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In Val d'Enza venivano mediamente erogati dal fiume 17-18 milioni di metri cubi d'acqua. Quest'anno sono stati solo 7. Prendono voce, in merito, gli agricoltori dei Consorzi irrigui e miglioramento fondiario che, da oltre mille anni, attingono acqua da Enza a scopi irrigui. Si tratta di quelli di Canale Vernazza, Quarto di Cavriago, Viceodomini di Montecchio, D'Acque di San Polo d'Enza, di miglioramento fondiario Sant'Eulalia.

L'inedita cessazione della derivazione a scopi irrigui a Cerezzola, vicino a Ciano, nel comune di Canossa, dove nel '47 fu realizzata la traversa preoccupa ora centinaia di aziende nelle terre dove si produce il Parmigiano Reggiano dei prati stabili e delle vacche rosse. Dalla derivazione dell'Enza sono irrigati ben 15.000 ettari tra prati stabili, vitigni e seminativi. Il provvedimento avrà validità finché il Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale e l'Arpaer, non riterranno opportuno revocarlo. Al momento, la portata minima d'acqua rende incompatibile l'attività d'irrigazione. I carabinieri forestali intensificheranno i controlli: chi infrange il divieto di prelievo rischia una multa dai 300 ai 1.500 euro.


"Stiamo per sostenere danni molto pesanti e, per la sponda reggiana – lamentano gli agricoltori – non è stato nemmeno dichiarato lo stato di calamità (a differenza di Parma e Piacenza): equivale a una condanna. Ogni giorno che passa leggiamo della Bonifica sul volere tranquillizzarci sull'avvicinarsi sempre più al Ferragosto, periodo in cui cala vistosamente la richiesta di acqua per l'irrigazione agricola. Ma non è così. Da noi se ci fosse disponibilità d'acqua si irrigherebbe eccome. Invece ora resta solo la conta dei danni. E, come noto, il periodo di irrigazione per i prati stabili, i vigneti e seminativi si prolunga ben oltre il Ferragosto, soprattutto per i prati che devono mantenere il verde agli allevamenti a indirizzo Parmigiano Reggiano".
"Come Consorzi, dobbiamo rilevare nostro malgrado che dal torrente Enza sono stati erogati un terzo dei metri cubi rispetto agli anni precedenti. La situazione a Cavriago è molto critica non avendo prese dirette dall'Enza e le irrigazioni dipendendo totalmente dal Canale in gestione alla bonifica, a San Polo non ci sono pozzi, negli altri comuni rivieraschi le portare degli stessi sono insufficienti per colmare il fabbisogno dell'irrigazione e hanno costi energetici elevatissimi. Inoltre oggi già diversi pozzi sono fermi, perché le falde non mantengono più abbastanza acqua alle turbine. L'unico pozzo di proprietà della Bonifica è fermo da più di quattro anni: ci siamo attivati per il suo ripristino da anni, anche con raccomandate, ma ad oggi, con l'aggravante di una siccità che non lascia scampo, l'ente consortile non è intervenuto per ripararlo neanche dopo le indicazioni date, lo scorso giugno, dalla Regione Emilia Romagna per il recupero dei pozzi dismessi. Le risposte sono sempre quelle: 'abbiamo dato l'incarico ad una ditta e verrà ripristinato".
"I Consorzi irrigui – conclude la nota – aspettano delle risposte certe e concrete dalle Istituzioni, pur rendendosi sin da ora disponibili per lo studio e realizzazione di interventi urgenti per risolvere la crisi idrica in Val d'Enza, tra i quali anche il riconsiderare la realizzazione della diga di Vetto non più di 120 milioni di metri cubi ma da 25/30 pari all'ipotesi di Stretta delle Gazze presa in considerazione da diversi organismi della provincia". Sempre i Consorzi irrigui chiedono di ripristinare il bacino del Lagastrello, del Balano e il Lago Verde, presenti nel crinale parmense che conterebbero circa 6 milioni di mt cubi.

Una sentenza che valorizza la funzione del Consorzio di Bonifica e legittima il contributo. La recente sentenza della Corte di Appello di Bologna afferma l'obbligatorietà del contributo e la sinergia tra sistema fognario della città di Piacenza e rete consortile: funzioni essenziali per il governo delle acque

Piacenza 21 Luglio 2017 - La Corte di Appello di Bologna ha annullato nei giorni scorsi la sentenza del Tribunale di Piacenza del 2014, che aveva negato l'esistenza del beneficio di bonifica per gli immobili siti nelle diverse zone omogenee del territorio comunale, affermando, viceversa, che tali beni ricevono proprio quel vantaggio diretto, legittimante la contribuzione, richiesto dalla oramai storica sentenza della Corte di Cassazione n. 8960 del 1996, da più parti invocata per negare la debenza del contributo di bonifica per gli immobili della città. Il contenuto inequivoco ed inequivocabile della sentenza è di immediata percezione.

