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Nell'ambito di un'ampia azione investigativa delle Fiamme Gialle piacentine, finalizzata al contrasto del lavoro nero e irregolare, i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Castel San Giovanni hanno effettuato un intervento nei confronti di una società, operante nel settore della ristorazione, ubicata in Val Tidone.

Nel corso dell'attività ispettiva, oltre ai due soci, sono state identificate ulteriori sei persone intente al lavoro, cinque delle quali risultate completamente "in nero", poiché non vincolate da alcun tipo di rapporto contrattuale né da alcuna comunicazione preventiva al centro per l'impiego.

Conseguentemente, è stata avviata la procedura per l'irrogazione della maxi-sanzione, che va da un minimo di € 1.500,00 ad un massimo di € 9.000,00, per ogni lavoratore "in nero", ai sensi della normativa di settore, da ultimo modificata dal D.Lgs n.151/2015. Poiché i 5 lavoratori non riportati nelle scritture o altra documentazione obbligatoria, sono risultati superiori al 20% del totale degli occupati presenti sul luogo di lavoro il giorno dell'intervento, è stato interessato l'Ispettorato Nazionale del Lavoro competente all'emissione del provvedimento sospensivo dell'attività previsto dall'art.14 del D.Lgs n.81/2008.

All'esito del controllo l'imprenditore ispezionato ha avviato le procedure di regolarizzazione delle posizioni lavorative, provvedendo ad assumere tutti e cinque i dipendenti in precedenza irregolari.

L'attività ispettiva intrapresa si inquadra nei compiti di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza a tutela sia dei lavoratori, il cui impiego irregolare non garantisce alcun diritto lavorativo e previdenziale, sia degli altri esercenti del settore che operano correttamente sul mercato e che si trovano a confrontarsi con una concorrenza sleale.

Piacenza 20 febbraio 2018 

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Nei giorni scorsi i Finanzieri del Comando Provinciale di Bologna, nell'ambito delle ordinarie attività di controllo economico del territorio, hanno scoperto 24 lavoratori "in nero", impiegati all'interno di un'associazione sportiva dilettantistica di Imola che si occupa dell'organizzazione di eventi sportivi e del noleggio degli impianti.

In particolare, in sede di accesso, le fiamme gialle della locale Compagnia hanno rilevato come tale personale (molti dei quali in posizione irregolare da anni) venisse utilizzato con diverse mansioni quali barista, addetto alla manutenzione dei campi sportivi o ai servizi di pulizia.

Ai responsabili dell'associazione sono state contestate le sanzioni previste in materia giuslavoristica tra cui l'applicazione della c.d. "Maxi-sanzione per lavoro nero" che viene comminata "a scaglioni", in relazione alla durata del rapporto irregolare di lavoro.

Nello specifico, complessivamente, le sanzioni irrogabili dal competente Ispettorato del Lavoro potranno andare da un minimo di 127 mila euro ad un massimo di 765 mila.

Tenuto conto della grave situazione di irregolarità constatata i finanzieri imolesi effettueranno altresì i necessari approfondimenti per verificare che l'associazione sportiva dilettantistica disponga, in concreto, dei requisiti previsti dalla legge per poter usufruire dei benefici di carattere fiscale riservati dalla specifica normativa di settore.

L'operazione costituisce un'ulteriore testimonianza del costante presidio del Corpo a tutela della Legalità socio-economica ed, in particolare, del lavoro la cui difesa passa anche dalla lotta dei fenomeni di sfruttamento della manodopera.

Pubblicato in Lavoro Emilia

Continua senza sosta l'attività della Guardia di Finanza di Modena a contrasto del "lavoro nero" e dello sfruttamento dell'immigrazione clandestina.

Modena 17 novembre 2017 - Attraverso il monitoraggio di anomali movimenti di merce e di persone effettuato nell'ambito del "Dispositivo Permanente di contrasto ai Traffici Illeciti" realizzato dalle Fiamme Gialle in ambito provinciale, nei giorni scorsi è stato individuato dai Finanzieri della Compagnia di Carpi un magazzino a Bomporto, sede di un'unità locale di una società cooperativa al cui interno erano dediti a lavorare, con modalità sospette, diversi operatori.

