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Baggiovara: la riorganizzazione dell'Emergenza, consentirà di razionalizzare i percorsi e ridurre i tempi di attesa in Pronto Soccorso.

Modena, 2 ottobre 2017

Oggi, lunedì 2 ottobre, cambia volto l'emergenza dell'Ospedale Civile di Baggiovara con l'attivazione di una nuova struttura di Medicina d'Urgenza che comprende un innovativo settore di Admission e Discharge Room. Qui vengono ospitati i pazienti che, terminato il percorso di emergenza al PS, sono in attesa di essere inviati al reparto più appropriato per il loro problema assistenziale (admission) oppure quelli che, già dimessi da un reparto di degenza, sono in attesa di essere trasferiti a domicilio o in altre strutture del territorio (discharge). Secondo pilastro del progetto è l'apertura di una nuova struttura di Medicina Interna e Area Critica che comprende due livelli di intensità assistenziale (alta e media) con lo scopo di creare un passaggio graduale tra le diverse fasi critiche - dalla Terapia Intensiva, all'area ad alta e media intensità – sino all'eventuale ricovero in degenza ordinaria. Questa osmosi graduale consente al paziente di essere sempre assistito dall'equipe più adatta a risolvere le sue problematiche, ottimizzando l'utilizzo degli spazi e dei posti letto.

"L'area di Pronto Soccorso, OBI e Medicina d'Urgenza – spiega il dottor Luca Sircana, Direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena - costituisce uno dei principali punti di accesso all'ospedale. Qui vi è la necessità di una rapida stabilizzazione del paziente e l'inquadramento delle sue problematiche per decidere il più corretto percorso diagnostico e terapeutico. La nuova organizzazione ci consentirà di svolgere tutte queste attività nel modo migliore e più rapido. Si tratta di un progetto sfidante che vuole migliorare la risposta assistenziale, grazie a un notevole sforzo organizzativo che, per il suo successo, si basa sulla collaborazione dei direttori delle strutture interessate e di tutto il personale medico e infermieristico".

Grazie a questa riorganizzazione, l'Ospedale Civile di Baggiovara mette a disposizione dell'utente tutte le possibilità terapeutiche dell'area d'emergenza, graduate in base alle reali condizioni del paziente, riducendo l'attesa e aumentando l'appropriatezza e la sostenibilità delle cure.

Le principali novità in Medicina d'Urgenza

Punto nodale è l'attivazione di uno spazio di Admission/ Discharge Room room con 6 posti letto, al primo piano, nell'area attualmente utilizzata dalla Terapia Medica Intensiva (TIM). Questo nuovo spazio ha due fondamentali funzioni. "L'Admission room – spiega il dottor Marco Barozzi, Direttore della Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso - ospita i pazienti provenienti dal Pronto Soccorso che sono in attesa di essere destinati al reparto più consono al proprio problema clinico. La funzione di Discharge Room, invece, accoglie i pazienti in dimissione dalle aree della degenza ordinaria che sono in attesa di essere trasportati al loro domicilio oppure a una struttura del territorio. Queste due funzioni sono complementari e costituiscono un fondamentale polmone che ha lo scopo di ottimizzare i ricoveri e le dimissioni, riducendo i tempi e, comunque, ospitando i pazienti in attesa in spazi consoni al loro quadro clinico".

Le principali novità in Medicina Interna Area Critica

La struttura di Medicina Interna e Area Critica si compone di un settore di Alta Intensità di Cura che comprende 10 posti letto ad alta tecnologia, seguiti da un'equipe formata nella gestione di pazienti critici. "La sua funzione – spiega il dottor Giovanni Pinelli, Direttore della Medicina Interna e Area Critica - è quella di accogliere pazienti di alta complessità dal Pronto Soccorso, dalle altre medicine e dalle chirurgie e dalla Terapia Intensiva. Le sue funzioni sono fortemente integrate con quelle a Media Intensità della Stessa Medicina Interna Area Critica per consentire una gestione continua e specializzata del paziente durante l'evoluzione del suo quadro clinico. In pratica, un paziente ricoverato in Terapia Intensiva per una patologia di elevata gravità, potrà essere spostato in caso di miglioramento nell'Area ad alta Intensità o in quella a Media Intensità dove verrà seguito da un'equipe medica e infermieristica formata e preparata per rispondere a tutte le sue problematiche cliniche e assistenziali".

(Fonte: Usl MO)

E' deceduto stamattina il bambino di 18 mesi ricoverato da lunedì 14 agosto nella Terapia Intensiva del Policlinico di Modena, dopo l'incidente avvenuto in Località San Martino del Mugnano (MO).

In mattinata le condizioni si sono aggravate e inutili sono stati, purtroppo, tutti i tentativi dei sanitari di rianimarlo.

