“Non c’è nessuno così ricco che non abbia bisogno di ricevere, nessuno così povero che non abbia qualcosa da dare”, inizia così la conferenza stampa di inaugurazione del Fondo Roberta Venturini, svolta all’interno della Biblioteca Sociale di Via Venezia a Parma.
Il fondo, promosso dall’associazione parmigiana Intesa San Martino e gestito dalla Fondazione di comunità Munus, mira a reperire risorse finanziarie da destinare alle attività culturali e sociali, riservando un occhio particolare ai quartieri San Leonardo e Cortile San Martino.
“Il San Leonardo è un quartiere che per la sua lunga storia e consistenza ha una grande solidità; nei processi di crescita di evoluzione urbanistica e industriale ha subito delle modifiche e lacerazioni che ne hanno mutato gli equilibri sociali. In questo contesto, l’apertura di un fondo che raccolga e metta a disposizione della cittadinanza finanziamenti per portare avanti eventi cultuali e sociali per il quartiere è l’espressione di quella che potremmo definire la cultura del dono, in cui ciò che si ha viene condiviso e che rappresenta il processo basilare di civiltà”, così interviene Don Luigi Valentini, vicario generale della Diocesi di Parma.
Rino Basili, segretario di Intesa San Martino, nel descrivere l’attività quotidiana che l’associazione svolge sul territorio, ha sottolineato l’importanza di essere un modello virtuoso in grado di contagiare non solo il quartiere San Leonardo e Cortile San Martino, ma l’intera città: “Intesa San Martino e la Biblioteca Sociale Roberta Venturini, nata al suo interno, si spende quotidianamente attraverso l’apertura e il presidio della Biblioteca, assieme ad un nutrito programma di conferenze culturali, presentazione di libri, letture animate e vari progetti pensati per la tutela ed educazione dei minori e, spesso, nati proprio dall’idea di soggetti privati ed altre realtà che, credendo in noi, vengono a presentarci i loro progetti. Questo fondo rappresenta il nostro modo di compiere un piccolo passo per intervenire in un presente sempre più critico e contraddittorio”.
Il Fondo è gestito dalla Fondazione Munus, garante e gestore delle donazioni che, attraverso giustificazioni e rendicontazione rimangono nella disponibilità dell’associazione che userà per portare avanti i progetti culturali.
Così Giorgio Del Sante, presidente della Fondazione di comunità parmigiana: “Munus deriva dal latino e significa dono, ma anche compito e responsabilità. L’apertura del fondo rappresenta un momento importante per il quartiere perché l’associazione Intesa San Martino, scegliendo noi come gestori del fondo, ha la possibilità di farsi conoscere e contribuire attivamente al benessere della collettività. Perché il più alto obiettivo è dare all’altro qualcosa di nostro in nome della gioia, della tolleranza e della conoscenza”.
Il Fondo Roberta Venturini è dedicato alla memoria della moglie del presidente Pasquale Leone Galimi ed è già attivo per la raccolta delle prime donazioni. Si potrà visionare il dettaglio sul sito della fondazione al link https://www.fondazionemunus.it/fondo-roberta-venturini/
Intervistare Antonio Benassi è un vero spasso. Originale come pochi e con quella giusta dose di ironia che non guasta mai, siamo andati a scoprire gli altarini - o almeno ci abbiamo provato - di una delle band parmigiane che si possono considerare senza tempo. Sì, perché Gli Antonio Benassi piacciono a tutte le fasce di età: dai giovanissimi, ai più su con l’età, alias diversamente giovani.
“Nel 2006 circa. Il nome mi sembrava abbastanza scherzoso, visto che virtuosi come Carlos Santana e Van Halen avevano la band con il proprio nome e cognome. Poi quando sono a lavorare mi fido di più delle ditte con nome e cognome di quelle con sigle misteriose o roboanti".
“Andrea Clerici al basso, Marco Varotti, Michele Bettali alle chitarre e Fausto Bianchi alla batteria.”
E poi c’è Antonio Benassi, penso io. Ma lui non si cita ovviamente, è una star.
“Io scrivo testo e musica, poi agli arrangiamenti ci pensano i ragazzi della band. In genere le canzoni più belle sono quelle che stanno già in piedi chitarra e voce o che si possono cantare anche sotto la doccia.”
“Facciamo musica Rock, la quale comprende tanti generi dal Punk al Country, etc.. Io adoro il Blues, ma cantare il Blues in italiano è peggio che cantare il Nabucco in danese.”
