CONAD Soc. Coop. ha ordinato in via precauzionale il richiamo del seguente lotto di Mortadella Igp in vaschetta prodotta da Grandi Salumifici Italiani S.p.A. a Noceto, in provincia di Parma.
Mortadella Bologna IGP Freschi & Convenienti Conad g 100
Lotto 26937039
cod. EAN 8003170017634
Da consumarsi pref. entro 01/11/2019
Nel lotto è stata riscontrata una non conformità (presenza di microrganismi potenzialmente patogeni).
Al fine di tutelare la sicurezza dei consumatori, Conad raccomanda ai clienti che fossero in possesso di confezioni appartenenti al medesimo lotto di riconsegnarlo in qualsiasi punto di vendita Conad, che provvederà alla sostituzione con altro prodotto o al rimborso.
L’incidente è avvenuto verso le 12 di oggi, sulla tangenziale Modena-Sassuolo. L’impatto è stato tra due auto, una Fiat 600 e una Kiat Sportage, che procedevano nella stessa direzione. Ad avere la peggio una signora di modenese di 73anni alla guida dell’auto tamponata, che è è deceduta sul colpo ed è stata estratta dall’abitacolo grazie all’intervento dei Vigli del Fuoco. Illesi invece il conducente dell’altra vettura e la moglie che gli era accanto.
Ancora non sono certe le cause dell’incidente.
Personale del Commissariato di Polizia di Carpi ha tratto in arresto un cittadino marocchino di 40 anni per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
L’arresto è scaturito a seguito di una articolata attività di indagine mirata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti a Carpi, nel corso della quale è stato individuato, quale personaggio di spicco di una complessa rete di spacciatori, lo straniero arrestato.
Durante il controllo, l’uomo è stato trovato in possesso di 64 grammi di sostanza stupefacenti del tipo di cocaina e hashish.
La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire un chilo di hashish, 15 grammi di cocaina e la somma in contanti di circa 1000 euro, oltre ad un bilancino di precisione e a materiale per il confezionamento della droga.
Era già stato arrestato nel 2015 per spaccio di sostanze stupefacenti. A giugno del 2018, quando la condanna è diventata definitiva doveva scontare un residuo pena di 8 mesi di reclusione, aveva fatto perdere le sue tracce.
J. D., le sue iniziali, nigeriano irregolare sul territorio nazionale, sabato pomeriggio è stato intercettato da personale della Squadra Mobile di Parma, nel corso di un servizio di pattugliamento, mentre usciva da un immobile di via Brescia.
Appena varcata la soglia, l’uomo, con fare circospetto, ha nascosto un mazzo di chiavi che aveva tra le mani all’interno della biancheria intima. Gli agenti della sezione antidroga, dopo averlo seguito per alcuni passi per accertarsi della sua identità, lo hanno bloccato recuperando il mazzo di chiavi ed una somma di 195 € in contanti custodita in tasca. Nel corso della perquisizione dell’appartamento e, in particolare, della sua stanza, sono stati trovati 6 ovuletti contenenti cocaina per un peso complessivo di 9 grammi (nel tipico confezionamento con cui i pusher nigeriani smerciano la droga lungo la strada) e 2 sacchetti di plastica nera contenenti marijuana per un peso complessivo di 12 grammi.
All’interno della stanza, inoltre, gli agenti hanno ritrovato 3 confezioni da 22 grammi di mannitolo, utilizzata dagli spacciatori per “tagliare” lo stupefacente.
Al termine della redazione degli atti lo spacciatore è stato condotto nel carcere di via Burla.
Ieri pomeriggio, un auto parcheggiata in via Po, nel quartiere Montanara, ha preso improvvisamente fuoco. Sul posto oltre ai vigili del Fuoco che hanno domato le fiamme, anche i Carabinieri. Per ora le Forze dell'Ordine non escludono alcuna pista, ma dalle dichiarazioni rilasciate dalla proprietaria del mezzo, si ipotizza si tratti di un incendio doloso.
Ieri mattina, un 20enne di origine marocchina è stato trovato mentre era appostato nella zona delle scuole, fra via Bixio e via Pintor per vendere droga agli studenti minorenni.
