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Un webinar di CNA per supportare le imprese che esportano

UniCredit e Rete Pmi Romagna insieme per l’internazionalizzazione delle imprese del territorio. Focus su “Easy Export & Alibaba: le soluzioni per sviluppare e semplificare il proprio business all’estero” in un webinar dedicato alle aziende

Il Consorzio comunica i dati di una filiera in salute che si appresta ad affrontare il post Covid19 con timore per le ricadute sulle esportazioni ed i consumi interni. 

Il Parmigiano Reggiano si conferma il primo prodotto Dop in Italia con un giro di affari di 1,56 miliardi alla produzione e 2,6 miliardi di euro al consumo, una quota export che supera il 41% (+4,3% crescita a volume rispetto al 2018) e 3,75 milioni di forme prodotte (+1,47% vs 2018) 

Reggio Emilia, 29 aprile 2020 - Il 2019 è stato un anno record per la produzione della DOP Parmigiano Reggiano che cresce complessivamente dell'1,47% rispetto all’anno precedente. I 3,75 milioni di forme (circa 150 mila tonnellate) prodotte nel 2019 rappresentano il livello più elevato nella storia del Parmigiano Reggiano. Un giro d’affari al consumo pari a 2,6 miliardi di euro per la denominazione di origine protetta che si proietta sempre più verso l’estero: una valvola di sfogo per una produzione in continua espansione che ha bisogno di nuovi spazi di mercato.

Negli ultimi tre anni, la produzione è infatti aumentata da 3,47 milioni di forme a 3,75 milioni di forme, registrando una crescita pari all’8,1%.

Il Parmigiano Reggiano ha vissuto un momento felice anche per quanto riguarda le quotazioni. Se, nel 2016, il costo al kg era pari a 8,60 euro, nel 2019 la quotazione media annua si è attestata a 10,75 euro con un incremento del 25% (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore, fonte: bollettini Borsa Comprensoriale Parma).

In realtà, il 2019 è stato un anno a due facce, perché a partire dal mese di ottobre – nel periodo dei dazi di Trump – le quotazioni sono scese bruscamente sotto i 10 euro e, contemporaneamente, si è registrata una crescita produttiva di latte e conseguentemente di formaggio prodotto.

Il mercato del Parmigiano Reggiano è un mercato che sta diventando sempre più internazionale.

L’Italia rappresenta oggi poco meno del 60% del totale, contro una quota export del 41% (+4,3% di crescita a volume rispetto all’anno precedente). La Francia è il primo mercato (21% dell’export totale), seguito da USA (20,9%), Germania (17,8%), Regno Unito (12,3%) e Canada (3,9%).

Se Francia (+2,2%) e Regno Unito tengono (+2,7%), la Germania cresce (+6,7%%) dopo la flessione registrata nel 2018, così come la Svizzera (+16,3%) e gli Stati Uniti (+12,9%), questi ultimi per effetto della paura dei dazi. Crescono anche i nuovi mercati come Australia (+21,3%), Cina (+36,4%) e Paesi Arabi (+2,9%). Rallenta invece il Canada (-26,5%) a causa degli adattamenti del CETA.

Per quanto concerne i primi due mesi del 2020 (pre-Covid), le vendite Parmigiano Reggiano hanno già registrato un aumento di volumi di vendita, in particolare nella GDO dove la crescita ha sfiorato il +20%.

Meno felice al contrario l’andamento delle quotazioni, considerando che il prezzo all’ingrosso (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore) ad aprile si attesta poco sopra gli 8 euro al kg contro i 10,75 euro del 2019.

Il Consorzio sta inoltre monitorando l’impatto del Covid19 sul mercato del Parmigiano Reggiano. Da una recentissima ricerca - promossa dal Consorzio Parmigiano Reggiano sulle principali aziende di commercializzazione del prodotto - emerge che il 53% del campione analizzato dichiara di essere molto soddisfatto degli ordini complessivi ricevuti nei primi mesi del 2020, in particolare per quanto riguarda il mercato Italia. Meno entusiasmo invece per gli ordini che riguardano l’Unione Europea e grande preoccupazione per il Nord America e il Canada. Le aziende del Consorzio prevedono un calo complessivo degli ordini nei prossimi mesi in particolare sulle medie e piccole superfici e nel canale horeca.

