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Di Nicola Comparato - Il nome dell'attuale regione Basilicata, che ha Potenza come capoluogo e Matera come seconda città di provincia, risale al XIII secolo, dal greco "Basilikos", funzionario del re, termine utilizzato per indicare i governanti bizantini. Tuttavia in epoca romana, questo territorio veniva chiamato Lucania, toponimo probabilmente derivato dal nome del popolo che abitava queste terre, i Lucani, ma forse anche dal termine latino lucus o dal greco lykos (Bosco e Lupo).

E da qui il termine "lucano" per definire gli abitanti della Basilicata, termine che amano e preferiscono di gran lunga piuttosto che "Basilischi" o ancor peggio "Basilicatesi".

La Lucania è anche una terra di leggende, streghe e lupi mannari, e oggi, ne narreremo una proprio collocata nel periodo natalizio. La leggenda del "Lupo Mannaro di Rotondella".

Rotondella è un villaggio situato lungo la costa Jonica in provincia di Matera, denominato "Balcone dello Jonio" per la sua posizione geografica. La leggenda narra, come ci riporta Rudy Marranchelli esperto del territorio ove è ambientata la storia, che il 24 dicembre e a Rotondella tutto è pronto per celebrare la vigilia di Natale. Pupazzi di neve, alberi di Natale, luci e decorazioni. Il paese è in festa, ma non tutti partecipano ai festeggiamenti. Chiuso dentro una piccola casetta situata presso il Canale Ruggero, il lupo mannaro ne sta in disparte, isolato dal resto della popolazione.

"Nei piccoli borghi lucani, in un passato non molto lontano, - narra Rudy Marranchelli - si usava nelle sere d'inverno raccontare ai più piccoli, davanti il calore e la luce del fuoco, storie che tramandandosi da nonni a nipoti, stimolavano la fantasia, creavano stupore, incuriosivano e affascinavano sostituendo i programmi televisivi a cui oggi siamo un po' tutti abituati. A Rotondella (MT) queste storie antiche e magiche si chiamano "palmurie", confesso che mi sono fatto raccontare diverse di queste storielle da mia nonna, anche appartenendo a una generazione diversa, incuriosito e affascinato da una narratrice d'eccezione.
Nel periodo Natalizio non mancava una vicenda che da secoli teneva i giovani del paese allertati, quella del LUPO MANNARO rotondellese.
Naturalmente l'identità della persona affetta da questa maledizione era ignara anche ai "cantastorie" da focolare che, tenendo alta la tensione, non mancavano mai di raccomandazioni per evitare di essere sbranati dalla belva o solo morsi per poi condividerne la maledizione durante tutte le notti di luna piena.
Il lupo mannaro era sicuramente un uomo, nato nella notte a cavallo tra il 24 e il 25 dicembre, la doppia natura derivava proprio dalla data della nascita (nessun bambino poteva nascere lo stesso giorno di Cristo) e dal fatto che i genitori non avevano adottato, per tempo, i riti capaci di allontanare la bestia. Sarebbe bastato passare tre volte il bimbo davanti la "bocca" di un forno ardente o fare una croce con il carbone sotto i piedi per scacciare il maligno.
Essere condannato dalla nascita, secondo i racconti rotondellesi, aveva però un grande vantaggio, la mutazione avveniva solo durante la notte di Natale, tra il 24 e il 25 dicembre di ogni anno. Questo ha permesso al licantropo rotondellese di controllare la "maledizione" soffrendo in solitudine, lontano dal centro abitato.
Molto prima del tramonto, infatti, usava lasciarsi accompagnare dalla moglie in un magazzino rurale, posto sul tratturo, la vecchia strada, che collega Rotondella con Canale Ruggero, farsi chiudere a chiave per poi essere liberato la mattina del 25, quando il sole era già alto. La moglie aveva un ordine preciso prima di aprire il lucchetto, chiedere al marito di bussare 3 volte sulla porta, una misura di sicurezza per evitare un femminicidio sul confine tra i comuni di Rotondella e Nova Siri delimitato proprio dal Canale Ruggero.
Ogni anno, ogni vigilia, solo con un pastizz (prodotto da forno tipico di Rotondella, calzone ripieno di carne condita con uova e formaggio) un fiasco di vino e il dolore che solo una creatura "di confine" può comprendere, ossia non appartenere né alla condizione naturale né a quella soprannaturale, l'isolamento evitava alla "bestia" di commettere delitti o trasmettere una pena ancora più grande (perché chi viene morso vive la mutazione ogni notte di plenilunio).
Una storia anche di amore, di una moglie che comprende la condanna del marito, né compatisce la sofferenza della mutazione mentre si strappa i vestiti dal dolore e spesso nel rientrare in paese si ferma ad ascoltare le grida di tormento e rabbia, gli ululati, che la gente di Rotondella scambia per il vento che soffia sulle pietre taglienti del canale. Del marito che ha a cuore la sicurezza della propria amata, riempiendola di raccomandazioni, cosciente che è l'unica persona di cui può fidarsi. Di una coppia capace di custodire il segreto e controllare la terribile bestia.
Oggi il tratturo che porta da Canale Ruggero a Rotondella non è più utilizzato da "lavandaie", pastori e contadini, ma é solo un semplice e simpatico percorso turistico. Se qualche volta sulla strada in questo periodo che segue il 25 dicembre troviamo una scarpa rotta o qualche brandello di stoffa facciamo finta di nulla, custodiamo il segreto in silenzio, sapendo come sfuggire ai morsi del lupo."

