Caro Tito, come ho evidenziato nella precedente << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-607-in-dono-il-mio-opuscolo-sul-razzismo-per-il-primo-maggio-2025/ >> di martedì 29 aprile 2025, recentemente, per un lieto evento (il novantesimo compleanno di mio fratello Antonio) ho trascorso pochi giorni sulle rive del nostro mare Jonio. Ne ho approfittato per rivedere (seppure molto molto velocemente e dopo tanti anni) taluni luoghi della mia adolescenza che mi hanno reso assai assai felice (in particolare la costa da Pietragrande alla Roccelletta di Borgia e Catanzaro Lido). Per tale motivo, ho preferito percorrere il vecchio tracciato della strada statale 106 che passa anche da Squillace Lido, pure per fotografare l’insegna stradale su “Squillace città della Prima Italia” (che poi ho evidenziato nella copertina della << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-605-le-news-di-calabria-prima-italia-e-in-omaggio-lopuscolo-stupire-il-mondo/ >>). Foto che mi era stata segnalata dall’ex assessore Franco Caccia e che qui ripropongo come utile pro-memoria e come sprone affinché gli altri comuni dell’Istmo di Catanzaro e della Calabria realizzino simile insegna stradale al fine di caratterizzare l’orgoglio di un territorio dove è nato, con Re Italo, il nome ITALIA e la prima ITALIA POLITICA.
Un giorno, provenendo da Catanzaro Marina, mi sono fermato a Squillace Lido davanti al bar-pasticceria “Dolcezze” (proprio a fianco della strada nazionale 106 prima del semaforo) per sorseggiare un buon caffè di metà mattinata.
Seduto comodamente ad uno dei tavoli esterni (non ero entrato pure per non essere tentato dalle molteplici golosità lì esposte) mi sono accorto che nei locali adiacenti c’era uno “Sexy-shop” della cui esistenza non avevo ancora avuto notizia.
Ho chiesto alla signora della pasticceria da quanto tempo ci fosse quel negozio; e mi ha risposto: “Lo chieda alla signora Barbara che siede su quella poltroncina, proprio davanti a lei”. Poi, non ho potuto evitare la battuta che l’ha fatta sorridere: “E’ un abbinamento molto significativo avere un Sexy-shop accanto ad una pasticceria denominata Dolcezze e viceversa … entrambi sono utili a soddisfare un qualche piacere o golosità personale” …
Così, salutandola e presentandomi, ho chiesto alla signora Barbara da quanto tempo c’era questo “Sexy-shop” lì a Squillace Lido. Da ben 25 anni, è stata la risposta. Mi è sembrato tanto strano che non me ne fossi mai accorto passando per quella statale jonica e, in particolare, che nessuno dei miei amici (specialmente della stessa Squillace) me ne avesse riferito, pur sapendo che mi avrebbe fatto piacere saperlo in quanto da sempre cultore dell’Erotologia.
Tanto cultore da aver fondato ufficialmente, davanti ad un notaio, in Agnone del Molise nel 1984 (assieme a medici e ad altri professionisti) una vera e propria “Associazione di Erotòlogia” la quale (come ti ho più volte scritto) ha realizzato con grande interesse e successo (ma anche qualche inevitabile polemica) il Convegno internazionale su Amore e Religione, durato ben tre giorni (dal 4 al 6 ottobre 1985) con la partecipazione di Università e ben cinque Religioni, ottenendo un clamore pure estero. A tale convegno ha partecipato pure un amico proveniente proprio da Badolato con tutta la famiglia. Sapendo ciò, la signora Barbara mi ha chiesto se volessi visitare il suo negozio, lì a fianco. Certo che sì. Non volevo lasciarmi sfuggire l’occasione, pure dal momento che (abitando in una zona isolata di montagna) non ne avevo ancora visto uno (cosa alquanto grave – lo riconosco – per un “erotòlogo” anche se “dilettante”).
1 – IL SEXY-SHOP DI SQUILLACE
Entrando negli ampi locali, bene arredati ed illuminati, ricchi di tanta roba in esposizione e tanta altra appena arrivata dagli Stati Uniti e ancora inscatolata, per prima cosa la signora Barbara mi ha presentato i suoi due bellissimi gatti (Batman e Lamush) cui è assai affezionata. Uno tutto nero e l’altro bianco-nero. Come si può vedere qui di sèguito dalla foto, i due gatti si erano comodamente e simpaticamente adagiati in vetrina sotto al manichino in “lingerie”. Poi mi ha fatto visitare i vari settori, ognuno dei quali è nascosto all’altro per permettere alla clientela maggiore riservatezza … anche se, in verità, lei, in pratica, cerca di fare entrare possibilmente uno alla volta gli avventori, con un sistema di quasi prenotazione. E volendo si può entrare pure da una porta più privata posta sul retro di quel condominio. Infatti, la maggior parte dei frequentatori giunge previo telefonata, poiché – si intuisce – non si passa da lì per caso. C’è ancora un po’ di pudore e di circospezione. Mentre ero in dialogo con la signora Barbara ho avuto modo di notare l’entrata e la presenza di qualche avventore (quasi tutti giovani, alcuni in coppia).
