Martedì 11 aprile, alle 20.30, la rassegna "La Scrittura si tinge di giallo" si conclude con l'ultimo romanzo, il sedicesimo, di Luigi Guicciardi, che vede il protagonista alle prese con una serie di morti sospette. E, a fare da sfondo, una Modena più cupa e misteriosa di come la conosciamo.

Di Manuela Fiorini

Modena, 10 aprile 2017

Una morte che ha tutta l'aria di essere dovuta a un malore, un gioco erotico finito male, un suicidio assai anomalo e un delitto del passato che ritorna con i suoi fantasmi. E, a fare da sfondo, una Modena più cupa, arrabbiata e misteriosa, diversa, ma assai simile a quella che conosciamo. C'è tutto questo, e molto altro, nell'ultimo romanzo, il sedicesimo con protagonista il commissario Cataldo, del prolifico autore modenese Luigi Guicciardi, che martedì 11 aprile, alle 20.30, sarà alla Rocca di Vignola per l'appuntamento conclusivo della rassegna La scrittura si tinge di giallo. In questa nuova avventura, Cataldo indagherà insieme alla giovane poliziotta Lea Ghedini, sua allieva di un tempo. Il romanzo, infatti, si apre con la morte misteriosa proprio della madre di Lea.

Abbiamo fatto due chiacchere con l'autore.

LuigiGuicciardi-autore-romanzo

In questo nuovo romanzo che rapporto c'è tra Cataldo e Lea?
"È un rapporto particolare e un po' complesso. Lei vede nel suo superiore il professionista esperto, maturo, che incute soggezione, ma che al tempo stesso è disponibile all'aiuto, al coinvolgimento umano, alla critica diretta, a volte anche al rimprovero, però sempre costruttivo. Lui invece vede in lei – oltre alle doti professionali – qualcosa di sé quand'era all'inizio della carriera: la voglia di progredire, l'impegno nel lavoro, il desiderio di guadagnarsi sul campo stima e consenso. Alla fine però in lui comincerà ad affiorare, seppur inconsapevolmente, un atteggiamento diverso, di cui l'ultima scena può esser già indicativa".

Come è cambiato Cataldo in questo libro rispetto ai precedenti che lo vedono protagonista?
"In questo romanzo, il sedicesimo della serie, Cataldo torna a investigare dopo una forzata convalescenza a Serramazzoni, imposta da una grave ferita riportata, a cui si è aggiunta la separazione dalla moglie, che lo ha lasciato per un avvocato calabrese e si è portata con sé i due bambini. Ora, quindi, è un uomo solo, più malinconico e riflessivo, che tiene a bada i ricordi e i rimpianti col lavoro e con una relazione che trascina un po' stancamente. Sul piano professionale, invece, è al culmine della sua maturità, soprattutto per l'esperienza sviluppata e per la conoscenza ormai completa che ha di Modena e dei modenesi".

Nel libro si riconoscono diversi luoghi di Modena, ma che Modena è quella di Cataldo?
"È appunto una Modena contemporanea, realistica, al cui mosaico ogni nuova inchiesta aggiunge un tassello in più: c'è stata, via via, la Modena popolare delle comunità di recupero dei tossici, dei profughi di guerra, del vizio del gioco e dell'usura, quella dorata dei gioielli e del collezionismo, poi quella dei rancori accademici, della chirurgia plastica, delle gallerie d'arte, dei licei e delle parrocchie, e ora quella della piccola borghesia e delle periferie (la Madonnina, la Sacca, la Crocetta). È una città che è cambiata, in tutti questi anni, di pari passo con l'evolversi e il mutare del protagonista che tante volte l'ha attraversata...".

Una tranquilla disperazione: come mai questo titolo? Possiamo dire, a posteriori, che nasconde il nome dell'assassino?
"È un'espressione di David Thoreau, uno scrittore americano dell'800; anzi, un ossimoro. L'ho scelto perché allude bene al fatto che nella vita s'incontrano molte persone che – dietro la maschera di comportamenti quieti e controllati – nascondono un sostrato segreto di ansie o di angosce (un po' come un altro mio titolo, Le stanze segrete, di tre anni fa). E, sì, può alludere all'identità dell'assassino...".

Cataldo in questo libro condivide la scena con Lea. La rivedremo nei prossimi romanzi?
"C'è già un giovane nella squadra di Cataldo: il sovrintendente Luca De Pasquale, di collaudata e affidabile intraprendenza. E proprio con lui, di pari grado, per gelosia e rivalità professionale, entrerà in competizione Lea, che quindi continuerà la sua vita (narrativa) anche nel prossimo romanzo".

Luigi Guicciardi
Una tranquilla disperazione
Cordero Editore – Collana Mosaico
232 pag – 15 euro

Presentazione martedì 11 aprile, ore 20.30 c/o Rocca di Vignola nell'ambito della rassegna La scrittura si tinge di giallo.

Inaugurate al Palazzo del Governatore le due mostre di opere fotografiche con cui Parma apre il suo tributo a Patti Smith. 
Fino al 16 luglio, 120 scatti di Patti Smith e 150 immagini d'autore sulla New York degli anni Settanta e Ottanta: Galella, Ginsberg, Goldin, Gorgoni, Makos, Mapplethorpe, Warhol.

Parma, 8 aprile 2017

Saranno aperte al pubblico fino al 16 luglio, al Palazzo del Governatore di Parma, Higher Learning e The NY Scene – arte, cultura e nuove avanguardie anni '70-'80, le due grandi mostre di opere fotografiche con cui Parma dà avvio al suo omaggio di primavera all'icona del rock Patti Smith.

Ieri pomeriggio l'inaugurazione, aperta dai saluti del Sindaco Federico Pizzarotti, del Rettore dell'Università di Parma Loris Borghi, dell'Assessore alla Cultura del Comune di Parma Laura Maria Ferraris, e di Diego Saglia, Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell'Università di Parma. Presente all'appuntamento anche il fotografo Gianfranco Gorgoni.

Le mostre (l'una con circa 120 fotografie scattate da Patti Smith in giro per il mondo, l'altra con circa 150 immagini di grandi autori legate al clima intellettuale che la stessa Patti Smith ha vissuto a New York) costituiscono l'apertura del tributo di Parma all'artista americana, che all'inizio di maggio sarà in città per un'intensa "tre giorni": il 3 maggio riceverà la laurea magistrale ad honorem in Lettere classiche e moderne dall'Università, il 4 terrà il concerto Grateful al Teatro Regio e il 5 sarà al Palazzo del Governatore in visita alle esposizioni.

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Oggetti d'arredo belli e funzionali per accontentare anche gli animali domestici. Librerie, tavoli, ciotole, divani vengono pensati per le esigenze del pet: questa è una delle novità del Salone del Mobile di Milano 2017.

di Alexa Kuhne

Milano, 6 aprile 2017 -

E' bello vederli giocare, vivere gli spazi domestici insieme a chi li ama.
I designer che presentano le loro creazioni al Salone del Mobile di Milano (4-9 aprile), quest'anno vanno sempre più nella direzione delle esigenze degli amati pet.
E non è un salto nel vuoto, visto che gli animali sono sempre più compagni di vita adorati.
Cani e gatti, come sempre, i privilegiati. Siccome gli ambienti non sono fatti per loro, devono essere adattati ed è per questo che le case pet-friendly sono i progetti preferiti dai più importanti disegnatori d'interni.
Tutte le soluzioni diventano funzionali alla convivenza canina e felina, ma soddisfano anche l'estetica e puntano sulla qualità.
La nicchia di mercato che si occupa degli amici a quattro zampe è in crescita vertiginosa e lo testimoniano alcuni progetti in mostra alla più grossa fiera espositiva italiana dedicata all'arredamento.

Lo studio di Taipei Thinking Design che lavora su abitazioni contemporanee, pratiche e funzionali ha progettato un appartamento prendendo in considerazione fin da subito non solo le persone, ma anche i loro coinquilini felini. In particolare, il sistema di scaffalature/libreria è stato pensato per favorire le attività "esplorative" del gatto attraverso rampe e dislivelli perfetti per arrampicarsi e spiccare salti, senza tralasciare punti in cui il micio possa rifarsi le unghie e nascondigli dove riposare, come un ripostiglio la cui porticina è traforata da aperture circolari che riproducono l'orma di una zampetta.

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Chiunque possieda un gatto sa che uno dei suoi "hobby" preferiti è sdraiarsi sulla tastiera del laptop mentre il padrone o la padrona tentano di lavorare. Hao Ruan, designer dello studio LYCS Architecture di base a Hang Zhou, ha tentato di dare una risposta a questo problema progettando un tavolo, dall'esplicativo nome di CATable, che è, allo stesso tempo, un appoggio o una postazione di lavoro per le persone e un "parco giochi" per il gatto di casa.

Realizzato a mano e completamente in legno, il tavolo è caratterizzato da una serie di aperture e tunnel in cui il micio può intrufolarsi, studiati apposta per solleticare la sua curiosità, distraendolo da quello che succede sulla superficie. In questo modo gatti e padroni potranno condividere "pacificamente" lo stesso spazio. CATable 2.0 è un sistema modulare composto da quattro elementi cubici della stessa dimensione. Ognuno di essi è studiato per ospitare sia le scorribande feline sia per essere usato dai loro padroni nella parte rimanente. I moduli possono fungere da sgabelli, da tavolini da caffè, da piccola arca o da libreria se combinati insieme.

Il marchio parigino Meyou crea mobili per gatti esigenti, puntando sulla bellezza degli oggetti, proprio perché i prodotti per gatti presenti sul mercato molto spesso non sono cosi eleganti.
La collezione di mobili e cucce stupisce per forme geometriche e minimaliste che non sfigurano neanche negli ambienti più raffinati.
Così, The Cube è il rifugio perfetto in cui i pelosetti possono raggomitolarsi e sentirsi protetti e allo stesso tempo un oggetto dal perfetto equilibrio formale: una sfera di morbido tessuto racchiusa in un'intelaiatura cubica di metallo.

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The Ball è un concetto simile coniugato, invece, con la naturalità del legno, un bozzolo che coccola i mici, adatto anche per rifarsi le unghie. Completa la serie The Bed, una sorta di tavolino in legno sormontato da una copertura in lana che permette al gatto di dormire dominando lo spazio circostante e può essere accostato al letto del suo padrone.
Nendo propone la sua linea di accessori dedicata ai cani. Complementi di arredo che si integrano armoniosamente con i mobili.

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Il designer giapponese Oki Sato ha pensato a linee pulite e sobrie in cui forme tondeggianti, colorate e iper-decorate – come quelle che solitamente contraddistinguono questa tipologia di prodotti – risulterebbero dissonanti. Le ciotole, disponibili in tre dimensioni, hanno una forma squadrata segnata, all'interno, da linee in rilievo poste a distanza costante che si configurano sia come una comoda soluzione per tenere sotto controllo la quantità di acqua e cibo in esse contenuta sia come un coerente motivo estetico; sono anche abbinabili a una serie di portavasi che ne riprendono le linee, per favorire un dialogo ancora più disinvolto con lo spazio circostante. Nella collezione una pallina pensata per stimolare il cane a giocare estraendo dai fori presenti sulla sua superficie lo snack che i padroni possono inserire all'interno e un peluche dalle forme "astratte" che si scompone in più parti ognuna delle quali emette un suono diverso.

