Presentato al WoPa "Genitori come gli altri e tra gli altri: Essere genitori omosessuali in Italia." sul tema estremamente attuale delle unioni civili. Ricerche, esperienze, riflessioni da parte di ricercatori, professionisti, e rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni politico-legislative.

Parma, 20 gennaio 2017

Un tema estremamente attuale quello delle unioni civili che nell'ultimo anno ha creato un forte dibattito mediatico sulla scia della discussione, e successiva approvazione, della normativa parlamentare. "Genitori come gli altri e tra gli altri", edito da Mimesis Edizioni, è il primo tentativo di raccogliere in modo sistematico e organico ricerche, esperienze, riflessioni da parte di ricercatori, professionisti, e rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni politico-legislative sul tema dell'omogenitorialità.

Il libro, nato a seguito di un evento realizzato nel maggio 2014 presso l'Università di Parma sui diritti delle famiglie omogenitoriali che vivono in Italia, è stato presentato ieri pomeriggio, negli spazi del Workout Pasubio.

La tavola rotonda, moderata da Chiara Cacciani, ha visto la presenza della vicesindaco Nicoletta Paci, della curatrice del volume Marina Everri, di Laura Fruggeri, professoressa ordinaria di Psicologia Sociale all'Università di Parma, e dei rappresentanti delle associazioni e professionisti dei servizi sociali ed educativi.

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Marina Everri ha raccolto e integrato i contributi di vari autori che a diverso titolo si occupano di omogenitorialità, con l'intento di fornire uno strumento utile su diversi versanti: decostruire gli stereotipi verso i genitori omosessuali e i loro figli, fornire strumenti operativi per condurre ricerche e realizzare interventi idonei, dare voce a rappresentanti delle istituzioni politico-legislative e delle associazioni per riflettere sui cambiamenti necessari per fare fronte alle crescenti diversità che caratterizzano l'assetto socio-culturale del nostro paese.

In diverse parti del volume si sottolinea come l'omogenitorialità rappresenti solo una delle possibili forme familiari dentro le quali oggi si può manifestare la genitorialità. Infatti accanto alle forme familiari tradizionali troviamo madri single, famiglie migranti, famiglie adottive e affidatarie, famiglie ricomposte, ecc.

Le famiglie omogenitoriali obbligano ricercatori, professionisti, e la nostra società in generale, a interrogarsi sulla diversità in senso ampio e quindi a sfidare preconcetti, modelli di teorici e metodologie di ricerca ormai obsolete, e infine, pratiche di intervento che, se non adeguatamente adattate ai nuovi bisogni delle famiglie contemporanee, rischiano di escludere e marginalizzare invece di includere, accogliere e curare.

Tutte le foto nella galleria a fondo pagina, ph.Francesca Bocchia

Sabato, 21 Gennaio 2017 10:03

Gli artigiani della Collina Matildica

Barbaterre rappresenta il sogno della collina reggiana, fatta di passione, lunghe giornate, gente semplice e cultura del lavoro che disegna destini di donne e uomini che portano il loro impegno per portare un prodotto di classe e qualità.

di L'Equilibrista

Reggio Emilia, 21 Gennaio 2017

Terre matildiche su terreno di Calanchi forgiati da argilla e limo.
E' questo il magico connubio che rende la collina reggiana soprattutto nella parte sud, così particolare e tanto ammirata dai cultori di "terroir". Alchimie di pura natura, stratificazioni di terreno ed agenti climatici dalle composizioni irregolari che regalano sentori fini e di alto pregio.

Sono anni che incontro l'Azienda Barbaterre sul mio cammino di degustatore ed appassionato di tipicità locali e mi ha sempre colpito perchè la vedo unica nel suo genere, per scelta del territorio e dei prodotti che realizza.
Barbaterre è una struttura eco-sostenibile al cento per cento, che nasce nel 2005 da un'idea di Massimiliano Bedogni che non si occupava di vino nella sua prima vita ma che aveva una visione chiara di come dovesse essere fatto il vino da queste parti e perchè aveva intuito, prima di tutti ,che quelle erano terre da vini bianchi, grandi metodi classici e rifermentati in bottiglia.
Queste sensazioni erano in contrasto al cospetto dei più noti vini frizzanti rossi ma la sua era una posizione netta di uomo che cercava la differenziazione e la spinta verso vitigni internazionali e l'utilizzo del pinot nero alle sue massime possibilità. La sua idea era quella di ricercare una relazione con la tipicità del terreno circostante così in contrasto con la tradizione e a dispetto delle mode locali che lo avevano portato a pensare ad un sauvignon, a dei vini bianchi fermi ed infine ad una follia per i tempi, dimostrando una vera e propria passione per i vini rifermentati, che sarebbero arrivati da li a breve ma che intanto prendevano già forma.

Poi arriva, evidentemente in ognuno di noi, un momento dove l'innovazione è accettata se si riesce a dimostrare alla Comunità locale e a Noi stessi che hai chiaro da dove vieni ed è da qui che nacque l'idea di un Lambrusco fatto bene, che potesse tenere fede alle proprie origini e sul quale Massimiliano ha lavorato per dare forma ad un Lambrusco che fosse il suo.
Oggi da base Salamino, Malbogentile e Grasparossa, Barbaterre porta con orgoglio il Lambrusco dell'Emilia di Barbaterre che si è fatto strada anche nei salotti buoni, tanto da essersi aggiudicato la nomination fra "i 100 vini da bere subito" fra I Grandi Vini d'Italia de l'Espresso nel 2016.

Azienda Barbaterre vino lambrusco colline reggiane1

Per l'Azienda che Massimiliano aveva in testa doveva essere importante il territorio e la sua perfetta integrazione con la natura circostante, quindi ancora oggi sono banditi l'uso di cuveè, limitatissimo l'uso del legno che si menziona solo a fine passaggio, cercando di portare al suo massimo l'uva locale rigorosamente della annata in corso dando ai Vigneti la più alta cura possibile e preservandoli in modo naturale dalle minacce di tutti i giorni. L'integrazione di questi vitigni, gli avvallamenti collinari intesi come parametri importanti che determinano i giorni di vendemmia, una defogliazione solo negli ultimi quindici giorni prima del raccolto, sono ancora oggi fasi fondamentali, ultimate dalla rigorosa raccolta a mano in cassette con pressatura soffice dell'acino intero che vanno a testimoniare alcune delle scelte aziendali che fanno grande questi prodotti.
La scelta, controversa per alcuni, è di utilizzare anche il raspo, perchè si vuole seguire la tradizione dei migliori Champagne a base Pinot nero e dei più innovativi Sauvignon francesi come Massimiliano aveva lasciato intendere.

Azienda Barbaterre vino lambrusco colline reggiane3

Mi soffermo a scambiare impressioni e spunti curiosi su Barbaterre grazie alla Responsabile della Cantina – Erica Tagliavini – che ad oggi è l'anima e la persona che meglio incarna i valori che Massimiliano voleva portare al pubblico Italiano ed Internazionale tanto che mi racconta della produzione del 2015, rappresentandone vera prova di alta autenticità perchè mi racconta che la buccia del pinot nero ad esempio, in quell'anno, rilasciò una carica di colore anomala, molto intensa e diversa dalle altre annate tanto da testimoniare, se ce ne fosse ancora bisogno, che come dice bene Erica: "Noi siamo un' Azienda artigianale, Noi siamo veri e propri artigiani del vino".

Una squadra che si è arricchita come mi ricorda la Responsabile, di una compagine molto dotata e di persone con valori e voglia di fare fuori dall'ordinario, proprio come Massimiliano avrebbe voluto per la sua creatura, tanto da arruolare persone di spessore come Paolo Posenato, in qualità di enologo e Serena Marchini, cantiniera ed enologa. Persone, mi rimarca con fierezza e grande stima Erica, che stanno dando a questa Cantina grande impegno, dedizione e amore vero per Barbaterre senza eguali.

Azienda Barbaterre vino lambrusco colline reggiane2

La mattinata volge al termine e mai finale è stato più degno che con l'assaggio del grande metodo classico Pinot Nero di Barbaterre, il Blanc de Noir.
Bollicine nettamente tendenti a piccoli spilli, omogenei e molto vivaci che regalano un impatto deciso e fitto al naso, vino di struttura che irrompe in bocca lasciando un finale pulito ed esaustivo di profumi floreali vivi e frutta matura. Il palato è appagato da un finale ricco che porta fino in fondo il frutto, variegato ed esotico tanto da meritare eccellenze anche al retrogusto. Da abbinare a tutto pasto e perfetto con un Parmigiano Reggiano di media stagionatura.

Lascio quindi questa bella realtà, fatta di dedizione e amore, storia e coraggioso posizionamento che ricerca qualità e rigore immersa nelle Terre Matildiche reggiane che restituisce loro riconoscimento e tradizione.

Nel suo ultimo lavoro, l'etologo, zooantropologo e filosofo racconta attraverso otto cani che hanno condiviso con lui un tratto di strada della vita che cosa ognuno di loro gli ha lasciato e insegnato. Ma ogni storia è anche uno spunto per parlare più in generale del cane e del meraviglioso rapporto con l'uomo.

Di Manuela Fiorini

Bologna, 21 gennaio 2017

C'è Maya, rottweiler esuberante e in cerca di una guida, il piccolo e buffo Toby, dal caratteraccio impossibile, la labrador Pimpa e le sue passeggiate multisensoriali, la nevrile Isotta, che del tirare al guinzaglio ha fatto una sfida. E poi l' "inadottabile" Spino dal carattere ostico quanto il suo nome, l'amicizia tra la rottweiler Bianca e la gatta Mimmi, la giocosa Belle e Filippo, dall'animo randagio. Sono gli otto cani protagonisti di altrettanti capitoli che compongono l'ultimo libro di Roberto Marchesini, "Il cane secondo me", edito da Sonda.

Bolognese, Marchesini è etologo, zooantropologo, filosofo, Direttore del Centro Studi Filosofia Postumanista e di Siua, Istituto di Formazione Zooantropologica e nella sua vita ha avuto a che fare con centinaia di cani. Gli otto amici di cui parla nel libro sono quelli che hanno percorso con lui un tratto di strada della vita. Tuttavia, parlando di loro, l'autore coglie anche l'occasione per riflettere e fare riflettere sulla sostanza del rapporto uomo-cane e prende spunto dalla sua esperienza per suggerire gli atteggiamenti giusti da tenere per costruire un rapporto equilibrato, di fiducia reciproca, di vera amicizia.

Cane secondo me

 

Abbiamo scambiato due chiacchiere con lui.

Come nasce il libro Il cane secondo me?
"Nasce con l'intento di mettere in discussione quello lo stereotipo secondo il quale cani e gatti sono "animali d'affezione", "animali da compagnia", come se realmente il loro "compito" fosse solo quello di dare affetto. In realtà, il cane, o il gatto, dovrebbe essere visto come un partner, un amico, un collega di lavoro. Gli animali sono "erogatori" di qualcosa, ma compagni di vita. Non sono "da affezione", ma affettivi, non sono "da compagnia", ma compagni. Questo significa che la loro presenza è globale. Ci danno tanto. Per esempio, ci trasmettono la capacità di farci vivere la natura in un modo completamente diverso, perché ci portano nel loro mondo, ci danno tanti stimoli, arricchiscono il nostro immaginario. Nel libro, ho voluto sottolineare soprattutto il fatto che i cani sono delle entità biografiche. Noi siamo il frutto delle relazioni: siamo quello che ci hanno insegnato i nostri genitori e gli amici, siamo i libri che abbiamo letto, le relazioni amorose che abbiamo avuto. Allo stesso modo, anche gli animali contribuiscono a fare di noi ciò che siamo. In questo saggio ho voluto descrivere come ognuno di questi cani abbia contribuito a mettere la sua piccola parte nella mia identità. Le relazioni non finiscono, rimangono proiettate dentro di noi, entrano nella nostra vita. E anche quando una relazione finisce, anche quando un cane ci lascia perché muore, vive ancora dentro di noi".

Dalla sua esperienza, quale consiglio si sente di dare a chi si appresta ad accogliere un cane per la prima volta?
"Il mio consiglio è sempre quello di avere consapevolezza che si sta per iniziare una relazione. Il cane non è un oggetto. Non è come portare a casa un televisore. Se si adotta un cane, casa tua diventa anche casa sua. Si deve avere ben chiaro che essere in una relazione significa prima di tutto condivisione, cioè accettare che l'altro partecipi alla nostra vita e che noi partecipiamo alla sua. Purtroppo, viviamo in una società che ha una visione individualista e consumista e questo non aiuta nelle relazioni, di amicizia, di amore e anche in quelle con i cani. Le persone tendono a considerare gli altri come entità consumabili. Le relazioni invece sono diverse dalle fruizioni. Nelle relazioni bisogna mettersi in gioco, accettare la sfida sotto il profilo partecipativo, emotivo, competitivo, della responsabilità. Secondo consiglio: cercare di saperne un po' di più sui cani. Viviamo in una società in cui non si cresce più, come un tempo, a contatto con la natura o con gli animali. I bambini di oggi hanno l'idea che gli animali siano quelli dei cartoni animati, ma Peppa Pig non è un maiale, è un essere umano disegnato come un maiale, così come Bugs Bunny, Pongo e molti altri. C'è la tendenza ad antropomorfizzare e a umanizzare. Ed è una tendenza sbagliata. Se si antropomorfizza un animale, significa che non si accetta la specificità dell'altro. Invece quell'amore unico tra uomo e animale può nascere sono se non c'è possesso, ma incontro"

Quali sono gli errori più ricorrenti degli umani nei confronti dei propri cani?
Primo: non rendersi conto che un cane percepisce il "qui e ora" in modo differente da noi. Spesso infatti la mente di un essere umano è proiettato nei ricordi, nei pensieri, nei progetti, nel "domani faccio questo". Abbiamo sempre la mente da qualche altra parte, persa nel passato, nel futuro o nel possibile, quella del cane invece è focalizzata sul qui e ora. Secondo: la comunicazione. Le persone non si rendono conto che ogni specie ha il suo linguaggio. Un abbraccio per me vuol dire "ti voglio bene", ma per il cane è un atteggiamento sbagliato, è una forzatura, come se gli dicessi "io sono più forte di te". Il nostro cane magari lo accetta e lo tollera, ma se lo stringiamo troppo forte, tenterà di scappare o ci leccherà il viso, facendoci capire che non gli piace. Se poi abbracciamo un cane che non conosciamo potremo addirittura rimediare un morso. È importante allora imparare qualcosa sui cani e sul loro linguaggio per relazionarci al meglio".