“La situazione di crisi che stiamo affrontando a causa della pandemia – afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – non ha interrotto le attività del Consorzio che si è da subito attrezzato per portare avanti i controlli qualità a tutela e garanzia del consumatore. Continuano anche le attività di vigilanza nei mercati con un’attenzione particolare alla tutela internazionale. Dopo i successi in Nuova Zelanda e in Cina del 2019, abbiamo sconfitto il gigante Campbell che dovrà ora rimuovere i riferimenti alla Dop dalle etichette dei sui prodotti”.

“Il nostro lavoro continua – aggiunge Bertinelli – abbiamo provveduto ad una rivisitazione del piano marketing 2020 alla luce di tutte le limitazioni che stiamo subendo a causa del lockdown e a quelle che saranno le prossime fasi di questo lento ritorno alla normalità. Serviranno inoltre misure per calmierare la produzione, oggi in aumento eccessivo, così come azioni sul canale horeca per consentire una ripartenza in un segmento di mercato che si è completamente fermato”.

VIDEO:  https://youtu.be/62wuH1usQlo 

Lieve flessione nel 2019 dopo il record dell’anno precedente. Brusca frenata del metalmeccanico sul mercato tedesco (-3,7%), spagnolo (-6,9%) e del Regno Unito (-7,9%). Al recupero non basta l’aumento in Francia (+7,9%) e Usa (+1,9%).

Reggio Emilia 12 marzo 2020 - Nonostante abbia sfiorato i 10,7 miliardi di euro, nel 2019 l’export reggiano ha fatto segnare una leggera flessione, pari allo 0,3%, rispetto al livello record stabilito nell’anno precedente.

In calo, contemporaneamente, anche le importazioni che, con una contrazione dell’1,7%, sono scese a poco più di 4,2 miliardi, con un lieve miglioramento del saldo dei nostri scambi con l’estero.
Pur scontando la flessione delle vendite all’estero, il nostro territorio ha comunque confermato l’undicesimo posto, a livello nazionale, nella graduatoria delle province esportatrici.
Ad incidere particolarmente sulla contrazione registrata nel corso dell’anno passato, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati Istat, è stato sicuramente l’andamento delle vendite oltre frontiera delle settore metalmeccanico che, con quasi 5,6 miliardi, rappresenta oltre la metà dell’export reggiano. In questo comparto, la flessione osservata in un anno ha raggiunto il 3,1%

Le difficoltà delle industrie reggiane del settore si erano già evidenziate nel corso del 2019, dapprima con il progressivo calo della produzione e, soprattutto negli ultimi mesi, con l’aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate.

Le esportazioni del comparto verso la Germania, il principale acquirente della metalmeccanica “made in Reggio Emilia”, ha registrato un calo del 3,7%, scendendo da 817,2 a 786,7 miloni di euro; in diminuzione anche le vendite verso la Spagna (-6,9% e un valore di poco più di 317,2 milioni) e verso il Regno Unito (-7,9%; 240,8 milioni). In decisa controtendenza, invece, l’andamento delle vendite della metalmeccanica destinate alla Francia – nostro secondo acquirente del comparto con 658,3 milioni -, cresciute del 7,9%, e agli Stati Uniti (+1,9%; 635,1 milioni).
In calo dello 0,3%, poi, le vendite del settore ceramico, passate da poco meno di 1.095 milioni a quasi 1.092 milioni, e quelle di apparecchi elettrici che scendono del 2,6% attestandosi a quasi 644 milioni.

