Mercoledì, 31 Luglio 2013 15:16

Sboccati i debiti della P.A. verso le imprese In evidenza

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Bologna 31 luglio 2013 -

CNA: misura importante ma parziale, vale solo per il 2013 per risolvere strutturalmente il problema dei ritardi vanno riformate le regole del patto di stabilità -

"Finalmente una boccata di ossigeno per le nostre imprese". Così Gabriele Morelli, Segretario di CNA Emilia Romagna, ha commentato lo sblocco dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione verso le imprese creditrici.
Nel corso della Conferenza stampa svoltasi questa mattina a Bologna, il Segretario regionale di CNA ha sottolineato come il decreto legge 35/2013, così detto "sblocca debiti", intervenga, seppur parzialmente, su di una situazione grave e al tempo stesso grottesca. "Le piccole e medie imprese rischiano di fallire per mancanza di liquidità, anche a causa dei crediti maturati nei confronti delle Amministrazioni pubbliche e non ancora riscossi. Ricordo che il problema dei ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione verso le imprese costituisce uno dei principali ostacoli alla ripresa economica; la Banca d'Italia ha recentemente stimato in 90 miliardi di euro l'ammontare del debito commerciale del settore pubblico. Paradossalmente, almeno nella nostra regione, la stragrande maggioranza dei Comuni, possiedono le risorse necessarie per saldare i debiti maturati verso le imprese fornitrici, ma non hanno potuto procedere coi pagamenti in quanto bloccati dalle rigide regole del Patto di stabilità interno".

CNA Emilia Romagna ha affidato al Centro Studi Sintesi di Venezia la realizzazione di un Rapporto che analizza l'entità, l'impatto e la distribuzione territoriale delle risorse sbloccate dal decreto 35 (anche per singolo Comune), nonché gli effetti dei pagamenti e le prospettive per il 2014.
Nel complesso, le imprese fornitrici delle Amministrazioni locali dell'Emilia Romagna beneficeranno, grazie ai recenti provvedimenti, di 1.198 milioni di euro. "A questo importo - come spiega Alberto Cestari del Centro Studi Sintesi – si è giunti considerando tre elementi: le risorse assegnate dal decreto 35 pari a 863 milioni di euro; l'ulteriore erogazione di cassa disposta dalla Regione Emilia-Romagna per il pagamento dei debiti nel settore sanitario, pari a 245 milioni di euro; altre misure minori, per lo più legate a manovre precedenti, come il Patto regionale verticale incentivato e la possibilità di escludere le spese di cofinanziamento UE dal Patto di stabilità delle Regioni. I pagamenti avverranno soprattutto verso le imprese fornitrici del comparto sanitario (693 milioni), assorbendo quasi il 58% dello sblocco per l'anno in corso; Comuni e Province pagheranno circa 368 milioni di euro, mentre la quota imputabile alla Regione (sanità esclusa) ammonta a 137 milioni di euro".

CNA MO-maggiori pagatori

Il Rapporto del Centro Studi Sintesi effettua una dettagliata analisi di ciascuna misura contenuta nel provvedimento "sblocca crediti". Il decreto prevede la possibilità per i Comuni e le Province con disponibilità di cassa di escludere dal computo del Patto di stabilità interno i pagamenti effettuati per saldare le fatture arretrate. Si tratta di una misura destinata agli enti che maggiormente soffrivano delle regole ferree del Patto di stabilità interno, in quanto non potevano procedere al pagamento dei fornitori pur avendo risorse disponibili in cassa.
In Emilia Romagna i Comuni che beneficeranno di questo strumento sono 299, pari al 91% delle Amministrazioni municipali soggette al Patto di stabilità. I dati indicano un'ampia adesione dei Comuni emiliano-romagnoli che raggiunge il 100% nelle 12 città con popolazione superiore ai 60.000 abitanti. I pagamenti che gli enti locali dell'Emilia Romagna potranno escludere dal Patto di stabilità interno nel 2013, a tutto vantaggio delle imprese creditrici, ammontano a 358 milioni di euro, di cui 302 milioni per i Comuni e 56 milioni per le Province. Nello specifico, la Provincia di Forlì-Cesena ha ottenuto un bonus di quasi 19 milioni di euro, mentre sul versante delle Amministrazioni municipali gli importi più rilevanti si concentrano nelle province di Parma (60,2 milioni) e Bologna (59,6 milioni). "Tuttavia – ha sottolineato Cestari – è opportuno fare due precisazioni: che si tratta di risorse proprie degli enti locali e non di erogazioni ricevute dallo Stato; e che le risorse liberate dal Patto serviranno per effettuare pagamenti in conto capitale (ad esempio opere pubbliche)".

