La Siberia è la sfida, metafora della vita.
Rasputin è stato il consigliere dell’ultimo zar. Il monaco siberiano è una figura, a tratti controversa, ispirata ad un misticismo innestato sulle abitudini culturali più antiche della Santa Madre Russia. Culturalmente, nelle sue credenze e azioni c’è molto della Russia profonda.
Rasputin è il personaggio ispiratore del libro di Nicola Comparato, scrittore e musicista per passione, collaboratore della Gazzetta dell’Emilia, poeta. “Come Rasputin”: è il titolo del manifesto esistenziale affidato alle stampe di Amazon.
Un riferimento storico e ideale estremo, considerate le diverse coordinate spazio-temporali, incommensurabili con quelle attuali.
Ma la penna trae ispirazione dai voli pindarici. E a Nicola Comparato, guardare oltre l’orizzonte del qui ed ora è permesso. E’ un pensatore, un battitore libero.
Lamberto Colla, direttore della Gazzetta dell’Emilia, traccia un suo preciso profilo nella prefazione al libro. E anticipa i temi, anzi le pietre miliari della narrazione. Originario della Lucania, terra di lupi mannari, streghe e magia. E questo è lo strato profondo dell’appartenenza del poeta-scrittore. Quindi: la vita di ogni giorno sulle prime colline del parmense, il lavoro, l’impegno come collaboratore per la Gazzetta dell’Emilia, la vena poetica esercitata nella quotidianità del respiro, del lavoro.
“Come Rasputin” è una serrata riflessione esistenziale detersa dai fatti, senza la pedanteria del riferimento agli accadimenti del quotidiano.
L’autore getta le fondamenta del senso dell’esistenza e della consapevolezza resistente. E dirige l’orchestra del suo saggio di ispirazione filosofica forte di una penna raffinata.
La scrittura è precisa e colorata. I due aggettivi insieme non sono un ossimoro. La scrittura è curata e ispirata da una rodata familiarità al pensiero come compagno di viaggio.
Lo scrittore-poeta mette sulla carta un atto di generosità verso i lettori e un moto catartico, insieme. E’ generoso perché permette al lettore di fermarsi a pensare ai grandi temi della vita. E’ catartico perché sa mettere in fila le cose. La penna a vergare la carta. Significa fare esercizio di razionalità alla ricerca di un dialogo ideale con il lettore.
“Come Rasputin” ha fatto nella sua esistenza, l’autore propone al lettore la strada di meditazione esistenziale da lui percorsa fino qui.
La solitudine è il tempio della incessante meditazione. Che non nega la sofferenza, ma la accoglie e la interroga. Dal silenzio interiore generato dal pensiero scaturisce una consapevolezza impegnativa dai risvolti empatici.
Nicola Comparato, il poeta della Val Baganza, crea il silenzio del pensiero.
Necessario per svincolarsi dalle catene delle “menzogne che la società crea per imporsi” e per radicare un modello fatuo e ipocrita.
“Rasputin è un pellegrino nella tempesta”, scrive. Rasputin ha combattuto in nome e per conto della sopravvivenza.
Centellina le parole, in questo romanzo personale e intimista ma generoso di spunti di riflessione rivolti a una umanità sofferente e incapace di liberarsi dalle catene del non detto. Le sceglie, una ad una. Non improvvisa la scrittura. Per lui la scrittura è lo strumento del pensiero.
Non è mestiere, non è tecnica. Pensa scrivendo. E quando scrive l’illuminazione creativa dell’insight ha già fatto breccia.
Impegnativi e forti i temi affrontati: la rappresentazione sociale e la necessità di togliere la maschera al mondo. A suggerirlo è “Il consigliere invisibile” che si rappresenta come “Il viandante sotto la pioggia.”. “La follia sacra” è strumento per una ricerca interiore che accompagna verso la comprensione dell’altro da sé. Come Rasputin, ancora. Il monaco siberiano è “uno strumento di Dio, nella sua follia.” Sono parole dell’autore. Rasputin ha dimostrato di sapere ascoltare e una forte capacità empatica: le azioni di supporto e di conforto rivolte al figlio epilettico dello zar hanno effetto non tanto per la sospensione del farmaco ma, soprattutto, per la capacità di Rasputin di garantire prossimità e ascolto alla zarina e allo zar in un momento storico che vede la coppia al potere molto distante dall’aristocrazia russa.
Rasputin arriva a corte quando la fine è già cominciata, ma la parola fine non la si può pronunciare.
Rasputin arriva alla corte dello zar in un passaggio delicato: l’attraversamento della palude prima della fine. Poco prima dell’avvento di un nuovo potere.
“Empatia e profetismo”: Rasputin si muove in questo tracciato nella relazione con gli zar.
Il libro è una palestra psicologica. Una sfida al lettore al quale implicitamente il poeta-scrittore chiede conto della propria propensione alla consapevolezza.
La vita è una scultura di cristallo. “Come Rasputin” è un esercizio di pensiero per cercare di capire il senso profondo della vita.
Nicola Comparato, Come Rasputin, Amazon, 2025
(Link rubrica: La Biblioteca del lavoro e lavoro migrante ” https://gazzettadellemilia.it/component/search/?searchword=francesca%20dallatana&searchphrase=all&Itemid=374
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