Tra i nomi che circolano, quello del Cardinale Pierbattista Pizzaballa emerge con una forza e una rilevanza uniche, soprattutto in un momento storico così delicato e complesso per il mondo. La sua elezione a Pontefice non sarebbe solo una scelta di continuità, ma un vero e proprio atto di coraggio e lungimiranza, capace di proiettare la Chiesa in un ruolo attivo e determinante nella costruzione della pace, soprattutto in Medio Oriente.
Un uomo del dialogo, formato sul campo
Il Cardinale Pizzaballa non è un uomo di curia, chiuso tra le mura vaticane. La sua vita è un viaggio, un’esperienza immersiva nel cuore delle tensioni e delle speranze del Medio Oriente. Nato a Cologno al Serio in provincia di Bergamo nel 1965, entra nell'Ordine dei Frati Minori e inizia un percorso che lo porta in Terra Santa, dove vive e opera per quasi trent'anni, diventando una figura di riferimento per la comunità cristiana locale e un interlocutore rispettato dalle autorità israeliane e palestinesi. Nel 1990 si trasferisce a Gerusalemme dove nel 2004 viene assegnato alla Custodia di Terra Santa e guardiano del Monte Sion.
La sua conoscenza approfondita della regione, la sua capacità di ascolto e di dialogo, la sua padronanza delle lingue, italiano, ebraico, arabo, lo hanno reso un mediatore prezioso in situazioni di conflitto e di crisi. Come Patriarca di Gerusalemme ha guidato la comunità francescana in un periodo particolarmente difficile, caratterizzato da tensioni politiche e sociali, ma anche da un rinnovato impegno per il dialogo interreligioso e la promozione della giustizia.
Pizzaballa, il pacificatore in un Medio Oriente in fiamme
In un momento in cui il conflitto israelo-palestinese sembra irrisolvibile, con la spirale di violenza che si riaccende ciclicamente, la figura di Pizzaballa si staglia come un faro di speranza. La sua familiarità con le dinamiche locali, la sua profonda comprensione delle ragioni di entrambe le parti, la sua credibilità e la sua imparzialità lo rendono il candidato ideale per fungere da mediatore e facilitatore del dialogo.
La Chiesa, sotto la guida di Pizzaballa, potrebbe svolgere un ruolo cruciale nel promuovere la pace, sfruttando la sua influenza morale e la sua conoscenza capillare del territorio. Basti pensare che, in Terra Santa, le chiavi del Santo Sepolcro, luogo simbolo della cristianità, sono affidate da secoli alla custodia di una famiglia musulmana. Un gesto di fiducia e di rispetto reciproco che testimonia la possibilità di convivenza pacifica tra fedi diverse.
Ingresso del Santo Sepolcro
Una visione di dialogo interreligioso e pace globale
La vicinanza tra cristianesimo e islam è un dato di fatto spesso dimenticato. Il Corano, libro sacro dei musulmani, cita più volte figure centrali della tradizione cristiana, come Gesù "Isa" e Maria "Maryam", considerati profeti e figure di grande importanza. Anche Mosè e Abramo, patriarchi della fede ebraica, sono figure venerate nell'Islam.
Pizzaballa, con la sua profonda conoscenza del mondo islamico, è consapevole di questi legami e crede fermamente nella possibilità di costruire ponti di dialogo e di comprensione reciproca. I suoi libri, come "Il coraggio della pace" e altre pubblicazioni sul Medio Oriente, testimoniano il suo impegno per la promozione della giustizia e della riconciliazione tra i popoli.
La sua visione di un papato all'insegna del dialogo interreligioso e della pace tra i popoli, unita alla sua esperienza sul campo e alla sua profonda spiritualità, lo rendono il Papa ideale per guidare la Chiesa in un momento di grandi sfide e trasformazioni. La sua elezione a Pontefice non sarebbe solo una scelta saggia, ma un vero e proprio investimento per il futuro dell'umanità.