dal deposito alla lavorazione alla spedizione. Conta più di 40 clienti, tra i quali si collocano Aziende leader a livello mondiale, e controlla le società Piazza S.r.l., L.G. Logistics S.r.l. e PVS Services Italia S.r.l., specializzata nel settore e-commerce oltre ad avere partecipazione in LA C.A. Servizi S.r.l., operante nel settore informatico.

In crescita costante di offerta di servizi e soci, l’Organizzazione tutta lavora per supportare ed affiancare i Clienti, offrendo qualità del servizio ed al contempo richiedendo agli stessi standard qualitativi di strutturazione, combinando conoscenza e professionalità delle proprie persone ad attrezzature progettate allo scopo, grazie a consolidate sinergie operative con i fornitori. Le risorse umane costituiscono il fattore chiave della capacità competitiva de La Giovane, basata sulla forza lavoro dei suoi Soci, per la consolidata vocazione a collocarli al centro di tutte le politiche aziendali.
Sponsor di manifestazioni sportive cittadine e partecipe di molti eventi legati al territorio La Giovane si inserisce nel tessuto cittadino non solo produttivo ed economico ma anche sociale con particolare attenzione ai giovani e al loro coinvolgimento nelle politiche aziendali.

 

Motivazione - L'Attestato di Civica Benemerenza viene conferito a La Giovane S.C.P.A. per aver saputo costruire nel tempo una realtà lavorativa ed economica solida, competitiva e partecipata, cresciuta proficuamente in quattro decenni grazie alla professionalità, alla serietà e all'impegno profusi nell'operare sul territorio, attraverso una politica di rispetto e valorizzazione del personale e con l'obiettivo di costituirsi parte attiva nella vita economica e sociale del territorio. (Ritira: il Presidente Ginetto Donati)

 

FIDAS PARMA

FIDAS Parma nasce come Adas Parma (Associazione Donatori Aziendali Sangue) nata originariamente all’interno di alcune aziende che hanno dato l’impulso iniziale ed oggi è aperta a tutti i cittadini. Nasce il 9 maggio 1970 e ha da sempre svolto la sua attività con lo scopo di portare un aiuto concreto a chi ha bisogno. Soci fondatori furono i donatori di Althea, Balestrieri, Banca Commerciale Italiana, Barilla, Bormioli Luigi, Bormioli Rocco, Fidenza Vetraria, Salvarani, Simonazzi.

Il 2020 sarà un anno importante e da ricordare per tutti i donatori: FIDAS celebrerà i 50 anni e lo farà insieme al Fondatore e attuale Presidente Onorario Enore Artusi.
Nel 1974 Adas Parma è stata riconosciuta ente giuridico dal Presidente della Repubblica e nello stesso anno si è federata FIDAS Nazionale. Negli anni l'attività di FIDAS Parma ha portato a un importante incremento nel numero delle donazioni. Ad oggi l’Associazione conta ben diciassette gruppi aziendali e due gruppi nati all'interno delle scuole che coinvolgono studenti, docenti e genitori.

L’Associazione è impegnata in svariati progetti per la comunità volti a sensibilizzare la cittadinanza all'importanza della donazione del sangue. FIDAS pone una attenzione costante ai giovani, li coinvolge in numerosi progetti da concorsi a eventi promozionali rendendoli protagonisti e ambasciatori dei valori di FIDAS.

FIDAS ha instaurato una stretta sinergia con le strutture preposte alla cura e alla salute proponendo, con il loro supporto, formazione e attività di informazione rivolte a tutte le fasce di età. Numerose iniziative di sensibilizzazione vengono portate avanti con la collaborazione delle scuole, degli Istituti.

Motivazione - L’Attestato di Civica Benemerenza viene conferito a FIDAS per la promozione di stili di vita sani e responsabili educando all’importanza del prendersi cura di sé e della propria salute. L’Associazione incentiva la donazione di sangue come bene comune e si prodiga per la informazione e alla formazione dei giovani, per far sì che i cittadini di domani siano responsabili e attenti ai bisogni della comunità. (Ritira: il Presidente Onorario Enore Artusi).