I medici, il personale infermieristico e tutti gli operatori dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena sono rimasti profondamente colpiti e toccati dall'accaduto.

Pubblicato in Cronaca Modena

Policlinico di Modena: in funzione l'acceleratore lineare aggiornato grazie alla donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Modena 1 agosto 2017 - Si tratta del primo tassello del progetto che prevede l'acquisto di un altro acceleratore lineare e di una PET-TC per l'AOU di Modena.

Il 19 luglio scorso, dopo due mesi di lavori, è entrato di nuovo in funzione, completamente rinnovato, uno dei tre Acceleratori lineari in forza alla Struttura Complessa di Radioterapia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, diretta dal dottor Frank Lohr, che ha sede al Policlinico di Modena. Con questo intervento, del valore di 800.000 euro, l'acceleratore è stato portato al livello tecnico top di gamma, potenziando le capacità terapeutiche dell'Azienda. L'aggiornamento è il primo tassello del progetto di potenziamento dell'Oncologia modenese nato dalla donazione di 3 milioni di euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (FCRMO), presentato alla cittadinanza nel novembre del 2016 e che oggi, nel pieno rispetto dei tempi, entra nel vivo. Il progetto prevede l'acquisto nel 2018 di un ulteriore acceleratore lineare e di una PET TC finanziati in parte dalla donazione, in parte da fondi dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria.

20170801-gruppo 1A celebrare il primo traguardo di questo percorso, i rappresentanti della Fondazione sono stati accolti per una cerimonia informale al Policlinico. Il presidente di FCRMO, Paolo Cavicchioli è stato accompagnato dal Direttore generale dell'AOU Ivan Trenti a vedere l'apparecchiatura potenziata grazie alla donazione. Ad accoglierlo ha trovato Giuseppe Longo, Vice-Direttore del Dipartimento ad Attività Integrata di Oncologia ed Ematologia Frank Lohr, Direttore della Radioterapia, Carla Piani, Coordinatrice infermieristica della Radioterapia, Napoleone Prandini, Direttore della Medicina Nucleare, Paola Ceroni, della Fisica Sanitaria, Leo Traldi e Luca Franceschini dell'ingegneria clinica.

"L'acceleratore lineare – spiega il dottor Frank Lohr - è un apparecchio per trattamenti radioterapici che produce fasci di elettroni e di fotoni che, opportunamente collimati, vengono fatti incidere sul volume bersaglio, costituito dalla massa tumorale. Il nuovo acceleratore è stato portato al livello tecnico del top di gamma per consentirci di eseguire trattamenti complessi e di altissima precisione. Questi trattamenti vengono già eseguiti al Policlinico e la nuova apparecchiatura ha rafforzato la nostra capacità di risposta. Essa, soprattutto, consente di eseguire trattamenti in respiro atteso (breath hold), il cosiddetto "gating" che prevede che i pazienti respirino liberamente e che l'irradiazione sia sincronizzata con una prestabilita fase respiratoria in cui il tumore presenta una ridotta mobilità. Il sistema consente di ottimizzare il trattamento dei tumori del polmone, fegato, pancreas e seno, limitando le radiazioni allo stretto necessario". Trattamenti ad alta precisione facilitano l'integrazione di radioterapia e terapia sistemica (chemioterapia e immunoterapia) per creare, grazie anche ai modelli terapeutici predisposti dalla Fisica Sanitaria, diretta da Tiziana Costi, quella sinergia tra questi due componenti del trattamento oncologico, necessaria a ottenere i migliori risultati possibili per il paziente. Per assicurare la piena funzionalità, il sistema è stato integrato nella rete informatica dell'ospedale dal Servizio tecnologie dell'informazione. diretto da Mario Lugli.

"Questo acceleratore lineare che possiamo definire nuovo – commenta il dottor Ivan Trenti – è la prima acquisizione del più ampio progetto che abbiamo avviato con la Fondazione per potenziare la tecnologia della nostra azienda contro i tumori. Il prossimo anno contiamo di acquisire il secondo acceleratore lineare e la PET-TC. L'acquisto delle nuove strumentazioni rientra nell'ambito di un più ampio programma di diagnosi e cura delle patologie oncologiche che va nella direzione di una sempre maggiore personalizzazione delle cure in integrazione con i sistemi diagnostici. Desidero ringraziare con calore il Presidente Cavicchioli e la Fondazione per il supporto in questo percorso."

"L'aggiornamento dell'acceleratore lineare del Policlinico – dichiara il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli – rientra tra i principali interventi della Fondazione a supporto del sistema sanitario provinciale. L'obiettivo è duplice: innovare metodi e strumentazioni per la diagnosi e cura dei tumori; favorire la ricerca interdisciplinare in ambito medico. Con l'acquisto, il prossimo anno, di un acceleratore lineare di nuova generazione e di una PET da destinare alla diagnostica per immagini, si completa il progetto di potenziamento dell'Oncologia modenese a servizio del territorio. In questo modo la Fondazione intende dare risposta puntuale a un'esigenza condivisa dall'Università di Modena e Reggio e dall'Azienda universitaria ospedaliera".