Fra le eccellenze del manifatturiero reggiano, regge e si rafforza il settore moda che, con un incremento del 7,5%, nel 2019 ha superato 1,8 miliardi di esportato (erano poco più di 1,7 miliardi nel 2018). I primi quattro Paesi acquirenti del fashion reggiano – tutti del Vecchio Continente, ai quali sono destinati 894 milioni di merci del settore – registrano andamenti in crescita, anche a due cifre. Le vendite verso il Regno Unito mettono a segno un incremento del 24,4% superando i 300 milioni; alla Germania sono destinati 263,5 milioni di merci (+12%); passano da 179 a 182,8 milioni le vendite verso la Francia (+2,1%) e ammontano a 147 milioni quelle verso la Spagna (+5,8%).

Anche per i prodotti della trasformazione alimentare si osservano andamenti positivi: il settore, con oltre 630 milioni di prodotti venduti oltre frontiera registra una crescita dello 0,9%. In particolare aumenta l’export di prodotti dell’industria lattiero-casearia (Parmigiano-Reggiano) che, con un +8,6%, raggiunge quasi i 286 milioni; è del 3,1% l’incremento registrato dalle vendite di carne lavorata e conservata (salumi) che passano da 50,1 a 51,7 milioni. Si fermano 83,6 milioni, in lieve flessione pari allo -0,2%, le esportazioni di bevande (Lambrusco).
Relativamente ai territori di destinazione delle nostre merci, l’Europa continua ad assorbire oltre il 70% delle vendite all’estero: sono infatti, oltre 7,6 i miliardi che hanno come destinazione il Vecchio Continete, in aumento, rispetto al 2018, dell’1,2%.

Flettono dello 0,6%, e scendono a poco più di 1,4 miliardi, le esportazioni reggiane verso l’America; a contenere il calo sono state le vendite destinate agli Stati Uniti che, in un anno, sono cresciute dell’1,7% raggiungendo i 983,7 milioni.

In forte contrazione le vendite destinate al continente asiatico che, con una flessione del 6,2%, scendono a poco meno di 1,1 miliardi. In calo del 4,7% le esportazioni verso la Cina che scendono a poco più di 300,6 milioni dai 315,3 del 2018.

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Per la prima volta, il Consorzio parteciperà con uno stand autonomo situato nello spazio B1-34 della Hall 1.

Reggio Emilia, 10 febbraio 2020 – Dal 16 al 20 febbraio il Consorzio del Parmigiano Reggiano vola a Dubai per Gulfood, la grande fiera internazionale dedicata al settore alimentare che ogni anno raduna più di 5mila espositori e 100mila visitatori da oltre 200 paesi del mondo. Per la prima volta, il Consorzio parteciperà con il proprio stand autonomo (nelle precedenti edizioni era in quota Afidop), situato nello spazio B1-34 della Hall 1 del Dubai World Trade Center.

L’area del Golfo rappresenta uno snodo strategico per l’agroalimentare italiano, in parte come porta d’accesso ai mercati mediorientali ma soprattutto poiché include essa stessa alcuni dei paesi con i redditi pro capite più alti del mondo. Mercati destinati ad avere un peso specifico ancora maggiore grazie a Expo Dubai 2020 – inaugurazione il 20 ottobre 2020 - per la quale si attende un flusso di 25 milioni di visitatori.

La partecipazione a Gulfood si inquadra in un progetto triennale avviato dal Consorzio per sviluppare le potenzialità di mercato nell’area del Golfo, partendo dalle 105 tonnellate di prodotto esportate qui nel 2018. Una ricerca Hirux/Nielsen commissionata ad hoc dal Consorzio ha evidenziato come i consumatori confondano il Parmigiano Reggiano con il generico parmesan. Tanto che, se si considera il giro d’affari dei formaggi a pasta dura nei tre Paesi target (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Kuwait), solo il 30% del mercato appartiene al Parmigiano Reggiano mentre il restante 70% al parmesan.

“La strategia del Consorzio – afferma il presidente Nicola Bertinelli - punta a educare i consumatori arabi alle specificità del Parmigiano Reggiano, un formaggio che si distingue per la selezione degli ingredienti migliori e 100% naturali e il rispetto della stessa ricetta da mille anni”.

