Sono passati ben 25 anni da quando tre giovani del quartiere – Graziano, Franco e Marco – ebbero un’idea semplice e geniale: organizzare un moderno “apericena” all’aperto, allestendo tavoli lungo la via e condividendo cibo e bevande con i vicini. Un gesto di amicizia e di apertura che, anno dopo anno, è diventato una tradizione capace di resistere al tempo e alle mode.
Oggi come allora, ogni fine estate la magia si rinnova.
La tecnologia che in molti casi allontana ma in occasioni come questa, avvicina: un whatsapp nella chat del quartiere e così tutti i residenti si organizzano: chi prepara la pizza, chi la torta fritta, chi porta dolci, salumi e formaggi. Alle otto di sera la tavola è pronta, ma già dalle sei e mezza la via è in fermento.
Graziano, Franco e Marco – oggi affiancati dalle loro consorti – si danno da fare per allestire i tavoli, apparecchiare con cura e accogliere vecchi e nuovi abitanti della via. Non mancano infatti le “vecchie glorie”, persone che hanno cambiato residenza, ma che continuano a sentirsi parte della famiglia di Via Santi, per loro, e per chi è rimasto, lo spirito è sempre lo stesso.
Ogni edizione diventa un viaggio nel passato, un amarcord che riporta alla memoria gli anni dell’infanzia, quando quei tre ragazzi erano discoli e monelli e che tra una partita di calcio e una di pallavolo finivano sempre col tirare il pallone contro le amate rose di nonna Disolina. E non erano certo momenti allegri!
Allora gli anziani erano rispettati e potevano rimproverare anche i figli degli altri. Le mamme scendevano in strada con lo zoccolo in mano, pronte a rimettere in riga chi non rispettava le regole.
Erano gli anni in cui bastava un urlo dalla finestra per richiamare i bambini a casa all’ora di cena. Anni di corse scalzi sull’asfalto, di corpi tonici forgiati non dalla palestra, ma dagli alberi di fichi di nonna Violetta, che nonostante la preoccupazione per le acrobazie, preparava sempre una merenda per tutti. Se non ci riusciva lei, c’era Luisa con la sua gelatiera, capace di produrre porzioni giganti di gelato, o Luciana, che portava le merende direttamente dal negozio di alimentari che aveva in piazza a Noceto.
Ricordi lontani, ma vivi nei cuori di chi c’era, storie di vita che riaffiorano ogni anno come se fossero accadute ieri.
Via Santi …poche case, ma tanta umanità. Qui sopravvive quello spirito di fratellanza che apparteneva ai nostri nonni, quando la sera si ritrovavano nella corte centrale, intorno a una radio, ad ascoltare il Festival di Sanremo o a raccontarsi storie di guerra, di lavoro, di passione.
Da 25 anni questa tradizione conferma una grande verità: anche al tempo della tecnologia è sempre l’uomo a fare la differenza. È l’uomo che porta calore, amicizia, sorrisi ed emozioni.
Via Santi non è solo una strada. È una comunità, un piccolo mondo a misura d’uomo, dove in ogni giardino un cane abbaia per salutarti, dove chi si affaccia al balcone non può fare a meno di scambiare due chiacchiere, e dove scendere per strada significa incontrare qualcuno pronto a darti un saluto sincero, un abbraccio vero.
Via Santi: dove il tempo si è fermato per ricordarci che la vita, quella vera, è fatta di persone.












































































