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L'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia rivela che nei primi sei mesi del 2016 le istanze di fallimento aperte dal Tribunale di Reggio Emilia sono state 73, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2015 a causa della crisi. Dopo il capoluogo, il comune con il maggior numero di fallimenti è Scandiano.

Reggio Emilia, 18 luglio 2016

In provincia di Reggio Emilia la crisi economica non è ancora da archiviare. Dopo la flessione del numero di imprese registrato all'inizio del 2016, andamento influenzato da una crescita delle cessazioni, anche i fallimenti riprendono a salire.
Secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia, nei primi sei mesi del 2016 le istanze di fallimento aperte dal Tribunale di Reggio Emilia sono state 73, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2015, quando i fallimenti coinvolsero 60 imprese. Sempre nel periodo gennaio-giugno le altre procedure concorsuali (concordarti, accordi di ristrutturazione debiti, liquidazioni coatte amministrative) sono invece diminuite, passando dalle 10 del 2015 alle 8 del 2016.

Osservando il settore di appartenenza delle imprese entrate in fallimento si trovano conferme circa le difficoltà registrate in modo particolare da alcuni comparti, primi fra tutti quello delle costruzioni (26 fallimenti) e il manifatturiero (25). Nell'industria è stato particolarmente colpito il settore metalmeccanico per il quale, nel primo quadrimestre del 2016, sono state aperte 11 istanze di fallimento, quasi la metà dei fallimenti del comparto.
Relativamente al settore terziario, in provincia di Reggio Emilia sono state aperte 10 procedure fallimentari nel commercio, 3 nelle attività immobiliari, 4 nelle attività di alloggio e ristorazione e 5 in altre attività dei servizi, fra i quali lavanderie e centri per il benessere fisico.
Scendendo nel dettaglio della tipologia d'impresa, tre imprese su quattro sono società di capitale (59 fallimenti sui 73 totali), quasi tutte società a responsabilità limitata (56); le restanti 14 procedure riguardano sia società di persone (9 fallimenti fra sas e snc) che ditte individuali (4 fallimenti) oltre ad una cooperativa.
Un ultimo dato riguarda l'ubicazione delle aziende oggetto di procedura: un fallimento su 3 riguarda imprese insediate nel comune di Reggio Emilia mentre il restante 66% si distribuisce su tutto il territorio provinciale. Dopo il capoluogo, il comune con il maggior numero di fallimenti è Scandiano con 6 imprese entrate in fallimento, mentre la zona della montagna, con solo due procedure attivate, è quella con il minor numero di fallimenti aperti nel primo semestre del 2016.

fallimenti camera di commercio lavoro reggio emilia luglio 2016

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Un nuovo strumento per agevolare la nascita, lo sviluppo e la competitività delle imprese del territorio parmense e favorire l'occupazione: protocollo d'intesa firmato da UniCredit e Università di Parma.

Parma, 5 luglio 2016

Un nuovo strumento per agevolare la nascita, lo sviluppo e la competitività delle imprese del territorio parmense e favorire l'occupazione, valorizzando in particolare le potenzialità di giovani che vogliono affrontare un percorso imprenditoriale. Nasce con questo obiettivo il protocollo d'intesa firmato da UniCredit e Università di Parma per avviare una nuova collaborazione finalizzata a selezionare idee innovative di giovani con capacità imprenditoriali e trasformarle in Start Up, ovvero nuove realtà d'impresa da supportare nel loro percorso di avviamento, di crescita e di sviluppo.

In particolare, UniCredit e Università collaboreranno per la realizzazione di un'azione congiunta finalizzata allo scouting di aziende di nuova costituzione e valuteranno insieme i percorsi di crescita, con l'obiettivo di stimolare nuove modalità di sinergie tra le imprese e di intensificare la collaborazione in rete degli imprenditori, anche attraverso l'individuazione, a cura della banca, di nuove filiere produttive.

"Tra le caratteristiche principali del nostro modo di 'fare università' - evidenzia il Rettore dell'Ateneo di Parma, Loris Borghi - c'è sicuramente quella di 'prendersi cura' di ogni studente agevolando l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e cosi l'accesso dei suoi migliori laureati al mondo delle professioni e delle imprese".
Il protocollo d'intesa con l'Ateneo si inserisce anche nel piano nazionale di UniCredit, denominato UniCredit Start Lab, piattaforma con cui la banca seleziona le Start Up attraverso un rigoroso processo di valutazione, supportato da commissioni composte da imprenditori, investitori professionali, manager e tecnici.

