Da due giovani e brillanti ragazzi Emiliani Doc nasce il portale dedicato alla bevanda più amata al mondo: la birra. In questo sito troverete tutti i modi di produrre la birra, recensioni e commenti sui diversi kit, spiegazione sui diversi tipi di fermentazione e ovviamente anche consigli utili sull'acquisto dei diversi accessori.

Reggio Emilia, 15 novembre 2016

Amanti della birra è on-line il sito che avete sempre aspettato, www.kitbirra.it, un portale dedicato alla bevanda più amata al mondo. La birra è una delle più diffuse bevande alcoliche del mondo con una storia molto antica. Si crede che già i Sumeri sapessero far fermentare il malto per ottenere questa bevanda; da allora l'uomo non ha più smesso di produrla e soprattutto di berla.

Per produrre la birra, il malto viene immerso in acqua calda in cui sono presenti alcuni enzimi che permettono agli amidi dei cereali di essere convertiti in zuccheri fermentabili, sotto forma di mosto. Questo mosto può essere poi aromatizzato nei più diversi modi con erbe aromatiche con il semplice luppolo.

A questo punto si aggiunge un lievito che dà inizio alla fermentazione trasformando lo zucchero in di alcool ad altri prodotti di scarto derivanti dalla respirazione anaerobica dei lieviti che vengono poi eliminati.
Questo processo molto semplice ha permesso oggi giorno di produrre kit per farsi la birra comodamente a casa.

Ma come scegliere quello giusto? Ecco allora che www.kitbirra.it vi viene in aiuto. In questo sito troverete tutti i modi di produrre la birra, recensioni e commenti sui diversi kit, spiegazione sui diversi tipi di fermentazione e ovviamente anche consigli utili sull'acquisto dei diversi accessori. Inoltre, coloro che invece acquistano la birra in fusti, possono tranquillamente scegliere lo spillatore migliore e più adatto alle loro esigenze grazie a una sezione interamente dedicata agli spillatori in commercio.

Infine, per tutti coloro che vogliono solamente bersi una bella birra, la parte del sito che preferiranno sarà quella dedicata a tutti i tipi di birra presenti nel mondo, con descrizioni e recensioni. Anche in questo caso si potrà acquistare la birra on-line a un prezzo molto vantaggioso.
Allora non perdete alto tempo, navigate sul nuovo sito concepito da due giovani e brillanti ragazzi Gianluca e Marco Emiliani Doc.

Wiki Loves Monuments. 2° posto, cinque foto finaliste e il primato degli uploaders. L'Emilia Romagna conquista il podio nazionale, aggiudicandosi il secondo posto, con Wiki Loves Monuments 2016, il photo-contest digitale più grande al mondo che coinvolge trenta Paesi.

Altre quattro le immagini arrivate in finale per l'Emilia Romagna, che si distingue anche per il primato degli uploaders – Delle 20.562 immagini caricate dagli utenti italiani su Wikipedia il 30% proviene dall'Emilia Romagna – Attribuiti anche i premi del concorso fotografico parallelo riservato ai "monumenti stellati", ovvero alle migliori eccellenze artistiche regionali secondo il Touring Club Italiano, nato dalla collaborazione tra Apt, Unione Prodotto Città d'Arte e Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo.

Ad aggiudicarsi il 2° posto nazionale della V edizione di Wiki Loves Monuments ( www.wikilovesmonuments.it ) è l'Emilia Romagna con l'immagine dei Trepponti al tramonto di Comacchio (FE), scattata da Nbisi, secondo il parere della giuria tecnica del più grande photo-contest digitale al mondo. Un'edizione da record per l'Emilia Romagna non solo per il prestigio del podio, ma anche per la quantità e la qualità delle fotografie in gara. Delle 190 semifinaliste ben 70 arrivano dall'Emilia Romagna che si è distinta a livello nazionale per la significativa partecipazione al contest, con immagini provenienti dalle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, frutto di un'intensa attività di promozione dell'APT e della collaborazione con il MiBACT-Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo che ha capillarmente mappato il patrimonio culturale da valorizzare su www.patrimonioculturale-er.it.

Nella classifica delle dieci finaliste si sono ben piazzate anche la fotografia del Castello di Torrechiara (PR), di Lara Zanarini, al 6° posto, l'immagine di Marco Boschetti della Sala Nuti della Biblioteca Malatestiana di Cesena (FC) in 7° posizione, seguita all'8° dalla foto panoramica della Rocca di Brisighella (RA), realizzata da Paolo Forconi e, infine, decimo posto per la fotografia di Piazza Maggiore (Bologna) ripresa da Ugeorge durante una manifestazione di beneficenza.

Delle 20.573 foto in concorso quest'anno per l'Italia, il 30%, ovvero 6283 immagini, sono il frutto dell'attività di ben 262 utenti attivi in Emilia Romagna, regione al primo posto per uploading che hanno partecipato a questa edizione (984 i fotografi, tra professionisti e fotoamatori), che tramite la loro partecipazione a Wiki Loves Monuments hanno così contributo alla valorizzazione e promozione del patrimonio e artistico-culturale del territorio, tramite i canali digitali, grandi alleati della strategia di sviluppo turistico regionale. I vincitori del concorso nazionale sono stati scelti dalla giuria di qualità istituita da Wikipedia Italia, che include anche il noto fotografo Franco Fontana.

Per scaricare la 2° classificata e le altre 4 immagini arrivate in finale
https://www.dropbox.com/sh/ujwxnrmsbmaj4he/AAD5sW3NEMSdoQ-Dl2WBuYfra?dl=0 
Per scaricare le prime 10 classificate 2016
http://wikilovesmonuments.wikimedia.it/i-vincitori-del-2016/ 
La classifica dei monumenti più fotografati in Emilia Romagna
Dei 681 monumenti "liberati", cioè resi fotografabili quest'anno in tutta la regione per Wiki Loves Monuments (la lista completa su http://wikilovesmonuments.wikimedia.it/wlm2016-liste-monumenti-ed-elenco-enti/emilia-romagna/ ), risulta essere stata la Pinacoteca Nazionale di Bologna il soggetto più fotografato, 1095 foto raccolte nelle sue due sedi di via Belle Arti (ben 895 scatti caricati on line per il concorso) e di Palazzo Pepoli Campogrande. Altrettanta popolarità per Ravenna, dove tra il Museo nazionale, la Pinacoteca di Ravenna e la Basilica di Sant'Apollinare in Classe (RA), sono state scattate nell'insieme 1265 fotografie. Spiccano tra i monumenti più fotografati anche l'Abbazia di S. Maria di Pomposa (FE) e Museo di Casa Romei a Ferrara rispettivamente in gara con 254 e 253 immagini, la Fortezza di San Leo (RN) con 111 foto in gara, Palazzo Tozzoni ad Imola (BO) con 112 fotografie all'attivo, la Biblioteca Malatestiana di Cesena (FC) con 75 immagini in concorso. In totale sono state 2761 le fotografie scattate a questi dieci siti, ovvero il 44% del totale delle immagini pervenute dall'Emilia Romagna.

"Monumenti Stellati", i vincitori dei premi speciali
Sempre nell'ambito di Wiki Loves Monuments quest'anno l'Emilia Romagna, grazie alla collaborazione tra APT, MiBACT e Unione Prodotto Città d'Arte, ha aggiunto un contest speciale che ha messo al centro dell'obiettivo ben 73 "monumenti stellati", ovvero eccellenze culturali e artistiche regionali contrassegnate da un asterisco nella Guida d'Italia, la mitica guida "Rossa" edita dal Touring Club Italiano. Ai primi tre classificati sono andati altrettanti premi offerti rispettivamente da Touring, MiBACT e APT Servizi. Conquista il primo posto Simone Lugarini, con questa foto del Castello di Canossa (RE) https://commons.wikimedia.org/wiki/File:La_rocca_di_Canossa.jpg#/media/File:La_rocca_di_Canossa.jpg , e si aggiudica un voucher per 2 persone per una giornata nel Parmense comprensiva di visita al Castello di Torrechiara, degustazione tipica in un prosciuttificio e pranzo a km zero dentro le mura del castello.

Il secondo posto va allo scatto della Basilica di San Pietro a Bologna https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cattedrale_di_S._Pietro,_interno.jpg#/media/File:Cattedrale_di_S._Pietro,_interno.jpg , realizzato da Ugeorge, che vince una selezione di cataloghi fotografici dedicati ai tesori regionali, offerta dal Mibact.

Infine, terza classificata Lana Zanarini con la sua fotografia del Castello di Torrechiara -https://commons.wikimedia.org/wiki/Commons:Wiki_Loves_Monuments_2016_in_Italy/Emilia-Romagna/Special_prize/Round_2#/media/File:Torrechiara_di_mattina.jpg - a cui va una copia della Guida Rossa Emilia Romagna di Touring Club Italia.
Tutte le immagini caricate on line per il contest regionale riservato agli stellati al link https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Images_from_Wiki_Loves_Monuments_2016_in_Italy_-_Emilia-Romagna/Special_prize 

La lista completa delle immagini che hanno partecipato al concorso nazionale è disponibile su www.wikilovesmonuments.it , tutte le fotografie regionali in gara sono consultabili sulla sezione di Wikimedia dedicata all'Emilia Romagna https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Images_from_Wiki_Loves_Monuments_2016_in_Italy_-_Emilia-Romagna .

(Galleria immagini in fondo pagina)

 

2 POSTO Tramonto ai Trepponti Nbisi

 

6Posto Torrechiara luci al tramonto Lara Zanarini

Mercoledì, 09 Novembre 2016 12:06

The duel of wine

L'affascinante mondo del vino riserva sempre moltissime sorprese, e senza essere necessariamente dei sommelier, è possibile scoprire questa straordinaria realtà grazie ad un film presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia il cui protagonista è, ovviamente, il vino! CECILIA NOVEMBRI introduce il docufilm "The Duel of Wine" che rivela curiosità, mistero e magia e...attori molto speciali.

Di Cecilia Novembri

"The Duel of Wine", il docufilm del regista Nicolás Carreras, presentato alla 73ma Mostra del Cinema di Venezia, racconta la sfida del secolo tra i più affermati sommelier del mondo.

Il film celebra la Toscana e un'Italia intera del vino protagonista, partendo dal Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze e racconta le vicissitudini del celebre sommelier Charlie Arturaola che, dopo aver perso il senso dell'olfatto, si ritrova sul lastrico e senza più alcuna credibilità nel settore enogastronomico.

The duel of wine film vino

Nonostante la decisione della comunità internazionale del vino di escluderlo dal mondiale per sommelier The Duel Of Wine, Charlie non si dà per vinto ed escogita uno stratagemma per partecipare alle fasi eliminatorie del campionato: si camuffa da misterioso Conte mascherato.

The duel of wine film vino italia

Il film propone sul grande schermo il mondo magico del vino e tutto ciò che ruota intorno ad esso, una commedia originale nella quale i personaggi ed interpreti coincidono con quelli reali, infatti nel viaggio del protagonista nei territori e nelle cantine italiane prende vita un gioco di specchi in cui ciascuno interpreta sé stesso, Charlie Arturaola, Luca Gardini e Gianfranco Vissani.
La scoperta di un personaggio eclettico, non solo un riconosciuto sommelier a livello internazionale, ma un affermato Sommelier-Attore!

The duel of wine film vino italia

CREDITS: - pixabay.com – media.kics.com – ciackmagazine.it – vignaiolisanminiato.it – gamberorosso.it – commons.wikimedia.com – theduelofwine.com – winehistory.it – ansa.it

La Fondazione e la banca ancora una volta in sinergia con il Comune e l'Università di Bologna per la riqualificazione della storica strada. Due appuntamenti musicali in programma, il 13 novembre, nel Salone dei Carracci.

Bologna, 9 novembre 2016

Ancora una volta Palazzo Magnani si apre alla città grazie alla sinergia tra UniCredit e Fondazione del Monte che si confermano tra i promotori del progetto "La Via Zamboni", insieme con il Comune e con i rappresentanti del mondo accademico e culturale cittadino.

La musica è il tema portante dell'appuntamento in programma domenica 13 novembre. Palazzo Magnani sarà aperto dalle 10 alle 19 e per l'occasione il Salone dei Carracci ospiterà alle 12,30 l'incontro musicale con Jimmy Villotti; e alle 15 il concerto del Coro femminile del Teatro Comunale.

Così, UniCredit e la Fondazione del Monte (da giugno legate da un accordo di collaborazione per sviluppare insieme a Palazzo Magnani nuovi progetti artistici a favore della città), tornano ad accogliere cittadini e turisti nella dimora cinquecentesca, nota per le straordinarie opere che la arricchiscono come gli affreschi di Agostino, Annibale e Ludovico Carracci (Storia della Fondazione di Roma).

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Nell'anno dedicato alle celebrazioni del bicentenario dell'ingresso della Duchessa Maria Luigia a Parma, diverse sono ancora le mostre a lei dedicate. Tra queste, merita una visita la mostra d'arte contemporanea "Femminile Plurale" ospitata nel Palazzo Dalla Rosa Prati presso il TCafé, in pieno centro storico a Parma, a cura di ISOTTA GIULIA SACCANI. 

