Se il blocco economico e militare attivo dal 2007 da parte di Israele nella Striscia di Gaza ha limitato per anni l’accesso ai beni essenziali, è l’attacco simultaneo di Hamas dell’ottobre 2023 ad aver dato inizio ad un conflitto sanguinoso e intenso, con pesanti bombardamenti, distruzione delle infrastrutture, migliaia di vittime civili e una crisi umanitaria senza precedenti.
Gaza è infatti sotto un blocco totale che sta provocando la mancanza di cibo, acqua, elettricità e cure mediche. Per tutte le comunità che vivono in condizioni di estrema precarietà, gli aiuti umanitari costituiscono l’unico mezzo di sopravvivenza, ma la loro distribuzione è spesso ostacolata da barriere politiche, logistiche e militari.
Nonostante ciò, sono diversi gli enti internazionali che operano costantemente per fornire assistenza alla popolazione: ad esempio, gli aiuti umanitari di Medici Senza Frontiere in Palestina offrono supporto al sistema sanitario locale sovraccarico e forniscono assistenza in queste circostanze estreme, tramite programmi nutrizionali, sanitari e di supporto psicologico.
Ad oggi però, la situazione in Palestina resta estremamente critica: le operazioni militari continuano intensamente, con bombardamenti e attacchi che continuano a causare vittime civili, la carenza di beni di prima necessità è in crescita e i tentativi di tregua e di cessate il fuoco non stanno portando a risultati concreti.
Da qui la necessità, oltre che di un accordo duraturo, anche di assicurare aiuti umanitari e soccorso a chi soffre e rischia di morire ogni giorno.
Quali sono gli aiuti umanitari necessari in Palestina
Secondo i rapporti dell’OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari), i bisogni più urgenti in Palestina includono l’immediato accesso all’acqua pulita e ai servizi igienici e cure mediche d’emergenza, in particolare per i feriti e i malati cronici.
Fondamentale anche, a livello di aiuti umanitari, riuscire a garantire un efficace sostegno nutrizionale per bambini e donne in gravidanza e un concreto supporto psicologico, soprattutto per i minori traumatizzati dai conflitti.
Essenziale anche procedere con la ricostruzione di case, scuole e strutture sanitarie danneggiate o distrutte, per consentire una sorta di “ritorno alla normalità” che al momento appare, però, quasi impossibile visto il blocco in atto.
Si tratta di una situazione urgente che richiede l’intervento della comunità internazionale, che deve assumere una posizione forte nel garantire non solo che l'assistenza umanitaria possa raggiungere chi ne ha più bisogno, ma anche una soluzione politica duratura del conflitto. Senza un processo di pace serio e inclusivo, ogni intervento umanitario rischia di essere solo una risposta temporanea a una crisi permanente.
Le difficoltà nella distribuzione degli aiuti umanitari in Palestina
Nonostante l'impegno internazionale da parte di enti e organizzazioni presenti sul territorio, come ad esempio Medici Senza Frontiere, la distribuzione degli aiuti umanitari in Palestina, soprattutto a Gaza, incontra numerosi ostacoli. Il principale è ovviamente il blocco terrestre, marittimo e aereo ai confini, che limita fortemente l’ingresso di beni e personale pronto a portare l’aiuto necessario.
C’è poi il problema legato alla sicurezza: bombardamenti e scontri armati mettono infatti a rischio la vita stessa degli operatori umanitari e rendono spesso impossibile l’accesso ad alcune aree. Inoltre, vanno a danneggiare e distruggere ospedali, scuole e centri di distribuzione degli aiuti, impedendo la gestione delle emergenze.
Complessa anche la situazione burocratica, con controlli e processi di ispezione doganale imposti dalle autorità israeliane e palestinesi che rallentano o bloccano l’arrivo degli aiuti, che devono poi superare la contesa politica a cui a volte vengono sottoposti, con accuse di strumentalizzazione da entrambe le parti del conflitto che causano ritardi, ulteriori restrizioni e sospetti.
Infine, il motivo più pericoloso: la gravità della crisi ha causato un bisogno umanitario enorme e improvviso, a cui è difficile rispondere anche per le organizzazioni più preparate. Le scorte si esauriscono rapidamente e il ritmo degli aiuti non riesce a tenere il passo con la richiesta.