"Il design è funzionale accessibile ma anche artistico". L'eclettico artista parmigiano "Lufer" si confida a Francesca Bocchia. Presto uscirà un documentario sulla sua vita artistica.
Foto di Francesca Bocchia Parma 12 febbraio 2020 - Luca Ferraglia in arte "LUFER", incontra Francesca Bocchia nel suo studio. Uno spazio, il "BANG", che condivide con il pittore Arturo Sereni.
"Diciamo che lavoro con i materiali - inizia a raccontare LUFER , di scarto più o meno da trent'anni. Ho iniziato verso la fine del 1989 , producendo inizialmente quadri all'interno di quali inserivo scarti, poi sono passato alle sculture, pur proseguendo con i quadri e infine sono arrivate delle lampade, tavoli e un po' di design, quasi tutto con materiali di scarto. Certamente all'inizio non ero così sicuro di capire tutti i materiali e tutto il lavoro che ne è scaturito in seguito. Ho iniziato a fare dei fiori di metallo giganti, alti 2 metri, e pensavo che lì finisse. Poi ho cominciato a capire i materiali, era la materia prima che stimolava la mia fantasia e immaginazione. Le mie visioni hanno iniziato a plasmare questi materiali e sono venute fuori delle cose, che a me piacciono molto, e fortunatamente stanno riscontrando successo. Oggi il riciclo va di moda ma quando avevo iniziato eravamo in pochissimi. A Parma eravamo in due, io e Roberto Mora, dopo qualche anno anche suo fratello Alessandro ha iniziato. I progetti nuovi sono sempre gli oggetti che realizzo; c'è sempre della sperimentazione in ogni oggetto che realizzo. Però il progetto più grosso che stiamo realizzando è un documentario, girato con l'agenzia Videokiss, che racconta la storia dall'inizio, sin da quando scrivevo i testi per il gruppo di musica demenziale "I Goffi", dove facevo i testi. Un periodo nel quale ci siamo divertiti molto e penso abbiamo anche fatto divertire molto.In quel periodo avevamo avuto occasione di fare l'apertura del concerto di Freak Antoni e di Elio e le storie tese."
Il BANG è visitabile e aperto a tutti. E' sufficiente telefonare a "Lufer" o a Arturo Sereni per prendere appuntamento in quanto i due artisti non sono sempre presenti nel laboratorio. In "bottega"si potrà osservare e volendo di accaparrarsi qualcuna delle opere esposte.
"Tenete d'occhio i social per intercettare l'uscita del documentario" conclude Lufer indicando l'indirizzo facebook dell'artista del riciclo: https://www.facebook.com/Lufer-recyclingdesigner-607422309394440/
CHI E' "Lufer" -
Nato a Langhirano nel 1962, vive e lavora a Parma.
Dagli anni ’90 LUfER si inoltra nella pittura e scultura, sperimenta tecniche e linguaggi espressivi diversi
realizzando le sue prime sculture e pezzi di arredo.
Crea sculture, quadri, lampade, sedute, appendiabiti e tavolini con scarti industriali, Il suo “slogan”
diventa “il riciclante ricicla in un istante”, e rappresenta la sintesi del suo “modus operandi”.
Il design è funzionale accessibile ma anche artistico.
È uscita in tre volumi l’antologia “Racconti a Tavola”, frutto del concorso letterario nazionale giunto alla sua terza edizione. Più di 400 i racconti arrivati da tutta Italia e anche dall’estero, anche se la nostra regione è prima per “rappresentanza”. Abbiamo incontrato il curatore dell’opera, il vulcanico Stefano Andrini.
Di Claudia Fiori, Bologna 28 dicembre 2019 – Tre volumi che racchiudono più di 200 racconti, tra noir, gialli, storie d’amore e racconti della memoria ma, soprattutto, la passione degli autori per la scrittura, le tradizioni e il buon cibo. È l’antologia “Racconti a tavola”, pubblicata dalla cesenate Historica Edizioni, frutto del concorso omonimo che quest’anno ha raggiunto la sua terza edizione. A dimostrazione che gli italiani, e gli emiliano romagnoli in particolare, essendo la nostra la regione più rappresentata, si confermano artisti, sognatori, amanti delle tradizioni e, soprattutto, buongustai. E non poteva essere altrimenti, dal momento che la cucina dell’Emilia Romagna è proverbiale e famosa in tutto il mondo. Abbiamo incontrato il curatore dell’antologia, il vulcanico Stefano Andrini, scrittore, giornalista, autore teatrale, speaker radiofonico, a cui è toccato il compito di leggere e selezionare i racconti.
Il concorso letterario nazionale “Racconti a Tavola” ha raggiunto la sua terza edizione. E la festeggia con l’uscita in ben tre volumi. Qualche numero: quanti sono stati i racconti partecipanti e quanti i selezionati?