Sono circa 1.500 i nuovi casi di tumore seguiti annualmente dal Policlinico di Modena che complessivamente si occupa di circa 6.000 casi all'anno. Di questi, circa 1.500 usufruiscono di un trattamento radioterapico e 2.300 sono le PET eseguite dalla Medicina Nucleare del Policlinico, che serve l'intera Provincia. La rete radioterapica provinciale modenese ha a disposizione una Tomotherapy e 4 acceleratori lineari, 3 al Policlinico di Modena, 1 all'Ospedale di Carpi. Uno dei tre acceleratori lineari del Policlinico di Modena è stato aggiornato, un secondo verrà sostituito entro il 2018, con un nuovo apparecchio di ultima generazione grazie alla donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

L'acceleratore lineare lavora in sinergia con la PET/TC, un'apparecchiatura di diagnostica per immagini, per ottenere terapie sempre più mirate. La PET/TC unisce due tecnologie: la PET (Tomografia a emissione di positroni) che aiuta a rivelare il funzionamento e il metabolismo di organi e tessuti; la TC (Tomografia computerizzata) che fornisce una chiara visualizzazione delle strutture anatomiche. La PET/TC permette di evidenziare le parti vitali del tumore consentendo al radioterapista di modulare le dosi personalizzandole in base al risultato della PET/TC. Analogamente la PET/TC permette di rimodulare il piano di trattamento radioterapico in funzione della riduzione della massa tumorale. "La nuova PET/TC che acquisiremo ci fornirà immagini in 4D sincronizzate con i movimenti respiratori – commenta il dottor Napoleone Prandini, Direttore della Medicina Nucleare - che consentiranno di riconoscere tumori non visibili con le tradizionali PET/TC che forniscono immagini 3D. Questa caratteristica ci permetterà di adattare con maggiore precisione la terapia al paziente".

"Le conoscenze biologiche ci permettono ormai di comprendere la conformazione a livello cellulare del tumore e di scegliere il mix di terapie (farmacologiche e radioterapiche) più adatto a contrastarlo – aggiunge il dottor Giuseppe Longo, Vice-Direttore del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia - L'obiettivo è quello di creare terapie sempre più personalizzate in base al tumore alla risposta dell'organismo del paziente alle cure grazie alla capacità della PET-TC di valutare non solo le dimensioni del tumore ma anche la sua evoluzione durante la cura. Queste acquisizioni ci permettono di lavorare in maniera ancora più integrata tra oncologi, radioterapisti, medici di medicina nucleare, chirurghi e radiologi".

Marco Ligabue si esibirà alla finale del Memorial Marco Rambaldi, sabato 1 aprile al Palamadiba di Modena. Finale 3-4 posto tra Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile e Cardiologia. A seguire la finalissima tra Radiologia e Geriatria. Il ricavato verra' consegnato alla Associazione Buona Nascita.

Modena, 31 marzo 2017

Batture finali, sabato 1 aprile dalle ore 15 fino alle 20, per la III edizione del Memorial Marco Rambaldi, il torneo interospedaliero di calcio a cinque istituito per ricordare il primario dell'Unità operativa di Anestesia, terapia intensiva e rianimazione dell'Ospedale Civile di Baggiovara prematuramente scomparso il 31 marzo 2014 e al quale, il 28 marzo 2015 è stata dedicata la Terapia Intensiva dell'Ospedale Civile. Al Palamadiba di Modena (via Canaletto, 110b, 41122 Modena MO) a partire dalle ore 15.00 alle ore 20.00 ci sarà una vera festa di musica e solidarietà con un ospite d'eccezione, Marco Ligabue accompagnato dalla Presidente dell'associazione Buona Nascita onlus, dott.ssa Roberta Copelli. Il pomeriggio sarà allietato anche dall'esibizione del gruppo Waves Senior Cheer Dance della polisportiva nazzareno di Carpi.

Marco Ligabue, verso le ore (17,30) racconterà e presenterà il nuovo album "Il mistero del DNA", uscito il 10 marzo, e racconterà la sua esperienza in Benin con l'Associazione Buona nascita durante la quale è stato girato il videoclip del brano Cuore Onesto e dove è stato testimonial del Progetto raccolta fondi per la costruzione del pozzo in Toffo. "In quell'occasione – spiega Nicola Ortugno, tecnico di radiologia dell'Ospedale Civile, uno degli organizzatori del Memorial, insieme agli infermieri Daniel Ilinca ed Enzo Caputi - consegneremo il nostro assegno e la nostra raccolta fondi direttamente alla dott.ssa Copelli, il nostro contributo per il pozzo di Toffo. Abbiamo raccolto 1500,00 euro per i quali ringrazio tutti i partecipanti".