Lei ha teorizzato il "Parco Canile". Che cos'è e come mai, a suo avviso, una soluzione che avrebbe risvolti positivi sui cani incentivandone le adozioni non è ancora stato realizzato?
"Il Parco Canile parte dell'idea della valorizzazione del cane per favorirne l'adozione. L'idea è quella di un luogo che faciliti il miglioramento dell'animale dal punto di vista comportamentale, che ne consenta la socializzazione, per esempio attraverso la presenza di campetti cinofili, in cui cani e volontari possano fare insieme attività di apprendimento e di gioco. L'idea è quella che il cane passi solo qualche mese all'interno del parco canile. Durante il periodo di permanenza viene formato ed educato in vista dell'adozione. Il parco canile è poi un luogo molto naturale, lontano dall'idea del cane cresciuto in un box, dove fa tutto lì, non ha avuto relazioni corrette con gli altri cani, perché li ha sempre visti al di là di una grata, gli ha sempre abbaiato contro. L'idea è invece quella di un luogo di riabilitazione per i cani con figure professionali dedicate e strutture concepite per fare attività e migliorare le proprie competenze. Sono strutture che favoriscono le visite da parte delle persone e aumentano così le possibilità di adozioni. In Emilia Romagna e Lombardia sono stati fatti molti passi avanti verso questa idea di parco-canile. Poi bisognerebbe vincere l'interesse che molte strutture hanno nel mantenere i cani al loro interno. Nei capitolati delle gare, per esempio, dovrebbe essere inserito non il costo a cane, ma il pagamento dei servizi effettivamente offerti".

Quando si leggono fatti di cronaca di persone aggredite da cani si sentono spesso commenti del tipo "non è colpa del cane, è colpa nel padrone". È davvero così?
"Io penso sempre che bisogna togliere la parola "colpa", perché ha degli aspetti moralistici. Dovremo invece guardare al comportamento come una conseguenza di altri problemi. Per fare prevenzione, bisogna spiegare alle persone quali sono i fattori di rischio, spiegare che un cane ha bisogno di essere bene integrato all'interno del nucleo familiare e non essere tenuto in una situazione di solitudine, perché la solitudine abbassa la socialità dei cani. Tenere costantemente un cane in un box, alla catena, da solo in giardino, sono elementi che vanno a inficiare la socializzazione del cane. È molto importante poi che la persona sia una guida per il proprio cane. Occorre lavorare sull'affiatamento, perché se uno è una buona guida il cane lo segue. Bisogna poi spiegare che tutti i cani sono diversi. Non si può prendere un cane di una certa razza senza saperne niente. Per esempio, il Border Collie è un cane molto nevrile, con una gran voglia di fare, non si può dare in mano a una persona anziana o a chi desidera il classico cane da salotto. Se uno invece vuole un cane pulito non può prendersi un labrador, che si diverte a girarsi ovunque e a gettarsi in acqua. Avere queste consapevolezze aiuta a instaurare le relazioni e prevenire spiacevoli incidenti".

La scomparsa di un animale amato è causa di grande dolore. Si sente di dare qualche consiglio alle persone che hanno perso un amico a quattro zampe per aiutare a elaborare questo lutto?
"Le amicizie sono qualcosa di importante. Molto spesso sento dire: "Era solo un cane", il punto fondamentale è che quando si costruisce un legame è normale provare delle emozioni. Non importa se si tratta di un cane o di un gatto, l'importante è l'empatia che viene generata da quel legame. A chi ha perso un amico a quattro zampe mi sento di dire che deve essere consapevole che la relazione non finisce. Quando qualcuno è stato in relazione con noi non è morto, non può morire. Tutte le persone, tutte le relazioni, amicizie, amori che ci portiamo dentro continuano a vivere dentro di noi. Questa, a mio avviso, è la migliore elaborazione del lutto. Magari si può dedicare tempo al congedo: che può essere la sepoltura o un rituale particolare, ognuno deve darsi i suoi tempi. Il punto centrale è capire che quello che resta la relazione e ciascuno vive dentro l'altro. È poi necessario trovare il modo di trasformare il vuoto in ricordo".

Roberto Marchesini
Il cane secondo me
Edizioni Sonda
Pag 184 - € 14

Vi consigliamo una ricetta veloce, facile da preparare e molto gustosa: Conchiglioni “Andalini”, zucchine, ragù di cozze e zeste di limone. Provatela per una cena con gli amici o un pasto sfizioso da gustare in famiglia.

Ricetta e Foto di Chiara Marando

Mercoledì 18 Gennaio 2017 -

Non sempre servono tanti ingredienti e ore di tempo per preparare un piatto perfetto per deliziare i vostri ospiti durante una cena casalinga, oppure rendere un po' più speciale il pasto di ogni giorno.

Provate questa ricetta che ho sperimentato qualche sera fa: Conchiglioni "Andalini" con zucchine, ragù di cozze e zeste di limone.

Diciamo che mi sono divertita ad utilizzare alcuni elementi che avevo in casa con l'idea di realizzare un condimento gustoso, da sposare con una pasta in grado di imprigionarlo ed esaltarne i sapori.

Ingredienti per 4 persone:

- 300 g di Conchiglioni “Andalini”

- 2 zucchine di medie dimensioni

- 1 limone

- 250 g di cozze sgusciate

- 1 scalogno

- Olio EVO

- Sale e pepe q.b

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 Preparazione:

Tritate lo scalogno e fatelo appassire in una padella antiaderente con un filo d'olio. Aggiungetevi le zucchine tagliate con la grattugia e fate cuocere con un pizzico di sale e pepe; mescolate in modo che non si attacchino e lasciatele cuocere fino a quando non si saranno ammorbidite.

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Nel frattempo, prendete la metà delle cozze e frullatele con un filo d'olio. Unite il ragù appena preparato alle zucchine mescolando in modo che i sapori si amalgamino, per poi aggiungere le restanti cozze intere.

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Cuocete a fuoco medio per qualche minuto. Infine, aiutandovi con il pelapatate, togliete la buccia dal limone, tagliatela in pezzettini finissimi ed unitela al condimento ancora sul fuoco, spruzzando anche qualche goccia di succo. Se necessario, aggiustate di sale e pepe.

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Fate cuocere la pasta in acqua bollente e salata per circa 10 minuti (rimarrà al dente); scolatela, unitela al composto di zucchine, cozze e limone e fate cuocere insieme il tutto per circa due minuti continuando a mescolare.

Servite e completate il piatto con un filo di olio a crudo.

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Martedì, 17 Gennaio 2017 12:20

A Sassuolo al via "Nonni in rete"

Al via "nonni in rete" il progetto di alfabetizzazione digitale promosso da Poste italiane e mondo digitale. Il corso di formazione che ha preso il via nelle aule informatiche dell'IIS Alessandro Volta a Sassuolo, prima città della provincia di Modena ad accogliere il progetto.

Modena, 17 gennaio 2017

Si chiama "Nonni in Rete. Tutti giovani alle Poste" il corso di formazione che ha preso il via ieri (16 gennaio) nelle aule informatiche dell'IIS Alessandro Volta a Sassuolo, prima città della provincia di Modena ad accogliere il progetto, al quale hanno aderito 18 partecipanti sassolesi.
Il programma prevede 15 lezioni della durata di due ore ciascuna, tenute da un docente affiancato da 27 studenti, che forniranno agli anziani le competenze necessarie per utilizzare le nuove tecnologie. Con questo programma di alfabetizzazione digitale Poste Italiane sottolinea anche il contributo vincente dei giovani nel combattere l'esclusione sociale e tecnologica degli italiani over 65.
Il progetto gratuito di alfabetizzazione digitale è promosso da Poste Italiane e Fondazione Mondo Digitale, per insegnare ai più anziani l'uso di Internet e introdurli alla cultura digitale.
Punto di forza di "Nonni in Rete" è l'alleanza strategica tra Poste, sensibile alla sfida delle pari opportunità di accesso ai nuovi servizi, Fondazione Mondo Digitale, impegnata nella diffusione delle nuove tecnologie tra le fasce più deboli della popolazione, e la scuola, la più grande infrastruttura sociale del paese. Insieme hanno deciso di aiutare i cittadini più anziani a familiarizzare con gli strumenti telematici e i servizi di e-gov. L'iniziativa, che promuove la vita attiva della terza età e agevola l'inclusione dei cittadini nelle trasformazioni dell''economia digitale, valorizza il contributo vincente dei giovani per combattere l'esclusione sociale e tecnologica degli italiani ultrasessantacinquenni e ridurre il divario digitale intergenerazionale.

(Fonte: Poste Italiane)

Continuando con le nostra proposte dedicate al benessere, ecco per voi una appetitosissima e salutare ricetta di Ilaria Bertinelli, assolutamente da non perdere. Enjoy!

Di Ilaria Bertinelli e di Cecilia Novembri

Le polpettine di soia sono un'idea perfetta per chi desidera accontentare il gusto con un piatto leggero soprattutto dopo un periodo di impegnative mangiate come quelle delle feste natalizie appena concluse.

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Per vari motivi questa ricetta è molto versatile, per esempio può essere preparata in anticipo, si può consumare come finger food e in qualsiasi portata ed è ideale per chi ha problemi di glutine (scegliendo un pangrattato senza glutine, identificato dai due asterischi), chi è intollerante al lattosio, per gli amici vegetariani e vegani: mettono davvero d'accordo tutti quanti!

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Potete servire le polpettine accompagnate da un bel pinzimonio oppure semplicemente da salse o paté di verdure trattandole come un cracker: un veloce tuffo in una salsina e il boccone sarà semplicemente divino! Buon appetitoso weekend!

Ingredienti

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150 g soia gialla secca (da tenere in ammollo per 12 ore)
70 g cipolla
50 g olio extra vergine di oliva
40 g pangrattato**
40 g sedano
40 g carota
1 uovo
10 g prezzemolo
1 spicchio d'aglio
- 1 foglia d'alloro
- q.b. sale e pepe, salsa per accompagnare

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PREPARAZIONE

Scolare la soia lasciata in ammollo, lavarla, metterla in un tegame coperta di acqua con la foglia d'alloro e cuocerla per circa 90 minuti.
Nel frattempo, spuntare la carota e pelarla; pulire il sedano e privarlo dei filamenti; sbucciare le cipolle e tritare il tutto grossolanamente.
In un tegame con 2 cucchiai d'olio, fare appassire le verdure senza lasciarle colorire.

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Una volta cotta la soia, passarla al passaverdura, aggiungere gli ortaggi appassiti, il restante prezzemolo tritato, il pangrattato, un uovo, un pizzico di sale e pepe e amalgamare bene.
Con questo composto, formare delle polpettine rotonde e leggermente appiattite.
In una padella antiaderente, scaldare 3 cucchiai d'olio e farvi soffriggere le polpettine per qualche minuto rigirandole in modo che dorino leggermente.

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Servirle accompagnate da verdure fresche oppure da salse o paté di verdure come finger food.

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L'Abbinamento Vino

Le polpettine di soia con il sedano, le carote presentano una tendenza dolce, una buona sapidità e grazie al sedano e all'alloro anche una grande aromaticità.
Ottimo un PIGATO DELLA RIVIERA LIGURE che dona un ottimo equilibrio tra freschezza e morbidezza, una buona struttura e persistenza aromatica con un gradevolissimo finale di mandorla, dal colore da giallo paglierino scarico a giallo paglierino con riflessi tendenti al dorato e odore ampio, fruttato, fragrante, persistente, con netti sentori di pesca matura e miele, fiori freschi di campo e salvia, lievi sentori di muschio e resine boschive.

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CREDITS: fioridizucca.blogspot.com – mondodelgusto.it – cavolettidibruxelles.it – ricette.pourfemme.it – ricettedalmondo.it – insolitomenu.it – buttalapasta.it – naturasi.it – deabyday.tv – dreamstime.com – arredailverde.it – misya.info – benesserevillage.it – flickr.com – siciliancuisine.blogspot.com – cucchiaio.it – lascimmiacruda.info- che donna.it – svinando.com – gustoetradizione.eu – lavinium.com

Se vogliamo stupire i nostri ospiti con una cena impeccabile, potrete stupirli non solo con il giusto abbinamento piatti-vino, ma ancor più con alcuni innovativi attrezzi utili per la migliore presentazione del vostro vino selezionato.

di Cecilia Novembri

Per l'esigenza dei palati più raffinati da accompagnare la bontà e la ricercatezza dei piatti deve seguire di norma la scelta del vino in abbinamento perfetto!

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Anche la temperatura di servizio dovrà essere altrettanto impeccabile grazie ad un particolare termometro, prodotto Vacuvin costituito da una banda flessibile da posizionare direttamente intorno alla bottiglia e all'istante visualizza la temperatura del vino così da poter mantenere intatta la sua qualità, la perfetta vinificazione e il lavoro dell'enologo.

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Per bottiglie super preziose o per chi volesse tenere un vino tutto per sé c'è il tappo di sicurezza con combinazione.

Il Bottle Keylock un incredibile tappo: come una vera e propria cassaforte occorrerà conoscere la corretta sequenza giusta numerica per poter degustare il nettare di Bacco contenuto nelle bottiglia.

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Per evitare i fastidiosi residui di sughero che, con un'apertura maldestra, possono finire nel vino si può ricorrere al cavatappi elettrico Cvt-15 che permette una perfetta apertura sia per tappi di sughero che di silicone.
Ha la forma di un cilindro color acciaio spazzolato, con due bottoni di comando e la parte terminale che va sulle bottiglie trasparente che consente di ammirare il funzionamento.
L'apparecchio ha in dotazione la propria base di autoricarica. New majestic.

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Adesso sarete veramente pronti per una cena da veri esperti, cheers!

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Il Dipartimento di Scienze Economiche Unibo vince il concorso 
"Foscolo Europe Top-Up Fellowship" promosso da UniCredit & Universities Foundation
150.000 euro consentiranno al Dipartimento di Scienze economiche dell'Alma Mater di pubblicare un bando di selezione per un assegno di ricerca di durata triennale da assegnare ad uno studente di dottorato (PhD) al momento all'estero e intenzionato a lavorare in Italia.

Bologna, 11 gennaio 2017

Il Dipartimento di Scienze Economiche dell'Università di Bologna è il vincitore della seconda edizione del concorso Foscolo Europe Top-Up Fellowship, promosso da UniCredit & Universities Foundation, fondazione di UniCredit che sostiene studi e ricerche in ambito economico finanziario, con l'obiettivo di riattrarre e trattenere in Europa giovani ricercatori che si trovano attualmente all'estero.
L'iniziativa è rivolta ai migliori dipartimenti o istituti di ricerca nel campo dell'economia e della finanza - con sede in uno dei Paesi del perimetro UniCredit - che parteciperanno ai PhD job market 2016/2017, un appuntamento annuale che permette alle università di tutto il mondo di incontrare e selezionare i migliori giovani ricercatori in Economia e Finanza per offrire loro la possibilità di lavorare in Ateneo.
Grazie al Foscolo Europe Top-Up Fellowship, il Dipartimento di Scienze economiche dell'Alma Mater potrà contare su un fondo di 150mila euro da destinare ad un assegno di ricerca di durata triennale (50.000 euro/anno), rinnovabile. Un riconoscimento importante non solo dal punto di vista finanziario ma anche perché premia, per la prima volta in Italia, il dipartimento di un'università pubblica.

UniCredit & Universities è la Fondazione di UniCredit che sostiene studi e ricerche volte ad approfondire la conoscenza delle discipline economiche, giuridiche e bancarie, conferendo annualmente borse di studio e assegni di ricerca in tali ambiti. La Fondazione opera su una dimensione europea, rivolgendo le proprie iniziative agli studenti e ricercatori dei Paesi di operatività del Gruppo.

 

 

 

 

1390 cani appartenenti a più di 200 differenti razze. Sul gradino più alto del podio un boxer tigrato di 26 mesi, al secondo posto la Yorkshire Terrier Qoccle's Welcome Emira. Terza posizione per il levriero Whippet Siprex Noah.

Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi

MODENA - Sono andata alla XXV edizione dell'Esposizione Internazionale Canina perché mi piacciono i cani. Li amo, li trovo irresistibili. Anche se ho sempre preferito avere accanto dei meticci adottati da canili e associazioni di volontariato, è innegabile che ci siano esemplari di razza che spiccano per bellezza e perfezione genetica, destinati a fare incetta di premi e generare figli dal pedigree blasonato. Andare a un'esposizione canina è un po' come recarsi alla Settimana della Moda, tra toelettatori impegnati a spazzolare, lucidare ed acconciare pelosi più o meno refrattari o rassegnati e proprietari orgogliosi dei loro pelosi. Ben 1390 gli esemplari presenti, appartenenti a 200 razze diverse, dai minuscoli pinscher ai giganteschi alani. Fornita la rappresentanza dei cani nordici, dai Siberian Husky dagli occhi di ghiaccio agli Alaskan Malamute, dai tranquilli Akita Inu alle loro versioni in miniatura, gli Shiba Inu. Tra le razze meno note, l'Irish Wolfhound, un levriero che, con i suoi 80 centimetri al garrese è la razza più grande in circolazione. Poco diffuso in Italia anche il Chesapeake Bay Retrivier, un Golden Retrivier americano dal pelo riccio. Una rarità che ha fatto registrare appena dieci nascite nel 2015.

Esposizione Internazionale Canina Modenafiere razze cani3 

Esposizione Internazionale Canina Modenafiere razze cani4

Tanti i curiosi e gli appassionati che hanno visitato i padiglioni di Modena Fiere nel giorno dell'Epifania per ammirare gli esemplati in gara. E i cani? Quello che mi ha colpito di più, oltre a constatare l'affetto dei loro proprietari nei confronti di questi pelosi, è stato vedere quanto alcuni di loro fossero orgogliosi di fregiarsi della loro bellezza o prestanza, esattamente come le modelle inarrivabili che si invidiano sulle riviste patinate o gli sportivi che si vantano del loro fisico. Se per il mio meticcio essere spazzolato, giusto per togliere i nodi, è una vera e propria tortura, ho visto maltesi, yorkshire terrier, shitzu e barboncini rimanere immobili e alteri mentre i toelettatori li trasformavano in superstar. Qualcuno si addormentava sfinito nei comodissimi box, oppure puntava il panino o il borlengo dell'incauto visitatore, che credendo di fare un gesto carino, provava ad allungarne un pezzetto al peloso dallo sguardo supplicante, salvo attirarsene uno fulminante dal proprietario. "Il lardo al mio cane? Orrore! Lui mangia solo crocchette galattiche formulate per garantirgli le migliori performance...".

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Alla fine, a spuntarla su tutti gli altri concorrenti è stato Cosmo, uno splendido esemplare di Boxer Tigrato di 26 mesi dell'allevamento Casa Bartolini di Pontedera (PI). A lui è andato il titolo di Best in Show della XXV edizione dell'Esposizione Internazionale Canina, organizzata dal Gruppo Cinofilo Modenese ENCI. Secondo posto per Qoccle's Welcome Emira una piccola Yorkshire Terrier. Sul terzo gradino del podio è salito invece il levriero Whipper Siprex Noah.

Non poteva mancare la solidarietà. La "Mostra Speciale" che prevedeva particolari riconoscimenti per categorie specifiche, ha assegnato premi alimentari, offerti da Mediolanum Banca sede di Modena, Monteré e Salumificio Ferrari Erio, provenienti dalle zone dell'Italia centrale colpite dal sisma, come le lenticchie e i prosciutti di Norcia.

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Tutte le foto a fondo pagina

Un Ipad al posto del piatto: questa è l'idea con cui il Ristorante tristellato “Quince” di San Francisco presenta il suo “A dog in Search of Gold”, ovvero bocconcini di tartufo bianco, con un bucolico sfondo di cani che giocano in un prato.

Di Chiara Marando -

Sabato 07 Gennaio 2017 -

Che la tecnologia sia ormai diventata parte integrante della nostra vita, anzi per molti la vita stessa, è cosa ormai nota, ma che potesse addirittura entrare a piedi pari nella “mise en table” di un ristorante rinomato, questo no.

Invece, la realtà supera la fantasia e lo dimostra il “Quince” di San Francisco, ristorante con ben tre stelle Michelin che porta in tavola da 13 anni una scelta stilistica e culinaria consolidata, estremamente raffinata e di impatto. Ma il menù andava aggiornato, almeno così pensa lo chef Micheal Tusk : “sono più di vent'anni che vivo a San Francisco, conosco e ho vissuto il boom tecnologico – spiega Tusk - voglio combinare l’alta cucina con la tecnologia e anche un po’ di cultura”.

Come a deciso di farlo? Provate ad ordinare la portata “A dog in Search of Gold”, ovvero un cane in cerca d’oro, piatto servito su iPad, dentro uno speciale box di legno fatto a mano da un artigiano, che propone bocconcini di tartufo bianco con un bucolico sfondo di cani che giocano in un prato.

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Inutile dire che non sono mancate le critiche ed i dubbi di chi storce il naso davanti a questa idea eccentrica, ma soprattutto pensando all'igiene degli alimenti. Una tematica che è lo chef stesso ad affrontare: gli Ipad vengono disinfettati rispettando le norme igieniche vigenti, inoltre lo schermo è protetto da una guaina atossica che, una volta utilizzata, viene rimossa.

Ma quella del Quince non è la prima esperienza in tal senso. Nel Regno Unito, infatti, altri locali avevano fatto da pionieri, ed anche il ristorante spagnolo Arzak, 3 stelle Michelin, ha servito le proprie pietanze su iPad per qualche anno.

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Stranezze a parte, il menù proposto dallo chef Tusk è veramente un inno alla cucina d'eccellenza con piatti estremamente curati nei dettagli, in un gioco di ingredienti che spaziano tra mare e terra passando per culture anche lontane e materie prime eccellenti come il caviale e le aragoste migliori. Tra le proposte anche un omaggio alla bontà italiana con i Fagottini alla fonduta, realizzati con fontina della Valle D'Aosta e tartufo bianco d'Alba.

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Stagione di danza 2016-2017 - Il Lago dei Cigni di Pëtr Il'ic Cajkovskij in scena al Teatro Municipale di Piacenza domenica 8 gennaio alle ore 16.

Piacenza, 6 gennaio 2016

Il nuovo anno si apre con il balletto classico per antonomasia, Il lago dei cigni di Pëtr Il'ic Cajkovskij che sarà in scena al Teatro Municipale di Piacenza domenica 8 gennaio alle ore 16 nell'ambito della Stagione di Danza 2016-2017 della Fondazione Teatri. Proposto nella intensa versione del Balletto di Maribor, Il Lago dei cigni è considerato il balletto più amato del grande repertorio classico, quasi il simbolo e l'icona del balletto stesso e la poetica e struggente musica di Cajkovskij lo rende indimenticabile. Un titolo di danza immortale che a Piacenza sarà affidato alle coreografie di Valerij Kovtun ispirate a quelle originali di Marius Petipa e Lev Ivanov.

Il Balletto di Maribor (già ospite a Piacenza con lo spettacolo Giselle la scorsa stagione), la principale compagnia di balletto della Slovenia istituzionalizzata negli anni '40 del '900, produce due nuovi spettacoli all'anno oltre a un repertorio che comprende una varietà di titoli classici e contemporanei. Alla direzione del Balletto di Maribor si sono susseguiti coreografi e danzatori, uno dei più influenti è stato Iko Otrin che ha diretto la compagnia per lungo tempo, seguito da Edi Dežman e Liljana Keča Rošker. Nel 2003 il ballerino e coreografo Edward Clug assume la direzione della compagnia che si è esibita nei maggiori Festival internazionali, tra questi: Jacob's Pillow Dance Festival (USA), The Stars of the white nights Festival, al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Festival of Firsts di Pittsburgh, Arts Festival di Singapore, Biarritz Festival in Francia, Dance Festival di Tel Aviv, Sintra Festival in Portogallo,Festival Des Arts de Saint-Sauveur (Canada) e l'International Dance Festival di Seul (Corea).
Il lago dei cigni è una nuova produzione del 2015, di stampo tradizionale e basata sulla versione originale ottocentesca. Čajkovskij scrisse la musica nel 1876 per il Balletto Imperiale di San Pietroburgo interpretando la favola della bellissima principessa Odette, tramutata in cigno per aver rifiutato le attenzioni del mago Rothbart e dalla cui maledizione solo l'amore di un principe potrà salvarla.
Ancora una volta, quindi, una Stagione – quella proposta dalla Fondazione Teatri di Piacenza – che guarda oltre confine con un'attenzione particolare alla danza e che, anche in questi primi giorni del nuovo anno, accoglie un titolo della classicità incontrando i gusti di un appassionato e fedele pubblico.

ARGOMENTO

ATTO PRIMO - Alla corte reale di una terra lontana, si sta svolgendo una grande festa in onore del compleanno del Principe Siegfried. I festeggiamenti vengono interrotti dalla madre di Siegfried, la Regina, la quale sostiene che il figlio deve prendere moglie. Annuncia un ballo per la sera seguente e invita molte principesse dall'estero, una delle quali diventerà la moglie di Siegfried.
La Regina va via, il giullare intrattiene gli invitati, il tutore osserva l'allegra compagnia. Preoccupato dall'idea di non innamorarsi, il Principe resta solo e vaga nel parco del castello.
All'improvviso, scorge in cielo uno stormo di cigni e decide di andare a caccia. Nonostante il tutore cerchi di trattenerlo, il Principe afferra balestra e frecce e corre nella foresta.

ATTO SECONDO - In riva al lago, Siegfried vede di nuovo lo stormo di cigni. Con grande sorpresa del Principe, gli uccelli si trasformano in splendide fanciulle. Le fanciulle–cigno gli si avvicinano e la loro Regina, Odette gli rivela il loro segreto: sono vittime dell'incantesimo dello stregone Rothbart. Assumono forma umana solo di notte. Siegfried decide di aiutare le fanciulle a liberarsi dal maleficio, ma Odette gli spiega che solo la promessa di un amore eterno può rompere l'incantesimo. Siegfried è abbagliato dalla bellezza e dalla grazia di Odette. Le dichiara subito il suo amore e la invita a presentarsi al ballo, la presenterà a sua madre e agli invitati come sua fidanzata. Odette è molto colpita dalla sua proposta, ma non può accettare l'invito perché l'incantesimo le proibisce di apparire in pubblico con le sue sembianze. Se lasciasse le sue compagne, Rothbart sicuramente farà loro del male. Odette e Siegfried trascorrono la notte assieme ignorando del tutto che Rothbart li stesse spiando, complottando contro il Principe. Quando il Principe va via, le fanciulle riprendono le sembianze di cigno e volano via.

ATTO TERZO - A corte, tutto è pronto per il gran ballo a cui parteciperanno ospiti illustri da tutto il mondo. Le principesse straniere vengono presentate a Siegfried; si esibiscono una dopo l'altra nelle loro danze, si susseguono così la danza spagnola, la tarantella napoletana, la ciarda ungherese e la mazurka polacca. Sulle note di un Valzer, tutte le principesse si uniscono attorno a Siegfried, in modo che lui possa scegliere la sua future moglie. In realtà, il Principe le rifiuta tutte: il suo cuore e i suoi pensieri appartengono ad Odette. Squilli di tromba annunciano l'arrivo di un ospite misterioso accompagnato da una ragazza vestita di nero. La ragazza assomiglia ad Odette, ma in realtà è Odile, la figlia di Rothbart. Suo padre le ha ordinato di conquistare il cuore del Principe, in modo da impedirgli di mantenere la promessa fatta ad Odette. Siegfried crede di avere davanti la bella principessa-cigno, che in qualche modo fosse sfuggita all'incantesimo di Rothbart per andare al ballo e essere presentata alla Regina come la fidanzata del Principe. La danza e la grazia di Odile conquistano il cuore di Siegfried, e il Principe l'annuncia come la sua futura moglie. A quel punto, Rothbart rivela la vera identità di sua figlia. Siegfried, colpito dall'inganno dello stregone, ha una visione in cui Odette è destinata a morire per colpa del suo tradimento. Disperato, il Principe si precipita in riva al lago per ritrovare la sua amata fanciulla-cigno.