Erano circa le 10.30 quando il giovane spacciatore è stato sorpreso dai Carabinieri di Parma, durante un controllo del territorio, a vendere una dose di hascish ad un ragazzino di soli 16anni, uscito da scuola durante la ricreazione.
La perquisizione presso l’abitazione ha portato al rinvenimento di diversi tipologie di droga fra cui ecstasy e cocaina.
Ora si trova agli arresti domiciliari.
Claudia Oddi dona all’associazione il ricavato dalla vendita della linea di gioielli da lei creata per l’Ospedale dei Bambini di Parma.
Parma -
“Mi auguro che questo sia solo l’inizio”, aveva promesso Claudia Oddi alla consegna di una donazione a Giocamico, frutto del successo della linea di gioielli da lei appositamente disegnata per l’Ospedale dei bambini. E così è stato, perché quell’inizio ha avuto un seguito che si è concretizzato con una seconda donazione consegnata al presidente di Giocamico Corrado Vecchi.
Il gioiello solidale nacque da un’idea di Claudia condivisa con l’amica Cristina Premoli, che è anche una delle responsabili di Giocamico, e dalla sua matita uscì il disegno di un braccialetto d’argento a cui è seguita la collana con le ali. La collezione “un pensiero” stava prendendo forma e si è arricchita di nuovi esemplari che hanno incontrato il favore del pubblico consentendo quindi di raggiungere un generoso pensiero per l’associazione che da oltre vent’anni affianca nelle attività ludico-ricreative i pazienti dei reparti pediatrici del Maggiore.
All’opera di promozione hanno collaborato attivamente anche l’associazione Mogli Medici Italiani con la presidenteAdele Quintavalla e il personale dei reparti pediatrici dell’Ospedale dei Bambini presenti alla donazione di questa mattina con la coordinatrice infermieristica della degenza pediatrica Claudia Marcatili.
“Disegnare e produrre quei gioielli conoscendone il fine – ha dichiarato Claudia Oddi - è stato un onore e voglio ringraziare tutti i miei clienti che scegliendo di acquistarlo sono diventati parte attiva di questa donazione”. E non è finita qui, il duo Oddi-Premoli ha già in cantiere la creazione di un nuovo gioiello dal nome affascinante “il filo dell’amore”, mentre la vendita della collana con le ali continua in gioielleria o presso Giocamico contando su quel passaparola di solidarietà che si è rivelato vincente.
Ieri sera alle 23.00, la Squadra Volante di reggio Emilia è intervenuta in via Foscato. A bordo di un'Audi, un cittadino marocchino K. Z., di 30 anni, stava interagendo in maniera sospetta con un'altra persona, probabilmente un cliente. Dai controlli è emerso che era pregiudicato per reati in materia di stupefacenti.
A casa del ragazzo, occultati tra la struttura in metallo della scala tra camera da letto e sottotetto, gli operatori ha rinvenuto circa 400 grammi di eroina contenuta in involucri di cellophane, per un valore di circa 11.000 Euro, 2 bilancini di precisione e 1 coltello a serramanico.
Lo straniero è stato quindi tratto in arresto.
L’uomo viaggiava a bordo di una vecchia Lancia Musa e alla vista degli agenti della Polizia Stradale di Modena Nord ha assunto un comportamento sospetto. È quindi stato fermato e condotto presso il comando dove da un’ispezione dell’auto è stato trovato un vano segreto che nascondeva lo stupefacente, dal valore di mercato di circa 3 milioni di euro.
MODENA –
Per passare inosservato aveva portato con sé il figlioletto di cinque anni, ma a tradirlo è stata una manovra sospetta alla vista degli agenti della Polizia Stradale di Modena Nord, che pattugliavano il tratto dell’Autosole tra Bologna e Modena.
Proprio quel suo tentativo maldestro di “nascondersi” in mezzo al traffico ha insospettito gli agenti, che hanno intimato l’Alt a una Lancia Musa facendola poi accostare nell’area di sosta di Castelfranco Est. L’autista, un 34 enne di origine calabrese residente a Milano, si è subito dimostrato molto nervoso e alle domande degli agenti ha risposto che stava rientrando insieme al figlio nel capoluogo lombardo dopo un soggiorno in Calabria per ritirare un seggiolino per bambini. Una “scusa” che è subito apparsa poco credibile. La Lancia Musa, invece, è risultata essere intestata a un altro cittadino calabrese. Gli uomini della Stradale hanno quindi scortato auto e occupanti fino al comando di Modena Est per un’ispezione più approfondita.