 

I PREMIATI DAL 2013 Al 2019

Anno 2013. Medaglia d’oro: Hospice Piccole Figlie. Attestati di Civica Benemerenza: Consorzio di Solidarietà Sociale, Ensemble Attori Teatro Due, Roman Sili, P.g.s. – Or.Sa. Oratorio Salesiano, Umberto Squarcia, Opem Spa.

Anno 2014. Medaglia d’oro: Clelia Buratti. Attestati di Civica Benemerenza: Consorzio del Prosciutto di Parma, Centro Grandi Ustionati – Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, Rodolfi Mansueto SpA, Learco Tiberti, Fondazione Arturo Toscanini, Norbeto De Angelis, Tiro a Segno Nazionale – Sezione di Parma.

Anno 2015. Medaglie d’oro: “Associazione Italiana Malati di Alzheimer – Aima”. Attestati diCivica Benemerenza:Polisportiva Coop Consumatori Nordest; Paola Mattiazzi; Università Popolare di Parma, Manfredi Saginario, Gli Angeli del Fango, Coppini Arte Olearia.

Anno 2016. Medaglie d'oro: “Croce Rossa Italiana – Comitato di Parma”; Medaglia d'oro alla Memoria a Giuseppe Malpeli. Attestati di Civica Benemerenza: Centro Sportivo Italiano – Comitato di Parma; Don Luciano Scaccaglia; Alberto Nodolini; Associazione Volontari Italiani Sangue Comunale di Parma; Mutti SPA; Carlo Magri – Presidente FIPAV; Franco Del Chicca.

Anno 2017. Medaglie d’oro: Arturo Carlo Quintavalle.Attestati di Civica Benemerenza: Giulia Ghiretti, Lanzi Trasporti, Unione Nazionale Veterani dello Sport Sezione di Parma; Emporio Solidale Parma; Associazione Nazionale Centri Sociali Comitati Anziani e Orti – Parma; Giovanni Ballarini; Cus Parma.

Anno 2018. Medaglie d'oro: Alberto Bormioli. Attestati di Civica Benemerenza: SNUPI Onlus (Sostegno Nuove Patologie Intestinali), A.S.D. San Leo 1946, Gianni e Vittorio Ferrarini, Teatro delle Briciole, Paolo Colombo, Famiglia Romani, Svoltare Onlus.

Anno 2019. Medaglie d'oro: Albino Ivardi Ganapini. Attestati di Civica Benemerenza: Davide Bollati, Federazione Maestri del Lavoro d'Italia – Consolato Provinciale di Parma, Kiara Fontanesi, Help for Children Parma, Luigi Roncoroni, Franca Tragni e Carlo Ferrari, Associazione Seirs Croce Gialla Parma Onlus. Menzione Speciale: Famiglia Spaggiari.

 

Pubblicato in Cronaca Parma

Parma, 8 gennaio 2020. Parma si appresta a celebrare il proprio patrono, Sant’Ilario, lunedì 13 gennaio 2020, in un anno particolare in cui la città ducale è Capitale Italiana della Cultura. La cerimonia legata all’assegnazione del premio Sant’Ilario, delle civiche benemerenze e delle menzioni speciali, si svolgerà, quest'anno per la prima volta, al Teatro Regio, lunedì 13, alle 11.

La cerimonia è pubblica e l'ingresso è aperto alla cittadinanza, fino ad esaurimento posti. Sempre lunedì 13 gennaio, come da tradizione, è in programma la Santa Messa nell’Oratorio Sant’Ilario, alle 9, in via Massimo D’Azeglio. La solenne celebrazione del Santo Patrono avverrà in Cattedrale con la Santa Messa, alle 17, officiata dal vescovo monsignor Enrico Solmi, alla presenza delle autorità.

Sono pervenute al Comune oltre 50 proposte di possibili candidature, alcune sottoscritte da più sostenitori, sia via mail che in formato cartaceo.