ATTO QUARTO - Rothbart cerca Odette. I cigni lamentano il loro tragico destino. Odette si unisce a loro e racconta i recenti fatti avvenuti al castello. Non ha nessuna speranza che Siegfried possa rompere l'incantesimo. Siegfried, disperato, raggiunge le sponde del lago, dove trova Odette e gli altri cigni. Il Principe cerca di spiegare ad Odette che è stato ingannato da Rothbart, e la supplica di perdonarlo. Odette capisce che i sentimenti del Principe sono sinceri e lo perdona. In quel momento, Rothbart scatena una tempesta per separare i due innamorati, ma il loro amore è più forte della sua magia nera. Rothbart è sconfitto e ora il sole splende tra le nuvole. Odette e Siegfried hanno rotto l'incantesimo con il loro amore, e finalmente trovano la felicità, insieme alle altre fanciulle-cigno salvate dall'incantesimo.

Per info e biglietti è possibile rivolgersi alla biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza, in via Verdi 41, al numero di telefono 0523.492251 o al fax 0523.320365 o all'indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sara Bosi e Massimiliano Prandini sono gli autori del primo volume di una serie che ha come filo conduttore il viaggiatore Murgo il Ramingo. Questa prima avventura è ambientata nella immaginaria Città del Sole, dove i destini della giovane principessa Amber e dell'esploratore Dammar stanno per incrociarsi.

Di Manuela Fiorini

MODENA –

Una trama coinvolgente, personaggi dalla personalità spiccata e ben definita, ai quali è impossibile non affezionarsi. E, a fare da sfondo alla vicenda, l'immaginaria Città del Sole, che le descrizioni puntuali e "visive" rendono ancora più concreta di una città reale. Tutt'attorno, il deserto, con le sue regole spietate, i suoi riti e i suoi miti. C'è tutto questo e molto altro nel fantasy "Il Serpente di Fuoco", scritto a quattro mani dagli autori modenesi Sara Bosi e Massimiliano Prandini, pubblicato da Delos Books. I protagonisti sono la giovane principessa Amber, dal carattere ribelle e razionale, che prende le distanze dalle tradizioni religiose e dai riti iniziatici del Popolo del Sole, una civiltà evoluta che vive nel deserto, grazie a una fonte di acqua e che rigetta la violenza, e Dammar, un esploratore che ha il compito di controllare i confini del deserto, ma che in segreto stringe amicizia con il popolo dei Koikoi. I loro destini sono destinati a incrociarsi quando la sorgente che rifornisce la città è sul punto di esaurirsi. Secondo la leggenda, sono necessari un sacrificio di sangue e un assassino: il sangue del primo farà sgorgare l'acqua e la punizione del secondo terrà in vita la sorgente per i prossimi mille anni. Ma per resistere ai tormenti che lo attendono, l'assassino deve essere vestito con la pelle del Serpente di Fuoco, un animale mitico che nessuno a memoria d'uomo ha mai visto.

In questa intervista doppia, ci siamo fatti raccontare dagli autori come si scrive un libro a quattro mani e svelare qualche segreto sul romanzo.

Sara Bosi e Massimiliano  Prandini

Due autori, un solo romanzo. Come vi siete divisi i ruoli?

MAX: Direi che per scrivere a quattro mani ognuno ha il suo metodo e che in parte dipenda anche dalla struttura del libro in sé. Forti della passata esperienza del laboratorio Xomegap in cui scrivevamo a dieci mani direi che scrivere il Serpente di Fuoco è stato particolarmente facile. Inoltre, siccome la cosa più difficile dello scrivere insieme è far quadrare i dettagli, siamo stati facilitati dal fatto che per la maggior parte del romanzo i due personaggi principali sono separati e si muovono in ambienti distinti.

SARA: Rispetto ai ruoli abbiamo gestito un personaggio a testa e assegnato a ciascuno una delle altre due parti che compongono il romanzo, cioè la storia "cornice" e le pagine del diario di Murgo il Ramingo. Siccome il nucleo primario della storia l'aveva pensato Max e ruotava attorno ad Amber, lui ha scritto i capitoli della principessa, io invece quelli di Dammar.

La vicenda si svolge a Città del Sole, città immaginaria situata nel deserto. Tuttavia, nella ritualità, nelle figure di governo e nella religione si possono notare alcuni spunti "reali. A ce cosa vi siete ispirati?

SARA: La parte realistica del mondo attraverso cui viaggia Murgo in questo romanzo è quella che riguarda il popolo dei Koikoi, quello che Dammar incontra al di fuori di Città del Sole. Trattandosi dell'Africa meridionale, nello specifico del deserto del Namib, per scrivere di loro ci siamo documentati sulla popolazione dei Boscimani. Città del Sole invece è nata da una serie di reminiscenze storiche, narrative e da suggestioni personali che ognuno dei due ha inserito per renderla il più possibile vera e credibile per i lettori.

MAX: Data la mia formazione il mio spunto è stato più "ecologico", per così dire, che storico. In un magnifico libro intitolato "Collasso" Jared Diamond spiega la scomparsa di alcune civiltà attraverso l'esaurirsi delle loro risorse primarie, mi solleticava l'idea di scrivere una storia su questo tema.

Amber e Dammar sono personaggi molto bene delineati e approfonditi. Lei è la principessa, lui un esploratore, apparentemente non hanno nulla in comune, eppure il destino li metterà sulla stessa strada, di sacrificio e sofferenza. Come avete sviluppato questi due personaggi?

SARA: All'inizio Amber era l'unico personaggio che esisteva da subito; Max nel brano iniziale di quello che doveva essere un racconto, l'aveva già dotata di una sua spiccata personalità. Quando abbiamo iniziato a lavorare al romanzo e diviso i ruoli quindi lui ha continuato a lavorare su quello che era già il suo personaggio, mentre io ho iniziato a dare vita a Dammar, plasmandolo sull'ambiente selvaggio e molto drammatico in cui si trova a vivere e lavorare. Non ci siamo accordati particolarmente sulle caratteristiche che dovevano possedere; sapevamo da subito dove li avrebbe portati la storia, ma ci siamo lasciati la libertà di crearli nel modo che a ciascuno risultasse più congeniale e coerente.

Nel romanzo compaiono di tanto in tanto le considerazioni di Murgo il Ramingo, che però nella storia non compare mai. Chi è Murgo il Ramingo?

MAX: Murgo il Ramingo è un viaggiatore, o un esploratore, se vogliamo. Ma è anche uno studioso, il suo approccio ai popoli ha qualcosa dell'antropologo o dell'etnografo, ai tempi in cui queste materie però non erano ancora state formalizzate. In questo libro la cosa non emerge granché, ma si capirà meglio nei prossimi che ci troviamo in una sorta di "Terra alternativa", per cui è difficile dare alle nostre storie una collocazione temporale, ma potremmo pensare che Murgo viva in un tempo che si trova al confine tra l'età moderna e quella contemporanea. Potremmo anche pensare che "Le cronache di Murgo il Ramingo" diventeranno, nel futuro di questo nostro passato alternativo, uno dei testi fondativi dell'antropologia o dell'etnografia. Sempre che ad un certo punto, per qualche motivo imperscrutabile, non vada per sempre perduto.

Il romanzo è concepito come il primo di una serie. Nei prossimi libri troveremo qualcuno dei protagonisti del "Serpente di Fuoco"?

MAX: Nessuno a parte Murgo. Il nostro desiderio è quello di creare una sorta di "collana" in cui i romanzi siano completamente autoconclusivi e leggibili in qualsiasi ordine perciò, almeno in questa fase del progetto, saranno tutti ben separati tra di loro anche a livello di personaggi.

SARA: Murgo ci porterà in giro per il suo mondo alternativo e seguendo lui conosceremo le storie di personaggi lontani fra loro, nello spazio e nel tempo. Dopo tante saghe per cui dover penare ogni volta in attesa del volume successivo volevamo proporre qualcosa di diverso, libri in cui perdersi per un ragionevole lasso di tempo, storie sempre nuove per poter vivere ogni volta quel delizioso brivido che prende quando si sta per iniziare una nuova avventura.

romanzoSerpente Fuoco librofantasy

SCHEDA DEL LIBRO

Sara Bosi – Massimiliano Prandini
Il Serpente di Fuoco
Delos Books – pag 168, 12 euro

GLI AUTORI
Massimiliano Prandini e Sara Bosi lavorano insieme dal 2005, quando hanno fondato il laboratorio Xomegap insieme a Marcello Ventilati, Gabriele Sorrentino e Simone Covili. Insieme al collettivo hanno pubblicato due antologie: "Xomegap: Diciotto racconti di sogni e d'ombra" con Il Foglio e "Mutazioni" con Giulio Perrone), alcuni e-book e la saga fantasy di Finisterra pubblicata da Edizioni Domino ("Le sorgenti del Dumrak" nel 2011; "Il risveglio degli Obliati" nel 2012; "L'Ultimo Eroe" nel 2014) che ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il "Marchio microeditoria di qualità" del comune di Chiari e due Premi Cittadella. Insieme Massimiliano e Sara hanno sceneggiato due cortometraggi: "Amygdala" e "Il ritorno del fantastico Gibian", finalista al Nonantola Film Festival del 2011. Come singoli hanno pubblicato diversi racconti in antologie di autori vari. Massimiliano nel 2010 ha pubblicato, sotto licenza Creative Commons, un'antologia di racconti orrorifici intitolata "Bestiario Stravagante" con le edizioni Damster
Potete seguirli anche sul blog www.mekbuda.it 

Mercoledì, 04 Gennaio 2017 12:10

Parma rendere omaggio a Guido Picelli

"Sulle barricate della libertà 1937 – 2017": ottantesimo della morte di Guido Picelli. Oggi e domani una due giorni di eventi a Parma patrocinati dal Comune. 

Parma

Ricorre l'80° anniversario della morte di Guido Picelli e Parma si appresta a rendergli omaggio con una due giornate, il 4 ed il 5 gennaio, contrassegnata da una serie di eventi a cura di: Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna, Anpi provinciale Parma, Anppia, Centro Studi Movimenti Parma, Cgil Parma, con il patrocinio di Comune di Parma, Provincia di Parma, Regione Emilia Romagna, Camera de Deputati e Iren.

"Sulle barricate della libertà, 1937 - 2017" è il titolo della due giorni in programma mercoledì 4 gennaio e giovedì 5 gennaio.

Mercoledì 4 gennaio, nella Sala del Consiglio comunale, nel Palazzo del Municipio, alle ore 17, è in programma l'incontro delle delegazioni di Barcellona, Guadalajara, Madrid e Mirabueno con le associazioni antifasciste e le autorità di Parma, Regione Emilia Romagna e Camera dei Deputati.

Sempre mercoledì 4, alla Casa della Musica, nella sala dei concerti (primo piano), in piazzale San Francesco, alle ore 21.00, "Barricaderos Antifascisti parmigiani alla guerra di Spagna", seminario internazionale di studi con interventi di Pedro Garcia Bilbao, Carlos Vallejo; Calderon e Marco Severo; A cura del Centro studi movimenti, con il Patrocinio di Regione Emilia Romagna e Comune di Parma.

Giovedì 5 gennaio, in Piazza Picelli, alle ore 10.30, Commemorazione di Guido Picelli, a cura di Anppia, Anpi, Alpi, Apc, Aned, Aicvas, Cgil-Camera del Lavoro territoriale di Parma e Comitato antifascista per la memoria storica, in collaborazione con il Comune e la Provincia di Parma. Partecipano le delegazioni di Barcellona, Guadalajara, Madrid e Mirabueno, l'Associazione degli Amici delle Brigate internazionali, l'Associazione degli ex prigionieri politici del franchismo, il Foro nazionale della memoria - Foro di Guadalajara, le Commissioni operaie di Catalogna e il Memoriale democratico del Governo di Catalogna.

Sempre giovedì 5 gennaio, in Borgo del Naviglio, alle 17, piazzetta de L'avèrta, "La città dei sovversivi", visita guidata ai luoghi dell'antifascismo popolare, a cura del Centro Studi e Movimenti.

(Fonte: Comune di Parma)

L'Istituto Agrario-Alberghiero "Raineri - Marcora" è composto di tre ordini di scuola in cui tutta la filiera agroalimentare è presente con un istituto tecnico, professionale agrario e alberghiero.

Piacenza, 3 gennaio 2017

I giovani parmensi che desiderano avere un futuro nel food e nella filiera agroalimentare, hanno un'opportunità importante che lo Stato mette loro a disposizione: l'Istituto Agrario-Alberghiero "Raineri - Marcora" è composto di tre ordini di scuola in cui tutta la filiera agroalimentare è presente con un istituto tecnico, professionale agrario e alberghiero a Piacenza, sedi coordinate a Castel San Giovanni, Cortemaggiore e una succursale nella Casa Circondariale.

La centralità dell'azienda agraria nell'azione didattica del Campus Agroalimentare è sempre più strategica, essa fornisce supporto didattico ai diversi indirizzi di studio, possibilità di vivere esperienze concrete in azienda e opportunità di stage per l'alternanza scuola-lavoro. L'azienda con superficie di circa 26 ettari, dispone dei seguenti comparti produttivi: stalla da latte, coltivazioni biologiche di pieno campo, serre, orti, cantina. L'azienda ha un marcato indirizzo zootecnico. La stalla ospita una mandria di bovine da latte di razza Frisona Italiana con qualche soggetto di razza Bruna e di razza Jersey per un totale di 32 soggetti in lattazione oltre alla relativa rimonta per un totale di 70 capi. Dall'1 gennaio il latte sarà certificato BIO. La sala di mungitura di recente istallazione è un impianto all'avanguardia e l'introduzione del podometro per il rilevamento di dati (produzione latte, calori ecc.) servirà per bene valutare un'efficiente gestione della mandria sia per incrementare gli strumenti didattici. I terreni dell'azienda sono certificati per le coltivazioni biologiche, i cereali biologici sono destinati alla filiera agroalimentare del Consorzio Terre Padane, il foraggio biologico è destinato all'alimentazione delle bovine da latte per la produzione di latte BIO. Le cinque serre climatizzate sono destinate alla produzione di fiori ornamentali, primaverili e stelle di Natale oltre a piante da orto. Questo comparto insieme con orto e frutteto oltre a dare buoni risultati economici ben si prestano per i percorsi didattici di alternanza scuola lavoro. L'impianto sperimentale di un vigneto in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza consente esperienze didattiche produttive che si concretano nella produzione di vino nella cantina di Castel San Giovanni. Le tipologie di vino prodotte sono: Ortrugo, Gutturnio fermo e frizzante, passito, spumante. Inoltre, in preparazione all'attività di stage e tirocinio in aziende vitivinicole all'estero, la cantina consente esercitazioni agli studenti frequentanti il sesto anno di specializzazione in enotecnico. Infine i prodotti dell'azienda scolastica sono trasformati in piatti tipici piacentini nel ristorante didattico che da risalto alle linee produttive aziendali.