“Poter continuare a divertirmi senza troppi sbattimenti, poi quando si è sereni si aprono anche i cassetti.”
Insomma non ci vuole dire nulla. Sara scaramantico?!
“Il 2 novembre saremo all’Osteria Salamini di Parma.”
L’orario non lo dice o forse non lo sa, ma ve lo diciamo noi a fine intervista, quindi continuate a leggere.
“No, mi sa di no. I miei amici lo sanno che non li godo quando vengono a vederci.”
E ride!
Per chi non vuole perdersi la prossima esibizione dal vivo di Antonio Benassi & Co. – lo ribattezzo così per farlo arrabbiare – l’appuntamento è sabato 2 novembre sul palco dell’Osteria Salamini in via G. Meazza, 33/A a Parma alle 22.30. L’ingresso è libero, ma per essere sicuri non rimanere in piedi tutta la sera e di sedervi ad un tavolo – con possibilità di cenare dalle ore 20.00 - è consigliata la prenotazione al numero 345 7386832.
Francesca Caggiati
Inaugurata lo scorso mercoledì 23, appare già chiaro quanto l’opera del Correggio “Ritratto di giovane donna”, proposta ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia nella formula del pièce unique, abbia creato attesa e curiosità tra gli appassionati, gli studiosi e gli amanti dell’arte, tanto da aver accolto già più di 800 visitatori fino a domenica!
Una tela di impareggiabile valore, prestito eccezionale del Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, che nasconde ancora tanti misteri al suo interno: la committenza, la provenienza e la stessa identità della donna ritratta. Una tela che incuriosisce, dunque, ma che sa anche emozionare e incantare chiunque si trovi al suo cospetto per la bellezza dei colori, la dolcezza dell’incarnato, l’eleganza dei tratti e dei particolari, dettagli che raccontano tutto il genio del Rinascimento italiano.
L'importante affluenza di pubblico all'evento - curato da Claudio Franzoni e Pierluca Nardoni – fin dai primi giorni, convalida quindi la scelta fatta dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia per la città e preannuncia l'interesse verso l'altra mostra in arrivo, che sarà inaugurata il prossimo 15 novembre e che vedrà, esposte in due sedi - Palazzo Magnani e i Chiostri di San Pietro - quasi 200 opere provenienti da tutto il mondo: “What a Wonderful World. La lunga storia dell'Ornamento tra arte e natura”.
Orari "Ritratto di giovane donna":
da martedì a venerdì, 10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00
sabato, domenica e festivi, 10.00 - 19.00
Modalità di visita:
Ingresso a gruppi in fasce orarie, fino a esaurimento posti, ogni 30 minuti negli orari di mostra a partire dalle ore 10.00 (la visita è guidata dal dipartimento didattica della Fondazione Palazzo Magnani). È consigliata la prenotazione.
Sabato 26 ottobre alle 17.30 (ritrovo alla biglietteria di via Lanfranco alle 17.15) è in programma la visita in Ghirlandina “L'ascesa della Torre, percorso a tappe sui misteri di Modena”. La salita lungo gli antichi scalini sarà occasione di un percorso a tappe dentro la Torre che, gradino dopo gradino, svelerà alcuni misteri della città medievale e culminerà in Sala dei Torresani, con un ampio sguardo sul panorama.
Da qui, dove un tempo abitavano i custodi della Torre, si può ammirare il cuore storico di Modena con piazza Grande, attorno alla quale dal Medioevo confluirono sia il potere religioso sia quello civile. Poi si parlerà delle metope, figure scolpite enigmatiche che ornano gli esterni del Duomo, della “Porta della Pescheria” con il ciclo Bretone di re Artù e, si parlerà di chi era o rappresenta la Bonissima.
La visita guidata è gratuita previo pagamento del biglietto d’ingresso alla Ghirlandina (3 euro, ridotto 2 per bambini e studenti 6-26 anni, over 65, gruppi di minimo 10 partecipanti; gratis per bimbi fino a 5 anni, disabili con accompagnatori, giornalisti, guide turistiche e insegnanti che accompagnano classi); oppure biglietto Unico Sito Unesco da 6 euro, a validità illimitata, per Ghirlandina, Musei del Duomo Sale Storiche del Palazzo Comunale, Acetaia Comunale (prenotazione allo Iat per venerdì pomeriggio, sabato e festivi mattina e pomeriggio).
Domenica 27 ottobre il ritrovo per la visita “Combo” è nella biglietteria della Ghirlandina, in via Lanfranco, alle 16.45. La visita inizia dalla Torre, alle 17. Si saliranno 200 gradini fino alla “Sala dei Torresani” da cui ammirare il panorama.