Il premio Sant’Ilario fu istituito, nel 1986, dalla Giunta guidata dall’allora sindaco Lauro Grossi. In quell’occasione fu approvato il “Regolamento per la concessione delle civiche dichiarazioni di benemerenza”. La prima edizione del Premio si tenne nel 1987. Le modalità di presentazione delle candidature sono state ampiamente divulgate dal Comune per permettere la massima partecipazione.

Le proposte di concessione, come da regolamento, sono state formulate da singoli cittadini, da Enti, dai membri del Consiglio Comunale e della Giunta Comunale, dei Consigli dei Cittadini Volontari al fine di segnalare l’attività di tutti coloro che abbiano in qualsiasi modo contribuito a migliorare la vita dei singoli e della comunità e ad elevare il prestigio della città.

Le benemerenze cittadine sono destinate, infatti, a premiare le persone, gli enti o le associazioni e gli organismi che nell’ambito cittadino si siano particolarmente distinti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, dello sport, dell’assistenza, delle iniziative filantropiche, della collaborazione all’attività della pubblica amministrazione o che si siano distinti per atti di coraggio e di abnegazione in nome dei valori di umanità e solidarietà. In casi particolari, le dichiarazioni di benemerenza possono esser conferite alla memoria.

Ogni anno l’Amministrazione, in base al regolamento vigente, ha la possibilità di assegnare fino ad un massimo di 5 medaglie d’oro e 7 attestati di benemerenza e, dallo scorso anno, anche le menzioni speciali. I Segni di Benemerenza possono essere: Medaglia d’oro, Attestato di Civica Benemerenza, Menzione Speciale e Sigillo della città di Parma (previsto solo in casi eccezionali).

Sant’Ilario di Poitiers - (Poitiers, 315 circa – Poitiers, 367). E' il Santo Patrono della città di Parma, teologo, filosofo e scrittore, è stato proclamato Dottore della Chiesa da papa Pio IX nel 1851. La leggenda narra che un calzolaio, vedendo Sant’Ilario attraversare Parma scalzo, durante una giornata di neve, impietosito, gli regalò un paio di scarpe. Il giorno dopo, l’uomo, ritrovò un paio di scarpe d’oro proprio dove si trovavano le scarpe donate a Sant'Ilario. Questa è la leggenda che ha dato origine alla tradizione secondo cui nel giorno del patrono vengono preparate le famose “scarpette”, tipici dolci legati alla festività del patrono.

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Premio Sant'Ilario 2019 – Una Medaglia d'oro, sette Attestati di Civica Benemerenza e una Menzione Speciale. (Foto di Francesca Bocchia)

Parma 13 gennaio 2019. Parma ha celebrato il proprio patrono, Sant'Ilario, all'Auditorium Paganini, dove si è svolta la cerimonia solenne di consegna della medaglia d'oro e degli attestati di civica benemerenza e, novità di quest'anno, della menzione speciale. La cerimonia è stata trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook del Comune di Parma.

La medaglia d'oro è stata conferita ad Albino Ivardi Ganapini. Sono stati consegnati sette attestati di civica benemerenza a: Davide Bollati, Federazione Maestri del Lavoro d'Italia Consolato Provinciale di Parma (ha ritirato il riconoscimento il presidente Elio Giovati), Kiara Fontanesi, Help For Children Parma (ha ritirato il riconoscimento il presidente Giancarlo Veneri), Luigi Roncoroni, Franca Tragni e Carlo Ferrari e all'Associazione Seirs Croce Gialla Parma Onlus (ha ritirato il riconoscimento il presidente Lugi Iannaccone) . La menzione speciale è stata assegnata alla famiglia Spaggiari (Giancarlo e Roberto Spaggiari).