Di Maria Carla Magni

Nell'ambito delle celebrazioni del bicentenario dell'ingresso di Maria Luigia a Parma tante le iniziative e mostre ancora in corso dedicate a questa amatissima sovrana.

Dal 28 Ottobre e fino al 10 Novembre merita decisamente una visita la mostra d'arte contemporanea "FEMMINILE PLURALE" a cura di Isotta Giulia Saccani e ospitata nelle sale del TCafé a Palazzo Dalla Rosa Prati, antica dimora affacciata su Piazza Duomo nel cuore di Parma.

Femminile plurale mostra Maria Luigia

L'esposizione raccoglie una selezione di opere realizzate per l'occasione da cinque artisti che hanno sviluppato il tema secondo differenti e personali chiavi di lettura in versione contemporanea.

Femminile plurale mostra Maria Luigia

"Una donna in 5 stanze" così si articola l'esposizione, iniziando con le opere del pittore casertano Maurizio Carriero con la stroncante bellezza del molteplice muliebre per procedere alla seconda stanza con la fotografia della parmigiana Erika Sereni.
La terza è la sala dell'architetto e designer milanese Caterina Crepax per continuare nella quarta che ospita i gioielli della designer giapponese Natsuko Toyofuku, l'ultima stanza è occupata da Nikko, grafico fotografo e illustratore italo-svedese, con le sue copertine di dieci vinili di musica degli anni '60.

mostra Maria Luigia parma

"La donna è sempre superiore all'unità. E' plurale per costituzione, per attitudine e per destino.
E questa mostra riproduce alla perfezione, negli spazi del Tcafè, la ricca planimetria del femminile, il suo passare da "me" a un'altra "me" nella stessa casa." Dalla prefazione di Mariagrazia Villa.

Femminile plurale mostra Maria Luigia parma

La collettiva sarà visitabile fino al 10 novembre 2016, tutti i giorni con orario 08.00-20.00 a ingresso libero e successivamente fino al 10 dicembre parte della collettiva rimarrà in esposizione, nei medesimi giorni e orari, nelle sale del Residence di Palazzo dalla Rosa Prati.
Per informazioni: tel. 0039 3356338900, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

mostra collettiva Maria Luigia parma  

SPECIAL THANKS TO: PH. Francesca Bocchia

Domenica, 06 Novembre 2016 14:26

I gatti volanti all'ospedale dei bambini

Mattina gioiosa per i bambini e ragazzi ricoverati all'Ospedale dei Bambini di Parma "Pietro Barilla" con la presentazione della favola parmigiana "Guendalina Valenti e i gatti volanti" scritta da Alexandre Jones.

Alex Jones, autore del libro, ha intrattenuto gli ospiti con alcune letture animate assieme a Cosimo Gigante in arte "Mago Gigo" e la musica dal vivo di Federico Del Santo, che ha accompanato la narrazione con la chitarra acustica.

Le foto dell'evento nella galleria immagini in fondo alla pagina - a cura di Francesca Bocchia

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Il racconto di una vita in poco più di un'ora e mezza. Ecco il nuovo show di Riccardo Rossi, in scena al teatro Leonardo di Milano dal 3 al 6 novembre. "That's life" é uno spettacolo gentile, senza la presunzione di spiegare cosa sia la vita o di far ridere ad ogni costo. Alberto Di Risio e Riccardo Rossi hanno voluto scrivere un inno alle piccole cose, ai passaggi che inevitabilmente ognuno di noi deve attraversare, alle gioie e alle difficoltà che rendono comica la nostra esistenza.

VIAGGIO NEL TEMPO - "L'età dai 15 ai 18? É proprio come vivere la guerra, il momento in cui necessariamente viviamo tutte le prime esperienze . Un vero dramma". "A 50 anni, non si brinda più all'amore, al successo...ci si augura solo la salute! E attenzione a guardarsi bene negli occhi, altrimenti porta male". Un avvincente excursus delle età dell'uomo, ma non solo. That's life riesce a far ridere e sorridere dall'inizio alla fine mettendo ogni spettatore di fronte a uno specchio, perché qualsiasi amara verità, se proposta sotto la luce giusta, non può che venire accettata.

ROTTO IL MURO - Lo showman crea immediatamente una grande complicità con il pubblico, ironizzando anche sull'evidente divario in termini di efficienza tra Milano e Roma e sostiene il palco con un monologo accattivante, senza mai interruzioni. Il ritmo é incalzante e il coinvolgimento assoluto. Non importa se avete 30 o 60 anni, mettetevi comodi e godetevi la performance. Perchè questa è la vita di tutti i giorni. Anzi: That's life!.

Di Pietro Razzini

 

Sabato, 05 Novembre 2016 10:23

Istruzioni per essere felici

Domenica 6 novembre presso il Mondadori Megastore di via Massimo D'Azeglio 34/A, a Bologna, il life coach Alessandro Cozzolino presenta il suo ultimo libro "Esercizi di felicità". Interviene Rosanna Lambertucci. Lo abbiamo incontrato.

Di Manuela Fiorini

Bologna, 5 novembre 2016

Tutti vorremmo essere felici. Alcuni lo sono di più, altri di meno. Possiamo dire di esserlo in certi momenti della nostra vita e meno in altri. Alcune persone sentono di non essere felici pur avendo apparentemente tutto, altre lo sono avendo ben poco. Ma che cos'è la felicità? E' uno stato d'animo? Nasce spontaneo o si può "allenare"? Certo che sì può. E il life coach Alessandro Cozzolino ci spiega come nel suo ultimo libro Esercizi di felicità – Allenare il cuore e la mente a essere felici, che sarà presentato domenica 6 novembre, alle ore 11, presso il Mondadori Megastore di via Massimo D'Azeglio 34/A, a Bologna, con l'intervento di Rosanna Lambertucci.

Lo abbiamo intervistato per farci suggerire alcune "pillole" di felicità.

Alessandro Cozzolino - foto

Che cos'è la felicità? Possiamo definirla?
"Stato d'animo di chi ritiene soddisfatto ogni suo desiderio; di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato. Il termine non solo indica gioia ma l'accettazione del diverso e la tranquillità con gli altri". È così che inizia il mio libro, fornendo alcune delle definizioni che dizionari ed enciclopedie danno della parola felicità. Non so dire se una cosa così grande come la felicità possa essere racchiusa in una o più definizioni. Quello che so è che io sono felice quando respiro amore, in ogni sua forma, veste e gentile espressione. E per me la felicità è amore. In entrambi i casi, si tratta di temi così vasti e profondi che ridurli in una manciata di parole mi sembra quasi una bestemmia".

Felici si è o si diventa?
"L'essere umano nasce già felice. Per due semplicissimi motivi: vive il presente e respira amore. Poi però nel tempo viene indotto a distrarsi dal momento presente e l'amore si trasforma in giudizio e in desiderio di altro. Così impara a essere infelice. Si definisce "incapacità acquisita". La nostra mente viene riempita di bugie. Bugie, però, a cui noi tutti crediamo. E quindi ci convinciamo che il nostro punto di vista è sempre quello giusto e che manca sempre qualcosa o qualcuno per poterci ritenere pienamente felici. Poi - guarda caso! - quando otteniamo quel qualcosa o quel qualcuno cui tanto aspiravamo, siamo felici per tempi brevissimi e ristrettissimi. Non sto con questo dicendo che siamo tutti stupidi. Sto solo dicendo che è stupida l'idea che molto spesso abbiamo di felicità. Riteniamo che arrivi dall'esterno. Ma tutto ciò che ci arriva dall'esterno non è né eterno né sinonimo di alcuna garanzia. Per essere davvero felici occorre rimuovere una serie di falsi miti, idee fallaci e convinzioni errate in merito alla vera essenza della felicità".

In che modo possiamo "allenarci" a essere felici?
"Allenando la mente a diventare consapevole di se stessa. Questo implica la messa in discussione di priorità, desideri, sentimenti e la rivalutazione della loro natura più vera, profonda e autentica. Mi spiego meglio. Il più delle volte ambiamo non a ciò che davvero desideriamo. Ma a ciò che crediamo di desiderare, perché ci è stato indotto dall'esterno. Questa è solo una delle numerose trappole della nostra mente. Attraverso riflessioni teoriche ed esercizi pratici, è possibile scardinare quelle basi inaffidabili e fallaci su cui poggia il nostro atteggiamento mentale e, quindi, comportamentale. È un po' come andare in palestra per perdere quei chili di troppo che fanno solo male. Ecco, allo stesso modo, gli esercizi che presento nel libro sono un invito a praticare - con costanza e determinazione! - attività volte a eliminare il superfluo, l'inefficace e il nocivo dalla nostra stessa mente e dalla nostra vita a 360 gradi"

La nostra felicità dipende di più da uno stato d'animo o da quello che ci circonda?
"Ciò che accade dentro di noi e fuori di noi sono due cose a sé stanti ma sono anche interdipendenti, cioè dipendono l'una dall'altra. Così come la realtà esterna ha il potere di renderci (in)felici, allo stesso modo la nostra realtà interiore può rendere (in)felici noi e le persone attorno a noi. A ben vedere però, a renderci (in)felici altro non è che ciò cui prestiamo attenzione. A qualsiasi cosa o persona diamo importanza e attribuiamo valore automaticamente concediamo il potere di renderci (in)felici. Ecco perché conviene allenare la nostra mente a scegliere bene! Siamo troppo spesso influenzati da ciò che ci arriva dall'esterno, nel bene e nel male. E siamo troppo spesso inconsapevoli del fatto che gli altri sono i nostri specchi, riflettono i nostri desideri e le nostre paure, i nostri talenti e le nostre incompetenze, le nostre virtù e i nostri limiti".

Un capitolo è dedicato alle persone "tossiche", chi sono e come possiamo fare per non farci "intossicare" da loro?
"In quel capitolo descrivo i danni che certi soggetti arrecano alla nostra pace, armonia ed equilibrio interiore. Sono persone cattive, subdole e meschine. E non sono poche! Sono incapaci di gioire per una nostra gioia o rammaricarsi per un nostro dolore, anzi. Si corrodono davanti alla nostra felicità e godono delle nostre sofferenze. Quando si ha a che fare con gente così, è opportuno capire che la felicità consiste più nel sottrarre che nell'aggiungere. Si rende partecipe l'altro che la sua presenza non è gradita. Che i suoi commenti e atteggiamenti sono fastidiosi, inopportuni. Che la vita senza di lei/lui è decisamente più bella, più felice. I più preferiscono far finta di niente per "quieto vivere". Non mi chiamo Gesù né sono il Dalai Lama, pertanto personalmente non lo ritengo un bene. Il "quieto vivere" mi sembra più un sopravvivere, un sopportare, un tollerare ciò che invece, una volta eliminato - proprio come fosse un cancro - permetterebbe di tornare alla vita con il sorriso ed essere felici. Ma soprattutto più leggeri".

Nel libro sottolinei più volte che la nostra mente... mente. Come possiamo fare a fidarci, allora?
"Ogni pensiero che la nostra mente formula, nel bene e nel male, andrebbe concluso con un sano "...o forse no". Non di rado, crediamo a cose e ci convinciamo di realtà che non stanno né in cielo né in terra. Interpretiamo la verità secondo i nostri gusti, le nostre opinioni, i nostri preconcetti. Ci scapicolliamo per risultare graditi agli altri, compiacerli e renderci appetibili ai loro occhi. E, in effetti, quando fai le cose per piacere agli altri, sono tutti felici. Tutti tranne te. Siamo troppo presi da ciò che accade all'esterno e non prestiamo attenzione a ciò che abbiamo dentro. La nostra mente è quasi sempre risucchiata dal passato (che non esiste più e non si può cambiare) o proiettata nel futuro (che non esiste ancora e non è detto che sarà come lo stiamo prefigurando). Non siamo quasi mai attenti a noi stessi qui e adesso. Questo è il punto. Allenare la mente a "essere presente", a collaborare con l'istinto e con l'anima mediante domande aperte e costruttive invece di sentenziare in modo rigido e miope, produce risultati indescrivibili. Avverti una sensazione di benessere, di pace, di ritrovamento di te stesso. È come un'illuminazione o un'elevazione, direbbe qualcuno. A me piace chiamarla autoconsapevolezza: (ri)scoprire chi sei davvero e diventarlo".

Tre piccoli consigli o esercizi da fare ogni giorno per allenarci a essere felici?
Primo. Sii consapevole che nella testa di ognuno di noi albergano due tipi di ego: un ego sano e un "egomostro". Dai da mangiare al primo e lascia morire di fame il secondo.
Secondo. Sii gentile con la tua stessa persona e con le altre, ma non avere aspettative di ritorno. Fa' le cose per il gusto di farle, non per ciò che ne ricaverai in seguito.
Terzo. Pensa pensieri positivi e gioiosi ma non fermarti al solo pensiero: agisci, mettiti in gioco, e corri il rischio di renderti felice.