"Ci proponiamo di sostenere le idee più innovative - dice Alessandro Raffo, Area Manager UniCredit di Parma -, dalla fase di lancio a quella di espansione, e di supportare i giovani che hanno capacità imprenditoriali".
Le Start Up selezionate anche da questa nuova collaborazione avranno accesso a percorsi di formazione, attività di mentorship, servizi di incubazione e possibilità di effettuare incontri con imprenditori a fini commerciali o di investimento. UniCredit Start Lab prevede anche la possibilità di investimento da parte di UniCredit fino a 250.000 euro per Start Up.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Mercoledì, 06 Luglio 2016 09:12

Premi di risultato: la detassazione è operativa

Le regole operative per i premi di produttività 2016. La nuova disciplina prevede una tassazione agevolata sui premi di produttività, con aliquota al 10% per una somma fino a 2000 euro lordi annui.

Parma, 6 luglio 2016

La nuova disciplina prevede una tassazione agevolata sui premi di produttività, con aliquota al 10% per una somma fino a 2000 euro lordi annui. L'importo è incrementato di euro 2.500 qualora le aziende coinvolgano i lavoratori nell'organizzazione del lavoro tramite la costituzione di gruppi di lavoro in cui dipendenti e responsabili aziendali operino insieme per migliorare o innovare le aree produttive, anche tramite il monitoraggio degli obiettivi e delle risorse necessarie prefissate. Le regole operative per i premi di produttività 2016 sono contenute nel decreto ministeriale del 25 marzo pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 maggio. Con il decreto vengono disciplinati anche i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione ai quali è legata, tramite i contratti aziendali o territoriali, la corresponsione dei premi di risultato.

Le nuove misure fiscali sono rivolte ai lavoratori dipendenti del settore privato, con contratto di lavoro subordinato, determinato o indeterminato, che abbiano percepito nell'anno precedente a quello di riferimento, redditi di lavoro dipendente non superiore a euro 50.000 lordi. I lavoratori destinatari del premio possono anche decidere di sostituire le somme corrispondenti con servizi di welfare previsti dal comma 2 dell'articolo 51 del Testo Unico delle imposte sui redditi. Come accedere al beneficio? Il datore di lavoro deve depositare, in modalità telematica, gli accordi sul premio di risultato presso gli uffici ministeriali competenti, accompagnati da una dichiarazione con cui si assicura la corrispondenza dell'accordo ai criteri fissati dalla nuova normativa. Il deposito deve avvenire entro 30 giorni dalla sottoscrizione dei contratti collettivi aziendali o territoriali, congiuntamente alla dichiarazione di conformità del contratto al decreto. Invece, per i premi di risultato relativi al 2015, il deposito del contratto e della relativa dichiarazione di conformità è da effettuarsi entro il prossimo 15 luglio.

Pubblicato in Lavoro Emilia
Martedì, 05 Luglio 2016 12:29

Moda, l'Emilia-Romagna lancia la fashion valley

Dopo benessere, motori e cibo si punta su un comparto di 30mila imprese. Verso una nuova rete tra i marchi e le imprese, da Piacenza a Rimini. Un confronto tra imprese, associazioni di categoria, Regione e Governo dove sono state approfondite le nuove leve di sviluppo del settore in particolare dell'innovazione, dell'internazionalizzazione e dell'organizzazione della produzione. Il fashion made in Emilia-Romagna raggiunge quasi 30 mila imprese e 142mila addetti.

Bologna, 5 luglio 2016

E l'Emilia-Romagna lancia la Fashion Valley, il quarto pilastro del sistema economico emiliano-romagnolo insieme il food, il motor e wellness. Una strutturazione del comparto della moda in grado di connettere le eccellenze, una rete tra i marchi e le imprese che si distribuiscono in tutto il territorio regionale, da Piacenza a Rimini. Un comparto che in regione oggi conta più di 7.200 imprese per la parte manifatturiera (5,5% delle imprese regionali), circa 52 mila addetti (il 5,1% degli addetti regionali), un export di 4,6 miliardi di euro (12,7% delle esportazioni nazionali). E se alla parte industriale si aggiunge la componente terziaria legata alla filiera della moda – con quasi 23 mila imprese che impiegano circa 90 mila addetti - il fashion made in Emilia-Romagna raggiunge quasi 30 mila imprese e 142mila addetti.