Il settore più visitato è quello dei cosiddetti “sexy-toys” o “giocattoli sessuali” assai richiesti ed utili per il piacere solitario o per i giochi di coppia. Per qualsiasi genere di coppia. Ce ne sono per tutti i gusti. La loro provenienza è quasi tutta estera, specialmente dagli Stati Uniti e dall’Olanda. Tali Paesi sono più specializzati in questa specifica produzione che ha raggiunto livelli di perfezione e di sofisticazione inimmaginabili.
C’è poi il reparto della “lingerie” (la più erotica ed erotizzante possibile) sia maschile che femminile. Quindi, c’è una vasta gamma di video che normalmente si definiscono “pornografici” ma che per alcuni sono istruttivi, spesso in mancanza di una buona e sana educazione sessuale (anche tecnica) o come rimedio al calo del desiderio che può cogliere ad una certa età e in determinate situazioni.
E, a tale proposito, il dialogo tra me e la signora Barbara ha preso toni più socio-pedagogici e demografici, quasi scientifici. Sembra essere la punta di un grande “iceberg” alquanto sottovalutato.
2 – UN SEXY-SHOP COME STAZIONE SCIENTIFICA E SOCIO-PEDAGOGICA
Al che le ho proposto di realizzare (all’interno del suo sexy-shop) una vetrina di libri e video che fungessero pure da sostegno per l’educazione ai sentimenti, alla gioia, alla felicità, all’armonia. Così le ho proposto una “Biblioteca dell’Amore” sia come informazione che come formazione. Abbiamo parlato su come potesse essere adattata nel contesto di questo che è pur sempre un negozio, ma potrebbe benissimo diventare (con i dovuti accorgimenti e le più adeguate alleanze anche istituzionali) una vera e propria STAZIONE SCIENTIFICA E SOCIO-PEDAGOGICA. Tale aspetto potrebbe essere esteso a tutti gli altri sexy-shop che intendano aderire, formando così una rete assai “salutare” come conoscenza e come sostegno all’utenza.
Inoltre, le ho ventilato l’idea di organizzare, fuori dal negozio, almeno una prima conferenza utile anche all’igiene sessuale (spesso ignorata) e a tutto ciò che, nella psicologia e nella sociologia in particolare, possa giovare anche in rapporto all’uso di tutti i prodotti presenti in un sexy-shop … pure dal momento che in Italia pare ci siano già ormai quasi cinquecento punti-vendita e il loro numero è in aumento … tanto che non si può più ignorare tale fenomeno sociale (oltre che commerciale).
Bisogna altresì considerare che circa il 20% (secondo le stime) di chi va all’estero (per lavoro o turismo) riporta ogni genere di prodotti, alcuni dei quali non sono ancora in commercio in Italia, poiché taluni Paesi sono all’avanguardia o addirittura precursori, come sempre in quasi tutto e specialmente in tale settore. Inoltre, lingerie, sexy-toys e altri articoli vengono ricevuti (per posta o corriere) con il sistema dell’e-commerce, ovvero via corrispondenza da ogni parte del mondo. Insomma, c’è un notevole giro d’affari attorno ai “sexy-shop” territoriali o virtuali. Quindi, anche se non ci sono dati precisi, c’è da intuire che siano interessate molti milioni di persone.