La storia è finita e pronta per essere raccontata ai nostri bimbi il prossimo 24 dicembre.

Ringraziamo Rudy Marranchelli per l'affascinante e suggestivo racconto e per la foto del "tratturo", la vecchia strada, che da Canale Ruggero porta a Rotondella.

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Rudy Marranchelli

 

 

 

 

È boom della Cannabis Light, la Marijuana Legale, la canapa ad uso tecnico, un fenomeno che sta spopolando dopo la legge sull'approvazione della Marijuana e che non ha una fascia d'età ben delineata tra i suoi estimatori

Di Nicola Comparato Felino 13 dicembre 2018 -

La marijuana legale è un prodotto da collezione e il suo successo è dovuto al fatto, che finalmente è possibile acquistarla in assoluta legalità, con tanto di scontrino.
In Italia, i negozi specializzati, stanno spuntando come funghi ovunque.

Ora è arrivata la possibilità di ricevere a domicilio, 7 giorni su 7, la Cannabis Light, stando comodamente seduti a casa.
Tutto questo lo si deve a FastWeed, un progetto online , che permette a tutti, purché maggiorenni, di acquistare il prodotto con un semplice click. Basta andare sul sito www.fastweed.store , leggere le informazioni sui prodotti e le modalità contrattuali, quindi scegliere il prodotto aggiungendolo al carrello.

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Pubblicato in Costume e Società Parma
Lunedì, 10 Dicembre 2018 15:15

La Pro Loco di Felino

Di Nicola Comparato, Felino 10 dicembre 2018 - Lo dice il nome stesso. Pro Loco, cioè "a favore del luogo". Tante sono le associazioni di questo genere, sparse un po' ovunque su tutto il territorio italiano, ma oggi ci concentreremo sulla Pro Loco di Felino, nella Val Baganza in provincia di Parma.

La Pro Loco di Felino si impegna quotidianamente per soddisfare i cittadini con eventi e manifestazioni di ogni tipo, tutelando e migliorando il territorio, e così facendo di conseguenza, creando un forte interesse per l'attività turistica.

La Pro Loco valorizza il patrimonio culturale, storico e artistico di Felino, promuovendo e sensibilizzando anche ai prodotti tipici del luogo, culla della Food Valley.
Il territorio, lo sport, i prodotti, la storia...... Tutte queste cose rientrano nella categoria degli interessi primari della Pro Loco di Felino, per rendere sempre più interessante e piacevole questo splendido territorio. Giovani e anziani, uomini e donne, la Pro Loco di Felino è in grado di accogliere e dedicarsi a tutti.

Per saperne di più, visitate il sito ufficiale della Pro Loco, dove potrete anche trovare le informazioni per il tesseramento http://www.prolocofelino.it/it/ 

PRO LOCO FELINO,
Via Verdi n° 4
43035 – Felino (PR)

Pagina Facebook https://www.facebook.com/prolocofelino.fanpage/ 

 

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Mercoledì, 05 Dicembre 2018 05:35

Sposarsi fa bene alla salute?