Il gruppo sarà quindi accompagnato a Palazzo Comunale, nelle Sale Storiche, a lasciarsi sorprendere dalle decorazioni pittoriche di artisti come Nicolò dell'Abate, Ludovico Lana, Ercole dell'Abate, Bartolomeo Schedoni, Francesco Vellani, Girolamo Vannulli, Francesco Vaccari e Adeodato Malatesta.
Per la visita “Combo” serve il biglietto di ingresso alla Ghirlandina a 3 euro (ridotto 2 per studenti dai 6 ai 26 anni, over 65, gruppi di almeno 10 persone) più il biglietto a 2 euro per le Sale Storiche. Oppure il biglietto Unico Unesco a 6 euro.
Iat Informazione e Accoglienza Turistica tel. 059 2032660 (www.visitmodena.it).
I fratelli Dardenne, Gabriele Muccino, Cristiano Travaglioli, l'anteprima del nuovo film di Ken Loach, masterclass, laboratori e mostre: l'edizione 2019 del Parma Film Festival – Invenzioni dal Vero
Parma -
Sarà una settimana di grande cinema quella che si terrà nella nostra città dal 3 al 9 novembre, con l’antipasto prestigioso di sabato 26 ottobre, che vedrà protagonisti di una masterclass e della presentazione del loro nuovo film “Le jeune Ahmed” i fratelli Dardenne: torna un’altra ambiziosa edizione - la seconda targata “Invenzioni dal vero” - del Parma film festival.
Ci sarà il film che ha vinto il Festival di Cannes, l’ultimo capolavoro di Scorsese, “The Irishman”, l’anteprima del nuovo lavoro (che in sala in Italia arriverà solo a gennaio) di Ken Loach, “Sorry we missed you”, ma anche il grande regista de “L’ultimo bacio” e di “A casa tutto bene”, Gabriele Muccino, il montatore dei film di Paolo Sorrentino, Cristiano Travaglioli e i premiatissimi e acclamati autori de “Il figlio” e “Due giorni, una notte”, i fratelli Dardenne.
A presentare oggi nel dettaglio il Festival sono intervenuti Michele Guerra, assessore alla Cultura del Comune di Parma, Primo Giroldini, presidente circolo Stanley Kubrick, Sara Martin, docente di Storia e critica del cinema dell'Università di Parma, e Filiberto Molossi, critico cinematografico e giornalista della Gazzetta di Parma, insieme ai rappresentanti delle realtà sostenitrici.
Un calendario fitto di appuntamenti, incontri e ovviamente grandi film: in programma diverse anteprime (in lingua originale con sottotitoli in italiano) di alcuni dei migliori e più attesi film della stagione 2019-2020: da “La belle époque” (domenica 3 all'Astra), divertente e insieme struggente commedia francese sulla nostalgia, a “The Irishman” (lunedì 4 all'Astra), il film con cui Scorsese racconta cinque decenni di storia criminale riunendo sullo stesso set Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, da il sorprendente “Parasite” (martedì 5 al D'Azeglio), l’acclamato film coreano vincitore della Palma d’oro, a “Sorry we missed you” (giovedì 7 all'Astra) e “Les Misérables” (venerdì 8 all'Astra), rispettivamente il nuovo film di Loach e il potente debutto del francese Ladj Ly, pellicole che usciranno in sala solo nel 2020 e che gli spettatori potranno vedere con grande anticipo.
Tanti anche i volti del grande cinema che si alterneranno ai cinema Astra, D’Azeglio e Edison e negli altri luoghi del Festival: tra gli altri, oltre ai già citati Dardenne, premiati come migliori registi a Cannes 2019, Gabriele Muccino, ospite di un incontro pubblico domenica 3 alle 16.30 all’Euro Torri, Cristiano Travaglioli (giovedì 7 e venerdì 8 al liceo Toschi), autore del montaggio di film come “Il divo” e “La grande bellezza”, Lorenzo Mattotti, il grande illustratore che debutta nel cinema portando sullo schermo un libro di Buzzati (“La famosa invasione degli orsi in Sicilia”), Benedetta Barzini, icona della moda italiana e internazionale (mercoledì 6 all'Edison), Matteo Rovere, regista di “Veloce come il vento” e “Il primo re” (martedì 5, alle 14,30, al D'Azeglio), Carlo Sironi, regista debuttante dell’apprezzato “Sole” (lunedì 4).