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Vinicio Capossela con il suo tour "Ombra. Canzoni della Cupa e altri spaventi", ha portato, ieri sera, al Teatro Regio di Parma, la seconda parte dell'album "Canzoni della Cupa" e brani di repertorio legati a doppio filo all'immaginario oscuro e misterioso dell'Ombra. Molto più di un concerto, uno spettacolo di evocazioni immaginifiche fatte di riflessi e ombre che prendono forma su una scenografia di tulle e specchi, grazie al lavoro della scenografa e animatrice d'ombre Anusc Castiglioni, con piccole macchine sceniche costruite da Max Zanelli.

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La Gilda degli Insegnanti di Parma denuncia la presenza di esponenti politici all'inaugurazione del nuovo plesso di scuola primaria a Sissa Trecasali.

Parma, 5 aprile 2016

Di fronte al silenzio omertoso di tanti la Gilda degli Insegnanti denuncia che continua, imperterrita, la presenza di esponenti politici del Pd in situazioni scolastiche del Parmense. L'ultimo caso è avvenuto in occasione dell'inaugurazione del nuovo plesso di scuola primaria a Sissa Trecasali. Passi per gli altri esponenti del Pd che erano lì perchè rappresentano anche enti pubblici, la Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza condanna il fatto che al taglio del nastro c'era anche un componente del gruppo parlamentare del partito che è al potere, con tanto di ritorno in termini di visibilità, immortalato in una foto (per la stampa) in cui ci sono degli inconsapevoli alunni e le autorità scolastiche. La Gilda degli Insegnanti rivendica una scuola scevra dalla politica e Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza, a tal proposito sottolinea che: "Si tratta di una brutta usanza tipicamente Parmense, poi pare provocatorio che ciò riguardi proprio gli esponenti del partito che ha varato la legge della "brutta scuola"".

Gilda Insegnanti Parma

SEDE DI PARMA: Via Verdi 25 – 43121-Parma- presso Alpic Caf Ceditalia

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Francesco Pignalosa, chef con la grande passione per l'intaglio è uno scultore fuori dal comune, infatti trasforma diversi materiali, in oggetti di rara meraviglia. Di cosa si tratta? Vegetali ed ortaggi; ma anche formaggio e sapone, che grazie alla sua maestria diventano vere e proprie sculture.

Fra le partecipazioni vanta l'esposizione dell'anno scorso presso la Triennale di Milano nella mostra "Gillo Dorfles. Kitsch". Fra i riconoscimenti, la pubblicazione sull'Almanacco 2013 di Sorbolo (Parma), suo paese di residenza. Una passione che l'ha portato ad arrivare anche in tv, alla trasmissione Detto Fatto in onda su Rai 2.

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Danilo Varriale vince "Un logo per Parma Da Vivere".Premiato negli spazi di Area Italia il vincitore del concorso patrocinato dalla Provincia di Parma.

Parma, 4 aprile 2017

Classe 1989, di Castellammare di Stabia, laureando in Architettura all'Università Federico II di Napoli e appassionato d'arte, fotografia e grafica, tanto che in breve tempo colleziona le sue prime soddisfazioni aggiudicandosi importanti riconoscimenti. È Danilo Varriale il vincitore del concorso "Un logo per Parma Da Vivere", indetto lo scorso gennaio sulla pagina social che promuove il territorio parmense e le sue eccellenze e patrocinato dalla Provincia di Parma. Un concorso trovato per caso dal giovane napoletano navigando in rete.

Negli spazi dell'Agenzia di Comunicazione e Pubblicità Area Italia, Varriale è stato proclamato vincitore del contest dopo essere arrivato in finale insieme a Parma Illustrata (Enrico Gotti/Andrea Del Bue/Margherita Portelli) e Riccardo Covelli. La giuria composta da Franco Maria Ricci, presidente di giuria, editore e designer, Nunzio Garulli, docente e vice preside del Liceo Artistico Toschi di Parma, Andrea Begani, socio fondatore e creativo dell'agenzia pubblicitaria e di comunicazione Area Italia, Sandro Capatti, fotoreporter agenzie Ansa e Fotogramma, Mirella Mutolo, tecnico in marketing turistico e territoriale e Francesca Caggiati, giornalista specializzata in marketing turistico e territoriale e creatrice del contest, ha selezionato il suo come il logo che andrà a caratterizzare "Parma Da Vivere".

DaniloVarriale-vincitore-contest-parmadavivere

Varriale ha ricevuto come premio un buono del valore di 150 euro per l'acquisto di materiali, corsi o quant'altro offerto da Derpit; una cassetta di colori in legno made in Italy Polycolor acrilico della marca Maimeri (10 colori assortiti 20 ml, 1 tubetto di bianco di titanio 60 ml, 3 pennelli sintetici, 1 spatola per pittura, 1 panno in cotone) offerto da BelleArtiMarchesi; un pacchetto di prodotti stampati con il proprio nome e professione (250 biglietti da visita, 100 cartoline promozionali e 100 segnalibri) offerto da Carpediem; una stampa di logo o progetto grafico su tavola di legno nel formato 30x40 offerto da Fotodilegno; un abbonamento annuale alla rivista Exibart.onpaper offerto da Exibart e un abbonamento annuale alla rivista Il Fotografo offerto da Sprea Editore; un portamine Spalding&Bros madreperla verde con astuccio in pelle per giacca; una penna roller Spalding&Bros colore alluminio; un'agenda giornaliera Cangini&Filippi offerta dalla CasadelGeometra di Fidenza e un abbonamento annuale alla rivista americana ArtDesign, pari ad un valore commerciale attorno ai 750 euro.

Per il quarto anno consecutivo, si è svolto a Parma il Festival di Magia di stradaSabato 1 aprile, direttamente dall'accademia di Masters of Magic, i migliori esponenti dell'Arte Magica Italiana e internazionale hanno invaso il centro storico con 25 grandi spettacoli per le strade della città.

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Una Modena in giallo tra delitti, segreti e trame nei dieci racconti dell'antologia Giallomodena. Venerdì 31 marzo, alle 21, presso la libreria Mondadori Victoria di via Ramelli 101, la presentazione del libro, edito da Damster.

Di Manuela Fiorini

Modena, 30 marzo 2017

Modena come non l'avete mai vista o, meglio, letta. Una Modena in giallo, non solo perché questo è uno dei colori del gonfalone comunale, insieme al blu, ma perché "gialli" sono i dieci racconti raccolti nell'antologia Giallomodena (Damster Edizioni), che sarà presentata venerdì 31 marzo, alle 21, presso la libreria Mondadori Victoria, in via Ramelli 101. Dieci autori, dieci storie che hanno in comune, oltre al genere, l'ambientazione, rigorosamente "modenese", dall'Appennino alla Bassa, tra il nero della notte e lo sfumato della nebbia che tutto avvolge e cela un universo underground di delitti, segreti e trame. Tra gli autori c'è anche Fabio Mundadori, che è anche il curatore della collana #Comma21 che include titoli gialli e noir.

GIALLOMODENA-libro

Abbiamo scambiato due chiacchiere con Fabio Mundadori

Come nasce Giallomodena?
"L'idea era quella di realizzare un'antologia di racconti di genere che avessero come protagonista Modena, l'accostamento con il giallo è venuto quasi naturale essendo uno dei colori della città. Il libro sta avendo un buon riscontro di pubblico e con ogni probabilità anche nel 2017 avremo un'antologia di gialli modenesi, proprio come avviene per Bologna che da ormai tre anni ha la propria antologia "invernale" a tema; nel 2016, proprio in contemporanea con GialloModena, è infatti uscita sempre nella collana #comma21 "Le 13 Porte: lo zodiaco del delitto". Non potevamo, quindi, non avere un'antologia "modenese".

Chi sono gli autori e qual è il loro background?
"Gli autori sono Simone Covili, Fabrizio Fangareggi, Manuela Fiorini, Luigi Guicciardi, Maurizio Malavolta, Angelo Martinelli, Giovanni Mistrulli, Fabio Mundadori e Enrico Solmi. Come si può rilevare dalle loro biografie, i background sono i più diversi, anche se principalmente, la maggior parte di loro ha un passato da autore di storie gialle, noir o thriller".

Qual è l'idea di Modena che avete voluto suggerire nel libro?
"È un'idea che vale per tutta quella che viene chiamata "provincia italiana": non importa quanto una città appaia tranquilla, dietro all'immagine pubblica che dà di sé ce n'è sempre una privata, densa di segreti inconfessabili, rancori sopiti e desideri di vendetta pronti a esplodere e venire allo scoperto quando meno te lo aspetti".

Il libro fa parte della Collana #comma21, come mai questo nome e quali titoli/generi raccoglie?
"#comma21, che proprio in questi giorni a spento la prima candelina, è la collana "nera" di Damster Edizioni, casa editrice anch'essa modenese, che raccoglie storie di genere noir, giallo e thriller. Il nome viene per assonanza dal noto comma 22, lo ricordate: "Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo" che è a propria volta nasce dal paradosso di Epimenide di Creta che da cretese diceva che "I cretesi sono tutti bugiardi", un'affermazione che nega e conferma se stessa senza possibilità di soluzione. La frase di Epimenide trasmette un po' la stessa sensazione che ci prende quando ci troviamo di fronte a un enigma apparentemente irrisolvibile, proprio come nei gialli".
Ma c'è un secondo aspetto che ha contribuito a dare il nome alla collana, come molti appassionati del genere sanno, l'autore Van Dine stilò una sorta di elenco di regole che devono essere rispettate se si vuole scrivere una storia di genere mistery, queste regole sono venti. Ebbene la ventunesima è appunto pubblicare in questa collana che è appunto il #comma21"

AA.VV.
Giallomodena
Collana #comma21, Damster Edizioni
Pag 200 - € 14
www.comma21.it 
www.damster.it 

Presentazione: venerdì 31 marzo, ore 21, c/o Libreria Mondadori Victoria, via Ramelli 101 (presso Cinema Multisala Victoria).tel 059/454622, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Giallomodena-presentazione-Modena

La XII edizione di "Fotografia Europea" inaugura il 5 maggio a Reggio Emilia. Mostre ed eventi anche a Bologna, Parma e Modena. Tema dell'edizione 2017 la memoria, gli archivi, il futuro. Trenta grandi esposizioni, trecento mostre off, eventi in diverse città per il Festival promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. 

Reggio Emilia, 29 aprile 2017

L'archivio come sintesi tra storia e memoria, chiave di lettura del presente e visione del futuro. Questo il tema della XII edizione di Fotografia Europea che si inaugura a Reggio Emilia il prossimo 5 maggio alle ore 18. Oltre trenta esposizioni del circuito ufficiale cui si affiancano le iniziative dei partner regionali e le trecento mostre del circuito off, dal 5 maggio al 9 luglio. La rassegna consolida la collaborazione con la Regione Emilia- Romagna e promuove nuove partnership con importanti realtà culturali e artistiche del territorio.

Accanto a Reggio Emilia con la Fondazione di Palazzo Magnani, presenteranno mostre ed eventi collegati al festival la Fondazione Mast (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) di Bologna, lo Csac-Centro studi e archivio della comunicazione dell'Università di Parma, la Collezione Maramotti, prestigiosa raccolta privata di arte contemporanea con sede a Reggio Emilia. Da quest'anno si unisce anche la Fondazione Fotografia di Modena, una delle realtà italiane più interessanti nella fotografia e dell'immagine contemporanea.

Il ruolo centrale assunto da Reggio Emilia nelle arti visive è testimoniato dalla scelta della città emiliana come sede degli Stati Generali della fotografia, in programma nella stessa giornata del 5 maggio alla presenza del ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. Fra le altre novità, la sinergia tra il festival reggiano e altre rassegne nazionali: Photolux Festival di Lucca, Cortona on the move. International Photography Festival di Cortona e Festival della Fotografia Etica di Lodi. Importanti le opere di artisti del Sud Africa, paese ospite di questa edizione.