Secondo i più recenti studi, i single godono di una migliore salute rispetto a chi è sposato: a metterlo in evidenza è speeddate.it, il portale che offre il modo più veloce e divertente per trovare nuovi potenziali partner.

Sposarsi fa bene alla salute? No o almeno non più. I più recenti studi, realizzati su campioni di oltre 79 mila persone, dimostrano il contrario. SpeedDate.it si fa portavoce di queste nuove scoperte che rivalutano la vitalità dei single e mettono in luce il loro migliore stato di salute rispetto a chi si è scambiato le fedi nuziali.

Il matrimonio non significa una salute migliore. SpeedDate.it , il portale che offre ai single il modo più veloce e divertente per incontrare gente nuova e molti nuovi potenziali partner, mette in discussione il meccanismo dei benefici matrimonialidi cui le «guru» Linda Waite e Maggie Gallagher si sono fatte portavoce nel loro best seller "The Case for Marriage: Why Married People are Happier, Healthier, and Better Off Financially".

«La teoria che le persone che si sposano diventino più sane di quando erano single e che il matrimonio sia un dispositivo di protezione che coinvolge sentimenti e finanze è un falso mito, smentito dai più recenti studi, realizzati su campioni di oltre 79 mila persone» spiega Giuseppe Gambardella, ideatore di SpeedDate.it e di SpeedVacanze.it, il tour operator che ha inventato l'esclusiva formula dei viaggi e delle crociere per single e di gruppo.

In questo studio al quale Gambardella fa riferimento ( https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28072926) , i ricercatori Randa Kutob, Nicole Yuan, Betsy Wertheim, David Sbarra, Eric Loucks, Rami Nassir, Gihan Bareh, Mimi Kim, Linda Snetselaar e Cynthia Thomson hanno seguito per un periodo di 3 anni ben 79.094 donne di età compresa tra 50 e 79 anni, verificando periodicamente se si fossero sposate o avessero iniziato una relazione seria, se fossero rimaste sposate, divorziate o separate, o se fossero rimaste single nel periodo di riferimento dello studio.

Randa Kutob e i suoi colleghi nel corso della ricerca hanno preso ripetute misurazioni fisiche delle dimensioni della vita delle donne, dell'indice della loro massa corporea e della pressione sanguigna, ed hanno chiesto ad ogni rilevazione informazioni in merito alla loro abitudini alimentari ed alla loro propensione al fumo, al bere ed al fare esercizio fisico.

Con una sola eccezione, è risultato che a godere di una migliore salute sono proprio le donne che sono rimaste single invece di sposarsi e le donne che hanno divorziato invece di restare sposate.

«Secondo lo studio, le donne sposate prendono peso e bevono di più di quelle che rimangono single, mentre le donne divorziate mangiano in maniera più sana e fanno più esercizio fisico rispetto alle donne che rimangono sposate» puntualizza l'ideatore di SpeedDate.it.

In un altro autorevole studio che SpeedDate.it ha preso in esame, condotto dal professore di sociologia Matthijs Kalmijn  ( https://academic.oup.com/sf/article-abstract/95/4/1607/3059580/The-Ambiguous-Link-between-Marriage-and-Health-A ) su un campione di 11.429 famiglie, esaminate in un lasso di tempo di 16 anni, risulta che le persone che si sono sposate riportano una salute generale peggiore di quella che avevano quando erano single, pur tenendo conto dei cambiamenti nella salute che si verificano con l'avanzare dell'età.

Tesi confermata anche da un ulteriore studio intitolato "Does Marriage Protect Health? A Birth Cohort Comparison", realizzato dal sociologo Dmitry Tumin che a tale scopo ha esaminato -in un lasso di tempo di 28 anni- 12.373 adulti di entrambi i sessi che si erano sposati per la prima volta per vedere se la loro salute generale fosse migliorata dopo il matrimonio oppure se ritenessero stare meglio quando erano single.

In questo ultimo studio ( https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/ssqu.12425 ) preso in esame da SpeedDate.it, il ricercatore ha scomposto i dati in diversi modi, esaminando i dati degli uomini separatamente da quelli delle donne, separando l'analisi dei matrimoni di persone nate in decenni diversi e valutando per separato i matrimoni durati tempi diversi.

