Giovedì, 24 Aprile 2014 16:16

Piacenza - La Cerimonia per la Liberazione a Gossolengo

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Il discorso che l'assessore alle Politiche Giovanili Giulia Piroli ha tenuto stamattina a Gossolengo, in occasione della cerimonia per il 69° anniversario della Liberazione, alla presenza di numerosi bambini e ragazzi delle scuole.

 

Piacenza, 24 aprile 2014 -

"Ringrazio il Comune di Gossolengo, in particolare la sindaca Angela Bianchi, per avermi invitato a tenere l'orazione ufficiale in questa occasione cosi importante. Si dice che sia difficile parlare oggi della Resistenza alle nuove generazioni. Penso  che sia difficile perchè abbiamo forse perso la capacità di spiegare con semplicità il significato del 25 aprile e della Resistenza.

E' difficile ma mi fa estremamente piacere poterlo fare alla presenza delle giovani e dei giovani studenti del paese. A voi, ragazze e ragazzi, voglio rivolgermi in particolare. In realtà la Resistenza è qualcosa che ha a che fare con i giovani perchè i partigiani che ne sono stati i protagonisti settant'anni fa erano nella maggior parte giovanissimi. Il segretario dell'Anpi Romano Repetti mi ha comunicato l'elenco dei caduti di Gossolengo, sono cinque: Baldini Firmino, Merlini Armando, Costa Ugo di 19 anni, come pure Ontenti  Erasmo ed una ragazza, Maestri Eva di soli 16 anni. Incredibile, aveva pressappoco l'età vostra.

Sono stati fucilati e uccisi dai fascisti perchè non avevano aderito alla dittatura, non avevano accettato di arruolarsi nell’esercito fascista e avevano deciso di opporsi alle ingiustizie e alle violenze, per riconquistare e difendere la liberta'.

La Resistenza è questo, le nuove generazioni, cresciute nella dittatura del  fascismo che decidono di ribellarsi e di lottare per la liberta' e per la giustizia. Giovani che si sono mossi perchè il senso della libertà e della giustizia è forte soprattutto nelle giovani generazioni, perchè ancora hanno, ancora avete, la spinta pulita e onesta dei valori e degli ideali. Non erano eroi ma persone comuni che avevano deciso di non rimanere indifferenti.

In una sua recente ultima intervista Maria Cervi, scomparsa da pochi anni, che ho avuto la fortuna di conoscere, figlia di Antenore, uno dei sette fratelli Cervi, tutti fucilati dai fascisti nel 43 perché oppositori del regime, ha ricordato come la loro famiglia a partire dal nonno “papà Cervi” coltivasse da sempre i valori della giustizia sociale, della pace e dalla solidarietà. Pensate che nonno Alcide vide la fucilazione dei suoi 7 figli. E che il fascismo aveva ridotto la libertà, introdotto la violenza contro chi la pensava diversamente, aveva fatto entrare l'Italia in guerra a fianco della Germania nazista di Hitler e dei campi di concentramento, aggredendo nazioni pacifiche e lontane, agendo contro la pace, commettendo crimini contro l'umanità. Maria ci dice che questi valori, della sua famiglia, semplice e contadina, erano da difendere allora con sacrifici come appunto la Resistenza.  Ma da difendere anche oggi con un maggiore impegno per la pace, la liberta' e la democrazia. Questi principi non devono ridursi a piccoli monumenti, devono essere messi in pratica e vissuti. 

Il presidente Napolitano ha citato Giacomo Ulivi, giovane studente universitario e partigiano di Parma fucilato a 19 anni a Modena, che, invece di nascondersi, ha preferito combattere in prima linea  il fascismo. Se andate a Parma troverete il liceo scientifico intitolato a lui. Pensate, un liceo che porta il nome di uno studente come voi, di soli 19 anni. Prima di essere fucilato scrisse ai suoi amici ed alla famiglia “non dite di essere stanchi”. E' un richiamo simile a quello di don Milani, quando diceva ai suoi alunni, “mi riguarda, me ne devo occupare”. Contrario al motto fascista “me ne frego”. Ecco, proprio questo va fatto, va combattuta l'indifferenza, la mancanza di prospettiva, il distacco, il voltarsi dall’altra parte di fronte ad un’ingiustizia. Ragazzi, occupatevi delle cose che capitano intorno a voi, combattete per un mondo che sia più giusto e più democratico. Usate la solidarietà e l'amicizia. Un bellissimo libricino delle scuole elementari di un paese del Reggiano, Calerno, a cura del maestro Giuseppe Caliceti, in ricordo di un tremendo eccidio di partigiani, fucilati dai fascisti e dai tedeschi, in venti, giovanissimi, si chiama “Non siamo nati per bisticciare” e dice tutto.

Tra poche settimane ci saranno le elezioni europee. Sarete voi giovani, più di noi, ad essere cittadini europei. Pensate che 70 anni fa era scoppiata una guerra terribile tra popoli e nazioni che oggi convivono in pace e liberta' Questo è il risultato più bello che il sacrificio di chi allora ha combattuto per la liberta' può consegnare alle nuove generazioni. Quei cinque antifascisti di Gossolengo, sono morti per permettere a noi di avere questa democrazia e questa libertà. Occupatevi di politica, informatevi, fate volontariato, studiate, viaggiate in Europa e nel mondo, esercitate il vostro diritto di voto, quando compirete diciotto anni.

A Gossolengo abbiamo la fortuna di aver avuto come concittadino Mario Cravedi, presidente dell'Anpi, l'associazione dei partigiani, scomparso purtroppo alcuni mesi fa, che sempre ha cercato di tramandare alle nuove generazioni la memoria e i valori della resistenza. Per me è stato un esempio. Abbiamo il fratello Renato, partigiano combattente, ringraziamo lui e tutti quelli che giovanissimi, hanno fatto la scelta giusta, pagando spesso con la vita.

Penso che per rendere omaggio ai caduti della Resistenza sia bello, e possiamo chiederlo ai vostri insegnanti di svolgere una ricerca sui cinque caduti di Gossolengo, cercando di ricostruire le loro storie, che sono le storie di giovani che non si sono girati dall'altra parte e che hanno pagato con la vita la loro voglia di battersi per un mondo più libero e più giusto. Storie che ci possono indicare un modo più giusto e migliore di vivere le nostre vite, come cittadini e come donne e uomini."

 

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)