“Un'edizione da record. Da tutte le parti d'Italia, e anche dall'estero (Stati Uniti, Spagna, Svizzera) sono arrivati 400 racconti. Ne abbiamo selezionati poco più di 200. A conferma che il nostro concorso continua a privilegiare la qualità e non la quantità. Per questo è sempre più apprezzato dagli autori e dai lettori”.
Negli ultimi anni, il binomio letteratura – cibo sembra riscuotere sempre più successo. Secondo te perché?
“Fino a poco tempo fa sembravano "i binari di una ferrovia che non si incontran mai e muoion sempre di malinconia". Poi è arrivata l'invasione barbarica della cucina di plastica veicolata dalla TV e tutti ne abbiamo fatto indigestione. Che si cura in due modi: o staccando la spina ai vari Masterchef o Cucine da Incubo. Oppure cercando di capire di più sulle nostre radici. Perché, soprattutto in Emilia-Romagna la tavola imbandita è una storia plurisecolare di pancia, cuore e memoria. L'unico antidoto alla cucina virtuale che, francamente, inizia a stancare. In questo percorso comune cucina e letteratura hanno pari dignità e finalmente lavorano all'unisono”.
C’è un genere letterario, o generi, prevalenti tra i racconti selezionati?
“Il giallo, insieme al noir con tutte le sfumature, è il genere letterario più amato e che sembra sposarsi perfettamente con il cibo (basti pensare al veleno, l'arma letale preferita dagli autori). Ma sono cresciuti in maniera significativa i racconti della memoria (le nonne spopolano) e quelli sulle tradizioni del territorio”.
Rispetto alle prime due edizioni, questa ha come novità le presentazioni, dove gli autori sono sempre più protagonisti e dove l’approccio è sempre più “multimediale” e “multiculturale”. Non solo i reading, ma anche location importanti che valorizzano il territorio. Ci puoi parlare di questo aspetto e come la letteratura può valorizzare persone e luoghi e viceversa?
“Confermo, sono gli autori i protagonisti. Noi mettiamo a disposizione la nostra esperienza e gli eventi nascono da una vera e propria community che si scambia informazioni e suggerisce idee. Decisiva la risorsa della multimedialità. Per tutti noi i social sono diventati la versione moderna del tamburo africano e della campana che allertavano il popolo quando c'erano novità. Nell'antologia la multiculturalità, che passa anche attraverso il cibo, è ormai una buona prassi. A tavola, non dimentichiamo, il confronto tra diversi è più semplice”.
A proposito di presentazioni – evento: quali saranno le prossime in calendario?
“Una data che è diventata una tradizione. Sabato 9 maggio 2020, dalle 10 alle 18 Porta Saragozza a Bologna diventerà una piccola Woodstock con gli autori dei Racconti a tavola che leggeranno gli incipit nel contesto di un gioiello architettonico straordinario
Infine, qualche piccola anticipazione. Che cosa bolle in pentola? Ci sono in programma altri concorsi a cui possono partecipare gli scrittori o aspiranti tali?
“Il nuovo concorso letterario Racconti sportivi. Partecipazione gratuita e scadenza 25 marzo. (bando su www.historicaedizioni.com) Insieme al cibo lo sport è parte integrante del nostro Dna. Anche in questo caso, ne siamo certi, non mancheranno le sorprese”.
INFO - Racconti a Tavola (volume I, II e III), € 20 cadauno, si possono acquistare online sul sito dell’editore www.historicaedizioni.com , sui principali bookstoree in libreria.
(In foto Stefano Andrini)
Il fotografo Erberto Zani (www.erbertozani.com) è stato premiato ai Chromatic Awards 2019. Altri trofei si aggiungono alla già lunga lista di premi raccolti dal fotografo parmigiano.
Zani, parmigiano di origine ma residente da alcuni anni in Svizzera, si è classificato al primo posto nella categoria “Wildlife and Animals”, con l'immagine ravvicinata di un pellicano intitolata “Equilibrium”.
Premiato anche con il secondo posto nella categoria “Portrait” con la foto “Nalumu”, un ritratto che fa parte del suo lungo progetto dedicato alle vittime sfregiate con acido nel mondo.
Chromatic Awards è una competizione internazionale di fotografia a colori, dove i partecipanti vengono selezionati e premiati da una giuria composta da editori, curatori di gallerie, agenti e fotografi. 20 le categorie a cui è possibile partecipare: ambiente, astratto, architettura, città, concettuale, cultura, moda, fine art, paesaggio, natura, nudo, persone, fotogiornalismo, foto-manipolazione, ritratto, sport, still life, street, viaggio, animali e natura selvaggia.
Le foto vincitrici delle varie categorie verranno raccolte nel prestigioso catalogo annuale.