«Ebbene in tutti gli scenari possibili, con una sola eccezione, le persone che si sono sposate non hanno mai riferito di essere più sane» commenta Roberto Sberna, direttore generale di SpeedDate.it.

Insomma questi 3 grandi studi, metodologicamente accurati, dimostrano chiaramente che i single sono più sani e più appagati delle loro controparti in coppia.

Come si spiega allora il successo ancora oggi inarrestabile di SpeedDate.it? «Soprattutto perché lo SpeedDate serve per socializzare e divertirsi. Lo spirito di queste serate è quello dell'aggregazione, del gioco e del divertimento. Passata la moda delle chat e degli incontri sul web, oggi lo SpeedDate è diventato un vero e proprio "social game" e se scoppia la scintilla -come spesso accade- mica è detto che poi uno debba per forza sposarsi» risponde scherzosamente Roberto Sberna.

Stress, colpito il 94% dei parmensi. Lavoro (72%), difficoltà economiche (60%) e relazione col partner (32%) tra le principali cause. Mentre sul posto di lavoro incidono soprattutto difficoltà di carriera (57%), insoddisfazione economica (53%) e carichi (40%). I desiderata in azienda? Flessibilità oraria (58%) e abbonamento a centri fitness (53%)

Torino, 19 novembre 2018 – Il 94% dei parmensi dichiara di essere troppo stressato, sottoposto a un carico di pressioni, incombenze e preoccupazioni che riduce la qualità della vita e arriva molte volte a incidere negativamente sulla salute, il lavoro e le relazioni sociali.

È quanto emerge dall'ultima ricerca dell'Osservatorio di Reale Mutua sul welfare1.

Le principali fonti di stress per gli abitanti di Parma sono il lavoro (72%) e i problemi di salute (62%). Seguono, in terza posizione, le difficoltà economiche (60%), ma anche la relazione con il partner (32%) e la gestione e l'educazione dei figli (32%).

Tra i disturbi correlati allo stress che più condizionano la vita dei parmensi, l'eccessiva stanchezza, spesso generata da insonnia (68%), gli sbalzi d'umore (49%), la tachicardia o l'emicrania (32%) e la tensione muscolare (23%).

Come gestire, allora, tutto questo stress? In generale, per il 55% dei parmensi, il rimedio principe è un'attività fisica regolare, ideale per scaricare la tensione e ritrovare il proprio equilibrio. Tra le discipline considerate più efficaci, il 61% si affiderebbe ad attività rilassanti come yoga, pilates e meditazione, il 57% sceglierebbe il nuoto e il 51% la corsa.

Ma oltre allo sport, secondo gli abitanti di Parma è possibile combattere gli effetti negativi dello stress anche frequentando centri termali (49%), ma anche attraverso sedute di fisioterapia e massaggi (47%) e l'alimentazione, ad esempio bevendo infusi e tisane rilassanti (45%). Per solo il 6%, infine, la soluzione è ricorrere ai farmaci.

Capitolo lavoro. Se l'attività lavorativa è fonte di stress secondo oltre due parmensi su tre, la prima causa scatenante è dalla mancata realizzazione professionale (57%), che aumenta il senso di inadeguatezza e di insuccesso, seguita dall'insoddisfazione economica (53%), dovuta a una remunerazione insufficiente e comunque non in linea con le proprie aspettative, e dal clima competitivo all'interno dell'azienda (42%), che porta a vivere in modo non sereno l'ambiente di lavoro. Tra le altre fonti stress, la carenza di tempo per sé (42%), i carichi e ritmi di lavoro spesso pressanti (40%) e il pendolarismo (34%).

L'azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e mettere in campo misure di welfare per affrontare e gestire lo stress lavoro correlato. In cima ai desiderata dei parmensi, la flessibilità oraria e lo smartworking (58%), che permettono una migliore conciliazione dei tempi e degli impegni lavorativi con quelli della vita privata. Il 53% vorrebbe usufruire di un abbonamento a un centro fitness e un ulteriore 30% vorrebbe poi che venisse messa a disposizione dei dipendenti un'apposita sala relax.

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1 Indagine CAWI condotta dall'istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d'età, sesso ed area geografica.