Ma il Parma Film Festival è molte altre cose: in una settimana densissima, sarà possibile anche assistere a masterclass all’Università, workshop, presentazioni di libri (una di queste coinvolgerà anche l’attore Ivano Marescotti), retrospettive (due quest’anno: quella dedicata a Pietro Marcello e un’altra che prende in considerazione le pellicole di un autore maledetto, Claudio Caligari), film dedicati alle scuole e un concorso dedicato a progetti audiovisivi realizzati dagli studenti dei corsi offerti da diverse università italiane (master, scuole di alata formazione, laboratori) oppure prodotti o coordinati dalle istituzioni universitarie. A chiudere, sabato 9 novembre, l’inaugurazione della mostra “Incontri del mio privilegio” di Edoardo “Tobia” Fornaciari, che raccoglie alcuni scatti “cinematografici” del grande fotografo parmigiano.
Le sedi del Festival
Cinema Astra - P.le Volta 3, tel. 0521 960554
Cinema D’Azeglio - Via D’Azeglio 33, tel. 0521 281138
Cinema Edison - L.go 8 Marzo 9/a, tel. 0521 964803
Distretto del Cinema/Officina delle Arti Audiovisive - Via Mafalda di Savoia 17/a, tel. 0521 1802709
Casa della Musica - P.le S. Francesco 1, tel. 0521 031170
Aula Ferrari/Università - Via D’Azeglio 85, tel. 0521 032312
Aula dei Filosofi/Università - Strada dell’Università 12, tel. 05219021 - 0521032111
Liceo artistico statale Paolo Toschi - V.le Toschi 1, tel. 0521 282270
Palazzo del Governatore - Piazza Garibaldi, tel. 0521 218929
Torrione Visconteo - Via dei Farnese, 23
Euro Torri
“Parma Film Festival – Invenzioni dal Vero” è organizzato dal Comune di Parma insieme a Circolo del cinema Stanley Kubrick, Università di Parma, Solares Fondazione delle Arti, Officina Arti Audiovisive, Liceo Artistico Statale Paolo Toschi e con il contributo di Regione Emilia Romagna, Fondazione Monteparma, Chiesi, BPER Banca e Carebo.
Media Partner: Gazzetta di Parma.
Programma dettagliato del Festival
Prefestival sabato 26.10
16.00 → Aula dei Filosofi
Masterclass
di Jean-Pierre e Luc Dardenne
21.00 → Cinema Astra
Jean-Pierre e Luc Dardenne presentano
Le Jeune Ahamed (Belgio/Francia 2019, 84’)
Domenica 03.11
11.30 → Cinema Astra
Aperitivo inaugurale del Festival
Lorenzo Mattotti presenta “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” (Francia/Italia 2019, 82’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
16.30 → Euro Torri
Evento Extra: Euro Torri incontra Gabriele Muccino
18.00 → Cinema Edison
Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna presentano “Scherza con i fanti” (Italia 2019, 72’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
21.00 → Cinema Astra
Concorso: Montagne blu (19’)
A seguire
La belle époque, di Nicolas Bedos (Francia 2019, 115’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
Lunedì 04.11
09.00 → Distretto del Cinema/Cinema Edison
Cinebreakfast - OAA*: Carlo Sironi presenta “Sole” (Italia/Polonia 2019, 102’)
10.30 → Casa della Musica
Consulta Universitaria Cinema: Ricerche dottorali. Fonti e metodi
10.30 → Aula Ferrari/Università
Masterclass di Carlo Sironi
16.00 → Cinema D’Azeglio
Retrospettiva Claudio Caligari: Amore tossico (Italia 1983, 96’)
18.00 → Cinema Edison
Retrospettiva Pietro Marcello: Il cantiere (Italia 2004, 35’) La baracca (Italia 2005, 26’) “Il passaggio della linea” (Italia 2007, 57’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
18.00 → Palazzo del Governatore
Presentazione del libro “Cesare Zavattini a Milano (1929-1939)” di Guido Conti (Ed. Libreria Ticinum, Voghera 2019). Sarà presente l’autore
20.30 → Cinema Astra
Concorso: Arva Vacua (8’)
A seguire
The Irishman
di Martin Scorsese (USA 2019, 209’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
Martedì 05.11
14.30 → Cinema D’Azeglio
Masterclass di Matteo Rovere
A seguire
Il primo re di Matteo Rovere (Italia 2019, 127’)
16.30 → Cinema Edison