Presentata la convenzione tra il Comune e il liceo artistico per creare una campagna di comunicazione dedicata al paese della Bassa parmense
Parma, 18 dicembre 2019. Il patrimonio artistico e storico di San Secondo Parmense raccontato grazie alle suggestive immagini elaborate dagli studenti del liceo artistico Paolo Toschi.
Si tratta della campagna di comunicazione articolata nella creazione di logo, locandine, manifesti e altri materiali che prenderà vita a partire dalla convenzione stipulata tra il Comune della Bassa e l'istituto artistico di Parma, un progetto le cui finalità sono la valorizzazione delle bellezze artistiche e architettoniche di San Secondo e allo stesso tempo la possibilità per gli allievi di mettere in pratica in un contesto di orientamento lavorativo quanto studiato e sperimentato all'interno dei laboratori scolastici.
“Con questo bel progetto si rinnova la disponibilità a mettere le competenze della scuola al servizio del territorio, come già avvenuto con altri comuni della Bassa – ha spiegato Roberto Pettenati, Dirigente scolastico del liceo artistico di Parma Paolo Toschi – L'interesse della scuola è infatti di porre gli studenti in una condizione reale, così che possano verificare le capacità e le competenze acquisite confrontandosi con le esigenze di una campagna promozionale: i ragazzi saranno infatti chiamati ad una ricerca storica che permetta loro di creare gli elaborati richiesti sulla base della conoscenza del patrimonio artistico”.
Al centro di questo progetto c’è la Rocca dei Rossi con i suoi diversi ambienti architettonici, come ad esempio la Sala delle Gesta rossiniane che racchiude dipinti e affreschi la cui ricchezza potrebbe generare decine di campagne pubblicitarie.
“L'intento è quello di far conoscere le tante bellezze artistiche del Comune coinvolgendo le giovani generazioni di creativi che frequentano il liceo artistico – è il commento della Vicesindaco di San Secondo Parmense, Ketty Pellegrini – Attraverso gli elaborati che verranno realizzati dai ragazzi vogliamo infatti dare visibilità e valorizzare il nostro territorio con un linguaggio moderno, in grado di destare interesse ad un pubblico più ampio possibile, considerando anche le svariate le iniziative che ci vedranno coinvolti all'interno del cartellone di eventi di Parma Capitale della Cultura 2020”.
Il progetto, coordinato dal professore di grafica del liceo Toschi Roberto Peroncini con la collaborazione della Responsabile del polo culturale di San Secondo, Elisa Bertuccioli, coinvolgerà le classi 4° e 5°B del dipartimento di Grafica.
“Contrariamente alla convinzione che alcune persone hanno, i ragazzi hanno molto rispetto nei confronti delle istituzioni e questa tipologia di attività ne è il segno” ha sottolineato il professor Peroncini, coordinatore del progetto, nel presentare la campagna pubblicitaria, che comprenderà il logo simbolo del patrimonio artistico di San Secondo, le immagini per la realizzazione delle locandine, i manifesti centrali, i poster, i totem, e le proposte per elaborati grafici con slogan per quotidiani e settimanali; il Comune di San Secondo Parmense fornirà all’Istituto artistico tutti gli elementi e le indicazioni necessarie alla corretta impostazione del lavoro, mettendo a disposizione un contributo economico per l'assegnazione di alcune borse di studio con cui premiare i progetti vincenti e inoltre per l’acquisizione del materiale funzionale all’immagine complessiva del progetto.
TELEPATIA e MATEMATICA da sabato 23 novembre - Diretto da Mariano Dammacco
EUROPA TEATRI. Prende il via sabato 23 novembre al Teatro Europa la prima parte del progetto speciale di formazione al teatro “Opera; dalla drammaturgia alla messa in scena” condotto da Mariano Dammacco, drammaturgo e regista della Piccola Compagnia Dammacco.
Il percorso prevede l'incontro con le tecniche base della scrittura drammaturgica e l'esercizio di composizione di una drammaturgia originale. «Ci occuperemo dell’arte del comporre affrontando qualsiasi genere, da quello tragico al comico - spiega Dammacco autore di spettacoli premiati a livello nazionale come “Sonia la rossa” Premio ETI/Scenario, “Amleto e la statale 16” Premio ETI/Vetrine, “Alma Rosè”, studio Premio ETI/Scenario, “Dialoghi con le piante” segnalato al Premio Ubu, “L’ultima notte di Antonio” Premio nazionale di drammaturgia - ho scelto di titolare il laboratorio “Telepatia e matematica” per alludere a due aspetti fondamentali del lavoro di chi scrive per la scena: la ricerca di contattare emotivamente lo spettatore, di fargli provare sentimenti, emozioni e pensieri di qualcun altro, dell’altro da sé, qualcosa di simile alla telepatia. Accanto a questo è necessaria la conoscenza e la frequentazione di regole quasi matematiche, delle tecniche proprie dell’arte della drammaturgia». All’appuntamento di sabato 23 novembre dalle 14 alle 20 seguiranno incontri il 14 dicembre; 11 gennaio 2020; 8 febbraio e 14 marzo. La seconda parte del progetto partirà ad aprile e prevede la messa in scena dei testi prodotti, sotto la guida condotto dell'attrice, regista e autrice Chiara Rubes.