Nella parte finale del libro hai raccolto una serie di frasi sulla felicità, quale senti più tua? Quale si è rivelata più incisiva o efficace nelle persone che hai seguito?
"Sono due le frasi che sento vibrare in ogni singola cellula del mio corpo. La prima è un detto tibetano che ripeto a me stesso e agli altri in continuazione e che ovviamente ho riportato più volte anche nel libro. Ed è questo: Se sei infelice, è tutta colpa tua. Sono parole molto forti, quasi violente direi. Ritengo tuttavia che ci sia più verità in queste sette parole che in pagine e pagine di letteratura. Perché, senza girarci troppo intorno, Tra te e la tua felicità c'è solo un ostacolo: i tuoi pensieri".

Istruzioni per essere felici

Dopo il grande successo ottenuto a Mercanteinfiera, dove erano in mostra nell'ambito della collaterale "Le Muse in Scena", i lavori preparatori per le scenografie del Teatro Regio, realizzati degli artisti parmigiani Giovanni Battista Borghesi e Vincenzo Bertolotti, continueranno a "raccontare" la straordinaria epopea della scuola scenografica parmense all'interno dello spazio museale.

Parma, 3 novembre 2016

Le copie dei due bozzetti preparatori de "Il trionfo di Minerva" e "La prova di un ballo", realizzati nell'Ottocento dagli artisti parmigiani Giovanni Battista Borghesi e Vincenzo Bertolotti per il Teatro Regio, sono stati donati ieri in occasione di un incontro dalle Fiere di Parma al Museo Glauco Lombardi.
Entrambi i disegni erano tra i fiori all'occhiello di "Le Muse in scena", il percorso curato da Alberto Nodolini e Alessandro Malinverni che, in occasione dell'ultima edizione autunnale di Mercanteinfiera, non aveva mancato di riscuotere consensi e curiosità del grande pubblico. All'interno della prestigiosa kermesse dedicata all'antiquariato, al modernariato ed al collezionismo vintage, questa suggestiva collaterale aveva infatti acceso i riflettori sulle straordinarie opere degli artisti chiamati a realizzare sipari e fondali per l'allora Teatro Ducale fortemente voluto dalla duchessa Maria Luigia.

Dopo essere stati ammirati da 52mila visitatori, dall'1 al 9 ottobre negli spazi del polo fieristico, i due bozzetti continueranno adesso a raccontare la straordinaria evoluzione scenografica del Regio, non soltanto ai turisti ma anche dei tanti cittadini che, nei giorni di Mercanteinfiera, hanno scoperto questi autentici capolavori.

"Il trionfo di Minerva" di Giovanni Battista Borghesi risale al 1828: il bozzetto preparatorio per il celebre sipario, tuttora in uso al Teatro Regio, si differenzia per pochi dettagli dall'opera poi effettivamente realizzata: nella parte superiore la musa Talia è raffigurata senza maschera, mentre minore spazio viene concesso al girotondo delle Ore. La dea della Sapienza, assisa, con l'elmo e la lancia, ricorda Maria Luigia e richiama la scultura in marmo realizzata da Antonio Canova, raffigurante la duchessa in veste di Concordia, oggi conservata in Galleria Nazionale.

Al bozzetto dell'opera "La prova di un ballo", Vincenzo Bertolotti lavorò nel 1844, quando la duchessa decise di stanziare 800 lire per la realizzazione di un nuovo "comodino", in sostituzione di quello in precedenza realizzato da Giovanni Battista Azzi. Nel disegno, tra le innumerevoli figure vestite con costumi teatrali o in abiti borghesi, Bertolotti mette in evidenza al centro della scena tre danzatrici, rappresentate come novelle Grazie. Con una particolare vena ironica, l'artista presenta la variegata umanità che popolava lo spazio scenico. Per il suo stile al limite del caricaturale, che venne contestato apertamente da Paolo Toschi e da altri autorevoli accademici, il soggetto non venne mai rappresentato. Solo in un secondo momento, a Bertolotti venne affidato l'incarico di rappresentare gli autori illustri del teatro italiano antico e moderno, grazie al sostegno del pittore Francesco Scaramuzza.

La donazione rafforza ulteriormente il legame di Fiere di Parma con il territorio, ed in particolare proprio con l'importante istituzione museale, ribadendo la centralità dell'elemento culturale e permettendo così ad una fascia sempre più ampia di pubblico di avvicinarsi all'arte ed ai suoi molteplici linguaggi espressivi.

 

L'11 novembre al Teatro Municipale di Piacenza un recital di poesia e musica dedicato a Shakespeare e ai musicisti del suo tempo nell'ambito delle iniziative di educazione alla musica per le scuole. Testi tratti dai sonetti e dalle opere teatrali di William Shakespeare musica di William Byrd, Thomas Morley, John Dowland, John playford Henry Purcell e anonimi della tradizione popolare inglese.

Piacenza, 2 novembre 2016

Un viaggio musicale nell'epoca elisabettiana, uno dei momenti storici di maggiore splendore della cultura anglosassone, che si inserisce nelle iniziative di educazione alla musica della stagione teatrale 2016-17. Al Teatro Municipale di Piacenza è protagonista William Shakespeare di cui quest'anno ricorre il 400° anniversario dalla morte e le cui opere sono intessute di riferimenti musicali. A lui è dedicato lo spettacolo per le scuole in scena venerdì 11 novembre alle 10,30 e in replica alle 14,45: Se la musica fosse il cibo dell'amore.

Una nuova produzione ideata e diretta da Maddalena Scagnelli, che da anni si dedica con i gruppi Enerbia ed Eudaimonia, alla valorizzazione degli antichi repertori musicali italiani ed europei con particolare riferimento a quelli medievali e rinascimentali, in cui canzoni d'amore, arie strumentali e danze non sono solo utilizzate come momento di intervallo tra le scene ma spesso sono inserite direttamente nell'azione teatrale.

Il cuore del concerto recital è dedicato a Thomas Morley, musicista popolarissimo e collaboratore diretto di Shakespeare, a cui si devono brani vocali di inesausta freschezza e grazia. A lui sono accostati altri autori fondamentali del tempo, come Dowland e Byrd. Infine alcune straordinarie melodie della tradizione popolare, utilizzate e citate nelle opere shakesperiane, come la celeberrima Greensleeves. Ad aprire e chiudere lo spettacolo due brani che si collocano agli estremi di questo periodo d'oro della musica inglese: il Carpe diem di Enrico VIII e una splendida ballata erotica di Playford.

 

Mercoledì, 02 Novembre 2016 11:26

Quanti misteri al di là della soglia

Si intitola "Soglie" il nuovo lavoro dell'associazione di scrittori "I Semi Neri". Cinque scrittori, cinque racconti per tentare di dare una soluzione ad alcuni dei misteri irrisolti di Modena e provincia. L'intervista a Manuela Fiorini.

Di Redazione

Modena, 2 novembre 2016

Vi siete mai trovati sulla soglia, divisi tra la certezza di una situazione conosciuta e il timore dell'ignoto? Cosa fareste se una volta presa la decisione di oltrepassarla, dall'altra parte vi trovaste in un altro mondo, in un'altra epoca o in un'altra realtà? A queste domande hanno cercato di dare una risposta e un'interpretazione i cinque autori di Soglie, la nuova antologia firmata per Damster Edizioni dall'Associazione di scrittori "I Semi Neri". Ne parliamo con una delle autrici, Manuela Fiorini.

Che cosa accomuna i cinque racconti di "Soglie"?
"Alla base di ognuno di essi c'è un mistero, che parte da un ritrovamento archeologico, una leggenda, un mito o un simbolo tramandato negli anni nella storia di Modena e provincia. Ognuno degli autori, che sono, oltre a me, Daniela Ori, Gabriele Sorrentino, Fabrizio Fangareggi e Marco Panini, ha elaborato attraverso una propria interpretazione letteraria una possibile "soluzione" che lascerà i lettori con il fiato sospeso. Tuttavia, i cinque racconti hanno in comune anche la Storia. Attraverso la lettura si potranno così conoscere aspetti, forse ancora sconosciuti ai più, del passato del nostro territorio. Chi lo desidera potrà poi andare a vedere con i propri occhi i luoghi o i simboli che hanno ispirato gli autori di Soglie, perché hanno una collocazione reale".

Quali sono questi luoghi?
"Il mio racconto L'Ordine dei Viaggiatori è ispirato alla lapide di Gundeberga, una pietra tombale di epoca longobarda che attualmente è collocata nella cripta del Duomo di Modena, Uniti per sempre di Gabriele Sorrentino, invece, è ambientato ai tempi della guerra gotica e fa riferimento al ritrovamento di due scheletri abbracciati di un uomo e di una donna ritrovati nella zona di via Ciro Menotti qualche anno fa. Poi c'è La centesima finestra di Fabrizio Fangareggi, che è ambientato nella Casa dalle Centro Finestre, una villa situata alla periferia di Modena dalla nomea sinistra. Con i racconti di Daniela Ori Serapius e di Marco Panini Le streghe di Sasso Tignoso ci si sposta invece in Appennino. Il primo è ambientato a Serpiano e ha una trama che si snoda tra presente e passato, per il secondo invece ci spostiamo nel Frignano medievale, ai tempi di Obizzo da Montegarullo".

I racconti quindi sono tutti di genere storico?
"La storia è la base di partenza, ma abbiamo giocato anche sui generi. Parlando di misteri, in tutti c'è qualche sfumatura di soprannaturale, anche se qualcuno ha una dominante più storica, un altro è addirittura più vicino alla fantascienza, un altro ancora può essere definito onirico. Insomma, ce n'è per tutti i gusti".

L'associazione "I Semi Neri" non è nuova a opere collettive. Come si scrive un libro in team?
"I Semi Neri si propongono di promuovere la cultura dello scrivere e la storia, anche promuovendo eventi, corsi di scrittura e portando la lettura nelle scuole. Poi c'è tutta la parte della scrittura, che è la più impegnativa e divertente. Si propone un progetto letterario, che può essere un'antologia di racconti o un romanzo, come L'Enigma del Toro, di cui abbiamo recentemente proposto una passeggiata guidata nel centro storico di Modena sulle tracce dei protagonisti. Chi lo desidera aderisce, poi nell'ultima fase si affida l'opera ancora "grezza" a un curatore, che nel caso di Soglie è stata la nostra Presidente Daniela Ori. Infine, per l'ultimissima fase prima della stampa, ci si mette nelle mani di un editor esterno, che per Soglie è stata la scrittrice Elisa Guidelli, in arte Eliselle. Ma non è finita, perché una volta che il libro è nato c'è tutta la parte della promozione, per la quale ci affidiamo a soci che sono anche fotografi, videomaker, musicisti e artisti. Anche per Soglie ci siamo affidati all'editore Damster, con il quale abbiamo pubblicato con soddisfazione anche alcune delle nostre opere precedenti, oltre al romanzo L'Enigma del Toro, le antologie Presenze di Spirito e Emilia la via maestra.

INFO
I Semi Neri
Soglie - Damster Edizioni 2016
290 pag - € 14
www.damster.it  e www.semineri.it 

GUARDA IL BOOKTRAILER DI "SOGLIE"

Sabato, 29 Ottobre 2016 11:30

Strenna autunnale

Tutte le novità che si trovano nelle librerie in questa stagione. Dall'acclamato libro d'esordio della ventiquattrenne Emma Cline che negli Stati Uniti è già un cult a "Born to Run" la prima autobiografia di Bruce Springsteen.

Di Cecilia Novembri

Con l'autunno anche gli scaffali delle librerie si riempiono di novità che ci accompagneranno nei mesi più umidi e grigi.

libri nuovi autunno 2016 strenna

Acclamato negli Stati Uniti, dove è già un cult, il libro d'esordio della ventiquattrenne Emma Cline è inaspettato.
La giovane scrittrice con "Le ragazze" ricostruisce l'estate americana del 1969 ed immagina un mondo che non ha mai conosciuto, un mondo che la protagonista Evie scoprirà essere il cuore del male.

strenna autunno the girls libri

Juan Gabriel Vásquez affronta con il suo "La forma delle rovine" un'intricata matassa di avvenimenti diventando egli stesso il protagonista e l'investigatore della sua storia fatta di indagini insabbiate, depistaggi, segreti di stato, omicidi nella storia della Colombia.

Juan Gabriel Vasquez La forma delle rovine 

Decisamente molto più romantico "Un autunno a Parigi" di Veronique Olmi, con la protagonista Suzanne, accordatrice di pianoforti, che entrando nella casa di Serge a Montmatre capisce che delle nuove e piacevoli note cominciano a suonare nell'aria. Un amore impossibile, il loro, tormentato, destinato a finire. Eppure, un incontro che racchiuderà per entrambi il senso di una vita.

Un autunno a Parigi di Veronique Olmi

Si intitola ovviamente "Born to Run", dal titolo del suo brano del 1975, la prima autobiografia di Bruce Springsteen nelle librerie in concomitanza del suo 67° compleanno.
Il libro racconta la storia dell'artista fin dalla giovinezza, la nascita della E Street band, ma soprattutto la genesi delle sue canzoni e da cosa sono state, di volta in volta, ispirate.
Lettura illuminante per spiriti pratici e per inguaribili sognatori, per genitori e figli, per innamorati e solitari, per chiunque ami Bruce Springsteen!

