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L'ennesima campagna di controlli sulla regolarità dei contratti di locazione in zona GAD svolta dalle Fiamme Gialle ferraresi nel corrente mese di novembre ha visto l'esecuzione di controlli mirati svolti in una ventina di appartamenti situati sia all'interno del Grattacielo che nell'area di via Oroboni e strade limitrofe.

Tali controlli, svolti con la proficua e fattiva partecipazione di unità cinofile del Comando Provinciale di Ravenna e con la collaborazione di agenti del Corpo della Polizia Municipale ferrarese, hanno condotto:
- alla scoperta di sei appartamenti (uno di proprietà di un cittadino di nazionalità pachistana e gli altri di proprietà di cittadini ferraresi) tutti locati in nero a cittadini extracomunitari;
- all'individuazione di un appartamento di proprietà di un cittadino ferrarese, locato con contratto a una donna di nazionalità nigeriana, occupato da quattro prostitute nigeriane, due delle quali clandestine e una immediatamente destinataria di un decreto di espulsione emesso dalla locale Prefettura;
- alla scoperta di circa 1,5 etti di sostanza stupefacente marijuana occultata in una intercapedine del vano scala della Torre A del Grattacielo.

Per quanto riguarda i risultati nell'ambito dell'evasione immobiliare, la metodica attività delle Fiamme Gialle, nonostante le difficoltà connesse alla ricostruzione delle basi imponibili – difficoltà dovute all'impossibilità, nella maggior parte dei casi, di ricostruire i periodi di locazione in nero, irregolare o in sub-affitto - ha condotto nel corso degli ultimi 2 anni, nel contesto dell'esecuzione di circa 180 controlli, all'individuazione di redditi non dichiarati per ca. 300mila euro e all'erogazione di sanzioni pecuniarie complessive (soprattutto relative all'omessa registrazione dei contratti di locazione e all'omessa comunicazione di cessione di fabbricati) per ca. 200,00 euro.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Il coraggio della ragazza, che era stata "agganciata" in patria da una connazionale 29 enne, regolarmente residente a Modena, poi rivelatisi la sua aguzzina, ha consentito di trarre in arresto la sua "protettrice" e un 63 enne modenese, che fungeva da "accompagnatore". Dalla denuncia della giovane è emersa una storia di violenze e abusi.

Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi

MODENA – Una storia simile a tante altre, quella della ragazza nigeriana 21 enne che in patria è stata "agganciata" da una connazionale, regolarmente residente a Modena e con permesso di soggiorno per motivi di lavoro come badante, che l'ha attirata con la promessa di un futuro roseo in Italia e di un lavoro come parrucchiera. Il costo? 30 mila euro, che la 29 enne avrebbe anticipato alla connazionale. Denaro che la giovane avrebbe poi dovuto restituire con i proventi del suo lavoro. Come "garanzia", la 21 enne era stata sottoposta a un rito voodoo, molto vincolante in patria, e costretta a mangiare fegato crudo di gallina. A questo punto, insieme al denaro, le sono stati forniti documenti falsi, istruzioni e contatti per affrontare ogni singola tappa del viaggio alla volta dell'Italia, con la raccomandazione di dichiararsi sempre minorenne.

Per la giovane è quindi cominciata una vera e propria odissea, che l'ha prima portata a un viaggio estenuante nel deserto, fino in Libia, dove è stata portata in un centro di detenzione. Dopo un periodo di carcere, anche grazie ai contatti giusti, è stata liberata ed ha potuto imbarcarsi su una "carretta del mare" alla volta di Lampedusa dove, forte dei documenti falsi, è stata trasferita in un centro di accoglienza per minori. Da qui la ragazza avrebbe tentato la fuga, ma sarebbe rimasta ferita e in seguito trasportata all'ospedale di Agrigento per le cure del caso. Aiutata da un contatto locale, sarebbe infine riuscita a fuggire dal nosocomio e facendo tappa prima a Napoli, poi a Bologna, sarebbe infine giunta a Modena, dove l'attendeva la connazionale 29 enne.