Una volta entrate, le Fiamme Gialle carpigiane hanno identificato complessivamente 15 soggetti intenti a prestare la propria attività lavorativa, dei quali 12 sono risultati essere impiegati completamente "in nero" e quindi privi di qualunque forma di copertura previdenziale ed assicurativa.

Tenuto conto che ben 7 dei 12 lavoratori in nero erano privi di documenti d'identità, sono state eseguite altre indagini che hanno chiarito come gli stessi risultavano soggiornare clandestinamente sul territorio italiano in quanto sprovvisti di permesso di soggiorno.

È subito scattata nei confronti del rappresentante legale della cooperativa la denuncia per sfruttamento dell'immigrazione clandestina nella forma aggravata (per aver impiegato più di 5 persone), mentre a carico dei 7 clandestini è stata inoltrata denuncia alla competente Autorità Giudiziaria per violazioni al Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione (D.Lgs. n. 286/1998).

Le scaturenti attività di controllo hanno permesso di procedere alla contestazione della c.d. "maxi-sanzione" da lavoro nero, il cui valore complessivo ammonta ad oltre 50.000 euro.

Ricorrendone i presupposti di legge, è stata poi inoltrata al competente Ispettorato Nazionale del Lavoro la proposta di sospensione dell'attività lavorativa per le rilevate violazioni alle vigenti normative in materia di sicurezza sul lavoro. Sospensione che è già stata notificata all'indomani dell'attività ispettiva eseguita dai militari del Corpo.

Come già anticipato, l'operazione è nata dagli elementi di sospetto acquisiti nell'ambito del "Dispositivo Permanente di contrasto ai Traffici Illeciti", che nasce con l'obiettivo di rendere maggiormente proiettata sul territorio provinciale modenese l'azione della Guardia di Finanza mirata alla prevenzione e al contrasto dei traffici illeciti economico-finanziari di ogni tipo. A tal fine, pattuglie automontate ed appiedate sono costantemente impiegate in servizi di appostamento, perlustrazione, osservazione e attuazione di posti di controllo presso i "punti strategici" del territorio provinciale.

Nel solo 2017 la Compagnia di Carpi, anche avvalendosi del citato "Dispositivo", ha eseguito complessivamente 30 interventi in materia di sommerso da lavoro che hanno portato all'individuazione di circa 50 lavoratori completamente in nero, di cui 17 clandestini.

L'operazione di servizio in rassegna conferma il ruolo centrale della Guardia di Finanza a tutela dell'economia legale e degli operatori che rispettano le leggi, che si realizza attraverso mirate investigazioni di polizia economico-finanziaria finalizzate all'individuazione di fenomeni di manodopera irregolare e/o di sfruttamento dell'immigrazione clandestina, che alterano la leale concorrenza nel mercato.

Pubblicato in Cronaca Modena

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 44 05 novembre 2017 -

Editoriale: Strategia o codardia - Il latte spot torna a scendere - Arachidi o Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi. - Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti - Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa - Altro...
SOMMARIO Anno 16 - n° 44 5 novembre 2017
1.1 editoriale
Strategia o codardia?
2.1 lattiero caseario Il latte spot torna a scendere
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati sempre stabili e ai minimi.
4.1 alimentazione e salute Arachidi e Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi.
4.2 dissesto idrogeologico Dissesto idrogeologico. Video dichiarazioni.
5.1 quote latte Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti
5.2 management L'ultimo granello di sabbia della clessidra aziendale
6.1 Pomodoro Bilancio campagna 2017 del pomodoro da industria nel Nord Italia
7.1 Siccità su La7 Siccità: "PiazzaPulita" (programma televisivo di LA7) nel piacentino
8.1 vendemmia i numeri Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa
9.1 Codacons un nuovo amico dei consumatori Premio Amico del Consumatore a Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Leggero sussulto in chiusura di settimana.
11.1 Fiera cremona A Cremona si è respirata "Aria Nuova". Segnali di ripresa del settore zootecnico.
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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Editoriale: Verdini di rabbia - Crolla il burro. - Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione. - Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP - Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival. - Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".-