(I premiati e le motivazioni: LINK)

La cerimonia è stata aperta dal presidente del consiglio comunale, Alessandro Tassi Carboni, che ha ricordato la leggenda del Santo Patrono Sant'Ilario. E' seguito, come tradizione, l'intervento di Enrico Maletti che ha letto una poesia in vernacolo. La cerimonia è stata contraddistinta dell'esecuzione dell'Inno Nazionale e dall'esecuzione di alcuni brani a cura del Coro Storie dai Monti, diretto dal Maestro Gianluigi Giacomoni.

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IL DISCORSO DEL SINDACO

Concittadini e autorità, buongiorno a tutti.
Vi ringrazio per essere presenti in un giorno così importante e sentito.
Ringrazio per la presenza le istituzioni di Parma, le forze imprenditoriali e della società civile, i consiglieri comunali e la giunta.
Ringrazio i miei concittadini, numerosi e interessati a conoscere le storie di chi riceverà la menzione, le benemerenze, e il premio Sant'Ilario.
Ringrazio a nome di Parma e dei parmigiani chi sarà insignito della menzione, della civica benemerenza e della medaglia d'oro, simboli di sacrificio, impegno e tenacia.
Di sacrificio, perché la vita è fatta anche di fatiche e di rinunce.
Di impegno, perché le cose migliori si ottengono con la passione.
Di tenacia, perché si cade mille volte ma mille e una ci si rialza.
Sacrificio, impegno e tenacia sono state le modalità attraverso cui Parma si è fatta spazio nella storia.
Un cammino che ha richiesto tanto tempo e molta costanza.
Questo cammino noi lo chiamiamo progresso.
In linea con il nostro modo d'essere, riceverà i riconoscimenti chi ha saputo valorizzare il suo buon nome nell'arco di una vita intera, perché occorre il tempo di una vita affinché germoglino i buoni esempi da imitare.

Il detto: "Roma non fu fatta in un giorno" vale per chiunque di noi, dall'imprenditore al sindaco, dall'atleta allo studente, dal dipendente al libero professionista: per progredire e farsi spazio nel mondo occorrono tempo e coraggio.

Così, per prosperare una città ha bisogno di molti anni. Anni in cui le maniche devono essere rimboccate.
Eppure questa è l'epoca in cui le certezze si sono spezzate, in Europa e nel mondo il paradigma del progresso è stato ribaltato.
Non più la pazienza di edificare; non più il tempo di imparare; non più il sangue freddo di realizzare:
oggi si è convinti che i problemi abbiano soluzioni facili, per giunta che si potrebbero risolvere di colpo.
Che si devono risolvere di colpo.
Si ha sempre meno fiducia nel progresso, perché il progresso deve essere immediato.
Non si vive più per edificare la società del domani, ma per vivere il "qui e ora".
Di questo disegno distorto, tutti condividiamo un pezzo di responsabilità: l'Europa, le istituzioni, la politica, la società, ogni cittadino.
Abbiamo disegnato un mondo in cui Bruxelles o Roma sono più vicine a Piazza Affari che alle periferie delle nostre città; in cui il pezzo di terra davanti a casa racchiude tutto ciò che ci potrebbe interessare; ormai ci chiediamo solo che cosa lo Stato può fare per noi, ma non cosa noi possiamo fare per lo Stato.
Abbiamo abbandonato la via del progresso per ricevere in cambio parole accomodanti e promesse immediate.
Ma nessuno sfugge alla realtà: la politica resta l'arte di coniugare gli ideali con il mondo del realizzabile.
Se oggi siamo qui è per rendere omaggio a persone che hanno rivolto le intuizioni e il sapere sul sentiero del progresso.
Un sentiero stretto che si percorre giorno dopo giorno, nella polvere e nel sudore, lungo un arco di tempo che dura quanto è necessario che duri.

In controtendenza rispetto alla moda dell'epoca, negli ultimi anni Parma ha scelto il progresso, consapevole che è un viaggio difficile ma redditizio.
Scegliendolo ha messo in conto che il cammino ha avuto un inizio ma non avrà una fine, perché la via del progresso è un viaggio continuo. Lo spirito del progresso ci parla di un perpetuo movimento in avanti.