Qui, però, lo scenario non è quello che la ragazza si aspettava. Nessun lavoro da parrucchiera, ma la prospettiva di un futuro sulla strada a vendere il suo corpo. La giovane viene rinchiusa in una casa insieme a un'altra sfortunata e avviata alla prostituzione. Quella che si rivela essere la sua aguzzina le fornisce vestiti succinti, tariffario delle prestazioni e anticoncezionali. Per due mesi, ogni notte la giovane viene accompagnata "sul luogo di lavoro", tra la Bruciata e la zona industriale di Modena Nord, da un 63 enne modenese, che riceve in cambio dalla "matrona" qualche spicciolo e pagamenti "in natura".

L'incubo della ragazza avrebbe potuto durare anni, ma è qui che il finale cambia, grazie al coraggio della giovane e al supporto di un fidanzato rimasto in Nigeria. Dopo essere stata picchiata e aver subito vessazioni, la giovane non ce la fa più e approfitta di un litigio in strada con la sua protettrice per chiamare la Polizia e raccontare quello che stava subendo. Dalla denuncia della 21 enne sono quindi partite le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena, nella persona del Sostituto Procuratore Dott. Imperato che hanno portato all'arresto della 29 nigeriana, detenuta presso la casa Circondariale di Modena, e del 63 enne "tassista", a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari. La coraggiosa 21 enne è invece stata affidata alle cure di un Centro Antiviolenza.

Soddisfatto della buona riuscita dell'operazione il nuovo questore di Modena Filippo Santarelli, che dopo essersi complimentato con gli investigatori ha sottolineato l'importanza di denunciare ogni tipo di abuso.

Pubblicato in Cronaca Modena

Sono stati arrestati alle prime luci di questa mattina, dagli uomini della II Sezione della Squadra Mobile, due soggetti ritenuti responsabili di sfruttamento della prostituzione: si tratta di T.S. nigeriana di ani 29, in regola con le norme sul soggiorno e di M.Z. un italiano di 63 anni, entrambi residenti a Modena, responsabili, in concorso, di sfruttamento della prostituzione e di ingresso illegale sul territorio nazionale di giovani donne destinate alla prostituzione su strada.

Le indagini, durate diverse mesi, hanno fatto luce su una situazione di violenze e vessazioni. I due riuscivano a far entrare attraverso la rotta libica le giovani donne per poi indurle alla prostituzione con riti di magia nera, sulla piazze di Modena, ma non solo. Il riscatto che le donne erano costrette a pagare, in taluni casi, era di 30.000,00 euro.

Dopo l'arresto e le formalità di rito, la donna è stata associata presso la casa Circondariale di Modena mentre l'italiano è stato sottoposto agli arresti domiciliari, entrambi disposizione dell'A.G..

Le attività d'indagine sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena - nella persona del dott. Imperato Sostituto Procuratore della Repubblica - mentre i provvedimenti restrittivi sono stati emessi dall'Ufficio GIP del Tribunale di Modena.

Pubblicato in Cronaca Modena
Giovedì, 21 Settembre 2017 17:14

Centro massaggi "particolari". Denunciata la titolare

Una donna, secondo le indagini condotte dai carabinieri di Sassuolo, é stata denunciata per favoreggiamento della prostituzione. Oltre al tradizionale massaggio la trentaseinne, titolare di un centro di massaggi cinese, effettuava altre prestazioni di natura sessuale.

Sassuolo, 21 settembre 2017 - Dopo una serie di appostamenti e aver ascoltato testimnianze di alcuni clienti, i carabinieri formalizzavano l'accusa. Le prestazioni "extra", effettuata dalla signora e da alcune altre donne sempre cinesi, erano pagate tra gli 80 e i cento euro, all'interno dei locali posti in via Braida.

 

Pubblicato in Cronaca Modena
Giovedì, 21 Settembre 2017 17:02

Prostitute rapinate durante la notte

Alle 00.45 della trascorsa notte il 113 riceveva una telefonata da parte di un appartenente al servizio "unità di strada anti-tratta" che riferiva che diverse prostitute erano state rapinate, in Via Emilia Ovest.