Fondata a Torino nel 1828, la Società Reale Mutua di Assicurazioni è la più importante Compagnia di assicurazioni italiana in forma di mutua. È capofila di Reale Group, un Gruppo internazionale nel quale operano più di 3.180 dipendenti per tutelare oltre 3,8 milioni di Assicurati. Reale Mutua offre una gamma molto ampia di prodotti, sia nei rami Danni sia nei rami Vita. I suoi Soci/Assicurati sono quasi 1,4 milioni, facenti capo a 349 agenzie su tutto il territorio italiano. La Società evidenzia un'elevata solidità, testimoniata da un indice di solvibilità che si attesta al 334% (Solvency II).

Pubblicato in Costume e Società Parma
Mercoledì, 26 Settembre 2018 06:55

1968. Un Anno

1968. Un anno - 20 ottobre 2018 – 4 agosto 2019 - Abbazia di Valserena, Parma

Sabato 20 ottobre alle ore 11.00 apre allo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma la mostra 1968. Un Anno, un grande racconto che si concentra, attraverso un taglio rigorosamente sincronico, su un anno chiave della storia del Novecento, restituito attraverso un'indagine all'interno dell'archivio dello CSAC, il cui primo nucleo nasce proprio nel 1968 e che oggi, a cinquant'anni di distanza, vanta una raccolta di oltre 12 milioni di materiali originali nell'ambito della comunicazione visiva e della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo.

Attraverso idee, utopie, opere, progetti e oggetti datati o correlati all'anno 1968, individuati all'interno dei diversi fondi conservati allo CSAC, questa mostra vuole far emergere le trasformazioni nel sistema della comunicazione, i mutamenti socio-antropologici (i nuovi miti e i nuovi riti), e una nuova riflessione sul corpo e sull'ambiente, che esplosero in quell'anno. Ambiti e linguaggi differenti sono così affiancati per affrontare le contaminazioni e la coesistenza di differenti culture.

Con la mostra 1968. Un Anno – a cinquant'anni esatti dall'esposizione dedicata a Concetto Pozzati, organizzata dall'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Parma, che darà inizio al primo nucleo di opere della futura Sezione Arte dello CSAC – non si vuole suggerire uno sguardo univoco ma una serie di contraddizioni, confronti e nuove prospettive. Si intende proporre una riflessione sul tempo e sul concetto di sincronia che un grande archivio costituito da tracce di processi di ideazione, progettazione e realizzazione, è in grado di mettere in discussione.

L'ossatura della mostra all'interno del suggestivo spazio della Chiesa abbaziale di Valserena è costituita da una lunga timeline, composta da oggetti, immagini e cronache, affiancata da una sequenza di approfondimenti dedicati alla trasformazione del sistema delle immagini e delle differenti scale del progetto degli spazi e del territorio.

Emilio Vedova, Mario Schifano, Giosetta Fioroni, Mario Ceroli, Concetto Pozzati, Claudio Verna, Aldo Borgonzoni, Fabrizio Plessi, Rafael Canogar e William Xerra sono alcuni dei protagonisti di quella ricerca artistica che nel 1968 costituisce un punto di riferimento fondamentale per altri progetti legati all'immagine: come i reportage e le sperimentazioni fotografiche di Uliano Lucas, Nino Migliori, Mario Cresci, Carla Cerati, Ugo Mulas, a confronto con la cronaca registrata dalla agenzia Publifoto Roma; oppure le differenti strade del progetto grafico, pubblicitario e editoriale, che vede proprio nel 1968 la nascita del nuovo font Forma per la fonderia Nebiolo da parte di Aldo Novarese affiancato da un team composto da Franco Grignani, Giancarlo Iliprandi, Bruno Munari, Ilio Negri, Till Neuburg, Luigi Oriani e Pino Tovaglia; o ancora l'esplosione della cultura beat e underground, con il progetto di Ettore Sottsass per la rivista "Pianeta Fresco". Il linguaggio della satira sarà invece rappresentato da autori quali Renato Calligaro e Roberto Perini.

I molteplici canali della comunicazione televisiva sono raccontati attraverso i progetti di Armando Testa per Carosello, ma anche dai padiglioni RAI di Achille e Pier Giacomo Castiglioni e di Archizoom, oppure con la trasformazione degli apparecchi radio e TV prodotti da Brionvega.

