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Martedì, 12 Maggio 2020 19:29

Tecnopolo Bologna. Il coronavirus non ferma il cantiere

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Questa mattina la visita del presidente Bonaccini: "lavori a pieno ritmo per completare entro luglio la nuova sede del Data Center del Centro meteo europeo". E si apre una nuova straordinaria opportunità: accordo col Governo per fare del Tecnopolo la sede anche del Programma di ricerca europeo Copernicus (250 ricercatori a regime).

"Per l'Emilia-Romagna e l'Italia la possibilità di essere sempre di più ai vertici nella ricerca internazionale su cambiamenti climatici, qualità dell'aria e gestione intelligente delle città". La Regione al lavoro per progettare l'offerta italiana.

Il cantiere per costruire il Tecnopolo di Bologna non si è mai fermato. Si lavora a pieno ritmo alla ex Manifattura Tabacchi, rispettando le norme previste dall’emergenza coronavirus, per completare entro le prime settimane di luglio l’infrastruttura di livello internazionale che ospiterà uno dei Data Center più potenti al mondo, quello del Centro Europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), organizzazione internazionale con sede a Reading (UK) che vede la partecipazione di 22 Stati membri, fra cui l’Italia, e 12 paesi cooperanti.

Il presidente Stefano Bonaccini, insieme all’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, ha visitato questa mattina il cantiere di via Stalingrado, per rendersi conto di persona dell’avanzamento dei lavori che la Regione Emilia-Romagna sta realizzando per conto del Governo italiano. L’opera è infatti oggetto di un accordo internazionale, ratificato con legge del Parlamento italiano, per un costo complessivo di 55,5 milioni di euro, di cui 43,5 milioni a carico del Governo italiano e 12 milioni a della Regione.

Sempre con il Governo, lo scorso 6 marzo la Regione ha sottoscritto un nuovo accordo di collaborazione per candidare il Tecnopolo di Bologna a diventare la sede delle attività di ricerca comunitarie del Programma europeo Copernicus, che verrà affidato a Ecmwf, e che a regime ospiterà 250 ricercatori. L’accordo di collaborazione, siglato con il ministero degli Esteri, prevede la progettazione delle opere, che dovranno essere terminate entro il 2022,e la preparazione dell’offerta italiana per rispondere alla call internazionale e predisporre la gara d’appalto, con i costi di queste attività per il 50 per cento a carico della Regione Emilia-Romagna e per il 50 per cento a carico del ministero degli Esteri.

Per completare il Tecnopolo di Bologna, oltre che per il potenziamento sia della partecipazione italiana a istituzioni e progetti di ricerca europei ed internazionali, sia del sistema di alta formazione regionale e ricerca meteo-climatica di Bologna, il Governo ha già stanziato 40 milioni di euro per gli interventi necessari a completare la realizzazione dell’infrastruttura (10 milioni per il 2020, 15 milioni per il 2021 e 15 milioni per il 2022).

Gli investimenti fatti e ciò che già ora è destinato a diventare il Tecnopolo di Bologna fanno dell’Emilia-Romagna la Data Valley europea. Ma per l’Italia e la nostra regione - sottolinea Bonaccini - si apre adesso una nuova, straordinaria opportunità: portare qui un progetto che farà scalare a noi e al Paese nuove posizioni nelle attività di ricerca internazionale legate alla meteorologia e climatologia. Copernicus è infatti uno dei più importanti programmi europei su cambiamenti climatici, qualità dell’aria e gestione intelligente delle città. L’Italia potrà contare su un vantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi e l’Europa rispetto a player internazionali come Stati Uniti e Cina. Considerata sia la presenza al Tecnopolo del nuovo Data Center del Centro meteo europeo e del supercomputer Leonardo, acquisito attraverso un importante finanziamento di 120 milioni di euro dell’Unione europea”.

La Regione Emilia-Romagna sta dunque procedendo con l’attività di progettazione della sede del Centro di Ricerca, in modo da poter ospitare le attività del nuovo Programma Copernicus. I rapporti fra il Centro ECMWF e il Governo italiano sono curati dalla Farnesina, che opera attraverso un gruppo interministeriale che vede la partecipazione di rappresentanti dei ministeri dell’Università e Ricerca e delle Finanze.

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