Gli agenti della volante riuscivano ad identificare una delle vittime la quale riferiva di essere stata avvicinata da due giovani che le chiedevano informazioni. Immediatamente dopo, uno dei due, molto probabilmente straniero, le mostrava una placca metallica simile a quelle in uso agli appartenenti alle forze di Polizia e, qualificandosi come poliziotto, le chiedeva i documenti della donna. Approfittando del momento in cui la donna apriva la borsa per mostrare quanto richiestole, uno degli individui la colpiva con un pugno al volto strappandole la borsa dalla mani per poi darsi alla fuga unitamente al complice.

La richiedente dell'intervento riferiva di aver contattato altre 4 prostitute rapinate durante la sera con le stesse modalità, verosimilmente dagli stessi individui che, in una occasione, venivano indicati come in numero di tre e fuggiti a bordo di utilitaria di colore scuro.

Le pattuglie, apprese le descrizioni dei rapinatori, effettuavano le ricerche senza riuscire a rintracciarli.

Pubblicato in Cronaca Parma

Bologna – Wuppertal, 24 agosto 2017 – Arrestata in Germania dalla Polizia tedesca una delle nigeriane coinvolte nell'operazione "Falsa speranza".
La Polizia tedesca ha eseguito un mandato di arresto europeo nei confronti di una ventisettenne nigeriana, destinataria del provvedimento emesso a seguito dell'operazione "Falsa speranza", un'indagine dei Carabinieri della Compagnia Bologna Centro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, tesa a smantellare un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione 

In attesa dell'estradizione, la donna, individuata a Wuppertal (una città extra circondariale tedesca situata nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia), su indicazione degli stessi Carabinieri di Bologna, è stata rinchiusa in carcere.

Bologna, 25 luglio 2017 – Alimentavano tratta di giovani nigeriane per sfruttarle: "Operazione falsa speranza" smantellata dai Carabinieri della Compagnia Bologna Centro un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
Un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione ed all'ingresso illegale sul territorio nazionale, avente base operativa a Bologna e composta da 11 soggetti nigeriani, è il risultato dell' "Operazione Falsa Speranza" del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro che questa notte ha eseguito un "Fermo di indiziato di delitto" nei confronti di tutti gli appartenenti all'agguerrito sodalizio criminale, interessando le Procure di Bologna, Modena, Bolzano e Crotone.

Il gruppo criminale investigato, cui vengono contestati numerosi reati ed interamente composto da nigeriani, aveva nel tempo creato un fiorente mercato degli schiavi in danno di ragazze nigeriane, minorenni e non, che venivano attirate in Italia attraverso la falsa speranza di un futuro migliore, salvo poi, attraverso ripetute violenze e minacce trovarsi ad essere sfruttate per esercitare il meretricio in varie città italiane ed estere. L'indagine è stata avviata nel luglio del 2016, a seguito della denuncia di una giovane donna nigeriana la quale, ingannata in patria da colei che è poi emerso essere la promotrice dell'organizzazione criminale investigata, giunta in Italia con la promessa di trovare una vita migliore, al rifiuto di esercitare il meretricio, era stata violentata da alcuni. Le violenze subite avevano cagionato alla giovane lesioni permanenti agli organi genitali, determinando l'asportazione di parte degli stessi, e la contrazione del virus del HIV.
L'attività investigativa dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Bologna, ha portato all'individuazione di un'organizzazione criminale dedita ai trasferimenti clandestini di giovani donne africane che una volta giunte in Italia venivano obbligate con violenza a prostituirsi per ricomprarsi la libertà.
20170824-cartina-NigeriaAll'interno dell'associazione al cui vertice vi era una donna, trentottenne nigeriana, residente a Bologna, vi era una netta ripartizione dei ruoli tra coloro i quali erano deputati all'individuazione in Nigeria delle potenziali vittime, all'organizzazione del viaggio in Italia via Libia, alla fuga dai centri di accoglienza fino al trasferimento a Bologna nonché sodali deputati all'attività contabile ed alle "punizioni" delle vittime in caso di resistenze a vendere il proprio corpo per ripagare il debito contratto. A supporto dell'organizzazione una struttura presente nel continente africano per alimentare il flusso delle nuove schiave. Le illecite finalità procuravano ingenti guadagni all'associazione criminale, proventi che venivano reinvestiti nell'acquisto di nuove schiave ed in parte illecitamente reintrodotti nelle nazioni di origine.
Cattura


