Mercoledì, 15 Gennaio 2020 14:39

Una manifestazione per Zeus, il cane ucciso a botte e gettato ancora vivo in un cassonetto In evidenza

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Sabato 25 gennaio, alle 13, è stata indetta una manifestazione pacifica con partenza da viale Gramsci, a Modena, e fino in via Toniolo, dove il povero cucciolo è stato trovato agonizzante in un cassonetto. Sotto accusa un 29 modenese, che ha picchiato il cane fino a ucciderlo.

Di Claudia Fiori Modena, 15 gennaio 2020 – Sdegno, dolore, rabbia, ma soprattutto voglia di cambiare le cose e fare sì che le pene per chi maltratta e uccide un animale siano inasprite e che i colpevoli paghino con il carcere. É questo l’obiettivo della manifestazione pacifica, che sabato 25 gennaio, alle 13, partirà da viale Gramsci, a Modena e sfilerà fino a via Toniolo, dove nel pomeriggio del 31 dicembre è stato trovato in un cassonetto il povero Zeus, un meticcio di taglia medio piccola, con il cranio fracassato di botte. Per lui, ancora vivo e agonizzante quando è stato trovato, non c’è stato purtroppo nulla da fare.

La storia del povero Zeus fa rabbrividire, ma purtroppo è solo l’ennesimo caso di maltrattamento e uccisione di animali in Italia. È appunto il pomeriggio del 31 gennaio quando la Polizia municipale viene chiamata perché alcuni ragazzi stanno scoppiando dei petardi nel Parco XXI aprile, in zona Sacca. Una pattuglia si reca sul posto, ma viene avvicinata da una residente che informa gli agenti di alcuni guaiti provenienti da un cassonetto dei rifiuti.
Gli operatori recuperano un sacco. Dentro c’è il povero Zeus, ancora vivo, ma con il cranio sfondato. Subito viene avvolto in una coperta e portato alla clinica veterinaria di riferimento per il Canile Comunale, dove, purtroppo, spira. Le botte che gli sono state inferte, come stabilirà l’autopsia a cui il cane è stato sottoposto, sono state talmente forti da aver provocato lo sfondamento del cranio e la conseguente morte dell’animale.


Nel frattempo, viene avviata un’indagine per risalire al responsabile del terribile gesto. E qui emerge una storia di superficialità, indifferenza e violenza che ha portato alla morte del povero Zeus. Il cane, infatti, era provvisto di microchip, che rimanda a una donna che abita a Formigine. Interpellata dagli agenti, la formiginese ammette di avere ceduto il cane qualche mese fa a un giovane di Modena, di cui ha solo un numero di telefono. Insomma, non potendo più tenere Zeus, lo ha superficialmente affidato al primo che glielo ha chiesto in adozione, senza verificarne i requisiti di idoneità, né preoccuparsi successivamente all’affido di verificare le condizioni in cui il cane era tenuto e, soprattutto, se stesse bene. È questa la prima, grave leggerezza che porterà al tragico finale.


Attraverso il numero di telefono fornito dalla precedente proprietaria di Zeus, gli agenti risalgono quindi a un 29 enne nato e cresciuto a Modena, pregiudicato, residente in un condominio signorile non lontano da dove è stato trovato il povero Zeus. Le videocamere di sorveglianza interna dello stabile, le cui immagini sono state acquisite ai fini delle indagini, hanno poi registrato proprio il giovane mentre, alle 2 di notte, porta fuori un sacco della spazzatura con dentro il povero cane. Ma qui emerge un’altra mancanza, quella dei vicini di casa che, interpellati dagli inquirenti, non solo hanno testimoniato di avere sentito forti colpi e guaiti nella notte tra il 30 e il 31 dicembre, ma che il povero Zeus era ripetutamente oggetto di violenze e maltrattamenti. Viene da chiedersi, quindi, se la morte del povero cucciolo poteva essere evitata, nel caso qualcuno avesse denunciato prima quanto succedeva. Zeus, purtroppo, non tornerà indietro e la sua è stata una fine atroce, ma si può fare qualcosa affinché altri animali possano essere salvati in tempo e i responsabili di violenza nei loro confronti puniti con una pena esemplare.
Attualmente, infatti, il reato di maltrattamento di animali, disciplinato dall’articolo 544 ter. c.p, che punisce chiunque “per crudeltà e senza necessità cagiona lesioni o sottopone a sevizie un animale” e introduce come circostanza aggravante la morte dell’animale stesso, è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni. Ma ciò significa che, nel 99% dei casi, chi viene processato e condannato, seppure pregiudicato con il 29 enne accusato di avere ammazzato di botte Zeus, non si farà un solo giorno di carcere poiché si vedrà la pena sospesa.


E proprio per chiedere un inasprimento delle pene, cambiando la legge attuale, ma anche per sensibilizzare le persone a denunciare i maltrattamenti di animali di cui vengono a conoscenza senza “girarsi dall’altra parte” che è stata organizzata la manifestazione di sabato 25 gennaio, alla quale parteciperanno diverse associazioni animaliste, tra cui Oipa, Leidaa Modena e N.O.G.E.Z Nucleo Operativo Guardie Eco Zoofile di Modena, ma anche tanti cittadini sensibili al tema. L’appello è stato condiviso sui social anche da Rita Dalla Chiesa per invitare alla partecipazione e auspicare pene più severe.

Nel frattempo, Leidaa – Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente di Modena sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile nel processo che vede imputato il 29 enne modenese per l’uccisione di Zeus. Leidaa invita chiunque sia a conoscenza di situazioni di maltrattamento di animali a Modena e provincia di segnalarlo in forma privata al numero 3714406741 o all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. affinché si possa provvedere alle verifiche del caso e salvare una vita.

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