Fotografia Europa resterà aperta fino al 9 luglio nei giorni di venerdì, sabato e domenica. Tutte le info su www.fotografieuropea.it

Venerdì, 24 Marzo 2017 18:52

In barca sul Panaro...come cento anni fa

Nell'ambito delle XXV Giornate FAI di Primavera, per la prima volta, dal 1923, una barca torna a navigare sul fiume Panaro, nel tratto del Naviglio che da Bomporto porta a Solara, alla scoperta dell'antica via fluviale che per mille anni ha collegato il centro di Modena a Venezia.


Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi

BOMPORTO – Lento scorre il fiume, mentre la "Zio Pece", una 11 metri bianca e rossa, varata negli anni Sessanta, per la prima volta dal 1923, percorre il tratto del Naviglio che da Bomporto porta all'antico borgo fluviale di Solara. Un privilegio per pochi, circa 700 (le prenotazioni sono state un migliaio e i posti sono già esauriti), che tra sabato 25 e domenica 26 marzo potranno ripercorrere un tratto dell'antica via fluviale che collegava Modena a Venezia, grazie alle Giornate FAI di Primavera. E Bomporto (da "buon porto") era la porta di accesso per tutte le imbarcazioni che per mille anni hanno percorso il Po, il grande fiume, per arrivare alla città geminiana "deviando" sul fiume Panaro. Proprio la "Riviera del Panaro", dal XVII secolo è stata eletta meta di villeggiatura dalle ricche e nobili famiglie modenesi, che sulla riva sinistra del fiume hanno costruito meravigliose ville e residenze estive. Durante le Giornate FAI si potranno visitare Villa Cavazza, Villa Cavicchioli e Villa Bruini-Federzoni, solo esternamente, poiché ancora danneggiate dal terremoto del 2012.

Le acque placide e sorprendentemente verdi del Panaro ci accompagnano lungo questa emozionante minicrociera sul fiume. La "Zio Pece" procede a una velocità di circa 4 km/h, la stessa che, con la corrente favorevole, consentiva in passato di collegare Modena a Venezia in circa una giornata e mezzo. Di tanto in tanto, il tragitto è interrotto dal ramo di un albero, mentre, ai lati, la vegetazione semi incolta degli argini suggerisce quello che doveva essere il paesaggio di tanto tempo fa.
"In questi due giorni", ha detto il sindaco di Bomporto Alberto Borghi, "i visitatori potranno riscoprire in questo modo inedito e unico il fiume Panaro, i suoi aspetti culturali e paesaggistici. Grazie ai fondi nazionali è stato possibile, in questi anni, recuperare le darsene e i ponti sul Naviglio: quella di Bomporto, ma anche quella di Bastiglia, che fu visitata anche da Leonardo da Vinci e si dice che egli si ispirò proprio ad essa per progettare le darsene dei Navigli di Milano".

"Il percorso in barca sul fiume Panaro", ha aggiunto Vittorio Cavani, capodelegato FAI per Modena, "è la chicca di un programma molto vario, che include l'apertura al pubblico del Castello di Montegibbio, della villa Barbolini-Cionini di Sassuolo, dell'Area Allevamento Quadrupedi di Portovecchio, nel territorio di Mirandola e, appunto, dell'itinerario della Riviera del Panaro, che può essere percorso anche a piedi, in bicicletta, a cavallo o con qualsiasi altro mezzo. Questo evento è talmente eccezionale che mi preme ringraziare tutti gli enti che lo hanno reso possibile: il Comune di Bomporto, AIPO e i volontari della Remiera Euganea di Monselice, grazie ai quali in questi giorni potremo navigare sul Panaro dopo quasi cento anni".

La XXV edizione delle Giornate FAI di Primavera coinvolge circa mille siti in 400 località italiane, che saranno aperte al pubblico grazie a 7500 volontari e a 35 mila giovani guide.


INFO: www.giornatefai.it

L'associazione UCAI di Parma presenta la mostra Arte & Economia di Giorgio Gost e Paola Boni. Inaugurazione domenica 26 marzo alle ore 17 presso la Galleria S. Andrea Via Cavestro 6. Sino al 6 aprile ad ingresso Libero. Orari: da martedì a sabato 10-12 e 16-19; domenica 16-19; lunedì chiuso.

Parma, 25 marzo 2017

Da domenica 26 marzo apre alle ore 17 alla Galleria S. Andrea la mostra ARTE & ECONOMIA ideata dai due artisti Giorgio Gost e Paola Boni. La mostra, che sarà presentata domenica dal critico Giorgio Grasso, è una sorta di percorso, ironico, sagace, a tratti provocatorio che estetizza oggetti d'uso quotidiano e alimenti legati alla produzione dell'economia occidentale.

I dipinti di Paola Boni giocati tra fumetto e particolari di un tangibile realismo si alternano alle "capsule del tempo" in resina di Giorgio Gost in cui le composizioni di alimenti sono combinate in astrazioni tridimensionali di colori.

ANTEPRIMA MOSTRA GIORGIO GOST GALLERIA SANTANDREA12

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Celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Arturo Toscanini: un articolato programma di eventi, concerti, mostre, concorsi musicali, convegni. Venerdì 24 marzo alle ore 17 presso la Sala Consiliare del Comune di Parma, la presentazione del volume "Arturo Toscanini. Vita, immagini, ritratti". Alle ore 18 sotto i Portici del Grano l'inaugurazione della Mostra "Arturo Toscanini, in viaggio controvento".

Parma, 24 marzo 2017

In occasione delle Celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Arturo Toscanini, per ricordare la figura di uno dei maggiori direttori d'orchestra è stato promosso dal Comune di Parma, con il coordinamento della Fondazione Arturo Toscanini e in sinergia con le principali istituzioni del territorio, nazionali e internazionali, un articolato programma di eventi, concerti, mostre, concorsi musicali, convegni e molto altro ancora.

Presentazione della riedizione del libro "Arturo Toscanini. Vita, immagini, ritratti"

Il programma prevede pe oggi, Venerdì 24 marzo, due importanti appuntamenti per conoscere e approfondire la figura del grande Maestro.
Alle ore 17.30, la Sala Consiliare del Comune di Parma ospiterà la presentazione della riedizione del libro "Arturo Toscanini. Vita, immagini, ritratti"; il volume viene ora ripubblicato dalla STEP in collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini e la Casa della Musica, in una nuova edizione arricchita per un totale di quasi trecento pagine. Accanto ai testi di Gaspare Nello Vetro e di Gustavo Marchesi si affiancano tre interventi, rivisitati e nuovi. Uno di Marco Capra, nel quale si evidenzia come l'apporto dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, che si avventarono sulla figura di Toscanini, direttore sempre rivolto alla musica e mai all'obiettivo, abbia prodotto, forse ben oltre le sue intenzioni, la decisiva prevalenza della figura dell'interprete su quella del compositore. Uno di Federica Biancheri sul fondo archivistico di uno degli amici più intimi di Toscanini, il pianista Horszowski, donato nel 2010 dalla vedova all'Archivio Storico del Teatro Regio di Parma. Infine un testo di Giuseppe Martini sulla vicenda sentimentale che legò segretamente, per molti anni, Toscanini alla pianista Ada Mainardi; miniere documentarie che aggiungono toni e sfumature all'interpretazione di una delle figure più simboliche del Novecento: come dimostra del resto questo stesso libro, impreziosito da una strepitosa selezione di immagini già raccolte da Nicola Luberto, Francesca Montresor e dal mai dimenticato Vincenzo Raffaele Segreto.
La presentazione è a ingresso libero, fino a esaurimento posti.

Mostra fotografica "Arturo Toscanini, in viaggio controvento"

Sempre oggi, venerdì 24 marzo, alle ore 18.00, sotto i Portici del Grano del Comune di Parma, s'inaugurerà la mostra "Arturo Toscanini, in viaggio controvento", un'esposizione fotografica e documentaria sulla figura del Maestro. La vita di Arturo Toscanini, narrata da questa mostra, allestita nel centro civile e simbolico della Città di Parma, fu un viaggio lungo e avventuroso. Un viaggio triplice, attraverso le speranze e le tragedie del suo tempo, nello spazio fisico e poi etereo del pianeta, verso le profondità e gli aneliti di uno spirito capace di segnare indelebilmente la storia dell'interpretazione musicale. Un viaggio compiuto grazie al soffio di una vocazione unica e all'energia di un amore infinito per l'arte e la libertà, ma non di rado controvento. L'esposizione, promossa e curata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma - Casa della Musica e dalla Fondazione Arturo Toscanini, si terrà dal 24 marzo al 30 giugno 2017, con ingresso libero.

Per informazioni: Casa della Musica – P.le San Francesco, 1 (Parma), Tel. 0521/ 031170, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.lacasadellamusica.it

(Fonte: Comune di Parma)

Sabato 25 marzo, alle 17, presso la libreria Emily Bookshop a Modena il giornalista e scrittore romagnolo presenta il suo ultimo libro, un "fantasy a Km zero" dove personaggi storici, fantastici e animali si alternano nel dipingere una favola che è metafora del nostro tempo.

Di Manuela Fiorini

Modena, 23 marzo 2017

In "Noa. La grande truffa" (Sensoinverso Edizioni), un'orda agguerrita di castori, al soldo della terribile Castoro De' Boschi, vuole invadere l'Emilia Romagna. E lo fa cominciando dalla Diga di Ridracoli che, minata alla base, riversa le acque sul territorio, minacciando tutta la regione. La minaccia è reale, anzi surreale! Al punto che, da un paese lontano lontano, oltre l'Oceano, arriva anche la donna più potente del mondo, la Presidente Himmary. A darle man forte e trovare un modo per sconfiggere l'orda barbarica di animaletti agguerriti, ci sono, tra gli altri, la Sfoglina di San Giovanni in Persiceto, il Duca di Bettola, due dottoresse gemelle, Marzia e Miriam Galapagos, una giornalista e persino un legionario romano. A fare da sfondo, ci sono luoghi reali e riconoscibilissimi della regione, da Piacenza a Rimini. I comprimari hanno soprannomi improbabili ed evocativi, mentre, di tanto in tanto, una citazione musicale o l'incursione di un personaggio noto, da Bono Vox ai Rolling Stone, passando da Woody Allen, (in versione Jazz), ricordano la formazione dell'autore, il giornalista e scrittore Stefano Andrini, che sarà presentato sabato 25 marzo, alle ore 17, presso la libreria Emily Bookshop di via Fonte d'Abisso 9/11, a Modena, in collaborazione con l'associazione culturale I Semi Neri.

incontro-Noa-modena

Abbiamo fatto due chiacchiere con l'autore

Stefano Andrini

Un romanzo irreale, surreale, anzi realistico...La terribile Castoro de Boschi e i suoi castori hanno fatto crollare la Diga di Ridracoli e puntano alla conquista dell'Emilia Romagna. Come nasce Noa e che cosa si nasconde dietro a questa divertente metafora?
"In lingua maori il titolo del romanzo significa "carità" e anche "gratuità". Due termini praticamente scomparsi dal nostro vocabolario. Forse, anche per questo, siamo diventati tutti più tristi e cattivi. Guardiamo solo il male e il bene lo abbiamo relegato in soffitta tra le anticaglie. La scommessa di Noa, che pure in termini molto realistici racconta una vicenda potenzialmente drammatica, è quella di riaprire la finestra impolverata per affacciarsi su una speranza possibile. Un bambino che piange in lontananza e una tanguera capace di commuoversi non sono un omaggio all'insopportabile happy end hollywoodiano. Ma un cartello segnaletico che indica un nuovo inizio e una nuova strada. Per tutti".