Della nascitura Fashion Valley dell'Emilia-Romagna e delle strategie di valorizzazione del sistema moda regionale se ne è parlato ieri pomeriggio a Bologna, dove sono state approfondite le nuove leve di sviluppo del settore in particolare dell'innovazione, dell'internazionalizzazione e dell'organizzazione della produzione. Un dialogo aperto tra imprese, associazioni di categoria, Regione e Governo con l'assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna Palma Costi e il sottosegretario del ministero dell'Economia e delle finanze Paola De Micheli.

«Abbiamo iniziato un percorso valorizzazione di un comparto produttivo fondamentale per l'economia regionale, riconosciuto a livello internazionale grazie sia alla presenza di marchi forti sia all'inestimabile qualità dei suoi prodotti garantita da una filiera estremamente competente. Lavoreremo sulle filiere, sull'internazionalizzazione di tutte le imprese a prescindere dalle dimensioni continuando il dialogo con il Governo per lo studio di strumenti adeguati alle specificità di questo comparto. A questo si aggiunge il progetto "Fashion valley"– ha sottolineato l'assessore Costi-, che vuole valorizzare il "Made in Italy" non solo attraverso il prodotto ma insieme alla conoscenza di tutto quello che sta dietro la sua produzione: la storia, l'esperienza, il know how, le competenze di tutta una filiera. In questo processo, un ruolo fondamentale è svolto dalle fondazioni che stanno nascendo sul nostro territorio come la "Fashion Research Italy" o dai prestigiosi archivi aziendali, con la loro preziosa attività di ricerca e archivio della storia del fashion in Emilia-Romagna. Come, ad esempio il Citer, la Modateca Deanna o Angelo Vintage Archive, conosciuti e riconosciuti in tutto il mondo».

In autunno è già previsto, in Regione, un altro confronto con il Governo sul tema dell'internazionalizazione.
Il sottosegretario del ministero dell'Economia e delle finanze Paola De Micheli ha evidenziato che «il Governo sta mettendo in campo azioni di politica economica ed industriale di grande sostegno alle imprese. Il riconoscimento della specificità della filiera del tessile ci spinge ad individuare, in un rapporto dialettico con gli imprenditori, specifiche misure di sostegno ad un comparto che, con i fatti, è punta di diamante della manifattura italiana».

I numeri della fashion Valley

Le imprese esportatrici nella filiera della moda - considerando sia la produzione sia la commercializzazione (tessile, abbigliamento, pelli, macchine per la lavorazione, agenti commerciali, ingrosso, dettaglio e ambulanti) - sono complessivamente 2.047 (8,8% del totale): il 77% delle produttive esporta e di queste il 53% è esportatore abituale mentre il 53% del commercio esporta e di queste il 28% è esportatore abituale. Ben 1.045 (51%) delle esportatrici ha meno di 5 addetti, 15,7% delle esportatrici è impresa artigiana e l'8,2% delle artigiane della filiera moda esporta: il 28,2% la quota media per impresa esportatrice del fatturato realizzato all'estero sul totale fatturato.
Il settore del fashion ha registrato una fase di rallentamento dovuta in parte alla crisi, alla forte contrazione della domanda interna nonché ad un necessario riposizionamento eristrutturazione generale delle imprese. Infatti dal 2003 al 2015 la produzione complessiva è calata del 41,9%, mentre con l'avvio della crisi, dal 2008 al 2015, il fashion ha perso complessivamente il 7,8% delle imprese e 10,4% degli addetti (sul versante produzione -14,8% le imprese e -18% gli addetti mentre per quanto riguarda la parte commerciale -4,4% le imprese e -0,2% gli addetti).

(Fonte: ufficio stampa ER)

Da Parma una nutrita delegazione di imprenditori e dirigenti dell'associazione, guidata dal presidente provinciale Leonardo Cassinelli si è recata all'Auditorium della Conciliazione di Roma per assistere all'assemblea.

Parma, 29 giugno 2016

Si è parlato di lavoro e pressione fiscale all'assemblea nazionale di Confartigianato che quest'anno festeggiava il 70° compleanno, con un ospite d'eccezione: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Anche da Parma una nutrita delegazione di imprenditori e dirigenti dell'associazione, guidata dal presidente provinciale Leonardo Cassinelli si è recata all'Auditorium della Conciliazione di Roma per assistere all'assemblea.

Dalla relazione di Merletti, presidente nazionale è emerso un dato non nuovo: nel 2016 gli italiani pagano 28 miliardi in più di tasse rispetto alla media dei cittadini dell'Eurozona e per le imprese il gap fiscale Italia-Europa è ancora più ampio: il total tax rate è pari al 64,8%, il più alto nell'Ue.