LEGENDA: 1) Nigeria – Benin City 2) Niger – Agadez 3) Libia – Sabha 4) Libia – Tripoli 5) Italia
Percorso totale di circa 6500 km
Le indagini hanno consentito altresì di dimostrare che la donna a capo dell'associazione oltre ad occuparsi di prostituzione, era una sorta di autorità parallela nella comunità nigeriana bolognese, a cui rivolgersi per entrare clandestinamente in Italia.
Verosimili attriti nella gestione delle illecite attività condotte, aveva portato il gruppo a dividersi in un'ulteriore cellula criminale dedita agli stessi traffici e gestita da un'altra nigeriana che si avvaleva a seconda delle necessità dell'associazione madre.

In sintesi, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro hanno scoperto un vero e proprio racket milionario della tratta di esseri umani destinati alla prostituzione, i cui proventi illeciti permettevano di alimentare il circolo vizioso della sottomissione e della violenza. L'importo del debito contratto, incrementato a dismisura rispetto a quanto realmente investito, è compreso tra i 40.000 e i 70.000 euro. L'estinzione dello stesso, garantito da ancestrali e temutissimi rituali di vuduismo, poteva richiedere anche parecchi anni, dipendendo dall'esercizio dell'attività di meretricio per decine di ore al giorno, spesso condotta anche senza protezioni. Ad attendere le donne sfruttate, dopo ore da incubo a prostituirsi vi erano alloggi disumani che condividevano nel cuore di Bologna.
La fase esecutiva ha determinato l'esecuzione di n. 11 fermi d'iniziativa a carico di altrettanti soggetti. Le operazioni di Polizia giudiziaria hanno coinvolto n. 4 Procure della Repubblica:
- Bologna (n. 8 fermi eseguiti – disposte n. 4 custodie cautelare in carcere/3 arresti domiciliari);
- Modena (n. 1 fermo eseguito – n. 1 convalidato – disposta n. 1 custodia cautelare in carcere)
- Crotone (n. 1 fermo eseguito – n. 1 convalidato – disposta n. 1 custodia cautelare in carcere)
- Bolzano (misura cautelare della custodia cautelare in carcere disposta da parte del G.I.P. di Bologna).
Attualmente localizzate e tratte in salvo n. 6 giovani malcapitate vittime di tratta e/o attualmente sfruttate.
Attività di perquisizione, condotte su Bologna – Modena – Crotone – Bolzano - Cesena – Torino, hanno determinato il sequestro di circa 15.000 euro, di denaro contante nigeriano ed inglese, nonché di documentazione di interesse.
All: Foto conferenza stampa – Comando Provinciale Carabinieri Bologna.

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Marzabotto, 24 agosto 2017 – Ladri e ricettatori: coppia di coniugi denunciati dai Carabinieri.
I Carabinieri della Stazione di Marzabotto hanno denunciato una coppia di coniugi bolognesi, trentasettenni, per tentato furto aggravato e ricettazione in concorso. I due soggetti sono stati identificati durante un servizio di controllo finalizzato al contrasto dei reati predatori che i militari stavano effettuando in via dell'Industria, nei pressi dell'officina "Felci Gomme". All'arrivo dei Carabinieri, la coppia si trovava all'interno dell'azienda e stava caricando dei cerchi per auto nel vano di carico di un furgone in uso agli stessi. Dopo aver escluso che i due stessero lavorando onestamente, i militari hanno scoperto che si trattava di una coppia di ladri professionisti con precedenti di polizia per reati specifici. La donna era stata arrestata il 21 febbraio 2015 dai Carabinieri di Zola Predosa mentre stava rubando assieme al figlio di 8 anni (v. comunicato stampa del 23 febbraio 2015 – all'epoca trentacinquenne). I cerchi per auto, asportati da uno scaffale dell'azienda, sono stati restituiti al legittimo proprietario, mentre all'interno del furgone sono stati rinvenuti una trentina di kg di oggetti in rame ed ottone, la cui provenienza è sospetta.
Zola Predosa, 23 febbraio 2015 – A 8 anni aiuta la madre a rubare. Trentacinquenne arrestata dai Carabinieri.
I Carabinieri della Stazione di Zola Predosa hanno arrestato una 35enne di Bologna per furto aggravato in concorso. Alle ore 19:00 di sabato, la Centrale Operativa del 112 ha ricevuto la segnalazione di un furto in atto all'interno dell'isola ecologica, per la raccolta differenziata dei rifiuti, situata in via Roma. Giunti sul posto, i militari hanno visto tre persone e un bambino allontanarsi da un mucchio di materiale elettrico accatastato all'esterno dell'isola ecologica e scappare in direzione dei campi. Dopo una decina di minuti, fallito il tentativo di rintracciare i soggetti, i Carabinieri sono tornati sulla scena del delitto e hanno trovato la 35enne che, aiutata dal figlio di 8 anni, era tornata sul posto per caricare la refurtiva nel furgone: due scatole di cartone contenenti 100 sacchi di immondizia nuovi e del materiale elettrico. Come disposto dall'Autorità Giudiziaria, la donna, gravata da numerosi precedenti di polizia, è stata accompagnata a casa unitamente al figlio, in attesa di essere tradotta in Tribunale per l'udienza di convalida dell'arresto prevista per questa mattina.