Born to Run prima autobiografia di Bruce Springsteen

CREDITS: - babelio.com – amazon.it – telegraph.co.uk – sekwa.se – pinkcadillac.com – lindro.it – barricanews.com – donnaclick.it – altrestorie.biz – ilparoliere.blogspot.it

Lla filiale Unicredit di piazza Cavalli ha accolto gli scolari delle IV e V elementari della primaria Mazzini per una giornata di informazione a misura di bambino, in occasione della 92esima Giornata Mondiale del Risparmio.

Piacenza, 26 ottobre 2016

La filiale di piazza Cavalli ha accolto gli scolari delle IV e V elementari della primaria Mazzini per una giornata di informazione a misura di bambino
Temi "da grandi", come economia e risparmio, uso e valore del denaro, spiegati ai bambini tra aneddoti e gadgets. Come ogni anno UniCredit apre le porte delle proprie filiali in Emilia Romagna per accogliere gli alunni delle IV e V elementari della regione in occasione della 92esima Giornata Mondiale del Risparmio organizzata dall'Acri - Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Tema dell'edizione 2016: "La cultura del risparmio per la crescita".
Su questo argomento 50 piccoli piacentini della scuola primaria Mazzini, accolti martedì presso la filiale di UniCredit in piazza Cavalli, sono stati invitati a partecipare ad un concorso che li impegnerà in riflessioni, creatività e gioco di squadra.
Un'apposita commissione poi sceglierà i migliori disegni o manufatti realizzati nell'area Centro Nord (Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche) per premiare gli autori e le scuole di appartenenza.
"La Giornata del Risparmio è un appuntamento importante, formativo e al contempo divertente, che ci permette di coinvolgere i bambini – spiega Cristina Proci, Responsabile Area Commerciale UniCredit a Piacenza – per trasmettere loro, in chiave ludica, alcune fondamentali informazioni sul tema del risparmio, sull'uso consapevole e sul valore del denaro. E' anche l'occasione per presentare loro la banca del futuro che UniCredit traccia ora grazie alle innovazioni digitali. E' un progetto che anche quest'anno siamo felici di sostenere cogliendo l'opportunità di ribadire il nostro impegno per il territorio e per tutti i cittadini, anche per quelli più piccoli".

(fonte: ufficio stampa Unicredit)

Giovedì 27 ottobre, presso la Libreria Piccoli Labirinti di Parma, sarà presentato in anteprima nazionale l'ultimo lavoro della scrittrice e traduttrice. Si tratta di una raccolta di cinque racconti che dipingono in maniera reale e "spietata" storie e relazioni di personaggi che potremo essere noi. E, a fare da sfondo, un Parigi concreta, affatto romantica, tutta da vivere.

Di Manuela Fiorini

PARMA - C'è Galia, che scrive appassionati necrologi per una rivista e che è l'amante di Luc, imprigionato da vent'anni in un matrimonio intiepidito; c'è Sabine, che convive con il fidanzato Didier, e che a sedici anni è stata sequestrata e violentata durante una rapina; c'è Miriam, che si fa trasferire a Parigi per sfuggire all'amore soffocante dei suoi genitori, ma si sposa con Serge senza mai cessare di essere figlia; c'è Daniel, il cui matrimonio con Valerie non regge davanti alle difficoltà di crescere un figlio autistico e si innamora di Nadja durante un viaggio di lavoro in Brasile, e c'è Antonia, studentessa modello, che sta con Moses, ma ha una breve relazione con Alberto, fratello di Moses. Sono loro i protagonisti dei cinque racconti di "Spietati i mansueti", l'ultimo libro della scrittrice e traduttrice Lisa Ginzburg, che sarà presentato in anteprima nazionale giovedì 27 ottobre, alle ore 19, presso la Libreria Piccoli Labirinti di via Gramsci 5, a Parma.

Ne abbiamo parlato con l'autrice.

Lisa Ginzburg autirce traduttrice copyright Carlotta Origoni

                                     Lisa Ginzburg ph. copyright Carlotta Origoni

Il titolo del libro "Spietati i mansueti", è ispirato a un verso di Emily Dickinson, riportato anche all'inizio. Chi sono i "mansueti" di Lisa Ginzburg?
"I mansueti? Penso siano quelli che non riescono a leggere nelle vite degli altri, a non percepire i solchi delle ferite: né le altrui né le proprie. Chi è convinto di agire in modo altruistico, ma si incaglia nel suo proprio egocentrismo. Come si aiuta, un altro? Come gli si può stare autenticamente accanto, quando ne ha bisogno o quando cova quel bisogno senza saperlo? Come si può davvero "vedere", "sentire" le vite altrui ? Questa domanda mi attanaglia, la mia scrittura nasce in molta parte da lì, penso. Da adolescente lessi un testo della fotografa americana Diane Arbus, in cui tra le molte altre cose scriveva "in fondo, la tragedia di un altro mai potrà essere la tua". Quelle parole mi sono entrate dentro, non credo di essermi spostata di un millimetro dal profondo effetto che ebbero allora su di me. Siamo circondati di sedicenti mansueti, di continuo viene usata la parola "empatia", ma io trovo ci sia qualcosa di spietato in questo sbandierare la comprensione umana senza interrogarsi davvero sui suoi limiti e confini"

In quattro dei cinque racconti a fare da sfondo alle vicende dei protagonisti c'è Parigi, una città concreta, descritta con cura nelle sue vie, nelle sue piazze, luoghi e locali. Ma in tutti i racconti c'è anche un "altrove" che per i protagonisti è rifugio, rimpianto, ritorno, o dove avviene la svolta che cambierà la loro vita. Possiamo dire che anche il luogo non è un semplice scenario, ma un coprotagonista dei racconti?
"Parigi conta moltissimo, è coprotagonista senza dubbio e"tradirla" con vari altrove, rientra nel ruolo privilegiato che la città detiene nell'economia di questi racconti. Penso vi sia una ragione autobiografica, Parigi è' la città dove vivo da sette anni, e quella dove sin da ragazzetta sono sempre venuta, a rifugiarmi, coltivare il mio desiderio di essere una scrittrice lontano dall'Italia, dove il mio cognome mi ingombrava molto (Lisa è nipote della famosa scrittrice Natalia Ginzburg n.d.r) E poi è protagonista nella sua urbanistica, geometrica ma anche tentacolare, una grande città dove biografie disparatissime convergono. I luoghi, in genere, per scrivere sono decisivi. Dove l'ambientazione è forte, caratterizzata, vari altri elementi del narrare una storia vanno al loro posto".

Un altro elemento in comune che hanno i racconti e il sesso, che è spesso soddisfazione di un bisogno, ma mai soddisfacente o motivo di gioia. Per alcuni è un trauma, per altri è violento o diventa un'abitudine, per altri banale o motivo di pentimento. Come mai questa scelta, se vogliamo un po' controcorrente rispetto a una società moderna in cui il sesso è spettacolarizzato, esibito e inserito in tutti gli ambiti, al punto che ne siamo diventati bulimici?
"Nel primo racconto. "Buonanotte gattina", il sesso in una relazione clandestina, tra una giovane donna e uomo sposato, finché dura è fonte di gioia. È violento nella misura in cui inaugura un gioco erotico, un gioco che segue un suo percorso, nutrendo in modo vero i due amanti. Nelle altre storie forse sì, il sesso è traumatico, o riparatore, comunque non felice. Ma bisogna distinguere, nel sesso, tra erotismo, sesso, pornografia. Dimensioni una dall'altra diversissime. Se è vero che il mondo intorno a noi è bulimico, certo non lo è di erotismo. Il sesso da solo è pura performance, certo non espressione di autentiche felicità. È l'erotismo a dare gioia, e se il mondo ne fosse affamato, bulimico, penso proprio che respireremmo un'atmosfera ben più felice di come invece è!"

Un altro fil-rouge che lega i protagonisti dei racconti è l'incomunicabilità: possiamo dire che i personaggi sono lo specchio di una società, quella moderna, in cui abbiamo a disposizione tanti mezzi di comunicazione, ma comunichiamo sempre meno tra noi, a scapito delle relazioni umane?
"Non ricondurrei le difficoltà di comunicazione tra i protagonisti di questi racconti, all'afasia che segna gran parte del nostro tempo. Tranne nel caso di Sabine, la giovane al centro del secondo racconto, quello intitolato appunto "Spietati i mansueti". Lei si rifugia in una spettacolarizzazione di se stessa, e della propria vicenda traumatica, e invece di affidarsi all'intimità con il ragazzo che la ama, consegna il proprio disagio a un mondo pubblico e predatorio. Per gli altri direi che si tratta di incomunicabilità "nella norma", le stesse che contraddistinguono i rapporti umani da che mondo è mondo. I silenzi, i non detti, la potenza di quel che è taciuto si insinua nei nostri rapporti più profondi. Sempre è stato così. Immaginare un mondo di limpida, ininterrotta, totale sincerità mi parrebbe ingenuo. Internet, Facebook e tutto il resto hanno accentuato un'afasia, che in altre forme è sempre esistita"

Messi di fronte alle loro responsabilità, i personaggi che preferiscono sfuggire piuttosto che affrontarle. E l'irresponsabilità, l'immaturità che rende i mansueti spietati?
"La sola vera responsabilità a cui può accadere di sfuggire, non riuscendo a diventare maturi e adulti, io penso sia quella verso se stessi. Mansueti (e spietati) possono essere quanti credono di avere vite risolte, ben determinate, e dentro se stessi invece annaspano, non riuscendo a stabilire contatti autentici con gli altri. Una distorta idea dell'altruismo, una presunta "mansuetudine", di fatto miope sulle complessità umane proprie e altrui, è segno di immaturità. Però se la crescita sta nell'imparare ad ascoltarsi, allora scegliere, assumere impegni deve accadere avendo chiaro che è se stessi che si sta implicando, scegliendo, mettendo in gioco. È lì che il rapporto con il mondo diviene più vero, concreto".

Come nasce questa raccolta di racconti? Per le storie e i personaggi si è ispirata a persone e situazioni reali?
"Qua e là mi sono ispirata a spunti reali, ma altrimenti sono storie inventate. Sono racconti nati dal desiderio di leggere storie di vita immaginate dietro volti incrociati in strada, su un treno, una metropolitana. Destini ignoti intersecano il nostro andare, e provare a immaginarli è' tentativo di sottrarre spietatezza alla mansuetudine. Descrivere biografie leggendole attraverso una lente che sappia guardare tra i solchi delle ferite, e delle guarigioni degli altri. Di personaggi inventati e che pure ho sentito così vicini"

Lisa Ginzburg, vive e lavora a Parigi, dove è stata direttrice di cultura della Unione latina. Ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Desiderava la bufera (2002), la raccolta di racconti Colpi d'ala (2006). L'e-book La guerriera (Terra Ferma 2015). Il romanzo Per amore (Marsilio 2016). Ha curato con Cesare Garboli il testo di Natalia Ginzburg È difficile parlare di sé (Einaudi 1999). È autrice di una biografia (Anita.Racconto della storia di Anita Garibaldi, e/o 2005) e di due reportage (Mercati.Viaggio nell'Italia che vende, Editori Riuniti 2001, Malìa Bahia, Laterza 2007).

Spietati i mansueti
Gaffi Editore
128 pagine - 15 euro

Lisa Ginzburg Cover libro

Prosegue sino al 29 ottobre alla Passerini Landi la mostra "Hokusai, le 100 vedute del Fuji", considerata da molti esegeti il capolavoro nonché il testamento spirituale del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai.

Piacenza, 25 ottobre 2016

Prosegue sino al 29 ottobre, presso la biblioteca Passerini Landi, la mostra "Hokusai, le 100 vedute del Fuji - 100 modi per parlare di Dio senza mai nominarlo". La raccolta delle Cento vedute del Fuji è considerata da molti esegeti il capolavoro nonché il testamento spirituale del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai (Edo, 1760-1849) le cui opere furono fonte di ispirazione per molti artisti europei del XIX secolo. Oltre all'originale del "libro capolavoro di Hokusai" esposto in una teca, nel salone monumentale della biblioteca appassionati o esperti d'arte, neofiti o semplici curiosi potranno apprezzare tutte le riproduzioni (debitamente ingrandite) delle xilografie che lo compongono, immagini bellissime accompagnate da didascalie di semplicità cristallina che prendono per mano il visitatore e lo accompagnano passo passo nel tour in bianco e nero delle tavole.

Attorno alle Cento vedute del Fuji del grande Hokusai, il curatore Bruno Gallotta ha cucito non solo un generoso catalogo, ma anche un allestimento essenziale e godibilissimo, nella forma e nei contenuti. I molteplici livelli di lettura ben si adattano sia ai profani - che restano rapiti dalla poesia delle tavole e dai coloratissimi oggetti che accompagnano l'esposizione - sia a chi già conosce l'arte giapponese, che potrà scovare uno scrigno di tesi innovative e per certi versi rivoluzionarie.

