Lunedì, 05 Agosto 2019 14:00

La Banda dello spray al peperoncino era pronta a colpire a Ibiza e in Sardegna In evidenza

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La partenza per le due “capitali” del divertimento estivo era già stata programmata prima del blitz che ha portato in carcere cinque giovani residenti nel modenese. Intanto dalle indagini emergono nuovi particolari sul loro modus operandi e altre persone che potrebbero essere coinvolte.

MODENA –

Emergono nuovi particolari dall’inchiesta che ha portato nei giorni scorsi all’arresto di sei giovani di età compresa tra i 19 e i 22 anni, tutti residenti nel modenese, accusati di essere i responsabili della strage di Corinaldo, in cui persero la vita cinque giovanissimi e una mamma di 39 anni che alla discoteca Lanterna Azzurra stavano aspettando di assistere al concerto del trapper Sfera Ebbasta.

Si tratta, ricordiamolo, di Ugo Di Puorto, 19 anni, figlio del boss Sigismondo, referente del clan dei Casalesi nella zona di Modena, tutt’ora in carcere, Raffaele Mormone, 19 anni, residente a San Cesario sul Panaro, Andrea Cavallari, 20 anni, residente a Bomporto, Moez Akari, 22 anni, residente a Castelnuovo Rangone, Badr Amouiyah, 19 anni, di San Prospero come Di Puorto, Sohuibab Haddada, 21 anni, anche lui di Bomporto. Un settimo ragazzo Eros Amoruso, anch’egli facente parte della “banda dello spray peperoncino”, è deceduto lo scorso aprile in un incidente stradale. Tra gli arrestati anche il 65 enne Andrea Balugani, titolare di un “compro oro” a Castelfranco Emilia e accusato di ricettazione. A lui si rivolgeva infatti la banda per vendere i proventi dei furti, per introiti che arrivavano anche a 15 mila euro al mese e che consentivano ai giovani di permettersi una vita agiata, tra auto e vacanze di lusso e abiti firmati. 

Secondo le intercettazioni del Gip di Ancona, che ha coordinato le indagini e disposto le misure cautelari, dopo Corinaldo, la banda non aveva affatto sospeso la propria attività criminale, anzi, proprio in questi giorni era loro intenzione partire prima per Ibiza, dove la gang aveva intenzione di partecipare “attivamente” al festival musicale Elrow per rapinare con il metodo ormai collaudato dello spray al peperoncino i giovani partecipante ai concerti. Attorno a Ferragosto, invece, la banda si sarebbe spostata in Sardegna, altra meta del turismo di lusso, con lo stesso intento di fare “man bassa” di preziosi. Programmi criminali fortunatamente sventati dall’arresto dei membri della banda.

Dalle indagini, tuttavia, emerge anche come i giovanissimi criminali si siano resi responsabili di un altro colpo, lo scorso 25 luglio, sempre nelle Marche, a Porto San Giorgio, sempre in occasione di un concerto di musica trap. Per l’occasione alcuni membri della banda hanno coinvolto altri due giovani, tra cui una ragazza, nella trasferta criminale.

In quell’occasione i colpi erano andati a segno, anziché con lo spray al peperoncino, con una “taser”; la pistola elettrica in dotazione alle Forze dell’Ordine. Quella sera stessa, tuttavia, la banca era incappata in un banale controllo stradale a Monte San Pietrangeli, nell’ambito del quale erano stati rinvenuti sia il taser, nell’auto della ragazza coinvolta, sia un bottino di due collane d’oro.

Si potrebbe ora aprire un fascicolo parallelo all’inchiesta principale, con almeno altre cinque persone coinvolte, anche se in maniera sporadica, che entrerebbero nel processo.