SOMMARIO Anno 16 - n° 43 29 ottobre 2017

1.1 editoriale
Verdini di rabbia
2.1 lattiero caseario Crolla il burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione.
4.1 sicurezza alimentare Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP
4.2 vino intervista Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival.
5.1 caporalato Pomodoro Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".
5.2 etichettatura pomodoro L'etichettatura obbligatoria per il pomodoro è legge
6.1 aziende Mulino Alimentare SpA. Il nuovo stabilimento super tecnologico, adeguato alle normative UE 2030.
6.2 ceta e emilia romagna CETA, crescono gli affari dopo l'accordo. Mulino Alimentare leader del comparto.
7.1 Po viabilità economia Ponte sul Po di Casalmaggiore – Colorno: concluse le analisi
8.1 pomodoro e batteriosi Batteriosi del pomodoro. Oi approva il fondo di emergenza
9.1 Fiera cremona Bovino da latte: innovazione e capitale umano strumenti anticrisi
11.2 mela verde Pomì a Mela Verde
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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 20171029-cibus-43-COP

 

Venerdì, 10 Marzo 2017 09:36

L'Emilia Romagna è quarta per lavoro nero

I dati forniti dalla Cgil fanno emergere il primato sopratutto delle province di Modena e Bologna per l'impiego in nero e altre irregolarità connesse con il mondo del lavoro.

di A.K.

Modena, 10 marzo 2017

E' formato da 7.470 irregolari l'esercito di lavoratori impiegati soprattutto nelle province di Modena e Bologna.
L'Emilia Romagna ha raggiunto un primato: quello del lavoro in nero, confermandosi la quarta regione in Italia per numero di occupati 'invisibili?', con picchi tra le province a Modena per trasporti e facchinaggio e a Bologna per altri lavori pagati a nero.
A dirlo è il rapporto 2016 degli Ispettorati del lavoro nazionali, presentati a Roma e analizzati dalla Cgil emiliana.
Dalle tabelle ministeriali emerge che a fronte di meno ispezioni avviate dalle Direzioni provinciali del lavoro locali, oltre 11mila ma con un calo di 519 rispetto all'anno precedente, le irregolarità riscontrate sono aumentate portando l'Emilia-Romagna al quarto posto assoluto dopo Lombardia, Lazio e Campania per numero di lavoratori irregolari accertati.
La percentuale delle irregolarità è nel frattempo passata dal 53% del 2014, al 58% l'anno dopo e al 63% l'ultimo anno «con picchi modenesi – spiega Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza della Cgil regionale – che sfondano le medie regionali nei settori del trasporto e del magazzinaggio con l'85% di irregolarità, seguiti dall'attività immobiliare col 67% e dall'agricoltura con il 60%».

Tra i lavoratori invisibili al fisco ce ne sono 3.322, con Bologna, Reggio Emilia, Modena e Rimini in fila come province in testa alla classifica.
«La realtà emiliana e modenese diventa sconcerto e rabbia – aggiunge Zavatti – con il lavoro nero e irregolare in settori sensibili e socialmente delicati come sanità e assistenza privata col 73%, l'istruzione con l'83%, le attività professionali col 67% di irregolarità».
Un altro triste capitolo riguarda l'utilizzo illegale di manodopera, tra cui il caporalato, con 1.097 denunce effettuate e una crescita del 254%, con ancora una volta Bologna come provincia peggiore.

Nel mirino del fisco anche le false coop: sono aumentate, e anche le violazioni talmente gravi da assumere rilevo penale, ben 1.065 nel biennio, per l'80% non aderenti alle centrali cooperative storiche, così come le aziende che applicano contratti di lavoro firmati da sindacati non rappresentativi, nel 20% dei rilievi. Crescono anche gli imprenditori che una volta "beccati" scelgono di conciliare pagando i crediti vantati dai lavoratori irregolari: l'Emilia-Romagna è la seconda regione dopo la Calabria con 1.146 casi.

