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Nella mattinata di ieri, nella Parrocchia "San Giovanni Evangelista", alla presenza delle più alte cariche militari e civili, si sono svolte le celebrazioni di San Michele Arcangelo, Patrono della Polizia di Stato.

Al termine della funzione religiosa, il Questore di Modena, Paolo Fassari, dopo aver espresso il suo sentito ringraziamento alle donne e agli uomini della Polizia di Stato per l'impegno profuso nonostante le grandi difficoltà quotidiane, ha incentrato il suo discorso sul tema dell'integrazione e dell'accoglienza, quale mezzo indispensabile per ridurre il crimine e l'illegalità.

Sono stati propri i giovani studenti delle scuole primarie "A. Gramsci" e "C. Collodi", che dopo aver discusso in classe con gli insegnanti, hanno formulato e letto ai presenti i loro pensieri sul tema dell'integrazione e sul loro modo di vivere il rapporto con gli altri: "Uguali e diversi, ma unici", questo in sintesi inloro messaggio di fraternità.

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A tutti gli studenti presenti è stato donato il "Mio diario della Polizia di Stato".

Anche i Boy Scout del gruppo "Modena 4°", presenti alla ricorrenza con una delegazione, hanno riproposto il tema dell'accoglienza questa volta attraverso le immagini, disegni e fotografie, espressione dei principi di fratellanza e cittadinanza mondiale. Una foto particolarmente significativa ritrae tre giovanissimi scout in altrettanti momenti di preghiera appartenenti religioni differenti.

Alle tre classi impegnate nel progetto "San Michele Arcangelo 2017", sono stati regalati tre "tablet" wi-fi, quale supporto nella attività didattica.

Quest'anno il premio per la legalità (un manufatto in cristallo raffigurante in modo tridimensionale il nostro Santo protettore) è stato consegnato dal Prefetto di Modena, Maria Patrizia Paba, al Dirigente Scolastico Regionale Ambito Territoriale di Modena, Silvia Menabue, per la costante e fattiva collaborazione tra scuola modenese e Polizia di Stato nel condividere e affermare i principi di legalità e al Dirigente dell'Istituto Comprensivo n.10 per il progetto "San Michele Arcangelo 2017".

Lo stesso premio è stato consegnato dal sindaco Muzzarelli al gruppo Scout "Modena 4°", per l'importante opera di integrazione svolta all'interno del quartiere Crocett

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Presente una pattuglia ippomontata della Polizia di Stato nell'area della parrocchia e nel vicino Parco XXII aprile.


DISCORSO DEL QUESTORE Paolo FASSARI

Ringrazio le Autorità presenti – prime tra tutte il sig. Prefetto, il Sindaco, il sig. Presidente del Tribunale, sig. Procuratore della Repubblica, i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Sassuolo e Carpi, il neo comandante dell'Accademia Militare, i comandanti provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria, i rappresentanti dell'Associazione Nazionale Polizia di Stato e delle Organizzazioni Sindacali della Polizia di

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 Stato e degli impiegati dell'Amministrazione civile dell'Interno. Saluto i parenti delle vittime del dovere.

Sentimenti di gratitudine porgo al Comune di Modena che ha patrocinato l'iniziativa e a Monsignor Giacomo Gazzetti, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Modena e Nonantola che ha celebrato questa funzione. Salutiamo con affetto monsignor Erio Castellucci, impegnato fuori regione. Grazie a Don Dino che ci ha ospitato nella sua parrocchia.

Mi sia consentito rivolgere un sentito ringraziamento per il sostegno fornito a questo momento alla Banca Popolare Emilia Romagna qui presente con il presidente Luigi ODORICI, sensibile anche in questa circostanza ai temi della legalità quale presupposto necessario per lo sviluppo imprenditoriale.

Nella ricorrenza del nostro Santo protettore esprimo alle donne ed agli uomini della Polizia di Stato di questa provincia la mia più profonda gratitudine per l'impegno quotidiano, malgrado le difficoltà cui ci imbattiamo quotidianamente. Abbiamo quest'anno pensato di festeggiare San Michele Arcangelo, non come in passato in Duomo, ma in una parrocchia ed in particolare in questo quartiere dove la Polizia di Stato ha percepito il disagio relazionale vissuto da alcuni abitanti ed ha profuso, così come le altre forze di polizia statali e locali, uno sforzo notevolissimo per contrastare fenomeni delinquenziali e dare seguito alle richieste di intervento rivolte a tutti gli attori coinvolti nel mantenimento della pubblica sicurezza.

La preghiera rivolta al nostro arcangelo che non ha esitato ad usare la spada per uccidere Satana, è quella di dare forza alla rettitudine delle menti e ai nostri voleri per affermare l'onestà, salvaguardare la pace e quindi debellare la paura.
La paura sarà il tema cruciale dei prossimi dieci anni, pietra angolare della vita democratica, fondamento del contratto sociale dello stato moderno, l'antitodo della sopraffazione.