(Fonte: ufficio stampa Gilda degli Insegnanti Piacenza e Parma)

Sabato, 31 Dicembre 2016 12:06

La storia di come Peter divenne Pan

La rassegna natalizia del Comune di Felino si chiude in bellezza con lo spettacolo "Scoprendo Neverland", un musical per bambini e ragazzi a cura di "Legenda Musica". Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Comunale di Felino venerdì 6 gennaio alle ore 15,30 in occasione della festività dell'Epifania, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale.

"Come negli scorsi anni, anche quest'anno chiudiamo la rassegna natalizia comunale con uno spettacolo dedicato ai più giovani per invogliare i genitori e i nonni a festeggiare l'Epifania con i loro bambini e nipoti a teatro" afferma il Sindaco di Felino Elisa Leoni. "La cultura, l'arte e lo spettacolo – continua la Leoni - sono importanti occasioni di crescita, riflessione e condivisione sia per i giovani che per gli adulti. Spettacoli come quello che proponiamo a Felino sono l'occasione giusta per trascorrere un pomeriggio "diverso" con la propria famiglia e, per questo motivo, abbiamo cercato di creare le condizioni per rendere l'ingresso al cinema il più accessibile possibile".

"Scoprendo Neverland" è una storia senza tempo sul potere dell'immaginazione e sull'importanza di non diventare mai veramente adulti. Un adattamento esclusivo italiano di Emanuele Valla con coreografie di Rita Terenziani: in scena, una ventina di alunni del laboratorio "Legenda Musica" di Traversetolo.
Racconta la storia del drammaturgo J.M. Barrie, alla ricerca di un successo che possa salvare la sua carriera dal fallimento. Ritroverà l'ispirazione perduta incontrando la giovane vedova Sylvia ed i suoi quattro figli, George, Jack, Michael e Peter. Illuminato dalle esilaranti scorrerie dei ragazzi, Barrie evoca il magico mondo di Neverland (L'Isola Che Non C'è) e scrive una commedia pronta a spiazzare l'alta società di Londra, di quelle che il teatro non ha mai visto prima d'ora. È un rischio tremendo ma, come lo stesso Barrie scoprirà, se saprai credere potrai volare!

I biglietti saranno in vendita prima dello spettacolo al presso intero di € 5 e ridotto di € 3.

Scoprendo-Neverland peter pan teatro felino

(Fonte: Comune di Felino)

È un ex allievo della Scuola Alberghiera e di Ristorazione di Serramazzoni: prima stella Michelin per il modenese Valentino Cassanelli ed il suo ristorante Lux Lucis di Forte dei Marmi.

Di CM -

Lunedì 26 Dicembre 2016 -

L'11 dicembre ha compiuto 32 anni, è cresciuto a Spilamberto ed ha sviluppato e maturato la sua passione per la cucina nella Scuola Alberghiera e di Ristorazione di Serramazzoni: lui è Valentino Cassanelli, lo chef del ristorante “Lux Lucis” di Forte dei Marmi.

Ed è proprio qui che ha conquistato per il 2017 la prima stella Michelin della sua carriera, che si prospetta essere lunga e ricca di soddisfazioni.

«Ricordiamo Valentino come un allievo brillante e talentuoso – commenta il direttore della Scuola Alberghiera di Serramazzoni Giuseppe SchipanoI suoi successi non ci sorprendono, anzi li sentiamo un po’ anche nostri. Da noi ha appreso le nozioni basilari che ha poi saputo sviluppare e perfezionare».

Lo stretto legame con l'arte culinaria ed il desiderio di accrescere le sue conoscenze sull'argomento è vivo fin dalla prima infanzia, quando la nonna gli ha insegnato a chiudere i tortellini e tagliare le tagliatelle.

Dopo aver frequentato la Scuola Alberghiera di Serramazzoni, all’età di 17 anni è volato a Londra per lavorare prima alla “Locanda Locatelli”, poi da “Nobu”, tempio della cucina fusion. Il rientro in Italia coincide con la sua esperienza nel ristorante di Carlo Cracco, che nel febbraio 2012 lo porta dal “Principe”, uno degli hotel più prestigiosi di Forte dei Marmi.

Il 2012 è un anno importante per Cassanelli che crea e apre il ristorante Lux Lucis, il locale dove tradizione e modernità si fondono in proposte enogastronomiche originali, curate ed equilibrate.

Miglior chef della Versilia per il 2014, nel 2015 si aggiudica il prestigioso premio Guida Touring “Top di Domani”. La consacrazione definitiva arriva con la stella Michelin 2017 attribuita appunto al Lux Lucis, già premio Touring Club come "Cucina d'autore" nella guida "Alberghi e Ristoranti d'Italia 2016 e 2017" e premio~Gatti Massobrio il "Faccino Radioso 2017" destinato alle migliori tavole della guida.

 

Sabato, 24 Dicembre 2016 10:02

Ad ogni regione il suo dolce di Natale

La bellezza, l'originalità e la vitalità culturale dell'Italia si riconosce anche e soprattutto dalle sue tradizioni gastronomiche: ecco un breve giro alla scoperta dei dolci natalizi regionali

Di Chiara Marando -

Sabato 24 Dicembre 2016 -

La bellezza, l'originalità e la vitalità culturale dell'Italia si riconosce anche e soprattutto dalle sue tradizioni gastronomiche che caratterizzano ogni regione, ne raccontano le radici, le materie prime e la voglia di condividere il piacere della tavola. Soprattutto a Natale.

Ed effettivamente, quale migliore momento se non le festività natalizie per trascorrere dei momenti piacevoli gustando le ottime specialità che ogni famiglia si tramanda di generazione in generazione?

Proviamo a fare un piccolo viaggio tra queste delizie che rappresentano i dolci perfetti per il 25 dicembre.

Cominciamo con la Lombardia ed il suo classico Panettone, ovvero il tipico dolce natalizio di Milano. La ricetta per realizzarlo è veramente semplice, a fare la differenza sono i tocchi personali, gli ingredienti di alta qualità e la giusta lievitazione: si prepara unendo uova, latte, farina e zucchero e si attende un'intera giornata perché il tutto lieviti a dovere.

Sempre in Lombardia, o meglio Valtellina, c'è la deliziosa Bisciola con le sue noci, l'uvetta e i fichi secchi che predominano nell'impasto.

bisciola val tellina

Trentino Alto Adige a Natale significa profumo di spezie, perfettamente interpretato dallo Zelten, ovvero il Pane fruttato, riccamente speziato, al cui interno trionfa la frutta secca.

zelten

Frutta secca anche nel Gubana, tipico del Friuli Venezia Giulia, che si completa con uvetta, amaretti e grappa.

Gubana

Il Veneto dice la sua con l'immancabile Pandoro originario di Verona, soffice, perfetto mangiato da solo e goloso servito con una crema chantilly, con la sua nota forma a stella.

Piemonte è Tronchetto di Natale, specialità energetica che si prepara con uova, burro, mascarpone, crema di marroni, brandy, panna e cioccolato. Insomma un peccato di gola irresistibile e supercalorico.

Nel Lazio spicca il Pangiallo, per la sua glassa di colore giallo, la cui origine pare risalga all'Impero Romano. Si usa prepararlo il giorno del solstizio d'inverno come buono auspicio per il ritorno delle giornate più lunghe e soleggiate.

Umbria e Abruzzo si dividono la tradizione del Parrozzo, il cui impasto è a base di semolino o, in alternativa, farina gialla o farina bianca con fecola, zucchero, mandorle tritate, essenza di mandorla amara, buccia di arancia o buccia limone per profumare, e ricoperto poi con cioccolato fondente.

Parrozzo abruzzo

Il Bostrengo viene dalle Marche. Nato come piatto povero del periodo natalizio, proprio perché l'impasto recupera il pane raffermo, cambia nome e ricetta di paese in paese. Ci sono però alcuni elementi che non devono mani mancare: noci, mandorle, fichi secchi, pane raffermo, frutta candita, uva sultanina e mosto cotto.

bostrengo

La Toscana è famosa per il suoi Ricciarelli, dolci a base di mandorla, vaniglia e cannella della tradizione senese. Ma anche per il Panoforte: mandorle, arance e cedri canditi ne sono gli elementi primari.

Il Panspeziale, o Certosino, è originario dell'Emilia Romagna, con una ricetta addirittura certificata e depositata in Camera di Commercio dal 2003. Gli ingredienti sono cioccolato, miele, frutta candita, pinoli, mostarda bolognese e burro. Anche in questo caso con le calorie e la bontà non scherziamo! Simile, ma ancora più nutriente per l'aggiunta di nocciole, arachidi, mandorle, ciliege candite e cognac, è il Panone di Natale, il dolce natalizio delle campagne bolognesi.

Panone bolognose

La Liguria porta in tavola il delizioso Pandolce, panini/focacce dolci, farciti con uva sultanina, zucca candita, pistacchi e pino.

pandolce ligure

Scendendo verso la Campania troviamo gli Struffoli, palline di pasta fritte, unite con miele e guarnite con zuccherini colorati. Una festa per gli occhi.

Struffoli

La Calabria celebra il Natale con i suoi Fichi Chini. La ricetta originale prevede che i fichi secchi vengano riempiti con con mandorle, noci, cioccolato e canditi, per poi essere sovrapposti a formare una Croce.

Grande festa anche in Puglia con il Panciotto, dolce monoporzione fatto di pastafrolla, farcito con crema pasticcera, e con le Cartellate, una sfoglia sottile dove a catturare l'attenzione è il profumo di anice, mosto cotto e cannella.

Cartellate al miele

Il Cubaita viene dalla Sicilia e prende il posto del torrone. Un croccante fatto con mandorle, sesamo, arance e miele. Poi ci sono i Buccellati, ciambelle di grandi o piccole dimensioni, con aromi di limone, arancia, cannella e vaniglia, ed ancora fichi secchi, mandorle, noci, nocciole e pistacchi. Insomma, tutto!

Buccellato 1

Infine, arriviamo in Sardegna con i Sebadas, un grande raviolo ripieno di pecorino e glassato con il pregiato miele di corbezzolo.

sebadas sardo

Poste Italiane rinnova la tradizione delle Letterine a Babbo Natale con una speciale attenzione alla multietnicità dei bambini. Un "inviato di Babbo Natale multietnico" per leggere le letterine scritte dai bimbi della scuola primaria in italiano o nella lingua di origine della propria famiglia.

Modena, 21 dicembre 2016

Le Festività sono alle porte e Poste Italiane rinnova la tradizione di raccogliere le letterine scritte dai bambini per esprimere i loro desideri, dare voce ai sogni e richiedere un dono da trovare sotto l'albero. A Modena sono stati i 71 alunni di tre classi II della scuola primaria San Giovanni Bosco ad affidare le loro buste contenenti disegni, pensieri o poesie a uno speciale "postino di Babbo Natale", alla presenza delle insegnanti, della responsabile Commerciale della Filiale di Modena Marzia Ganapini e della responsabile del Centro di Distribuzione di Viale delle Nazioni Adelfa Morini. Vista la numerosa presenza di bambini di etnia araba, l'operatore multilingue dell'ufficio postale di Modena 1 (Via Canaletto, 21), Houssem Trabelsi, ha letto alcune letterine scritte nella loro lingua di origine e ne ha tradotto simultaneamente altre dall'italiano.
Anche per questa diciottesima edizione Poste Italiane propone un gioco collegato all'iniziativa. Tutti i bambini che scrivono a Santa Claus riceveranno, assieme alla sua risposta, un gioco da montare e personalizzare con adesivi. Inoltre, scaricando l'app "Lino Freddolino", si potrà scegliere un vestito fantastico per il pupazzo di neve più freddoloso del Polo Nord. Sul sito www.linofreddolino.posteitaliane.it  si potrà infine dialogare con il simpatico vecchietto dalla barba bianca, amico di tutti i bambini del mondo.

(Fonte: Poste Italiane)

Un anno di risate con il nuovo calendario dei ragazzi di Io Parlo Parmigiano. Barzellette e aneddoti che vi faranno ridere ogni giorno. Il quartetto formato da Luca Conti, Mirko Vön Leraghi, Riccardo Montanini (in arte Rico) e Danilo Barozzi (in arte Baroz) ha fatto delle risate in salsa parmigiana un vero must. Da Sabato 12 Novembre, in tutte le edicole di Parma e provincia è possibile acquistare il nuovissimo Calendario 2017, creato in collaborazione con Gazzetta di Parma e Cagna & Benelli.

Foto di Francesca Bocchia

Io Parlo Parmigiano calendario 20171 

Io Parlo Parmigiano calendario 20172 

Io Parlo Parmigiano calendario 20173

 

Mercoledì, 21 Dicembre 2016 11:49

Donazione a Giocamico, nel ricordo di Andrea

Consegnati a Giocamico cinque mila euro, grazie alla solidarietà della ditta Natfood, che da Scandiano si mobilita a fianco dell'Associazione "Amici di Andrea" di Fidenza.