Sono temi che gravano come un macigno e che "caratterizzano in negativo il mondo del lavoro anche nei nostri territori – chiarisce ancora Marco Zavatti –".
La Cgil auspica la necessità di attivare, al più presto, "Tavoli di confronto territoriali per analizzare, finalmente, dati così inaccettabili per il buon lavoro, per l'impresa pulita e per le istituzioni locali".

Pubblicato in Cronaca Emilia
Domenica, 01 Maggio 2016 12:00

1° maggio, è vera festa?

Ci sono lavoratori e lavoratori. Ma ci sono anche sempre più disoccupati e sottoccupati, pensionati relegati in casa per indigenza e altri a sostenere figli e nipoti. Stipendi e salari da fame e privilegi e vitalizi da nababbi. I sindacati dovrebbero riflettere e dare l'esempio.

di Lamberto Colla Parma, 1 maggio 2016.
Feste canti e musica in tutta Italia per celebrare la festa del lavoro, convenzionalmente riconosciuta nel 1° maggio.
La scelta di festeggiare il 1 maggio è legata ad alcuni eventi storici avvenuti nel 1886 a Chicago, negli Stati Uniti, dove ci furono una serie di gravi incidenti che sfociarono in una rivolta che prese poi il nome di Haymarket. In quella giornata i sindacati organizzarono un corteo operaio per chiedere la riduzione della giornata lavorativa ad otto ore e la protesta durò alcuni giorni. Il 3 maggio tutti i lavoratori che avevano preso parte allo sciopero si ritrovarono all'ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick e vennero colpiti dagli spari della polizia che era stata chiamata a reprimere l'assembramento e due persone rimasero uccise e altre furono ferite anche gravemente.

Una festa dei lavoratori e una festa per celebrare il contributo indispensabile dei sindacati per il raggiungimento di molteplici traguardi di civiltà.

Però francamente oggi risulta molto difficile pensare di scrivere un articolo celebrativo del lavoro e dei sindacati.

La parola lavoro oggi evoca dolore diffuso per i tanti, giovani e meno giovani, che il lavoro non hanno più o l'hanno perduto e con esso addirittura le speranze di ritrovarlo. Lavoro evoca immediatamente "pensione". Un traguardo sempre più lontano e sempre più misero. Una data, se sarà scritta, darà l'inizio certo di stenti per molti

Ma lavoro torna a fare rima con salari o "compensi" sempre più limitati e con "morte".

Gli ultimi decessi in ordine di tempo riguardano i due addetti alla cava di marmo di Carrara, ma come non dimenticare lo "sterminio", dell'estate del 2015.

Uomini e donne martirizzati per 2 euro all'ora. Braccianti agricoli deceduti al Sud come al Nord senza distinzione di latitudine, nè di sesso e nemmeno di razza o colore di pelle, italiani o immigrati. Unico comune denominatore: il bisogno di lavorare per sopravvivere e alimentare i propri familiari.

E Sindacato oggi è parola che ha perso molto del romanticismo degli anni '60. Sempre più difficile trovare "missionari" all'interno dei movimenti dei lavoratori, più facile, o forse fa solo più scalpore, intercettare privilegi e stipendi da favola.

Scalpore hanno fatto le remunerazioni dell'ex segretario CISL Raffaele Bonanni (oltre 330.000€/anno) o dell'attuale numero uno di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, l'uomo, il filosofo "contadino" da 10 milioni di euro in 11 anni.

Per non parlare dei vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, così facili da ottenere ma così difficile farglieli mollare.

I diritti acquisiti non si toccano: è quanto hanno affermato gli ex parlamentari e gli ex consiglieri regionali in due audizioni alla Commissione affari costituzionali della Camera a fine gennaio scorso, non mezzo secolo fa.

I diritti acquisiti (loro) non si toccano, peccato che i diritti acquisiti dei cittadini sudditi invece sì, quelli possono essere toccati e addirittura alienati.

Forse sarebbe giunto il tempo che i sindacati tornassero a fare i sindacati. Farebbe bene a loro e farebbe bene alla società.

Ma perché andarsi a cercare del freddo per il letto?

.