«Come andiamo denunciando da tempo - ha spiegato Cassinelli - alla crescita della pressione fiscale ha contribuito il prelievo a livello locale e anche nel parmense ne sappiamo qualcosa: tra il 2011 e il 2015 le imposte dirette e indirette di tutte le amministrazioni pubbliche sono aumentate in media del 6%, trainate dall'incremento del 27,2% dei 5 principali tributi locali cioè Irap, addizionali Irpef, Imu e Tasi. Il punto è che a fronte di questi rincari non godiamo di servizi qualificati».

A parlare d'innovazione è stato il ministro del Lavoro Poletti che ha spiegato alla foltissima platea che gli imprenditori italiani riusciranno a farcela nei mercati globali se saranno capaci di mettere a valore ciò che si fa, innovando, partendo dall'alternanza tra scuola e lavoro, un tema questo molto caro all'associazione. Il ministro ha sottolineato il ruolo delle imprese, soggetti che offrono vere occasioni di occupazione e di realizzazione delle persone.

Accanto al Capo dello Stato, hanno assistito ai lavori la presidente della Camera, Laura Boldrini, e la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli. Per il Governo, oltre al ministro Poletti, era presente il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. All'Assemblea hanno partecipato, inoltre, numerosi esponenti delle istituzioni e i rappresentanti delle forze economiche e sociali del Paese.

(Fonte: Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Parma
Lunedì, 06 Giugno 2016 15:56

Concorso per le Start Up di CNA

In occasione del 70esimo della Confederazione Nazionale un concorso per le Start Up di CNA. Il Premio Cambiamenti intende valorizzare le nuove imprese che possiedono il digitale nel dna ma le radici nella tradizione, mettendo in palio riconoscimenti in denaro e servizi, incontri e opportunità per crescere al meglio.

Modena, 6 giugno 2016

In occasione del 70esimo anniversario CNA vuole premiare le migliori start-up associate, nate dal 2013 in poi. Quelle che, in anni particolarmente difficili, hanno saputo meglio trasformare le tradizioni le peculiarità del territorio italiano e della cultura economica del nostro Paese in attività d'impresa, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie e dell'innovazione con coraggio non comune in un periodo di crisi senza precedenti.
Il Premio Cambiamenti intende valorizzare le nuove imprese che possiedono il digitale nel dna ma le radici nella tradizione, mettendo in palio riconoscimenti in denaro e servizi, incontri e opportunità per crescere al meglio.
L'iniziativa si rivolge a tre categorie di imprese: le start-up del Made in Italy e tradizione, le start-up innovative e tecnologiche, le start-up di promozione dell'Italia.
Alla vincitrice di ciascuna categoria andrà un premio di 5mila euro, ma sarà assegnato anche un premio finale di 20mila euro alla migliore start-up dell'anno. A questi si aggiungono benefit che vanno dalla consulenza dei massimi esperti di Google e di Facebook, nelle loro sedi europee di Dublino, a incontri con fondi di investimento, acceleratori d'impresa e venture capitalist, formazione su fabbricazione digitale, prototipazione e nuovi strumenti di finanziamento, servizi e altre opportunità offerte dalla CNA.
A scommettere sulle capacità e sul pensiero innovativo delle neo-imprese italiane, con CNA e il main partner Artigiancassa, ci sono Facebook, Google, ItaliaStartup, Roland e StarsUp.
Accederanno alla selezione finale di novembre le start-up che saranno riconosciute come le migliori del proprio territorio.
Partecipare è facile: basta accedere al sito www.premiocambiamenti.it, prendere visione dei regolamenti e delle informazioni necessarie e formalizzare la propria iscrizione entro il 20 luglio 2016.

(fonte: Ufficio Stampa CNA
 MO)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Modena

L'iniziativa è stata organizzata dal Gruppo bancario, in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, DEinternational Italia Srl e Partner Rodl & Partner, con l'obiettivo illustrare agli imprenditori le opportunità di business che offre l'area industriale tedesca. Un nuovo appuntamento volto a sostenere le imprese della provincia nel processo di internazionalizzazione.

Reggio Emilia, 26 maggio 2016

Nel 2015, il giro d'affari di Reggio Emilia con la Germania ha riguardato quasi 460 milioni di euro di importazioni e poco meno di 1,3 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono aumentate del 3% mentre gli acquisti sono diminuiti del 6%. Secondo le elaborazioni del Territorial & Sectorial Intelligence UniCredit su dati ISTAT e stime Prometeia, i settori trainanti per le esportazioni reggiane in Germania nel 2015 sono stati macchinari ed apparecchi, metalli di base e prodotti in metallo, ma si registra un sostanziale aumento per altri settori quali prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per più di 175 milioni di euro (+18% rispetto al 2014); e apparecchi elettrici per quasi 80 milioni di euro (+22% rispetto al 2014).