Perché i castori? Ti sei ispirato a qualche episodio in particolare?
"Qualche era geologica fa mi sono divertito, complice la mia passione per il greco, a tradurre il poemetto Batracomiomachia, ovvero la guerra tra i topi e le rane. Perché, come dimostrano le favole del grandissimo Esopo, mettere al centro di una storia gli animali significa capire meglio anche gli umani. Tutti ci ricordiamo della volpe e dell'uva. Che fa riflettere più di mille libri di storia".

Hai definito Noa, un "fantasy a Km 0", ma gli elementi del fantasy classico sono del tutto stravolti. Sul Km 0, invece, si potrebbe negoziare...I tuoi personaggi si radunano da tutta l'Emilia Romagna, con citazione di luoghi reali e riconoscibilissimi, per combattere l'imminente minaccia. Come spieghi, allora, questa tua autodefinizione dell'opera?
"Il chilometro zero è volutamente una provocazione. Per indicare, con una immagine suggestiva, che il dodicesimo uomo in campo di questa squadra di eroi è proprio il nostro territorio. Certo, la gente si sposta (siamo tutti globali e globalizzati d'altra parte). Ma rimane attaccata alle sue radici e alla sua memoria. Non per una sorta di revival nostalgico alla "I migliori anni...". Ma perché quelle radici e quella memoria sono il salvacondotto per una nuova civiltà. È in quest'ottica che il mio libro sovverte i canoni del genere. La realtà sfida il fantasy e lo muta geneticamente".

In Noa fanno la loro "apparizione", come deus ex machina, ma anche come semplici spettatori di passaggio, personaggi della musica, da Bono Vox ai Rolling Stones. Un omaggio al tuo passato di dj?
"La musica è nel mio Dna fin da quando, bambino vinsi uno dei primi talent della riviera romagnola cantando 24 mila baci. Nella mia lunga esperienza di Dj in una delle prime radio libere ho imparato ad amare la musica e ho cercato di capirla. Facendo una scoperta rivoluzionaria: la musica unisce e salva. Un flusso vitale che nel libro culla e accompagna la storia fino a farla diventare la storia della porta accanto".

Noa la tanguera, la presidente americana Himmary, la villain Castoro de Boschi, la Sfoglina, l'ispettore capo Natiseau, Marzia e Miriam Galapagos...I personaggi principali sono tutte donne. Un omaggio alla femminilità in tutte le sue sfaccettature?
"ruffianeria. Semplicemente una constatazione. La nostra regione, che fin dal nome è donna, è stata plasmata nei secoli dal genio femminile. Ce lo ricordano gli aneddoti delle nonne, ce lo confermano le testimonianze delle donne di oggi. Per questo ho scelto di contrastare il male incarnato da Castoro, da una singolare compagnia dell'anello formata da donne che manco si conoscono".

Non ti sei fatto mancare nemmeno un bel viaggio nel tempo. All'epoca romana, per la precisione, dove troviamo un eroico cavaliere, Lucio Cornelio Silvio...un antenato di qualcuno che conosciamo, suppongo?
"Ogni riferimento a persone e fatti ... In realtà nel libro entra buona parte della realtà politica dei nostri giorni. Trasfigurata dalla fantasia ma abbastanza riconoscibile. Come nelle oscure profezie di Nostradamus ho immaginato rovinose cadute (che ci sono effettivamente state) e trionfi (che non sono diventati tali). Ecco se volessi dare un senso a questa storia è che un senso ce l'ha: la politica da sola è impotente. Se si illude di poter fare a meno del popolo la diga di Ridracoli diventa il nostro mar Rosso che ci travolge tutti. Dalla via Emilia al West"

INFO
Stefano Andrini
Noa, la grande truffa
Sensoinverso edizioni
82 pagg – 11 euro
Presentazione sabato 25 marzo, ore 17
c/o Emily Bookshop, via Fonte d'Abisso 9/11, Modena

Numerosi dirigenti di scuole piacentine non hanno rispettato il termine contrattuale del 15 settembre. I senatori, del gruppo Misto, Maria Mussini e Giuseppe Vacciano hanno presentato un'interrogazione urgente al Ministro dell'Istruzione.

Piacenza, 23 marzo 2017

La Gilda degli insegnanti di Piacenza e Parma dopo aver riscontrato che numerosi dirigenti di scuole piacentine non hanno rispettato il termine contrattuale del 15 settembre, entro il quale dovevano comunicare alle rappresentanze sindacali le informazioni relative all'uso dei fondi riguardanti il salario accessorio elargito al personale lo scorso anno scolastico e l'"informativa preventiva", inerente l'organizzazione di ciascuna scuola, nei mesi scorsi aveva presentato un esposto alle competenti autorità scolastiche.

La vicenda non è passata inosservata, tanto che i senatori Maria Mussini (vice presidente del gruppo Misto) e Giuseppe Vacciano (Misto) hanno presentato un'interrogazione urgente al Ministro dell'Istruzione.

La particolare situazione che si presta a contenziosi legali di non poco conto, che potrebbero portare l'amministrazione a dover rifondere dei danni.

I due parlamentari chiedono al Ministro se è a conoscenza della vicenda piacentina e che cosa intende fare per sanzionare chi forse lavora male. I dirigenti scolastici del nostro territorio, "a pioggia", sono stati considerati tutti meritevoli, tanto che percepiranno un compenso specifico (indennità accessoria). Loro sono tutti bravi. Un accordo sindacale che grida vendetta e che distribuisce soldi senza criterio proprio a chi, stimolato da una certa politica, va continuamente parlando in maniera talvolta impropria di "merito, efficacia ed efficienza".

Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza: "Questo andazzo nostrano è provocatorio per la categoria dei docenti, vogliamo che i dirigenti siano più controllati, sembra che questa particolare categoria di dipendenti pubblici si stia trasformando in una casta di intoccabili, noi siamo avversari di chi promuove e tollera questo andazzo".

Il testo dell'interrogazione

(Fonte: Gilda di Parma e Piacenza)

"Les Choristes" di Pegognaga, diretti dal M° Matteo Cavicchini hanno reso un omaggio inusuale al grande Maestro presso la Casa del Giovane Verdi di Busseto.

Busseto, 22 marzo 2017

Busseto ha vissuto domenica un evento musicale davvero unico alla Casa del Giovane Verdi. Importanti brani tratti dalle opere di Verdi (Nabucco-Traviata e Forza del destino) sono stati eseguiti da un coro di voci bianche. E' la prima volta in assoluto che Verdi viene interpretato in questo modo così diverso e particolare, mai prima d'ora sperimentato. "Les Choristes" di Pegognaga, diretti dal M° Matteo Cavicchini hanno reso un omaggio inusuale al grande Giuseppe Verdi. Ed è anche la prima volta che nella casa in cui il Maestro visse da giovane ed ebbe a compiere i suoi primi studi musicali vengono interpretate le sue composizioni. Si è ritornati indietro nel tempo, come quando da quella casa si udivano i primi approcci con la musica di un Verdi giovanissimo che si esercitava giorno e notte con la spinetta, disturbando i gendarmi della casa di fronte.

Lo studioso di cose verdiane Corrado Mingardi ha accompagnato l'evento con notizie e aneddoti relativi alla vita e alle abitudini del Maestro. Era anche l'occasione dell'onomastico del Cigno di Busseto e della sua seconda moglie Giuseppina. L'evento, del tutto gratuito, che ha richiamato nella città di Busseto tantissime persone, compresi bimbi incuriositi dalla performance dei loro coetanei, è stato possibile grazie ad Anna Sichel, proprietaria della storica dimora verdiana che mette a disposizione il suo "tesoro" gratuitamente per finalità culturali. Orgogliosa per l'ottimo risultato, ha elogiato oltre al Maestro e ai giovanissimi coristi, anche le loro famiglie per i sacrifici grazie ai quali sono giunti ad un risultato davvero unico.
Il Maestro Cavicchini con quest'appuntamento ha confermato la sua fama internazionale di direttore di concerti in città italiane ed estere. I brani verdiani proposti per l'occasione al pubblico sono stati da lui trascritti.
L' introduzione è stata tenuta da Meri Rizzi, studiosa ed autrice di alcuni libri relativi a Verdi tra i quali "il Giovane Giuseppe Verdi". La ditta Gourme' Ibis spa di Busseto in collaborazione con la Casa del Giovane Verdi ha donato ai giovani ospiti prodotti tipici ed a loro dedicati.

Giornata Mondiale della Sindrome di Down. L'attrice sensibile Barbara Voghera incarna il più recente attraversamento dell'Hamlet shakespeariano compiuto dall'ensemble fondato da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Un'occasione da non perdere.

Parma, 21 marzo 2017

«Ci vuole tutta la sensibilità pragmatica di Lenz per prendere un classico inossidabile come l'Amleto e imprimergli una ulteriore spinta ermeneutica (cioè un'interpretazione inattesa) tanto spiazzante quanto immediata»: il critico teatrale romano Giulio Sonno introduce il proprio incontro con Hamlet Solo di Lenz Fondazione, spettacolo che sarà in scena oggi, martedì 21 marzo alle ore 21 a Lenz Teatro, a Parma, in occasione della Giornata Mondiale delle persone con la Sindrome di Down, ricorrenza ultradecennale tesa a promuovere l'inclusione sociale e l'autonomia delle persone affette da Trisomia 21. Repliche mercoledì 22 marzo alle ore 11.30 e giovedì 23 marzo alle ore 18.30.

Hamlet Solo, che si avvale delle musiche create ad hoc dal compositore elettronico Andrea Azzali, è interpretato dall'attrice sensibile con Sindrome di Down Barbara Voghera, storica interprete delle creazioni di Lenz Fondazione, come ricorda la regista Maria Federica Maestri: «Le nostre vite artistiche si sono incrociate alla fine degli anni novanta e da allora sono diventate inseparabili, stimolate da un processo creativo in continua evoluzione, arricchito dall'esplorazione 'furiosa' delle grandi drammaturgie: Shakespeare, Goethe, Calderón, Manzoni, Ariosto. In particolare Hamlet Solo è la summa di questa nostra lunga e profonda esperienza scenica: una creazione teatrale in cui la monumentalità del capolavoro classico si traspone in una nuova sintesi di potente densità emozionale. Barbara Voghera è protagonista di questo straordinario ritratto tragico sull'esistenza umana: non solo un'interprete, ma corpo di dolorosa poesia e di imperfetta bellezza, capace di incarnare le parole shakespeariane in un'oscillazione esponenziale tra perdita e ritrovamento del senso».

Francesco Pititto, che ha curato traduzione, drammaturgia e imagoturgia di Hamlet Solo suggerisce: «Il nostro linguaggio teatrale si fonda su un'estrema e radicale fedeltà alla parola del testo. Nella ricerca dello stato eroico dell'attore il teatro prende forma nell'oscillazione tra debolezza e forza, vulnerabilità e potenza del corpo parlante. Ponte polifonico tra antico e moderno, tra generale e particolare, tra lingua e dialetto, l'Hamlet di Shakespeare si fa eco potente dell'arte del teatro nella contemporaneità e nel rinnovamento del linguaggio. Nell'Hamlet Solo si esplicita un dispositivo drammatico che rivela la natura orfana di Amleto, la sua inevitabile e assoluta solitudine scenica ed esistenziale; in un attraversamento senza respiro del testo, l'attrice implode dentro gli altri personaggi, unico strumento 'vivo' di una partitura visiva di spettri. I dialoghi con Orazio, la Regina, il Fantasma del Padre, Guild and Rose, gli Attori, I Becchini, Re Claudio vengono inflessi nell'unico duello eroico possibile, quello dell'attore con se stesso».