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 08 Novembre 2015 12:39

Lavoro è fatica... non per tutti

"Un dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va, deve essere licenziato". Il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, è stata molto chiara esprimendo il pensiero che la stragrande maggioranza dei cittadini, lavoratori, inoccupati e disoccupati vorrebbero accadesse. Ma dal sensazionalismo delle indagini alla punizione per colpa provata non vi è un passaggio diretto e lineare.

di Lamberto Colla - Parma, 8 novembre 2015 -

Staremo a vedere se i dipendenti comunali di Sanremo, colti con le mani nel sacco, sapranno cantare e soprattutto se ci sarà un seguito coerente con il risultato atteso.
Le immagini acquisite dalla Guardia di Finanza erano eloquenti e il numero di persone coinvolte così elevato che risulta difficile credere che nessuno dei vertici sanremese non sapesse nulla.

35 arresti e 196 indagati. Possiamo sorridere per il dipendente / custode che andava a timbrare in mutande ma non vorrei che fosse l'unico a pagare esposto alla gogna mediatica colpevole, almeno questo è certo, di avere messo in scena comportamenti di cattivo gusto. Abitazione e luogo di lavoro, separati da una sola porta interna, erano diventati per il custode un ambiente unico e c'é da scommetterci, quando era in casa si sentiva ancora custode e al lavoro ancora in casa sua.
Alla fine il vigile urbano custode dell'anagrafe comunale, a causa della notorietà dovuta alle immagini che lo riprendevano in mutande, passerà alla storia come l'emblema del fancazzismo della città dei fiori anche allorquando dovesse venire assolto.

Tutti gli altri circa 200 invece, bene o male, riusciranno a restare all'ombra dell'anonimato sino a fine processo quando, la statistica viene a loro favore, la stragrande maggioranza di loro verrà assolta lasciando nella memoria dei cittadini tre elementi a ricordo dell'episodio: un lavoro enorme di pedinamento e registrazione dei fatti da parte della Guardia di Finanza, un dipendente in mutande che timbra il cartellino e la magistratura che assolve quasi o addirittura tutti gli indagati.
La giustizia farà il suo percorso e, c'è da augurarselo, punirà i disonesti e scagionerà coloro che non hanno commesso alcun reato ma con la diffusione e l'enfatizzazione delle immagini della Guardia di Finanza è già passato il messaggio di colpevolezza per tutti.

Fermo immagine video GdF Imperia

Una domanda sorge spontanea. Dov'erano il Sindaco, gli Assessori competenti (Personale e Bilancio ad esempio) e i Dirigenti Comunali responsabili del controllo e vigilanza? Non si erano accorti che tra malattie, permessi e, a giudicare dalle immagini della GdF, probabili assenze ingiustificate, mancava all'appello quotidiano un buon numero di operatori?
Ebbene questi dove erano? Anche loro assenti ingiustificati sottratti al flagello digitale solo per fatto che non avevano l'obbligo di timbrare il cartellino? Oppure se c'erano dormivano?
Forse varrebbe la pena coinvolgere e ascoltare anche costoro, cosa che sicuramente la magistratura farà ma ai quali è stato risparmiato il "processo mediatico" che, a differenza del vero processo, normalmente si conclude con la colpevolezza e raramente con il reintegro della dignità offesa.

Un paese veramente civile non avrebbe dato in pasto all'opinione pubblica una notizia montata in modo sensazionalistico che, come racconta la storia giudiziaria, si conclude con un quasi nulla di fatto.

Infatti, dal monitoraggio della Funzione Pubblica, dati relativi al 2013, emerge come su quasi 7 mila procedimenti, quelli conclusi con licenziamento, siano solo 220 e tra questi solamente un centinaio per assenteismo.

Troppo alto il gap tra il numero di procedimenti e il risultato finale. O le accuse erano quasi totalmente ingiustificate o la giustizia non ha fatto il suo lavoro.
In tutti i modi una sono sconfitta per lo Stato e per i suoi cittadini che vorrebbero continuare a credere sia nelle forze dell'ordine e sia nella giustizia.
Ma questi numeri lasciano molto perplessi e comunque, vero o falso che sia, la sensazione diffusa è che l'assenteismo nel pubblico impiego sia elevatissimo e che sia vissuto dagli attori come una sorta di benefit.