Sabato sarà una giornata di musica ma soprattutto di sport, con l'epilogo di un torneo che ha riunito 16 squadre in rappresentanza dell'Ospedale Civile (10) e del Policlinico di Modena (5) e dell'Ospedale di Vignola (1), con circa 250 partecipanti che rappresentano tutte le professionalità, medici, infermieri, amministrativi, tecnici. Alle ore 15,00 la finale 3-4 posto tra Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile e Cardiologia del Policlinico. A seguire, (ore 17,00 - 18,00) ci saranno la presentazione del progetto benefico, la consegna dell'assegno a Buona Nascita, lo spettacolo musicale. Alle ore 18:00 il Direttore generale dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, Ivan Trenti, darà il calcio di inizio alla finalissima tra Radiologia del Policlinico e Geriatria di Baggiovara, cui seguiranno le premiazioni del torneo.

"Sono stati due mesi di sport e solidarietà davvero unici – ha commentato la dottoressa Francesca Novaco, Direttore delle attività socio sanitarie dell'Azienda USL di Modena e moglie di Marco Rambaldi – per i quali devo ringraziare tutti: gli organizzatori, i partecipanti e i donatori. È bello poter ricordare mio marito in questo modo."

Marco-Rambaldi

Marco Rambaldi
Marco Rambaldi era nato a Bologna nel 1954. Laureatosi in Medicina e Chirurgia, si era specializzato in Anestesia e Rianimazione. Nel corso degli anni, si era distinto per la passione e l'impegno 'sul campo' nello sviluppo di tecniche di anestesia e rianimazione innovative, a supporto di interventi chirurgici particolarmente delicati e complessi, come la circolazione extracorporea. Dopo l'apertura del Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense a Baggiovara di Modena, ha gestito la trasformazione della Terapia Intensiva Post Operatoria e dell'Area Traumi, rendendola punto di riferimento per l'intero presidio ospedaliero della provincia di Modena. Dal 2007 ha ricoperto la carica di vice direttore del Dipartimento Area Critica e responsabile dell'area Anestesia e Rianimazione dell'Azienda USL. Ha sempre avuto grande passione, oltre che per gli aspetti clinici, anche per l'innovazione tecnologica e organizzativa. Una vita professionale, quella di Marco Rambaldi, dedicata prima di tutto al miglioramento della qualità assistenziale dei pazienti.

(Fonte: Ausl MO)

Memorial Marco Rambaldi: 16 squadre – 250 partecipanti – il ricavato in beneficienza. I professionisti dell'Ospedale Civile e del Policlinico di Modena insieme per ricordare il medico scomparso prematuramente nel 2014. Calcio di inizio giovedì 2 febbraio alle ore 20,30 presso la Polisportiva Morane.

Modena, 1 febbraio 2017

Calcio di inizio alle ore 20,30 di giovedì 2 febbraio 2017 c/o il campo sportivo della Polisportiva Morane (via Morane 361) per la III edizione del Memorial Marco Rambaldi, il torneo interospedaliero di calcio a cinque istituito per ricordare il primario dell'Unità operativa di Anestesia, terapia intensiva e rianimazione dell'Ospedale Civile di Baggiovara prematuramente scomparso il 31 marzo 2014 e al quale, il 28 marzo 2015 è stata dedicata la Terapia Intensiva dell'Ospedale Civile.

L'iniziativa è partita nel 2015 da parte di alcuni operatori e professionisti dell'Ospedale Civile di Baggiovara e da quest'anno la partecipazione sarà ancora più ampia e significativa grazie anche al coinvolgimento dei professionisti ed operatori del Policlinico. Saranno 16 le squadre, suddivise in quattro gironi da quattro. Le prime due di ogni girone daranno vita ai quarti di finale, poi alle semifinali e alla finale. Delle 16 squadre, 10 sono composte da professionisti dell'Ospedale Civile di Baggiovara, 5 del Policlinico di Modena, 1 dell'ospedale di Vignola. Si tratta di circa 250 partecipanti che rappresentano tutte le professionalità, medici, infermieri, amministrativi, tecnici.

L'avvio ufficiale del torneo sarà dato dalla famiglia del dottor Rambaldi – guidata dalla moglie, dottoressa Francesca Novaco, Direttore delle attività socio sanitarie dell'Azienda USL di Modena, dalla figlia Margherita Rambaldi - accompagnata dal Direttore generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Ivan Trenti che dal 1 gennaio di quest'anno ha unito i due ospedali cittadini. La finalissima è prevista sabato 1 aprile. Anche quest'anno, al torneo sarà legata una raccolta fondi per progetti di beneficienza.