In allegato: Foto ritratto di Mariano Dammacco
Un brano diverso dal solito, una voce intensa, un'interpretazione che lascia il segno accompagnata da un video originalissimo. Secisei, una canzone impossibile da dimenticare. Signore e signori, è con immenso piacere che vi presentiamo la cantante Cristina Fontanelli. A seguire il link per ascoltare la canzone su Youtube https://youtu.be/gesLGbvmNw0
Giudizio complessivo: 10
Di Nicola Comparato 22 novembre 2019 - intervista a Cristina Fontanelli
1) Ciao Cristina, grazie per essere qui. Parlaci un po' di te. In che modo ti sei avvicinata al panorama musicale?
Mi chiamo Cristina Fontanelli e sono nata a Venezia il 23 giugno 1993. La mia passione per la musica è nata quando ero bambina. Amavo cantare e addirittura inventare canzoni mentre mia mamma mi vestiva.
2) Interessante. Ma a che età hai avuto le tue prime esperienze musicali?
A 6 anni sono entrata a far parte dei Gospel Mini Singers a Venezia e da lì è iniziato il tutto. A 9 anni mi sono trasferita a Fornovo di Taro in provincia di Parma, e li ho iniziato a studiare canto moderno insieme a Michela Ollari. Ecco da lì posso dire di non avere mai smesso. Sono entrata nella banda del paese e successivamente ho frequentato il liceo
musicale Arrigo Boito a Parma, e tre anni fa mi sono laureata in canto jazz ad indirizzo popular sotto la guida di Rossana Casale.
3) Beh sei diventata una grande artista... Ma hai qualche segreto che riguarda la tua musica?
Una cosa che tengo un po' nascosta, ma che in realtà mi piacerebbe poter inserire nei miei brani futuri è l'utilizzo della tromba, visto che nel 2015 ho conseguito il diploma anche in questo bello e particolare strumento.
4) Fantastico. Ma se sei d'accordo, ora torniamo al presente. Com' è nata la tua canzone "Secisei"?
Il 20 Novembre è uscita finalmente Secisei. E' un piccolo traguardo ed una grande soddisfazione personale. E' una canzone nata in inglese il cui testo italiano è stato creato dal paroliere Nartico. E' una canzone che parla d'amore.. Di quell'amore che ti fa perdere la cognizione del tempo, che ti fa venire le farfalle nello stomaco e che ti fa dimenticare tutto il resto. L'amore che ognuno di noi dovrebbe vivere.
5) Il video che accompagna la canzone è una vera opera d'arte. Dove è stato girato?
Il videoclip l'ho girato tra Venezia e Burano, la mia città natale. Ho affidato questo lavoro ad un mio caro amico fotografo e videomaker Giacomo Bruno. Il suo occhio attento è riuscito ad immortalare scene molto carine che troverete all'interno del videclip. Un'altra figura fondamentale per la realizzazione del videoclip è stata quella del mio amico Alessandro Renno che ci ha gentilmente portato in giro per i canali veneziani con la sua barca e che ci ha fatto scoprire posti meravigliosi e nascosti di Venezia.
6) Hai già qualche nuovo progetto in mente?
Per il futuro ho già in programma di girare il video, nel nuovo anno, di un'altra canzone che ho registrato quest'estate e poi chissà....
7) Per finire, puoi fornirci qualche data dei tuoi prossimi eventi? Ciao e grazie.
Vi aspetto domenica 24 Novembre al Teatro Nuovo di Salsomaggiore Terme, insieme alle “Mine Vaganti”, in cui canterò in “Se mi ammazzi non vale”, bellissimo spettacolo sulla tematica del femminicidio e della violenza sulle donne.
Il 5 Dicembre invece al “Gulliver Pub” a Collecchio (Pr) insieme a Daniele Raciti. Infine il 7 Dicembre al teatro di Roccabianca per un'altra bellissima serata di “Se mi ammazzi non vale”.
Per info e contatti:
La pagina Facebook di Cristina Fontanelli
https://www.facebook.com/CriFontanelli/
(Foto di copertina scattata da Luca Codato/ Foto videoclip scattate da Giacomo Bruno)
Elegante e delicata, Paola Turci ha incantato il Teatro Regio di Parma con il suo spettacolo Viva da morire Live 2019.
Paola Turci debutta a metà degli anni ‘80 per l’etichetta IT di Vincenzo Micocci, discografico talent scout di cantautori come, tra i tanti, Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Rino Gaetano. Fu lui ad intravedere nella presenza e nella splendida voce da contralto di quella ragazza di Roma una cantautrice del futuro: Paola Turci aveva dalla sua grinta, talento e determinazione, qualità che non l’hanno del resto mai abbandonata.