Purtroppo la piaga dell'assenteismo nel pubblico impiego non è una favola.
L'analisi dell'intervento di riforma applicato dal Ministro Brunetta ne è una tragica conferma che, al di là della colorazione politica, non può essere tralasciato dai Governi.

«Dopo il primo anno di applicazione della legge Brunetta la riduzione media è stata del 38 per cento», hanno scritto Maria Laura Parisi e Alessandra Del Boca su Lavoce.info. La cura Brunetta, antica ormai di circa otto anni, aveva dato il suo benefico effetto e consisteva nel rendere dura la vita ai "furbetti" del pubblico impiego, colpendoli al "cuore del portafoglio" e nella possibilità di utilizzare a proprio piacimento il tempo sottratto al lavoro stipendiato.

Sul primo fronte aveva stabilito la perdita di ogni componente accessoria del salario (in media, il 20 per cento della retribuzione) per i primi dieci giorni di assenza continuativa per malattia (norma ancora in vigore).
Sul secondo, aveva ampliato le fasce di reperibilità, cioè i periodi di tempo in cui il lavoratore deve restare chiuso in casa per consentire le visite fiscali (da 4 a 11 ore) e poi ridotte a 7 allargando un po le maglie del controllo.
Fatto sta che appena è stata allentata la presa il malcostume ha ripreso nuovamente gli spazi lasciati vacanti e il caso di Sanremo è l'ultimo eclatante accorso in termini di tempo.

Gli episodi di cronaca non mancano. Dal Nord al Sud l'assenteismo estremo è equamente distribuito sul territorio.

A Boscoreale, nell'area vesuviana, un sistema di telecamere sull'ingresso del comune ha permesso di smascherare 125 assenteisti cronici su 170. Allo Iacp di Messina sono finiti sotto processo 81 furbetti del badge su 96 impiegati.
Nella sede di Rovigo della Regione Veneto 170 ore di filmati sono servite a incastrare 98 lavoratori su 115, mentre a La Spezia le Fiamme gialle hanno scoperto sei addetti alla commissione tributaria provinciale che se la filavano a casa ogni mattina, direttore dell'ufficio compreso.

Da risultare quasi incredibile il caso della dipendente del policlinico del Sant'Orsola di Bologna la quale era riuscita a inventarsi due gravidanze riuscendo a percepire lo stipendio per nove anni avendo lavorato solo 6 giorni. In questo caso la condanna fu di due anni senza nemmeno il beneficio della condizionale.

Un Paese spaccato in due...
da un lato assistiamo alla dignità massacrata dal lungo periodo di inattività, che troppo spesso porta al suicidio, mentre dall'altra alla assenza di dignità dei "senzavergogna" i quali, oltre a sottrarre efficienza e lavoro onesto, vivono la presunzione che la "frode" sia un loro diritto acquisito.

Fermo immagine2 GdF Imperia

Pubblicato in Politica Emilia

SOMMARIO Anno 14 - n° 40 4 ottobre 2015 - Cereali, ancora nel segno della stabilità, Il futuro del Parmigiano Reggiano passa attraverso il nuovo disciplinare, Oltre 1,5 milioni i visitatori al padiglione del vino a EXPO. Cara vendemmia. Mais e soia, le previsioni di settembre. Sconfitta l'Ebola!

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 40 4 ottobre 2015
1.1 editoriale Sconfitta l'Ebola!
3.1 cereali Mercati agricoli ancora nel segno della stabilità.
4.1 Lattiero caseario Tirano solo le materie grasse.
5.1 mais e soia mais e soia: previsioni settembre 2015
6.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, il futuro passa attraverso la qualità, la distintività e l'innovazione.
8.1 vino Expo e padiglione vino. Dal primo maggio visitatori oltre quota 1,5 milioni
8.2 lavoro nero Cara vendemmia quanto mi costi
9.1 prezzi agricoli Ismea, l'incertezza frena gli scambi
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 40 4ot15 COP

Domenica, 04 Ottobre 2015 09:32

Cara vendemmia quanto mi costi!

