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Le campagne di scavo di quest'anno hanno portato alla luce una struttura ancora ben conservata, con segni di una lunga e stratificata frequentazione, e hanno permesso di documentare per la prima volta con fotografie e rilievi topografici i piloni di un ponte di età romana che collegava il promontorio su cui sorgeva l'antico centro abitato con la piana di Vrina

Un gruppo di studiosi dell'Università di Bologna ha messo a punto un sistema che si basa sulla collaborazione tra algoritmi di AI e l'esperienza degli archeologi: analizzando foto satellitari della pianura mesopotamica meridionale, il modello è in grado di fare previsioni corrette sulla presenza di potenziali siti di interesse archeologico con un'accuratezza dell'80%

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 Un corridoio all’interno della famosa Piramide di Cheope, la più grande tra le tre Piramidi di Giza al Cairo, potrebbe essere la via per raggiungere la misteriosa mummia, mai trovata fino ad ora.

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Gli archeologi hanno portato alla luce i resti di una strada risalente a sette mila anni fa, perfettamente conservata sotto diversi strati di fango marino, al largo della costa meridionale croata.

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Venerdì 27 e sabato 28 maggio visite accompagnate gratuite agli scavi
Sabato 28 laboratorio didattico per bambini

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Si è svolta stamani, venerdì 3 dicembre a Palazzo Farnese, la presentazione del ciclo di conferenze gratuite “Viaggio nel tempo con l’archeologia”, al quale prenderanno parte i direttori dei principali musei archeologici italiani.

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Un viaggio nei sotterranei di Piazza Garibaldi che Francesca Bocchia, accompagnata da Filippo Fontana che ringraziamo insieme a Francesco Garbasi di ArcheoVea per la preziosa collaborazione prestata, ha percorso raccogliendo una gallery fotografica  in esclusiva per la gazzettadellemilia.it. (Foto di Francesca Bocchia)

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E' prevista entro il 2019 l'apertura del museo archeologico di Noceto, ospitato dalla struttura polifunzionale del Centro Culturale Biagio Pelacani, dove verrà allocata la Vasca Votiva, il reperto dell'Età del Bronzo unanimemente definito dagli esperti "unicum " a livello europeo, rinvenuto in maniera incidentale nel 2004 durante alcune opere di scavo per urbanizzazioni.

A dare la certezza che Noceto finalmente potrà rendere visitabile il suo reperto è la notizia della aggiudicazione dei lavori di adeguamento delle opere murarie, impiantistiche e di rimontaggio della Vasca , avvenuta a seguito di una procedura di gara indetta dal Comune di Noceto e gestita tramite la centrale Unica di Committenza, che si è conclusa con l'affidamento alla ditta S.A.M. Carpenteria srl di Montella (Avellino) per l'importo contrattuale di Euro 310 mila Euro, con un ribasso del 18 per cento sulle somme poste a base d'asta.
L'aggiudicazione si inserisce nel progetto più generale dell'importo complessivo di Euro 770mila Euro, suddiviso in due distinti segmenti: il primo di 570mila Euro gestito dal Comune di Noceto che ricomprende appunto le opere strutturali ed impiantistiche di adeguamento dei locali, ed il secondo di 200mila Euro gestito dal Segretariato Regionale Ministero Beni Culturali relativo alle opere di allestimento museale con riferimento alle teche espositive ed agli arredi.

Particolarmente lunga ed articolata la fase di elaborazione del progetto, che ha previsto la sinergia di Enti diversi legati da uno stretto rapporto di partenariato con il Comune di Noceto, la Soprintendenza Archeologica ed il Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dell'Emilia Romagna.

Sta così finalmente per concludersi quel percorso ultradecennale che ha visto il Comune di Noceto con particolare riferimento al sindaco Fabio Fecci, lavorare con determinazione all'obiettivo di rendere visitabile questo eccezionale patrimonio archeologico, diventando così la cabina di regia di un progetto del valore complessivo di oltre 1.700mila Euro basato sulla sinergia di enti e soggetti altamente specializzati – l'Università degli Studi di Milano, la Soprintendenza Archeologica della Regione Emilia Romagna - e soprattutto il motore di quella ricerca di finanziamenti esterni che hanno visto la partecipazione del Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Emilia Romagna e della Fondazione Cariparma, indispensabili per portare alla luce il reperto, restaurarlo, ricomporlo e musealizzarlo.