A tal proposito, per offrire un visione non parziale, ma completa ed esaustiva se ne riporta un breve, ma significativo, passo affinché la cittadinanza possa autonomamente comprendere le rilevanti funzioni esercitate dal Consorzio a beneficio della collettività senza intermediazioni si sorta : "Ora, il beneficio, che giustifichi l'imposizione contributiva del Consorzio, secondo costante giurisprudenza di legittimità, deve comportare un incremento diretto e specifico, e non generico, che il fondo tragga a causa dell'opera di difesa idraulica del territorio così da acquistare di per sè maggior valore per effetto di tali opere (Cass. n. 27057/2014).

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza della n. 8960 del 14 ottobre 1996, ha chiarito che, ai fini della contribuenza, gli immobili devono conseguire un incremento di valore direttamente riconducibile alle opere di bonifica ed alla loro manutenzione. Il vantaggio può essere generale, e cioè riguardante un insieme rilevante di immobili che tutti ricavano il beneficio, ma non può essere generico. Non rileva il beneficio complessivo che deriva dall'esecuzione di tutte le opere di bonifica, destinate a fine di interesse generale; non rileva il miglioramento complessivo dell'igiene e della salubrità dell'aria; occorre un incremento di valore dell'immobile soggetto a contributo, in rapporto causale con le opere di bonifica (e con la loro manutenzione).

Concludendo il beneficio deve essere diretto e specifico, conseguito o conseguibile a causa della bonifica, e cioè tradursi in una "qualità" del fondo. Nella fattispecie in esame i beni che traggano un "beneficio diretto generale" devono essere assoggettati a contribuzione, ricavando nello specifico, ancorché unitamente alla generalità degli altri beni immobili rientranti nelle aree esaminate, un beneficio diretto conseguente all'opera di bonifica ed agli interventi manutentivi adottati.

Quanto ai beni per i quali il Ctu ha individuato un "beneficio mediato generale", il Collegio, conformemente all'indirizzo della Sezione, osserva che non considerare tale incremento quale beneficio diretto e specifico a vantaggio sia del singolo bene che della pluralità dei medesimi insistenti nella stessa area significherebbe non tener conto dell'effettiva operatività del sistema idrico consortile, ancorché in sinergia con il sistema fognario comunale; quest'ultimo, infatti, non avrebbe la potenzialità di convogliare le acque di scolo, sia reflue che piovane in tempi di massima precipitazione, sicché la presenza delle opere consortili, ed in particolare dell'impianto di sollevamento dell'idrovora della Finarda in caso di piena del Po, consente alla città di Piacenza e al suo territorio limitrofo di evitare le pericolose inondazioni dei tempi passati, di cui in atti sono state versate fotografie dell'epoca. Solo infatti la presenza di dette opere consortili, anche quando vengano in ausilio in casi di eccezionale scolo delle acque, permette il perfetto funzionamento della rete idrica, anche comunale, che in difetto non potrebbe garantire il regolare smaltimento delle acque.". Conseguentemente la Corte di Appello di Bologna ha condannato il Comune di Piacenza a restituire al Consorzio oltre € 134.000,00 a titolo di contributi di bonifica dovuti per gli anni 1997, 1998 e 1999, mentre ha escluso la contribuzione, pari a circa € 28.000,00, riferita ad alcuni immobili comunali rispetto ai quali la Corte di Appello non ha ritenuto provata l'operatività del Consorzio nelle suddette annualità.