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Castel San Pietro Terme, 24 agosto 2017 – Fumare fa male: sei giovani segnalati alla Prefettura per droga.
I Carabinieri della Compagnia di Imola, durante un servizio antidroga eseguito per le strade di Castel di San Pietro Terme, hanno segnalato sei giovani alla Prefettura di Bologna per detenzione per uso personale di stupefacenti, perché trovati in possesso di alcuni grammi tra hashish e marijuana. Si tratta di un illecito di tipo amministrativo, quello che i militari hanno contestato ai ragazzi, in particolare a quattro di loro, perché nei confronti degli altri due, essendo minorenni, è stato necessario l'intervento dei genitori. La droga è stata sequestrata dai Carabinieri.
Di seguito, una nota informativa dei Carabinieri di Imola, in particolare rivolta ai giovani, sulle conseguenze provocate dall'uso delle sostanze stupefacenti:
Violazioni amministrative
Nel corso dei vari controlli antidroga si è chiaramente percepito che i giovani controllati, oltre ad ignorare gli effetti dannosi per la loro salute, solitamente non hanno neanche cognizione delle sanzioni amministrative conseguenti all'uso personale di sostanze stupefacenti. Il Testo unico sulla droga (D.Lgv.309/1990) prevede: "Chi, per uso personale, acquista, possiede riceve o comunque detiene stupefacenti è sottoposto, per un periodo da un mese ad un anno, secondo la tipologia dello stupefacente, alla sospensione della patente di guida o del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o al divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni; alla sospensione della licenza di porto d'armi o divieto di conseguirla; sospensione del passaporto e di ogni altro documento equipollente o divieto di conseguirli; sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se cittadino extracomunitario. Le sanzioni sono cumulabili tra loro.
Inoltre, qualora ricorrano i presupposti, il Prefetto invita la persona trovata in possesso di stupefacenti a seguire appositi programmi terapeutici e socio-riabilitativi.
Se l'interessato è persona minore di età, il Prefetto, qualora ciò non contrasti con le esigenze educative, convoca i genitori o chi ne esercita la potestà, li rende edotti delle circostanze di fatto e dà loro notizia circa le strutture per i programmi terapeutici. Se è straniero il questore ne tiene conto per le valutazioni di competenza in sede di rinnovo del permesso di soggiorno.
Particolare tenuità
Solo nei casi di particolare tenuità della violazione ed in presenza di elementi tali da far presumere che la persona si asterrà, per il futuro, dal commettere nuovamente la violazione, in luogo della sanzione, e limitatamente alla prima volta, il Prefetto può definire il procedimento con il formale invito a non fare più uso delle sostanze stesse, avvertendo il soggetto delle conseguenze a suo danno.
Disponibilità dei veicoli a motore
Ove, al momento dell'accertamento, la persona trovata in possesso di stupefacente per uso personale abbia la diretta e immediata disponibilità di veicoli a motore (quindi, anche nel caso in cui non sta guidando ed il mezzo è parcheggiato), gli organi di polizia procedono altresì all'immediato ritiro della patente di guida. Qualora la disponibilità sia riferita ad un ciclomotore, gli organi accertatori ritirano anche il certificato di idoneità tecnica, sottoponendo il veicolo a fermo amministrativo. Il ritiro della patente di guida, nonché del certificato di idoneità tecnica e il fermo amministrativo del ciclomotore hanno durata di giorni trenta.
Potenziale pericolo per la sicurezza pubblica
Inoltre "qualora in relazione alle modalità od alle circostanze dell'uso" si ritenga che dall'uso personale "possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica", qualora l'interessato risulti già condannato, anche non definitivamente, per reati contro la persona, contro il patrimonio, per fatti inerenti gli stupefacenti o per violazione alle norme sulla circolazione stradale, può essere inoltre sottoposto ad una o più delle seguenti misure (per una durata massima di due anni):
- obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana presso il locale ufficio della Polizia di Stato o presso il comando dell'Arma dei carabinieri territorialmente competente;