Siamo tutti in attesa e in grande fermento per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020.
Abbiamo trascorso mesi di lavoro incessante sin dal momento della candidatura, quando la sfida sembrava impossibile.
Davanti a noi ci saranno altrettanti mesi che richiedono impegno e dedizione non comuni.
Nelle strade, nelle piazze, negli uffici e nei luoghi della cultura c'è fermento, si respira voglia di vita.
C'è il sogno di poter regalare all'Italia che ci osserva l'anno più bello che Parma avrà da almeno vent'anni.
L'anno della Capitale non è arrivato per caso, per fortuna o per fatalità, ma grazie a un mix di competenza e intuizione. Ci siamo arrivati compiendo i passi giusti uno alla volta, perché essere Capitale Italiana non è un premio ma un merito.
Il merito di chi come il settore Cultura e il suo assessore hanno saputo concentrare gli sforzi in un mese intenso di lavoro, che ci ha condotto alla candidatura.
Il merito di grandi forze imprenditoriali e sociali che ringrazio e saluto, perché hanno messo in campo energie, intelligenza e saper fare.
Il merito del mondo universitario, che ci ha fornito scienza e conoscenza.
Il merito di un Comitato Scientifico per Parma Capitale di assoluto prestigio. Qui voglio rivolgere un commosso ricordo alla memoria di Bernardo Bertolucci, membro del Comitato e ultimo grande Maestro del Cinema contemporaneo:
Bernardo, ovunque tu sia Parma ti ringrazia, perché l'hai portata nel mondo e dal mondo l'hai fatta amare.
Il merito, infine, della nostra città che in sei anni si è rimessa in carreggiata, raddrizzando le storture e lanciandosi consapevole verso le sfide del mondo odierno: saper fare cultura, essere città internazionale, rilanciarsi nell'immagine e riformulare i propri obiettivi.
Ecco che cosa significa essere Capitale Italiana della Cultura: il progresso di chi ha saputo essere formica e non cicala, avendo la pazienza di costruire, passo dopo passo, il proprio successo.
Il 2020 sarà un anno fondamentale per Parma e l'Emilia Romagna, ma all'alba di questo 2019 sento il dovere di affermare che dobbiamo guardare già oltre.
Il 2020 non è come l'ultimo giro di valzer, né la grande festa di capodanno, che nelle piazze lascia il vuoto e il silenzio di chi ha dato tutto e ritorna alla vita di ogni giorno.
Se così fosse, tradiremmo l'idea stessa di progresso.
Noi guardiamo dalla parte dell'alba e della nascita: il 2020 sarà l'anticipazione di cosa sarà Parma nei prossimi 10, 20 e 30 anni.
Parma 2020 è importante, ma lo sarà ancora di più Parma nel 2030, perché il progresso ci chiede di guardare oltre gli orizzonti e di non sederci al tavolo di chi si accontenta.
Il progresso si realizza quando non pensiamo al traguardo di oggi, ma a quello di domani.
Un detto infatti recita: C'è qualcuno seduto all'ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa.
Faccio appello alla gente di Parma che si rimbocca le maniche, alle forze imprenditoriali, all'Università, alle istituzioni e a tutti i parmigiani che amano questa nostra grande città:
il futuro non appartiene a chi si accontenta dell'oggi, noi prepariamo la città che ci meritiamo secondo i nostri sforzi. Se viviamo nella passività e nella pigrizia, domani i nostri figli vivranno nella frustrazione.

Il futuro appartiene a chi sa mescolare sudore, passione, ideali e visione.
Il domani va edificato nello stesso modo in cui abbiamo ottenuto i successi più importanti: con una salda alleanza tra pubblico e privato, che da questo palco sancisco e rinforzo.
L'amministrazione comunale è il volto istituzionale della città, i parmigiani e le associazioni ne rappresentano il volto umano che dà la misura dello stile di vita, le forze private invece ne sono il motore.
È questa l'alleanza che serve a Parma per crescere in Italia e nel mondo:
Parma 2020 è alle porte ed è il traguardo di un percorso compiuto negli anni, ma il giorno successivo rappresenta la sfida che dobbiamo affrontare insieme.
È la sfida per il progresso, che chiede alla politica e alla città risposte ai problemi odierni, ma con lo sguardo rivolto al domani.