Marco Rambaldi

Marco Rambaldi era nato a Bologna nel 1954. Laureatosi in Medicina e Chirurgia, si era specializzato in Anestesia e Rianimazione. Nel corso degli anni, si era distinto per la passione e l'impegno 'sul campo' nello sviluppo di tecniche di anestesia e rianimazione innovative, a supporto di interventi chirurgici particolarmente delicati e complessi, come la circolazione extracorporea. Dopo l'apertura del Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense a Baggiovara di Modena, ha gestito la trasformazione della Terapia Intensiva Post Operatoria e dell'Area Traumi, rendendola punto di riferimento per l'intero presidio ospedaliero della provincia di Modena. Dal 2007 ha ricoperto la carica di vice direttore del Dipartimento Area Critica e responsabile dell'area Anestesia e Rianimazione dell'Azienda USL. Ha sempre avuto grande passione, oltre che per gli aspetti clinici, anche per l'innovazione tecnologica e organizzativa. Una vita professionale, quella di Marco Rambaldi, dedicata prima di tutto al miglioramento della qualità assistenziale dei pazienti.

(Fonte: Ausl MO)

Giovedì, 29 Dicembre 2016 17:23

Bimbo modenese salvato da tumore raro

Sarcomi pediatrici: la storia di Angelo, un bimbo modenese salvato grazie alla sinergia tra il Policlinico di Modena, l'Ospedale di Padova e l'Istituto Oncologico Veneto di Padova. La brachiterapia utilizzata sino ad oggi su solo cinque bambini in Italia.

Modena, 29 dicembre 2016

Un tumore raro, un sarcoma del palato, curato grazie alla collaborazione tra il Policlinico di Modena, l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova, Centro di Riferimento Nazionale per i Sarcomi Pediatrici e l'Istituto Oncologico Veneto di Padova - IRRCS, che ha permesso di utilizzare la brachiterapia, una particolare metodica che permette di irradiare tumori aggressivi localizzati in zone particolarmente difficili limitando al minimo gli effetti collaterali legati alla radioterapia, applicata sino ad oggi, in Italia, su cinque bambini. Questa, in sintesi, la storia di Angelo – il nome è di fantasia – un bimbo modenese di 5 anni al quale, nell'agosto 2015 venne diagnosticato un sarcoma a cellule fusate del palato, un tumore raro (1% dei tumori pediatrici) ma dalla prognosi infausta (40% sopravvivenza) e che oggi è in remissione.

"La storia – spiega il prof. Lorenzo Iughetti, Direttore dell'Oncoematologia Pediatrica del Policlinico – comincia oltre un anno fa, quando i genitori di Angelo in vacanza notano una tumefazione nel palato del bambino, inizialmente pensano ad una irritazione ma poi, vedendo che la lesione aumenta di dimensioni, consultano un medico che prescrive una TAC. Purtroppo, l'esame radiologico non tranquillizza e viene consigliato un esame bioptico per avere una diagnosi precisa. I genitori decidono quindi di tornare a casa, a Modena per eseguire l'esame. Il responso della biopsia conferma il sospetto: un sarcoma del palato estremamente aggressivo". Nel frattempo la lesione è ancora aumentata, deformando anche il volto del bambino, così, dopo un consulto tra i medici dell'equipe di Chirurgia Maxillo-facciale, diretta dal prof. Luigi Chiarini, e quella di Oncologia Pediatrica del Policlinico di Modena si decideva di iniziare un programma di chemioterapia per cercare di ridurre le dimensioni della neoplasia prima dell'intervento chirurgico che altrimenti sarebbe risultato troppo invasivo. "Nonostante i numerosi trattamenti – aggiunge la dottoressa Monica Cellini, referente dell'Oncoematologia Pediatrica del Policlinico - il tumore progrediva nella crescita. Abbiamo quindi condiviso la strategia con l'Oncoematologia pediatrica dell'Ospedale di Padova, diretta dal prof. Giuseppe Basso, che è Centro di riferimento nazionale per queste patologie e abbiamo deciso di tentare con l'intervento chirurgico seguito da una particolare trattamento radioterapico, la brachiterapia, in cui una sorgente di radiazioni è collocata all'interno dell'organismo, vicino all'area da irradiare." Questa metodica è svolta dalla Radioterapia dell'IRCSS – Istituto Oncologico veneto di Padova, diretta dal dottor Luigi Corti.