<< Un progetto che ritengo importantissimo per il nostro Comune >> sottolinea il sindaco Fabio Fecci
<< che puntiamo possa inserire Noceto in una rete turistico – culturale di respiro internazionale. Abbiamo lavorato veramente tanto, impegnandoci nel ricercare ogni strada per ottenere i finanziamenti necessari, che sono arrivati, continuando in maniera sistematica nel monitorare ogni passaggio, incalzando per accelerare i tempi e soffrendo per i ritardi che purtroppo abbiamo dovuto subire. Sono convinto che in qualunque Stato ci sarebbero state "le corse" per aggiudicarsi la paternità di un ritrovamento di questo eccezionale valore, in realtà Noceto è stato nel tempo spesso lasciato solo a combattere una battaglia che comunque, alla fine, è stata vinta >>.

E che sarà un museo veramente molto suggestivo e concepito con criteri d'avanguardia da un team di architetti dalle esperienze maturate in contesti internazionali, già lo anticipano gli elaborati progettuali, basati sull'obiettivo di voler ricreare il fascino dello scavo che dalla terra ha fatto emergere la vasca, che verrà svelata solo alla fine del percorso museale, lungo il quale saranno collocati tutti gli oggetti in essa rinvenuti. Grande cura è stata inoltre posta nella scelta dei materiali e delle strutture espositive, che oltre a mostrare i reperti avranno anche contenuto didascalico, e saranno integrate da un percorso grafico narrativo costituito da testi, immagini, ricostruzioni e fotografie.

Ausili multimediali racconteranno l'Età del Bronzo con riferimento alla sua storia di terramare nei villaggi padani, sullo sfondo audio di suoni particolarmente evocativi per ricreare la voce della natura, per restituire un ambiente dall'impatto emotivo particolarmente forte e capace di emozionare il visitatore e renderlo parte attiva di una scoperta che ha il suo fascino anche nel lasciargli spazio per una personale chiave interpretativa.

Pubblicato in Archeologia Parma
Mercoledì, 08 Agosto 2018 11:49

Nuovi scavi in Castello per una storia più ricca

Il programma delle ricerche illustrato da Nicola Mancassola, docente dell'Università di Bologna, archeologo ed esperto medievista, che condurrà sempre l'iniziativa, della durata di due settimane

Toano. Lunedì (6 agosto) sono ripresi gli scavi archeologici alla pieve di Santa Maria in Castello, che avranno la durata di due settimane. "E' un'iniziativa di notevole importanza - rileva Vittorina Canovi, assessore alla cultura - che fa seguito alla campagna della scorsa estate, il cui successo ci ha spinti a proseguire in nuove ricerche sul campo per fare ulteriore luce sulla storia del nostro territorio, con particolare riferimento al castello scomparso e alla chiesa romanica che è giunta fino a noi, seppur tra tante vicissitudini, e che un tempo ne faceva parte".

La nuova indagine "sarà sempre condotta - continua l'assessore Canovi - dall'Università di Bologna, Dipartimento di storia culture civiltà, sotto la guida del professor Nicola Mancassola, archeologo ed esperto medievista, in accordo con Ufficio diocesano per i beni culturali, diretto da monsignor Tiziano Ghirelli e con la Parrocchia del capoluogo, nonché con il supporto e il finanziamento del Comune, della 'Antica fabriceria', di Panaria Group e di altri soggetti privati. Ringraziamo inoltre il Coro matildico Valdolo, che offrirà alloggio agli archeologi e ai volontari".

Il programma prevede "da un lato - spiega Nicola Mancassola - la prosecuzione dello scavo all'esterno dell'abside della pieve, con l'obiettivo di indagare le fasi medievali della chiesa e poter determinare, attraverso lo studio delle sepolture presenti in quell'area, il primo periodo di frequentazione del colle a scopi religiosi. Parallelamente si procederà nella valutazione del deposito archeologico in nuovi settori della sommità, in particolare nel grande spiazzo a nord dell'area perimetrale settentrionale del luogo di culto ed eventualmente nei pressi della facciata dello stesso. In tal modo sarà possibile avere un'idea di come fosse articolata quella porzione del castello, di cui allo stato attuale delle ricerche non si conosce nulla".