Le foto di Francesca Bocchia)
A marzo prossimo a Roma a Palazzo Ferrajoli mostra antologica della madre e pittrice Welleda Tomasi Cantù.
Parma e New York in un dialogo - confronto con con-tenuti umanistici, forma visiva e concettuale in uno spazio che ritorna sacro. ANDREA CANTAGALLO PARMA UMBERTO SQUARCIA JR NEW YORK L'orizzonte degli eventi e' una mostra tra 2 artisti di Parma che ha l'obbiettivo di fare da ponte tra: Parma, citta' di origini antiche e New York, citta’ moderna; tra spazio espositivo storico (San Lu-dovico) ed opere contemporanee; tra un artista che lavora a Parma e uno che lavora a New York. Lo stesso concetto di ponte-collegamento del resto e’ insito in Parma 2020 che porta la sua cultura nel resto d'italia.
La esposizione e’ concepita come un dialogo tra due artisti che devono esporre in un'unica cornice scenica, instaurare una relazione tra le proprie opere e lo spazio, manifestando il proprio stile artistico ma allo stesso tempo devono trovare dei punti di incontro tra loro, in modo da creare unita', continuità ed equilibrio spaziale complessivo. L’obbiettivo non e’ semplice, date le tante componenti in gioco e data la particolarità dell’articolato spazio architettonico, suggestivo e scenografico (in una mostra personale l'artista ha totale controllo dello spazio espositivo e della installazione, e in una mostra collettiva i vari artisti installano in un loro microcosmo che non deve es-sere correlato con il resto dello spazio ne’ con il resto delle opera). Se osserviamo uno spazio vuoto, esso ci comunica che ha bisogno di riprendere vita. Una chiesa sconsacrata ci comunica che ha bisogno di un nuovo respiro sacro.
Andrea Cantagallo ed Umberto Squarcia Jr. si caricano sulle spalle l'impegno che ciò avvenga. Dialogando con lo scheletro architettonico della galleria, essi spezzano e ricuciono gli spazi lasciando che i vuoti vengano levigati dalle luci da teatro, mentre le opere saturano, attraverso forme anatomiche e sinuose, ciò che rimane, quasi fosse una grande stanza da arredare. Socchiudendo lo sguardo, si potrebbe intravedere la dimensione astratta del designer novecentesco, alla Munari. Ma riaprendoli si scorge il dramma di forme in lotta con la propria trappola. Tra i due artisti nasce un dialogo-confronto come una sorta di lotta tra soggetto e scenografia. Cosicché le diverse tematiche aprono un gioco a specchi concettuale tra le due installazioni. Mentre il lavoro di Squarcia è pregno di contenuti umanistici attuali, Cantagallo riconduce tutto ad una forma visiva, in cui il procedimento rimane aperto ed enigmatico. Lo spazio ora torna vivido e il senso sacro perduto ha di nuovo una testimonianza visiva.
ANDREA CANTAGALLO nasce a Parma nel 1970 La sua ricerca è rivolta da sempre verso la pittura gestuale ed espressionista. Tra i suoi punti di riferimento vi sono artisti quali: Francis Bacon, Willem De kooning, Mattia Moreni, Karel Appel, Robert Rauschenberg, Amsel Kiefer e Georg Baselitz. Negli ultimi anni, si è cimentato anche nelle installazioni, ispirandosi ad artisti come Gordon Matta-Clarck, Kurt Switters e Doris Salcedo. Tra le personali vi sono: Galleria Alphacentauri Parma 2003 Galleria del teatro 2005 Temporary station artbox 2009 Mentre tra le collettive: Punto 15, palazzo Pigorini 2008 "Preliminari per un reset con la natura" Pazzon 2012 Galleria Gaibazzi 2013 "Natura e Natura" Pazzon 2014 +39 338 841 0591 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. UMBERTO
SQUARCIA JR (USA, 1970) vive e lavora a New York. L’architettura e' una delle maggiori fonti di ispirazione per il suo processo creativo. Le sue realizzazioni sono spesso una reinterpretazione e rivisitazione di movimenti artistici dai classici ai contemporanei. La sua ricerca artistica sembra condurre al concetto della “natura come imitazione dell’arte” coesistente con quello della “arte come imitazione della natura”. Composizioni rivelatrici della profondità dell’animo umano e delle sue espressioni, vita e morte, tempo e spazio, gioia e sofferenza, "pervase da un misticismo simbolico e da intensa spiritualità" (S. Provinciali). Ha esposto a New York, Parma, Monaco, San Francisco, Roma, Auronzo. +1 917 930 7175 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. website: umbertosquarciajrart.wordpress.com instagram: umberto_squarcia_jr_art facebook: umbertosquarciajrart
(Foto di Francesca Bocchia)
Di Nicola Comparato - Sono nati nel 2003 a Reggio Emilia, ma i membri della "Banda" provengono anche da Carpi, Bologna e Parma, un vero e proprio progetto "Emiliano/Internazionale". Il loro nome é un tributo al fumetto satirico di Roberto Zamarin. Fin da subito i Bandabastarda uniscono il loro amore per la musica a messaggi di solidarietà, lavorando a stretto contatto con enti, associazioni e movimenti, creando un contesto multiculturale che diventa sempre più grande e che supera i confini musicali, arrivando a toccare realtà come quella del teatro, del documentario, del cortometraggio e dell’educazione.
