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La preoccupazione di Confartigianato Emilia – Romagna espressa dal presidente regionale Davide Servadei.

Eletto per acclamazione dal Consiglio della Federazione. Gilberto Luppi vice presidente vicario, Graziano Gallerani e Luca Morigi vice presidenti.

Il 2020 si conferma un anno difficile per il turismo, le recenti previsioni1 indicano a livello nazionale una flessione del 44% dei visitatori internazionali e nazionali, equivalenti a 51 milioni di visitatori in meno.

Dall'Emilia Romagna migliaia di imprenditori associati a CNA, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO e CONFESERCENTI alla manifestazione indetta a livello nazionale da Rete Imprese Italia -


Bologna, 5 febbraio 2014 -

Le imprese emiliano romagnole si mobilitano. Stanche di vedersi "rubare" il futuro, di lavorare in condizioni di continua incertezza, strozzate da una fiscalità intollerabile, inascoltate dalla classe politica, esasperate di sentirsi raccontare che la crisi è ormai finita, le piccole e medie imprese della nostra regione associate a CNA, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO e CONFESERCENTI parteciperanno alla manifestazione nazionale "Senza imprese non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro", organizzata da Rete Imprese Italia, per il 18 febbraio, a Roma. Tra loro, anche gli imprenditori delle aree emiliano-romagnole colpite prima dal terremoto, poi dall'alluvione.
Sono diverse migliaia i commercianti e gli artigiani dell'Emilia Romagna che, con pullman e treni, si mobiliteranno per raggiungere Roma, dove si svolgerà la manifestazione. Parteciperanno per far sentire la loro voce, per chiedere azioni immediate, per affrontare una situazione che è diventata ormai insostenibile.
Nella classifica della Banca Mondiale sulla facilità di fare impresa, l'Italia è al venticinquesimo posto tra i 28 paesi dell'Unione Europea: per i soli adempimenti fiscali sono necessarie 269 ore l'anno per un totale di 34 giorni lavorativi: 13 giorni in più rispetto alla media europea, 10 rispetto alla media dei paesi Ocse;il livello di imposizione fiscale sui profitti d'impresa nel 2013 è stato del 65,8%, oltre 20 punti sopra la media europea. La conseguenza è che nei primi 9 mesi del 2013 complessivamente hanno chiuso i battenti 277mila attività, e il 40% delle nuove imprese non supera il quarto anno di vita. Tutto ciò non è più ammissibile.
Quello delle piccole e medie imprese – ricordano CNA, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO e CONFESERCENTI della regione – è il tessuto produttivo più esteso del nostro Paese e ha, da sempre, contribuito alla ricchezza e allo sviluppo dell'Italia. Rappresenta in Europa un caso unico per la sua diffusione e solidità, a cui si unisce l'elevata qualità dell'offerta. Per questo motivo è tanto importante salvaguardare questo patrimonio, la cui tenuta è determinante per il futuro dell'intera economia.
La manifestazione del 18 febbraio sarà inoltre l'occasione per presentare un manifesto contenente proposte concrete per un reale cambiamento economico e sociale.

(Fonte: ufficio stampa CNA Regionale)

 

Soddisfazione di CNA e Confartigianato: "Auspichiamo vengano accettate le nostre richieste per garantire la libertà di scelta dei consumatori e la libera concorrenza sul mercato delle riparazioni" -

Reggio Emilia, 30 gennaio 2014 -

Soddisfazione delle Associazioni di categoria in materia Rc Auto: sono stati ritenuti ammissibili, infatti, tutti gli emendamenti presentati per modificare l'articolo 8 dell'ultimo provvedimento del Governo denominato "Destinazione Italia", in particolare contro l'obbligo di risarcimento in forma specifica e il divieto di cessione del credito. Le CNA di Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza unitariamente con Confartigianato delle stesse province solo qualche giorno fa hanno presentato in un'Assemblea Generale dei Carrozzieri quali sono le modifiche del decreto richieste.

Davanti ad una platea di 140 carrozzieri, l'Avv. Davide Martinelli, esperto in materia assicurativa, ha illustrato le principali correzioni volute dalle Associazioni per tutelare migliaia di imprese di carrozzeria indipendenti che non operano in convenzione con le compagnie di assicurazione. In primis la soppressione del risarcimento in forma specifica che prevede di far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con l'assicurazione ledendo sia la libertà di scelta dei consumatori che la libera concorrenza sul mercato e di conseguenza la sopravvivenza di migliaia di carrozzerie.