C'è chi usa i dati per alimentare la paura ingigantendo i pericoli puntando su rilevazioni che dicono che gli stranieri (non i profughi) delinquono molto più dei nativi. I media dedicano una spazio sproporzionato rispetto agli altri paesi ai fatti di cronaca nera. Le rilevazioni demoscopiche mostrano che il pubblico sovrastima la presenza di stranieri e della percentuale di immigrati.

C'è chi li usa per contestare la paura specie verso gli immigrati ritenendo che la gente sopravvaluta i pericoli a fronte delle menzogne propagate dall'opposta ideologia.

San Michele Arcangelo ha sconfitto i nemici della verità perché – come recita la preghiera - i nemici della verità sono anche i nemici della giustizia.

Il Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Gabrielli ha recentemente affermato: la sicurezza è un patrimonio comune che tutti dobbiamo costruire e non può essere argomento con cui si vincono campagne elettorali.

Quando operiamo sul territorio, siamo ben consci che il senso d'insicurezza è una percezione che un racconto obiettivo sui dati non riesce a sopprimere. Chi ha paura di subire un furto non si sentirà rassicurato neanche se gli dimostrassero, dati alla mano, che i numeri di quel reato stiano diminuendo, perché pensa che siano comunque troppi. Chi pensa che ci siano troppi immigrati perché li vede spacciare sotto la sua abitazione o bighellonare per strada, non si tranquillizza se gli diciamo che in Italia sono solo l'8% della popolazione.
Ma anche se i reati improvvisamente si dimezzassero non muterebbe il sentire della gente, che non è fatto solo di paura ma anche di indignazione, non solo per il timore di essere vittima di un crimine, ma anche per un impianto sanzionatorio avvertito come assai blando, per la sensazione di essere abbandonati e senza difesa (si pensi alle donne perseguitate da mariti o fidanzati violenti).

Oggi la Polizia di Stato di Modena festeggia il suo Santo Patrono – che nella preghiera invochiamo affinchè alimenti lo "spirito di umana fraternità" - rinnova innanzi la cittadinanza e gli abitanti di questo quartiere il suo impegno nel contrasto all'illegalità, non perché ritiene che ciò solo basti a dissolvere le tenebre della paura né perché non vi sia motivo per avere paura. Ma perché, oltre a fare la propria parte accanto a tutti gli enti preposti alla garanzia della sicurezza, vorremmo tendere la nostra mano e quella degli abitanti del quartiere a persone meno fortunate che, se ne avessero la possibilità, preferirebbero non vendere stupefacenti o prostituirsi. Vorremmo che la gente non ci veda come momento di repressione ma baluardo di legalità ed opportunità perché le vittime di sopraffazione vivano senza timori una diversa condizione.

La paura non è una colpa. Di fronte a questo sentimento l'unica cosa che può attenuare la paura non è andare dai cittadini e convincerli che si stanno sbagliando, ma riconoscere il loro diritto ad averla e dimostrare con i fatti che tutti noi stiano facendo di tutto per spegnerla, stando vicino ed ascoltandoli per liberarli da essa. I populisti che trasformano la paura in terrore vanificano gli sforzi delle forze di polizia più dell'esiguità degli organici. Se continueremo a pensare che per risolvere i problemi di un quartiere basta accrescere il numero degli arresti o militarizzarlo, sappiate che l'unico effetto che produrremmo è quello di fare spostare altrove chi vive di espedienti e si ubriaca per strada, forse perché qualcuno di essi perché non ha affetti e riferimenti familiari con cui condividere la sua vita o perché la sua cultura non sente riprovevoli comportamenti che nel nostro vivere quotidiano qualifichiamo ineducati e generatori d'insicurezza.

Aprirsi all'accoglienza senza se.. e senza ma... costituisce in primo luogo il dovere di chi ricopre cariche istituzionali...

Oggi nel 2017 quando nessun regolamento può vietare di tenere cani in uno stabile condominiale, spiace sentire dire.. sono arrivati all'improvviso....noi non siamo razzisti però sa.. abbiamo bambini... come se chiunque arrivasse fosse per ciò solo pericoloso e criminale.
Quando sento chiedere di sottoporre a continui controlli sempre lo stesso esercizio, osservo: ma se dei balordi imbrattano i muri con vernice è loro che dobbiamo sanzionare o dissuadere, non chiudere i negozi che vendono la vernice... Le istituzioni applicano le leggi e non fanno giustizia sommaria. Ai refrattari all'integrazione bisogna fare capire che non ci sono alternative. Ci sono etnie che non otterranno mai lo status di rifugiato destinati a restare illegalmente. Per coloro che si sottrarranno ai rimpatri, non resta che l'integrazione per salvaguardarci da criminalità e terrorismo. Integrazione non vuol dire tollerare reati, ma l'esatto contrario.