A catturare l'attenzione, al di là del tratto magico di Hokusai, provvede l'atmosfera profondamente zen che circonda questo lungo e leggiadro cammino verso e attorno il monte simbolo del Giappone: realtà o metafora? corsia preferenziale verso il Buddha o anche strada per il Dio "proibito" alla cristianità di allora? Dilemmi importanti, per risolvere i quali vengono in aiuto, assieme alle didascalie e ai pannelli descrittivi, i bei manuali esegetici rilegati a mano alla maniera giapponese che la mostra offre in libera consultazione ai visitatori. Per il visitatore sarà così facile lasciarsi andare alla bellezza del disegno, sia che richiami l'operosità dell'uomo o la delicatezza del ciliegio, la forza della natura o l'armonia del gesto, l'avvicendarsi di villaggi, boschi e sentieri così come la presenza magnetica e rassicurante del Fuji: un simbolo verso cui ascendere, ma anche sotto cui incontrarsi e unirsi, umili e potenti, di qualsiasi credo e fede.

La visita è consigliata a tutti perché si tratta di un vero evento, l'esposizione delle originalissime ed eccentriche tavole da cui prende il titolo, oltre che una grande meditazione e il risultato di un luminoso sogno illustrato attraverso fremiti di energia, movimento ed essenza spirituale. Ma lo è anche perché il tempo stringe: dopo una conferenza sulla figura di Hokusai a tutto tondo in calendario per il 28 ottobre alle 17.30, la mostra, fulcro della manifestazione "Ottobre Giapponese", chiuderà i battenti il prossimo 29 ottobre.

mostra pittore incisore giapponese Katsushika Hokusai

L'autunno è la stagione perfetta per degustare questo strano, ma quanto mai squisito tubero. Per non farci mancare proprio nulla CECILIA NOVEMBRI, da attenta sommelier quale è, ci aiuta ad assaporarlo ancor meglio grazie al giusto connubio con il vino in abbinamento.

Di Cecilia Novembri

L'Autunno è arrivato e il tartufo è nei piatti!
Bianco o nero il gusto del tartufo è delicato e penetrante al contempo, gli aromi che sprigiona, ad una prima "annusatina", sono immediati: sentori di terra umida e di sottobosco e nocciola, ma la nota che immediatamente salta al naso è quella "gassosa".

autunno tartufo vini

Tutto questo trionfo di profumi richiedono un corretto quanto mai complesso abbinamento enologico.

vino da abbinare tartufo food

Tartufo e vino hanno entrambi profumi e sapori forti, che se resi non armonici tra loro potrebbero sopraffarsi a vicenda ed impedire una corretta e fantastica degustazione.

Un vino che rappresenta un ottimo abbinamento per il sentore di idrocarburi, presente in entrambi, è il Riesling, soddisfacenti anche il Muller Thurgau, il Friulano (ex Tocai), il Verdicchio dei Castelli di Jesi.

vini tartufo bianco o nero

Il tartufo bianco viene degustato crudo aggiunto a scaglie sulle pietanze e il delizioso abbinamento con le uova, con i formaggi, sotto forma di fonduta e con i primi piatti ricchi di burro, richiede vini morbidi e profumati che non ne soffochino l'aroma come il Dolcetto d'Alba e di Dogliani, il Barolo, il Pinot Nero del Friuli, il Teroldego Rotaliano.

tartufo bianco food vino

Il tartufo nero è invece spesso aggiunto in cottura, tecnica che permette una maggiore fusione tra i sapori. Per i secondi di carne sono adatti vini rossi strutturati e con qualche anno d'invecchiamento, Pomerol, Saint Emilion, Sagrantino di Montefalco, Montepulciano d'Abruzzo sono sicuramente i più indicati.

tartufo nero food vino

Sarà quindi fondamentale comprendere la complessità dell'abbinamento del tartufo con il cibo per poi trovare il piacere del vino: ascoltare la sinfonia di un concerto ben suonato!

tartufo food cucina autunno

CREDITS: - pixabay.com – mymontefalco2015.it – hotellacampagna.com – centrotartufimolise.com – ilmangiaweb.it – inyourlife.it – tartuflanghe.com – touringclub.it – ireneragni.it – style.it – fortunatiantonio.it

Domenica, 23 Ottobre 2016 11:58

10 idee per la Silicon Valley

Innovazione. La Regione seleziona 10 idee da inviare nella Silicon Valley. Per il quarto anno un gruppo di aspiranti imprenditori verrà sostenuto in un percorso formativo nel più importante ecosistema mondiale dell'innovazione. Scadenza per le candidature il 30 ottobre

Bologna - Lezioni e workshop su investimenti, aspetti finanziari, perfezionamento del proprio business plan e attività di networking con venture capitalist, business angel e imprenditori. E ancora visite a incubatori, acceleratori, università e centri di ricerca: è quanto prevede la quarta edizione del Silicon Valley Mindset Program, il programma con cui la Regione Emilia-Romagna insieme ad Aster, consorzio regionale per l'innovazione e la ricerca industriale, consentirà a 10 aspiranti imprenditori con un'idea innovativa d'impresa di partecipare gratuitamente a due settimane di formazione intensiva nella Silicon Valley (5-16 dicembre).

Il bando per le candidature è pubblicato sul sito http://www.emiliaromagnastartup.it/innovative-creative/articoli/2016/10/silicon-valley-mindset-program-10-percorsi-gratuiti-silicon 

Scadenza delle candidature il 30 ottobre.

Requisiti essenziali sono l'aver compiuto almeno 21 anni entro il 5 dicembre 2016 e avere la residenza o il domicilio in Emilia-Romagna.

I candidati dovranno allegare alla domanda di selezione il proprio curriculum vitae e una presentazione dettagliata dell'idea d'impresa, indicando anche l'eventuale stato di avanzamento del progetto. E' richiesta anche la preparazione di un video della durata massima di 5 minuti, in lingua inglese, in cui gli aspiranti imprenditori presentano se stessi e la propria idea di impresa. Il video andrà poi caricato su YouTube, Vimeo (o altre piattaforme simili) e il link inserito nel modulo di candidatura.

Grazie alla collaborazione tra Aster, Regione Emilia-Romagna e il partner tecnico Us Mac, i 10 aspiranti imprenditori avranno la possibilità di conoscere dall'interno il mercato americano e incontrare imprenditori e investitori, acquisendo così la mentalità della Silicon Valley. Le lezioni teoriche approfondiranno temi di grande interesse per una startup: come raccogliere investimenti, gestire le finanze, costruire collaborazioni sul mercato americano, sviluppare il pitch perfetto (ossia la breve presentazione del progetto d'impresa).

A completare il programma di formazione ci saranno visite a incubatori, venture capital, business angel, grandi aziende, università e centri di ricerca della Silicon Valley.

(Fonte Regione Emilia Romagna 18/10/2016)

Venerdì, 21 Ottobre 2016 17:15

Mezzacalzetta dove sei?

Prendiamoci un break con SUSANNA VOLIANI che propone una delicata lettura dedicata ai più piccini per riscoprire il tempo speciale a loro esclusivamente riservato. Queste letture aiutano anche i più grandi a riscoprire la tenerezza e la piacevolezza di riscoprire un mondo pieno di colori ed allegria.

Di Susanna Voliani

I nostri bimbi crescono, facciamocene una ragione, e arriva anche per loro il momento del distacco da qualcosa o da qualcuno.
In questo delizioso albo, scritto e illustrato da Benjamin Chaud (edito da Terre di Mezzo), un piccoletto dai capelli rossi e dal naso a patata decide di abbandonare nel bosco il suo amico di sempre, un dolcissimo e morbido coniglio bianco dalle lunghe orecchie: dato che ormai si sente grande, decide di aver bisogno di nuovi amici ed il pupazzo non risponde più alle sue ormai alte aspettative di gioco.

mezzacalzetta libro per infanzia lettura

Il bambino lega Mezzacalzetta a un albero con un filo del suo maglioncino e se ne va, per poi, a breve, maturare la consapevolezza dell'errore commesso, tornare sui propri passi e non trovarlo più.
Si sente lui, così, l'abbandonato, e parte alla ricerca, decisamente vantaggiosa visto che condurrà alla scoperta di una baita di legno, una bambina, un cane, il coniglio e pure una tazza di tè!

mezzacalzetta libro per infanzia bambini

Ed ecco che Mezzacalzetta, a dispetto del nome, torna ad essere il compagno di giochi perfetto!
Un libro divertente e tenero, dalle illustrazioni buffe e ironiche. Una lettura simpatica ma dai contenuti importanti su cui riflettere: cambiare idea e ammetterlo e saper affrontare i propri errori quando si capisce di aver sbagliato.
Dai 4 anni.

mezzacalzetta libro per infanzia illustrato

CREDITS: aliexpress.com – ansa.it – letteraturaperragazzi.it – atlantekids.com -

 

Giovedì 27 ottobre, presso la Libreria Piccoli Labirinti di Parma, sarà presentato in anteprima nazionale l'ultimo lavoro della scrittrice e traduttrice. Si tratta di una raccolta di cinque racconti che dipingono in maniera reale e "spietata" storie e relazioni di personaggi che potremo essere noi. E, a fare da sfondo, un Parigi concreta, affatto romantica, tutta da vivere.

Di Manuela Fiorini

PARMA - C'è Galia, che scrive appassionati necrologi per una rivista e che è l'amante di Luc, imprigionato da vent'anni in un matrimonio intiepidito; c'è Sabine, che convive con il fidanzato Didier, e che a sedici anni è stata sequestrata e violentata durante una rapina; c'è Miriam, che si fa trasferire a Parigi per sfuggire all'amore soffocante dei suoi genitori, ma si sposa con Serge senza mai cessare di essere figlia; c'è Daniel, il cui matrimonio con Valerie non regge davanti alle difficoltà di crescere un figlio autistico e si innamora di Nadja durante un viaggio di lavoro in Brasile, e c'è Antonia, studentessa modello, che sta con Moses, ma ha una breve relazione con Alberto, fratello di Moses. Sono loro i protagonisti dei cinque racconti di "Spietati i mansueti", l'ultimo libro della scrittrice e traduttrice Lisa Ginzburg, che sarà presentato in anteprima nazionale giovedì 27 ottobre, alle ore 19, presso la Libreria Piccoli Labirinti di via Gramsci 5, a Parma.

Ne abbiamo parlato con l'autrice.

Lisa Ginzburg autirce traduttrice copyright Carlotta Origoni

                                     Lisa Ginzburg ph. copyright Carlotta Origoni

Il titolo del libro "Spietati i mansueti", è ispirato a un verso di Emily Dickinson, riportato anche all'inizio. Chi sono i "mansueti" di Lisa Ginzburg?
"I mansueti? Penso siano quelli che non riescono a leggere nelle vite degli altri, a non percepire i solchi delle ferite: né le altrui né le proprie. Chi è convinto di agire in modo altruistico, ma si incaglia nel suo proprio egocentrismo. Come si aiuta, un altro? Come gli si può stare autenticamente accanto, quando ne ha bisogno o quando cova quel bisogno senza saperlo? Come si può davvero "vedere", "sentire" le vite altrui ? Questa domanda mi attanaglia, la mia scrittura nasce in molta parte da lì, penso. Da adolescente lessi un testo della fotografa americana Diane Arbus, in cui tra le molte altre cose scriveva "in fondo, la tragedia di un altro mai potrà essere la tua". Quelle parole mi sono entrate dentro, non credo di essermi spostata di un millimetro dal profondo effetto che ebbero allora su di me. Siamo circondati di sedicenti mansueti, di continuo viene usata la parola "empatia", ma io trovo ci sia qualcosa di spietato in questo sbandierare la comprensione umana senza interrogarsi davvero sui suoi limiti e confini"

In quattro dei cinque racconti a fare da sfondo alle vicende dei protagonisti c'è Parigi, una città concreta, descritta con cura nelle sue vie, nelle sue piazze, luoghi e locali. Ma in tutti i racconti c'è anche un "altrove" che per i protagonisti è rifugio, rimpianto, ritorno, o dove avviene la svolta che cambierà la loro vita. Possiamo dire che anche il luogo non è un semplice scenario, ma un coprotagonista dei racconti?
"Parigi conta moltissimo, è coprotagonista senza dubbio e"tradirla" con vari altrove, rientra nel ruolo privilegiato che la città detiene nell'economia di questi racconti. Penso vi sia una ragione autobiografica, Parigi è' la città dove vivo da sette anni, e quella dove sin da ragazzetta sono sempre venuta, a rifugiarmi, coltivare il mio desiderio di essere una scrittrice lontano dall'Italia, dove il mio cognome mi ingombrava molto (Lisa è nipote della famosa scrittrice Natalia Ginzburg n.d.r) E poi è protagonista nella sua urbanistica, geometrica ma anche tentacolare, una grande città dove biografie disparatissime convergono. I luoghi, in genere, per scrivere sono decisivi. Dove l'ambientazione è forte, caratterizzata, vari altri elementi del narrare una storia vanno al loro posto".