Richiesta inoltre la soppressione del divieto di cessione del credito, che consente al consumatore di delegare all'officina di autoriparazione la tutela dei propri interessi nei confronti dell'assicuratore e di rientrare in possesso del veicolo in tempi brevi e senza esborsi. Altre modifiche importanti riguardano la possibilità di versamento del risarcimento direttamente alla carrozzeria, previa presentazione della documentazione fiscale, e l'adozione di parametri tecnici per l'effettuazione delle riparazioni a regola d'arte sulla base di un accordo tra le Associazioni e le compagnie assicuratrici.

Livio Carbognani di CNA Reggio Emilia e Antonio Malpeli della Confartigianato di Parma hanno moderato l'incontro ribadendo: "l'impegno di CNA, Confartigianato e Casartigiani di agire unitariamente e aprire un tavolo tecnico tra riparatori e assicurazioni per arrivare a soluzioni condivise nel pieno rispetto delle regole e per la tutela dell'intera categoria delle carrozzerie".

Infine, Franco Mingozzi, Presidente Nazionale CNA Unione Servizi alla Comunità, ha invitato i presenti a scendere in piazza per la mobilitazione generale indetta da Rete Impresa Italia martedì 18 febbraio per dimostrare di essere uniti e pronti a pretendere dal Governo interventi decisi per ridare ossigeno alle imprese.

 

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Lo studio che ha analizzato la dinamica degli stanziamenti bancari erogati nella nostra regione nel corso del 2013 rivela Parma fanalino di coda in Emilia Romagna con un calo dei prestiti veramente sensibile -

Bologna, 28 gennaio 2014 -

"Limitare l'accesso al credito alle imprese artigiane equivale a decretarne il mancato sviluppo ed in molti casi la stessa sopravvivenza", così il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli commenta lo studio che ha analizzato la dinamica degli stanziamenti bancari erogati nella nostra regione nel corso del 2013. "In un quadro generale di perdurante recessione, che periodicamente sposta in avanti l'uscita dal tunnel della crisi - prosegue Granelli - si è aggravata l'emergenza credito, creando maggiori difficoltà nel reperimento dei finanziamenti necessari per la liquidità aziendale e per gli investimenti".

I dati di Banca d'Italia aggiornati al 30 Settembre 2013, relativi all'erogazione del credito alle imprese suddivisi per Regione e classe dimensionale, indicano uno stock totale di 808,8 miliardi di Euro di finanziamenti concessi al totale delle imprese italiane con un calo del 7,5% rispetto a Settembre 2012. Nello specifico l'Emilia-Romagna ha visto stanziamenti pari a 90,2 miliardi di euro, equivalente ad un calo del 6,3%, ma se consideriamo le imprese con meno di 20 addetti otteniamo un monte finanziamenti di 16,8 miliardi in calo del -5,8%, superiore al dato medio nazionale del -5,5%. "Abbiamo un dato peggiore rispetto a quello nazionale - prosegue Granelli - una conferma della particolare criticità che vivono nella nostra regione le piccole imprese che sono alla ricerca di credito, necessario per realtà storicamente sottocapitalizzate e per questo ancora più bisognose. E sebbene le piccole imprese rappresentino il 97% del totale si trovano a ricevere solo il 19% dei finanziamenti, al restante 3% delle aziende va oltre l'80% del credito".

Le prime sei regioni assorbono il 74,5% del totale dei finanziamenti erogati: la Lombardia è prima con il 27,9% del credito, l'Emilia Romagna è seconda con l'11,2%, terza posizione per il Veneto con l'11,1%, seguono il Lazio con il 10,7%, la Toscana con il 7,1% e il Piemonte con il 6,5%. Complessivamente il Centro-Nord assorbe ben l'86,1% del credito erogato a favore delle imprese (il Nord-Ovest pesa per il 36,8%, il Nord-Est per il 27,3% ed il Centro per il 21,9%), mentre il mezzogiorno assorbe il restante 13,9% (il Sud pesa per il 9,7% e le Isole solo per il 4,3%).
Le imprese con meno di 20 addetti assorbono il 19% del credito con scostamenti molto ampi che vanno dal 36,3% del Molise e dal 35,7% del Trentino Alto Adige al 9,1% del Lazio e al 13,6% della Lombardia in cui si concentrano maggiormente le imprese di grande dimensione. L'Emilia-Romagna con il 18,7% è sostanzialmente in linea con la media nazionale, mentre il calo di erogazioni per le imprese con più di 20 addetti è inferiore (-6,4%) al dato Italia (-8%).