3 – UNA BIBLIOTECA DELL’AMORE IN UN SEXY-SHOP
La signora Barbara mi informava che ormai un sexy-shop è frequentato persino dalle famiglie; mentre per le nuove generazioni è quasi normale frequentarlo liberamente e senza alcun preconcetto. Accade sempre più spesso che, al compimento del diciottesimo anno, vengono regalati (appunto, a chi entra nella maggiore età) giocattoli sessuali o un qualche particolare tipo di lingerie o biancheria intima la più sensuale ed erotica possibile. Così avviene, per tutte le età, nei compleanni, negli onomastici, nelle ricorrenze, a Capodanno, a carnevale e così via. Si potrebbero regalare, quindi, pure libri o video inerenti la maggiore conoscenza tecnico-scientifica ma anche letteraria del sesso e dei sentimenti. Si pensi, ad esempio, alla lunga e celebre tradizione della “poesia erotica calabrese”!… Il concetto è che si possa e si debba portare la maggiore e migliore consapevolezza, ma anche il piacere della lettura erotico-letteraria, pure nei sexy-shop. Assieme alla discussione sui temi più sentiti. Pare che questo dei sexy-shop sia un settore ancora poco noto in generale, non soltanto all’opinione pubblica, ma anche alle stesse istituzioni che (forse) avrebbero il compito di monitorale per essere più vicine all’utenza e ai cittadini che lo frequentano. Sembra che sia ancora un settore “underground” (nascosto, clandestino), moralmente detestabile e da evitare. Invece, la realtà è ben altra ed interessa sempre più persone, che spesso “sfidano” i preconcetti e i falsi pudori. La realtà, pure in questo caso, è superiore a ciò che sappiamo o immaginiamo.
Ho informato la signora Barbara che da quasi un anno (dal giugno 2024) esiste già una BIBLIOTECA DELL’AMORE all’interno della Biblioteca Pubblica Vincenziana di Davoli Marina, diretta dal prof. Aldo Marcellino coadiuvato da un validissimo gruppo di volontari (ad appena 15 km da Squillace Lido). Sicuramente si potrà collaborare insieme nel sensibilizzare, specialmente i giovani, ai temi della sessualità e dei sentimenti. Pure per educare al possibile e frequente rifiuto e alle separazioni, che (come assistiamo ormai da tanto tempo) possono portare, se non bene gestite, a serie incomprensioni, ai drammatici maltrattamenti e persino al tragico epilogo del femminicidio.
E (forse non tanto stranamente) i giovanissimi ne sono purtroppo primi dolorosissimi protagonisti; cosa che prima non accadeva. Mi sono reso disponibile io stesso a procurare i primi libri di avvìo per una sempre più fornita “Biblioteca dell’Amore” nel sexy-shop della signora Barbara. Sperando che altri sexy-shop d’Italia ne possano seguire l’esempio. Ovviamente, per realizzare questa specie di “rivoluzione socio-culturale” di trasformare pure i sexy-shop in “stazioni scientifiche e socio-pedagogiche” ci vorrebbe la collaborazione di tutti, persino della Chiesa cattolica e delle altre Religioni, nonché dello Stato (pure attraverso le scuole e altre strutture pedagogiche e socio-sanitarie).
4 – UNA RIVOLUZIONE POSSIBILE
Alla signora Barbara è piaciuta tale prospettiva di rendere il suo sexy-shop una sede di utile ascolto ed elaborazione, nonché un benefico motore socio-culturale che si apra all’esterno, coinvolgendo famiglie e comunità locali. Le ho indicato alcuni nomi di personaggi e personalità del territorio che potrebbero aiutarla, intanto, a partire, esprimendo una prima conferenza inaugurale di un percorso che auguriamo sia il più proficuo possibile. Sono certo che, una volta partiti, la gente e le autorità si accorgeranno che le persone (specialmente i giovani) possano essere aiutati a capire meglio, a proteggersi e a difendersi di più. Certo, ci saranno inevitabili difficoltà anche ambientali; però è indispensabile informare ed educare alla salute del corpo e dell’anima … dal momento che la sessualità non è eliminabile né eludibile, sia individualmente che socialmente. E’ necessario, anzi urgente, affrontare ciò che andava affrontato già da tanti decenni … almeno da quando la rivoluzione culturale internazionale del 1968 ha evidenziato le criticità su sentimenti e sessualità, sui rapporti interpersonali e sociali. Quindi, sarebbe tempo che anche nelle nostre periferie si affrontino temi che, altrimenti, le persone (e i giovani in particolare) cercano altrove e in ogni modo (a volte con tutte le conseguenze del caso).
Come molti di noi ricorderanno (specialmente avendo una certa età) durante la confessione (specialmente quando eravamo adolescenti) il prete ci chiedeva espressamente e come prima cosa se avevamo commesso “atti impuri” (ovvero masturbazione o altre situazioni sessuali). Quindi la Chiesa è, comunque, protagonista nella conoscenza sessuale e della situazione di fatto esistente nella gente. Tanto è che (durante il convegno di erotologia di Agnone del 1985) ho chiesto esplicitamente all’allora Vescovo di Trivento, Antonio Santucci (presente nella prima mattinata dei lavori) che la Chiesa renda pubblici le abitudini non soltanto sessuali della gente per poter affrontare adeguatamente le problematiche, sia scientificamente che pedagogicamente.