Se Parliamo di Parma tra 10 anni dobbiamo essere consapevoli di vivere in un mondo instabile: anno dopo anno il suo volto muta col mutare degli eventi sociali ed economici.
Il fenomeno migratorio, la rabbia nelle periferie, l'altalena economica, la richiesta di cambiamento e di sicurezza, l'Europa lontana, il riemergere di nostalgiche visioni politiche.
Quando tutto si trasforma accade che qualcuno rimanga indietro, e qualcun altro governi il cambiamento. Alcune città si fanno spazio, altre si eclissano lentamente.

Milano cresce, Roma no.
Parma non resta alla finestra e richiama a sé un'esigenza: la competitività.
Non c'è altra via per il progresso.
Certo, potremmo dirci: "restiamo una città di provincia e accontentiamoci di vivere dei nostri bisogni: un Festival Verdi a misura di parmigiano, un'industria a misura di parmigiano, un panorama culturale a misura di parmigiano, una qualità della vita da città media e un'offerta turistica di corto respiro, magari solo per gli emiliano-romagnoli".
C'è chi oggi ha preso questa strada. Liberissimi di farlo.
Ma guardiamoci negli occhi: noi nella storia ci siamo mai accontentati di questo? No.
Ora abbiamo un Festival Verdi riconosciuto a livello internazionale; abbiamo aziende di servizi e industriali leader nel mondo; un'offerta culturale da Capitale Italiana, una qualità della vita sempre tra le più alte nel Paese, un turismo finalmente europeo e tuttora in crescita.
La competitività richiama il progresso, il progresso la competitività.
In un mondo senza certezze Parma non può permettersi di essere marginale.
Perciò per affermarci in Italia e in Europa, Parma del 2030 dovrà reggersi su tre pilastri: qualità della vita, vocazione internazionale, rispetto e salvaguardia della parmigianità.

Qualità della vita
Per assicurare un'alta qualità della vita non è più sufficiente garantire servizi migliori.
Calvino diceva che una città riceve forma dal deserto a cui si oppone.
Cementificazione, mobilità selvaggia, smog intollerabile, periferie sorte senza coerenza, ambiente maltrattato, fare debito senza produrre crescita: sono il deserto a cui le città, il Paese e l'Europa si devono opporre.
La difesa dell'ambiente è una delle grandi sfide di quest'epoca, forse la più grande e la più difficile. Noi ci saremo.
Nel 2015, Parma era all'incontro mondiale dei sindaci e delle città a sostegno degli accordi mondiali di Parigi sulla difesa del clima e della qualità ambientale.
Come siamo stati presenti all'incontro organizzato dal Vaticano, sempre sui temi dell'ambiente, a seguito dell'enciclica "Laudato sì" alla presenza di Papa Francesco.
Andremo avanti in quella direzione, unendo sviluppo e qualità.
Dei tre pilastri, questo sarà quello portante perché darà forma e sostanza alla città del 2030.
A cosa ambiamo? La risposta arriva dalle riforme in atto.
Avremo una raccolta differenziata oltre l'80%, un consumo di suolo "verde", cioè pari a zero, periferie legate al centro da corridoi ciclabili e autobus ecologici, un pass digitale di accesso alla città e una mobilità nuova, libera per il cittadino ma limitata alle auto sin dalle tangenziali.
Ancora: scuole ecosostenibili, luoghi della periferia riqualificati con progetti pubblici e privati - come già avviene per l'ex Bormioli e il Workout Pasubio -, cittadinanza digitale nei servizi, nel welfare e nel pagamento delle imposte.
Una città che unisce la qualità della vita alla difesa dell'ambiente, e la difesa dell'ambiente al progresso: le imprese sceglieranno Parma perché metterà al primo posto il benessere di tutti.
Sono riforme che compiremo senza passi indietro, né per consenso né per altre ragioni.
L'Italia sembra essere diventata il Paese dei "faremo" e delle finte rivoluzioni. Lo abbiamo vissuto recentemente con il dietrofront del blocco degli euro 4, con i Comuni della Romagna che si sono sfilati all'ultimo per paura delle elezioni comunali di primavera.
Non accadrà più.
Chi ha fatto il passo indietro deve sapere che la politica non è tutto, l'ambiente e una amministrazione che guarda al benessere dei suoi cittadini, non guarda al consenso del momento.