(Fonte Consorzio di Bonifica di Piacenza)

Editoriale: Anche questa è globalizzazione - Continua a volare il latte spot. - Cereali e dintorni. "Weather market" - Farm Run sta per tornare con altre sorprese il 24 giugno. -Crisi idrica: 10 modi di ridurre gli sprechi - Acqua, è stato d'emergenza in agricoltura - Ismea, export salumi: l'Italia conquista la leadership mondiale - Produrre latte guardando al mercato: il caso di studio della fattoria Rossi -


SOMMARIO Anno 16 - n° 24 18 giugno 2017


1.1 editoriale
Anche questa è globalizzazione
2.1 lattiero caseario
Continua a volare il latte spot.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dalle stime USDA nessuna sorpresa.
4.1 eventi Farm Run sta per tornare con altre sorprese il 24 giugno.
5.1 #crisiidrica2017 Crisi idrica: 10 modi di ridurre gli sprechi
5.2 zootecnia Produrre latte guardando al mercato: il caso di studio della fattoria Rossi
6.1 falde acquifere Acqua, è stato d'emergenza in agricoltura
7.1 imprese Il Consorzio Agrario dell'Emilia approva il bilancio e torna all'utile
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. "Weather market"
9.1 export Ismea, export salumi: l'Italia conquista la leadership mondiale
10.1 promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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Domenica, 18 Giugno 2017 09:02

Acqua, è stato d'emergenza in agricoltura

Assenza di precipitazioni - Temperature decisamente sopra la media stagionale stanno provocando una situazione di vera e propria severità idrica in tutta la Regione Emilia Romagna.

Le verifiche effettuate in questi giorni dai Consorzi di Bonifica dell'Emilia Romagna ci consegnano un dato allarmante: i terreni agricoli hanno raggiunto il limite per la sopravvivenza delle coltivazioni agricole, al punto che l'acqua presente nel suolo è addirittura al di sotto dei livelli del dicembre 2016.

Bologna – 15 - 6 -2017 - L'Italia ha sete e l'Emilia Romagna purtroppo si trova in cima a questa speciale classifica e se il clima di questi ultimi sei mesi non lascerà immediatamente spazio a significative precipitazioni che il servizio meteo-clima purtroppo non prevede (se non a carattere temporalesco violento e oltremodo distruttivo come nel caso di ieri sera sull'Emilia Occidentale) nelle prossime due settimane quella che oggi è già una situazione di emergenza supportata da dati inequivocabili potrebbe trasformarsi, in poche settimane, in una emergenza catastrofica, scatenando conflitti per l'acqua tra i territori e danni colossali per l'intero agroalimentare regionale.

L'ANBI Emilia Romagna, forte degli ultimi rilievi registrati direttamente nelle locali falde acquifere superficiali dai suoi esperti (operanti nei Consorzi di Bonifica), aggiunge una ulteriore prova che l'iniziativa del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini di chiedere lo Stato di Emergenza per tutta la regione non è stato allarmismo preventivo bensì un dato di fatto già conclamato. I dati rilevati in campo negli ultimi giorni ci dicono chiaramente che a livello regionale le falde sono completamente scariche e che i livelli raggiunti sono, in quasi tutti i territori della Regione, al di sotto di quelli registrati durante l'inverno.

A questo punto la situazione inizia ad essere davvero preoccupante: quantità di acqua nelle falde praticamente nulla, riserve negli invasi quasi azzerate e a differenza delle annate maggiormente siccitose 2011-2012 si aggiunge che tale stato di crisi è arrivata a giugno quando l'agricoltura ha bisogno di massimo apporto di acqua che si protrarrà fino a tutto il mese di agosto. I Consorzi di bonifica che trasportano la risorsa a quasi tutti l'agricoltura regionale lanciano l'allarme richiamando tutti i portatori d'interesse a "fare sistema" mettendo al centro delle loro scelte questa priorità, in caso contrario i prodotti tipici alla base del Made in Italy agroalimentare dell'Emilia Romagna quest'anno potrebbero venire colpiti duramente, provocando perdite enormi. Sotto il profilo della gestione dell'emergenza idrica i Consorzi di bonifica emiliano romagnoli, che approvvigionano di acqua un territorio a sud del Po e quindi chiaramente penalizzato se comparato alle pianure delle regioni più a monte, hanno maturato in questi anni una lunga esperienza elaborando sistemi di monitoraggio, maturato riconosciute competenze sull'utilizzo virtuoso della risorsa, praticato il risparmio idrico tramite la messa in punto di sistemi intelligenti come IRRINET-IRRIFRAME. Certo è che una situazione grave come quella che si è venuta a creare in questo inizio estate 2017 non offre spunti di particolare ottimismo e a questo si aggiunge il timore che le piogge , se arriveranno, siano più distruttive che rigeneranti per l'agricoltura.

Il presidente dell'ANBI ER Massimiliano Pederzoli non ha dubbi "Le falde scariche come mai prima dimostrano che la situazione è di emergenza reale e rischia anche di generare, oltre a danni colossali, anche situazioni di tensione tra i territori se non si metteranno a punto da subito, precise e condivise norme di comportamento in situazioni di tale gravità" .