- obbligo di rientrare nella propria abitazione, o in altro luogo di privata dimora, entro una determinata ora e di non uscirne prima di altra ora prefissata;

- divieto di frequentare determinati locali pubblici;

- divieto di allontanarsi dal comune di residenza;

- obbligo di comparire in un ufficio o comando di polizia specificamente indicato, negli orari di entrata ed uscita dagli istituti scolastici;

- divieto di condurre qualsiasi veicolo a motore (questa per una durata massima di anni quattro).

Pubblicato in Cronaca Emilia
Sabato, 05 Agosto 2017 15:17

Identificate 16 prostitute nigeriane

Controlli anti prostituzione. Identificate 16 prostitute nigeriane: 4 irregolari e 10 con richiesta di asilo politico. 

Parma. Ieri sera sono scattati controlli in diverse zone della città al fine di combattere il dilagante fenomeno della prostituzione.

Il servizio di controllo ha interessato le principali aree di prostituzione nel centro urbano e nello specifico: via Reggio, via dei Mercati, viale Piacenza, via Emilia Ovest.

Nel corso del servizio sono state intercettate 16 prostitute di origine nigeriane le quali, prive di validi documenti di identità al seguito, sono state accompagnate in Questura per essere identificate. Al termine degli accertamenti si accertava che 8 di loro avevano un permesso di soggiorno per attesa asilo politico, 2 avevano ricevuto il diniego del riconoscimento dello status di rifugiato e sono in attesa del pronunciamento sul loro ricorso, mentre 2 risultavano avere un permesso di soggiorno per lavoro subordinato.

4 nigeriane sono risultate invece irregolari sul territorio nazionale e, per tale motivo, nei loro confronti è stato emesso e notificato Decreto di Espulsione prefettizio: due di loro sono state accompagnate presso il CIE di Ponte Galeria per procedere all'accompagnamento coattivo nel paese di provenienza, mentre per due di loro è stato emesso l'Ordine del Questore di abbandonare il territorio nazionale.
L'operazione di Polizia, che si è protratto per tutta la notte ha visto la partecipazione del personale della Questura di Parma e della Polizia Municipale di Parma con l'ausilio delle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia e del Reparto Mobile di Bologna.

Parma, 3 agosto 2017

Pubblicato in Cronaca Parma

"Operazione Nonno" conclusa all'alba di questa mattina l'importante operazione della Polizia di Stato di contrasto allo sfruttamento della prostituzione: 15 provvedimenti restrittivi nei confronti di soggetti di origine albanese, romena e italiana.

Modena, 30 novembre 2016

Dalle prime ore di questa mattina è incorso un'importante operazione della Squadra Mobile di Modena, che ha dato esecuzione, su provvedimento dal GIP del Tribunale di Modena Eleonora De Marco a 15 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti soggetti di origine albanese, romena e italiana dediti allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione esercitata per le strade di Modena.