Sottolinea poi il docente universitario: "Una parte dei ricercatori procederà infine nel rilievo e nello studio analitico degli alzati della pieve, in modo da porre in evidenza le varie fasi costruttive, dall'età medievale a quella moderna, e definire così con precisione i settori ricostruiti dall'architetto Baldini a partire dal secondo dopoguerra quando la chiesa, in abbandono e fortemente danneggiata, venne restaurata e ripristinata nella forma attuale".

L'Amministrazione comunale "è grata al professor Mancassola, alla sua équipe e a tutti gli enti, associazioni e gruppi che, in vari modi e sotto diversi aspetti, contribuiscono alla nuova campagna archeologica - conclude Vittorina Canovi - con la certezza che emergeranno nuovi significativi elementi sul passato del toanese".

Il_professor_Nicola_Mancassola_responsabile_degli_scavi_archivio_fotografico_Redacon_1.jpgLassessore_Vittorina_Canovi_1.jpg

 

 

 

 

 

Gli scavi della scorsa estate verranno presentati mercoledi prossimo. L'intervento proseguirà quest'anno, dopo il successo della prima campagna archeologica, che ha svelato preziose informazioni sulla storia del fortilizio scomparso e della chiesa romanica

La_locandina_dellincontro_di_presentazione_di_mercoledi_prossimo_1.jpgToano, 28 aprile 2018. "Castellum de Toano cum plebe" è il titolo della serata in programma per mercoledì prossimo (2 maggio), nella corte del Castello, in cui saranno presentati i risultati degli scavi archeologici eseguiti nella scorsa estate.

"L'intervento ha confermato l'importanza di questo luogo - spiega il sindaco Vincenzo Volpi - che ha conservato nei secoli, seppur tra tante vicissitudini, la pieve di Santa Maria Assunta, attorno alla quale sorgeva però il fortilizio, ora scomparso, ma di cui l'indagine condotta dal Dipartimento di storia, culture e civiltà dell'Alma mater studiorum di Bologna ha rinvenuto significative testimonianze".

All'incontro, che avrà inizio alle 20.30, interverranno l'archeologo ed esperto medievalista Nicola Mancassola, docente dell'ateneo felsineo, che ha coordinato le ricerche, gli archeologi Iames Tirabassi, Mattia Cantatore e Federico Zoni, monsignor Tiziano Ghirelli, direttore dell'Ufficio diocesano per i beni culturali e l'assessore alla cultura, Vittorina Canovi, che sottolinea: "La campagna di agosto 2017 ha costituito un punto di svolta nella ricostruzione della storia del castello toanese, che risale al decimo secolo e di cui la chiesa faceva parte. Siamo molto soddisfatti dei risultati sin qui ottenuti, perché quanto è emerso è di notevole interesse storico".

Prosegue l'assessore Canovi: "Del castello è oggi visibile solo la base di una torre adattata a campanile, ma in quei giorni l'indagine archeologica ha invece portato alla luce un complesso murario ben conservato, oltre a precedenti strutture della pieve, come l'antica apside e diverse sepolture, e interessanti reperti che vanno dal dodicesimo al sedicesimo secolo, appartenenti a entrambe le aree esaminate. L'iniziativa diretta dall'Università bolognese è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione, oltre che della nostra Amministrazione, della Diocesi, della Parrocchia, della Pro loco del capoluogo, della cooperativa Tecton di Reggio e di altre realtà del tessuto economico e del volontariato locale".

Nell'occasione "sarà anche ufficialmente annunciata - concludono il primo cittadino e l'assessore alla cultura - la ripresa degli scavi nella prossima stagione estiva, con l'obiettivo di completare le ricerche e magari rendere visibili e fruibili a tutti, in modo permanente, alcuni dei ruderi scoperti. Ci sono poi molti altri aspetti da chiarire per fare ulteriore luce sul passato della pieve, una delle più suggestive chiese romaniche presenti in Appennino, cui siamo profondamente legati e che è parte costituente della nostra identità territoriale, e soprattutto sulle vicende del castello che un tempo la custodiva e proteggeva".

 

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