Anche i grandi invasi presenti nella parte occidentale della regione, per la precisione le dighe piacentine di Molato e Mignano, sono ai minimi storici di capacità d'invaso.

In questo momento solo il Canale Emiliano Romagnolo (CER) conserva disponibilità di acqua ed è in grado di essere anticiclico, finchè gli sarà possibile il prelievo dal fiume Po che nelle ultime ore ha anch'esso registrato comunque un calo rilevante di quasi mezzo metro. Non và infine dimenticato che l'acqua del CER oltre ad essere fondamentale per l'agricoltura di 5 Province approvvigiona anche tre potabilizzatori in Romagna: quello di Ravenna-Bassette, Ravenna-Standiana e Forlimpopoli-Selbagnone. In cifre una fornitura che supera i 1300 litri al secondo (110.000 metri cubi di acqua al giorno) per soddisfare le esigenze di consumo di oltre 500 mila abitanti.

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Editoriale: Borghesia cercasi - Gran rimbalzo dei derivati del latte. - Cereali e dintorni. Prosegue la risalita della farina di soia ogm free. - Vino: boom di richieste per nuovi vigneti. Informatore agrario: 25 volte più degli ettari disponibili -

SOMMARIO Anno 16 - n° 20 21 maggio 2017
1.1 editoriale
Borghesia cercasi
2.1 lattiero caseario
Gran rimbalzo dei derivati del latte.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Prosegue la risalita della farina di soia ogm free.
4.1 coltivazioni ogm OGM, nuovo record di superficie coltivata
5.1 vino Vino: boom di richieste per nuovi vigneti. Informatore agrario: 25 volte più degli ettari disponibili
5.1 finanza Reggio Emilia: UniCredit per il settore agroalimentare
6.1 mais e soia Mais e Soia. Stime per la nuova stagione
6.2 emergenza irrigua Piacenza. E' emergenza irrigua
7.1 biogas Prima giornata del biogas in Emilia Romagna
8.1 promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

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 20170522-COP

 

Editoriale: La punta dell'iceberg - Tornano a salire i derivati: latte spot e burro. - Cereali e dintorni. Consumi ancora tiepidi. - "Custodire le acque, coltivare il futuro": incontro a Gualtieri il 15 Maggio - "Combi mais 4.0", la punta di diamante del "Mais in Italy" - La parmigiana Patty Nevi si piazza al terzo posto assoluto alla prima gara del campionato italiano OCR -

SOMMARIO Anno 16 - n° 19 14 maggio 2017

1.1 editoriale
La punta dell'iceberg
2.1 lattiero caseario Tornano a salire i derivati: latte spot e burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Consumi ancora tiepidi.
4.1 bonifica "Custodire le acque, coltivare il futuro": incontro a Gualtieri il 15 Maggio
4.2 cereali USDA Cereali e dintorni. Aggiornamento dati USDA.
5.1 Mais in Italy "Combi mais 4.0", la punta di diamante del "Mais in Italy"
6.1 FARM RUN La parmigiana Patty Nevi si piazza al terzo posto assoluto alla prima gara del campionato italiano OCR
7.1 Frutta italiana Macfrut, Ismea: cresce il valore dell'ortofrutta italiana
8.1 promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

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 20170514-COP

 

Domenica, 07 Maggio 2017 08:56

Pianeta grano 2017.

Si rinnova l'appuntamento con Pianeta Grano 2017 all'insegna dell'agricoltura di precisione e degli scenari futuri. Il 9 Maggio prossimo a Jolanda di Savoia (Fe) CAE e Bonifiche Ferraresi organizzano un' intera giornata dedicata all'innovazione in agricoltura. Nel corso della mattinata visite guidate ai campi dove sono state effettuate le numerose prove varietali

Rinnovato anche per il 2017 l'appuntamento open day con la manifestazione Pianeta Grano organizzata dal Consorzio Agrario dell'Emilia e da Bonifiche Ferraresi a Jolanda di Savoia di Ferrara.
Il progetto informativo dedicato alle colture tipiche - con particolare riferimento al grano – e indirizzato a tutti gli interpreti della filiera e non solo, ha l'ambizione di proporre ogni anno un incontro che possa rappresentare un vero e proprio punto di riferimento stagionale all'insegna dell'innovazione per il comparto agroalimentare.