Il primo passo del progetto menzionato da Bertinelli è coinciso con il lancio di una campagna pubblicitaria su larga scala in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait: il primo spot è andato in onda sui canali Pan Arab e Pan Asia negli ultimi mesi del 2019 mentre il prossimo sarà on air a fine 2020. In parallelo è stata avviata una campagna web su YouTube, Facebook e Instagram per intercettare quanti più consumatori possibili, inclusi i numerosissimi expat che a Dubai costituiscono oltre il 70% della popolazione.

La Camera di Commercio mette in campo nuove azioni per supportare le imprese della filiera agroalimentare ad aprire nuovi canali commerciali negli Stati Uniti e in Canada.

I sostegni sono racchiusi nel progetto “Implementare l’export della filiera dell’agrifood emiliano-romagnolo in USA e Canada”, che al centro dell’attenzione mette non solo i prodotti agroalimentari, ma tutta la filiera dell’agrifood e, quindi, anche i comparti trasversali della meccanica agricola, dei macchinari per l’industria alimentare in genere (food processing, packaging alimentare e catena del freddo).

Questo vasto mondo è chiamato ad essere protagonista delle attività del progetto, che prevedono sia un percorso di formazione e assistenza personalizzata 1to1 per l’elaborazione di una “strategia digitale di comunicazione” coerente con le caratteristiche e le esigenze dell’impresa sul mercato americano e canadese, sia attività mirate di ricerca partner su ciascuno dei due mercati target e la realizzazione di conference call con i contatti più promettenti (B2b Telematici).

Tutte le attività progettuali sono gratuite e aperte alle sole imprese aventi sede in Emilia-Romagna, che hanno tempo fino al 10 marzo per aderire.
Pur trattandosi di un percorso organico di supporto all’ingresso sui mercati di Usa e Canada, le aziende possono aderire a tutte le attività o solo ad una di esse, a seconda delle proprie necessità.

In caso di adesioni eccedenti il numero dei posti disponibili sarà data priorità alle imprese che aderiranno a tutte le azioni ed all’ordine cronologico di arrivo delle adesioni.
Il progetto è realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Bando Attività 4.1 PRAP 2012-2015 – VI^ Annualità.
Per maggiori informazioni: www.re.camcom.gov.it - Servizio Assistenza Imprese CCIAA di Reggio Emilia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel. 0522 796511/528.

 

 

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Mercoledì, 05 Febbraio 2020 08:41

Consorzio Casalasco: +17% grazie all’export

Consorzio Casalasco del Pomodoro cresce a doppia cifra . Fatturato a 310 Milioni (+17%) grazie all’export che arriva a rappresentare oltre il 65% del volume d’affari
 
Consorzio Casalasco del Pomodoro chiude il 2019 con un aumento del fatturato consolidato del 17% attestandosi a 310 milioni di euro, accelerando notevolmente il trend di crescita degli ultimi anni. 
In particolare lo sviluppo si identifica in un sensibile incremento delle quote di mercato all’estero, sia nel segmento co-packing sia nelle vendite a marchio proprio.
L’export, che rappresenta oggi i due terzi del fatturato, si conferma l’elemento portante e di sviluppo della crescita della cooperativa e delle sue controllate, che esportano in più di 60 Paesi al mondo.
Sulla ripartizione del business continua a essere strategicamente rilevante la categoria pomodoro e derivati con un’ampia offerta di prodotti e packaging, in particolari sui sughi pronti, seguite poi dalle zuppe e minestre, succhi di frutta e bevande vegetali.
 
Il segmento Retail si conferma il primo canale di vendita sia coi prodotti a proprio marchio (Pomì e De Rica), sia con le produzioni per conto terzi con posizionamento premium per importanti multinazionali del food.

«Il 2019 è stato un anno molto impegnativo sotto tanti punti di vista– ha commentato il Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro, Costantino Vaia – dove abbiamo visto rafforzarsi in modo importante la nostra solidità nel business, soprattutto all’estero. Sostenibilità e responsabilità sociale si confermano sempre più elementi chiave per una corretta interpretazione dei mercati. Gli sforzi degli ultimi anni in termini di investimenti hanno migliorato flessibilità e diversificazione produttiva, che affiancati ad un elevato know-how ci hanno consentito di consolidare ulteriormente relazioni dirette, stabili e durature con i maggiori players internazionali del mondo del Food».

