Giovedì, 24 Agosto 2017 15:52

Carabinieri. "Operazione falsa speranza": Sgominata la banda. In evidenza

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Bologna – Wuppertal, 24 agosto 2017 – Arrestata in Germania dalla Polizia tedesca una delle nigeriane coinvolte nell'operazione "Falsa speranza".
La Polizia tedesca ha eseguito un mandato di arresto europeo nei confronti di una ventisettenne nigeriana, destinataria del provvedimento emesso a seguito dell'operazione "Falsa speranza", un'indagine dei Carabinieri della Compagnia Bologna Centro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, tesa a smantellare un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione 

In attesa dell'estradizione, la donna, individuata a Wuppertal (una città extra circondariale tedesca situata nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia), su indicazione degli stessi Carabinieri di Bologna, è stata rinchiusa in carcere.

Bologna, 25 luglio 2017 – Alimentavano tratta di giovani nigeriane per sfruttarle: "Operazione falsa speranza" smantellata dai Carabinieri della Compagnia Bologna Centro un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
Un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione ed all'ingresso illegale sul territorio nazionale, avente base operativa a Bologna e composta da 11 soggetti nigeriani, è il risultato dell' "Operazione Falsa Speranza" del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro che questa notte ha eseguito un "Fermo di indiziato di delitto" nei confronti di tutti gli appartenenti all'agguerrito sodalizio criminale, interessando le Procure di Bologna, Modena, Bolzano e Crotone.

Il gruppo criminale investigato, cui vengono contestati numerosi reati ed interamente composto da nigeriani, aveva nel tempo creato un fiorente mercato degli schiavi in danno di ragazze nigeriane, minorenni e non, che venivano attirate in Italia attraverso la falsa speranza di un futuro migliore, salvo poi, attraverso ripetute violenze e minacce trovarsi ad essere sfruttate per esercitare il meretricio in varie città italiane ed estere. L'indagine è stata avviata nel luglio del 2016, a seguito della denuncia di una giovane donna nigeriana la quale, ingannata in patria da colei che è poi emerso essere la promotrice dell'organizzazione criminale investigata, giunta in Italia con la promessa di trovare una vita migliore, al rifiuto di esercitare il meretricio, era stata violentata da alcuni. Le violenze subite avevano cagionato alla giovane lesioni permanenti agli organi genitali, determinando l'asportazione di parte degli stessi, e la contrazione del virus del HIV.
L'attività investigativa dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Bologna, ha portato all'individuazione di un'organizzazione criminale dedita ai trasferimenti clandestini di giovani donne africane che una volta giunte in Italia venivano obbligate con violenza a prostituirsi per ricomprarsi la libertà.
20170824-cartina-NigeriaAll'interno dell'associazione al cui vertice vi era una donna, trentottenne nigeriana, residente a Bologna, vi era una netta ripartizione dei ruoli tra coloro i quali erano deputati all'individuazione in Nigeria delle potenziali vittime, all'organizzazione del viaggio in Italia via Libia, alla fuga dai centri di accoglienza fino al trasferimento a Bologna nonché sodali deputati all'attività contabile ed alle "punizioni" delle vittime in caso di resistenze a vendere il proprio corpo per ripagare il debito contratto. A supporto dell'organizzazione una struttura presente nel continente africano per alimentare il flusso delle nuove schiave. Le illecite finalità procuravano ingenti guadagni all'associazione criminale, proventi che venivano reinvestiti nell'acquisto di nuove schiave ed in parte illecitamente reintrodotti nelle nazioni di origine.
Cattura


LEGENDA: 1) Nigeria – Benin City 2) Niger – Agadez 3) Libia – Sabha 4) Libia – Tripoli 5) Italia
Percorso totale di circa 6500 km
Le indagini hanno consentito altresì di dimostrare che la donna a capo dell'associazione oltre ad occuparsi di prostituzione, era una sorta di autorità parallela nella comunità nigeriana bolognese, a cui rivolgersi per entrare clandestinamente in Italia.
Verosimili attriti nella gestione delle illecite attività condotte, aveva portato il gruppo a dividersi in un'ulteriore cellula criminale dedita agli stessi traffici e gestita da un'altra nigeriana che si avvaleva a seconda delle necessità dell'associazione madre.