In quest'occasione che si terrà il giorno 9 Maggio prossimo gli organizzatori dell'evento porranno all'attenzione del pubblico - già particolarmente numeroso viste le adesioni già confermate – il tema "Pianeta Grano 2017: L'agricoltura di precisione scende in campo", un approfondimento mirato a 360° sulle molteplici novità offerte dalla ricerca tecnico-scientifica, tecnologica e su quelli che saranno i principali trend dell'immediato futuro.

La cura e la gestione precisa ed oculata delle coltivazioni è senza dubbio una nuova importante frontiera del settore agricolo con cui fare i conti e soprattutto potenziale ed ulteriore strumento necessario per poter arrivare preparati all'appuntamento con processi produttivi sostenibili e maggiormente redditizi. A tal proposito il programma della giornata inizierà già nel corso della mattinata - a partire dalle ore 10,30 - con la visita ai campi prova di "frumento" insieme agli esperti del Consorzio Agrario: un excursus guidato che si terrà sempre all'interno di Bonifiche Ferraresi.

Per i tecnici e gli operatori sarà un'occasione per conoscere dettagliatamente le più recenti e innovative selezioni varietali dei frumenti teneri e duri.

Nel pomeriggio, dalle 15,30, alcuni esperti del settore si confronteranno sul palco del convegno "Agricoltura di precisione" moderato dal giornalista Andrea Gavazzoli. Interverranno nell'ordine: Federico Vecchioni (Amministratore Delegato Bonifiche Ferraresi), Mauro Tonello (Presidente Consorzi Agrari d'Italia), Gabriele Cristofori (Presidente Consorzio Agrario dell'Emilia), L.Pollini (Amministratore Delegato di BIA s.p.a.) sul tema: Filiera controllata inseguendo il DNA della varietà , D.Misturini (Agronomo) "Agricoltura di precisione :esperienze in campo".

20170503-Invito

Una straordinaria e spettacolare operazione di dragaggio del Po a Boretto consentirà alle imprese agricole di poter contare in anticipo sulle acque irrigue per le colture. Emilia Centrale e AIPO hanno collaborato per liberare gli impianti idrovori del Consorzio da una vera e propria penisola di 200 mt di sabbie e fanghi che impedivano il completo sollevamento delle acque per la distribuzione irrigua.

Borett, 4 aprile 2017

Il caldo da record del mese di Marzo e dei primi giorni di Aprile, secondo soltanto a quello del 2012 con punte di 26 gradi e 13-15 millimetri di pioggia caduta rappresenta un fatto eccezionale che ha significato quasi l'80% di precipitazioni in meno rispetto alla media del periodo. Un dato assolutamente non sottovalutabile soprattutto per le nostre colture in cui la siccità potrebbe diventare preoccupante se la tendenza non s'invertirà a stretto giro di posta fra la fine del mese in corso e quello di Maggio. Per queste ragioni la richiesta irrigua da parte delle imprese agricole reggiane è diventata sempre più crescente e il Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale si è reso subito interprete delle necessità manifestata con un'utile operazione straordinaria, anche spettacolare nella forma, per incrementare in modo rapido e proficuo la quantità di acqua disponibile per le nostre colture tipiche. In stretta sinergia e sotto alta sorveglianza di AIPO si è provveduto, mediante l'impiego di un'imponente draga, a spostare fisicamente una ingente quantità di sabbie dall'alveo del fiume Po che avevano creato una caratteristica penisola di quasi 200 metri di lunghezza. Questo corposo tratto di fanghiglia limacciosa impedivano che i due impianti idrovori di sollevamento dell'Emilia Centrale a Boretto potessero derivare i flussi per poi, attraverso la fitta rete di bonifica in gestione ai due Consorzi dell'Emilia Centrale e di Terre di Gonzaga, consegnarli alle aziende agricole reggiane, modenesi e mantovane che ne avevano e ne hanno tutt'ora necessità. L'operazione è durata circa tre giorni e ora il punto di insabbiamento e deposito che ostruiva la derivazione è stato completamente liberato a beneficio delle pompe idrovore che hanno ripreso a pieno ritmo la loro funzione garantendola fornitura della risorsa idrica in un comprensorio di circa 140mila ettari vocato a produzioni di pregio (Parmigiano Reggiano, vino, pere ecc.).

(Fonte: Consorzio Bonifica Emilia Centrale)

Pubblicato in Ambiente Reggio Emilia

Agrinsieme: terzo pronunciamento che conferma gravi violazioni e inquinamento del voto. Ora confronto corretto e nuove elezioni.