“L’ultimo giorno” di Amedeo Cavalca e Carlo Ugolotti (Italia 2019, 25’)
17.00 → Cinema D’Azeglio
L’urlo di Francesco Barilli (Italia 2019, 15’)
17.30 → Cinema D’Azeglio
Retrospettiva Claudio Caligari: L’odore della notte (Italia 1998, 98’)
18.00 → Cinema Edison
Retrospettiva Pietro Marcello: La bocca del lupo (Italia 2009, 67’) Il silenzio di Pelešjan (Italia 2011, 52’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
18.00 → Palazzo del Governatore
Presentazione del libro “Fatti veri” di Ivano Marescotti
(Ed. Vague s.a.s. Torino, 2019). Sarà presente l’autore
21.00 → Cinema D’Azeglio
Concorso: Immoto (9’), Le Flaneur (10’)
A seguire
“Parasite” di Bong Joon-ho
(Corea del Sud 2019, 132’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
Mercoledì 06.11
9.00 → Distretto del Cinema
Workshop di Gianfilippo Pedote
16.00 → Cinema D’Azeglio
Retrospettiva Claudio Caligari: “Non essere cattivo” (Italia 2015, 100’)
18.00 → Cinema D’Azeglio
Le ragazze di Piazza di Spagna
di Luciano Emmer (Italia 1952, 99’)
Raccontare e fare il cinema italiano. Piano Nazionale Cinema per la Scuola
19.30 → Cinema Edison
Simone Isola e Fausto Trombetta presentano “Se c’è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari” (Italia 2019, 104’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
21.30 → Cinema Edison
Beniamino Barrese presenta “La scomparsa di mia madre” (Italia 2019, 94’)
Sarà presente Benedetta Barzini
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
Giovedì 07.11
09.00 → Distretto del Cinema
Workshop di Gianfilippo Pedote
14.00 → Aula Ferrari/Università
Masterclass di Massimo Cantini Parrini
15.30 → Liceo Toschi**
Incontro con Cristiano Travaglioli
17.00 → Cinema Astra
Le mani sulla città
di Francesco Rosi (Italia 1963, 105’). Copia restaurata a cura della Cineteca Nazionale di Roma
Proiezione accessibile tramite sottotitolazione integrata e audiodescrizione a cura di Associazione +Cultura Accessibile
18.00 → Cinema Edison
Retrospettiva Pietro Marcello: “Bella e perduta” (Italia 2015, 86’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
18.00 → Palazzo del Governatore
Presentazione del libro “Gian Maria Volontè” di Mirko Capozzoli (Ed. Add. Editore Torino, 2019)
Sarà presente l’autore
21.00 → Cinema Astra
Concorso: La città è tranquillissima (13’)
A seguire
“Sorry We Missed You” di Ken Loach
(GB/ Francia/Belgio 2019, 100’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
Venerdì 08.11
09.00 → Distretto del Cinema/Cinema Edison
Cinebreakfast - OAA*
Agostino Ferrente presenta
Selfie (Francia/Italia 2019, 78’)
09.00 → Liceo Toschi**
Workshop di Cristiano Travaglioli
10.30 → Aula Ferrari/Università
Masterclass di Agostino Ferrente
16.00 → Casa di reclusione di Parma***
Selfie di Agostino Ferrente
(Francia/Italia 2019, 78’)
18.00 → Cinema Edison
Retrospettiva Pietro Marcello: “Martin Eden”
(Italia/Francia/Germania 2019, 129’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
18.30 → Cinema Astra
I Am Not Alone Anyway
di Veronica Santi (Italia 2017, 75’)
A seguire presentazione del libro Francesca Alinovi.Scritti a cura di Matteo Bergamini e Veronica Santi (Ed. Postmedia books, Milano, 2019). Saranno presenti gli autori.
21.00 → Cinema Astra
Premiazione del concorso
A seguire
Les Misérables
di Ladj Ly (Francia 2019, 100’)
Ingresso Abbonamento ⁄ Biglietto
Sabato 09.11
09.00 → Distretto del Cinema/Cinema Edison
Cinebreakfast – OAA*: La famosa invasione degli orsi in Sicilia
di Lorenzo Mattotti
(Francia/Italia 2019, 82’)
11.00 → Torrione Visconteo (Via dei Farnese)
Inaugurazione mostra
Incontri del mio privilegio
di e con Edoardo Fornaciari
Info Point: SPAZIO A, strada Macedonio Melloni 1/A
Info e biglietti:
→ Ingresso: € 7,50
→ Ridotto: € 5,50
→ Abbonamento 13 proiezioni: € 25,00
Con l’abbonamento in omaggio il catalogo e la shopper del festival.