Conclude il critico teatrale fiorentino Matteo Brighenti: «Barbara Voghera insieme a Lenz si è lasciata indietro l'impossibilità ed è andata incontro all'enigma del rappresentare, rappresentandosi in tutta la sua 'sensibilità'. Scelta e condizione che le hanno permesso di accedere, con una presenza di violenta intensità e grazia scomposta, a una realtà espansa, che si trova oltre ogni cosa da noi conosciuta. Esattamente come Amleto».

A testimonianza del riconoscimento internazionale della ricerca sull'attore sensibile di Lenz, si segnala che le stesure dell'Hamlet sono inserite nel sito del MIT Global Shakespeares: MIT - Massachusetts Institute of Technology.

Per informazioni: Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141, 335 6096220 - www.lenzfondazione.it

Trentacinque scatti che hanno raccontato l'ultima edizione del Palio di Parma, con maestria e originalità. Ieri pomeriggio, durante la tradizionale festa di San Giuseppe, nella splendida cornice dell'Oratorio Sant'Ilario di via D'Azeglio, dove da un mese era in corso la mostra promossa dal CSI di Parma, si è svolta la premiazione e la consegna degli attestati per le migliori fotografie.

Ad allietare tutti i presenti prima della premiazione, le voci del coro della tradizione popolare Renzo Pezzani.

Il primo premio è stato consegnato ad Angelo Bolsi con lo scatto "Riflessi Urbani", secondo premio a Francesca Bocchia con "Pausa di riflessione", terzo classificato Davide Fornari con la foto "Guarda che mira".

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I tre premiati

1.BOLSI ANGELO con la foto "Riflessi Urbani"
2.BOCCHIA FRANCESCA con la foto "Pausa di riflessione"
3.FORNARI DAVIDE con la foto "Guarda che mira"

Premi di Partecipazione

BERNI MAURIZIO
BERTOLOTTI FAUSTA
BIGI LORENA
BIZZI ALESSIO
BOCCHIALINI LUCA
CHIASTRA GIUSEPPE
COCCIA ANNA MARIA
CUMBO DAVIDE
DALL'ASTA LORENZO
FERRARI MATTIA
FRANCESCONI RICCARDO
FRIGERI ROBERTO
GERMI MASSIMO
LORILLA JONATHAN
MATERA MARIA CATERINA
MONTAGNA STEFANO
PAGANUZZI PATRIZIA
PATTINI GIUSEPPE
ELENCO CONCORSO FOTOGRAFICO
SAMILLAN GISELLA ANGIOLINA
ZANICHELLI NICOLA

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Tutte le foto nella galleria qui sotto!

La suggestione della parola, della musica e del canto: primo appuntamento con la rassegna Auris che apre ufficialmente la più ampia rassegna "Il tempo delle donne". Sabato, 18 marzo, alle ore 21 presso la sede della Fraternità Francescana di Betania a Cella di Noceto.

Noceto, 16 marzo 2017

E' previsto per questo sabato, 18 marzo, alle ore 21 presso la sede della Fraternità Francescana di Betania a Cella di Noceto il primo dei tre appuntamenti all'interno della rassegna Auris, finalizzata a proporre tre momenti di spettacolo raccontati sulla suggestione della parola, della musica e del canto. L'iniziativa, che sorge sotto l'egida dell'Amministrazione Comunale - con riferimento al Vicesindaco Daisy Bizzi ed alla consigliera alle pari Opportunità Barbara Faroldi - apre ufficialmente l'edizione 2017 della più ampia rassegna "Il tempo delle donne", nata nel 2015 ed alla quale è stata data continuità anche lo scorso anno.
L'evento di sabato "La drammaturgia della parola - Liturgia per Hildegarda" nasce dalla collaborazione fra l'Associazione Ascolto ed eUropa Teatri e proporrà un monologo per attrice e musicista. Il progetto è di Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli, la voce ed azione scenica di Loredana Scianna, le musiche originali eseguite dal vivo della Mattioli, mentre la Gerbella è autrice dei testi e regista.

"Sarà l'affascinate figura di Hildegarda von Bingen, la religiosa benedettina vissuta nel 1100, scienziata , scrittrice, poetessa, musicista e filosofa, la protagonista dello spettacolo" spiegano Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli - "una figura veramente carismatica, precorritrice dei tempi, dalle intuizioni geniali e dall'indubbia modernità di azione e pensiero, elementi che la caratterizzano e la rendono di grande attualità".

Rassegna Auris-celladinoceto

"La collaborazione fra noi e l'Associazione Ascolto è iniziata lo scorso anno" commenta il Vicesindaco "sempre nell'ambito della rassegna "Il tempo delle donne", l'iniziativa a cui abbiamo dato avvio nel 2015 e finalizzata ad esplorare l'universo femminile da più prospettive e sfaccettature, a cui anche quest'anno abbiamo inteso dare continuità. Auris apre ufficialmente la serie degli eventi programmati per il 2017, che scorreranno non su unico filo tematico, come è avvenuto lo scorso anno quando è stato affrontato il drammatico tema della violenza sulle donne, ma su più argomenti di svariato interesse, di cui stiamo affinando la programmazione".

"Veramente affascinante e suggestiva la figura di Hildegarda" - si unisce alle parole del Vicesindaco la consigliera alle Pari Opportunità Barbara Faroldi "sia nella grandezza della dimensione religiosa che laica. Credo che AURIS concretizzi una proposta di qualità capace di attirare interesse e partecipazione di pubblico, confermando il positivo bilancio degli eventi organizzati lo scorso anno. Segnalo anche i prossimi due appuntamenti, quello dell' 8 aprile al Museo della Tipografia dove verrà proposto un concerto della cantante di fama internazionale Krisztina Nemeth e del 20 maggio, ospitato dal Castello della Musica, un concerto poetico con l'attrice Sandra Soncini e la cantante Alessia Galeotti, sul filo della poesia di Alda Merini che incontra Desdemona di Shakespeare".

Maggiori info sull'evento alla pagina Facebook

(Fonte: Comune di Noceto)

Si tratta della cantante Sabrina Gasparini, Presidente del Salotto Aggazzotti, e Gentjan Llukaci, di origine albanese, ma modenese di adozione, violinista di fama internazionale. Voleranno in Kazakistan dal 22 al 26 marzo per "giudicare" gli artisti e per promuovere il Concorso Internazionale di Fisarmonica "Bruno Serri" che si terrà a luglio a Serramazzoni

Di Manuela Fiorini

Modena, 18 marzo 2017

Sono in partenza per il Kazakistan Sabrina Gasparini, nota cantante e interprete modenese, Presidente del Salotto Aggazzotti, e Gentjan Llukaci, violinista di fama internazionale, nato a Tirana, ma modenese di adozione, e Direttore Musicale del Salotto Aggazzotti. Sono infatti stati scelti come membri della giuria, rispettivamente per la sezione "canto" e "musicisti", nell'ambito del prestigioso Festival Concorso Tanysu di Almaty, che si terrà nella città kazaka dal 22 al 26 marzo prossimi. Ad affiancarli, anche il Maestro Stefano Maccaferri per la sezione musicisti, il tenore Gian Luca Pasolini per la sezione canto, il regista Alfonso De Filippis e i ballerini dell'Arena di Verona Luca Condello ed Elisa Cipriani per la sezione danza e arti teatrali.

La manifestazione, giunta quest'anno alla sua IV edizione, si propone con un format non competitivo, durante il quale artisti di qualsiasi genere, formazione ed età hanno la possibilità di esibirsi in audizioni presiedute da una commissione di giurati di livello internazionale e si conclude con un grande spettacolo finale, durante il quale maestri e allievi hanno l'occasione di esibirsi insieme sui palcoscenici dei teatri più prestigiosi del paese.

RussiaFestival Tanysu di Almaty

Il Consolato del Kazakistan ha affidato la direzione artistica del Festival Tanysu all'associazione culturale Festiva&Contest, che promuove progetti per favorire la conoscenza reciproca delle culture italiana, europea e mediterranea e di quella russa, kazaka e asiatica post sovietica. Il festival gode dei prestigiosi patrocini dei rispettivi Ministeri della Cultura, dell'Ambasciata del Kazakhstan per l'Italia, San Marino e Malta, della Segreteria del Turismo della Repubblica di San Marino e si svolge in piena reciprocità tra San Marino, il 16 dicembre di ogni anno con la Festa Nazionale del Kazakhstan, e Almaty, in occasione del Nauryz, importante festa della cultura Kazakha.

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               Sabrina Gasparini nota cantante e interprete modenese, Presidente del Salotto Aggazzotti

Sabrina Gasparini e Gentjan Llukaci avranno anche il compito, durante la loro partecipazione al festival, di promuovere due importanti festival internazionali: il Concorso Lirico "Spiros Argiris", di cui la 18° edizione si terrà a Sarzana (SP) dal 27 al 30 giugno, e il Concorso Internazionale di Fisarmonica "Bruno Serri", la cui 2° edizione si terrà a Serramazzoni (MO), dal 13 al 16 luglio.

"Quest'anno il festival vanta la prestigiosa collaborazione con i premi "Bruno Serri" e "Spiros Argiris" e selezionerà in Kazakhstan, proprio durante la manifestazione, talenti nell'ambito musicale onde poi invitarli a Sarzana a giugno di quest'anno e a Serramazzoni in luglio. È un onore collaborare con realtà così importanti", ha affermato con soddisfazione la regista Zhanna Baybakova, Direttrice Artistica del Festival Tanysu.

L'esperienza in Kazakistan non è la prima per Gasparini e Llukaci, che a dicembre dello scorso anno, hanno fatto parte della commissione di giudici che durante il Festival di Tula (Russia) ha valutato 720 giovani talenti, tra musicisti, cantanti e ballerini.

 

Uscita naturalistica nel Parmense, martedì 14 marzo, per le classi 2°C e 2°H del liceo scientifico Respighi di Piacenza, che insieme ai referenti dell'Ente Parchi del Ducato e del Ceas Infoambiente del Comune di Piacenza hanno visitato l'habitat del Naviglio Taro, canale con oltre 800 anni di storia, nei pressi di Corte Giarola.

Un'iniziativa legata al progetto Life Barbie, che ha visto gli studenti piacentini protagonisti anche della reimmissione in acqua delle specie autoctone di barbio europeo, i cui esemplari sono stati ricollocati in un bacino d'acqua confinato.

studenti piacentini-NaviglioTaro9

Il nuovo romanzo della scrittrice modenese, nella collana Comma 21 di Damster Edizioni, è un noir che mette a nudo le relazioni tra uomini e donne, genitori e figli, adolescenti e amanti. E, a fare da cornice, il circo mediatico che si scatena attorno all'assassinio di una bambina di otto anni.

Di Manuela Fiorini

Modena, 18 marzo 2017

Un ritratto nudo e crudo della società moderna, un romanzo "corale" dove i personaggi, più di una ventina le voci narranti, si rivelano essere uno specchio della contemporaneità, tra tradimenti, pregiudizi, apparenze da salvare, malesseri taciuti a lungo che poi "deflagrano" con devastanti effetti collaterali. E, a fare da cornice, anch'essa impietosa, il circo mediatico che si scatena attorno al feroce assassinio di una bambina di otto anni, il cui corpo viene ritrovato da un altro bambino in un fosso. A vegliarla solo un'inquietante bambola appesa ad un ramo, pezzo della collezione di una contadina eccentrica e forse pazza, in realtà ritiratasi da una società falsa, ipocrita e senza speranza di uscire dal loop emotivo e tossico con cui si pasce ogni giorno. Difficile non riconoscerci e non riconoscere situazioni vissute nel "Il Colore della nebbia", l'ultimo romanzo di Eliselle uscito nella collana Comma 21 per Damster Edizioni. Un noir che colpisce come un pugno nello stomaco, grazie allo stile asciutto e scorrevole, e a un'autrice che non giudica, ma lascia al lettore il giudizio sui personaggi e sulle situazioni, un giudizio che, però, stenta ad arrivare e viene lasciato volutamente in sospeso, poiché "Il colore della nebbia", dopotutto, è quello che "avvolge" e coinvolge tutti noi.

