I movimenti, dall'innamoramento (un "movimento collettivo a due") alle rivoluzioni, al di là delle ragioni più o meno realisticamente accampate, ma di solito a posteriori, come "razionalizzazioni", meccanismi di difesa con cui l'io giustifica il suo operato, nascono come risposta a un sovraccarico depressivo dei soggetti, che cercano inconsciamente una ristrutturazione della loro esistenza insoddisfacente.
Alcune dinamiche in atto
Quelli virtuali, in rete, sono rapporti superficiali e aleatori, basta vedere la loro fine: ti annullo con un click. La volubilità umana, legata alle passioni, in essi non è tenuta a freno, spesso, se non dalla tutela della propria immagine pubblica, per chi ancora ci tiene ad averne una, specifica, secondo i suoi canoni e/o secondo l'ideologia borghese dominante. La superficialità dei rapporti virtuali fa sì che essi non siano significativi e soddisfacenti. Perciò sono anche l'indicatore di una società vieppiù incapace di rapporti reali. Questo si paga in termini di infelicità e disagio psichico. Ma si paga pure in termini di aumento della conflittualità micro e macro sociale.
A livello micro, stanno crollando i rapporti di coppia, familiari, parentali, amicali. A livello macro sociale la rabbia crescente in ognuno, altro volto del sovraccarico depressivo, legato alle frustrazioni personali, soprattutto se dovesse verificarsi un crollo dell'economia, sempre possibile, tende a creare e svilupperà vieppiù movimenti di protesta, anche con motivazioni, slogan e bandiere opposte, che potranno sfociare in guerre civili, che, oltre a fare danni in sé, spalancano le porte alle invasioni straniere. E tutto questo è legato ad una variabile di fondo ormai strutturale nelle società occidentali: la secolarizzazione di massa, il laicismo diffuso, anche pratico di persone che si dichiarano, a parole, credenti. Tale condizione esistenziale a livello psicologico profondo scatena la paura, l'ansia, l'angoscia di morte; ad esse segue spesso l'aggressività, in alternativa la depressione.
Infine, dietro tutte queste dinamiche sociali e psicologiche c'è la dimensione strutturale più profonda, che è quella spirituale: le anime, che sono spiriti, sono serene e in pace solo se sono in comunione con lo Spirito di Dio. Altrimenti, sotto l'influenza dei demoni, a causa dei peccati, che tolgono la protezione divina, sono ansiose, paurose (fino alla paranoia), aggressive, superbe, tossico-dipendenti dai vizi, lussuria in primis.
E questo definisce e chiude il "circolo vizioso" per antonomasia individuale e sociale. Come disse Heidegger, mi pare, "solo un Dio ci potrà salvare".
Ma, grazie a Dio, c'è.
(immagine da TG news Italpress)
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Autore: Marco Santoro
2° classificato al concorso Professore/ricercatore di Pedagogia generale e sociale c/o Università dell'Aquila 2002.
Già Cultore di Storia della Pedagogia e Pedagogia sociale c/o Università di Cassino
Docente di Filosofia e Storia nei Licei

