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Mercoledì, 04 Agosto 2021 11:58

Abbiamo bisogno di ascoltare i vuoti. In evidenza

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Chi lo ha detto che i libri per l’infanzia siano solo per l’infanzia? E chi lo ha stabilito che i libri per l’infanzia debbano essere leggeri?

Io capisco far crescere i bambini con un bagaglio lieve sul cuore, ma come dice quel genio di Antonio Rezza [Leone d’oro alla carriera n.d.r.], “La spensieratezza va stroncata alla nascita”!

Uno dei libri più belli in cui imbattersi dai 0 ai 99 anni è sicuramente ‘Il buco’ di Anna Llenas edito da Gribaudo, dove ad accoglierci è Giulia, una bambina che d’un tratto sente un vuoto nella pancia e non riesce a capire cosa sia.

Prova a mangiarci su, ma il buco persiste, prova ad acquistare vestiti, scarpe, accessori, prova a circondarsi di persone, prova a circondarsi di animali, di oggetti, di cose, ma quel buco rimane lì, piazzato sulla sua panciotta.

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In preda ad un pianto dirotto ecco arrivare dal pavimento una voce, e badate bene, non arriva dai lati, non arriva dall’ alto, arriva da sotto terra, come ad indicare una voce interiore, la quale tranquillizza Giulia dicendole di osservare bene quel buco, perché all’interno troverà cose bellissime.

L’interno di quel buco sono tutte le nostre emozioni, è quel famoso dentro che spesso ci fa paura.

Così la piccolina guarda bene il suo vuoto e trova la meraviglia, trova l’amore, trova la fiducia, trova i colori, insomma trova la bellezza, quella a cui troppo spesso rinunciamo perché preferiamo mostrare l’armatura, la corazza, la ruvidezza delle nostre ferite, quando sarebbe bello poter mostrare quanto quelle ferite ci hanno resi resistenti agli urti e meravigliosamente fragili.

Giulia, entusiasta di quel nuovo mondo scoperto, inizia ad avvicinarsi agli altri in modo diverso, come se finalmente avesse riconosciuto la delicatezza nel prossimo e come se fosse necessario maneggiare con cura  ogni singola anima.

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È un mondo bellissimo, fatto di condivisione, di magia, di rispetto e piano piano quel buco diventa più piccino ma non scompare mai, così Giulia può  tornare in quel mondo pieno di sorprese quando vuole.

La mia personalissima idea è che donare un libro del genere ad una bambina o un bambino farà di loro ragazzini migliori, consapevoli e pronti agli urti.

Abbiamo bisogno di vuoti, abbiamo bisogno di percepirli, di non averne paura ma profondo rispetto, perché solo attraverso queste voragini possiamo crescere come esseri umani, nell’accoglienza verso chi amiamo.

Giulia è piccina, ma sappiamo bene che dentro ognuno di noi vive una bambina o bambino, da nutrire, da ascoltare, talvolta capriccioso, talvolta impaurito, ogni tanto birichino, il più delle volte timoroso.

Giulia insegna ai piccoli ed ai grandi che osservarsi e prendersi per mano è la cura.

“Questa storia ci parla della capacità di resistere e superare le avversità, di trovare il senso della vita.”

Buon viaggio!

 

 

a cura di Claudia Mancini
(team parliamodilibri.it)

 

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