Un altro elemento in comune che hanno i racconti e il sesso, che è spesso soddisfazione di un bisogno, ma mai soddisfacente o motivo di gioia. Per alcuni è un trauma, per altri è violento o diventa un'abitudine, per altri banale o motivo di pentimento. Come mai questa scelta, se vogliamo un po' controcorrente rispetto a una società moderna in cui il sesso è spettacolarizzato, esibito e inserito in tutti gli ambiti, al punto che ne siamo diventati bulimici?
"Nel primo racconto. "Buonanotte gattina", il sesso in una relazione clandestina, tra una giovane donna e uomo sposato, finché dura è fonte di gioia. È violento nella misura in cui inaugura un gioco erotico, un gioco che segue un suo percorso, nutrendo in modo vero i due amanti. Nelle altre storie forse sì, il sesso è traumatico, o riparatore, comunque non felice. Ma bisogna distinguere, nel sesso, tra erotismo, sesso, pornografia. Dimensioni una dall'altra diversissime. Se è vero che il mondo intorno a noi è bulimico, certo non lo è di erotismo. Il sesso da solo è pura performance, certo non espressione di autentiche felicità. È l'erotismo a dare gioia, e se il mondo ne fosse affamato, bulimico, penso proprio che respireremmo un'atmosfera ben più felice di come invece è!"

Un altro fil-rouge che lega i protagonisti dei racconti è l'incomunicabilità: possiamo dire che i personaggi sono lo specchio di una società, quella moderna, in cui abbiamo a disposizione tanti mezzi di comunicazione, ma comunichiamo sempre meno tra noi, a scapito delle relazioni umane?
"Non ricondurrei le difficoltà di comunicazione tra i protagonisti di questi racconti, all'afasia che segna gran parte del nostro tempo. Tranne nel caso di Sabine, la giovane al centro del secondo racconto, quello intitolato appunto "Spietati i mansueti". Lei si rifugia in una spettacolarizzazione di se stessa, e della propria vicenda traumatica, e invece di affidarsi all'intimità con il ragazzo che la ama, consegna il proprio disagio a un mondo pubblico e predatorio. Per gli altri direi che si tratta di incomunicabilità "nella norma", le stesse che contraddistinguono i rapporti umani da che mondo è mondo. I silenzi, i non detti, la potenza di quel che è taciuto si insinua nei nostri rapporti più profondi. Sempre è stato così. Immaginare un mondo di limpida, ininterrotta, totale sincerità mi parrebbe ingenuo. Internet, Facebook e tutto il resto hanno accentuato un'afasia, che in altre forme è sempre esistita"

Messi di fronte alle loro responsabilità, i personaggi che preferiscono sfuggire piuttosto che affrontarle. E l'irresponsabilità, l'immaturità che rende i mansueti spietati?
"La sola vera responsabilità a cui può accadere di sfuggire, non riuscendo a diventare maturi e adulti, io penso sia quella verso se stessi. Mansueti (e spietati) possono essere quanti credono di avere vite risolte, ben determinate, e dentro se stessi invece annaspano, non riuscendo a stabilire contatti autentici con gli altri. Una distorta idea dell'altruismo, una presunta "mansuetudine", di fatto miope sulle complessità umane proprie e altrui, è segno di immaturità. Però se la crescita sta nell'imparare ad ascoltarsi, allora scegliere, assumere impegni deve accadere avendo chiaro che è se stessi che si sta implicando, scegliendo, mettendo in gioco. È lì che il rapporto con il mondo diviene più vero, concreto".

Come nasce questa raccolta di racconti? Per le storie e i personaggi si è ispirata a persone e situazioni reali?
"Qua e là mi sono ispirata a spunti reali, ma altrimenti sono storie inventate. Sono racconti nati dal desiderio di leggere storie di vita immaginate dietro volti incrociati in strada, su un treno, una metropolitana. Destini ignoti intersecano il nostro andare, e provare a immaginarli è' tentativo di sottrarre spietatezza alla mansuetudine. Descrivere biografie leggendole attraverso una lente che sappia guardare tra i solchi delle ferite, e delle guarigioni degli altri. Di personaggi inventati e che pure ho sentito così vicini"

Lisa Ginzburg, vive e lavora a Parigi, dove è stata direttrice di cultura della Unione latina. Ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Desiderava la bufera (2002), la raccolta di racconti Colpi d'ala (2006). L'e-book La guerriera (Terra Ferma 2015). Il romanzo Per amore (Marsilio 2016). Ha curato con Cesare Garboli il testo di Natalia Ginzburg È difficile parlare di sé (Einaudi 1999). È autrice di una biografia (Anita.Racconto della storia di Anita Garibaldi, e/o 2005) e di due reportage (Mercati.Viaggio nell'Italia che vende, Editori Riuniti 2001, Malìa Bahia, Laterza 2007).

Spietati i mansueti
Gaffi Editore
128 pagine - 15 euro

Lisa Ginzburg Cover libro

A Palazzo Pigorini la mostra Robert Capa in Italia 1943 – 1944, dedicata al grande fotoreporter di guerra, con immagini che raccontano gli anni della seconda guerra mondiale in Italia.

Parma, 23 ottobre 2016

Sino al 15 gennaio, Palazzo Pigorini ospita la mostra Robert Capa in Italia 1943 – 1944, dedicata al grande fotoreporter di guerra, con immagini che raccontano gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. La mostra, è organizzata e prodotta dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia in collaborazione con il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Parma, il patrocinio della Regione Emilia Romagna ed il supporto del Lions Club Parma Maria Luigia.

L'esposizione è curata da Beatrix Lengyel e promossa dal Ministero delle Risorse Umane d'Ungheria, dal Consolato Onorario Ungherese di Bologna, e dall'Associazione Culturale Italia-Ungheria e presenta 78 immagini in bianco e nero scattate da Capa in Italia nel biennio 1943 – 44.

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Tutte le foto di Francesca Bocchia nella galleria in fondo alla pagina

Lo spettacolo più folle dell'anno è arrivato a Parma, dove resterà in programma sino al 6 novembre. Un evento terrificante, irriverente e divertentissimo, decisamente fuori dal comune.

Traendo ispirazione dalla tematica horror, mescolandola con un pizzico di follia e di gusto per l'assurdo, unendo a tutto ciò spunti di creatività, e servendosi infine della libertà, a volte irriverente, offerta dal circo e dal teatro, Psychiatric Circus si propone al pubblico italiano ed europeo come una novità assoluta.
Un cast internazionale di alto livello artistico che regala agli spettatori risate di puro terrore. Lo spettacolo di nouveau cirque si ispira alle suggestioni del Cirque du Soleil, ma con tinte più forti.
Ambientato negli anni Cinquanta, Psychiatric Circus racconta la vita all'interno del manicomio cattolico di Bergen, gestito da Padre Josef, dottore e direttore, e dalle sue fedeli suore rapisce l'attenzione dello spettatore per tutta la durata dello spettacolo, con colpi di scena ed interazione con pubblico.
E' un evento psicotico, un viaggio nella follia, un luogo in cui il senso delle cose è totalmente capovolto.

Tutte le info su www.psychiatricircus.com

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Guarda tutte le foto di Francesca Bocchia in fondo alla Pagina

Mercoledì, 19 Ottobre 2016 12:08

Mostra Ferre' e Comte: inattese assonanze

La mostra a Parma, ora in corso, su Ferré-Comte ci offre lo spunto per ricordare un grande nome della moda italiana. Con il suo stile tra neoclassico e contemporaneo Gianfranco Ferré non solo ha segnato un'epoca, ma è tuttora un riferimento importantissimo nella "storia della moda". Da non perdere la mostra "Dettagli" in abbinamento alle immagini suggestive create dal fotografo Comte.

Di Renata Gorreri

Maria Luigia D'Austria, seconda moglie di Napoleone, non era certo stata educata per regnare, tuttavia con la sua sensibilità, la sua cultura e il suo amore per l'arte e il suo popolo, ha lasciato un indelebile ricordo nei territori che furono il Ducato di Parma e Piacenza.

mostra ferre comte parma

Gianfranco Ferrè, architetto, artista, stilista, un genio della struttura, si è affermato nel mondo della moda per la sua creatività e la sua capacità di attingere anche ai particolari delle mode del passato, destoricizzandoli e rendendoli contemporanei.
Michel Comte, fotografo e artista che interpreta le emozioni in chiave poetica ed ama accompagnare le sue fotografie anche con installazioni scultoree e di luce.

Ma che cos'hanno in comune una Duchessa, un grande stilista e un famoso fotografo? Il Neoclassico!

Nell'ambito delle celebrazioni per il bicentenario dell'arrivo di Maria Luigia a Parma è stata organizzata un'esposizione molto particolare. Si articola su due livelli. Al primo si trovano 60 splendidi capi selezionati e messi a disposizione dalla Fondazione Gianfranco Ferrè.

mostra abiti gianfranco ferre

Lo stilista ha sempre manifestato ammirazione per le grandi donne della Storia e anche se non si può dire che Maria Luigia sia stata tra le sue predilette, nel suo stile possiamo vedere chiaramente molti richiami gusti e ai dettagli dell'abbigliamento dell'epoca. Quindi via libera alle camicie scolpite e destrutturate, alle lunghe file di bottoncini, ai polsi importanti, ai lacci inattesi. Poi le crinoline che lo stilista ha utilizzato per creare un abito, oppure una gonna, i cappotti e le cappe del Prêt à Porter anni '90, ma ancora così attuali, i pizzi, le ruches, i ricami dorati, i dettagli orientaleggianti, così di moda all'epoca di Maria Luigia.

mostra ferre parma maria luigia

Al secondo piano si trova l'esposizione dei lavori fotografici di Michel Comte. Qui il lavoro è concettuale e di interpretazione. Con le sue installazioni Comte vuole rappresentare il neoclassicismo come un passato da reinterpretare alla luce della Storia, anche quella più recente e tragica. Per fare questo le sue opere fotografiche – elaborate su tela - sono accompagnate da installazioni scultoree, luci e suoni, per rendere più vivida ed emozionante la visita. Si tratta di un'interpretazione personale del neoclassicismo che, in quanto simbolo, può anche andare in frantumi, ma la sua bellezza artistica rimane per sempre.

mostra comte parma

Una mostra dalle proposte decisamente trasversali: assolutamente da non perdere.

mostra ferre comte parma

CREDTIS : thenonblonde.com – amica.it – affaritaliani.it – pgfstyle.com – bonvivre.ch – vogue.it

Riceviamo e pubblichiamo la nota della Gilda degli Insegnanti di Parma: "4 milioni 284mila 300 euro per le scuole non statali ubicate in Provincia di Parma è semplicemente una vergogna."

Parma, 17 ottobre 2016

Il recente provvedimento dell'Ufficio Scolastico dell'Emilia Romagna che, in applicazione di una legge nazionale, stanzia a fondo perduto complessivi 4 milioni 284mila 300 euro per le scuole non statali ubicate in Provincia di Parma è semplicemente una vergogna. Il tutto avviene mentre ai dipendenti della scuola pubblica si chiedono sacrifici enormi, obbligandoli a percepire paghe miserevoli dovute ad un contratto oramai scaduto ben sette anni. Lo Stato continua a devolvere valanghe di soldi dei contribuenti ai privati che hanno aperto scuole sul territorio, questo sperpero di risorse si aggiunge ad un altro regalo, circa 40 milioni di euro stanziati in favore delle agenzie che hanno la pretesa di aggiornare i docenti, ciò mentre nemmeno un centesimo è previsto per gli insegnanti che parteciperanno coattivamente a questi "aggiornamenti" che faranno lucrare gli "amici degli amici". Contemporaneamente per ottenere un risparmio è stato d'imperio congelato l'anno 2013 che, con una rapina perpetrata ai danni docenti della scuola statale, non viene conteggiato nel calcolo dell'anzianità. Questa è la pseudo Buona Scuola del Pd, dare soldi ai privati fingendo di investire sulla scuola statale. Per la verifica di quanto asseriamo, indichiamo il link ufficiale postato sul sito dell'Ufficio Scolastico Regionale istruzioneer.it/2016/10/13/scuole-paritarie-dellemilia-romagna-piano-di-riparto-fondi-a-s-2015-2016.

Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza, dichiara: "Oramai questi politicanti e i loro accoliti hanno perso il senso del pudore".

Sino all'11 dicembre presso la Fondazione Magnani Rocca, di Parma, sono esposte le celebri Ninfee di Claude Monet (Parigi 1840 – Giverny 1926), provenienti dagli Stati Uniti, insieme ad altri due capolavori del pittore francese.

Monet alla fine dell'Ottocento approda alle famose "serie", in cui uno stesso soggetto è ripetuto più volte in momenti o condizioni atmosferiche differenti. Questi studi, ravvisabili a partire dal 1876, anticipano il tema della serialità, che sarà proprio della Pop Art, e rappresentano quasi una profezia dell'Informale.

Sempre alla Magnani Rocca sino all'11 dicembre si può visitare la grande mostra sulla Pop Art italiana, curata da Stefano Roffi e Walter Guadagnini, composta da circa settanta opere provenienti da importanti istituzioni pubbliche e prestigiose collezioni private. Una lettura articolata e innovativa delle vicende che hanno portato alla nascita e alla diffusione di una "via italiana" alla Pop Art. Due opere esemplari provenienti dalle stesse collezioni della Fondazione, una 'Piazza d'Italia' di Giorgio de Chirico e un 'Sacco' di Alberto Burri, due fonti primarie, storiche, dell'approccio italiano alla contemporaneità, alla figurazione e all'oggetto danno il via alla mostra.