I film Sorry We Missed You e Les Misérables sono vietati ai minori di 18 anni.
Cinebreakfast* → proiezioni riservate alle scuole e workshop a cura dell’ Officina delle
Arti Audiovisive (OAA 24fps)
Liceo Toschi**
→ Workshop riservato agli
studenti del Toschi e OAA 24fps
Casa di Reclusione di Parma***
→ proiezione riservata
Reggia di Colorno, dal cantiere di restauro emergono nuovi affreschi. Presentati oggi gli affreschi inediti del piano nobile.
Parma, 24 ottobre 2019 –
Una serie di affreschi del tutto inediti è stata riportata in luce grazie al recente cantiere di restauro che ha coinvolto una parte del piano nobile della Reggia Ducale di Colorno, promosso dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza.
Si tratta di affreschi barocchi risalenti ai primi anni del 1700, eseguiti probabilmente da Giovanni Bolla su “quadratura” di Ferdinando Galli Bibiena. Gli affreschi, che erano nascosti da un controsoffitto e da una scialbatura, rappresentano tra l’altro drappeggi e putti festanti che si affacciano su una balaustra, con un oculo centrale che contiene un’aquila coronata.
Al cantiere ministeriale, per interventi complessivi pari a 195 mila euro, ha compartecipato la Provincia di Parma che, grazie al contributo di oltre 50 mila euro, ha permesso di restituire alla pubblica fruizione gran parte della manica del palazzo che separa il cortile d’onore dal secondo cortile. Il cantiere è durato un anno, da luglio 2018 a giugno 2019.
Le nuove affascinanti scoperte sono state presentate al pubblico stamattina in Reggia.
Dopo i saluti del Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi, del Sindaco di Colorno Christian Stocchi e del delegato della Soprintendenza Cristian Prati, è stata la volta degli interventi tecnici che hanno illustrato la storia del Palazzo, il cantiere di restauro e le scoperte storico-artistiche, a cura del progettista arch. Barbara Zilocchi, dell’arch. Cristian Prati direttore dei lavori e della dott.ssa Chiara Burgio, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza.
Al termine della presentazione, gli intervenuti hanno potuto partecipare a una visita guidata alle sale restaurate con la collaborazione della ditta Ducale Restauro di Venezia.
“Queste opere aggiungono un importante tassello di conoscenza alla storia di questa prestigiosa residenza ducale – afferma il Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi - La recente campagna di lavori, da poco conclusa, consentirà anche di ampliare significativamente l’attuale percorso di visita degli appartamenti ducali verso il giardino, con ulteriori ambienti di assoluto interesse e rilevanza storico-artistica”.
“Da un punto di vista tecnico-scientifico si è trattato di un cantiere molto impegnativo – afferma l’arch. Cristian Prati, direttore dei lavori e attuale funzionario delegato della Soprintendenza – soprattutto a fronte delle difficoltà incontrate nelle operazioni di descialbo delle superfici della volta e delle lunette. Gli strati che ricoprivano gli affreschi, infatti, sono risultati essere particolarmente tenaci, con possibili rischi per la conservazione dell’apparato decorativo sottostante. La definizione di un protocollo d’intervento, a seguito delle necessarie indagini preliminari e campionature, ha permesso di recuperare un sorprendente episodio di pittura barocca, celato da lungo tempo”.
Nella foto: uno degli affreschi
Inaugura sabato 9 novembre alle 17.30 nelle sale di Palazzo Pigorini a Parma la mostra Emilio Scanavino. Genesi delle forme a cura di Cristina Casero ed Elisabetta Longari, realizzata in collaborazione con l’Archivio Emilio Scanavino e il sostegno del Comune di Parma. La rassegna offre una lettura inedita dell'opera di Emilio Scanavino (Genova, 1922–1986), artista che è stato protagonista della stagione italiana della pittura informale negli anni Cinquanta, aggiornando poi i suoi modi nei decenni seguenti lungo una traiettoria personale e coerente.