Analizzando la dinamica provinciale del credito erogato nella sola Emilia Romagna troviamo un andamento molto diversificato: il calo medio è del 6,3% ma con scostamenti significativi che vanno dal -3,7% di Ravenna ad un astronomico -11,1% di Parma. Se consideriamo poi le piccole imprese con meno di 20 dipendenti, rispetto ad un calo regionale del 5,8%, gli scostamenti vanno dal -2,5% di Ferrara al -9% di Parma.

"Il dato dell'Emilia Romagna, pari al 5,5% del totale credito - commenta Granelli - evidenzia la pesante penalizzazione del settore artigiano nell'erogazione del credito, non solo rispetto ad altre regioni del Centro-Nord (Piemonte 7%, Veneto 6,2%, Toscana 6,4%, Marche 9,7%) ma soprattutto rispetto all'incidenza del comparto sul totale del registro imprese delle Camere di Commercio. Nella nostra Regione le imprese artigiane attive al 30 settembre 2013 erano 137.542 cioè ben il 32,7% del registro ditte che contava 420.537 imprese. Ed anche l'articolazione del credito all'artigianato nelle Province dell'Emilia-Romagna evidenzia questa contraddizione con significativi scostamento territoriali". Rispetto alla media nazionale (-6,4%) di erogazione del credito all'artigianato nell'ultimo anno, tranne Bologna (-6,1%) tutte le altre province dell'Emilia-Romagna registrano cali molto più marcati con punte massime a Ravenna (-12,4%) Reggio Emilia (-10,7%) Piacenza (-8,7%) Rimini (-8,3%) e Modena (-8,1%).

"Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dal costo del credito, le imprese italiane pagano tassi di interesse molto più alti rispetto ai concorrenti europei - sottolinea Granelli - sui nuovi finanziamenti avviamo un tasso di 79 punti base superiore a quello medio dell'Eurozona e lo spread massimo è di 137 punti base con la Germania. Insomma le nostre imprese ricevono poco denaro e quanto riescono ad ottenerlo lo pagano molto più caro dei concorrenti diretti, una morsa nella quale finiranno per rimanere stritolate. Questo stato delle cose deprime gli investimenti e rallenta i processi di innovazione tecnologica, di conseguenza cala la produttività, uno dei più noti fattori critici dell'economia italiana".

Secondo gli ultimi dati diffusi a novembre da Banca d'Italia a giugno 2013 le imprese con meno di 20 addetti pagano tassi più alti in Calabria (10,60%), Campania (10,14%) e Umbria (10,00%) mentre il credito per le piccole imprese è relativamente meno costoso nella provincia autonoma di Bolzano (6,11%), provincia autonoma di Trento (6,64%) ed Emilia-Romagna (7,89%). Rispetto a giugno 2012 il tasso di interesse pagato dalle imprese è cresciuto in particolare in Puglia (+42 punti base), Friuli-Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento e Umbria (tutte a +35 punti base) mentre è diminuito in Valle d'Aosta (-90 punti base), Abruzzo (-49 punti base) e Molise (-39 punti base). Nel confronto con i tassi di interesse con le imprese medio-grandi con 20 o più addetti si osserva che le piccole imprese pagano tassi maggiori rispetto alle medio-grandi in tutte le regioni: nel dettaglio lo spread maggiore si osserva in Liguria (382 punti base), seguita da Friuli-Venezia Giulia (344 punti base) e Piemonte (331 punti base) mentre quello minimo è rilevato in Molise (51 punti base), preceduto dalla provincia autonoma di Trento (145 punti) e provincia autonoma di Bolzano (147 punti base). L'Emilia-Romagna con uno spread di 215 si colloca tra le regioni più virtuose del Centro-Nord. A livello provinciale i tassi medi applicati alle imprese per finanziamenti per Cassa al 30 giugno 2013 riferiti ad operazioni in essere registrano le migliori condizioni a Forlì-Cesena (4,52%), Parma (4,58%), Ravenna (4,62%), Bologna (4,72%) e Rimini (4,77%) mentre i tassi più elevati si applicano a Modena (5,27%), Ferrara (5,18%), Reggio E.(4,95%) e Piacenza (4,83%).