In sintesi, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro hanno scoperto un vero e proprio racket milionario della tratta di esseri umani destinati alla prostituzione, i cui proventi illeciti permettevano di alimentare il circolo vizioso della sottomissione e della violenza. L'importo del debito contratto, incrementato a dismisura rispetto a quanto realmente investito, è compreso tra i 40.000 e i 70.000 euro. L'estinzione dello stesso, garantito da ancestrali e temutissimi rituali di vuduismo, poteva richiedere anche parecchi anni, dipendendo dall'esercizio dell'attività di meretricio per decine di ore al giorno, spesso condotta anche senza protezioni. Ad attendere le donne sfruttate, dopo ore da incubo a prostituirsi vi erano alloggi disumani che condividevano nel cuore di Bologna.
La fase esecutiva ha determinato l'esecuzione di n. 11 fermi d'iniziativa a carico di altrettanti soggetti. Le operazioni di Polizia giudiziaria hanno coinvolto n. 4 Procure della Repubblica:
- Bologna (n. 8 fermi eseguiti – disposte n. 4 custodie cautelare in carcere/3 arresti domiciliari);
- Modena (n. 1 fermo eseguito – n. 1 convalidato – disposta n. 1 custodia cautelare in carcere)
- Crotone (n. 1 fermo eseguito – n. 1 convalidato – disposta n. 1 custodia cautelare in carcere)
- Bolzano (misura cautelare della custodia cautelare in carcere disposta da parte del G.I.P. di Bologna).
Attualmente localizzate e tratte in salvo n. 6 giovani malcapitate vittime di tratta e/o attualmente sfruttate.
Attività di perquisizione, condotte su Bologna – Modena – Crotone – Bolzano - Cesena – Torino, hanno determinato il sequestro di circa 15.000 euro, di denaro contante nigeriano ed inglese, nonché di documentazione di interesse.
All: Foto conferenza stampa – Comando Provinciale Carabinieri Bologna.

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Marzabotto, 24 agosto 2017 – Ladri e ricettatori: coppia di coniugi denunciati dai Carabinieri.
I Carabinieri della Stazione di Marzabotto hanno denunciato una coppia di coniugi bolognesi, trentasettenni, per tentato furto aggravato e ricettazione in concorso. I due soggetti sono stati identificati durante un servizio di controllo finalizzato al contrasto dei reati predatori che i militari stavano effettuando in via dell'Industria, nei pressi dell'officina "Felci Gomme". All'arrivo dei Carabinieri, la coppia si trovava all'interno dell'azienda e stava caricando dei cerchi per auto nel vano di carico di un furgone in uso agli stessi. Dopo aver escluso che i due stessero lavorando onestamente, i militari hanno scoperto che si trattava di una coppia di ladri professionisti con precedenti di polizia per reati specifici. La donna era stata arrestata il 21 febbraio 2015 dai Carabinieri di Zola Predosa mentre stava rubando assieme al figlio di 8 anni (v. comunicato stampa del 23 febbraio 2015 – all'epoca trentacinquenne). I cerchi per auto, asportati da uno scaffale dell'azienda, sono stati restituiti al legittimo proprietario, mentre all'interno del furgone sono stati rinvenuti una trentina di kg di oggetti in rame ed ottone, la cui provenienza è sospetta.
Zola Predosa, 23 febbraio 2015 – A 8 anni aiuta la madre a rubare. Trentacinquenne arrestata dai Carabinieri.
I Carabinieri della Stazione di Zola Predosa hanno arrestato una 35enne di Bologna per furto aggravato in concorso. Alle ore 19:00 di sabato, la Centrale Operativa del 112 ha ricevuto la segnalazione di un furto in atto all'interno dell'isola ecologica, per la raccolta differenziata dei rifiuti, situata in via Roma. Giunti sul posto, i militari hanno visto tre persone e un bambino allontanarsi da un mucchio di materiale elettrico accatastato all'esterno dell'isola ecologica e scappare in direzione dei campi. Dopo una decina di minuti, fallito il tentativo di rintracciare i soggetti, i Carabinieri sono tornati sulla scena del delitto e hanno trovato la 35enne che, aiutata dal figlio di 8 anni, era tornata sul posto per caricare la refurtiva nel furgone: due scatole di cartone contenenti 100 sacchi di immondizia nuovi e del materiale elettrico. Come disposto dall'Autorità Giudiziaria, la donna, gravata da numerosi precedenti di polizia, è stata accompagnata a casa unitamente al figlio, in attesa di essere tradotta in Tribunale per l'udienza di convalida dell'arresto prevista per questa mattina.

