Lunedì, 24 Gennaio 2022 16:32

Sanità. Trapianto di fegato da donatore vivente: Modena porta l'Emilia-Romagna ai vertici in Europa In evidenza

Scritto da

Nel 2021 in tutta la regione, nonostante la pandemia, effettuati 493 trapianti (+101 rispetto all'anno precedente). Primo trapianto assoluto in Italia da donatore DCD (morte cardiaca) e positivo al Covid ad un paziente con tumore del fegato e pregresso Covid. Donini: "Un'eccellenza nella nostra sanità, che neanche il Covid ha fermato".
Sui 109 trapianti di fegato eseguiti a Modena, il 6,4% è avvenuto da donatore vivente. In aumento, in tutta la rete trapiantologica regionale, il numero dei donatori procurati; si conferma il calo dell'opposizione alle donazioni. Oggi la presentazione dei dati in videoconferenza stampa.

Bologna - La rete trapiantologica dell'Emilia-Romagna è più forte del Covid, con i suoi 493 trapianti effettuati nel 2021 (rispetto ai 392 del 2020, e dunque con un +101).

Un anno da record quello appena trascorso, nonostante le criticità per il mondo della sanità, soprattutto per la Chirurgia oncologica, epato-bilio-pancreatica e dei Trapianti di fegato dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Dopo aver festeggiato i primi vent'anni d'attività con oltre 1.000 trapianti di fegato, la struttura ne ha eseguiti altri 109 (di cui 7, il 6,4%, da donatore vivente) nell'anno appena concluso. In particolare, proprio nel 2021, per la prima volta in Italia è stato eseguito un trapianto da donatore DCD (morte cardiaca) e positivo al Covid ad un paziente "ricevente" con pregressa infezione da Covid e un grave tumore del fegato.

Il punto è stato fatto oggi in videoconferenza stampa dall'assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, insieme a Fabrizio Di Benedetto, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica e Chirurgia dei Trapianti di Fegato dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Gabriela Sangiorgi, direttrice del Centro regionale Trapianti Emilia-Romagna e - collegato da remoto - Massimo Cardillo, direttore generale del Centro nazionale Trapianti.

"L'attività svolta nel 2021 fa del Centro Trapianti di Modena la prima realtà per numero di trapianti di fegato in Emilia-Romagna, ma non parliamo solo di un'eccellenza in ambito territoriale, perché Modena è tra le prime realtà in Italia e ai vertici in Europa- ha sottolineato l'assessore Donini-. Nonostante le tante difficoltà legate alla pandemia, in questi ultimi due anni l'attività di donazione e trapianto in Emilia-Romagna non si è mai fermata, ma è proseguita assicurando livelli di eccellenza. Come dimostrano i numeri, la rete emiliano-romagnola, già solida e ben organizzata, ha dimostrato grandi capacità di tenuta. Da parte nostra, come Regione confermiamo l'impegno per rafforzarla ulteriormente".

"Questo grande risultato- ha spiegato il professor Di Benedetto- è frutto del grande lavoro non solo della mia equipe ma di tutti i servizi coinvolti nel percorso multidisciplinare dei trapianti dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Il mio ringraziamento va alla Regione Emilia-Romagna, alla Direzione dell'Aou di Modena e Unimore per averci messo nelle migliori condizioni possibili per lavorare, I trapianti, però, non esisterebbero senza i donatori e le loro famiglie: dietro ognuno dei nostri interventi, quindi, c'è una storia di sofferenza e generosità immensa che è sempre da ricordare".

"Il Centro Riferimento Trapianti e tutta la rete regionale si impegnano costantemente per l'incremento dei donatori e dei trapianti- ha aggiunto la direttrice Sangiorgi-. Questa persistente e instancabile attività spazia dalla sensibilizzazione alla donazione, anche con l'utilizzo di piattaforme multimediali, sulla comunità fino al supporto formativo e logistico delle sedi donative e di tutti i sanitari. L'impegno ha prodotto nel 2021 ottimi frutti con un incremento delle donazioni e dei trapianti, l'incremento ulteriore della donazione a cuore fermo (DCD) con un totale di donatori DCD utilizzati nel 2021 pari a 33, a fronte di 16 donatori DCD utilizzati nel 2020). E ancora l'aumento delle donazioni di rene e di fegato da vivente rappresentano un chiaro segno di quanto la rete donativo-trapiantologica rappresenti un esempio di integrazione multidisciplinare che, nonostante le difficoltà legate alle pandemia, lavora in sinergia, impegnata nella ricerca di nuove strategie per potere ampliare l'orizzonte e l'utilizzo di donatori cosiddetti "marginali" e non ultimi donatori "covid-positivi" mantenendo comunque e sempre il massimo livello possibile di sicurezza nei riceventi".

"Gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 dall'Emilia Romagna e da Modena, eccellenze del panorama trapiantologico, si inseriscono in un quadro nazionale che ha fatto registrare un incremento di donazioni e trapianti superiore al 10% rispetto all'anno precedente, con un'Italia che torna ai livelli pre-Covid. Segnali positivi arrivano anche dal calo delle opposizioni alla donazione, mai così basse in passato" ha dichiarato il direttore Cardillo. "Sono anche aumentati i trapianti da donatore vivente, ed in particolare quelli di fegato, un'opportunità in più per i pazienti in lista di attesa, considerata la disponibilità di organi insufficiente a soddisfare tutta la lista. È un'attività che in Italia si è sviluppata gradualmente negli ultimi anni, in centri di grande esperienza, e oggi rappresenta una quota crescente dell'attività complessiva. Nel 2021 sono stati eseguiti 36 trapianti, con una crescita dell'80% rispetto al 2020".

"L'Italia - ha concluso Cardillo - è stato il primo Paese al mondo ad aver definito un protocollo per l'utilizzo dei donatori Covid positivi, prima per trapianti di cuore e fegato, poi esteso al trapianto di rene. I 30 casi finora effettuati sono stati tutti coronati da successo, senza segni di trasmissione di malattia nei riceventi".

I trapianti in Emilia-Romagna: dati in crescita nel 2021

+101. Di tanto sono cresciuti i trapianti (cuore, polmone, fegato, rene e pancreas) eseguiti all'interno della rete trapiantologica dell'Emilia-Romagna nell'arco di un anno: dai 392 del 2020 si è passati ai 493 del 2021. Sul totale, 274 sono stati eseguiti lo scorso anno al Policlinico Sant'Orsola di Bologna (31 trapianti di cuore, 8 di polmone, 106 di fegato, 126 di rene di cui 36 da vivente). Nel 2020 erano stati 221.

Un aumento consistente è stato registrato a Modena, passata da 77 trapianti di fegato nel 2020 (di cui 2 da donatore vivente) a 109 (di cui 7 da donatore vivente nel 2021) attestando l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena come primo Centro Trapianti Fegato in Regione ER e Unico programma che esegue di routine il trapianto di fegato da vivente.

Sempre a Modena, lo scorso anno, sono stati eseguiti 34 trapianti di rene (di cui 9 da donatore vivente).

In aumento, in tutta la rete regionale, anche i prelievi di cornee, passati da 1.015 nel 2020 a 1581 nel 2021 (+566).

Lo scorso anno, i donatori procurati sono stati 188 (156 nel 2020); 166 quelli utilizzati (143 l'anno precedente). Sono risultati non idonei 46 (rispetto ai 22 precedenti).

In regione l'attività di donazione e trapianto da vivente si è notevolmente incrementata con il risultato di 8 trapianti di fegato (su un totale di 215; dunque, 207 da cadavere) e 57 di rene (su un totale di 231; 174 da cadavere).

Altra buona notizia quella relativa alla diminuzione, negli ultimi anni, dell'opposizione alla donazione: dal 30,0% del 2018 si è passati al 23,7% del 2019, fino ad arrivare al 22,2% del 2020; percentuale pressoché confermata nel 2021 (22,3%). 

Il Centro Trapianti di Modena

Il trapianto di fegato da donatore vivente è attivo a Modena da luglio del 2020, a dimostrazione di come, nonostante le difficoltà legate alla pandemia da Sars-Cov-2, l’attività trapiantologica dell’Emilia-Romagna sia in grado di realizzare programmi innovativi. Dopo i primi due trapianti di questo tipo avvenuti nel 2020, ne sono stati effettuati altri 7 nel 2021. Secondo un recente sondaggio internazionale, in Europa il numero di trapianti di fegato da donatore vivente oscilla tra lo 0.01 e l’1 per milione di abitanti; un tasso notevolmente inferiore rispetto a quello di Paesi come Giappone, Corea del Sud e Cina, che raggiungono i 5 casi per milione di abitanti. Si tratta comunque di una procedura ben consolidata a livello internazionale, sicura sia per i riceventi che per i donatori.

Quella di Modena, seppur giovane, rappresenta una realtà importante, che punta a incrementare ulteriormente il proprio volume d’attività, anche alla luce dei risultati internazionali che dimostrano una migliore risposta oncologica per i pazienti sottoposti a trapianto di fegato da donatore vivente. A migliorare le opportunità di cura per i pazienti, si è aggiunta nel 2021 l’approvazione del protocollo LIVERMORE (Living donor liver transplant Modena for colorectal metastasis), ovvero il trapianto di fegato da donatore vivente nei pazienti affetti da metastasi epatiche da adenocarcinoma del colon. Un programma unico in Europa, che si aggiunge agli altri tre programmi a livello internazionale (Canada, Stati Uniti e Corea del Sud). Il trapianto di fegato per metastasi epatiche rappresenta una delle principali innovazioni degli ultimi anni nel campo della cosiddetta “transplant oncology”, che si va a inserire nella cura multidisciplinare del paziente con adenocarcinoma del colon, dando un’opportunità di cura in più a questi pazienti.

Nel 2021, infine, il reparto di Chirurgia oncologica, epato-bilio-pancreatica e dei Trapianti di fegato dell’Aou Modena è stato valutato positivamente in base alla normativa internazionale ISO 9001:2015, ottenendo la certificazione di qualità per la gestione del paziente candidato a trapianto di fegato, standard e da donatore vivente, insieme alla certificazione delle competenze del team multidisciplinare (chirurgico, radiologico, epatologico e oncologico) per la gestione delle patologie epatiche.