Ne abbiamo parlato con Eliselle.

Eliselle-libro- ilColoredellaNebbia

Partiamo dal titolo: qual è (e che cos'è) il "Colore della Nebbia"?
"Il colore della nebbia è quello denso e lattiginoso che siamo abituati a vedere noi che viviamo in Emilia. Ma nel caso del mio romanzo è anche il colore che confonde e impedisce ai protagonisti di distinguere il bene dal male, la vita reale da quella recitata, la scelta giusta da quella sbagliata, trascinandoli nel vortice dell'ipocrisia che tutti, ma proprio tutti, sono costretti a guardare in faccia".

Tra le pagine del romanzo di alternano le voci di più di una ventina di personaggi. Nessuno di loro, tuttavia, ha il suo "happy ending", una scelta controcorrente?
"Credo che sia una scelta obbligata, nel senso che la storia e i suoi protagonisti mi hanno portato proprio lì e non ho potuto fare altro che seguirli nelle loro evoluzioni lasciandoli andare dove volevano e dove il loro vissuto li portava. C'è un filo di speranza per alcuni, ma non a caso sono coloro che hanno avuto la forza di affrontare i propri demoni. E in qualche modo, hanno cercato di superare le proprie paure".

Quanto c'è dell'autrice nei personaggi de "Il colore della nebbia"?
"L'autrice scompare, è obbligata a farlo, nel momento stesso in cui sospende il giudizio raccontando la storia. Ovvio che rimane col suo carico emotivo che trasmette al vissuto dei personaggi, con le esperienze di vita, con le letture che ha fatto, con il confronto con gli altri. Per i personaggi più "sgradevoli" e lontani non c'è altro modo se non staccarsi completamente da sé e lasciarsi trascinare dalla loro personalità, anche se totalmente differente. In alcuni invece ci sono fragilità in cui anche l'autrice si rispecchia e si riconosce, ma è il suo modo per lasciarle andare".

Il libro è anche un feroce ritratto del "circo mediatico" che nasce attorno a un episodio delittuoso, in questo caso l'assassinio di una bambina di otto anni, dove tutti vogliono dire la loro, tutti aspirano al proprio "momento di gloria" e la vittima stessa rischia di passare in secondo piano rispetto a chi sgomita per andare in TV o sui giornali. Quale messaggio hai voluto lanciare al lettore?
"È stato naturale raccontare di questa situazione perché ce la troviamo ogni giorno davanti e la viviamo spesso da vittime inconsapevoli. Ho cercato di indagare quale potesse essere la differenza tra il compartecipare a un dolore e il servirsene per trarne un guadagno, sociale o economico, tra l'empatia reale e la speculazione morbosa che vediamo spesso utilizzata dai media per cavalcare una notizia drammatica e trasformarla in spettacolo. Il messaggio è una sorta di invito al risveglio, per fare in modo che questa morbosità passi di moda e venga archiviata una volta per tutte".

romanzo- Il colore della nebbia

Due personaggi agli antipodi: Valentina, la preadolescente fredda e calcolatrice, un "mostro" per la sua età. E Giulia, che si limita a "fare da spettatrice", incapace però di agire, dice sempre di sì, come se tutto quello che accade intorno a lei non la riguardi o quasi. Chi sono oggi le "Valentine" e le "Giulie"?
"Per rispondere prendo a prestito le parole di Vittorino Andreoli, che a mio avviso insieme a Umberto Galimberti ha tracciato diverse vie per spiegare quello che siamo diventati oggi: "Noi italiani siamo masochisti contenti, animati da una pulsione distruttiva per cui proviamo gratificazione solo nella catastrofe. Siamo individualisti spietati, rifiutiamo l'Altro e l'importanza dell'insieme, trascurando che la vera realizzazione si ha nella gioia della condivisione e del noi. Siamo attori, amiamo recitare, siamo abili a raccontare ciò che non siamo e ci rifugiamo nel racconto distorto di noi. Abbiamo una fede incredibile che ci impedisce di cercare soluzioni e organizzare azioni efficaci, ma ci fa sperare continuamente in un intervento salvifico nel domani." E ancora, in un'altra intervista: "Morire non ha poi tanto senso, uccidere è banale, si invita la morte a ballare. [...] C'è l'individualismo spietato: c'è l'io in famiglia, c'è l'io dappertutto. Siamo dei narcisi spaventosi, tutto io, faccio io. Se il narcisismo è maschile, la seduzione è femminile. E tutte si mostrano, mostrano tutto. Pur di essere "io" faccio qualsiasi cosa, è un narcisismo fondato sull'io e sul mio. Quello che è del "noi" non importa, lo roviniamo." Le Valentine e le Giulie credo che incarnino queste tendenze tutte contemporanee della società, e sono tendenze sempre più diffuse, a macchia d'olio, in qualunque strato, in qualunque ambiente, e sotto qualunque forma".

I personaggi maschili non fanno una gran bella figura. Sono traditori, narcisisti, cinici, tengono comodamente il piede in due scarpe. Nessun riscatto per loro. Non ci sono più "principi azzurri"?
"Non ci sono mai stati, le donne si sono illuse che esistessero perpetuando una visione completamente sballata della realtà e tenendo se stesse ingabbiate in ruoli e in situazioni dolorose. Le favole sono altra cosa, la mia è una fiaba nera, nerissima, che cerca di togliere il velo sulle doppie vite non solo degli uomini, ma in generale nelle relazioni. Laddove c'è onestà e consapevolezza non c'è errore: il problema e la chiave stanno proprio lì, per essere onesti con se stessi serve coraggio, per essere consapevoli bisogna sconfiggere schemi e paure, ma la pigrizia e il desiderio di lasciare "le cose come stanno" molto spesso è più forte di ogni desiderio di miglioramento".

Anche la voce dei bambini, spesso, è disincantata, realista, priva di ogni innocenza. Sono capricciosi, tiranni, spietati osservatori e giudici degli adulti. Sono davvero così i bambini di oggi?
"I bambini di oggi sono senza filtri, svegli, attenti e giudicanti. Davanti a loro hanno spesso esempi deboli, e sono spugne, quindi imparano ciò che vedono. Io dico sempre che servirebbe una patente per diventare genitori, perché richiede competenze che molto spesso non c'entrano col desiderio di amare e crescere una nuova creatura, e sono competenze che richiedono una lucidità e una consapevolezza immense: i figli non sono capricci o giocattoli, né strumenti di affermazione personale e sociale, sono persone che devono essere cresciute con indicazioni, educazione e serenità".

Una curiosità: per descrivere i personaggi del tuo romanzo ti sei ispirata a situazioni e persone reali?
"C'è sempre un po' di realtà in quello che scrivo. In questo caso ce n'è parecchia, perché per forza di cose ho fatto ricerca, ho spulciato fatti di cronaca, ho osservato e studiato fenomeni come bullismo, narcisismo, comportamenti adolescenziali, razzismo, e ho raccontato il tutto ambientandolo in una città di provincia, Modena, creando riferimenti a luoghi che a un occhio attento non possono sfuggire. Per i personaggi, sono stata aiutata da alcune esperienze negative vissute in prima persona e da altre raccontate da persone vicine, le ho elaborate, frullate e rese su carta: dopotutto, si dice che ogni riferimento a fatti e persone sia puramente casuale, no?".

Eliselle
Il colore della nebbia
Collana Comma 21 – Damster Edizioni
410 pagine – 15 euro
www.damster.it 
www.eliselle.com 

Conclusi i tre giorni milanesi del suggestivo spettacolo Shen Yun, unica tappa della tournée mondiale. La compagnia fondata da un gruppo di talentuosi artisti di origine cinese fa rivivere l'autentica cultura tradizionale della loro terra.

Di Pietro Razzini

14 marzo 2017

Un lungo racconto di storie vissute in 5000 anni di civiltà cinese. Questo e molto di più è Shen Yun, spettacolo multicolore che è stato protagonista al Teatro Arcimboldi di Milano fino a lunedì 13 marzo. Storie raccontate attraverso la danza in maniera chiara, toccante e, spesso, divertente. Lo sfarzo dei movimenti armonici e della musica sono lo specchio stupefacente della civiltà cinese, con i ballerini che ruotano e saltano in aria indossando brillanti costumi fatti a mano.

LA STORIA - Shen Yun è stata fondata da un gruppo di talentuosi artisti di origine cinese con uno scopo: far rivivere al mondo intero l'autentica cultura tradizionale della loro terra. Un tour iniziato nel 2006 sui palchi di più di 100 città, esibendosi davanti a milioni di persone tra Nord e Sud America, Europa, Asia e Australia. Guardare Shen Yun dà la sensazione di essere partecipi della rinascita di una realtà perduta. È la rinascita dell'antica Cina, in cui gli esseri divini e gli esseri umani interagiscono, un magico sogno di miti e leggende.

ShenYun - spettacolo danza

L'EVENTO - Lo spettacolo include due presentatori bilingue che forniscono delle brevi introduzioni a ogni storia: la danza classica cinese e la musica parlano direttamente al cuore. Grazia e atletismo, assoli di cantanti e musicisti, storie coinvolgenti e innovazioni tecnologiche dominano il palco per due ore. Ogni numero di danza ha il proprio tema, la propria storia, il proprio sfondo etnico, regionale o dinastico. La danza è il cuore di ogni esibizione: con gli splendidi costumi, le proiezioni mozzafiato e un'orchestra ricca di strumenti orientali e occidentali, Shen Yun (letteralmente "La bellezza della danza degli esseri divini") offre agli spettatori uno show che regala emozioni agli occhi e felicità al cuore.

LA CURIOSITA' - Shen Yun è del tutto indipendente dal Partito Comunista Cinese di Pechino. Infatti, anche se la compagnia si esibisce in teatri completamente pieni a New York e in giro per il mondo, al momento non gli è permesso esibirsi in Cina. La testimonianza di Yungchia Chen, primo ballerino e coreografo, è emblematica: "Oggi in Cina non è più possibile vedere spettacoli di cultura tradizionale cinese. I coreografi non hanno il permesso di lavorare su questi temi. Shen Yun sta facendo molti sforzi per far rivivere la parte più autentica e più bella della cultura cinese attraverso la danza".

Mostre "Patti Smith – Higher Learning" e "The NY Scene": da oggi i biglietti on line. Al via le vendite sul web per le due mostre di Parma, presso il Palazzo del Governatore, aperte dall'8 aprile al 16 luglio.

Parma, 14 marzo 2017

Prendono il via oggi, martedì 14 marzo, le vendite on line dei biglietti per le mostre di opere fotografiche "Patti Smith – Higher Learning e The NY Scene", aperte a Parma, al Palazzo del Governatore, dall'8 aprile al 16 luglio 2017.