La riflessione sul corpo è rappresentata a differenti scale: dal gioiello all'abito, dall'ideazione di nuovi luoghi della cultura giovanile alla ridefinizione della scena e alla riappropriazione dello spazio pubblico. Il confronto di molteplici sistemi di segni e iconografie avviene attraverso manifesti, progetti di abiti e gesti, reportage fotografici: dall'immaginario cinematografico e per la scena teatrale con i costumi provenienti dall'archivio della sartoria di Piero Farani (per il film Barbarella e per la prosa Giulietta e Romeo, Il Barone di Birbanza e Il cavaliere inesistente) alle sfilate happening ideate per Mare Moda Capri (Walter Albini) all'affermazione dell'uomo moda (Carlo Palazzi) e della maglieria (Albertina, Krizia).

La scala si amplia rispetto al progetto architettonico e territoriale: lo spazio dell'abitare è ridefinito da nuovi oggetti esito di sperimentazioni materiche (la poltroncina Jumbo di Alberto Rosselli) e da riflessioni metodologiche sul progetto di design come quelle di Enzo Mari. La città con le sue periferie cresce attraverso importanti interventi come il Gallaratese di Aymonino, o il quartiere Paolo VI di Taranto della Nizzoli Associati, mentre Giò Ponti riflette sulla forma del grattacielo. Le nuove infrastrutture che stanno trasformando l'Italia come i tratti autostradali con i suoi autogrill (come quello di Renzo Zavanella), oppure il concorso per il ponte sullo Stretto di Messina (qui rappresentato dalle proposte di Giuseppe Samonà e Pierluigi Nervi), o la trasformazione delle coste con la creazione di insediamenti turistici (come la Costa Smeralda di Luigi Vietti e i villaggi Touring di Roberto Menghi).

Anche la Sala delle Colonne dell'Abbazia di Valserena sarà parte del percorso espositivo, con una selezione di materiali legati al 1968 attraverso i quali lo CSAC metterà in scena scambi e interazioni con altri archivi del territorio.

1968. Un Anno è curata da un gruppo di ricerca coordinato da Francesca Zanella e composto dai curatori dello CSAC Paolo Barbaro, Mariapia Branchi, Claudia Cavatorta, Lucia Miodini, Paola Pagliari, Simona Riva, da Elena Fava e dalle ricercatrici dell'Università di Parma Sara Martin e Cristina Casero, con la collaborazione di Francesca Asti e Giulia Daolio.

Grafica e Allestimento della mostra sono a cura di Daniele Ledda (xycomm) ed Elisabetta Terragni (Studio Terragni Architetti).

Cos'è lo CSAC

Lo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma, fondato da Arturo Carlo Quintavalle e situato nell'Abbazia cistercense di Valserena, fin dal 1968 raccoglie e conserva materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. Un patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di Moda) e Spettacolo (100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi).
Lo CSAC oggi è uno spazio multifunzionale, dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica. Una formula unica in Italia, che mantiene e potenzia le attività sino ad ora condotte di consulenza e collaborazione all'istruzione universitaria con seminari, workshop e tirocini, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi (oltre 120 dal 1969 ad oggi), e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei tra cui la Triennale di Milano, il MAXXI di Roma, il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center, il Design Museum di Londra, il Folkwang Museum di Essen e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid.

 

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Pubblicato in Dove andiamo? Parma
Giovedì, 20 Settembre 2018 10:52

L'Italia ha il primato europeo nel comparto "Cougar"

É proprio l'Italia (62%) a guidare la classifica delle donne Cougar, quarantenni che vogliono un uomo giovane, alla ricerca un partner con queste caratteristiche, seguono Spagna (58%), Francia (53%), Regno Unito (40%) e Germania (37%).

Secondo CougarItalia.com, il portale che promuove incontri tra donne Cougar e uomini più giovani, il nostro Paese è quello con la maggiore propensione verso la ricerca dell'anima gemella da parte delle donne quarantenni che vogliono un uomo giovane e ancora inesperto.

É proprio l'Italia a guidare la classifica con il 62% delle Cougar che cerca attivamente un partner con queste caratteristiche, seguita dalla Spagna (58%), Francia (53%), Regno Unito (40%) e Germania (37%).

Il primo portale in Italia a specializzarsi nel promuovere incontri tra donne più grandi e uomini più giovani ha inoltre osservato come questo tipo di relazione sia in crescita in tutti i Paesi europei: le previsioni di CougarItalia.com indicano un giro d'affari che salirà a 200 milioni di euro nel 2018.