Vocazione internazionale
Benessere e qualità della vita rappresentano l'intimo della città, invece la vocazione internazionale ne è l'immagine esteriore, quindi la sua dimensione di crescita.
Vogliamo superare definitivamente i limiti di piccola provincia per essere città europea: del benessere e dell'impresa, della cultura e del turismo, dell'Università e della ricerca.
L'abbiamo affermato più volte: il tempo dei campanili è al tramonto.
Visioni politiche contrarie al progresso pensano che isolarsi sia la risposta ai problemi della crescita economica, dello sviluppo, della sicurezza, della salvaguardia delle eccellenze.
Pensano a Parma o all'Italia come fortezze divise dal resto del mondo, convinti che per vivere in pace sia sufficiente far da sé, agendo isolati.
Ma quanto può contare il Pil italiano rispetto a quello del Brasile, degli Stati Uniti o della Cina?
Quale reale competitività può avere una Nazione di 60 milioni di abitanti a confronto con Paesi con 200 milioni, 300 milioni e 1 un miliardo di abitanti?
Isolarsi in un mondo che cresce significa rifiutare la via del progresso e temere il futuro, è mancanza di fiducia nel presente per rifarsi a un passato tranquillo che, in realtà, non è mai esistito.
Essere sovrani nel proprio orticello, circondati da un mondo caotico, non ci salverà.
Ecco perché esiste l'Europa ed ecco perché, più in piccolo, abbiamo abbandonato i porti del provincialismo.

La dimensione di una Nazione come di una città deve essere europea.
Oggi la sfida non è guardare cosa fanno le città vicine, ma competere con Firenze o Verona, Monaco o Copenaghen, Stoccolma o Edimburgo. Pensare in grande.
Lo faremo saldando alleanze con le antiche rivali: Reggio Emilia e Piacenza. All'indomani della nomina a Capitale abbiamo chiesto loro di essere partner della sfida.
Non ci siamo tenuti la vittoria, né abbiamo ceduto alle sirene del campanilismo: abbiamo condiviso le opportunità.
L'alleanza nasce per dare vita a un'Area Vasta che abbracci l'intera Emilia occidentale quale polo di sviluppo, attrattività, turismo e comunicazioni.
Si chiama, ancora una volta, progresso, che vuol dire benessere e qualità della vita ma anche fiducia e crescita.
Se tutti insieme saremo capaci, e lo saremo, di realizzare questi propositi, penso che dopo il 2020 potremo ambire ad altre candidature di titoli europei, e non solo italiani.
Le opportunità di crescita e promozione internazionale non dipenderanno solo da Parma, ma anche dalle scelte politiche del governo, che ha il dovere di non tagliarci le nostre risorse, né di mettere in difficoltà la crescita delle città, vero motore delle Nazioni.
Dirò quello che ho già sostenuto in passato: se il governo saprà ascoltare le esigenze dei Comuni, avrà in Parma una interlocutrice. Se il governo non ascolterà i territori tagliandoci le risorse per dirottarle a Roma, Parma ne trarrà inevitabili conclusioni e risponderà con fermezza.