Questi sono alcuni dei dati che indicano quello tedesco come un mercato dalle prospettive interessanti per lo sviluppo del business delle imprese locali, un "trampolino di lancio" ideale per avviare o intensificare l'export. Obiettivo per il quale UniCredit intende proporsi come partner privilegiato per le aziende del territorio. Con questa finalità è stato pensato e sviluppato il Forum che si è svolto oggi a Reggio Emilia. Un'iniziativa realizzata da UniCredit, in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, DEinternational Italia Srl e Partner Rodl & Partner.

Una cinquantina gli imprenditori coinvolti nel corso dell'incontro focalizzato sui temi dello sviluppo del business verso un mercato strategico per dimensioni, collocazione geografica e predisposizione verso i prodotti italiani.

L'incontro è stato preceduto dai saluti introduttivi di Michelangelo Dalla Riva, Segretario Generale Camera di Commercio Reggio Emilia; Nunzio Dallari; Presidente Cna Reggio Emilia; e di Francesco Boccellari, il nuovo responsabile commerciale Reggio Emilia UniCredit. Subito dopo, gli interventi del Vice President UniCredit International Centre Italy, Edoardo Giacomelli; dell'avvocato Roberto Pera di Partner Rodl & Partner; e di Alexander Angerer, DEinternational Italia Srl.

"Parlare di esportazioni nella provincia di Reggio Emilia - ha sottolineato Michelangelo Dalla Riva - significa entrare direttamente su uno dei temi più importanti per l'economia reggiana: ai flussi verso l'estero si lega quasi il 60% del valore aggiunto dell'economia locale, una quota rilevantissima, dunque, che in cinque anni ha registrato un incremento di sette punti percentuali. Proprio l'apprezzamento dei prodotti delle nostre imprese sui mercati esteri – ha proseguito Dalla Riva – ha fatto sì che la Camera di Commercio consolidasse numerose azioni che si sono rivelate particolarmente efficaci in questi anni, ma soprattutto a lavorare per ampliare il numero delle imprese che possano realizzare nuovi rapporti commerciali oltre confine".

"Favorire l'internazionalizzazione - ha detto Francesco Boccellari - rappresenta uno degli obiettivi strategici che il nostro Gruppo propone alle imprese, nell'ambito del proprio programma UniCredit International volto ad accompagnare le aziende del territorio all'estero, per estendere il proprio business verso mercati dalle prospettive interessanti. Il mercato tedesco offre ampi spazi per le aziende italiane ed evidentemente anche per quelle del nostro territorio. Con questo Forum - ha concluso Boccellari - abbiamo offerto agli imprenditori locali un corredo di informazioni ampie, oggettive e qualificate, così da arricchire il loro bagaglio di conoscenze, con la finalità di promuovere la conoscenza del "Made in Italy" all'estero e di favorire il loro processo di internazionalizzazione".

Le potenzialità del mercato tedesco per Reggio Emilia e per l'Emilia Romagna

Nel 2015, il giro d'affari di Reggio Emilia con la Germania ha riguardato quasi 460 milioni di euro di importazioni e poco meno di 1,3 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono aumentate del 3%, gli acquisti sono diminuiti del 6%.

I settori trainanti per le esportazioni reggiane in Germania nel 2015 sono stati:

  • macchinari ed apparecchi per 400 milioni di euro, in aumento del 2% rispetto al 2014;
  • metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per oltre 240 milioni di euro, in calo del 6% rispetto al 2014;
  • articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi per circa 180 milioni di euro, in aumento del 2% rispetto al 2014;
  • prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per più di175 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto al 2014;
  • apparecchi elettrici per quasi 80 milioni di euro, in aumento del 22% rispetto al 2014.

Nel 2015 il giro d'affari dell'Emilia-Romagna con la Germania ha riguardato oltre 4,8 miliardi di euro di importazioni e quasi 6,8 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono rimaste pressoché invariate, mentre gli acquisti sono diminuiti del 2%.