L'esposizione presenta – accanto a dipinti, ceramiche e sculture – più di cento fotografie scattate dallo stesso Scanavino, una produzione interessante e sostanzialmente inedita, conservata presso l'archivio dell'artista. Intorno a questo nucleo di immagini è costruita, con un taglio innovativo, la mostra, che chiarisce quindi come la pratica fotografica sia stata parte integrante, sin dalla fine degli anni Cinquanta, della ricerca dell'autore. Dal confronto tra gli scatti e la produzione artistica si evidenzia anche l'affermarsi di un differente modo di concepire l'immagine pittorica o scultorea da parte di Scanavino, che affermava «a me piace fotografare. Ma non cerco belle immagini, mi piace andare in giro e ritrarre lo scheletro della natura, certi buchi, certi solchi che i secoli hanno scavato nelle montagne. I detriti che si accumulano nei luoghi dove la nostra civiltà industriale raccoglie le sue scorie mi raccontano cose incredibili».
Nelle sue fotografie, infatti, Scanavino immortala brani di realtà - corde, innesti, insetti, muri, nodi, pietre -, tutti elementi che qui diventano forme primarie, archetipi, il cui senso va oltre il loro significato letterale. Come evidenzia una delle due curatrici, Elisabetta Longari, “la fotografia aiuta Scanavino a leggere con evidenza il carattere particolare della materia, ne capta la qualità, la struttura segreta”, e quindi il motivo per cui egli ricorre a questo strumento espressivo è “la conoscenza, la più profonda e diretta possibile. La fotografia in questo quadro si rivela un ottimo strumento d’indagine, l’obiettivo è un occhio ravvicinato cui non sfugge nulla, o comunque che sa cogliere ciò che l'occhio umano non afferra”. L'artista, dunque, assegna alla fotografia un ruolo fondamentale nel processo di genesi delle forme del suo immaginario, non fondato soltanto sulla sua invenzione, sulla sua immaginazione, ma capace di trarre forza anche da quella ricognizione sulla realtà che egli compie anche attraverso il mezzo fotografico.
Il fondamentale rapporto tra l'immagine fotografica e la produzione pittorica e scultorea di Scanavino, insieme all’analisi del linguaggio fotografico dell'autore, sono indagati nel catalogo della mostra, un volume edito da Magonza Editore, che presenta la produzione fotografica dell'autore, sinora poco conosciuta. I saggi delle due curatrici approfondiscono diversi aspetti: Cristina Casero si concentra più propriamente sull’analisi del linguaggio fotografico e sulle relazioni dell’artista con il clima culturale e il contesto espositivo a lui contemporaneo; Elisabetta Longari cerca, basandosi principalmente sui libri, come anche sui carteggi presenti nell’archivio del pittore, di tracciare una possibile mappa culturale del suo approccio alla fotografia e all’arte.
In occasione della XIII edizione della Rassegna “Il Rumore del Lutto” dedicata quest’anno al tema Passaggi, Antica Farmacia + presenta il progetto Vita brevis, Ars longa del fotografo Paolo Novelli (Italia, 1976), che inaugura sabato 26 Ottobre alle ore 19.
La mostra, a cura di Chiara Canali, presenta negli spazi cinquecenteschi dell’Antica Farmacia di San Filippo Neri una selezione di dieci scatti tratti dal progetto Vita brevis, Ars longa (2002), una singolare ricognizione visiva di Paolo Novelli all’interno dei campisanti monumentali di mezza Italia, da Venezia a Genova, da Milano a Roma.
Un progetto che va oltre la semplice documentazione delle sculture, per proporre immagini in cui le opere perdono la loro natura marmorea per assumere intensità ed espressioni incredibilmente vivide e reali. L’intento è quello di “umanizzare” le statue, portando alla luce i moti espressivi dell’anima attraverso un gioco di contrasti chiaroscurali che incide le masse plastiche e rende i volti estremamente icastici e penetranti.
Il progetto all’Antica Farmacia + di Parma si sviluppa in concomitanza con l’importante esposizione di Paolo Novelli La Fotografia come differenza in corso alla Triennale Milano fino al 3 novembre 2019.
Durante la serata dalle 21.30 si esibiranno presso la Chiesa di San Tiburzio Pieralberto Valli e Trazeroeuno.
Esibizione LIVE: Pieralberto Valli PAV. Dopo il primo album da solista "Atlas", che lo ha imposto all’attenzione dei media e del pubblico grazie a una particolare commistione tra cantautorato, rock ed elettronica e a un’originale ricerca linguistica, torna ora con un progetto che si conferma ambizioso e contemporaneo. Questo nuovo lavoro, intitolato Numen, è “un disco lungo un anno”. Un anno intero per conoscere ed immergersi nel lavoro di uno degli artisti più preziosi del panorama italiano. Attraverso le sue atmosfere oniriche e le sue liriche personali e visionarie PAV riesce a creare mondi unici che avvolgono, cullano e, con il frastuono del minimalismo compositivo, scuotono fortemente l’ascoltatore, in un costante e magmatico flusso di immagini che sforano spesso la poesia.