"Higher Learning" propone circa 120 opere scattate in bianco e nero durante i viaggi di Patti Smith per il mondo. Il titolo è lo stesso di una canzone presente nell'album "Land", uscito nel 2002. La mostra, organizzata da Università di Parma e Comune di Parma e prodotta da International Music And Arts, è stata pensata appositamente in occasione del conferimento della laurea ad honorem che l'Ateneo assegnerà a Patti Smith. "Higher Learning" è un'evoluzione di "Eighteen Stations", presentata a New York ed esposta recentemente a Stoccolma. Il progetto originale è stato realizzato in collaborazione con la Robert Miller Gallery di New York e il Kulturhuset Stadsteatern di Stoccolma. La mostra "Higher Learning" è resa possibile grazie al supporto di BDC, Bertinelli Cibus&Fun, Conad Centro Nord, Fondazione Cariparma, Fondazione Monte Parma, Banca Mediolanum. L'iniziativa si inserisce infatti all'interno del grande tributo che l'Università di Parma e la città dedicheranno, la prossima primavera, all'artista americana.

"The NY Scene – arte, cultura e nuove avanguardie anni '70-'80", prodotta da Photology in collaborazione con il Comune di Parma, propone immagini legate al clima intellettuale che la stessa Patti Smith ha vissuto nella New York degli anni Settanta e OttantaDurante tutti gli anni Settanta New York diventa la capitale mondiale dell'arte contemporanea e la grande affermazione commerciale della Pop Art fa sì che la cultura delle avanguardie cresca nei salotti borghesi della città. La mostra vuole ricordare quei momenti che New York ha vissuto tra sesso, arte, droga, cultura pop e avanguardie letterarie, con immagini di artisti come Galella, Ginsberg, Goldin, Gorgoni, Makos, Mapplethorpe e Warhol.

A partire dall'8 aprile alla vendita on line dei biglietti si affiancherà poi anche quella diretta, alla biglietteria del Palazzo del Governatore, nei giorni e negli orari di apertura delle mostre.

A Maggio si prospetta dunque una "tre giorni" dedicata alla poetessa del rock densa di avvenimenti coordinata da Università e Comune di Parma con la collaborazione del Teatro Regio.

Palazzo del Governatore
Parma, Piazza Giuseppe Garibaldi 19
Orari 10 – 18 martedì, mercoledì, giovedì e domenica
10 – 21 venerdì, sabato e festività
tel + 39 0521 218929

Biglietti
Biglietto unico per le due mostre
Biglietti interi 8€, ridotti 6€, gruppi 4€
Booking www.midaticket.it - www.unipr.it/pattismith 

 

Oggi a suggerirci quali film poter scegliere di andare a vedere al cinema ora in programmazione ci pensa la nostra "teen-journalist" MARIASOLE. Ovviamente se volete optare in una scelta della trama rigorosamente romantica e un po' strappalacrime.

di Mariasole

Chi non ama trascorrere un bel pomeriggio con un gruppo di amiche al cinema per gustare un bel film romantico? Questi mesi promettono una ricca scelta per le incorreggibili sentimentali armate di fazzolettini e popcorn!

LA, LA, LAND è la storia d'amore in chiave musical tra un'aspirante attrice e un musicista che tra provini e lavori saltuari condividono le aspirazioni, i sogni di successo e l'incoraggiamento reciproco.
I primi problemi arrivano insieme ai primi successi, quando le singole scelte mettono in discussione il loro rapporto: bravissima, premio Oscar, Emma Stone!

la la land cinema film

MANCHESTER BY THE SEA è un film pieno di sentimento.
Il protagonista, dopo la morte improvvisa del fratello più grande, torna nella città natale e scopre di essere stato nominato tutore del nipote adolescente, ritorna in contatto con la ex moglie e affronta con coraggio i conflitti di cuore.

MANCHESTER BY THE SEA film cinema

LA LUCE SUGLI OCEANI ha come protagonista una coppia molto innamorata che vive in solitudine nel faro di cui lui è guardiano, il loro unico rammarico è di non avere un figlio, ma un giorno l'oceano di cui sono a guardia regala loro una neonata miracolosamente salvata da una tempesta. Qualche anno dopo però scopriranno a chi è stata strappata la bambina: restituirla o tacere e tenerla con sé?

LA LUCE SUGLI OCEANI film cinema

Infine un ritorno all'infanzia con il film LA BELLA E LA BESTIA, indimenticabile per noi il classico Disney, il fantastico viaggio di Belle, giovane donna brillante, bellissima e dallo spirito indipendente che viene fatta prigioniera dalla Bestia e costretta a vivere nel suo castello, bellissima Emma Watson nel classicissimo abito da sera giallo!

labellaelabestia-film-cinema 

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Il musical "Un Americano a Parigi" è liberamente ispirato all'omonimo film di Vincent Minnelli. In scena fino a domenica 19 marzo al Teatro Nuovo di Milano.

Di Piero Razzini

13 marzo 2017

Al Teatro Nuovo di Milano fino a domenica 19 marzo, "Un americano a Parigi" si dimostra un musical accattivante, coinvolgente, interessante per giovani e meno giovani. Le musiche di Gershwin portano gli spettatori in un limbo senza tempo, la bravura degli attori offre l'occasione di estraniarsi dalla realtà. E poi c'è Parigi con la sua atmosfera, il suo carisma, la sua impareggiabile sensualità. Il palco si trasforma in Montmartre, nel Lido, nel lungo Senna, riproponendo un mondo magico: quello unico della Ville Lumiere.

NOVITA' - E' "Un americano a Parigi" differente rispetto a quello portata in scena da Christian De Sica nel 2001: è più legato al film e meno a quella comicità e a quella battuta frizzante che un maestro della commedia italiana come De Sica sa proporre. La pellicola di Vincente Minnelli viene usata come pretesto per omaggiare il mondo di Gershwin. Gli arrangiamenti, le caratteristiche singole degli attori unite nel creare una efficace proposta corale e il ritmo dello spettacolo sono solo alcune delle caratteristiche che esaltano lo show e rendono il pubblico parte integrante di esso.

TRAMA - La storia narra le vicende di Gimmy (Michele Carfora), pittore americano ed ex soldato, che alla fine della guerra decide di vivere nella Parigi degli anni '50 in cerca di fortuna. Nella metropoli francese vivrà un'intensa storia d'amore con Fanny (Arianna Bergamaschi), una commessa di una profumeria, a sua volta corteggiata da Jean Marie (Danilo Brugia), famoso chansonnier del Lido. Personaggio di rottura nell'idillio tra Gimmy e Fanny è Patricia (Barbara Terrinoni), miliardaria innamorata di Gimmy.

IL CAST - Presentato al Teatro Nuovo con un cast di quindici elementi, "Un americano a Parigi" è un musical liberamente ispirato all'omonimo film di Vincent Minnelli. Campione d'incassi nella stagione teatrale 2000/2001, prende origine da un'opera sinfonica del compositore americano George Gershwin e si ispira al soggiorno che egli stesso fece a Parigi alla fine della prima guerra mondiale. Il cast è formato da Michele Carfora, Arianna Bergamaschi, Danilo Brugia, Barbara Terrinoni, Jean Michel Danquin. Carfora, in particolare, regala emozioni con la sua presenza in scena. Notevole, ma non è una novità, la performance di Arianna Bergamaschi: una voce splendida per un musical che esalta una città senza tempo.

Fino al 23 marzo la mostra fotografica "Un mondo di donne" di Pier Luigi Montali presso l'Atrio delle Colonne del Palazzo Centrale dell'Università di Parma.

Parma, 8 marzo 2017

Nella sua carriera di fotografo freelance, il parmigiano Pier Luigi Montali, viaggiatore curioso e infaticabile, punta il suo obiettivo su brani sociali e culturali di vita vissuta e apre il nostro sguardo a diversi luoghi del pianeta, su squarci di quotidianità, in cui la donna è protagonista assoluta.
Concentrando la sua attenzione sulla figura femminile, delinea con garbata festività una universalità del pianeta donna e istituisce delle corrispondenze inaspettate tra esistenze vicine e lontane.

La mostra fotografica "Un mondo di donne" è stata inaugurata ieri, nell'Atrio delle Colonne del Palazzo Centrale dell'Ateneo (via Università 12). Presenti la Pro Rettrice dell'Ateneo a Didattica e Servizi agli Studenti Maria Cristina Ossiprandi, la Delegata del Rettore alle iniziative per studenti con disabilità, con disturbi specifici di apprendimento e fasce deboli Emilia Caronna, l'esperta d'arte Eles Iotti e l'autore Pier Luigi Montali.

MOSTRA GIGI MONTALI UNIPR 2017 084

L'iniziativa è stata ideata dal CSU – Centro Sociale Universitario dell'Ateneo con la collaborazione di Avis di Base, CUG - Comitato Unico di Garanzia e le Eli-Che nell'ambito del progetto congiunto "Con gli occhi delle donne", promosso da Università di Parma e Comune di Parma per celebrare il settantesimo anniversario del suffragio femminile in Italia.

La mostra, che si inserisce all'interno delle iniziative che si svolgono Parma nel mese di marzo sulla figura femminile, sarà visitabile fino al 23 marzo presso l'Atrio delle Colonne del Palazzo Centrale dell'Ateneo (via Università 12) dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, il sabato dalle 10 alle 12.

Pier Luigi Montali

Pier Luigi Montali, parmigiano di nascita, ha imparato a guardare da vicino il mondo, osservandolo dal fianco per raccogliere i segnali che parlano dell'uomo, sapendo catturare i valori che costruiscono le comunità, i gesti e le storie che costruiscono la vita dell'uomo, le similitudini molto più delle differenze che rendono il suo soggetto d'elezione – l'uomo, nelle sue varie attività quotidiane – se non un eroe un assoluto protagonista. Nato a Parma nel 1962, vive a Colorno (Parma) dal 1986. Qui con alcuni amici fonda il Gruppo Fotografico Color's Light di cui è il presidente. La fotografia è una passione che gli ha fatto ottenere diversi riconoscimenti sia in Italia che all'estero. Da alcuni anni opera come free-lance, ha all'attivo diverse collaborazioni con la Provincia di Parma, con diversi Comuni della provincia, nonché alcune testate giornalistiche. La sua fotografia semplice ma non banale ha la capacità di cogliere particolari e quei momenti apparentemente "normali" che in realtà danno un senso preciso ad ogni scatto. Ama il reportage e fotografare il paesaggio e l'architettura; gli piace documentare il territorio in cui è nato e vive, ma sa apprezzare anche i luoghi lontani dove con la fotografia cerca di interpretarne la cultura. Negli ultimi anni ha arricchito la propria esperienza fotografica avvicinandosi alla tecnica del diaporama (audiovisivi fotografici), con cui si è fatto apprezzare anche oltre confine; è stato infatti invitato ad importanti festival del settore.

Tutte le foto dell'inaugurazione qui sotto, clicca a lato di ogni foto per scorrere la galleria - Ph. Francesca Bocchia

Una mostra e tante iniziative per celebrare l'artista emiliano del Seicento. La cerimonia inaugurale a Palazzo Farnese, il sostegno e il patrocinio della Regione. Dal 12 marzo ogni domenica visite guidate.

Piacenza, 7 marzo 2017

Sino al 4 giugno la mostra "Guercino a Piacenza - tra sacro e profano" celebra una delle massime personalità artistiche del '600, il centese Giovanni Francesco Barbieri, meglio noto come il Guercino. L'inaugurazione si è tenuta sabato scorso nell'importante cornice storica e artistica di Palazzo Farnese. Presente il presidente della Regione Stefano Bonaccini.