"Non ci stancheremo mai di ripetere - prosegue Marco Granelli - che per affrontare l'emergenza credito è fondamentale il ruolo dei Confidi a supporto delle imprese che non dispongono di sufficienti garanzie reali richieste dal sistema bancario in modo generalizzato e di importi sempre più elevati, a volte anche superiori al finanziamento concesso. In Emilia-Romagna questo ruolo è affidato ad Unifidi, consorzio regionale unitario di Garanzia, costituito anni fa da Confartigianato e Cna che ha raggiunto livelli di operatività tra i primi in Italia e in Europa. Purtroppo recessione e restrizioni nell'accesso al credito hanno avuto ripercussioni anche su questo importante strumento, pur confermandosi a livelli di prim'ordine per l'artigianato e la piccola impresa".
Nel 2013 sono state approvate 7.778 domande per un importo complessivo di finanziamenti pari a 620,4 milioni di euro, con un finanziamento medio di 79.765 euro e una garanzia media del 48,5%. Rispetto al 2012 si registra un calo del 13% sulle pratiche e un aumento di ben il 16% sul garantito a conferma delle crescenti difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese e della richiesta crescente di garanzie reali da parte del sistema bancario.
La dinamica provinciale vede confermarsi al primo posto Bologna con 1.356 pratiche deliberate seguita da Modena (1.153), Ravenna (1.171), Reggio Emilia (797), Piacenza (732), Forlì-Cesena (672), Rimini (637), Ferrara (556) e Parma (548).
Per quanto riguarda le motivazioni dei finanziamenti garantiti da Unifidi il 32,9% è per investimenti e il 67,1% per liquidità aziendale. Nel 2012 gli investimenti erano al 58% e la liquidità al 42%. La forma tecnica prevalente è con mutui chirografari (51,8%) seguita dai fidi in conto corrente (14,1%) e dall'anticipo fatture (6%). Di particolare rilievo il dato sui nuovi soci del 2013 (2921), che assieme alle integrazioni di capitale consentono di corrispondere alle esigenze di capitalizzazione richieste dalla Vigilanza di Banca Italia.

"Purtroppo questi importantissimi strumenti per favorire l'accesso al credito, negli ultimi anni non hanno ricevuto più il sostegno delle istituzioni ai vari livelli di competenza e responsabilità che sarebbero necessari per riaprire i canali dei finanziamenti alle piccole imprese - conclude Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna – serve un rafforzamento patrimoniale dei Consorzi di Garanzia e il Governo potrebbe farlo con una semplificazione normativa che eviti inutili semplificazioni di adempimenti già svolti dalle banche, come l'anti-riciclaggio, e l'applicazione di criteri di vigilanza attenuati e meno onerosi. La prima richiesta è inserita nella Legge di stabilità 2014, ma occorre aspettare il parere dell'Unione Europea e il solito Decreto attuativo. Anche il governo della nostra regione deve fare uno sforzo straordinario per sostenere la categoria nell'accesso al credito. Confartigianato ha fatto richieste precise: aumento della capitalizzazione di Unifidi; coordinare gli interventi del FEI con il nuovo POR 2014-2020 per cartolarizzazioni sintetiche delle Garanzie; attivazione della lettera L)art.18 della Bassanini affinché il Fondo Centrale di Garanzia venga utilizzato in Emilia Romagna esclusivamente in controgaranzia con i Confidi; costituzione di un Fondo rotativo per gli investimenti delle imprese artigiane con contributi in conto-interesse ripristinando sostanzialmente la Legge Reg.le 3; costituzione di un Fondo rotativo per il Microcredito per sostenere la costituzione e il decollo di nuove imprese artigiane."