Ovvero “si dica il peccato ma non il peccatore”. A tale proposito, ricordo il clamore suscitato dal libro “Il sesso in confessionale” pubblicato dai giornalisti Norberto Valentini e Clara Di Meglio nel 1973. Da tale inchiesta è stato tratto il film omonimo del 1974. La signora Barbara mi ha riferito che buona parte dei clienti del suo negozio si confidano con lei … così tanto che potremmo affermare che, per estensione, ormai i sex-shop sono diventati i nuovi confessionali (almeno in materia sessuale e forse non solo). Quindi, il gestore di un “sexy-shop” comincia ad essere una figura sociale alquanto importante pure sotto il profilo psico-socio-pedagogico non soltanto del “costume”.
Corso Prof. Marco Ingrosso. a.a. 2015/16.
Ciò significa che nei sexy-shop il gestore dovrebbe avere pure rudimenti di psicologia e sensibilità di indirizzo socio-sanitario e socio-pedagogico. Per tale motivo dovrebbero intervenire quelle che potrebbemmo definire le “Autorità del Benessere” (individuale e sociale) a coadiuvare e sostenere gli operatori del settore, i quali sono una presenza assai seria e da ben utilizzare nella collaborazione per il benessere e la salute sociale. Tale richiesta di consulenza confidenziale pone il tema della più attinente qualificazione degli operatori dei sexy-shop che non sono soltanto commercianti ma potrebbero e dovrebbero essere guide specializzate e attendibili su temi e problemi psico-sessuali. Anzi, sarebbe utile che i sexy-shop siano strettamente collegati con le ASL (aziende sanitarie locali) con professionisti andrologi, ginecologi, sessuologi, psicoterapeuti, sociologi della salute, consulenti familiari ed altre utili figure. Insomma, i sexy-shop potrebbero essere (perché comunque di fatto lo sono) una più efficace presenza socio-pedagogica assai strategica. Tutto ciò se vogliamo veramente il bene delle persone e della società. Una rivoluzione possibile!… E non possiamo perdere la preziosa occasione di utilizzare i sexy-shop per essere utili alle persone quasi a 360 gradi. Invito a fare una seria riflessione a riguardo.
5 – CHI E’ BARBARA?
La signora Barbara è, intanto, una donna assai gentile e sensibile (come sostengono e confermano pure gli utenti sui “social”). Abbiamo avuto modo di parlare molto e approfonditamente, cercando di individuare i temi e i problemi che girano attorno ad un sexy-shop che è un proprio universo di umanità che più variegata non si può!… Ha 54 anni ed è milanese di nascita e di generazioni. Ha conseguito la maturità artistica presso le Suore Orsoline. Alla età di venti anni, per la troppo immatura morte del padre, manager commerciale, ha dovuto interrompere gli studi universitari in Economia e commercio alla Cattolica per seguire le orme del genitore, come libera professionista nel settore della stampa. In sèguito ad un incidente stradale, ha dovuto rinunciare pure a questa più dinamica e redditizia attività. Si è reinventata un nuovo lavoro, più sedentario (non potendo guidare l’automobile come prima); così ha creato e prodotto “lingerie” proprio per i sexy-shop.
Nel frattempo si è trasferita al mare di Calabria cercando un clima più mite per la propria salute. Poi, anni fa, un cliente della sua sexy-lingerie le ha proposto di ridare vita al Sexy-shop di Squillace. Ed ecco che, qualche anno fa, sùbito dopo il Covid, ha iniziato questa nuova avventura professionale portando avanti il “Burlesque 69” che, per una semplice coincidenza e casualità, porta il numero civico 69 (quello effettivo). A mio modesto parere, la signora Barbara rappresenta una figura professionale che andrebbe valorizzata scientificamente, sociologicamente e pedagogicamente sia per quanto prezioso ha il suo lavoro e sia perché ormai rappresenta il presente e il futuro più ineludibile delle generazioni. Prossimamente avrà pure un sito internet, che potrà riempire di contenuti igienico-psico-pedagogici.