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Castel San Pietro Terme, 24 agosto 2017 – Fumare fa male: sei giovani segnalati alla Prefettura per droga.
I Carabinieri della Compagnia di Imola, durante un servizio antidroga eseguito per le strade di Castel di San Pietro Terme, hanno segnalato sei giovani alla Prefettura di Bologna per detenzione per uso personale di stupefacenti, perché trovati in possesso di alcuni grammi tra hashish e marijuana. Si tratta di un illecito di tipo amministrativo, quello che i militari hanno contestato ai ragazzi, in particolare a quattro di loro, perché nei confronti degli altri due, essendo minorenni, è stato necessario l'intervento dei genitori. La droga è stata sequestrata dai Carabinieri.
Di seguito, una nota informativa dei Carabinieri di Imola, in particolare rivolta ai giovani, sulle conseguenze provocate dall'uso delle sostanze stupefacenti:
Violazioni amministrative
Nel corso dei vari controlli antidroga si è chiaramente percepito che i giovani controllati, oltre ad ignorare gli effetti dannosi per la loro salute, solitamente non hanno neanche cognizione delle sanzioni amministrative conseguenti all'uso personale di sostanze stupefacenti. Il Testo unico sulla droga (D.Lgv.309/1990) prevede: "Chi, per uso personale, acquista, possiede riceve o comunque detiene stupefacenti è sottoposto, per un periodo da un mese ad un anno, secondo la tipologia dello stupefacente, alla sospensione della patente di guida o del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o al divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni; alla sospensione della licenza di porto d'armi o divieto di conseguirla; sospensione del passaporto e di ogni altro documento equipollente o divieto di conseguirli; sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se cittadino extracomunitario. Le sanzioni sono cumulabili tra loro.
Inoltre, qualora ricorrano i presupposti, il Prefetto invita la persona trovata in possesso di stupefacenti a seguire appositi programmi terapeutici e socio-riabilitativi.
Se l'interessato è persona minore di età, il Prefetto, qualora ciò non contrasti con le esigenze educative, convoca i genitori o chi ne esercita la potestà, li rende edotti delle circostanze di fatto e dà loro notizia circa le strutture per i programmi terapeutici. Se è straniero il questore ne tiene conto per le valutazioni di competenza in sede di rinnovo del permesso di soggiorno.
Particolare tenuità
Solo nei casi di particolare tenuità della violazione ed in presenza di elementi tali da far presumere che la persona si asterrà, per il futuro, dal commettere nuovamente la violazione, in luogo della sanzione, e limitatamente alla prima volta, il Prefetto può definire il procedimento con il formale invito a non fare più uso delle sostanze stesse, avvertendo il soggetto delle conseguenze a suo danno.
Disponibilità dei veicoli a motore
Ove, al momento dell'accertamento, la persona trovata in possesso di stupefacente per uso personale abbia la diretta e immediata disponibilità di veicoli a motore (quindi, anche nel caso in cui non sta guidando ed il mezzo è parcheggiato), gli organi di polizia procedono altresì all'immediato ritiro della patente di guida. Qualora la disponibilità sia riferita ad un ciclomotore, gli organi accertatori ritirano anche il certificato di idoneità tecnica, sottoponendo il veicolo a fermo amministrativo. Il ritiro della patente di guida, nonché del certificato di idoneità tecnica e il fermo amministrativo del ciclomotore hanno durata di giorni trenta.
Potenziale pericolo per la sicurezza pubblica
Inoltre "qualora in relazione alle modalità od alle circostanze dell'uso" si ritenga che dall'uso personale "possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica", qualora l'interessato risulti già condannato, anche non definitivamente, per reati contro la persona, contro il patrimonio, per fatti inerenti gli stupefacenti o per violazione alle norme sulla circolazione stradale, può essere inoltre sottoposto ad una o più delle seguenti misure (per una durata massima di due anni):
- obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana presso il locale ufficio della Polizia di Stato o presso il comando dell'Arma dei carabinieri territorialmente competente;

- obbligo di rientrare nella propria abitazione, o in altro luogo di privata dimora, entro una determinata ora e di non uscirne prima di altra ora prefissata;

- divieto di frequentare determinati locali pubblici;

- divieto di allontanarsi dal comune di residenza;

- obbligo di comparire in un ufficio o comando di polizia specificamente indicato, negli orari di entrata ed uscita dagli istituti scolastici;

- divieto di condurre qualsiasi veicolo a motore (questa per una durata massima di anni quattro).