I settori trainanti per le esportazioni emiliano-romagnole nel mercato tedesco nel 2015 sono stati:

  • articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi per oltre 750 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto al 2014;
  • mezzi di trasporto per circa 700 milioni di euro, in aumento del 5% rispetto al 2014;
  • metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per più di 690 milioni di euro, in calo dell'8% rispetto al 2014.
  • macchinari ed apparecchi per 1,4 miliardi di euro, in calo del 3% rispetto al 2014;
  • prodotti alimentari, bevande e tabacco per poco più di 850 milioni di euro, senza sostanziali variazioni rispetto al 2014;
  • Si stima che per l'anno in corso, le esportazioni totali dell'Emilia-Romagna aumenteranno del 4%, le importazioni faranno registrare un +3%.

[Fonte. Elaborazioni Territorial & Sectorial Intelligence su dati ISTAT e stime Prometeia]

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Oggi le Fiere di Parma hanno dato il benvenuto ancora una volta alla SPS Italia, fiera italiana che affronta le sfide ed i cambiamenti della quarta rivoluzione industriale. Una sesta edizione che si conferma vetrina di prodotti e soluzioni per l'automazione.

Articolo e foto di Chiara Marando 

Parma, 24 Maggio 2016  - Guarda la gallery in fondo alla pagina

Oggi le Fiere di Parma hanno dato il benvenuto ancora una volta alla SPS Italia, fiera italiana che affronta le sfide ed i cambiamenti della quarta rivoluzione industriale. Una sesta edizione che si conferma vetrina di prodotti e soluzioni per l'automazione, ma anche un'occasione per le aziende italiane che desiderano aggiornarsi nella revisione di processi produttivi, nuove tecnologie e cambiamenti organizzativi, per rafforzare la loro competitività e leadership a livello globale.

Donald Wich, Amministratore Delegato Messe Frankfurt Italia ha affermato: "La nostra attenzione è sempre rivolta ai mega trend che riguardano in particolare il settore manifatturiero europeo e italiano: per questo non possiamo ignorare l'impatto che i concetti alla base di Industria 4.0 avranno sul prossimo futuro. La nostra piattaforma espositiva è un'agorà che permette a tutti gli operatori di incontrarsi e confrontarsi per studiare applicazioni, proporre soluzioni e comprendere gli investimenti".

Ad accogliere i visitatori, nel Padiglione 4, la prima mostra in Italia di soluzioni applicative e implementazioni per la manifattura 4.0. Un luogo in cui oltre 25 aziende condividono alcuni modi di uso concreto relativi al mondo della nuova rivoluzione industriale confrontandosi su tutte le componenti e cercando di accompagnare il visitatore non attraverso i prodotti, ma attraverso le idee, le soluzioni, le applicazioni. Nella stessa area sono presenti Industrial Software, Centri di Ricerca e Start-up.
I Padiglioni 2 e 3 raccolgono 674 aziende fornitrici di automazione industriale (+11% rispetto alla passata edizione) unite da un percorso esterno ricco di iniziative che garantiscono un'offerta completa e tutto il mercato a portata di mano.

Questa sesta edizione ha preso il via con un convegno firmato Cisco, che ha scelto SPS Italia per presentare "IoE Talks: la fabbrica in digitale". L'Internet of Everything, alla base della Smart Factory conferma il punto di incontro fra il mondo dell'Automazione Industriale e quello dell'Information Technology e la fiera accompagna l'automazione in questa nuova sfida fatta di tecnologie, competenze e soluzioni innovative.

Ma la fiera, che proseguirà fino al 26 maggio, prevede un ricco calendario tra incontri, seminari e tavole rotonde con ospiti noti ed aziende leader nel panorama dell'automazione, che forniranno un loro prezioso contributo e punto di vista sull'Industria 4.0.

SPS IPC Drives Italia 2016 2

SPS IPC Drives Italia 2016 14

SPS IPC Drives Italia 2016 8

SPS IPC Drives Italia 2016 10

Pubblicato in Cronaca Parma
Sabato, 21 Maggio 2016 08:30

Pastificio Andalini, 60 e non dimostrarli

Andalini entra nella toponomastica della città di Cento. La strada dove sorge il Pastificio sarà intitolata al fondatore Arrigo Andalini. Una storia di tenacia e legame con il territorio mai venuta meno.

di Lamberto Colla, Cento 20 maggio 2016 -

Il Pastificio Andalini compie 60 anni e guarda al futuro con ottimismo, forte della crescita in fatturato (+5% sia in Italia sia all'estero) che è riuscito a ottenere anche in periodo di crisi.

Forza, tenacia e legame al territorio d'origine sono i fattori che hanno da sempre accompagnato la storia del pastificio giunto alla terza generazione familiare. Ogni momento di passaggio ha segnato un cambiamento positivo interpretando con abilità e intuizione le condizioni socio economiche e i potenziali di sviluppo che le diverse epoche potevano offrire.