Vivere nell'illegalità porta a commettere reati, diventa terreno di reclutamento per le organizzazioni criminali ma anche per il terrorismo di matrice religiosa. L'adesione alla propaganda jihadista, molte volte, prima ancora che una causa di pericolo per noi è un effetto di una mancata integrazione sociale; l'aspetto religioso diventa quasi un corollario di situazioni di marginalità e disagio che non trovano altre risposta e diventano espressione di sfida e ribellione.

Oggi gli uomini e le donne della Polizia di Stato sono chiamati sistematicamente ad intervenire quando l'emergenza è in atto, subiscono le amplificazioni mediatiche di chi innanzi ad un problema di soluzione non facile ed origine estranea alle nostre competenze, ci chiede comunque di fare sempre più controlli e arresti, come se ciò fosse la panacea per risolvere una complessità. Eliminare i fattori di marginalizzazione ed esclusione sociale, avviare alla formazione linguistica ed all'istruzione, favorire il dialogo interreligioso, l'accesso all'assistenza sanitaria, ad un alloggio, ai ricongiungimenti familiari sono tutti obiettivi che ridurrebbero fortemente il numero dei soggetti proclivi a delinquere.
Noi non minimizzano la paura della gente, ma siamo consci che gli sforzi fatti anche in questo quartiere insieme alla polizia municipale di Modena, costituiscono solo la tessera di un mosaico in un quadro di sinergie istituzionali e non.

Come avete visto hanno partecipato all'offertorio, come lo scorso anno, nostri fratelli perfettamente integrati. Ci uniamo alla loro preghiera perché possano avere tra noi una vita migliore.

Vorrei a tal proposito che chi fa informazione pubblicizzasse anche lo sforzo quotidiano del gruppo volontari Crocetta che, oltre a fare doposcuola ai bambini del quartiere, hanno attivato corsi di alfabetizzazione per i genitori dei bambini stranieri che non parlano italiano. Grazie anche a voi.

E siccome crediamo che il nostro futuro sta nelle mani dei giovani, oggi ne abbiamo qui alcuni, che vivono o frequentano questo quartiere.
I ragazzi della 5 A e 5b della scuola primaria Gramsci e quelli della 4B della scuola primaria "Collodi" – quando hanno saputo di questa giornata - hanno parlato e ragionato con gli insegnanti ed hanno spontaneamente composto delle frasi e delle riflessioni su come vivono il loro rapporto con gli stranieri... Sentiamo alcuni di essi....

Vogliamo oggi ringraziare queste classi donando loro un tablet che sarà sicuramente utile per crescere sulla scia di questi principi. A tutti i ragazzi daremo una copia de "Il mio diario" della Polizia di Stato.

Consegnamo ora il premi per la legalità San Michele Arcangelo 2017.
Anche quest'anno la nostra scelta è stata quella di esaltare chi concorre fattivamente alla cultura della sicurezza.
Si tratta manufatti in cristallo che raffigurano in modo tridimensionale il nostro Santo protettore e che oggi intendiamo consegnare a testimonianza dell'apporto conferito in questa giornata.
Sono felice di ringraziare donando al dirigente ufficio scolastico regionale ambito territoriale di Modena Dott.ssa Silvia MENABUE ed alla dirigente scolastico dell'10° istituto comprensivo prof.ssa Maria Teresa COLLARO donando loro il premio per la legalità San Michele Arcangelo 2017

E' il momento di ringraziare per la loro preziosa opera di integrazione nel quartiere il gruppo scout Modena 4°, che oggi ha voluto affiggere all'ingresso della Chiesa alcuni disegni e fotografie inedite in linea con i principi di fratellanza e cittadinanza mondiale. Vi invito a guardarle. Sono belle ed espressive dei momenti di comunità tra giovani appartenenti a diverse nazionalità. Una foto mi ha colpito più delle altre una che ritrae tre scout, ciascuno dei quali assume una posizione espressiva di momenti di preghiera appartenenti a diverse religioni.

Ricordo che l'impegno degli scout e delle associazioni della circoscrizione 2 nel progetto "Vivi il parco XXII Aprile", le feste e gli eventi che realizzano a maggio, uno stand di giochi e spettacoli aperto con lo scopo di rivitalizzare il quartiere a cui partecipano bambini di ogni nazionalità
Sono infine contento di consegnare questo premio ad un capo scout Angela De Nicolo

Ringrazio tutti gli intervenuti
Viva San Michele Arcangelo Viva la Polizia di Stato

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Pubblicato in Cronaca Modena