Proprio questa ha fatto emergere uno strano interruttore posizionato sotto lo sterzo, non in dotazione tra gli optional della Lancia Musa, tra l’altro di un vecchio modello. Dopo diversi tentativi, gli agenti hanno scoperto che l’interruttore, magistralmente collegato al circuito dell’autoradio, permetteva di aprire due vani posizionati sotto i sedili anteriori.
Una volta aperti, i due scomparti hanno rivelato il loro “tesoretto”, ben 15 involucri di cocaina, dal peso di 16 chili e 150 grammi. La droga era sapientemente avvolta con nastro da pacchi e sistemata in una seconda busta termosaldata contenente polvere di caffè, probabilmente per ingannare il fiuto dei cani antidroga. Il valore della cocaina, ad alto grado di purezza, è stato stimato sul mercato all’ingrosso 50 mila euro al chilo, ma tagliata e venduta al dettaglio poteva portare a un guadagno di circa 3 milioni di euro.
La droga è stata così sequestrata, così come l’auto, e il 34 enne è stato arrestato e condotto in carcere. Un compito assai delicato toccato agli agenti è stato quello di prendersi cura del bambino di 5 anni, cercando per quanto possibile di evitargli di assistere a una situazione traumatizzante come l’arresto del padre. È stata quindi contattata la madre, anch’essa residente nel milanese, che si è subito messa in viaggio per recuperare il figlioletto.
Proseguono intanto le indagini, anche se pare probabile che il 34 enne sia stato pagato come “corriere” per trasportare la droga proveniente dai porti calabresi e destinata al mercato milanese, ma che sia estraneo all’organizzazione che gestisce sia il traffico che lo spaccio.
Brutta avventura per un ventenne, che sabato sera si è recato in via Mar Jonio per la consegna. Ma al civico indicato gli è stato detto che non era stato effettuato nessun ordine. Poco dopo è stato avvicinato da due individui con il volto travisato che lo hanno minacciato con una pistola e lo hanno derubato del fondo cassa.
MODENA –
Dura la vita del fattorino, un mestiere spesso svolto da giovani per guadagnare qualche soldo in attesa di un’occupazione migliore. E, soprattutto, non priva di pericoli, e non solo quelli dovuti al traffico. Lo sa bene un ventenne che sabato sera, attorno alle 23, è stato vittima di una rapina a mano armata, studiata a tavolino da due rapinatori.
I malviventi hanno prima telefonato alla pizzeria Spiga d’Oro di via Valdrighi e hanno ordinato una pizza rotonda e un mezzo metro, fornendo un indirizzo e un nominativo. Durante la telefonata, inoltre, hanno specificato di avere solo una banconota da 100 euro, chiedendo quindi di portare il resto.
Il giovane fattorino è quindi partito con il fondo cassa, ma arrivato in via Mar Jonio, e dopo aver suonato al citofono del nominativo indicato all’atto della prenotazione, si è sentito rispondere che nessuno aveva ordinato delle pizze.
È a questo punto che è scattata la trappola. Mentre il giovane stava risalendo in auto, i malviventi, due uomini dal volto travisato, sono sbucati dal buio brandendo una pistola, non si sa se giocattolo oppure no, e hanno minacciato e spintonato il ragazzo per poi derubarlo del borsello con circa 120 euro e del cellulare, per impedirgli di chiedere aiuto.
Sempre per guadagnarsi la fuga, hanno anche tolto le chiavi dal cruscotto dell’auto di servizio e le hanno lanciate lontano. Fortuna ha voluto che pochi minuti dopo passasse una pattuglia della vigilanza che, raccolta la testimonianza del giovane, sotto choc, ma incolume, ha allertato i Carabinieri. Il ragazzo ha quindi formalizzato la denuncia. Gli uomini dell’Arma ora tenteranno di fare luce sulla vicenda, visionando anche i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona.