Domenica, 13 Aprile 2025 06:27

Il reinserimento lavorativo delle persone ristrette In evidenza

Scritto da Raffaele Crispo e Elvis Ronzoni

di Raffaele Crispo ed Elvis Ronzoni Parma, 12 aprile 2025 -

Venerdì 11 aprile a Palazzo Soragna, presso la sede dell’Unione Industriali si è celebrato un convegno sull’importanza del lavoro per le persone detenute e sulla necessità che la società dia maggior spazio e fiducia a chi sta scontando la pena presso gli Istituti Penitenziari di Parma.

Ad aprire e poi successivamente a moderare i lavori ha provveduto Giuseppe La Pietra componente del Segretariato permanente del CNEL per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale, il quale ha introdotto il tema dell’incontro non senza avere ringraziato i relatori che hanno risposto all’invito e le tante persone presenti in sala.

La Pietra è stato uno dei testimoni di quel protocollo che fu redatto circa un anno fa e che ha stretto ad un unico impegno varie istituzioni quali l’Unione Industriali Parmense, il Comune di Parma, la Direzione del Carcere di Parma e la Direzione UDEPE affinché ci fosse una migliore collaborazione tra gli enti e si potesse favorire il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti.

Il primo a porgere i saluti ed il benvenuto è stato Gabriele Buia, Presidente dell’Ordine Parmense degli Industriali, il quale ha parlato della necessità per gli imprenditori di avere mano d’opera e pertanto ha detto che sono molto utili i profili professionali e attitudinali dei lavoratori attualmente reclusi. Buia ha fatto cenno anche allo sportello sociale istituito per assicurare a questi lavoratori un’opportuna formazione. Di seguito è intervenuto Ettore Brianti, assessore comunale alle Politiche Sociali, il quale ha ricordato i tanti impegni assunti dal Municipio di Parma tutti rivolti nella stessa direzione affinché sia garantito, per le persone recluse, un accesso facile e protetto al mondo del lavoro e anche ai diritti veri e propri.

Le parole e l’impegno di Brianti sono state da stimolo per l’intervento di Annalisa La Greca, Vicedirettrice del nostro carcere cittadino, la quale si è augurata che tutti questi percorsi portino ad un risolutivo o sensibile abbattimento della recidiva e ha promesso di collaborare e sostenere tutto il lavoro di profilazione. Dello stesso avviso Laura Torre, Direttrice UDEPE di Reggio Emilia, con competenza anche su Parma la quale ha parlato dell’incontro di Palazzo Soragna come di un momento prezioso e provvidenziale considerando il lavoro “un volano di libertà”.

Successivamente l’intervento di Roberto Cavalieri, Garante Regionale per i diritti delle persone private della libertà personale, che ha invitato tutti a dare concretezza alle parole e soprattutto a pensare che, in questo percorso, l’ostacolo più grande è quello di abbattere i tanti pregiudizi che la gente comune ha nei confronti dei detenuti. Solo quando non ci sarà più tale problema si potrà serenamente pensare ad un reinserimento lavorativo di chi è in carcere o ha trascorso molto tempo in esso. Cavalieri ha sottolineato che il primo nemico non è la delinquenza ma la povertà di chi delinque e ciò risulta vero nella stragrande maggioranza dei casi. In seguito, c’è stato l’intervento di Stefano Mendogni, Vicepresidente dell’Ordine dei Commercialisti, il quale ha iniziato parlando della sua esperienza fatta in Amazzonia dove ha imparato a non giudicare chi è in carcere e dove ha capito che tutti noi, ed in particolar modo le aziende, abbiamo il dovere di aiutare chi è detenuto.

Alle sue parole hanno fatto seguito quelle di Emilio Minunzio, Presidente del Segretariato permanente per l’inclusione sociale economica e lavorativa delle persone ristrette, il quale è partito dal protocollo d’intesa siglato a Parma e ha affermato: “la macchina ora è partita, anche il CNEL è sceso in campo e c’è molta attenzione ed interesse da parte delle forze politiche ed imprenditoriali”. Minunzio ha chiesto una collaborazione sempre più forte fra i vari enti affinché siano offerte maggiori e migliori opportunità di formazione e lavoro ed ha arricchito il suo intervento con una panoramica nazionale degli sforzi e dei progetti che si stanno facendo in tal senso.

Molto attese, anche, le parole di Silvio Di Gregorio, da poco Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Emilia-Romagna, ma conosciuto soprattutto per essere stato per tanti anni il Direttore del carcere di Opera. Di Gregorio si è complimentato per l’iniziativa lodando tutti gli enti chiamati in causa ed eleggendo tale protocollo a modello per altre realtà provinciali della nostra regione. Si è augurato che ci siano incentivi per l’attivazione di tirocini formativi, apprendistato, assunzione o proroga dei contratti di lavoro.

Dello stesso tenore è stato l’intervento di Maria Letizia Venturini stimata Presidente del Tribunale di Sorveglianza a Bologna, la quale ha affermato che un protocollo siffatto è di grande aiuto anche per chi ricopre il suo ruolo ed ha le sue responsabilità.

A seguire ci sono stati gli interventi programmati come quello della avvocata Maria Rosaria Nicoletti dell’Ordine Forense di Parma che ha definito la realizzazione di tale protocollo come una buona pratica e non ha nascosto le difficoltà che ci sono nel passare dalla teoria alla realtà, assicurando la piena disponibilità di tutto l’Ordine. La Nicoletti ha preceduto l’intervento di altre due avvocatesse del Foro di Parma entrambe facenti parte della Camera Penale, Valentina Tuccari in qualità di Presidente e Monica Moschioni quale responsabile dell’Osservatorio Carcere. Da parte loro ci sono state parole di viva soddisfazione perché grazie alla loro professione da anni raccolgono le attese e le speranze delle persone detenute ed ora finalmente possono dare risposte concrete alle loro richieste. Le avvocatesse hanno fatto presente l’importanza del lavoro come mezzo di emancipazione e che sosteranno e promuoveranno convintamente il progetto presso i loro assistiti affinché ne conoscano tutte le opportunità offerte.

Ha concluso gli interventi programmati Mauretta Ghirardi, da anni volontaria dell’associazione “Per Ricominciare” e negli ultimi anni volontaria anche del Patronato ACLI, la quale ben conosce la realtà carceraria e ha chiaro il polso della situazione. La Ghirardi, tra le varie cose, ha parlato dell’importanza delle relazioni famigliari e ha detto che moltissimi detenuti non conoscono nemmeno i loro diritti, né tanto meno quei diritti che hanno perso a causa della condanna.

Molto importanti, significativi ed emblematici sono state le testimonianze di due imprese, la Chibo e la Cooperativa Biricca entrambe impegnate nel progetto e pronte a continuare a sostenerlo negli anni. Da sempre queste realtà aziendali danno fiducia alle persone detenute dando loro dignità ed un reddito; la prima consentendo ai detenuti di smontare e rigenerare i computer, la seconda gestendo la lavanderia che è presente da alcuni anni all’interno del carcere. 

La lunga serie di interventi ha trovato la conclusione nelle parole di Veronica Valenti, Garante cittadina per i diritti delle persone recluse, la quale ha auspicato un coordinamento di tutte le attività previste nel protocollo. La professoressa Valenti ha parlato della dignità del lavoro e della necessità di sviluppare politiche attive a favore di tale parte di popolazione. Insomma, a suo dire, il lavoro permette di acquisire competenze, di trovare un’identità professionale e di sentirsi utili alla società.

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