Parma, 21 dicembre 2016

Parte da Fidenza e passa per Scandiano la solidarietà a favore dell'Associazione Giocamico, che porta in Ospedale una donazione di cinque mila euro. A rendere concreto il gesto di solidarietà è la ditta Natfood di Scandiano produttrice di orzo e ginseng che, per il Natale 2016, sostituisce la strenna ai dipendenti con un assegno intestato all'associazione.
L'iniziativa è scaturita dalla mobilitazione dell'"Associazione amici di Andrea", voluta da Alessandro, papà del giovanissimo che ha trascorso quattro anni all'Ospedale dei bambini e che, assieme alla sua famiglia, ha toccato con mano il beneficio e il sollievo prodotto dalla presenza dei volontari in reparto. Lo spiega in modo chiaro Alessandro Cigala: "Arrivare in ospedale e sapere che ci sono i volontari che sostengono pazienti e famiglia ti fa sentire meno solo, di fronte al vuoto che la malattia genera".
Così l'esperienza difficile della famiglia Cigala ha contagiato la benevolenza di parenti e amici, fino a arrivare alla realtà produttiva di Scandiano, dove l'amico Francesco Romano, collaboratore di Natfood ha proposto la donazione. "Li abbiamo visti lavorare e solo osservare è bastato per capire quanto importante sia il loro ruolo - spiega Romano – Raccontare questa esperienza è bastato per mobilitare il titolare della ditta per cui lavoro". Si chiama Luciano Lochis, l'amministratore delegato di Natfood, e grazie alla sua determinazione e alla sua volontà il passa parola ha assunto la forma concreta di un assegno di beneficienza. "Quando mi è stata proposta la donazione, non ho avuto esitazione –dichiara risoluto Lochis – l'ho percepito come un invito che ho voluto subito raccogliere e del quale ringrazio i miei collaboratori e dipendenti".

(Fonte: ufficio stampa Azienda ospedaliero-universitaria di Parma)

La Provincia di Reggio Emilia conferma anche quest'anno il progetto che integra, anche a casa, l'attività degli insegnanti di sostegno. Tutte le 12 palestre di Reggio dotate dell'apparecchio salva-vita.

Reggio Emilia, 21 dicembre 2016

Anche in quest'anno scolastico la Provincia di Reggio Emilia riuscirà a garantire la prosecuzione del progetto Tutor, che ormai da una decina d'anni assicura un importante sostegno a favore degli studenti disabili. Lo farà – come hanno illustrato ieri mattina il presidente e la vicepresidente con delega all'Istruzione Giammaria Manghi e Ilenia Malavasi, insieme alla dirigente del Servizio Scuola Anna Campeol - attraverso uno stanziamento di circa 55.000 euro che permetterà di attivare una settantina di queste "preziose figure di coetanei, spesso universitari, che non sostituiscono gli educatori e soprattutto gli insegnanti di sostegno, ma integrano la loro attività a scuola e a casa contribuendo alla crescita degli studenti disabili".
"Una riproposizione non scontata, considerando le difficoltà finanziarie delle Province, di un progetto innovativo avviato da tempo ed al quale teniamo particolarmente, con il quale surroghiamo quanto dovrebbe fare lo Stato – ha sottolineato il presidente Giammaria Manghi – Qui in Emilia il rapporto tra alunni disabili e insegnanti di sostegno è ancora favorevole, ma comunque insufficiente, e da tempo sono gli enti i locali a sopperire: dai Comuni con gli educatori introdotti alla fine dello scorso millennio alle Province con progetti come il Tutor".

Nell'occasione, il presidente della Provincia di Reggio Emilia ha poi annunciato un altro importante sforzo prodotto da Palazzo Allende a favore delle scuole, che sarà particolarmente apprezzato anche dalle società sportive: "Abbiamo dotato tutte e 12 le palestre di scuole superiori della città di un defibrillatore, adeguandoci alla norma, ma soprattutto alla sostanza – ha detto Manghi – Si tratta infatti di uno strumento importantissimo per salvare, in caso di arresto cardiaco, la vita non solo di chi quotidianamente frequenta le nostre scuole, ma anche delle migliaia di giovani, e non solo, che dopo l'orario scolastico utilizzano le nostre palestre. Ovviamente spetterà ai singoli istituti far sì che i defibrillatori vengano correttamente posizionati, così come le società sportive che gestiscono le strutture dovranno provvedere agli opportuni corsi di formazione".

Queste le dodici palestre di Reggio Emilia dotate di defibrillatore: le 2 del liceo scientifico Moro, Zanelli, Filippo Re, Scaruffi-Levi-Tricolore (l'unica che ne era già dotata grazie a una donazione), Iti Nobili, Secchi e Matilde di Canossa al polo di via Makallè, liceo Ariosto-Spallanzani, Motti (Scuole Verdi) di via Cialdini, Galvani-Jodi e liceo Chierici.

Tornando ai Tutor, la vicepresidente Ilenia Malavasi ha ribadito come questo progetto confermi – al pari di quello attivato con il sostegno dell'Associazione italiana dislessia a favore degli studenti con disturbi specifici di apprendimento – "una volontà politica di grande attenzione verso la disabilità all'interno della scuola da parte di chi, come la Provincia, crede fermamente nel diritto allo studio e nelle pari opportunità". "Pur non avendo potuto coprire, per carenza di risorse, tutte le oltre 300 domande presentate dalle scuole, la settantina di tutor che potremo attivare garantiranno comunque un sostegno prezioso ad altrettanti ragazzi e alle loro famiglie", ha aggiunto Malavasi ricordando anche i "650mila euro di fondi ministeriali che la Provincia ha potuto da poco ripartire tra i Comuni, che ogni anno sostengono tra educatori e trasporti una spesa di ben 1,8 milioni a favore dei disabili".
Infine, la vicepresidente ha presentato l'ultima edizione della guida di Polaris, in distribuzione proprio in queste giorni nelle scuole medie, "strumento fondamentale per i circa cinquemila ragazzi che tra il 16 gennaio e il 6 febbraio dovranno iscriversi alle superiori, che avranno così modo di valutare la ricca offerta formativa delle nostre scuole per una scelta, si spera, il più possibile consapevole".

Provincia di Reggio Emilia
Corso Garibaldi, 59
42121 Reggio Emilia
TEL. 0522444.134 
Web: www.provincia.re.it 
Twitter: @ProvinciadiRe 
Facebook: https://www.facebook.com/ProvinciadiRE 
Youtube: https://www.youtube.com/user/ProvinciadiReggioE 

Sabato, 24 Dicembre 2016 09:10

Tutti i film delle feste

Commedie, cinepanettoni, cartoni animati, ma anche fantascienza e pellicole di formazione. Ecco una selezione dei film in uscita da andare a vedere con gli amici, in coppia o con la famiglia, approfittando delle vacanze natalizie.

Di Manuela Fiorini

Andare al cinema durante le feste natalizie e ormai una tradizione, quasi quanto l'albero e il panettone. Complici le vacanze natalizie e più tempo a disposizione, si può scegliere un pomeriggio da trascorrere con i propri bambini, oppure una serata a due o con gli amici. La scelta della pellicola e ampia, dal momento che proprio in questo periodo si concentrano le nuove uscite. Abbiamo fatto una selezione per voi.

Miss Peregrine – La Casa dei ragazzi speciali
Uscita 15 dicembre, durata 127 minuti.
Regia di Tim Burton, con Eva Green, Judi Dench, Samuel L.Jackson e Ruper Everett.

Torna Tim Burton, con questa favola surreale, ma con una lettura a più strati. Il sedicenne Jacob ha un forte legame con il nonno Abraham, sfuggito alle persecuzioni naziste grazie all'intervento di Miss Peregrine, che dirige un orfanatrofio su un'isola al largo del Galles. Proprio le storie meravigliose narrategli dal nonno, morto in circostanze tragiche quanto misteriose, porteranno il ragazzino a scoprire le sue "peculiarità" e a lasciare la Florida alla volta del Galles, alla ricerca della misteriosa Miss Peregrine, che non solo non è una favola, ma una persona reale quanto magica, protettrice di ragazzini con doni speciali che il cattivo di turno vorrebbe avere per sé. Un'avventura visionaria e appassionante, metafora delle persecuzioni naziste e dell'impegno di chi ha messo a repentaglio la propria vita per salvarne altre. Una favola per bambini con spunti di riflessione anche per gli adulti.

miss-peregrine

Natale a Londra – Dio salvi la regina
Uscita 15 dicembre. Durata 90 minuti.
Regia di Volfango De Biasi, con Lillo & Greg, Paolo Ruffini, Nino Frassica e Ninetto Davoli.

E a Natale non può mancare la carrellata di "cinepanettoni". In questa commedia il duo comico Lillo & Greg interpretano la parte di Erminio e Prisco, figli di un boss romano detto Er Duca, finito nei guai per un debito con Equitalia. Per aiutare suo padre a saldare il debito Erminio, il meno furbo dei due fratelli, decide di mettere in vendita un ristorante che Er Duca possiede a Londra e chiede l'aiuto di Prisco, che ha abbandonato il business di famiglia per diventare boy scout. I due si recano a Londra, dove però scoprono che il ristorante deve un milione di euro a uno strozzino. I due escogiteranno allora una truffa da un milione e mezzo di euro per ripagare tutti i debiti. Si ride alle irresistibili gag, che fanno sorvolare su una trama alquanto semplice e fin troppo scontata.

Natale a Londra

Poveri ma ricchi
Uscita 15 dicembre. Durata 90 minuti
Regia di Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Enrico Brignano, Anna Mazzamauro, Al Bano e Gabriel Garko.

La famiglia Tucci, composta dal padre Danilo, venditore di mozzarelle, la madre Loredana, casalinga con la fissa per la pulizia, la figlia Tamara, cassiera al supermercato, lo zio Marcello, disoccupato cronico, la nonna Nicoletta, che passa le sue giornate davanti alla TV e innamorata di Gabriel Garko e il piccolo Kevi (senza la N), incredibilmente saggio per i suoi dieci anni, vive a Torresecca, un paesino nei pressi di Zagarolo. La loro vita viene rivoluzionata quando scoprono di avere vinto 100 milioni di euro alla lotteria. Ma la notizie si sparge in fretta e dovranno scappare! Uno spaccato della società moderna con i suoi valori, quelli veri e quelli effimeri.

Poveri ma ricchi

Fuga da Reuma Park
Uscita 15 dicembre. Durata 90 minuti.
Regia di Aldo, Giovanni & Giacomo e Morgan Bertacca. Con Aldo, Giovanni & Giacomo, Ficarra & Picone, Silvana Fallisi e Giorgio Centamore.

Il trio comico torna con un film che li proietta in un prossimo futuro. Sono passati 30 anni. Aldo viene accompagnato al Reuma Park, una sorta di carcere per anziani mascherato da parco di divertimenti. Qui incontra Giovanni, che ha vuoti di memoria, eccetto per quello che riguarda una procace infermiera dell'Est, e Giacomo, costretto su una sedia a rotelle e arrabbiato con il mondo. Il trio si ricompatterà per tentare una rocambolesca evasione dal Reuma Park la vigilia di Natale. Si ride con leggerezza con un film che strizza l'occhio alle comiche.

Fuga da reuma park

Un Natale al Sud
Uscita 1° dicembre. Durata 90 minuti.
Regia di Federico Marsicano, con Massimo Boldi, Biagio Izzo, Debora Villa, Paolo Conticini, Anna Tatangelo.

Da quando hanno "divorziato" artisticamente, a Natale cinepanettoni separati per l'ex coppia Boldi - De Sica. Torna il classico cliché in cui due amici, Peppino, carabiniere milanese, e Ambrogio, fioraio napoletano, trascorrono le feste natalizie nella stessa località turistica. Sposati rispettivamente con Bianca e Celeste, hanno entrambi un figlio, Riccardo e Simone, youtuber e fidanzati virtualmente con due ragazze conosciute su un'App di dating. Quando si tratta di partecipare a un raduno annuale in un lussuoso resort riservato agli iscritti, le due coppie decidono di pedinare i figli. Incontreranno anche una blogger alla ricerca dell'uomo ideale e un influencer innamorato di se stesso, una ballerina di burlesque e un autista in cerca di avventure. La tipica commedia degli equivoci in versione 2.0.

Natale al Sud

Babbo bastardo 2
Uscita 7 dicembre. Durata 87 minuti.
Regia di Mark Waters, con Billy Bob Thornton, Kathy Bates, Tony Cox.

Secondo episodio che vede protagonista Willie Soke che spinto dall'avidità, dall'odio e dal whisky torna a fare coppia con il suo aiutante, l'altrettanto arrabbiato Marcus, per rivestire i panni di Babbo Natale per un ente di beneficienza diretto da Diane, una donna di sani principi. Farà la conoscenza di Thurman Merman, un ragazzo sovrappeso e allegro, che forse riuscirà a tirare fuori il suo lato più buono. Dopotutto, siamo a Natale. Magistrale Kathy Bates nel ruolo della madre di Willie.

Babbo Bastardo 2

Oceania
Uscita 22 dicembre. Durata 103 minuti
Regia di John Musker, Ron Clemens, Don Hall e Chris Williams. Film d'Animazione.

Continua l'ultima tendenza della Disney che vede protagoniste eroine che si salvano da sole. Il principe è superfluo anche in questa fiaba di formazione, ambientata nel Sud del Pacifico. La protagonista è Oceania, una bambina, poi ragazzina, maori cresciuta sotto l'ala protettrice del padre, capo del villaggio e nutrita dai racconti fantastici nella nonna che le narra di come i Maori, oggi stanziali, un tempo siano stati grandi esploratori e navigatori. Oceania prenderà così in mano la sua vita e, disobbedendo al padre, che le proibisce di navigare oltre la barriera corallina, prenderà il largo nell'oceano, accompagnata da un semidio pasticcione ed egocentrico e da un galletto. Il personaggio principale, nella versione originale americana si chiama Moana, ma è stato tradotto con Oceania per non creare equivoci e imbarazzi, soprattutto nei genitori.

Oceania

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile
Uscita 30 dicembre, durata 117 minuti.
Regia di Steven Spielberg. Con Mark Rylane, Ruby Barnhille, Rebecca Hall.

