Lunedì, 20 Gennaio 2014 09:20

Modena, “Ribellarsi con maestria”: una nuova forma di protesta In evidenza

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I giovani disegnano un fondale di 12x8 metri al Teatro Comunale di Modena: perché ci si può ribellare con maestria e non soltanto protestando in piazza o facendo la rivoluzione con Twitter o su Facebook -

Modena, 20 gennaio 2014 -

Un enorme cielo azzurro di 12 per 8 metri con cinque fili tesi su cui sono appesi dei volti, i particolari di una corpo, un fiore, una scritta, un tratto colorato o anche solo una lettera. La ribellione dei giovani è un insieme di voci e di immagini casuali che, una volta unite, danno forma a una poesia; perché ci si può ribellare con maestria e non soltanto protestando in piazza o facendo la rivoluzione con Twitter o su Facebook. Questo è il frutto del lavoro di quindici studenti dell'Istituto Superiore d'Arte Adolfo Venturi e dell'Istituto Grazia Deledda di Modena che hanno realizzato dal 13 al 18 gennaio 2014 un fondale, di quelli che si usano in scena a teatro, sotto la direzione e la supervisione di Rinaldo Rinaldi, scenografo, insegnante di pittura di scena all'Accademia di Belle Arti di Bologna e di Urbino.

Il laboratorio "Ribellarsi con maestria",  fa parte del progetto "RiBelli" promosso dal Centro culturale Francesco Luigi Ferrari, dall'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea di Modena e dall'Istituto Superiore d'Arte Venturi, per celebrare il centesimo anniversario della nascita di don Elio Monari, partigiano nato a Spilamberto e fucilato dai nazisti a Firenze nel 1944.

«In questo preciso contesto storico ognuno si deve ribellare a tutte le forme di dipendenza, per arrivare ad essere delle persone libere – ha spiegato il presidente del Centro culturale F.L. Ferrari, Gianpietro Cavazza –. Per i giovani è un fatto molto importante avere dei "maestri" che gratuitamente mettono a disposizione la propria arte, la propria esperienza, la propria cultura per accompagnarli in questo percorso di ribellione».

La tela gigante verrà esposta al Palazzo Europa di Modena in occasione del convegno conclusivo del progetto "RiBelli!" il prossimo 6 marzo e, successivamente, verrà suddivisa e collocata nelle scuole e presso enti e istituzioni modenesi. «Ribellarsi non può essere un gesto fine a se stesso – ha aggiunto Cavazza – per questo anche il frutto del lavoro dei ragazzi deve essere diviso e distribuito anche a chi non ha partecipato al progetto direttamente. Il fondale non è un oggetto di consumo, ma è un simbolo che deve durare nel tempo».

Il senso di questo progetto è "fare memoria" anche di coloro che in passato si sono ribellati e hanno sacrificato la propria vita per la libertà, ha ricordato Enrico Ferri, scrittore e professore all'Istituto Venturi: «non è soltanto un "guardare indietro", ma una memoria rivolta al futuro. Il laboratorio a cui hanno partecipato questi 15 studenti arricchisce il loro percorso scolastico ma gli ha consentito anche di fare un'esperienza straordinaria: non è di tutti i giorni, infatti, poter lavorare accanto a un professionista, in un Teatro. Infatti sono tutti entusiasti dell'esperienza».

«I primi giorni i ragazzi erano impauriti davanti a questa tela vuota da riempire, erano un po' "legati" – ha spiegato il maestro Rinaldo Rinaldi –. Poi hanno cominciato ad aprirsi, ad abbozzare alcuni simboli della loro ribellione, e man mano il fondale ha preso forma. È una specie di poesia automatica, fatta di immagini casuali e solo alla fine, quando vengono unite, si comprenderà il significato. Quello che ho cercato di spiegare ai giovani è che ribellarsi è prendere coscienza del fatto che hanno a disposizione uno spazio, che hanno degli strumenti e delle informazioni acquisite a scuola: possono essere utilizzare per fare qualcosa di "diverso", qualcosa che sentono loro. Non è importante il risultato finale che sono riusciti ad ottenere, ma la possibilità che hanno avuto di vivere questo tipo di esperienza per ottenere un risultato più grande di loro in quanto singoli».

(Fonte: Ufficio stampa del Centro culturale Francesco Luigi Ferrari)