Li abbiamo contattati dopo aver ascoltato il loro brano "Hevi (Amore Curdo), che proponiamo in questo articolo. Il gruppo è composto da:
Alessandro Caporossi (voce)
Matteo Cimini (batteria)
Riccardo Montipò (basso elettrico)
Antonio Marzili(sax/voce)
Generoso Pierascenzi (chitarre/voce)
Galileo Rigenerato (percussioni)
"Ciao. Per la canzone "Hevi", ci siamo ispirati ad una poesia di Hisam Allawi "Appuntamento durante la tregua", attivista curdo siriano che vive ora a Parma, inoltre grazie alla mediazione di Serkan Xozatli, portavoce di Rete Kurdistan Parma, abbiamo avuto il beneplacito del Presidente di Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus, associazione impegnata in prima fila negli aiuti umanitari (la stessa associazione con il quale collabora Zerocalcare). Le immagini del video sono opera di un manipolo di fotografi (Le Giraffe, associazione di documentazione sociale) che sono stati nel Kurdistan turco, al confine con la Siria. Il brano è presente nel nostro ultimo album "Pane e Musica" uscito quest'anno (tra i brani c'è un brano dedicato a Bruno Neri calciatore partigiano e uno dedicato al grande Maestro Ettore Scola). Alcune informazioni sull' impegno sociale: abbiamo suonato nei campi profughi Sharawi tra Algeria e Marocco, sempre tramite una ong in Albania all' interno di strutture per minori, al G7 in Germania, al decimo anniversario della morte di Federico Aldrovandi a Ferrara (abbiamo scritto una canzone insieme a Lino Aldrovandi, gran bella persona). A luglio abbiamo suonato a Casa Cervi, in occasione della pastasciutta antifascista. Negli anni abbiamo partecipato a diverse iniziative legate alla Memoria della Resistenza (anche un CD tutto centrato su episodi accaduti tra l'appennino modenese e reggiano "Esiste chi Resiste"). Tra le piccole curiosità che ci riguardano: Abbiamo composto l' inno per i mondiali antirazzisti "Rovesciala" e il disegnatore Mauro Biani ci ha dedicato una vignetta. In conclusione, i luoghi del Kurdistan turco che appaiono nel video sono:
VAN
HAKKARI
YUKSEKOVA
DIYARBAKIR"
Per saperne di più:
Il sito dei Gasparazzo Bandabastarda
Pagina Facebook Gasparazzo Bandabastarda
https://www.facebook.com/GasparazzoBand/
La canzone "Hevi (Amore Curdo)
Era il 2009 quando 3 guide turistiche di Parma si uniscono e creano Itinera Emilia, società cooperativa.
Per celebrare i 10 anni di attività le socie Elisabetta Ivaldi, Elisabetta Rastelli, Claudia Cattani, Amalda Ciani Cuka e Daniela Lanfredi hanno voluto fare un omaggio alla città che le ha viste crescere creando l’evento Parma passo a passo - 5 itinerari per raccontare diversi aspetti della città, visite guidate gratuite offerte alla cittadinanza.
Come ulteriore segno di ringraziamento la Cooperativa ha fatto una donazione per il restauro di San Francesco del Prato (1000,00€) nell’anno in cui tutta la città si sta mobilitando per questa grande opera di recupero.
I 5 itinerari sono confluiti nel piazzale davanti alla chiesa dove l’evento si è concluso con la distribuzione di un piccolo gadget per tutti i partecipanti e qualche foto a memoria del decimo compleanno di questa realtà tutta al femminile nel mondo del turismo parmense.
Parma 22 settembre 2019 - Ieri sera è stato inaugurato il "Verdi OFF" con una parata che dalle 18,00 si è imoltrata sino a tarda sera tra le vie del centro cittadino.
La "Verdi Street Parade" è stata una speciale anteprima del Festival Verdi 2019, coinvolgendo il pubblico in una festa in musica itinerante che partendo dal Teatro Regio di Parma ha raggiunto il cuore dell’Oltretorrente in Piazza Guido Picelli per tornare, attraversando Piazza della Pace in occasione della sua inaugurazione, Piazza Duomo dove la parata si è conclusa con uno spettacolo finale che ha avuto inizio intorno alle 22.30.