Le indagini, coordinate dal Pubblico Ministero Claudia Natalini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, avviate nel 2015 dalla II Sezione della Squadra Mobile hanno portato alla luce un gruppo criminale di nazionalità romena e albanese radicato sul territorio della provincia di Modena che ha monopolizzato la zona "Tempio" della città costringendo le giovani donne a prostituirsi con numerosi clienti che giungevano anche da altre province. Il pressante fenomeno aveva da tempo prodotto l'insorgere dei residenti dell'intero quartiere protagonisti anche di proteste eclatanti. Lo sfruttamento della prostituzione, negli ultimi mesi, si era spostato anche zona Nord della città, raggiungendo la via Emilia Ovest fino ad arrivare a Cittanova.

Soprattutto nei fine settimana si registravano le maggiori attività di sfruttamento delle donne, in prevalenza dell'est Europa, che offrivano le prestazioni sessuali a prezzi estremamente bassi. La Misura Cautelare della custodia in carcere è stata eseguita nei confronti di tre albanesi. Altri tre, sempre di origine albanese sono stati sottoposti invece alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Sottoposti alla misura dell'obbligo o divieto di dimora altre sei persone di cui tre italiani tutti responsabili, in concorso, del reato di sfruttamento e\o favoreggiamento della prostituzione.

Sono attualmente in corso ulteriori attività di ricerca di 2 cittadini di origine balcanica destinatari di analoga misura di divieto di dimora in Modena.

Pubblicato in Cronaca Modena

Attività antiprostituzione disposta dal Questore Fassari. I controlli hanno interessato la zona Tempio, via Emilia Ovest, via Monte Kosica, zone notoriamente frequentate dalle prostitute.Si è svolta nella giornata di ieri un'attività di contrasto al fenomeno della prostituzione su strada e dei reati ad essa connessi.

Modena, 19 luglio 2016 

Il Questore Fassari, a seguito di quanto concordato in seguito di riunione di coordinamento Forze di polizia, ha emanato un'ordinanza con cui ha disposto servizi che hanno interessato la zona Tempio, via Emilia Ovest, via Monte Kosica, zone notoriamente frequentate dalle prostitute. L'ordinanza ha interessato anche l'Arma dei Carabinieri e la Polizia Municipale per analoghi servizi.

Al termine delle attività sono state identificate complessivamente 65 persone: nove prostitute sono state accompagnate in Questura, 6 provvedimenti di divieto di ritorno, per anni 3, nella città di Modena, adottati dal Questore; una prostituta denunciata per violazione del provvedimento di ritorno ed un albanese indagato per evasione. Le donne accompagnate sono risultate di nazionalità romena, albanese e nigeriana e tutte di giovane età.

La Polizia di Stato nei controlli ha espresso 6 equipaggi per complessivi 17 uomini e le attività hanno visto anche il concorso del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia.

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Sembrava una normale prestazione a pagamento, invece, al momento del saldo, il cliente ha estratto un coltello a serramanico e nella colluttazione la vittima è stata ferita a una mano.

Di Manuela Fiorini

Modena, 14 marzo 2016

Sembrava una normale "prestazione" da saldarsi alla fine del rapporto. Invece, il cliente, al momento di pagare, anziché il portafoglio ha estratto un coltello a serramanico.
E' accaduto ieri sera a Modena, nelle vicinanze di Stradello Sant'Anna, una delle mete preferite di chi cerca sesso a pagamento. Il transessuale era stato abbordato in viale Montecuccoli, nella zona dietro allo stadio Braglia, ma dopo aver consumato il rapporto, è stato il cliente a pretendere i soldi, tutti quelli guadagnati dalla vittima.
Alla vista del coltello, il transessuale avrebbe reagito e ne sarebbe nata una colluttazione, durante la quale la vittima della rapina si è ferita seriamente a una mano, probabilmente nel tentativo di parare un fendente o di disarmare il rapinatore. Alla vista del sangue, quest'ultimo si sarebbe spaventato e avrebbe scaraventato la vittima fuori dall'auto, ripartendo a tutto gas.
A quel punto, al transessuale non è rimasto altro che telefonare alle Forze dell'Ordine ed è stata inviata sul posto un'ambulanza del 118. La vittima è stata ricoverata al Policlinico dove gli è stata riscontrata una profonda ferita con danneggiamento di un tendine.

Pubblicato in Cronaca Modena
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