In quanto ad intensità dell'impegno, secondo quanto ha rilevato CougarItalia.com, più che le quarantenni degli altri Paesi sono le Cougar italiane ad essere all'assidua ricerca della loro anima gemella: nel 2017 ognuna di loro ha mediamente avuto 38 appuntamenti.

«Così nel 2017, considerando che in Italia le donne Cougar disposte a rimettersi in gioco alla ricerca di qualcosa di speciale sono ben 2 milioni, si è avuto un totale di 76 milioni di incontri Cougar» puntualizza Alex Fantini, fondatore di CougarItalia.com e quindi portavoce del primo e più importante sito di incontri Cougar in Italia.

Come incontrarsi? Per cercare con discrezione un uomo più giovane o una donna più grande, sia per un'amicizia che per la ricerca di un amore o di un'avventura, il canale preferito rimane il web e CougarItalia.com si conferma anche nel 2018 il principale punto di riferimento per conoscere ed incontrare gente nuova.

Mercoledì, 12 Settembre 2018 07:08

Un Selfie di troppo. Arrestato

Arabia Saudita, fa un selfie mentre mangia in un luogo pubblico con una donna: arrestato. Un uomo è finito in manette dopo avere postato un video sui social per aver fatto colazione in un Hotel. Nel Paese arabo le femmine sole non possono sedersi allo stesso tavolo di uomini single.

Un lavoratore alberghiero egiziano, è stato arrestato in Arabia Saudita dopo che un suo video e un selfie che mostrano mentre fa colazione con una donna, è diventato virale sui social media. La clip di 30 secondi mostra l'uomo non identificato che stava mangiando alla sua scrivania accanto a una collega che indossava un velo a figura intera. Nel firmato di circa 30 secondi l'uomo, con un forte accento egiziano, riprende la scena mentre fa colazione con la donna, ricoperta con un velo che le lascia scoperti soltanto gli occhi che sembra imboccare l'uomo. Se ne dà notizia sui media arabi, presentando un video pubblicato sui social media dallo stesso uomo prima di essere arrestato. 

In Arabia Saudita, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti, le donne sole non possono sedersi allo stesso tavolo di uomini single. In ogni spazio ci sono aree riservate alle "famiglie", incluse donne sole, dove gli uomini possono entrare solo se assieme alle loro rispettive "famiglie", ma non da soli. Il video, su Twitter è stato visualizzato più di 130mila volte in poche ore. Ora l'uomo, è stato arrestato dal ministero del lavoro e dello sviluppo sociale. Secondo il comunicato del ministero, l'uomo ha commesso "gravi violazioni e ha occupato un posto a sedere riservato ai cittadini sauditi".

(11 settembre 2018)

Giovedì, 09 Agosto 2018 06:42

REWIND

Alla fine non si può più tornare indietro! E' questo l'insegnamento del videoclip realizzato dall'Istituto Zanelli che Mulino Alimentare Spa ha inteso sostenere.

Baganzola 8 agosto 2018 -- Giovani, belli e frizzanti, ma gli eccessi o comportamenti sbagliati portano a chiedersi:

... Perché proprio a noi!

La domanda che troppe famiglie si pongono al risveglio notturno dei Carabinieri giunti a informare del tragico incidente automobilistico.

Forse era solo un selfie o un video col telefonino per ricordare la splendida serata trascorsa che però, da ricordo mediatico si trasforma in tragico testamento.
Un testamento che però deve insegnare....

... Ed ora guardate il video apprezzandone ogni aspetto tecnico e contenutistico.

Complimenti a tutti.

Video: https://youtu.be/DxzhP3HH4uU 

 

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Giovedì, 02 Agosto 2018 09:48

Noi... figli di un social minore

di LGC 2 agosto 2018 - Il bullismo e soprattutto la sua declinazione più insidiosa, il cyberbullismo, sono una piaga dilagante difficilmente contrastabile dai soli genitori spesso, e sempre più frequentemente, isolati dal mondo dei "social" e delle nuove APP, invece così familiari ai giovani e giovanissimi.

Le forze dell'ordine stanno operando su più fronti, dalla prevenzione e informazione scolastica, al controllo della rete, darkweb compreso, ma l'insidia è sempre presente, così come la preoccupazione dei genitori.