CNA MO- risorsee sbloccate

Per gli enti locali privi di liquidità, invece, la Cassa Depositi e Prestiti interviene concedendo delle anticipazioni di cassa da restituire in un arco temporale non superiore ai 30 anni. Tale strumento risulta scarsamente utilizzato dagli enti emiliano romagnoli: nessuna Provincia si è avvalsa di questo strumento, mentre i Comuni beneficiari sono 24. Nel complesso, le anticipazioni che arriveranno dalla Cassa Depositi e Prestiti nel biennio 2013-2014 agli enti locali dell'Emilia Romagna ammontano a poco meno di 19 milioni di euro.

I dati raccolti confermano il fatto che gli enti locali di questa regione sono tra i più penalizzati dall'attuale assetto del Patto di stabilità interno, che impedisce alle Amministrazioni virtuose di pagare i propri fornitori pur avendo risorse per farlo. Infatti, lo sblocco del Patto di stabilità interno ha concesso all'Emilia Romagna un bonus di 358 milioni di euro, pari al 7,2% del plafond nazionale; diversamente, lo strumento messo a punto per gli enti privi di risorse (anticipazioni dalla Cassa Depositi e Prestiti) nel 2013 porterà in Emilia Romagna appena 19 milioni di euro, pari allo 0,5% del totale nazionale. La Cassa Depositi e Prestiti, in particolare, anticiperà risorse liquide soprattutto a beneficio degli enti locali di Campania (32,8% del totale), Lazio (20%), Calabria (14,5%) e Sicilia (11,2%).

CNA MO-pagamenti per investimenti

Le anticipazioni di liquidità sono il meccanismo adottato anche per procedere al pagamento dei debiti delle Regioni, distinguendo tra la parte sanitaria e non sanitaria. La Regione Emilia-Romagna ha deciso di accedere alle anticipazioni di liquidità messe a disposizione dal Ministero dell'Economia per il pagamento dei debiti sanitari, ricevendo il nulla osta dall'apposito Tavolo di verifica lo scorso 8 luglio. La prima tranche, relativa al 2013, ammonta a 448 milioni di euro; la seconda parte, invece, dovrebbe essere ripartita entro il prossimo 30 novembre. A questo si deve aggiungere anche l'ulteriore erogazione di cassa straordinaria di 245 milioni di euro disposta dalla Regione Emilia Romagna per il pagamento dei fornitori del settore sanitario. Considerando entrambe le misure, nel corso del 2013 si dovrebbe procedere al pagamento di 692,5 milioni ai creditori delle ASL dell'Emilia Romagna, contribuendo ad abbattere sensibilmente lo stock di debito verso i fornitori della sanità regionale che, al 31 dicembre 2012, ammontava a circa 1 miliardo di euro.
Il decreto 35/2013 prevede altri strumenti in grado di fornire maggiore liquidità agli enti locali al fine di saldare le fatture dei fornitori. Tra questi vi è il Patto regionale verticale incentivato: le Regioni possono peggiorare il proprio obiettivo di bilancio e contestualmente alleggerire i vincoli del Patto di stabilità interno degli enti locali; in cambio, ricevono un bonus da parte dello Stato pari all'83,33% di quanto messo a disposizione agli enti locali. La Regione Emilia-Romagna ha aderito al Patto di stabilità verticale incentivato, allentando gli obiettivi 2013 delle Province e dei Comuni per un importo complessivo di 99,6 milioni di euro.

"Le misure adottate – ha concluso con una precisa richiesta Gabriele Morelli - garantiranno una crescita dei pagamenti di circa 1,2 miliardi. Si tratta di un rilevante ammontare di risorse (pari allo 0,9% del PIL), in grado di far rifiatare le imprese per un po', non certo per riequilibrare i conti. Per risolvere strutturalmente il problema dei ritardi di pagamento della PA è necessario riformare le regole del Patto di stabilità interno: nello specifico, bisognerebbe applicare il principio dell'equilibrio della parte corrente del bilancio, ponendo un tetto all'indebitamento e concedendo più spazio agli investimenti. Si tenga presente che la misura relativa all'allentamento del Patto di stabilità interno degli enti locali disposta dal DL 35 vale solo per il 2013: in altre parole, il decreto contribuisce a sanare le situazioni pregresse senza, tuttavia, affrontare le cause dei ritardi di pagamento. Alla luce di questi elementi, è verosimile considerare la riforma strutturale del Patto di stabilità interno di Regioni ed enti locali quale priorità per il 2014, indispensabile per costruire un contesto favorevole alla ripresa economica".

(Fonte: ufficio stampa CNA Emilia Romagna)