Se cotanto zelo zelo fosse stato riservato ai controlli estivi forse si sarebbe risparmiata qualche vita. Ma se l'irruzione fosse stata riservata a Sting nella sua bella tenuta chiantigiana, cosa sarebbe accaduto? Buonsenso cercasi disperatamente!

Parma - 04 ottobre 2015

Anche chi non fosse nato in campagna associa la vendemmia a una festa che travolge da nord a sud e da est a ovest ogni contrada d'Italia.

Gli inviti si sprecano per andare a dare "una mano" a quello o a quell'altro amico al solo scopo di starsene in compagnia a godersi gli ultimi scampoli d'estate con temperature miti accompagnate dai caldi colori autunnali. Così dovrebbe averla pensata anche il pensionato cuneese, possessore di un vigneto, quando decise di invitare gli amici per celebrare l'antico rito della vendemmia. Ma si sa non sempre le ciambelle vengono con il buco e quella che doveva essere una giornata di festa si è trasformata in incubo.

Circondati dai Carabinieri e dai funzionari dell'ispettorato del lavoro che, conti alla mano, con l'accusa di avere favorito il lavoro nero hanno affibbiato al 63enne una multa di 19.500€ corrispondente a 3.900€ per ogni "lavoratore irregolare" trovato all'opera.

Ci sarebbe da ridere a crepapelle se quest'estate non fosse stata funestata da una quindicina di morti sui campi di lavoro.
Una piaga, quella del caporalato e del conseguente sfruttamento lavorativo, che deve essere contrastata con forza e determinazione ma non può esprimersi come nel caso del signor Battista Battaglino di Granera, nel cuore del Roero, che prima di tutto mette in ridicolo l'onorata Arma e l'ispettorato stesso.

Un episodio che alimenta la rabbia collettiva e allontana sempre più il cittadino dalle dalle istituzioni.

Il primo pensiero che ha attraversato le menti dei beceri cittadini è stato: perché è accaduto in Piemonte e non in Puglia o Calabria o Sicilia? Ma se tanto zelo fosse stato esercitato lo scorso agosto si sarebbero potute salvare alcune vite?

Credo si debba recuperare, anche nell'esercizio delle funzioni pubbliche, la regola d'oro del buonsenso e allora molto ricomincerebbe a girare nel verso giusto.

Fortunatamente, seppure tardivamente, il Ministero è intervenuto lo scorso giovedì e come riporta La Stampa è stato proprio il segretario generale del ministero del Lavoro, Paolo Pennesi a dichiarare «C'è stato l'incontro alla Direzione territoriale di Cuneo, a seguito della verifica ispettiva. Al riscontro delle carte, la situazione è stata chiarita, anche in ciò che poteva lasciare margini di dubbio. Si è accertato che nella vigna con il proprietario c'erano un nipote e la compagna, insieme con un amico di famiglia e un'altra persona. Nessuno legato da rapporti di lavoro dipendente».

Tutto è bene ciò che finisce bene ma come l'ha chiarito il Ministero potevano benissimo chiarirlo i rappresentanti della funzione pubblica intervenuti in azienda. Una pubblicità negativa che, nonostante la marcia indietro, non giova ai rapporti tra i due schieramenti sempre più contrapposti: cittadini e istituzioni.

Chissà cosa sarebbe potuto accadere a Sting, che addirittura chiedeva 262€, se avessero fatto l'irruzione mentre gli ospiti raccoglievano le sue uve e le sue olive nella splendida tenuta chiantigiana. O forse che il lavoro da Sting è considerato antistress mentre dai contadini è in nero oppure, terza ipotesi, che "No, sui Police non si può!"

_________________________________________
Note: a onor del vero Sting offriva anche altri servizi professionali nell'ambito dell'enoturismo.

Buonsenso: Capacità naturale dell'individuo di valutare e distinguere il logico dall'illogico, l'opportuno dall'inopportuno, e di comportarsi in modo giusto, saggio ed equilibrato, in funzione dei risultati pratici da conseguire (Hoepli)

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