Nasce in una piccola bottega artigianale e nel 1956 si trasforma in industria, acquista un pastificio pugliese (La Sovrana di Canosa di Puglia) e lo ristruttura, infine si trasforma in Spa e lancia il nuovo brand image e in un battibaleno compie 60 anni di storia.

Una storia di successo industriale ma, come ha sottolineato il Sindaco Piero Lodi durante la conferenza stampa indetta per il 60° anniversario dell'azienda, condotta a livello familiare, non solo perché saldamente in mano alla famiglia Andalini ma perché la familiarità è stata estesa ai collaboratori, dipendenti, ai fornitori e ai clienti con i quali hanno instaurato rapporti di profonda fiducia.

Lodi-Andalini

Fiducia, rispetto e sostegno al territorio mai venuto meno e che la amministrazione comunale di Cento ha voluto premiare con l'intitolazione della strada dove sorge lo stabilimento al fondatore Arrigo Andalini.

"Ricorre oggi (20 maggio ndr) - rimarca il Sindaco Lodi - l'anniversario del terremoto e alla richiesta di un aiuto per sostenere l'emergenza Andalini ha risposto prontamente addirittura con un camion di pasta. Ma al campanello di Andalini hanno suonato anche le associazioni di volontari e del terzo settore ricevendo sempre una risposta affermativa".

A ripercorrere la storia dell'azienda è stato Massimo Andalini ricordando quel 1956 quando la voglia di intraprendere, tipica di questo angolo d'emilia che ha dato i natali alla VM Motori, a Fava, alla Lamborghini e alla Ferrari, e l'esperienza maturata nel pastificio Barbieri, i genitori decisero di aprire la prima bottega artigianale inaugurando il Pastificio Andalini e Aleotti, che produceva solo pasta fresca, al quale nel 1962, seguì un piccolo stabilimento per la pasta secca. Ma cinque anni dopo, la ricerca dell'innovazione legata alla tradizione del territorio sviluppa l'assortimento della pasta introducendo anche la "Pasta con spinaci", "I maccheroni al torchio" e "le tagliatelle al vassoio".
Nel 1981 il primo passaggio generazionale quando Arrigo passa la mano a Massimo che nel 1992 trasforma il Pastificio Andalini Massimo e C. in Pastificio Andalini srl e la costruzione di un nuovo e moderno stabilimento. All'inizio del nuovo millennio, il 2001, la famiglia industriale si arricchisce con l'acquisizione del pastificio La Sovrana di Canosa di Puglia, per la produzione di paste speciali di semola, collocata proprio nel Granaio d'Italia. La crescita prosegue e con l'export arrivano anche tutta una serie di qualificanti certificazioni. Nel 2010 è Simona Andalini a prendere le redini dell'azienda (nominata AD) e già nel 2012 conduce in porto la ristrutturazione de "La Sovrana" e l'anno seguente il passaggio in Spa al quale fa seguito, nel 2014, il lancio della nuova Brand Image e del restyling del packaging (2014).

Ed oggi fanno sessanta anni.

Un traguardo che sarà celebrato con un evento, un libro celebrativo e "tanto social marketing".
Una storia di tre generazioni che per l'occasione vedrà riunire sabato 28 maggio tutti i collaboratori, dipendenti, fornitori, partner e clienti italiani ed esteri in una serata conviviale, con la creazione di un "logo celebrativo ad hoc – spiega Stefano Venturi, direttore commerciale e marketing del pastificio. – che si concluderà Domenica 29 maggio con una visita guidata alla città di Cento e alle valli di Comacchio, per sottolineare come la nostra impresa, collocata nel crocevia di tre province, sia fortemente legata ai valori del territorio".

Simona-Andalini

A Simona Andalini il compito di leggere la lettera trasmessa dal Direttore della Camera di Commercio, Paolo Giannattasio, nella quale esprime l'orgoglio della camera di commercio "per quello che avete fatto, dei segni che avete lasciato in questi 60 anni di vita e dei tanti anni che lascerete nei prossimi anni convinto, che le preoccupazioni e le profonde incertezze del tempo che stiamo vivendo, noi possiamo contrapporre le più grandi certezze, quelle che ci derivano dal vostro esempio, avanguardia di quel talento imprenditoriale che rappresenta una componente decisiva del patrimonio e del capitale umano e di capacità direttiva su cui ha potuto e deve poter contare la nostra provincia attesa da nuove prove e nuove sfide. Vi abbraccio e vi ringrazio per quel che avete fatto, che farete e che continuerete a fare."