Parmigianità
Ora chiediamoci: essere una città a vocazione internazionale significa snaturare le proprie tradizioni e il modo di vivere?
La risposta è chiara: no.
Parmigianità e dimensione internazionale possono e devono convivere.
Maria Luigia diceva di noi:
I Parmigiani sono la più gran buona pasta del mondo, generosi di cuore e di spirito, anche se di lingua pronta e tagliente. Non sopportano le offese ma non sono permalosi: hanno affabilità, cortesia, gaiezza e amano il bel vivere e la buona tavola.

Duecento anni sono trascorsi da allora, sono caduti e sorti nuovi imperi, l'Italia è diventata una Nazione, due guerre mondiali sono state combattute, ma direi che non siamo cambiati di una virgola.
Se c'è qualcosa che amo di più dell'indipendenza è appartenere alla mia terra.
Appartengo al profumo caldo della buona tavola, alla musica di Verdi sotto la Pilotta, ai grilli del Ducale in un pomeriggio di sole, alla cordialità di un saluto in dialetto, all'orgoglio un po' altezzoso di essere stati Ducato, alla malvasia e agli anolini fumanti.
Fanno parte di me come, sono sicuro, di ognuno di voi.
Esci da Parma e ti dicono: "questi parmigiani campanilisti, questi provincialotti che si sentono grandi". Essere campanilisti vuol dire non avere occhi per il progresso.
Il nostro si chiama orgoglio. La parmigianità è l'affermazione di una realtà che si è fatta storia.
Parmigianità è il modo di vivere e di essere dei parmigiani: caschi il mondo o si inverta l'asse terrestre, non ce la toglie nessuno.
Siamo custodi gelosi delle tradizioni e della città, ma solidali con gli ultimi e generosi con chi chiede aiuto, perché figlie e figli di Padre Lino.
Siamo donne e uomini che difendono la libertà, perché sul greto del torrente nessun uomo e nessun tempo cancellerà la scritta: "Balbo t'è pasè l'Atlantic mo miga la Perma" ("Balbo, hai passato l'Atlantico ma non la Parma").
Siamo lavoratori instancabili che alzano la saracinesca all'alba, che dalla piccola bottega arrivano a insegnare i segreti della qualità dagli Usa al Giappone.
Siamo persone che apprezzano il benessere e la bellezza, che portano sul palmo di mano la propria città e che ovunque si trovino nel mondo, prima dell'Italia la propria casa è Parma.
Siamo, e saremo sempre, la città dei diritti. E sui diritti Parma non compirà nessun passo indietro, perché un diritto in più significa un passo in più verso il progresso.
Il progresso è benessere e qualità, fiducia e crescita mantenendo viva la fiamma delle nostre tradizioni.

Conclusione
Ecco, alla fine, il percorso che ci condurrà alla Parma del 2030: qualità della vita, vocazione internazionale e salvaguardia della parmigianità.
Tutti e tre i pilastri legati da un unico destino.
Ci arriveremo continuando a unire mondi diversi ma complementari: le istituzioni, le forze private, la città con i suoi cittadini.
Ci arriveremo con un unico cuore e una sola anima, perché i tempi richiedono un cambiamento, ma il cambiamento richiede che si percorra la via del progresso.
Il progresso, infine, richiede di non ascoltare il canto delle sirene di chi garantisce una vita migliore adesso, ma di avere la giusta pazienza per edificare una Parma migliore domani.
Quando si parla di futuro nulla è scritto e tutto è da fare, ogni generazione eredita un mondo che non ha scelto.
I successi e le conquiste, i torti, le ingiustizie e gli errori: senza volerlo, ci viene chiesto di essere responsabili di questo mondo.
Alla fine quando stanchi cederemo il passo a chi viene dopo di noi, potremo dire ai nostri figli che abbiamo fatto il nostro compito.
Non me la sento di dire ai giovani: sbrigatevela voi, noi viviamo l'oggi.
Ecco perché dobbiamo occuparci di loro, se necessario ricominciando dall'inizio e guardando a un domani che non è immediato, ma va costruito.
Dobbiamo solo credere che un futuro migliore, più giusto, più equo sia possibile, e dopo averlo pensato metterci all'opera. per realizzarlo
Grazie.

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