DJ set: Trazeroeuno La passione per la musica l'ha portato a scrivere per anni in diverse webzine, recensendo album e concerti principalmente postpunk, indie, metal e shoegaze. Questa passione si è poi declinata nell'attività di dj, cercando il perfetto equilibrio tra stile e divertimento.
Il borgo della Valtrebbia, nel piacentino, ha sbaragliato i 60 finalisti ed ha conquistato la prima posizione del “talent” di Rai Tre che mette in competizione i piccoli centri più suggestivi per storia, arte, cultura, bellezze paesaggistiche ed enogastronomia.
Piacenza -
Ernest Hemingway ha definito la Valtrebbia “la vallata più bella del mondo” e aveva ragione. Lo scorso 20 ottobre, Bobbio, piccolo e suggestivo centro del piacentino, ha conquistato la prima posizione del talent di Rai Tre “Il borgo dei borghi”, sbaragliando 60 candidati.
L’incoronazione di Bobbio a “Borgo dei borghi” è avvenuta nell’ambito della puntata finale, condotta da Camila Raznovich, Philippe Daverio, Mario Tozzi e Margherita Granbassi, il cui voto “di qualità” pesava per il 50%, mentre il restante 50% era in mano alla giuria popolare.
A conquistare le due giurie sono stati i diversi aspetti che si concentrano in questo piccolo borgo di appena 3500 abitanti che sorge sul fiume Trebbia, al confine con tre regioni, Emilia, Liguria e Toscana, dalle quali, nel corso dei secoli, ha assorbito la storia, la cultura e le tradizioni fino a trasformarle in un unico affascinante mix.
Bellezze artistiche, paesaggistiche, cultura, architettura, storia ed enogastronomia hanno conquistato il cuore dei giurati, affascinati dai suoi vicoli di ciottoli, le strade su cui si affacciano antichi portici, e poi ponti, conventi, chiese che riassumono l’eredità romana, longobarda e carolingia.
Tracce di un primo nucleo abitativo sul Trebbia si hanno infatti fin dal Neolitico, ma è nel 14 a.C, in epoca romana, che nasce l’antica Bobium. A lasciare un segno indelebile, tuttavia, è il monaco irlandese Colombano, che nel 614 fonda qui un monumentale monastero, tra i più grandi e importanti d’Italia, e non solo, con un complesso che include, tra gli altri edifici, una basilica affiancata dal porticato che la collega all’abbazia, oggi sede del museo e dello scriptorium.
Un altro simbolo di Bobbio è il suo ponte romanico, noto come Ponte del Diavolo o Gobbo, per il suo profilo arcuato e le sue undici arcate, l’una diversa dall’altra, che si susseguono lungo i 280 metri del monumento.
Suggestivo il centro storico, con le sue strade di ciotoli, dove valgono una visita Piazza San Francesco, il Monastero di San Francesco, in stile francescano rustico del XIII secolo con un chiostro del XV e la chiesa ricostruita in stile barocco nei primi anni del Settecento. Splendida anche la chiesa della Madonna dell’Aiuto del 1621.
Non dimentichiamo, poi, le bellezze paesaggistiche, con un fiume, il Trebbia, in gran parte balneabile, colline verdi su cui nascono le viti di Nebbiolo e Dolcetto e gli scorci del Monte Penice, che ogni anno, nel periodo estivo attraggono migliaia di turisti.
Bobbio, poi, è una delle mete gourmet più interessanti d’Italia per la gustosa commistione di prelibatezze della gastronomia piacentina, come i deliziosi salumi, tra cui coppa, salame e ciccioli e influenze di Liguria e Toscana. Tra i primi piatti spiccano gli anolini all’uovo, i pisarei e fasò, il riso alla zucca, la bomba di riso, i tortelli mentre, tra i secondi, spopola lo stracotto e altri piatti a base di carne.
Il borgo, poi, ha dato i natali al regista Marco Bellocchio, che ogni anno organizza qui un rinomato Festival del Cinema, attirando intellettuali, curiosi, appassionati e semplici turisti che contribuiscono a mantenere vitale questo piccolo gioiello della Valtrebbia.
Per la cronaca, ricordiamo che in finale sono arrivati i borghi di Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa (Sicilia) piazzatosi al secondo posto, al terzo Rotondella, in provincia di Matera (Basilicata), in quarta posizione Laigueglia, nel savonese (Liguria).
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