Dopo aver illustrato e condiviso con i genitori il difficile percorso terapeutico, Angelo è stato quindi operato al Policlinico di Modena dall'equipe del prof. Luigi Chiarini che ha rimosso il tumore con un intervento che, vista l'entità della rimozione e la posizione molto delicata, ha richiesto grande esperienza e capacità professionale. Durante l'intervento, dopo la rimozione del tumore, il dott. Giovanni Scarzello, medico radioterapista della Radioterapia dell'Istituto Oncologico Veneto di Padova ha posizionato nel letto tumorale degli speciali vettori che hanno fatto da guida ai fasci di radioterapia destinati a colpire direttamente la zona dove si trovava il tumore prima dell'asportazione chirurgica. Il giorno dopo l'intervento Angelo ancora intubato, viene trasportato in elicottero a Padova per eseguire il trattamento brachiterapico. "Il bambino – conclude il prof. Iughetti - una volta terminato il trattamento a Padova che è durato 7 giorni, è rientrato a Modena dove con un nuovo intervento gli è stata inserita una protesi provvisoria e ha proseguito la convalescenza sino a quando ha potuto riprendersi ad alimentarsi, a giocare, a sorridere. Oggi Angelo a distanza di un anno dall'intervento chirurgico sta bene e prosegue con i controlli che confermano la remissione del tumore".

(Ufficio Stampa Ausl MO)


Khaoula Louahbi non ce l'ha fatta. Il decesso nel pomeriggio del 12 agosto

Modena 13 agosto 2015 -

L'azienda Ospedaliera USL di Modena nel comunicare il decesso anche della terza sorella vittima della tragedia del Secchia del 4 agosto scorso, esprime il sincero cordoglio e vicinanza ai familiari.
Quello che avrebbe dovuto essere una giornata spensierata all'aria aperta per 4 ragazze si è trasformata, per una tragica fatalità, in un dramma familiare di inimmaginabile dolore.

Le quattro sorelle (8, 17, 18 e 21 anni) erano vicino il fiume Secchia, nella zona di Borgo Venezia a Sassuolo, in provincia di Modena, quando per cause in via d'accertamento tre sarebbero finite in acqua mentre la diciassettenne riuscì a dare l'allarme.

Per due di loro (di 18 e 8 anni) non ci fu nulla da fare sin dall'inizio mentre per la terza, la 21enne Khaoula Louahbi, recuperata ancora in vita seppure in gravi condizioni, le speranze si sono definitivamente alienate con il bollettino medico delle 17,30 del 12 agosto.

BOLLETTINO - NUOVO OSPEDALE CIVILE SANT'AGOSTINO-ESTENSE DI MODENA

L'Azienda USL di Modena informa che Khaoula Louahbi, 21enne ricoverata martedì 4 agosto 2015 presso la Neurorianimazione del Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino-Estense di Modena, a seguito dei drammatici fatti avvenuti sul fiume Secchia, è deceduta nel pomeriggio di mercoledì 12 agosto 2015.
Le condizioni cliniche della paziente, già compromesse al suo ricovero in ospedale, sono costantemente rimaste gravissime fino al decesso avvenuto nel pomeriggio odierno.
L'Azienda Usl di Modena esprime ai familiari sincero cordoglio e vicinanza per la tragica scomparsa.
Bollettino aggiornato alle ore 17.30 del 12 agosto 2015.

Pubblicato in Cronaca Modena
Domenica, 11 Gennaio 2015 15:28

AUSL Modena. Lavori in corso a Mirandola


Al Centro Servizi di Mirandola lavori in corso a seguito di una fuga di gas.

Modena 11 gennaio 2015 -
Per riparare il guasto e riprendere tutte le attività serviranno alcuni giorni di lavoro. Nell'attesa si è giù provveduto a decentrare su altre strutture del distretto l'erogazione dei servizi che saranno temporaneamente sospesi.

All'inizio della settimana prossima, presumibilmente per un paio di giorni, il Centro Servizi di Mirandola situato in Via Fogazzaro rimarrà chiuso. La sospensione temporanea dell'attività si è resa necessaria a seguito dell'individuazione di una perdita di gas dovuta al danneggiamento di un tubo esterno dell'impianto di distribuzione. Già dalla notte di ieri sono intervenuti i tecnici che hanno individuato l'origine della perdita e messo in sicurezza l'impianto; da lunedì riprenderanno i lavori per riparare il guasto.

Per ridurre al minimo i disagi dei cittadini, è già stato predisposto un piano che prevede di decentrare l'erogazione dei servizi che saranno temporaneamente sospesi – tra questi ad esempio il CUP - su altre strutture del distretto.

Informazioni più dettagliate si potranno ottenere rivolgendosi all'URP, Ufficio Relazioni con il Pubblico, telefonando al numero 0535 602452, dalle 9.00 alle 13.00.
L'Azienda Usl si scusa per gli eventuali disagi che i cittadini dovranno affrontare.