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Ego International: fatturato dell’Emilia Romagna in crescita 

Ego International sottolinea un’ottima crescita del fatturato grazie all’export in Emilia Romagna. La regione si attesta al secondo posto per valore delle esportazioni, crescendo del 4.7% e posizionandosi prima del Veneto e subito dopo la Lombardia.

La capacità di aumentare il fatturato secondo Ego International è dovuta al fatto che questa regione è sempre stata in grado di raccogliere le sfide lanciate dal resto del mondo e rimanere competitiva. Inoltre, un ulteriore aiuto settoriale è arrivato dall’eccezionale aumento del fatturato sulle vendite estere dell’alta manifattura.

Di contro, Ego International ritiene doveroso segnalare che dai report di Unioncamere è emerso più di un settore in difficoltà: segnali negativi arrivano dall’artigianato industriale e dal settore delle costruzioni.

Ego International: il fatturato aumenta grazie all’export, consumi interni ancora ridotti .

Ego International riporta che la crescita del fatturato e delle vendite si attesta al +4,5%, pari a 17.010 milioni di euro, solo per quanto riguarda il secondo trimestre del 2019. Secondo i dati consultati da Ego International l’aumento del fatturato è dovuto principalmente alle vendite verso i mercati esteri: i consumi interni risultano infatti ancora piuttosto stagnanti, senza alcun segnale di ripresa. L’Emilia Romagna si conferma la seconda regione per quota dell’export nazionale (13,9%). Osservando i dati dei diversi comparti, Ego International rileva che i settori in grado di fornire il maggior contributo all’aumento del fatturato sull’estero sono:

• Alta manifattura (+86,2%)

• Mezzi di trasporto (+12,4%)

• Metallurgia e prodotti in metallo (+6,5%)

• Industria della moda (+4,5%)

• Alimentare (+3,5%) [h2] Ego International, il fatturato cresce di più nei mercati europei

Ego International conferma che i mercati che hanno contribuito all’aumento del fatturato dell’export rimangono quelli europei, che nel complesso risultano aver coperto una quota pari al 65,5% del totale, con un moderato aumento del 3,2%.

Va però segnalato, sottolinea Ego International, che nell’area euro l’incremento di fatturato più lieve è avvenuto su quei mercati di destinazione di prima scelta come la Germania e la Francia che crescono debolmente (+1,6%), mentre danno risultati migliori la Gran Bretagna (+10,9%), gli Stati Uniti (+3,4%) e il Brasile (+7,4%). 

L’export e il valore del suo fatturato si rafforzano inoltre in nuovi mercati: • Asia (+17,2%) • Cina (+11,8%) • Giappone (+78%) [p] Ego International sulla base di questi dati relativi all’aumento del fatturato e del suo valore raggiunto grazie alle vendite all’estero, ritiene che l’Emilia-Romagna possa essere considerata la locomotiva dell’economia italiana: le imprese del territorio continuano infatti a creare ricchezza e nuova occupazione. Secondo Ego International sono però da tenere in considerazione i nuovi segnali dall’allarme che arrivano dall’estero: dazi, Brexit e crisi tedesca non faranno altro che colpire in maniera pesante tutto il tessuto produttivo italiano, in particolare quello dell’Emilia Romagna che dipende sempre di più da questi mercati.

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Traffico illecito di rifiuti plastici verso la Cina:  33 denunciati dal NOE di Bologna – perquisizioni e sequestri in tutta Italia. Coinvolte due imprese parmigiane.

Bologna 12 dicembre 2019 - I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bologna, coordinati dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e coadiuvati dai NOE territorialmente competenti, hanno dato esecuzione - in numerose province del territorio nazionale - a 33 perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Bologna – D.D.A., nei confronti di altrettante sedi aziendali e relativi legali rappresentanti di società operanti a vario titolo nel settore dei rifiuti, al fine di reperire ulteriori indizi atti a documentare una rilevante attività organizzata finalizzata al traffico illecito di rifiuti plastici dall’Italia verso la Cina.