Protagonisti della serata, a cura di Giacomo Costantini e del Circo El Grito, 1300 tra attori, musicisti, cantanti, ballerini, circensi, bande, cori, performer, orchestre, che si alternano invadendo le strade, chiuse al traffico per l’occasione, con performance e concerti dedicati al Maestro e alle sue opere, reinterpretate attraverso i linguaggi più diversi e trasversali, dando vita a un grande spettacolo itinerante all’aperto.
(Foto di Francesca Bocchia)
Si è rinnovato il successo del musical firmato Riccardo Cocciante. Dopo Pesaro è toccato a Parma ospitare il Musical dei record prima di proseguire verso Verona, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Torino e Roma.
Parma 22 settembre 2019 - Uno spettacolo che, tra le conferme del cast, annovera l'emiliano Lorenzo Campani, nato a Reggio Emilia nel 1973, che si alterna con Giò di Tonno nella parte di Quasimodo e con Leonardo di Minno in quella di Clopin.
Ieri sera, al Parco della Cittadella, è andato in scena l'ultima serata della tappa parmense per la soddisfazione dei tanti spettatori presenti.
(Le foto di Francesca Bocchia)
Per approfondimenti: https://music.fanpage.it/notre-dame-de-paris-torna-il-musical-dei-record-di-cocciante-nel-cast-elhaida-dani-e-gio-di-tonno/
http://music.fanpage.it/
Cast Tour 2019
Quasimodo: Giò Di Tonno, Lorenzo Campani.
Esmeralda: Elhaida Dani, Federica Callori, Tania Tuccinardi.
Frollo: Vittorio Matteucci, Cristian Mini.
Gringoire: Matteo Setti, Riccardo Maccaferri.
Clopin: Leonardo Di Minno, Lorenzo Campani.
Febo: Graziano Galatone, Giacomo Salvietti.
E’ tornato a splendere il tesoro nascosto scoperto alcuni anni fa in una stanza al piano terra dell’ex Palazzo ducale di Reggio durante lavori di restauro e recupero della sede della Prefettura. Grazie a un contributo di 50.000 euro stanziato dalla Provincia di Reggio Emilia (proprietaria dell’ex Palazzo ducale, dal 1973 intitolato a Salvador Allende) è stato infatti completato un importante progetto di recupero di un affresco raffigurante la Beata Vergine della Ghiara, rinvenuto spostando alcuni scaffali durante un trasloco di uffici della Prefettura.
Sabato mattina scorso - proprio in occasione della Giarèda, la sentita sagra reggiana dedicata alla Madonna della Ghiara che quest’anno coincide con il 400esimo anniversario della traslazione dell’Immagine miracolosa e dell’apertura della Basilica - questo piccolo gioiello del Seicento è stato restituito alla città. Nel Chiostro Piccolo del Palazzo del Governo il prefetto Maria Forte ed il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, hanno illustrato ad autorità ed organi di informazione il lavoro svolto, insieme all’architetto Maria Cristina Costa, dello studio Costa-Lenzini, che ha coordinato i lavori eseguiti da un pool di restauratori formato da Andrea Cremaschi, Andrea Onsi e, per la parte edile, dall’impresa Franchini. Subito dopo, tantissimi reggiani hanno iniziato a visitare la Sala affrescata, che sarà aperta al pubblico attraverso visite guidate e il sabato, solo su prenotazione.
“Per la Provincia è stato davvero un immenso privilegio poter accompagnare questa importante ricorrenza della Ghiara, restituendo alla comunità, proprio nel momento simbolico migliore per la provincia e soprattutto la città di Reggio Emilia, l’importante affresco raffigurante la Beata Vergine ritrovato nei locali di Palazzo Ducale”, ha detto il presidente Giorgio Zanni ringraziando il prefetto Forte per la collaborazione e l’ospitalità e l’architetto Costa per il prezioso lavoro svolto. “Un dipinto di pregio, che la Provincia ha deciso di valorizzare destinando, con una scelta anche coraggiosa, parte dei fondi destinati alla manutenzione del patrimonio immobiliare, pur in un momento storico non semplice per questo ente, nella consapevolezza dell’importanza degli investimenti a favore della storia e della cultura del nostro territorio”, ha aggiunto Zanni.
Dopo il saluto del prefetto Maria Forte, l’architetto Maria Cristina Costa ha quindi illustrato il lavoro di restauro eseguito “su un dipinto su gesso particolarmente delicato”. “Siamo partiti da una crosta nera, con attenzione e grande cura abbiamo iniziato a ripulirlo, emozionandoci ed affezionandoci sempre più a questo bellissimo dipinto in cui trapela tutto lo spirito espresso da Lelio Orsi nel suo stupendo colloquio sacro tra madre e figlio”, ha detto. “Sull’attribuzione dell’opera, gli esperti non si sono ancora espressi, ma certamente la committenza era importante e importante potrebbe essere anche l’artista“, ha concluso l’architetto Costa augurando ai reggiani “di godersi questa Madonna ritrovata come ce la siamo goduta noi”.