Ciò che rende questa mostra un autentico unicum, è la possibilità di vedere una serie di sculture nelle straordinarie sale della Villa dei Capolavori, la dimora storica di Luigi Magnani, artefice della Fondazione Magnani Rocca: gli animali in metacrilato di Gino Marotta, le sculture di Pino Pascali, i legni di Mario Ceroli, la "Prima televisione a colori" di Gianni Ruffi dialogano con gli arredi e i dipinti della Fondazione, in un sorprendente confronto tra il mondo classico e la cultura popolare degli anni Sessanta. Anche uno splendido e rarissimo quadro di Domenico Gnoli, grande artista morto giovanissimo, proveniente da un'importante collezione privata, entra in dialogo con capolavori della pittura antica della Fondazione.

In mostra, accompagnano le opere pittoriche e scultoree alcuni significativi pezzi di design dell'epoca, oltre a rimandi all'editoria e alla discografia, che permettono allo spettatore di immergersi appieno nel clima culturale del tempo, momento cruciale di svecchiamento della cultura italiana in chiave internazionale, al confronto diretto con la nuova cultura di massa, analizzata in quegli stessi anni da grandi intellettuali attivi nel nostro paese come Pier Paolo Pasolini o Umberto Eco. Nel percorso della mostra, il video sul mondo del Piper Club di Roma, vero tempio della musica e del costume popolare anni Sessanta, completa l'affresco di questo particolare periodo.

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Tutte le foto nella galleria immagini infondo, ph. Francesca Bocchia 

Sabato, 15 Ottobre 2016 12:05

Zucchette di miglio ripiene di melanzane

Le ricette di Ilaria Bertinelli hanno esattamente il pregio di "essere buone" e "fare bene". Lasciamoci dunque tentare da un consiglio goloso, sfizioso, facile e soprattutto di stagione. Buon appetito con le Zucchette e indovinate un po'..... quale è l'ingrediente principale?

Di Ilaria Bertinelli

Nei mesi di settembre e ottobre, abbiamo a disposizione due verdure che nella parte restante dell'anno invece maturano in tempi diversi, ossia zucca e melanzana.

zucchette di miglio ricetta cucina food1

Queste palline, che ho voluto chiamare Zucchette per la presenza della zucca, sono preparate con uno pseudocereale che viene spesso dimenticato, il miglio, ma la cui dolcezza si sposa perfettamente con l'altrettanto delicata zucca. Per il ripieno ho pensato ad un humus di melanzana, che, ad essere sincera, è uno dei miei preferiti, ma se il tempo scarseggia, potrete divertirvi con qualsiasi ripieno semplicemente guardando quel che avete in frigorifero: un pezzetto di formaggio che fonda farà un gran figurone!
Ho deciso di cuocere le Zucchette al forno perché siano più leggere, ma friggerle alla maniera degli arancini siciliani sarà sempre un'esperienza di sapore straordinaria.

INGREDIENTI:

430 g acqua
300 g zucca pulita
300 g melanzana
200 g miglio
80 g pangrattato**
50 g Parmigiano Reggiano
50 g pecorino semi stagionato
- 1 uovo intero
- q.b. olio extra vergine, prezzemolo, sale e pepe

PREPARAZIONE

Sciacquare bene il miglio e metterlo a cuocere in un pentolino con l'acqua e un pizzico di sale. Lascialo cuocere per circa 15 minuti, fino a quando l'acqua sarà stata completamente assorbita. Lasciarlo raffreddare e sgranarlo bene con una forchetta.

Nel frattempo, cuocere in forno la melanzana e la zucca. Per la melanzana, tagliare la melanzana a metà nel senso della lunghezza, incidere la polpa di ciascuna metà in modo da formare una sorta di griglia e irrorare la superficie con un filo d'olio extra vergine di oliva. Adagiare le melanzane su una teglia ricoperata di carta forno con il lato tagliato verso il basso e cuocerla in forno ventilato preriscaldato a 180°C per 40 minuti.

Tagliare la zucca a pezzi e metterla anch'essa in forno a 180°C per circa 20 minuti ricoperta con carta forno oppure stagnola. Una volta cotta, schiacciarla bene con una forchetta e lasciarla raffreddare.

Con un cucchiaio, staccare dalla buccia la polpa di melanzane e metterla in un frullatore, ridurla in purea, poi aggiungere il pecorino e aggiustare di sale e pepe.

Mescolare la zucca con il miglio e condirlo con l'uovo, il parmigiano, un cucchiaio di prezzemolo tritato e aggiustare di sale e pepe.

Ora mettere un cucchiaino di miglio condito sul palmo della mano, stenderlo e adagiare nel centro un cucchiaino di crema di melanzane, quindi richiudere il miglio in modo da formare una pallina.

Passare le palline di miglio nel pangrattato e adagiarle su una teglia ricoperta di carta forno; irrorare leggermente le palline con un filo d'olio e cuocerle in forno preriscaldato a 200°C per 15 minuti.

zucchette di miglio ricetta

CREDITS: - giallozafferano.it – piugustobio.it – ruminantia.it- ricette.com – viversano.net – lacucinaperfetta.com – dieta.pourfemme.it – ombelicodivenere.com – riza.it – eticamente.net

Domenica 16 ottobre alle 17.30, presso la libreria Emily Bookshop di Modena, incontro con l'autore che parlerà del suo saggio in cui teorizza un nuovo modello di organizzazione aziendale.

Di Manuela Fiorini

Modena, 15 ottobre 2016

Si può "vivere felici" nella propria azienda? Rispondere "sì" dovrebbe essere semplice, invece, purtroppo, la realtà è molto diversa. Le gerarchie, il rapporto con i superiori e i colleghi sono spesso causa di malcontento e frustrazione. La conoscenza viene trasmessa secondo un modello verticale, dove, a ogni piano si perdono informazioni importanti, nella fretta di soddisfare un mercato sempre più dinamico e competitivo. Cambiare, tuttavia, si può. E' quello che sostiene Guido Zaccarelli, docente di Informatica presso l'Università di Modena e Reggio Emilia e Referente del Servizio Informativo dell'AUSL di Modena presso il Distretto di Mirandola nel suo saggio "La Conoscenza condivisa – Verso un nuovo modello di organizzazione aziendale" (Franco Angeli Editore), che sarà presentato domenica 16 ottobre, alle 17.30, presso la libreria Emily Bookshop di Via Fonte d'Abisso, nel centro storico di Modena. L'evento è promosso dall'Associazione di scrittori I Semi Neri con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna.

Guido, come nasce questo libro?
"Dal desiderio di portare la propria esperienza personale, professionale e la visione d'azienda alle persone che lavorano e operano ogni giorno all'interno delle organizzazioni, affinché nasca in ognuno il senso della condivisione. Il mutare delle aziende, da micro, piccole a medie fino alle multinazionali hanno subito negli ultimi anni continui e profondi capovolgimenti di fronte per rispondere celermente alle richieste provenienti da un mercato dinamico e altamente competitivo, che chiede ogni giorno di soddisfare in breve tempo i bisogni e i desideri delle persone. Questo ha contribuito in modo rilevante a creare aziende sempre più piramidali e verticistiche dove la comunicazione si è prima dilatata fino a interrompersi creando vere e proprie situazioni di "interruzione dei canali informativi e relazionali", dove la conoscenza è diventata "parcellizzata". Lo scopo del libro è suggerire un cammino di ricerca all'interno delle organizzazioni per condurre le persone verso la conoscenza condivisa e creare una "Wiki azienda" dove la conoscenza è "liquida". Il lettore viene accompagnato a osservare il Medioevo, il Taylorismo, la globalizzazione e il mondo cloud e per ognuno di questi periodi viene messo nelle condizioni di chiedersi: "Com'era la conoscenza in quei tempi, prima lontani e ora prossimi a noi come il mondo della nuvola digitale?"

Che cosa è la conoscenza condivisa
"E' una filosofia, uno stile di vita che consente alle persone di" vivere felici" all'interno dei luoghi di lavoro dove vengono rispettate e valorizzate. Nasce osservando il comportamento dell'uomo nelle organizzazioni aziendali, un atteggiamento che è sempre più declinato a trattenere la conoscenza per sé evitando di condividerla con gli altri. Il malessere è l'anima che sostiene questo comportamento che, nel tempo, si consolida fino a creare blocchi relazionali incapaci di dirigere il pensiero e l'azione verso lo scopo condiviso indicato dall'azienda. La "piramide organizzativa" crea una gerarchia ben espressa dalle frazioni aritmetiche, dove la linea di frazione ( fractus-interrotta) che separa il capo dal sottoposto suggerisce l'idea di una conoscenza spezzata tra chi comanda e chi riceve un ordine. La conoscenza condivisa toglie la linea di frazione che indica il "rapporto" tra le persone per creare un modello circolare dove "la relazione" è l'anima che alimenta il benessere della conoscenza viene condivisa".

Come si può applicare alle realtà aziendali di oggi?
"La Conoscenza condivisa deve superare diversi anfratti che si collocano tra il mondo dove la conoscenza è in mano a pochi, e viene trattenuta per farne un simbolo di potere, e le imprese che desiderano ardentemente modificare la struttura organizzativa, consapevoli che la loro presenza sul mercato dipende da un deciso cambiamento economico e culturale. La formazione orizzontale è la prima linea d'azione che deve essere impiegata per diffondere il senso di una nuova cultura etica, dove le persone possano riconoscersi per identità e senso di appartenenza. La form-azione consente di dare azione alla mente, di formarsi per modificare giorno dopo giorno l'atteggiamento verso i colleghi e la realtà aziendale. Il clima mite che gradualmente si viene a creare all'interno dell'organizzazione consente di rivedere meccanismi e schemi d'azione consolidati nel tempo che necessitano di essere modificati alla luce della nuova traiettoria educativa adottata dall'impresa. La possibilità di avviare una riflessione interiore a tutti i livelli aziendali consente di recuperare sacche di inefficienza sostenuti dalla visione a specchio che ognuno ha di se stesso in relazione agli altri. Il tempo filtra e modifica situazioni che inizialmente si mostravano resistenti a ricevere un nuovo colore con il quale dare una mano di vernice al passato per infondere una nuova luce alla stanza della propria anima aziendale".

Quali sono gli strumenti di cui si avvale?
"La formazione, la tecnologia, il marchio d'impresa, le Wiki learning, la comunicazione e ora il documento tecnico T/R 11642 emanato dall'UNI – Nazionale (Ente di Normazione) sono i cardini sui quali costruire le colonne portanti della conoscenza condivisa. La riorganizzazione interna consente di modulare in senso circolare il sistema delle relazioni interne creando percorsi di partecipazione al raggiungimento degli obiettivi aziendali mai disgiunti da quelli personali. La partecipazione collettiva consente di accrescere il valore delle idee che nell'azienda 4.0 dividono le imprese "analogiche" da quelle che vedono nella persona la svolta di un futuro eticamente sostenibile. L'intangibile in bilancio diventa un valore non-economico che opportunamente valorizzato può trasformarsi in un valore monetario di valore assoluto in grado di recuperare risorse finanziarie da destinare a futuri investimenti".

Chi sono i destinatari, i fruitori e i fautori di questa conoscenza?
"La Conoscenza condivisa potrebbe essere vista come uno strumento orientato solo al management per ri-organizzare la struttura operativa e relazionale dell'azienda. In realtà, è destinata a tutte le persone, ai cittadini, a tutti NOI, che ogni giorno varchiamo il cancello della nostra azienda oppure entriamo in contatto con organizzazioni aziendali, pubbliche e private. L'intento è di creare una unicità d'intenti per consentire alle persone di unirsi per creare una nuova consapevolezza civile e sociale orientata a promuovere ogni forma d'iniziativa e a farsi portatrice di nuovi e coinvolgenti interessi comuni. Gli organi istituzionali, l'ambiente economico e sociale, gli stakeholder sono gli ambienti nei quali più di altri dovrebbe nascere spontaneo il desiderio di mutare gli scenari di una realtà sempre più complessa ed esposta ai richiami di comportamenti individualistici concentrati sull'IO anziché sul NOI. Le persone sono stanche e l'unica via di uscita è avviare un cambiamento culturale che proietti gli individui nel vedersi proiettati all'interno di un sistema che lo veda collocato al centro dell'ecosistema organizzativo per identità, interessi, competenze e desiderio di fare".

INFO
Guido Zaccarelli
La Conoscenza condivisa – Verso un nuovo modello di organizzazione aziendale
Franco Angeli Editore – 134 pag, 18 euro

Presentazione domenica 16 ottobre c/o Emily Bookshop, via Fonte d'Abisso 9/11, Modena Centro
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel 349/5369707 – INGRESSO GRATUITO

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Sabato 15 ottobre, presso il Teatro Comunale, alle 15, sarà presentata l'antologia dell'Associazione di scrittori modenesi. Aprirà l'evento il sindaco di Riolunato Daniela Contri, conduce Livio Miglioli, Presidente dell'Accademia del Frignano "Lo Scoltenna". Saranno presenti gli autori e Massimo Casarini (Damster Edizioni).