Reggio Emilia 9 marzo 2017 -

"Dopo aver vissuto in prima persona le elezioni del dicembre 2015 per il rinnovo degli Organi amministrativi del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale e aver letto i relativi verbali, non avevamo dubbi sulla sentenza che il Tar avrebbe potuto emettere di fronte ad irregolarità così macroscopiche".

Ad esprimersi in questi termini, all'indomani della sentenza che ha respinto il ricorso presentato da Coldiretti e Lapam-Confartigianato, sono i rappresentanti della lista "TerrAcqua", che il 13 dicembre 2015 raggruppò 11 associazioni di categoria (e tra queste Cia, Confagricoltura, Copagri, Confcooperative e Legacoop, rappresentate da Agrinsieme) in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio della Bonifica.

"La sentenza - proseguono le associazioni - respinge la pretesa di Coldiretti e Lapam-Confartigianato di convalidare una competizione palesemente inquinata da un alto numero di violazioni, così come avevano sancito i controlli del Comitato amministrativo uscente e poi, in modo più approfondito, l'ex magistrato Zincani, incaricato dalla Regione Emilia Romagna nell'ambito della gestione commissariale del Consorzio stesso dopo la non convalida del voto".

"Con quello giunto ora - sottolineano gli esponenti di Agrinsieme - sono ormai tre i pronunciamenti che si sono succeduti su quelle elezioni, e tutti sono andati a confermare (quando non ad aggravare) le irregolarità segnalate nel reclamo iniziale da parte di componenti della nostra lista e che hanno trovato pieno riscontro in tutte le occasioni. Infatti, la sentenza del Tar dichiara improcedibile il ricorso della Lista sostenuta da Coldiretti e Lapam-Confartigianato, mentre "i motivi aggiunti sono in parte inammissibili e in parte infondati".

"Va aggiunto - ricordano le associazioni - che il testo della sentenza rende pienamente giustizia alla correttezza dei comportamenti di tutti gli Organi che hanno deliberato in merito, a partire dal Comitato fino al Commissario e al suo Consulente. In definitiva, il Tar respinge tutte le obiezioni mosse nei riguardi delle decisioni assunte da questi soggetti da parte della lista Coldiretti, condannata al pagamento delle spese di giudizio".

"Riteniamo – affermano i rappresentanti di Agrinsieme – che l'assurda pretesa di passare sopra ad ogni elementare senso di legalità dovrebbe ora cadere definitivamente, lasciando il posto ad un confronto corretto e democratico che riporti il Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale nel pieno delle sue funzioni".

Su questo versante, le associazioni di Agrinsieme esprimono una valutazione positiva sulla gestione in corso da parte del Commissario nominato dalla Regione. "Tuttavia - aggiungono - è necessario che si torni al pieno potere decisionale dei contribuenti, che in questo periodo abbiamo cercato in ogni caso di assicurare in collaborazione con il Commissario".

"Ora - conclude Agrinsieme – auspichiamo che ci siano le condizioni affinché la Regione possa fissare al più presto nuove consultazioni dei contribuenti del Consorzio di Bonifica dell'Emilia centrale".

Alcuni momenti della riunione operativa di inizio anno delle maestranze del Consorzio della Bonifica Parmense, propedeutica agli interventi di pianificazione del dissesto idrogeologico per l'attività 2017 nel territorio parmense

Parma, 20 gennaio 2017 - "La riunione propedeutica di tutti i tecnici della montagna - sottolinea il direttore Meuccio Berselli introducendo i lavori - è importantissima per organizzare tutti i sopralluoghi e tutti i monitoraggi per capire quali sono i punti più critici e i punti in cui il Consorzio di Bonifica dovrà fare gli interventi di mitigazione del dissesto".

"La difesa attiva dell'appennino è un progetto che ormai va verso il sesto anno - sottolinea Matteo Dacci responsabile del progetto - consente di andare direttamente dentro le aziende agricole per seguire le operazioni prima, durante e dopo l'intervento." Una attività di prevenzione che trova nelle aziende agricole un partner ideale in quanto a conoscenza del territorio e che vivono direttamente i problemi della loro zona.

VIDEO: https://youtu.be/dDcXXgRkCmU 

Nell' ordine: 1) intervista a Meuccio Berselli, Direttore Consorzio della Bonifica Parmense; 2) intervista a Matteo Dacci, Responsabile Progetto Difesa Attiva Appennino.