Presenti alla inaugurazione anche il vescovo di Reggio Emilia e Guastalla, Massimo Camisasca, ed il sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Giammaria Manghi, di cui il presidente Zanni e il prefetto Forte hanno ricordato il ruolo fondamentale ricoperto in veste di allora presidente della Provincia nel reperire i fondi necessari al restauro. “In maniera lungimirante ha deciso di investire sulle opere culturali, in un periodo in cui questo sembra purtroppo essere quasi un peccato – ha sottolineato anche l’architetto Costa – Eppure questo magnifico Paese in cui basta grattare un muro per far saltar fuori un affresco o scavare in terra per trovare una moneta antica o tracce di insediamento, può primeggiare nell’era globalizzazione certo non nell’economia, ma proprio grazie ai nostri beni culturali, dagli archivi alle biblioteche, dalle architetture ai centri storici nei quali si invera la memoria”.
IL RITROVAMENTO
Il dipinto raffigurante la Beata Vergine della Ghiara è situato al piano terreno del corpo centrale del Palazzo del Governo (ex Palazzo Ducale) di Reggio Emilia, nella porzione di proprietà dell’Amministrazione Provinciale. Il locale che lo ospita è accessibile dal cortile d’onore, completamente porticato - dalla forte impronta barocca - progettato dall’architetto Pietro Armani nel 1786.
Per lunghi anni questa stanza è stata adibita a deposito e si è quindi ignorata la presenza dell’immagine sacra sino ai lavori di restauro e recupero del Palazzo del Governo condotti dall’architetto Maria Cristina Costa tra il 2003 ed il 2010. Rimuovendo le scaffalature che ingombravano il locale è emerso il dipinto, in stato di forte ammaloramento, in posizione dominante al centro di una parete.
I primi saggi di scopertura d’indagine hanno suggerito la presenza di elementi pittorici, da indagare, sull’intera parete ospitante la Madonna, mentre ne hanno escluso l’esistenza sulle restanti tre pareti (di cui quella frontale di recente realizzazione) e sulla complessa volta.
Sin dal ritrovamento è apparsa evidente l’importanza di un restauro del dipinto murale e la valorizzazione del suo ambiente, in modo da contribuire all’arricchimento del patrimonio storico artistico della città.
IL RESTAURO
Il restauro del dipinto inizia con una fase di scopertura, ampliando i primi saggi, procedendo gradualmente fino a far emergere un’inaspettata e ricca scenografia pittorica attorno all’immagine. Essa appare rispetto a quella della Madonna di epoca successiva. In questa fase dei lavori si scopre inoltre una cornice - che racchiude l’immagine sacra vera e propria - dal sapore tardo cinquecentesco, col suo architrave dalla falsa prospettiva ed i festoni laterali. Sulla cornice spicca in basso la data MDCLI ed in alto una scritta Quem Genuit Adoravit – come nell’immagine originale - a cui è collegato uno stemma nobiliare, purtroppo illeggibile.
Dalle analisi emerge che il dipinto non è un affresco bensì una realizzazione a tempere grasse a base di chiaro d’uovo su preparazione di gesso, quindi le tecniche utilizzate nel restauro sono molto delicate. Si procede con le fasi di stuccatura delle lacune, di sigillatura e di consolidamento degli intonaci mediante iniezioni di malte adesive a base di calce idraulica. La successiva pulitura avviene con impacchi o di pasta di carta caricata con bicarbonato d’ammonio o a base di sepiolite eseguiti per parti definite. Questi trattamenti vengono effettuati a partire dallo sfondo, scoprendo nuove forme (la montagna) e particolari (l’uccellino ai piedi della Madonna). Le figure principali sono trattate per ultime e con estrema cura, sia per gli incarnati che per i panneggi. Il passaggio finale consiste nella ricomposizione cromatica d’insieme del dipinto.
L’importante intervento effettuato è stato possibile per la collaborazione che si è instaurata tra il Prefetto di Reggio Emilia, Maria Forte, l’allora Presidente della Provincia, attuale Sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Giammaria Manghi – Palazzo Allende ha finanziato l’opera con cinquantamila euro – nonché la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. La collaborazione è proseguita con l’attuale Presidente della Provincia Giorgio Zanni ed ha portato alla inaugurazione di oggi. Lo staff tecnico ha fatto capo all’architetto Maria Cristina Costa dello Studio Costa-Lenzini e ai suoi collaboratori che hanno guidato l’intera operazione eseguita dalla ditta artigiana Franchini con i restauratori Andrea Cremaschi e Andrea Ons, con la consulenza di Sabino Giovannoni, già restauratore capo dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.