Tratto dal libro di Roald Dahl "Il GGG" del 1982, il film racconta del Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti, che si nutrono di esseri umani e di bambini in particolare. Una notte, il GGG, che è vegetariano, rapisce Sophie, una ragazzina che vive a Londra, e la porta nella sua caverna. Lo spavento iniziale si trasformerà in una grande amicizia. Il GGG porterà Sophie nel Paese dei Sogni e le insegnerà tutto sulla magia e sul mistero dei sogni, che lui cattura per mandare ai bambini. Quando gli altri giganti progetteranno un attacco, l'insolita coppia di amici avvertiranno la Regina d'Inghilterra dell'imminente minaccia e insieme riusciranno a sconfiggere i giganti cattivi una volta per tutte. Un film per tutta la famiglia, che parla dritto al cuore di dolore e sofferenza, ma anche e soprattutto di speranza.

Il Grande Gigante Gentile

Sully
Uscita 1° dicembre. Durata 95 minuti.
Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney

Clint Eastwood regista non sbaglia un colpo e racconta la storia vera del pilota di aerei Chesley Sullenberger, detto Sully, che il 15 gennaio 2009, riuscì a salvare i 155 passeggeri del volo di linea US Airways con un magistrale ammaraggio sul fiume Hudson. Dopo aver incrociato uno stormo di oche, l'aereo perde l'uso di entrambi i motori e Sully ha solo pochi secondo per prendere una decisione. Dalla sua esperienza, capisce che tornare indietro o atterrare all'aeroporto più vicino è impossibile. Non ci sarà nessuna vittima, ma Sully sarà messo duramente alla prova tra chi lo acclama come un eroe e chi invece, vuole la sua testa, tra indagini federali e confronti sindacali.

Sully film feste natale 

Passengers
Uscita 30 dicembre. Durata 116 minuti.
Regia di Morten Tyldum, con Jennifer Lawrence, Chris Pratt, Michael Sheen

Per gli amanti della fantascienza, il film si svolge a bordo di una nave spaziale che trasporta 5000 passeggeri verso un nuovo mondo, messi "in letargo" per consentire loro di sopportare il lungo viaggio interstellare. Un malfunzionamento del sistema risveglia però Jim Preston 90 anni prima del previsto. Incapace di riaddormentarsi, lo aspetta un'intera vita di solitudine a bordo della nave colonia. Cercherà di salvarsi, ma dopo aver visto Aurora, una bella scrittrice di cui trova le opere nella biblioteca della nave, se ne innamorerà e per un anno intero sarà indeciso se svegliarla o no. Cederà e la risveglierà, rendendosi conto troppo tardi di avere condannato anche lei a trascorrere la vita sulla nave.

Passengers

Lion – La strada verso casa
Uscita 22 dicembre. Durata 129 minuti
Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara, Nicole Kidman

India, 1986, Saroo ha cinque anni e una notte decide di seguire il fratello maggiore poco lontano da casa, per aiutarlo a trasportare delle balle di fieno. Si addormenta, però, sul treno che lo dovrebbe portare a destinazione. Si risveglia solo e spaventato e sale sul primo treno fermo alla ricerca del fratello. Il convoglio però, riparte prima che lui riesca a scendere e lo porterà a Calcutta, a 1600 km di distanza da casa. Solo e senza conoscere una parola di bengalese, non riesce a spiegare a nessuno da dove viene e finirà in un orfanatrofio. Finirà per essere adottato da una coppia australiana. Venticinque anni dopo si metterà alla ricerca della sua famiglia con l'aiuto dei suoi ricordi d'infanzia e di Google Earth.

Lion

Grande afflusso alla presentazione presso l'Ottica Galvani. Il magistrato modenese e il suo "alter ego", il giudice Angeli, protagonisti di un pomeriggio di letteratura e cultura.

Di Manuela Fiorini - foto di Claudio Vincenzi

MODENA – Metti un pomeriggio...all'Ottica Galvani, in compagnia di un autore di straordinaria umanità e fantasia, in grado di conquistare lettori di esigenze diverse con il suo "Esclusivamente distinti", che vede protagonista il giudice Massimo Angeli, alter ego di Angelo Martinelli, magistrato modenese che dalla sua professione trae l'ispirazione per i suoi libri.

Ottica Galvani presentazione libro modena 0

Inusuale la location, ma proprio per questo un'idea vincente, quella di presentare un autore e la sua opera nel luogo dove si vendono gli strumenti atti alla lettura: gli occhiali. L'incontro, condotto dall'avvocato Enrico Fontana e dall'autore, ha visto una grande partecipazione di pubblico.
Esclusivamente distinti è un libro che conquista e coinvolge, non solo perché è magistralmente scritto, con due storie parallele che, proprio come due rette, sembrano non intersecarsi mai fino al finale, ma anche per l'approfondimento psicologico dei personaggi, che denota una grande maestria e sensibilità da parte di un autore "profondo conoscitore dell'animo umano", ma anche per l'ironia, le descrizioni precise e puntuali dell'ambiente carcerario e nell'universo della giustizia e dei tribunali. Non ci sono protagonisti e comprimari, ma ogni personaggio è tratteggiato nei minimi particolari. Un giallo senza omicidio, che è anche una profonda riflessione sulla giustizia, su uomini chiamati a giudicarne altri, sulla fallibilità del giudizio umano e sulla coerenza.

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Suggestive le letture, che hanno dato voce ai personaggi di Martinelli, coinvolgendo il pubblico, diviso tra chi aveva già letto il libro e chi, invece, era spinto dalla curiosità di leggerlo. A conclusione dell'evento, i presenti hanno avuto la gradita sorpresa di ricevere in omaggio una copia autografata di Esclusivamente distinti e un buono sconto "one shot" valido per gli acquisti effettuati presso l'Ottica Galvani.

Leggi l'intervista all'autore

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Lunedì, 19 Dicembre 2016 12:20

Tronchetto di Natale

La ricetta di un dolce dalla facile preparazione ma gustoso da mangiare in compagnia durante le feste come valida alternativa al classico Pandoro e Panettone.

Di Ilaria Bertinelli

La festa più attesa dell'anno è ormai alle porte e il tempo a disposizione per cucinare è sicuramente più limitato perché iniziano le visite di amici e parenti per scambiarsi gli auguri, nonché gli eventi aziendali per trarre le conclusioni sull'anno trascorso e programmare le strategie per quello avvenire.
Nonostante ciò, sentiamo il desiderio di preparare qualcosa che anche visivamente ci ricordi che è un periodo speciale da trascorrere con le persone care.
Beh, questo Tronchetto di Natale è la nostra soluzione: in 30 minuti avremo a disposizione un dolce saporito, sicuramente più leggero rispetto ai tradizionali Pandoro e Panettone e, soprattutto, capace di rallegrare la nostra tavola come un canto di Natale.

Tronchetto di Natale ricetta0

INGREDIENTI per 6 persone:

  • 300 g marmellata di lamponi senza zuccheri aggiunti Tronchetto di Natale ricetta1
  • 100 g cioccolato fondente senza zucchero
  • 60 g farina senza glutine per dolci oppure farina di frumento
  • 70 g latte
  • 60 g zucchero
  • 20 g cacao amaro senza glutine
  • 3 uova
  • 8 g lievito per dolci (1/2 bustina)
  • 1 pizzico di sale
  • decorazioni a piacere 

PREPARAZIONE

  • In un robot, mescolare le uova per qualche minuto fino a quando diventeranno spumose
  • Aggiungere lo zucchero e continuare a mescolare per fare montare bene il composto
  • Aggiungere la farina, il cacao, il lievito, 40 g latte un pizzico di sale e montare fino a quando saranno perfettamente amalgamati.
  • Versare il composto in una teglia rettangolare ricoperta con carta forno (dovremo ottenere un rettangolo di circa 40 cm x 25 cm molto sottile)
  • Cuocere in forno statico preriscaldato a 220°C per 8 minuti e lasciare raffreddare avvolgendo il rettangolo su se stesso all'interno della carta forno usata per cuocerlo in modo che non perda l'umidità al proprio interno
  • Stendere il biscotto e ricoprirlo con la marmellata di lamponi, avvolgerlo in modo da formare un cilindro
  • Tagliare le estremità in modo da dare la forma di un pezzo di legno; adagiare le parti tagliate sui lati in modo da farle sembrare rami tagliati
  • Fare sciogliere il cioccolato con il latte nel forno a microonde oppure sul fuoco molto basso
  • Ricoprire il tronchetto con il cioccolato fuso e graffiare la superficie con una forchetta per farla sembrare simile alla corteccia di un albero
  • A piacere, decorare il tronchetto con Stelline di Natale e foglie realizzati con pasta di zucchero oppure decorare con ciuffetti di panna montata, crema di burro e decorazioni per torte.

Allora Buon Natale a tutti con l'augurio che porti gioia, pace e tanta serenità!

CREDITS : - cucina.buttalapasta.it – fantasiadicucina.it – myprotein.it – pianetadonna.it – macrolibrarsi.it – tantasalute.it – tuttasalute.net – cioccolatomania.it – unadonna.it – pourfemme.it – donnamoderna.it –
Blog.giallozafferano.it – alberghiera.it – etsy.com

Gara di creatività su un tema "da grandi" come il risparmio: consegnati da UniCredit un tablet e una coppa agli alunni della IV B 
della Scuola Primaria Costa di Bologna.

BOLOGNA, 16 dicembre 2016 –

Il Salone dei Carracci di Palazzo Magnani ha ospitato la cerimonia di consegna dei premi conferiti da UniCredit ai piccoli "Campioni del risparmio" bolognesi. Oltre a visitare le filiali della banca sul territorio e a partecipare agli incontri formativi tenuti dai team di UniCredit, i bambini coinvolti dall'istituto di credito nella Giornata del Risparmio hanno infatti preso parte ad una gara di creatività su un tema "da grandi" come il risparmio.
Sul podio gli alunni della IV B della Scuola Primaria Costa di Bologna, premiati con un Tablet Samsung Tab E offerto da Samsung; e con la coppa dedicata ai "Campioni del Risparmio". 
La commissione giudicatrice - composta da Stefano Giorgini, Regional Manager UniCredit; Massimiliano Villa, Responsabile commerciale Distretti Centro Nord UniCredit; Giorgio Micheli e Stefania Bortolami della Segreteria Generale UniCredit; e da Andrea Riva, Responsabile Commerciale Samsung Italia - ha individuato gli elaborati ritenuti migliori in relazione alla capacità di resa del concetto di "risparmio".

unicredit logo

 

"Esclusivamente distinti": all'Ottica Galvani di Modena domenica 18 dicembre, alle ore 18, il magistrato e scrittore presenta il suo ultimo romanzo che vede protagonista il giudice Massimo Angelo.

Di Manuela Fiorini

MODENA – Due casi da risolvere, due storie parallele, destinate forse a non incrociarsi mai, se non fosse per un biglietto da visita. Un notaio viene accusato di violenza sessuale e finisce in carcere, una professoressa di italiano intreccia una relazione con un diplomatico dal nome altisonante, che approfitta dei suoi sentimenti. Chiamato a giudicare questo caso avvincente e complicato è il giudice Massimo Angeli, che di "distinto", rispetto alle maschere che indossano gli altri personaggi, non ha nulla. E' questa la trama di Esclusivamente distinti, il giallo di Angelo Martinelli, che nella vita è davvero un magistrato, che sarà presentato domenica 18 dicembre, alle 18, presso Ottica Galvani, in via Emilia Centro angolo Piazza Mazzini. E' un romanzo intenso, con un finale amaro e affatto scontato, dove non c'è un delitto né un colpevole, o, almeno, non ci sono le prove per dimostrarlo, come dovrà ammettere con amarezza il protagonista. E, attorno a lui, una schiera di personaggi scolpiti con la penna nella loro umana scaltrezza o debolezza, con stile asciutto, a volte spietato, altre tessuto di citazioni e aforismi, altre ancora intense e ironiche.

Abbiamo incontrato l'autore.

Angelo Martinelli

Per tutto il romanzo ricorre l'aggettivo "distinto". Chi sono i "distinti" di Angelo Martinelli?
"Sono coloro che hanno una formazione formalmente ineccepibile. Al contrario del giudice Angeli che, da questo punto di vista, è un po' carente".

Un giallo, con risvolti polizieschi, molto intimista e amaro, senza un omicidio e, se vogliamo, anche senza un vero colpevole (giuridicamente parlando), se non per un reato minore. Una critica alla "macchina della giustizia"?
"Ho voluto semplicemente prendere atto dei grandi limiti che ha il giudizio umano. Perché, purtroppo, come ho scritto in un altro libro "Il colore verde dello zero", i giudici fanno il mestiere di Dio senza essere Dio. La mia è una riflessione sull'inadeguatezza del giudizio umano, che ha dei limiti enormi. Qualcuno che giudichi ci vuole e, in questo caso, degli uomini sono chiamati a giudicare altri uomini. Non abbiamo alternative. Ci dobbiamo accontentare della fallibilità umana nel nostro ruolo istituzionale".

L'autore, come il protagonista del libro, è un magistrato. Quanto c'è di Angelo Martinelli in Massimo Angeli?
"C'è tanto, perché se non ci fosse stato il giudice Martinelli non ci sarebbe stato nemmeno il giudice Angeli. Tuttavia, Massimo Angeli è anche quello che vorrebbe essere Angelo Martinelli. E' molto umano, si appassiona e si commuove, pur rimanendo consapevole che i giudici dovrebbero rimanere impermeabili ai sentimenti. E' coerente con se stesso. Una bella figura, insomma.

Nel libro ricorrono citazioni di autori, da Dante a Pavese, da Leopardi a Saba. Massimo Angeli spesso dà forza ai suoi pensieri e alle sue tesi citando i classici. Come mai questa scelta?
"Una bella citazione aiuta molto il testo. Lo abbellisce. Una brutta lo imbruttisce, quindi fare citazioni è un rischio, ma se ci si prende sono molto utili. Anche il lettore apprezza la citazione azzeccata. La cosa più impegnativa, tuttavia, è quella di ricercare la citazione giusta da inserire al momento giusto".

Nel romanzo compaiono spesso modelli di penne stilografiche. Un vezzo dell'autore o un richiamo al suo essere scrittore?
"Sono un collezionista di stilografiche e anche uno che le manipola per farle scrivere meglio. Metà le ho rotte, le altre funzionano molto bene. Nel libro anche Angeli fa la stessa cosa. Anche lui è appassionato di stilografiche".