(AZIENDA USL DI MODENA: DISTRETTO SANITARIO DI MIRANDOLA)

Intervento dell'Azienda Usl di Modena con riferimento agli articoli pubblicati nei giorni scorsi sull'organizzazione del servizio di emergenza urgenza nell'area montana di cui fa parte anche il comune di Montese

Va prima di tutto ricordato che, nell'area appenninica, è in fase di completamento un percorso che sta portando ad un progressivo rafforzamento e a un'ulteriore qualificazione della rete di soccorso per la gestione delle emergenze urgenze.
Con riferimento al comprensorio di Montese, si prevede di ultimare il potenziamento entro il primo semestre del 2015.
In concreto, si potrà contare sulla presenza di un infermiere con formazione specifica, andando così a superare definitivamente l'attuale situazione che prevede che, nella fascia oraria tra le 4.00 e le 8.00 di mattina, quattro giorni alla settimana, l'assistenza sia fornita attraverso l'integrazione del lavoro del medico di continuità assistenziale e l'eventuale intervento dell'ambulanza messa a disposizione dalla Croce Rossa di Castel d'Aiano, a 7 chilometri da Montese.
Rispetto infine al caso segnalato dagli organi d'informazione - il fatto si è verificato il 3 dicembre scorso verso le 6.30 - va sottolineato che il paziente, grazie al tempestivo intervento del medico di continuità assistenziale è stato, per tempi e qualità dell'assistenza, adeguatamente seguito, senza che l'arrivo dell'ambulanza, comunque allertata, si rendesse necessario.

(Ufficio Stampa AUSL Modena)

Azienda USL e associazioni di volontariato organizzano, dal 19 al 25 settembre, una serie di iniziative per ricordare l'impegno quotidiano dedicato alla cura e all'assistenza delle persone con malattia di Alzheimer e altre forme di demenza, alle loro famiglie e agli operatori dei servizi socio-sanitari -

Modena, 17 settembre 2014 -

Le demenze costituiscono un problema di salute pubblica sempre più rilevante, sono infatti tra le principali cause di disabilità della popolazione generale e, in particolare, degli anziani. Un tema di grande rilievo anche per il nostro territorio visto che in provincia di Modena sono circa 15mila i pazienti con demenza seguiti dai centri dell'Azienda USL, il 60 per cento dei quali è affetto da malattia di Alzheimer, la più comune tra le patologie neurodegenerative.

Per sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica su quanto si sta facendo e si dovrà ancora fare per rispondere ai bisogni dei malati e delle loro famiglie, l'azienda sanitaria, insieme alle principali associazioni di volontariato che operano nel settore, organizza una serie di iniziative in occasione della giornata mondiale dell'Alzheimer. Dal 19 al 25 settembre, in tutta la provincia, sono in programma numerosi appuntamenti - convegni e corsi scientifici, spettacoli teatrali, proiezione di film e pedalate - che saranno accomunati dallo slogan "Prendersi cura della persona con demenza ogni giorno" per ricordare l'impegno quotidiano dedicato alla cura e all'assistenza dei pazienti e al sostegno garantito alle loro famiglie grazie al lavoro degli operatori dei servizi socio-sanitari.

Le iniziative sono state presentate oggi, 17 settembre, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il direttore sanitario Azienda USL di Modena Cristina Marchesi, il responsabile Programma demenze Azienda USL Modena Andrea Fabbo, il direttore Dipartimento Integrato di Neuroscienze Paolo Nichelli, il presidente AlzheimER (associazione Alzheimer Emilia Romagna) Ivano Baldini, il presidente Ass.S.De (associazione sostegno demenze) Sassuolo Tonino Rovatti.

"Nella nostra provincia è in aumento la fascia di popolazione più anziana, quella degli ultra80enni in cui l'incidenza e la prevalenza delle demenze raddoppiano rispetto alle fasce di popolazione di età inferiore" spiega la dottoressa Cristina Marchesi. "L'Azienda USL di Modena, in una logica di lavoro integrato che da sempre contraddistingue il nostro territorio, è sempre stata in prima linea nella gestione dei pazienti e nel sostegno ai loro familiari. Insieme alla rete socio-assistenziale provinciale e alle associazioni di volontariato, il problema demenza viene quotidianamente gestito attraverso i centri per i disturbi cognitivi, i nuclei di cure primarie e il progetto disturbi cognitivi dei medici di medicina generale, le strutture semiresidenziali e residenziali, la rete dei servizi socio-sanitari per anziani non autosufficienti, il nucleo ospedaliero demenze".

"Il maggior fattore di rischio associato all'insorgenza delle demenze è l'età e, in una società che invecchia, l'impatto del fenomeno si prefigura di notevoli dimensioni, ed è facile prevedere che queste patologie diventeranno, in tempi brevi, uno dei problemi più rilevanti in termini di sanità pubblica" ha detto il dottor Andrea Fabbo. "Il Programma Demenze ha avviato un percorso sinergico tra i servizi sociali e sanitari e le associazioni dei familiari al fine di condividere strategie ed obiettivi comuni per la gestione del problema demenza. Questo lavoro congiunto ha anche l'intento di valorizzare e far diventare 'patrimonio comune' quanto è stato già realizzato nei vari ambiti distrettuali, sia per gli sviluppi futuri dei servizi sanitari e socio-sanitari che per la loro sostenibilità nel tempo. Le iniziative - volutamente eterogenee e che coinvolgono il mondo scientifico, dello spettacolo, della cultura e dello sport - sono un'ottima occasione per far conoscere meglio questo tema all'opinione pubblica".