Prestiti alle imprese* e all'artigianato e dinamica nell'ultimo anno nelle Regioni

Stock al 30 giugno 2013 in milioni di euro, var. % rispetto a giugno 2012 e incidenze. Sofferenze incluse

 

           Sistema

           Produttivo

Var.%

ARTIGIANATO    

           %                  Var.ass.                             % su sistema

sul totale         giu.2012 –giu.2013       Var.%         produttivo

    

 

Abruzzo

15.316

-5,5

1.125

2,3

-113

-9,1

7,3

Basilicata

3.962

-1,9

318

0,6

-14

-4,3

8,0

Calabria

8.973

-2,4

683

1,4

-30

-4,2

7,6

Campania

37.396

-5,4

1.115

2,2

-42

-3,6

3,0

Emilia-Romagna

102.388

-4,3

5.666

11,3

-525

-8,5

5,5

Friuli-Venezia Giulia

17.544

-3,9

1.172

2,3

-101

-7,9

6,7

Lazio

103.811

-10,5

1.718

3,4

-86

-4,8

1,7

Liguria

20.595

-1,7

1.176

2,4

-65

-5,3

5,7

Lombardia

250.791

-5,1

10.746

21,5

-649

-5,7

4,3

Marche

26.405

-4,2

2.566

5,1

-207

-7,5

9,7

Molise

2.107

-5,2

191

0,4

-19

-9,0

9,1

Piemonte

59.762

-2,4

4.209

8,4

-327

-7,2

7,0

Puglia

28.178

-2,4

1.964

3,9

-80

-3,9

7,0

Sardegna

12.385

-2,9

956

1,9

-66

-6,5

7,7

Sicilia

30.592

-3,3

1.923

3,9

-106

-5,2

6,3

Toscana

67.906

-2,5

4.320

8,7

-214

-4,7

6,4

Trentino-Alto Adige

28.092

-3,7

2.524

5,1

-123

-4,6

9,0

Umbria

13.529

-2,3

1.217

2,4

-81

-6,2

9,0

Valle d'Aosta

1.675

-6,0

129

0,3

-4

-3,3

7,7

Veneto

100.790

-3,4

6.222

12,5

-545

-8,1

6,2

Nord-Ovest

332.823

-4,4

16.260

32,6

-1.047

-6,0

4,9

Nord-Est

248.814

-3,9

15.584

31,2

-1.294

-7,7

6,3

Centro

211.651

-6,8

9.821

19,7

-589

-5,7

4,6

Mezzo-giorno

138.909

-3,9

8.275

16,6

-470

-5,4

6,0

Centro-Nord

793.288

-4,9

41.665

83,4

-2.929

-6,6

5,3

ITALIA

932.197

-4,7

49.940

100,0

-3.399

-6,4

5,4

* totale Ateco 2007 al netto della sezione U cioè società e quasi-società non finanziarie e famiglie produttrici

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Artigiancassa da fonte Banca d'Italia e Banca d'Italia

 

Prestiti alle imprese e all'artigianato e dinamica nell'ultimo anno nelle province 

 

Stock al 30 giugno 2013 in milioni di euro, var. % rispetto a giugno 2012 e incidenze.

Sofferenze incluse

Provincia

Mn di euro

%

Var. % su

  giugno

    2012

Rank

Bologna

1.027

2,1

-6,1

56

 

Ferrara

339

0,7

-7,8

83

 

Forlì-Cesena

766

1,5

-7,8

83

 

Modena

821

1,6

-8,1

87

 

Parma

609

1,2

-8,0

86

 

Piacenza

389

0,8

-8,7

95

 

Ravenna

505

1,0

-12,4

106

 

Reggio Emilia

717

1,4

-10,7

104

 

Rimini

494

1,0

-8,3

  89

 

 

Tassi di interesse a breve termine per dimensione di impresa nelle Regioni.

 

Dicembre 2009-giugno 2013; tassi e var. in punti base; rischi autoliquidanti e a revoca

 

 

Regioni

Piccole imprese

(meno 20 addetti)*

Imprese

medio-grandi

(20 o più addetti)**

Dicembre

2009

Dicembre

2010

Dicembre

2011

Dicembre

2012

Giugno

2012

Marzo

2013

 

    

Giugno             Rank

2013     

Var. su

giugno 2012

in p.b.

Giugno

2013

Gap

con piccole

imprese

in p.b.