Di Manuela Fiorini

Modena, 13 ottobre 2016

Vi siete mai trovati sulla soglia, divisi tra la certezza di una situazione conosciuta e il timore dell'ignoto? Cosa fareste se una volta presa la decisione di oltrepassarla, dall'altra parte vi trovaste in un altro mondo, in un'altra epoca o in un'altra realtà? E' questo il filo conduttore di Soglie, la nuova antologia di racconti firmata per Damster ( www.damster.it ) da cinque autori dell'Associazione I Semi Neri che sabato 15 ottobre (ore 15) per la sua prima presentazione ufficiale ha scelto il Teatro Comunale di Riolunato, in via Castello 8.
L'evento sarà introdotto dal sindaco di Riolunato Daniela Contri. Conduce Livio Migliori, Presidente dell'Accademia del Frignano "Lo Scoltenna". Intervengono gli autori e l'editore Massimo Casarini. 
Soglie si compone di cinque racconti, ognuno ispirato a un mistero di Modena e di diversi luoghi della sua provincia. Due studenti si ritrovano in una realtà alternativa, un gruppo di amici si introducono in una casa dalla nomea nefasta, il ritrovamento di due scheletri abbracciati trasporta chi legge indietro nel tempo, due amici durante un'escursione in montagna si imbattono in una sinistra locanda che nasconde un segreto che riporta ai Celti e ai Romani e un condottiero osa ingannare le streghe per propiziarsi le sorti della battaglia. In ogni racconto c'è una soglia, al di là della quale c'è la salvezza o l'abisso. Gli autori: Manuela Fiorini (L'Ordine dei Viaggiatori), Fabrizio Fangareggi (La centesima finestra), Gabriele Sorrentino (Uniti per sempre), Marco Panini (Le streghe di Sasso Tignoso) e Daniela Ori (Serapius) hanno dato libero sfogo alla fantasia per interpretare il loro "mistero" e darne un'interpretazione tra le tante possibili.
A fare da cornice a ogni racconto c'è anche la Storia, che tocca l'epoca dei Celti, la Mutina Romana, il Medioevo, il Settecento e i giorni nostri, ipotizzando anche un presente dispotico e possibile. Nell'elaborare il proprio "mistero", poi, ogni autore è partito da un luogo reale e ben rintracciabile, che il lettore può divertirsi ad andare a visitare e sperimentare le "soglie" che ogni scrittore si è divertito ad attraversare.

GUARDA IL BOOKTRAILER www.youtube.com/watch?v=N1NQ-6FIhbM 
INFO
I Semi Neri
Soglie
Damster Edizioni – 290 pagine, 14 euro

Sabato 15 ottobre c/o Teatro Comunale di Riolunato (via Castello 8, ore 15).
INGRESSO LIBERO

A varcare i cancelli di Mercanteinfiera in questa trentacinquesima edizione, sono stati in 52.000A sorpresa, americani e nord europei tra i big spender dell'antiquariato. Il brand Mercanteinfiera sempre più social.

Parma, 11 ottobre 2016

Che siano stati indemoniati dell'arte, come li ha definiti Vittorio Sgarbi nel suo collegamento a "porta a porta", che siano stati appassionati, collezionisti o semplici curiosi, a varcare i cancelli di Mercanteinfiera in questa trentacinquesima edizione, sono stati in 52.000.
Un dato che supera il primato già stabilito lo scorso autunno quando le presenze si fermarono a 51.000. Ininterrotto così nei nove giorni di apertura della rassegna, il flusso di visitatori e compratori che, nei 45.000 mq di superficie espositiva, si sono lasciati sedurre da modernariato, collezionismo vintage e antiquariato, la vera scoperta, di questa edizione.
A garantire un deciso innalzamento dell'asticella delle vendite, sono stati infatti pezzi di alta epoca, compresa tra il Cinquecento ed il Settecento, una tendenza che racconta di un "made in Italy" realmente senza rivali che ha saputo conquistare nuovi big spender. Accanto a russi, inglesi e francesi, infondo habitué del gusto classico, si affacciano a sorpresa gli americani e i nord europei. Un pubblico profilato di professionisti che nel complesso ha registrato negli spazi di Fiere di Parma un aumento del 10% .
Nei suoi quattro padiglioni, a Mercanteinfiera non sono mancate le curiosità come il kit da esorcista, con tanto di alambicchi, pozioni, punteruoli scaccia vampiri o un uovo di dinosauro risalente a circa 70 milioni di anni fa. Suggestioni tra antico e moderno raccontate, a conferma della vocazione internazionale della kermesse, anche negli ampi reportage realizzati dai numerosi giornalisti e fotografi esteri accreditati.
Ma a riscuotere il gradimento del pubblico, la collaterale "Segreti di regine e regine di segreti", curata da Serena Bertolucci, direttrice di Palazzo Reale di Genova, che racconta una quotidianità a metà, tra glam e stile, di donne speciali, le regine.
Si va dall'ombrellino liberty della regina Margherita di Savoia ai suoi ricercatissimi ventagli in struzzo, dall'abito in pizzo della principessa russa Obolenskaya della corte dei Romanov, al servizio da tè (rigorosamente con una sola tazzina) di Maria Luigia celebrata anche nella mostra Le muse in scena di Alberto Nodolini, Alessandro Malinverni e Carlo Mambriani. All'interno di un allestimento dal grande impatto visivo, scorre infatti un secolo di fondali degli scenografi parmensi (Bertolotti e Borghesi per citarne alcuni) per il Teatro Regio di Parma, voluto proprio dalla Duchessa.

E se piace il contemporaneo di "Art Parma Fair" da Damien Hirst a Giorgio De Chirico, a Mario Schifano o Sironi, incuriosiscono le opere della giovane Laura Malattia: scarpe-scultura a metà tra l'arte pop e il fiabesco che hanno già conquistato il mondo dell'alta moda.
L'appeal di Mercanteinfiera continua anche sui social network anche grazie ad una vera e propria legione di fotografi che hanno raccontato la kermesse con la potenza dello scatto. Così ora Facebook totalizza circa 67mila fan, Twitter, oltre 1.700 followers, ed Instagram più di 2mila.
Non si arrestano infine le visite alla mostra "Sarah Moon. Qui e Ora – Ici et Maintenant", curata da Carla Sozzani nell'ambito di Mercanteinfiera OFF, il fuorisalone della cultura, ideato da Fiere di Parma e dal Comune di Parma. A grande richiesta, la mostra è stata così prorogata al 30 ottobre (dopo il 15 ottobre l'apertura sarà nei soli week end).

Namaste India, benvenuta in Italia. L'incontro tra Mumbai e Milano non poteva essere più emozionante. Lo show Beyond Bollywood é lo splendido dono che la compagnia indiana offre per la prima volta all'Europa, chiudendo la tournée proprio al Teatro degli Arcimboldi con una presenza di sei giorni, dal 4 al 9 ottobre.

LA TRAMA
Shaily è una ragazza indiana cresciuta in Germania, a Monaco, con una grande passione per la danza contemporanea. Per soddisfare il desidero della madre in punto di morte, Shaily intraprende con l'amica Emma un viaggio per comprendere meglio le proprie radici. Il punto di svolta avverrà quando le ragazze incontreranno a Mumbai un giovane coreografo con problemi economici, Raghav, e il suo divertente assistente Ballu. I due protagonisti si innamorano e si salvano l'un l'altra, realizzando, all'interno di un viaggio nell'affascinante India, i sogni apparentemente accantonati del coreografo e il desiderio di Shaily di conoscere l'autenticità della sua terra. Non mancano incomprensioni e qualche tensione, ma il lieto fine sarà per tutti (audience compreso) una grande festa.

show Beyond Bollywood teatro milano

LO SPETTACOLO
Un musical made in India che raggiunge oltre 50.000 spettatori e 60 repliche al London Palladium, non poteva che creare intorno a sé grandi aspettative.
Interamente recitata in Inglese (con sottotitoli in Italiano), la storia é un viaggio entusiasmante, fatto di colori vivaci, tradizioni profonde e danze popolari indiane. Sul palco, i 20 danzatori, le musiche originali, i 5 attori e i ben 700 costumi formano un amalgama compatto e fortissimo, che appaga tutti i sensi e contribuisce a educare ad una sensibilità verso il bello e il piacere della scoperta, promuovendo valori positivi, universalmente condivisibili.

L'ATMOSFERA
Tutto questo aiuta a creare un legame particolare tra il pubblico, la storia e gli attori in scena. Le due ore di spettacolo conducono gli spettatori lontano dal tempo e dallo spazio milanese, in un'atmosfera di colori sfavillanti e di performance artistiche di grandissimo livello. Ci viene presentata un'India quasi magica, gioiosa quando balla, desiderosa di valorizzare il meglio di sé. Impresa riuscita, testimoniata dal lungo applauso conclusivo e dall'esuberante carica positiva che raggiunge il pubblico, invitato dagli attori a unirsi alla luccicante danza finale.

Parma, 7 ottobre 2016

Di Pietro Razzini

In cartellone 25 eventi nell'undicesima edizione della kermesse, che si svolge dal 27 ottobre al 20 novembre non solo nel capoluogo. Mezzetti: "Una rassegna unica nel costruire relazioni e link con elementi culturali e territoriali".

Bologna, 8 ottobre 2016

Incroci di jazz puro, musica contemporanea e suoni dalla forte connotazione geografica (latina, africana) daranno un tono di creativa sperimentazione al Bologna Jazz Festival 2016, che propone 25 eventi dal 27 ottobre al 20 novembre.
L'undicesima edizione del Bologna Jazz Festival si svolgerà nel segno di grandi esclusive concertistiche, con un gruppo 'trasgressivo' e di culto come il Kronos Quartet, Steve Coleman col vasto organico orchestrale Council of Balance, Paolo Fresu con Uri Caine e il Quartetto Alborada: saranno tutti in data unica per l'Italia. Impossibile ascoltarli altrove.
Anche la grande tradizione jazzistica sarà vista da una prospettiva che ne coglie in pieno il movimento verso l'attualità, con due band all stars come il quartetto Aziza (ovvero Dave Holland, Chris Potter, Lionel Loueke ed Eric Harland) e i Cookers (con, tra gli altri, Billy Harper, George Cables, Cecil McBee, Billy Hart).
Tra gli altri artisti in cartellone ci saranno il travolgente e magistrale trombettista Randy Brecker, che flirterà con le sonorità brasiliane del suo gruppo Balaio; nomi storici del jazz afroamericano come il pianista Barry Harris (in trio) e il contrabbassista Buster Williams (in quartetto); la squisita chitarra di Julian Lage; il quintetto del trombettista Jeremy Pelt; il trio del trombonista Samuel Blaser; il fervore brasiliano degli Azymuth e quello cubano di Horacio "El Negro" Hernandez con i suoi Italuba; il pianismo modernista di Myra Melford. In rappresentanza del jazz italiano arriveranno Daniele di Bonaventura e Giovanni Guidi; la band Frontal del pianista Simone Graziano, che accoglie nella sua front line il sax di Dave Binney; il duetto tutto percussivo con Pasquale Mirra e Hamid Drake; il trio di Matteo Bortone e il Trio Bobo (con Faso e Christian Meyer delle Storie Tese).

Il programma del Bologna Jazz Festival 2016 è stato presentato a palazzo d'Accursio, presenti tra gli altri gli assessori alla Cultura della Regione, Massimo Mezzetti, e del Comune di Bologna Bruna Gambarelli, oltre Federico Mutti, presidente del Bologna Jazz Festival, Francesco Bettini, direttore artistico e rappresentanti degli sponsor privati.
"Sono veramente contento di salutare anche quest'anno uno degli eventi di eccellenza della nostra programmazione regionale- ha dichiarato l'assessore Mezzetti-, da noi sostenuto nell'ambito dei finanziamenti correlati alla Legge 13. Di questo festival voglio sottolineare la crescente capacità di creare link con le altre realtà culturali e territoriali: la rete creata non solo con teatri ma anche con musei, scuole musicali, jazz club, altri festival dimostra la capacità unica di questa rassegna nell'invadere positivamente la città".

Oltre a toccare i principali teatri bolognesi (Teatro Auditorium Manzoni, Teatro Duse, Unipol Auditorium), il Bjf 2016 sarà diffuso a largo raggio sul territorio cittadino: i più celebri jazz club (Cantina Bentivoglio, Bravo Caffè e Barazzo Live) e altre location ospiteranno i numerosi live, il progetto didattico, le master class e gli altri eventi che formeranno il vasto programma del festival. Immancabile la trasferta del festival a Ferrara, dove anche quest'anno il Torrione Jazz Club accoglierà diverse serate musicali, mentre è una novità lo spostamento per una serata al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia.
Un altro artista coinvolto nel Bjf 2016, in collaborazione con BilBOlBul e Cheap on Board, è il pittore e illustratore Gianluigi Toccafondo, al quale è stata affidata la creazione di numerose opere originali per l'immagine visiva del festival: lavori che verranno esposti in una mostra oltre che vere e proprie opere d'arte per l'affissione stradale. Toccafondo sarà anche protagonista del prologo del festival: alcuni suoi cortometraggi d'animazione saranno sonorizzati dal vivo dal collettivo afro-jazz C'mon Tigre (27 ottobre al Teatro Antoniano, in collaborazione con Il Covo e Bpm Concerti).

Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall'Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main partner Gruppo Hera.

In allegato: il programma nel dettaglio e un'immagine creata per il festival dall'artista Gianluigi Toccafondo

(Fonte: ufficio stampa Regione ER)

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