A seguito di una stretta collaborazione con l’Agenzia delle Dogane di Parma che segnalava talune anomalie, nel corso dei mesi di febbraio e marzo 2018 il NOE di Bologna procedeva a svolgere dei mirati accertamenti nei riguardi delle società parmigiane STARPLASTICK s.r.l. e GHIRARDI s.r.l. relativamente ad operazioni transfrontaliere finalizzate all’esportazione di rifiuti plastici verso la Cina Popolare, che consentivano di constatare come le predette - sprovviste della prevista licenza di esportazione rilasciata dall’amministrazione generale cinese per la “supervisione della qualità, ispezione e quarantena (A.Q.S.I.Q.)” - si erano affidate ad un intermediario bolognese - ECOLSUN COMMERCIALE s.r.l., riconducibile alla cittadina cinese SUN Yuefen - che era in possesso della citata autorizzazione, indispensabile all’esportazione in Cina e determinante ai fini della corretta qualificazione del rifiuto, delle sue caratteristiche e quindi dell’adeguato eventuale reimpiego e riciclo.

Nel corso delle indagini è emerso che la citata ECOLSUN, grazie alla propria autorizzazione all’esportazione, pur non qualificandosi mai come detentore di rifiuto e quindi senza mai avere contezza della sua qualità, ha favorito tra il 2016 ed il 2017 ingenti esportazioni di rifiuti plastici di ogni genere provenienti da impianti italiani e diretti ad aziende cinesi verosimilmente dedite ad attività di recupero, sul conto delle quali tuttavia sono spesso mancati i previsti riscontri sull’effettivo impianto di destinazione, con inevitabile perdita della tracciabilità del rifiuto e quindi della sua reale entità e corretto reimpiego.

Le condotte illecite descritte hanno così portato alla contestazione dei reati ex art. 259 c.1 del d.lgs 152/2006 (traffico illecito di rifiuti) e del più grave reato ex art. 452 quaterdecies c.p. (attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti), certificando l’esportazione di circa 10.000 tonnellate di rifiuti plastici per un fatturato complessivo di oltre 2.800.000 euro.

L’attività, tra le prime nel suo genere, riveste una particolare rilevanza nel settore atteso che proprio il bando della Cina verso l’importazione di numerose tipologie di rifiuti, in particolare plastici (la sola Cina assorbiva circa il 70% della plastica mondiale) avviato nel 2018 e successivamente ripreso anche da numerose nazioni asiatiche, ha comportato una evidente crisi di settore, soprattutto per i Paesi dell’Unione Europea che ne sono stati per anni i maggiori esportatori, provocando la formazione di stoccaggi fuori norma con il conseguente aumento, da parte di operatori senza scrupoli, di fenomeni di illecito smaltimento mediante operazioni transfrontaliere irregolari, abbondono di rifiuti in aree e capannoni in disuso, nonché – nei casi più gravi – ricorrendo all’incendio dei rifiuti stoccati presso gli impianti di gestione.

Ad esito delle perquisizioni svolte dai Carabinieri del NOE è stata acquisita numerosa documentazione - posta a disposizione della Procura della Repubblica/DDA di Bologna - che verrà ora analizzata allo scopo anche di ricostruire quantitativi e tipologie di rifiuti oggetto del traffico illecito.

 

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Siglata la convenzione che permette agli associati della Confederazione Italiana Piccola e Media Impresa di accedere a condizioni dedicate al pacchetto di servizi ad alto valore aggiunto studiato dal Gruppo bancario per favorire l’export digitale delle Pmi italiane
UniCredit rafforza la sua offerta per sostenere l’export delle PMI italiane e ha firmato oggi un accordo con Confapi finalizzato ad estendere alle imprese associate i benefici di Easy Export.