Demenza e alzheimer: dati e attività in provincia di Modena

Nel 2013 circa 15.000 pazienti con demenza sono stati seguiti dai 10 Centri Disturbi Cognitivi della provincia di Modena (3 ospedalieri e 7 distrettuali); circa il 60% di essi, in linea con i dati di epidemiologia più recenti, è affetto da malattia di Alzheimer.
Le prime visite sono state 4.530 e le visite di monitoraggio (follow-up) 11.733. Per quanto riguarda i nuovi pazienti,nel 54,33% è stata effettuata diagnosi di demenza, nel 22,85% si è trattato di persone a rischio di evoluzione in demenza e che quindi necessitano si essere monitorati nel tempo, nel 9,25% dei casi sono pazienti ancora in studio e solo nel 13,56% dei casi la patologia è stata esclusa.
L'incidenza annuale di nuovi casi di demenza è pari all'1,80% della popolazione ultra65enne, risultato simile a quello riscontrato in molti studi europei. Sono stati quindi intercettati la maggior parte dei nuovi casi attesi per il 2013 che, nell'ambito della popolazione ultrasessantacinquenne provinciale pari a 154.066 persone, è di 2.778 persone.
Fondamentale è il contributo dei medici di medicina generale che hanno aderito al progetto di presa in carico e gestione del paziente con disturbi cognitivi e della sua famiglia; alla fine del 2013 risultavano attivi 5.195 progetti assistenziali verso persone con demenza sottoscritti dai medici di famiglia; la maggior parte di questi progetti riguardano persone appartenenti alla fascia di età più elevata (85-94 anni) confermando il dato della maggiore prevalenza ed incidenza della demenza negli ultra85enni.

Un altro dato che fa comprendere le dimensioni di questa malattia è quello sull'assistenza a casa dei pazienti: nel 2013 la demenza è diventata la seconda patologia più importante, dopo le cardiopatie e prima dei tumori, per la quale è richiesta l'assistenza a domicilio. I pazienti con demenza seguiti in assistenza domiciliare (2.210 progetti attivi) rappresentano inoltre il 42% dei progetti attivati dai medici di medicina generale nell'ambito del progetto aziendale "Disturbi cognitivi", evidenziando come il ricorso alla domiciliarità stia diventando un modello assistenziale a cui si fa più ricorso soprattutto nelle fasi più avanzate di malattia.
Un ruolo importante è svolto dal Servizio di Psicologia Clinica dell'Azienda USL per le attività di sostegno nei confronti dei familiari, i cosiddetti "caregivers": nel 2013 sono stati seguiti e monitorati 489 familiari di persone con demenza per un totale di 1.624 prestazioni complessive. Anche le associazioni di volontariato, in integrazione con i servizi della rete socio-sanitaria, riescono a gestire una serie di attività importanti per i pazienti e le famiglie nell'ambito degli interventi non farmacologici o "psicosociali" come i Caffè Alzheimer, i gruppi di mutuo auto-aiuto, gli interventi di stimolazione cognitiva, musicoterapia e terapia occupazionale.

Le iniziative

Il programma delle iniziative inizia venerdì 19 settembre alle 18.00, con un una tavola rotonda, ad ingresso gratuito e aperta alla cittadinanza, presso l'auditorium "Guido Monzani" (Modena, via Aristotele 33). La manifestazione aprirà col saluto del Presidente Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna Palma Costi, del Direttore Generale Azienda USL di Modena Mariella Martini e dell'Assessore Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza del Comune di Modena Giuliana Urbelli. Conduce la giornalista modenese Ivana D'Imporzano e ci sarà la testimonianza della nota cantante Silvia Mezzanotte.
Gli appuntamenti proseguiranno da sabato 20 fino a giovendi 25 settembre in molti comuni della nostra provincia. Il programma completo delle iniziative è disponibile sul sito internet dell'Azienda USL di Modena www.ausl.mo.it/demenza

Le iniziative sono realizzate dall'Azienda Usl di Modena, in collaborazione con le associazioni dei familiari della provincia di Modena: GAFA Carpi, ASDAM Mirandola, GP Vecchi Modena, Ass.S.De Sassuolo, Per Non Sentirsi Soli Vignola-Castelfranco-Pavullo e con il patrocinio del Comune di Modena – Assessorato Coesione Sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza Comune di Modena e di AlzheimER - Associazione Alzheimer Emilia Romagna.

(Fonte: Ufficio Stampa Azienda USL di Modena)

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