E' per questa ragione che pubblichiamo la lettera aperta di un genitore, pervenuta nei giorni scorsi in redazione. Un pezzo che dimostra l'ansia e la preoccupazione di un genitore in ragione della diffcoltà di controllo, ma soprattutto di protezione verso le proprie "creature".

"Ad oggi noi genitori camminiamo su in filo e intorno il buio.
Premessa: E' opportuno ricordare che l'Osservatorio nazionale adolescenza monitora anno dopo anno tutte le problematiche degli adolescenti italiani e, l'indagine svolta nel corso del 2017 su un campione di ottomila ragazzi, ha evidenziato come, nella fascia tra i 14 e i 18 anni, il 28% sia stato vittima di bullismo tradizionale e l'8,5% di cyberbullismoI dati allarmavano già dal 2013-2014, anno in cui l'associazione "Telefono Azzurro" aveva calcolato che su 3.330 consulenze sui problemi dei giovani il 14,6% degli intervenuti afferma di essere stata vittima di bullismo. Nel 2014, secondo l'indagine "Osservatorio adolescenti", presentata da "Telefono Azzurro", rivolta ad un campione di 1500 studenti tra gli 11 e i 19 anni, il 34% dei ragazzi hanno affermato di aver subito bullismo.

LETTERA APERTA DI UN PADRE

'Figli di un Social Minore'

Potrei scrivere frasi fatte o pensieri gia' espressi,ma c'e' una luce negli occhi di un figlio che diventa una strada percorribile ad ostacoli anche se il suo cammino deve ancora iniziare,chiamatela speranza,immaginazione,il punto e' che quella parte di te che continua in lui ci sara' anche quando tu non ci sarai piu' e allora ti fermi a riflettere.
Fateci caso,poesie pensieri e canzoni sui propri figli o figlie hanno un comune denominatore,l'affetto,l'amore e molto altro sciroppo mieloso,la realta' e' che c'e',certo,subito stupore e felicita' per un pargoletto tuo ma poi...crescono e nasce una naturale competizione padre/figlio o una fine tattica di rincoglionimento figlia/padre,perche' le donne cominciano a saperne una piu' del diavolo gia dalla nascita..pero' il sorriso incantevole della mia principessa non mi distoglie da quei pericoli nascosti dietro ad una tastiera che potrebbero spegnere per sempre un entusiasmo ed una curiosita' positiva alla vita segnandola per sempre...

Mia figlia e' talmente bella che rimanere incantato senza pronunciar parola e' oramai consuetudine e al pensiero che in Rete chi colpisce senza pieta' potrebbe usufruire di PERDONI GIUDIZIARI o di assurde INFERMITA' MENTALI cavandosela, mi terrorizza.

Il rapporto con mio figlio? Beh..lui ha 13 anni e a volte prenderci a sbadilate sarebbe legittimo e normale, il punto e' che l'errore umano e' il bambino che c'e' in tutti noi, nel mio caso viene fuori ogni volta che mi confronto con lui, con una sostanziale differenza, viviamo in un era tecnologica che imposta sin dai primi anni di vita' i ragazzini ad essere esperti Social e invadenti spacciatori di incomprensibili App, poi ci sono io, ritenuto un TRex mummificato che si esaltava negli anni 80 ad un giochino monotono e ipnotico chiamato Space Invaders, quindi perdo senza neppure riuscire a spiegare le mie ragioni che diventano ricordi in dissolvenza in 2 secondi netti.

Quando mi arrabbiavo con mio padre uscivo di casa e andavo dal classico amico che il piu' delle volte era messo pure peggio di me... e nessuno sapeva nulla... ora tutto viene scritto, umori, rabbia, incomprensioni amori ....e ovviamente visualizzato con annessa foto, detto LINK, quindi in teoria leggi e ti illudi che tutto sia sotto controllo ma... i pericoli di una Rete allo sbando sono altri.

Camminare in un enorme campo fiorito o lasciarci andare sulla neve scimmiottando un improbabile farfalla ubriaca mentre sdraiati di schiena guardando il cielo ridiamo come invasati?

FATTO!
Quindi ho speranza che dopo di me... lui non sia un carnefice oppure una vittima o solo un account sterile in un Social pieno di NIENTE!
Firmato... un papa'. A Marco e Marzia!"

 

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