 

Abruzzo

7,98

7,93

9,10

9,58

9,96

9,57

9,49

9

-47

7,21

228

Basilicata

8,69

8,53

9,34

9,07

9,83

9,60

9,52

8

-31

6,86

266

Calabria

8,78

8,63

9,75

10,07

10,53

10,66

10,60

1

7

8,94

166

Campania

8,88

8,47

9,23

9,70

9,94

10,48

10,14

2

20

7,89

225

Emilia-Romagna

6,25

6,30

7,39

7,77

7,91

7,94

7,89

18

-2

5,74

215

Friuli-Venezia Giulia

7,13

6,77

7,78

8,50

8,20

8,59

8,55

14

35

5,11

344

Lazio

7,70

7,00

7,80

8,40

8,50

8,80

8,60

13

10

7,10

150

 

Liguria

8,31

8,42

9,40

10,20

10,04

10,17

9,96

5

-8

6,14

382

Lombardia

7,54

7,24

8,17

8,93

8,74

8,97

8,86

11

12

5,68

318

Marche

6,97

7,03

8,14

8,71

8,83

8,96

8,80

12

-3

6,56

224

Molise

7,57

6,77

7,77

8,62

8,75

8,17

8,36

15

-39

7,85

51

P.A. Bolzano

4,90

5,18

5,80

5,87

6,05

5,97

6,11

21

6

4,64

147

P.A. Trento

5,16

5,01

5,81

6,48

6,29

6,64

6,64

20

35

5,19

145

Piemonte

7,94

7,45

8,47

8,96

8,95

9,14

8,96

10

1

5,65

331

Puglia

7,85

7,72

8,71

9,39

9,56

10,20

9,98

4

42

7,56

242

Sardegna

8,35

8,04

8,97

9,33

9,52

9,52

9,46

9

-6

7,51

195

Sicilia

8,52

8,15

9,09

9,53

9,50

9,56

9,59

7

9

7,89

170

Toscana

7,90

7,60

8,90

9,70

9,50

9,90

9,80

6

30

6,80

300

Umbria

7,68

7,59

8,92

9,45

9,65

10,02

10,00

3

35

7,01

299

Valle d'Aosta

7,51

7,78

8,85

8,45

9,11

8,41

8,21

17

-90

5,87

234

Veneto

6,96

6,54

7,70

8,37

8,31

8,49

8,35

16

4

5,62

273

_______________________________________________________________________________

* Società in accomandita semplice, Società in nome collettivo, Società semplici, Società di fatto e Società individuali con meno di 20 addetti

** Società semplici, società di fatto, società in accomandita semplice e società in nome collettivo con un numero di addetti almeno pari a 20, società di capitali, cooperative e altre tipologia giuridiche (ad es. consorzi) per l'esercizio di attività di impresa


Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d'Italia.

 

Cassinelli commenta i dati sul credito presentati ieri mattina a Bologna

«La situazione del credito nella nostra provincia è preoccupante. Parma è fanalino di coda in Emilia Romagna, il calo dei prestiti è veramente sensibile (-11%). Non è un caso che da anni denunciamo questa situazione. Confartigianato Imprese Apla sta facendo il possibile per le proprie imprese cercando di sostenerle grazie a Unifidi e al nostro servizio crediti, ma questo non basta, le banche devono tornare a fare le banche. Anche per questi motivi il 18 febbraio prossimo a Roma manifesteremo assieme alle associazioni di categoria che fanno parte di Rete Imprese Italia». Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla Parma ha commentato così i dati dell'Ufficio Studi di Confartigianato (basati su dati Banca d'Italia) presentati ieri mattina a Bologna da Confartigianato Emilia Romagna.
«Come ha giustamente ribadito il presidente regionale Marco Granelli senza credito non si può sperare di uscire dalla crisi – ha concluso Cassinelli»

(Ufficio stampa: Confartiginato Parma)

 

 

Lunedì 27 gennaio all'Hotel Classic le Associazioni daranno voce alle loro proposte politiche per garantire la sopravvivenza di migliaia di imprese -

Reggio Emilia, 23 genniao 2014 -

Le Organizzazioni Nazionali dei Carrozzieri, CNA di Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza unitariamente con Confartigianato delle stesse province, viste le disposizioni in materia di RC auto contenute nell'articolo 8 dell'ultimo provvedimento del Governo denominato "Destinazione Italia", esprimono vivissima preoccupazione per la sopravvivenza di migliaia di imprese e addetti del settore e organizzano il prossimo lunedì 27 gennaio a partire dalle 20.30 presso il Classic Hotel a Reggio Emilia, un'Assemblea generale dei carrozzieri per dare voce alle loro proposte politiche.

In particolare, fanno sapere le Associazioni: "si contesta l'obbligo del risarcimento in forma specifica che oltre a ledere la libertà di scelta dei consumatori, metterebbe in ginocchio 2/3 delle imprese di carrozzeria indipendenti che non operano in convenzione con le compagnie di assicurazione. Far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con l'assicurazione altererebbe gravemente la concorrenza sul mercato delle riparazioni".