6 – NATURA UMANA E TEORIA DEL PIACERE
Non ci può essere alcun dubbio che tutta la nostra natura umana tenda al PIACERE in ogni sua espressione. Nel cibo cerchiamo il piacere. Nel sonno stesso cerchiamo il piacere. Nella preghiera. Nello sport. Nel turismo. Nel vedere un film. In una passeggiata. In un rapporto di amore o di amicizia. Persino nell’uccidere. Persino nel rubare. E così via. Certo c’è piacere e piacere. Quello sessuale è provocato (ormai è provato anche scientificamente) dalla ineliminabile e troppo forte pulsione alla procreazione. Dall’inizio del mondo, sul piacere si sono misurati tutti gli esseri umani, dal semplice uomo delle caverne ai filosofi (vedi ad esempio Platone nel suo Convivio). Scrittori, cantanti e registi (non c’è quasi mai racconto che non abbia al centro l’amore, spesso erotico-sessuale-passionale). La parola “piacere” è il termine più ricorrente nella nostra vita quotidiana. Persino quando ci viene presentata una persona, rispondiamo solitamente e automaticamente “Piacere”. Il piacere è, senza alcun dubbio, uno degli aspetti più importanti della nostra vita. E come tale bisogna trattarlo. Molto molto molto seriamente.
La Natura stessa, quella vegetale, è basata sull’amore e sul sesso procreativo, come, ad esempio, nei riti dell’impollinazione senza cui non avremmo da mangiare frutta, ortaggi, ecc. Tutto il cosiddetto Creato, tutti gli esseri viventi (umani, animali, vegetali, ecc.), hanno una propria sessualità, palese o nascosta, ineliminabile e insostituibile per il proseguimento della vita. Il nostro stesso corpo è fatto in modo tale da generale (nel piacere ma anche nella sofferenza) altra vita per garantire la continuità generazionale. Dicevano gli antichi latini: Homo sum, humani nihil a me alienum puto (Sono uomo, niente di ciò che è umano ritengo estraneo a me). Ogni altro atteggiamento è ipocrisia o tendenziosità sospetta. La vita va affrontata come tale, in ogni sua sfaccettatura. Con realtà, lealtà e coraggio.
7 – CONSIDERAZONI CONCLUSIVE E SALUTISSIMI
Caro Tito, ci sarebbero tantissime altre cose da dire e da evidenziare (come è immaginabile) attorno alla nostra natura umana e, quindi, pure ad un semplice “sexy-shop” che tale natura umana rispecchia. Nella libertà. Perché sì, poi è di sana libertà che si tratta. E la libertà è sacra o tale dovrebbe essere. Quindi chi nega la sana e naturale libertà dei popoli e degli individui, forzatamente limita ogni loro legittima espressione. Precisato ciò, consideravo l’esigenza che (se non c’è ancora) i sexy-shop costituissero una propria rete organizzativa per una migliore immagine ed efficienza anche operativa. Soprattutto sana. Pure nel senso di diventare STAZIONI SCIENTIFICO-SOCIO-PEDAGOGICHE per il miglior benessere della persona e della società. Infatti, i sexy-shop non sono negozi qualsiasi. Hanno bisogno pure loro di dimostrare un solido sistema di qualità, anche perché hanno una particolare attinenza alla salute (intima e psicologica) delle persone. I “sexy-shop” potrebbero, quindi, fare parte attiva nell’EDUCAZIONE PSICO-SESSUALE delle persone, specialmente dei giovani.
Infine, a parte ogni altra possibile considerazione, penso di poter suggerire una simile accortezza, una questione di stile e di igiene. Personalmente ritengo che gli operatori di un sexy-shop debbano, intanto, avere un camice bianco nel loro esercizio professionale. Come in una farmacia. Per tanti intuibili motivi. La signora Barbara ha accettato tale novità; e mi ha promesso che indosserà un camice bianco d’ora in poi.
La ringrazio e la reputo degna di lode; non soltanto per il tatto e la gentilezza che usa verso i suoi avventori, i quali spesso diventano suoi amici e persino (come già evidenziato) confidenti. Infatti, la prima cosa che mi ha detto, appena varcata la porta del negozio-non-negozio: “Qui ci diamo tutti del TU”. Al che le ho ricordato l’esistenza di una canzone (di quando lei non era forse ancora nata o era bambina) che esortava a darsi del tu … una eredità della rivoluzione culturale del 1968 in tutto il mondo.
Caro Tito, spero che questa “Lettera n. 609” sia gradita ai nostri lettori, da cui aspetto auspicabili commenti e suggerimenti (per crescere meglio e di più insieme). Intanto ringrazio tutti e tutti saluto con tanta cordialità. Alla prossima!
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, mercoledì 07 maggio 2025 ore 05.41 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Alcune foto sono mie, altre sono della signora Barbara e qualcuna è stata presa dal web.