Fulcro di tutta la manifestazione è la Cattedrale di Piacenza, la cui cupola ospita lo straordinario ciclo di affreschi realizzato da Guercino tra il 1626 e il 1627 e che si presenterà in tutta la sua bellezza con una nuova illuminazione realizzata da Davide Groppi.
Eccezionalmente, per tutta la durata dell'evento, i visitatori avranno la possibilità, quasi unica e irripetibile, di ascendere all'interno della cupola del Duomo, per ammirare da vicino i sei scomparti affrescati con le immagini dei profeti Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea, Geremia, le lunette in cui si alternano episodi dell'infanzia di Gesù - Annuncio ai Pastori, Adorazione dei pastori, Presentazione al Tempio e Fuga in Egitto - a otto affascinanti Sibille e il fregio del tamburo.
La visita è introdotta da una sala multimediale che permette di leggere in modo innovativo il capolavoro del Guercino e di provare un'inedita esperienza immersiva attraverso particolari visori 3D.

Contemporaneamente, la Cappella ducale di Palazzo Farnese accoglie la mostra, curata da Daniele Benati e Antonella Gigli, insieme con un comitato scientifico composto da Antonio Paolucci, Fausto Gozzi e David Stone, che presenterà una selezione di 20 capolavori del Guercino, in grado di restituire la lunga parabola che lo ha portato a essere uno degli artisti del Seicento italiano più amati a livello internazionale.

A corollario dell'intera manifestazione, nel marzo del prossimo anno, nei Musei civici di Palazzo Farnese, si terrà un convegno con i maggiori esperti di Guercino che comunicheranno i più recenti studi sull'opera del maestro di Cento.

Visite guidate

Partiranno il 12 marzo, proposte dal coordinamento guide turistiche Scopripiacenza, che oltre alla capofila Atlante riunisce Altana, Educarte, Eventi e Turismo di Claudia Marchionni, in collaborazione con professionisti del settore.
Un percorso di un'ora, ogni domenica alle 15.30, alla scoperta dell'allestimento di venti capolavori dell'artista di Cento nella cornice della Cappella Ducale. Il costo di partecipazione è di cinque euro a persona, non comprensivi del biglietto di ingresso, che i partecipanti dovranno acquistare autonomamente. E' necessaria la prenotazione, rivolgendosi direttamente all'ufficio Iat di piazza Cavalli 10, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonando allo 0523-492001.
All'iniziativa, promossa a seguito del rinnovo del Protocollo d'intesa tra Scopripiacenza e l'Amministrazione comunale, si aggiungeranno tra settembre e dicembre nove visite guidate a tema, in un ciclo intitolato "Piacenza oltre Guercino". Invariati il costo e le modalità di partecipazione, gli itinerari saranno dedicati di volta in volta a suggestioni diverse, valorizzando – tra gli altri beni del patrimonio storico e culturale – i mosaici zodiacali di San Savino, le storie di "santi, imperatori e cavalieri" in San Lorenzo, o le "chiese per Madonna povertà": San Francesco e San Giovanni in Canale.

Sito ufficiale dell'evento: www.guercinopiacenza.com

 

Esce per Artestampa un libro che raccoglie 36 liriche della poetessa e scrittrice modenese. L'anteprima al Salotto Aggazzotti, giovedì 9 marzo. Abbiamo incontrato l'autrice.

Di Manuela Fiorini

Modena, 4 marzo 2017

Un viaggio dell'anima in sette stazioni, Amore, Magia, Donna, Ricordi, Figlia, Ironia, Incanto. Sono i gruppi tematici che raccolgono le trentasei liriche de "Il giorno che non c'è", la raccolta della poetessa e scrittrice modenese Daniela Ori, uscito in questi giorni per Edizioni Artestampa.
Il libro, che sarà presentato in anteprima, giovedì 9 marzo, alle 19, presso il Salotto Culturale Aggazzotti di via Martiri della Libertà 38, nell'ambito delle iniziative per la Festa della Donna, anche gli splendidi dipinti della pittrice sassolese Beatrice Riva.

È invece dello scrittore Fabio Clerici la voce maschile che introduce ogni gruppo poetico e accompagna il lettore nell'universo intimistico dell'autrice, fatto di emozioni, sogni, impressioni, riflessioni e dialoghi evocativi, ora con una bambina, reale o immaginaria, ora con una persona cara scomparsa, o, ancora, con una nobildonna del passato.

Abbiamo incontrato l'autrice.

Daniela Ori

"Il giorno che non c'e" nasce più di dieci anni dopo "L'ala nord del castello". Nel frattempo, ti sei messa alla prova come narratrice. Da dove nasce questa esigenza di tornare alla poesia? 
"Ho sempre scritto poesie. Non ho mai smesso di scriverne. Ma dopo anni di racconti e collaborazioni in testi di narrativa, mi è venuta voglia di raccogliere in un libro nuovo le liriche degli ultimi dieci anni e oltre della mia vita. Anche se alcune mie poesie sono inserite in libri recenti di narrativa a cui ho partecipato: "L'Enigma del Toro", un romanzo collettivo scritto con I Semi Neri, associazione di scrittori di cui faccio parte, ha una mia poesia nella copertina e nel testo; un'altra mia poesia apre il racconto "Uniti per sempre" all'interno di "Soglie", un' antologia scritta con altri "Semi Neri".

Le liriche sono divise in sette gruppi, come le note di un pentagramma, ognuno caratterizzato da un tema. Perchè questa suddivisione?
"La poesia per me è come una musica. Per questo ho immaginato il libro come una partitura e ho pensato di proporre le poesie in piccoli gruppi. Sette gruppi di emozioni, come sette note: Amore, Magia, Donna, Ricordi, Figlia, Incanto, Ironia. All'interno di ogni gruppo, ho inserito una serie di poesie che descrivono frammenti di sensazioni, ricordi, aspettative, dolori, gioie e speranze, in una sintesi: la vita. Cinque poesie per ogni gruppo. Trentacinque poesie. L'ultima, quella che dà il titolo al libro, come Epilogo".

Ricordi, frammenti di vita, episodi di cronaca, sentimenti, emozioni e impressioni ispirano le tue liriche. Come nasce una tua poesia?
"Da un ricordo, da un incontro, da una forte emozione, da un dolore, da un evento che mi ha colpita, da una storia che mi ha emozionata. Ogni poesia è la sintesi di un racconto di vita vera o sognata, vissuta o immaginata, perché non riesco a comporre versi se non ho interiorizzato l'emozione. Prima la vivo, poi la scrivo. Una cosa è costante: non decido mai di scrivere una poesia, mi sorge così nell'anima, io non faccio altro che assecondare l'ispirazione. Poi c'è molta cura, perché la poesia va scritta poi meditata, riletta, sistemata, limata. Insomma si fa editing anche sul testo poetico. Solo dopo molto lavoro, l'emozione descritta diventa coerente, pura e vera. La poesia è sintesi assoluta di un'emozione".

La magia e la storia ritornano spesso nelle tue poesie. Come mai sei affezionata a questo temi?
"È vero, con le mie liriche ho narrato, in versi, tante storie spaziando tra il presente e il passato e dialogando idealmente con creature di epoche antiche o immaginate. La storia è da sempre la mia fonte privilegiata di ispirazione e sono affascinata dalle donne della storia, dai loro sentimenti e dalle loro emozioni che scopro simili a quelli di noi donne di oggi, quel che cambia è solo il contesto in cui nasciamo, il periodo, i valori, ma le gioie, i dolori, le emozioni, i sentimenti sono sempre gli stessi. La magia è parte dell'essere femmina, è per me quel senso arcaico e sconosciuto di mistero che accompagna la donna e la rende impenetrabile ed eterea. E scrivere poesie per me è un dono divino. E anche questo è qualcosa di magico".

Ogni gruppo di liriche é introdotta dalla voce dello scrittore Fabio Clerici e da un dipinto di Beatrice Riva. Come mai hai scelto di farti accompagnare da una voce maschile e dall'arte?
"Ho molta stima per Fabio Clerici, uomo di coraggio e sensibilità. Così a presentare ogni gruppo di liriche, come per la prefazione, ho voluto il cuore e l'anima di Fabio, che è poeta oltre che scrittore. La sua voce maschile fa da contrapposizione all'anima femminile delle mie liriche, come in una sorta di gioco delle parti. Poi le poesie possono essere evocate con immagini, perché l'arte riesce a materializzare sensazioni e pensieri. Così ho scelto assieme a Beatrice Riva, pittrice di grande talento, dipinti da lei stessa realizzati, che sintetizzano ogni gruppo di poesie di questa raccolta. E la scelta più emozionante è stata quella dell'Angelo Convalescente per la copertina, che esprime con forme e colori i contenuti e la poetica del mio libro".

"Il giorno che non c'è" é sia il titolo del libro che quello della lirica che chiude la raccolta. Ma che cos'é il giorno che non c'è e come possiamo ideare il nostro?
"È' un dono che faccio a me stessa e a chi vorrà leggere il libro. Il giorno che non c'è è un sogno in questo tempo frenetico pieno di impegni, è un momento ideale da scoprire, inventando un luogo irreale, dove gustare le poesie immedesimandosi nelle emozioni, uno spazio dove ritrovare il proprio tempo, come se si realizzasse un giorno insolito: il giorno che non c'è appunto. Ciascuno può inventarsi il proprio giorno che non c'è leggendo una poesia. Perché la poesia è un viaggio che accoglie chi vuole ritrovarsi nelle parole di un altro, per comprendere che in fondo siamo tutti parte della stessa grande anima divina".

SCHEDA del Libro
Daniela Ori
Il giorno che non c'è
Edizioni Artestampa 2017
92 pag – 13 euro

Parma OperArt e Circolo Falstaff presentano Le lacrime di Desdemona spettacolo lirico-vocale con la partecipazione di Angela Gandolfo, soprano Antonietta Centoducati, attrice M° Roberto Barrali, pianoforte Coreografie Bianca Costanza Chiapponi e Michele Cosentino Danzatori di "AccademiaDanzaEdintorni" presso il Teatro Verdi di Busseto – Domenica 12 marzo 2017, ore 17.00.

Sapienti, ferite, forti, le protagoniste femminili del repertorio lirico verdiano hanno il coraggio degli eroi e la bellezza fiera delle dee. Il teatro lirico di Verdi è pieno di queste figure affascinanti e intense, basti pensare a Desdemona in Otello o Gilda in Rigoletto e tante altre figure di donne che ci regalano emozioni intrise di forti passioni.
Per celebrare il "mese della donna", e soprattutto la lotta contro il femminicidio, domenica 12 marzo, alle ore 17.00, al Teatro Verdi di Busseto un recital il cui titolo è ispirato ad una delle figure più rappresentative e che meglio esprime il senso e lo scopo dello spettacolo.
Ma Desdemona è anche il nome di una donna, novella sposa nel 2013, uccisa dal suo amore, suo marito Piero. La sua breve storia aprirà lo spettacolo in una pièce dell'attrice Maria Antonietta Centoducati.
Parole, musica, canto e danza, fusi insieme in uno spettacolo che regalerà forti emozioni.
Il soprano Angela Gandolfo, accompagnata al pianoforte dal M° Roberto Barrali, darà voce ad alcune tra le più celebri protagoniste femminili del repertorio Verdiano. Accanto a lei, l'attrice Maria Antonietta Centoducati darà vita ai personaggi femminili nella versione in prosa, attingendo alle versioni teatrali o ai romanzi, ma anche a vere testimonianze. Un percorso accattivante che vede in scena una cantante, un pianista e un'attrice a dar voce alle splendide storie ricche di forza e intrise di suggestioni delle eroine del mondo verdiano, e non, interpretate anche dalle danzatrici di "AccademiaDanzaEdintorni" a rafforzare la poesia dei testi e l'intensità della recitazione, con coreografie di Bianca Costanza Chiapponi e Michele Cosentino.

Informazioni e biglietti: IAT di Busseto, 0524 92487, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.bussetolive.com 

Le lacrime di Desdemona teatro-busseto

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