(In allegato la galleria immagini)

Pastificio-Barbieri-anni-30-sito-it

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Un'iniziativa organizzata dal Gruppo bancario, con il Patrocinio della Camera di Commercio e dell'Unione Commercianti di Piacenza. Gli esperti incontrano i rappresentanti di numerose aziende locali nell'ambito di un appuntamento volto a fornire strumenti e conoscenze necessari per aprire la propria attività imprenditoriale a nuovi mercati. Un'opportunità in più per il rilancio del sistema produttivo locale.

Piacenza, 11 maggio 2016

Nel corso del 2015 Piacenza ha esportato beni nell'area dei Balcani per oltre 110 milioni di euro. In particolare, macchinari ed apparecchi con la Romania, per più di 9 milioni di euro, in decisa crescita rispetto al 2014 (+39%); sostanze e prodotti chimici verso la Bulgaria, per circa 4,5 milioni di euro (+182% rispetto al 2014); metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) verso la Serbia per circa 1,1 milioni di euro, con un sostanzioso incremento (+43%) rispetto all'anno precedente. E proprio con la Serbia, lo scorso anno il giro d'affari della provincia di Piacenza si è espanso, con un aumento del 6% rispetto al 2014, sia per le esportazioni, che hanno superato i 4 milioni di euro, che per le importazioni, che hanno sfiorato i 2 milioni di euro.

I dati, ottenuti dall'elaborazione realizzata dall'ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit su dati ISTAT e stime Prometeia, indicano che l'area dei Balcani si configura come un mercato dalle prospettive interessanti per lo sviluppo del business delle imprese locali, un "trampolino di lancio" ideale per avviare o intensificare l'export. Obiettivo per il quale UniCredit intende proporsi come partner privilegiato per le aziende del territorio. Con questa finalità è stato pensato e sviluppato l'"International Forum Balcani" organizzato da UniCredit, con il Patrocinio della Camera di Commercio e dell'Unione Commercianti di Piacenza che ha anche ospitato l'iniziativa; e in collaborazione con l'Italian Desk dello studio legale Schonherr.

L'incontro è stato aperto dai saluti di Giovanni Struzzola, Direttore Generale dell'Unione Commercianti di Piacenza, che ha confermato l'interesse dell'Associazione a sensibilizzare gli operatori piacentini verso mercati dell'Est Europa, mercati che ancora oggi dimostrano dinamicità economica e possibili spazzi di ulteriore crescita. "In questo contesto, quindi, si inquadrano appuntamenti quale quello odierno - ha ribadito il Direttore Struzzola - che cercano di dare informazioni precise e dettagliate circa nuove opportunità di sbocchi più interessanti per le aziende piacentine che cercano nuove vie per allargare il loro business, da qui un apprezzamento per l'impegno di Unicredit nell'organizzare incontri come questo che abbiamo avuto il piacere di ospitare nella nostra sede."

"Con il nostro International Forum Balcani - spiega Cristina Proci, Responsabile Area Commerciale Piacenza UniCredit – vogliamo offrire agli imprenditori locali puntuali informazioni, riferimenti e concrete opportunità per avviare o intensificare gli scambi con un'area vicina e dalle reali potenzialità di crescita. Continua così l'impegno del nostro Gruppo nel processo di internazionalizzazione delle imprese del territorio. I mercati dell'Est Europa sono primari partner commerciali dell'area emiliana e UniCredit può davvero offrire un valore aggiunto nella crescita della qualità degli scambi commerciali. Perché siamo una delle maggiori istituzioni finanziarie in Europa, con un network internazionale distribuito in 50 Paesi, 17 dei quali con una banca commerciale radicata sul territorio. E con una posizione strategica proprio nell'Europa centro-orientale dove siamo presenti con banche commerciali locali come UniCredit BulBank, UniCredit Bank Serbija A.D e UniCredit Romania ".

Nel corso della giornata si sono quindi susseguiti gli interventi di Roberto Mascali, Direttore Generale Confindustria Balcani; Aldo Andreoni, Head of UIC - UniCredit BulBank; Niccolò Bonferroni, Head of UIC - UniCredit Bank Serbija A.D; Marco Montermini, Head of UIC - UniCredit Romania Sa; e Daniele Iàcona, avvocato dello Studio Legale Schoenherr. In chiusura la testimonianza di Elio Frigerio, Direttore Generale della Milkline che da Podenzano ha allargato all'estero il suo business oltre confini e adesso ha anche una sede in Romania e una in Russia.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

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