Emerge soprattutto nelle descrizioni, una ricchezza di particolari che un "giallista" senza l'esperienza di un "uomo di legge" spesso tralascia o descrive in modo errato o frettoloso. Che cosa consiglieresti a chi vuole scrivere gialli?
"Consiglierei di imparare a memoria i libri di Friedrich Dürrenmatt, che non ha mai fatto né l'avvocato né il magistrato, ma ha scritto dei libri, come "La panne" e "Il Giudice e il suo boia" in cui descrive perfettamente i meccanismi processuali e gli stati d'animo degli uomini di legge. Da lui si impara tantissimo. E poi, Picasso diceva che non bisogna copiare, ma rubare. E anche io confesso che da Dürrenmatt ho "rubato" parecchio".

Quanto conta invece nella formazione del giallista confrontarsi, parlare con chi lavora nella giustizia?
"Conta moltissimo. Ci sono delle questioni tecniche, per esempio se si vuole descrivere un processo con i tempi e le scansioni processuali o le fasi di un'indagine, per parlare delle quali è meglio che si chieda un parere a chi è del mestiere piuttosto che affidarsi solo alla fantasia. In questo modo si evitano inesattezze. Personalmente, quando scrivo di aspetti medici o medico legali, mi viene spontaneo confrontarmi con un amico medico".

L'AUTORE
 Angelo Martinelli è magistrato ordinario. Attualmente giudice presso la Corte di Appello di Roma alterna la sua professione a quella di scrittore. Per BastogiLibri ha pubblicato Le indagini del giudice Angeli, Il colore verde dello zero e La cattiva signorina.

Ottica Galvani giallo libro Angelo Martinelli0

INFO
Angelo Martinelli
Esclusivamente distinti
BastogiLibri Edizioni
Pag. 136 – 12 euro.
Presentazione domenica 18 dicembre, ore 18.
c/o Ottica Galvani, Via Emilia Centro angolo Piazza Mazzini, Modena
Seguirà aperitivo, www.galvanishop.com 

E' subito svettata ai piani alti delle classifiche di Amazon (e non solo perché è gratis). Nell'ebook edito da Damster e curata da Eliselle autori noti ed esordienti raccontano la loro versione del Capodanno.

Di Manuela Fiorini

Devono essersi stancati di sentirsi rivolgere, già da ottobre, la fatidica domanda "Che cosa fai a Capodanno?" gli oltre quaranta autori che hanno prestato la penna e la fantasia all'antologia Capodanno Bastardo, una vera e propria strenna natalizia per palati fini, ma con tendenza all'assaporare la dolcezza della vendetta. Pubblicata in ebook dall'editore modenese Damster e curata dalla scrittrice, editor e libraia Elisa Guidelli, più nota come Eliselle, il libro si può scaricare gratuitamente dal sito dell'editore www.damster.it e sui principali bookstore.

Svettata ai primi posti della classifica dei libri più letti di Amazon (e non solo perché è gratis!), Capodanno Bastardo conquista i lettori per i racconti disillusi, sarcastici, cattivi, in naturale controtendenza con il buonismo delle feste, dove tutti dobbiamo essere per forza "tutti più buoni".

Abbiamo incontrato Eliselle, per farci svelare qualche retroscena.

eliselle libraia

Come nasce l'idea di questo ebook?
"L'idea nasce per caso, come tutte le idee più divertenti, da una conversazione post Halloween con lo scrittore Carlo Vanni. Al telefono ci chiedevamo come mai tanta gente aspetta le feste per dare una sferzata alla propria esistenza e come mai molti cerchino l'amore proprio durante le serate speciali, come Halloween appunto, o Capodanno. Ci abbiamo riso sopra e così è diventato una specie di contest: vediamo quanti autori raccolgono la sfida, vediamo che cosa si inventano. Attraverso Facebook è stato più semplice passare parola, e il risultato è Capodanno Bastardo".

Il Capodanno è di solito un giorno di gioia e di festa. O no?
"Dipende. Secondo noi cela anche molta solitudine, alle volte tanta disperazione. La corsa alle feste per esorcizzare l'anno che finisce e accogliere quello nuovo con la speranza che sia migliore del precedente, il bisogno assurdo di scoppiare botti per festeggiare "facendo casino", la ricerca spasmodica di "cose da fare" e "cene a cui partecipare" e "situazioni da vivere" lo rendono ambivalente e davvero adatto ai racconti di un'antologia come questa, che vuole porre l'accento sull'altro aspetto, quello meno immediato e più nascosto, quello che si fa più fatica a raccontare".

Che tipo di racconti si possono trovare nell'antologia?
"Ci sono generi molto diversi tra loro, dal comico al tragicomico, dal noir all'erotico. Ogni autore ha saputo dare la propria interpretazione del tema in un modo molto personale. La cosa bella è che la raccolta unisce autori emergenti e autori super esperti, quindi c'è un bel mix, rigorosamente in ordine alfabetico, aperto dalla mia prefazione e chiuso dal mitico Carlo Vanni che ha inventato un personaggio curioso e l'ha calato in un ristorante, la sera del cenone. Si ride, si trema, e non solo, lungo tutto il corso dell'antologia. Nel libro, poi, ci sono tantissime voci, tra le quali si può ritrovare qualche autore amato o scoprirne qualche altro nuovo. In più, leggere un libro è sempre un ottimo modo per cominciare il nuovo anno.

Tu sei scrittrice, editor e libraia, insomma, i libri li conosci bene. Secondo te, stiamo vivendo "l'epoca delle antologie"? Possiamo dire che i lettori le amano e gli editori meno?
"C'è stato un vero e proprio boom, diversi anni fa, sul discorso antologie, una sorta di "corsa alle antologie" da parte degli editori e dei lettori. Poi, pian piano, il fenomeno si è ridimensionato e oggi si è un po' assestato. C'è ancora molta ricerca da parte dei piccoli e medi editori nella scelta di temi e scrittori, mentre tra i grandi c'è la tendenza a riunire grossi nomi per temi importanti o antologie d'impatto per chi ama un particolare genere, come il noir. Forse gli editori le amano poco perché le trovano meno "vendibili", difficili da definire, pericolose, ma chi legge ed è curioso ama trovare in un libro più voci. E' un modo come un altro per conoscere nuovi autori da cercare singolarmente, magari in un romanzo inedito. Personalmente, da lettrice, le ho sempre apprezzate. Per questo ho partecipato spessissimo, sia come autrice che come curatrice: sono stimolanti e ti danno una gran soddisfazione. Poi vuoi mettere quando alle presentazioni si brinda tutti insieme?".

Curiosi? Allora, cliccate qui per scaricare gratis Capodanno Bastardo!

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"La montagna incantata", il coro CAI di Piacenza e il coro Voci del Frignano, venerdì 16 dicembre alla Casa della Musica. La serata, ad ingresso gratuito, vedrà inoltre la partecipazione del coro "Storie dai monti", diretto da Gianluigi Giacomoni, formazione corale di voci maschili della nostra città.

Parma, 15 dicembre 2016

"La montagna incantata" è il titolo dell'appuntamento che si terrà venerdì 16 dicembre, con inizio alle ore 21 presso la sala dei Concerti di Casa della Musica, inserito nell'ambito della Rassegna Internazionale "Le Voci della Terra", manifestazione dedicata al canto corale in tutte le sue declinazioni. Protagonisti della serata saranno i cori "CAI di Piacenza" e "Voci del Frignano" di Pavullo, due gruppi di voci maschili provenienti dal nostro territorio. "La montagna incantata" evoca sonorità e melodie che affondano le radici nei tradizionali canti degli alpini, ma il programma si arricchisce di molteplici proposte ed interpretazioni, capaci di unire la passione per le melodie popolari a spunti espressivi diversi, ampliando gli orizzonti della sperimentazione vocale. È il canto popolare attraverso le regioni d'Italia che esprime il folclore, racconta la guerra, parla di quotidianità; ancora una volta l'entusiasmo per il canto corale si traduce nell'intento di raccontare storie e sentimenti, comunicando antiche emozioni e nuove suggestioni, alcune delle quali interamente originali.

Il coro "CAI di Piacenza", diretto da Corrado Capellini, si forma spontaneamente nel 2009 e si caratterizza fin dall'inizio con un repertorio di canti popolari e di montagna, con l'attenzione che sempre si pone sui ricordi e i valori di chi ci ha preceduto. La corale ha poi arricchito il suo repertorio con ulteriori proposte legate alla canzone d'autore.

Il coro "Voci del Frignano", diretto da Roberto Soci, nasce nel 1998 con l'obiettivo di promuovere oltre al canto popolare, un repertorio di più ampio respiro, capace di fondere religiosità, cultura, tradizioni. Il fortissimo legame di amicizia che lega a doppio filo tutti i componenti del coro ha consolidato nel tempo l'impegno, l'armonia e la passione per il canto, dando lustro alla cultura della propria terra facendone conoscere brani e melodie in Italia e all'Estero. La corale ha al suo attivo numerose incisioni con selezioni di brani tratti dal ricco repertorio.

La serata, ad ingresso gratuito, vedrà inoltre la partecipazione del coro "Storie dai monti", diretto da Gianluigi Giacomoni, formazione corale di voci maschili della nostra città. La rassegna internazionale "Le Voci della Terra", a cura del Maestro Gianluigi Giacomoni, è promossa e organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma – Casa della Musica, in collaborazione con AERCO - Associazione Emiliano Romagnola Cori (delegazione di Parma), Coro Storie dai Monti, Associazione San Benedetto e Cineteca di Bologna.

L'ingresso è libero a tutti i concerti e alle proiezioni.

Per informazioni: Casa della Musica- Piazzale San Francesco 1 - 43121 Parma - Tel. 0521/031170; email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Lunedì, 12 Dicembre 2016 15:54

Il Natale inizia dal Teatro Magnani di Fidenza

Nei giorni scorsi al Teatro Magnani di Fidenza in un bel clima di festa ormai natalizio si è svolto il brioso e frizzante concerto swing delle Gio's Sister e del CaravaNatale. Duplice l'appuntamento di festa che ha coinciso con i 50 anni dello Studio Mambriani e Ciomei. L'allegra serata è stata presentata con garbo ed eleganza da Luca Ovrezzi.

Di Maria Carla Magni

Sfidando la nebbia tipica del periodo e della zona emiliana, il Teatro Magnani di Fidenza è stata la cornice, lo scorso 6 dicembre, che ha accolto il frizzante e brioso concerto swing sulle più note canzoni natalizie del gruppo Gio's Sisters e del CaravaNatale.

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Doppio è stato il clima di festa in un teatro pieno in ogni ordine che non solo ha dato inizio all'attesa del Natale, ma che ha coinciso con i festeggiamenti del 50esimo anniversario dello Studio Mambriani&Ciomei che ha organizzato per i suoi clienti e per la cittadinanza l'apprezzato concerto.

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Alla presenza del sindaco Andrea Massari e di Sua Eccellenza il Vescovo Carlo Mazza è stata espressa riconoscenza grazie alla duplice finalità della serata che è stata presentata con garbo ed eleganza da Luca Ovrezzi.
L'occasione del concerto ha infatti coinciso con una raccolta fondi in favore di uno dei più significativi monumenti non solo della nostra provincia, ma di tutta la nazione: il Duomo Romanico di Fidenza.
Le donazioni saranno rivolte ai lavori di restauro che possano consentire di mantenere in tutta la sua bellezza questo monumento sia come opera d'arte, ma anche e soprattutto, come punto nevralgico della fede cattolica.

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Inoltre lo Studio Mambriani&Ciomei ha voluto rendere partecipe a questa importante festa un centinaio di inquilini delle case popolari di Fidenza a testimonianza dell'impegno solidale del comune che ha un patrimonio edilizio residenziale pubblico davvero di prim'ordine.

Di particolare affetto e sensibilità sono state le parole del socio senior dello Studio Dottor Bruno Mambriani nei ringraziamenti all'apertura del concerto "Voglio ringraziare tutti i clienti che ci hanno visto crescere, i miei concittadini e i tanti amici che hanno sfidato la nebbia per essere presenti. Infine voglio ringraziare mia madre, Giulia Andrei, che cinquant'anni fa ha fondato lo studio. Lei è mancata ormai diversi anni fa, ma sono sicuro che stasera è qui con noi."

Auguriamo allo Studio Mambriani&Ciomei lunga vita e tante belle iniziative come questa appena realizzata.

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PHOTO CREDITS: Francesca Di Perna

Busseto ha salutato il secondo centenario dell'arrivo di Maria Luigia nei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla. L'iniziativa, organizzata nella casa del giovane Verdi di via Piroli dalla proprietaria Anna Sichel, è stata caratterizzata dalle esibizioni del soprano Rossana Guareschi e del M° Matteo Cavicchini, oltre che dall'inaugurazione della mostra del pittore Aldo Saia che nella dimora giovanile del Cigno di Busseto espone i suoi ultimi lavori.

In particolare si segnalano i ritratti della Duchessa e di Verdi e le vedute di Busseto e di Venezia, città legate a Verdi non solo per la rappresentazione dell'opera La Traviata ma quale filo conduttore della musica destinata alla terapia degli ammalati di mente, un'intuizione dovuta allo psichiatra Cesare Vigna.

Di questa funzione della musica verdiana ha parlato Meri Rizzi, psichiatra ed esperta di musicoterapia. Nel corso dell'incontro Corrado Mingardi, membro del Consiglio generale della Fondazione Cariparma, ha illustrato le opere pubbliche realizzate dalla Duchessa e tuttora esistenti nel territorio. Busseto sta arricchendo sempre più le proprie iniziative culturali, grazie anche alla passione di Anna Sichel che mette a disposizione lo storico luogo verdiano per appuntamenti culturali gratuiti, cui partecipano numerosi artisti.

Al termine Anna Sichel ha anche donato alla Pubblica Assistenza cento volumi editi dalla casa editrice di cui è titolare, che verranno venduti per finanziare le benemerite attività che i volontari svolgono in favore dei cittadini di Busseto e del territorio e l'artista Aldo Saia devolverà i proventi dalla vendita delle sue opere alla Pubblica Assistenza di Busseto.

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