Martedì, 16 Febbraio 2021 16:23

Fisiokinesiterapia: cos’è e a cosa serve In evidenza

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La fisiatria (nota anche come medicina fisica e riabilitativa) è quella branca della scienza medica

che si occupa di diagnosticare e curare le disabilità derivanti da patologie invalidanti di qualsiasi genere. Questo tipo di malattie ha come effetto principale quello di ridurre la capacità motoria dell’individuo, attaccando l’apparato muscolare, le ossa o il sistema nervoso. Il medico specialista in medicina fisica e riabilitativa è il fisiatra che spesso collabora con un altro specialista, il chinesiologo. La chinesiologia (o kinesiologia), infatti, è una delle branche della medicina riabilitativa che più spesso affianca la fisioterapia, soprattutto per quanto riguarda i trattamenti riabilitativi. Da qualche anno a questa parte, non a caso, la fisiokinesiterapia è sempre più diffusa, come alternativa o soluzione integrativa alla più canonica fisioterapia. Ma di cosa si tratta nello specifico? In questo articolo vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

In cosa consiste la fisiokinesiterapia

Il termine kinesi (o chinesi) deriva dal greco e vuol dire movimento; di conseguenza, la fisiochinesiterapia può essere definita come un trattamento di riabilitazione fisiatrica basata su esercizi di movimento. Lo scopo è quello di ripristinare le funzionalità motorie, a seconda delle condizioni del paziente, attraverso il ricorso a pratiche riabilitative mirate, eseguite da un professionista esperto e qualificato (chinesiterapista). È possibile sottoporsi a trattamenti di questo tipo sia presso una struttura del Servizio Sanitario Nazionale sia rivolgendosi ad un centro di terapia come Ionoforetica, l’opzione migliore per chi cerca un fisioterapista a Bologna e dintorni.

Dal punto di vista pratico, la fisiokinesiterapia può essere attiva o passiva. Nel primo caso, il paziente partecipa attivamente agli esercizi di riabilitazione, eseguendo specifici movimenti su indicazione del terapista. Nel secondo, invece, il paziente non esegue i movimenti in maniera autonoma ma lascia che sia il terapista a manipolare la parte interessata dal trattamento. La terapia può, inoltre, essere svolta con una approccio integrativo, che combina partecipazione attiva e passiva da parte del paziente; in tal caso, si parla di fisiochinesiterapia assistita. Le tecniche utilizzate dagli specialisti includono terapia manuali, rivolte sia ai muscoli che alle articolazioni, come ad esempio massaggi, contrazione muscolare, manipolazione vertebrale, decaptazione articolare, facilitazione neuromuscolare ed esercizi propriocettivi (ossia che stimolano la capacità di riconoscere la posizione del proprio corpo all’interno dello spazio).

Va inoltre sottolineato come i protocolli di fisioterapia e kinesiterapia possano essere integrati da specifici trattamenti strumentali quali:

  • onde d’urto;
  • elettrostimolazione;
  • laserterapia;
  • ionoforesi;
  • ultrasuoni;
  • magnetoterapia.

Quando serve un trattamento chinesiologico

Determinare il tempismo con il quale sottoporsi ad un trattamento di fisiochinesiterapia non è semplice, in quanto è impossibile fornire una risposta univoca valida per ogni tipologia di paziente. In linea di principio, la necessità di affrontare un percorso riabilitativo di questo tipo si concretizza quando vengono diagnosticate specifiche patologie invalidanti. La diagnosi può avvenire solo dopo un consulto specialistico, ossia una visita fisiatrica. In presenza di una sintomatologia incognita o riconducibile ad un trauma, su consiglio del proprio medico curante ci si può rivolgere ad un fisiatra; il consulto può avvenire presso una struttura pubblica o privata (nel primo caso serve un’impegnativa firmata dal proprio medico curante). La visita è piuttosto breve e non richiede particolare preparazione; lo specialista, dopo l’anamnesi, si dedica alle zone interessate dall’evento traumatico o dalla manifestazione sintomatica (tramite ispezione visiva, manipolazione e stimolazione). Qualora lo ritenga opportuno, può richiedere ulteriori esami strumentali per approfondire il processo di diagnosi; quando il quadro clinico è sufficientemente chiaro, lo specialista può disporre le terapie necessarie la trattamento della patologia.

Nei casi più frequenti, la fisiokinesiterapia serve a curare problemi di tipo:

  • ortopedico (distorsioni, lussazioni, lesioni muscolari, infiammazioni);
  • neurologico (paralisi cerebrali, sclerosi multipla e patologie che compromettono la capacità neuromotoria dell’individuo);
  • reumatologico (spondilite e artrite);
  • cardiovascolare (soprattutto patologie coronariche).