"Siamo pienamente d'accordo – continua la nota congiunta - che il mercato dell'autoriparazione sia disciplinato da regole chiare e trasparenti ma chiediamo altresì che ciascun soggetto possa svolgere le proprie funzioni senza improprie imposizioni, pesanti condizionamenti ed inaccettabili ingerenze".

A questo proposito durante l'Assemblea si discuterà delle azioni sindacali intraprese e da intraprendere e ci saranno, tra gli altri, gli interventi di Franco Mingozzi, Presidente Nazionale CNA Unione Servizi alla Comunità, Silvano Fogarollo, Presidente Nazionale Confartigianato ANC, e dell'Avv. Davide Martinelli, esperto in materia assicurativa.

Per maggiori informazioni e adesioni contattare CNA Servizi alla Comunità tel. 0522 356395, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure Lapam Autoriparazione Carlo Alberto Medici tel. 059637411, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

In allegato locandina

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
Martedì, 06 Agosto 2013 12:13

Artigianato a vocazione turistica

 

Bologna, 06 agosto 2013 - -
Nella nostra regione sono 17.778 le aziende artigianali coinvolte nel turismo. Le province in dettaglio.

"L'Emilia Romagna conferma la propria vocazione turistica anche nel comparto artigianale", è quanto afferma il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli sulla base di quanto emerso da un'indagine del Centro Studi di Confartigianato su dati Istat e Unioncamere.
"Siamo una delle regioni che attira maggiormente turisti - prosegue Granelli - si stima infatti che anche in questa estate 2013 saremo al terzo posto dopo Toscana e Calabria. Una giro d'affari in cui hanno un peso considerevole gli artigiani delle più svariate tipologie: si va dall'abbigliamento all'agroalimentare, passando per pasticcerie, ristoranti e gestori di stabilimenti balneari, senza dimenticare tutti i servizi alla persona, dai parrucchieri agli estetisti. Un esercito di imprese che saranno aperte per ferie e che contano di intercettare la quota di reddito che le famiglie italiane riescono ancora a destinare alle vacanze. Una situazione su cui pesa però l'incertezza legata all'andamento economico, al costo delle imposte, su tutte l'Imu, ed anche il caro carburanti".

A livello territoriale l'artigianato potenzialmente interessato alle attività turistiche si concentra per oltre la metà (50,2%) in cinque regioni: Lombardia con 32.419 imprese (15,1% del totale italiano), Toscana con 20.461 imprese (9,5%), Lazio con 19.193 imprese (9,0%), Veneto con 17.866 imprese (8,3%) ed Emilia-Romagna con 17.768 imprese (8,3%).
Tra queste principali regioni nel I trimestre 2013 l'artigianato in ambito turistico segna una crescita, sullo stesso periodo del 2012, in Toscana e Lazio rispettivamente dell'1,2% e dello 0,1%, mentre in Lombardia diminuisce dello 0,2% e in Veneto ed Emilia-Romagna è in flessione, in entrambe dello 0,6%. Per quanto riguarda invece l'incidenza che tale artigianato ha sul totale dell'artigianato regionale troviamo ai primi posti due regioni del Mezzogiorno, la Campania con il 20,9% e la Sicilia con il 20,0%, seguite dalle regioni del Centro: Marche con il 19,3%, Lazio con il 19,0% e Toscana con il 18,3%.

Questo il dettaglio provinciale: a Bologna le imprese artigiane interessate dal turismo sono 3.929 pari al 13,9% del totale provinciale e con un aumento 0,4% sul 2012; a Ferrara sono 1.166 le imprese, pari al 12,2% del totale provinciale, con un -1,5% sul 2012; a Forlì-Cesema sono 1.780, il 13,6% del totale con un calo dello 0,6%; a Modena sono 3.073, pari al 13,8% del totale provinciale, a -3,3%; a Parma sono 1.697, pari al 12,3% del totale provinciale, a -1,5%; a Piacenza sono 800, pari al 9%, con un calo del -0,5%; a Reggio Emilia sono 2.104, pari al 10,3% del totale, con un aumento del +1,8%; a Ravenna sono 1481, pari al 13,1% con un aumento del +0,1%; a Rimini sono 1.738, pari al 16,7% del totale, con un calo del - 0,4%.
(fonte Confartigianato Emilia Romagna)