La convenzione, siglata da Andrea Casini, Co-Ceo commercial banking Italy di UniCredit, e Maurizio Casasco, Presidente di Confapi, permetterà alle imprese associate della Confederazione Italiana Piccola e Media Impresa di accedere, a condizioni agevolate, a “Easy Export” e Trade Finance Gate: un pacchetto di servizi ad alto valore aggiunto studiati e offerti in esclusiva dal Gruppo bancario per semplificare e favorire l’export digitale delle Pmi italiane.


Grazie a questo accordo, le aziende aderenti potranno avere accesso ai servizi di internet banking e digitali per raggiungere la clientela internazionale attraverso un servizio di vendita personalizzato, distintivo e fornito nella lingua preferita dal cliente.
UniCredit, inoltre, tramite partner di eccellenza, come Geodis - leader europeo nei processi di logistica – e Var Group – player per la digitalizzazione e i processi IT, offrirà alle imprese l’accesso a servizi ad alto valore aggiunto che vanno dalla creazione di una vetrina dedicata alle aziende e ai propri prodotti, al supporto per la gestione delle pratiche di logistica, fino all’assistenza di un consulente dedicato.
Easy Export è l’iniziativa di UniCredit lanciata lo scorso febbraio e finalizzata alla promozione dell'export italiano grazie ad accordo in esclusiva con il Gruppo Alibaba, leader mondiale dell'e-commerce ed il più grande mercato globale online della Cina per fatturato.


“UniCredit – sottolinea Andrea Casini, Co-CEO commercial banking Italy di UniCredit – sostiene concretamente l’internazionalizzazione e la crescita delle imprese che vogliono aprirsi ai mercati esteri. Con iniziative come Easy Export puntiamo ad ampliare la platea di imprese che esportano offrendo l’accesso ad Alibaba, il più importante market-place B2B in Italia con un presidio in 190 paesi nel mondo e con oltre 160 milioni di operatori attivi. A oggi abbiamo sottoscritto contratti con circa 1000 imprese che hanno visto aumentare il loro giro d’affari con l’estero del 24%”.
“In un momento di grandi cambiamenti che interessano anche il modo di fare impresa – afferma Maurizio Casasco, Presidente di Confapi – come Confederazione che da 70 anni rappresenta le piccole e medie industrie private ci siamo posti come obiettivo quello di supportare e far crescere la vocazione all’internazionalizzazione e all’export che da sempre caratterizzano le nostre imprese. Le sinergie con una banca così importante come UniCredit che oggi ufficializziamo sono davvero un passo importante in questa direzione”.


Prosegue così la sinergia tra UniCredit e Confapi a sostegno delle imprese italiane che proprio da oggi potranno partecipare alla Export Business School percorso di formazione realizzato dal Gruppo bancario quest’anno in partnership con la Confederazione Italiana Piccola e Media Impresa e dedicato all’export management e alla digitalizzazione a supporto dei processi di internazionalizzazione.
Sarà possibile seguire le lezioni in diretta streaming da 37 sedi Confapi e UniCredit distribuite su tutto il territorio nazionale, grazie al collegamento da remoto via webinar. Una piattaforma di instant-feedback consentirà l’interazione con i docenti in tempo reale da ogni location.

UniCredit vanta una presenza capillare garantita da banche leader in 14 mercati strategici e uffici di rappresentanza in 18 Paesi nel mondo, e mette a disposizione delle imprese unità specializzate, come gli International Center, in grado di proporre ai clienti un’offerta completa di servizi e prodotti di supporto ai processi di internazionalizzazione. Per saperne di più è possibile consultare il sito: https://www.unicredit.it/it/corporate/perche-unicredit/servizi-offerti/unicredit-international-center-italy.html.
La Confederazione italiana della piccola e media industria dal 1947 tutela e promuove la piccola e media industria privata italiana. 83mila sono le imprese che applicano i contratti nazionali di lavoro sottoscritti da Confapi e che impiegano quasi un milione di addetti.


Le Pmi del sistema Confapi rappresentano un modello non soltanto industriale ed economico, ma anche culturale e sociale. Centro di aggregazione nel quale l’imprenditore svolge anche una funzione guida all’interno del territorio di appartenenza in termini di conoscenza dei fabbisogni e delle specificità nonché del mercato del lavoro.

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