Lunedì, 10 Agosto 2020 11:10

Mobilità docenti, le considerazioni del Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina "Diritti Umani" In evidenza

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Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, in vista delle operazioni di mobilità (utilizzazioni e assegnazioni provvisorie) e delle lettere giunte in merito, invita i Governatori delle Regioni

Meridionali, le associazioni sindacali ed il Ministro dell’Istruzione a prendere atto delle problematiche reali esistenti (crescita curva dei contagi COVID 19) per il personale fuori sede (“esiliati l. 107/2015; docenti di ruolo per molti anni in servizio lontani dalla regione di provenienza) ed a concedere il riavvicinamento presso la propria residenza.

Ricordiamo da quanto emerge dalle segnalazioni e dai dati dei trasferimenti interprovinciali che le classi di concorso più penalizzate sono: A046 – discipline giuridiche ed economiche; A045 – discipline economiche ed aziendali e scuola primaria.

Troviamo molto significativa la testimonianza di una prof.ssa appartenente alla classe di concorso A046 residente in Calabria, la quale scrive:
(…) Lo faccio da docente “qualificata”, mi sia consentito dire, perché docente di diritto, vieppiù con lunga esperienza maturata nella professione forense e quindi con l’approccio di chi conosce le difficoltà burocratiche che si devono affrontare quotidianamente.

È noto il dramma dell’emigrazione forzata dei docenti, che dal sud del Paese, in forza di un perverso e tuttora incomprensibile meccanismo introdotto con la famigerata L. 107/2015 sono stati “smistati e spediti” in ogni dove d’Italia, per la gran parte a distanze di ben oltre 1000 km dalla propria casa e famiglia.
Docenti che da quel 2015 stanno tentando ogni anno di rientrare nella propria terra d’origine, senza tuttavia riuscirci.
Docenti che, per la gran parte in avanzata età (prevalentemente ultracinquantenni), hanno dovuto riorganizzare la propria vita e che, oltre al proprio lavoro, riversano in altri territori anche le proprie risorse economiche, frutto di quel lavoro.

Orbene nel mese di settembre ormai prossimo l’anno scolastico dovrà necessariamente ripartire, con uno scenario che - a distanza di ormai soli due mesi - non ci è dato ancora conoscere e, ancora peggio, non è dato sapere a chi deve affrontare l’apertura delle scuole in tutta sicurezza.
Tra le tante problematiche, non può essere trascurata quella riguardante i docenti della Calabria che, al fine di mantenere i rapporti con le proprie famiglie, dovranno continuare a fare la spola tra Sud e Nord con una frequenza media di ogni 15 giorni, lasciando i propri figli, mariti e genitori.

Docenti che quindi dovranno sopportare ed affrontare viaggi, ovviamente in sicurezza, con tutte le croniche difficoltà nei mezzi di trasporto e nei collegamenti, di cui la Calabria è purtroppo ancora oggi drammaticamente carente, difficoltà che addirittura oggi risultano aggravate in conseguenza della Pandemia Covid-19, che oltretutto ha determinato anche un incremento dei costi, già elevatissimi.

Ebbene credo che questo sia il momento appropriato per cogliere le opportunità che, nonostante tutto, questa situazione di emergenza ci può offrire:
- quella di sollecitare, a livello statale, incentivandolo, l’insegnamento delle discipline giuridiche-economiche nelle scuole di ogni ordine, grado e indirizzo, affidandolo ai docenti più qualificati per lo scopo e che pertanto hanno già acquisito quella specifica “formazione” oggi richiesta dalla L. 92/2019 per l’insegnamento della c.d. “Educazione Civica”, quelli cioè della classe di concorso A046, che è oltretutto in esubero nazionale, sicché a tutt’oggi molti di essi si trovano “parcheggiati” nelle aule docenti dei vari Istituti d’Italia ed utilizzati all’occorrenza;
- allo stesso tempo, quella di far rientrare nei territori di provenienza i docenti esodati e consentire, attraverso un potenziamento degli organici, di far partire il nuovo a.s. avvalendosi, eventualmente anche per la turnazione (che è un concreto scenario possibile), di tali risorse.

In tal modo si darebbe una risposta a diverse esigenze:
- quella di consentire agli studenti di poter iniziare e svolgere il nuovo a.s. con una innovativa modalità che sia confacente alle esigenze di tutela della salute ed al contempo della istruzione e, in considerazione del numero di alunni per classi, che dovrà essere necessariamente ridotto, aumentare il numero dei posti (organico di fatto) che verranno destinati dai Dirigenti Scolastici alle assegnazioni provvisorie;
- quella di arricchire l’istruzione degli studenti degli insegnamenti afferenti alla Cittadinanza e Costituzione, di cui oggi quanto mai è emersa l’esigenza proprio in relazione alla pandemia in atto.

- quella di ricongiungere i docenti alle proprie famiglie, ricostituendo e rinsaldando quel vincolo di legami che oggi più di ieri, a causa dei necessari limiti alle relazioni interpersonali, rappresenta il baluardo minimo della socialità ed affettività;
- ed infine quella di valorizzare sul territorio di provenienza le risorse umane ed economiche che tali docenti rappresentano e impiegare in Calabria le risorse economiche dei docenti stessi, che altrimenti, obtorto collo, resterebbero destinate al Nord.”

Il CNDDU considera urgente e non più derogabile la risoluzione di tali problematiche in modo vantaggioso, in ordine a molteplici motivi più volte illustrati, per l’intero Paese; diversamente sarebbe apprezzabile fornire i motivi che ostano l’appianamento di una questione da troppo tempo accantonata.

prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU