Ieri a Parma è stata condotta un’altra attività di controllo straordinario del territorio volto al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti e all’immigrazione clandestina. Sono state messe in campo diverse pattuglie in più sul territorio rispetto all’ordinario: 6 della Polizia di Stato e 1 della Polizia Municipale. Il Dipartimento della Polizia di Stato ha messo altresì a disposizione una squadra del Reparto Mobile di Bologna.
Gli attenti e mirati controlli si sono svolti nel Quartiere San Leonardo, predisponendo chiusure all’interno del Parco del Naviglio Alto, così come in Via Venezia, dove i cittadini segnalano la presenza di attività di spaccio. Parallelamente, grazie ai continui servizi massivi di controllo, l’Ufficio Immigrazione, nelle ultime due settimane ha provveduto all’espulsione di 12 cittadini stranieri irregolari e particolarmente pericolosi.
La Polizia di Abbiategrasso e quella di Modena hanno lavorato in sinergia per garantire il trasporto in tempi rapidi dalla Lombardia al Policlinico di Modena di alcuni organi, che sono poi stati trapiantati in un paziente che è già stato dimesso.
Modena –
Può essere definito un “traporto eccezionale”, talmente prezioso da essere “scortato” dagli agenti di Polizia locale da Abbiategrasso a Modena. Oggetto della “staffetta” un organo, nello specifico fegato e tessuti, che doveva essere trapiantato a un paziente in attesa al Policlinico di Modena e che doveva quindi arrivare in tempi rapidi all’equipe medica in attesa di eseguire il delicato intervento salvavita.
Alcuni giorni fa, attorno alle 18, una pattuglia della Polizia di Abbiategrasso proveniente dal presidio ospedaliero meneghino, in supporto all’Agenzia Regionale Lombarda di Emergenza e Urgenza Areu -118, ha avvisato i colleghi del Comando di Modena che in un’ora sarebbero arrivati per un trasporto di organi destinati al Policlinico di via del Pozzo.
Alle 19, è avvenuto il “passaggio di testimone” al casello di Modena Nord, da dove la squadra modenese è partita a sirene spiegate per scortare la pattuglia lombarda fino al Pronto Soccorso del Policlinico. Da qui, gli organi sono stati finalmente consegnati nelle mani dell’equipe medica, già pronta in sala operatoria per eseguire l’intervento chirurgico, perfettamente riuscito. Per la cronaca, il paziente che ha ricevuto l’organo sta bene ed è stato già dimesso dall’ospedale. Missione compiuta!
L’auto completamente distrutta dalle fiamme è stata trovata in via Caruso, la strada che conduce alla discarica di Hera. Sul posto Vigili del Fuoco e Carabinieri che cercheranno ora di dare un’identità alla vittima. Le sue condizioni sono tali da non riuscire nemmeno a stabilire se si tratta di un uomo o di una donna.
Modena –
Un cadavere carbonizzato è stato trovato questa notte, attorno alle 3, in via Caruso, la laterale di via Nonantolana, nella periferia Nord di Modena, che conduce alla discarica di Hera. La segnalazione di un’auto in fiamme ai Vigili del Fuoco è arrivata nel cuore della notte.
Giunti sul posto, i pompieri hanno spento subito le fiamme che avevano già completamente distrutto una Fiat Panda. Al suo interno, la macabra scoperta: il corpo completamente carbonizzato di una persona, non si sa ancora se di un uomo o di una donna, date le condizioni in cui versava.
Sono quindi stati informati i Carabinieri, che si sono recati sul posto per i primi rilievi e accertamenti, alla ricerca di un particolare, un indizio, anche sulla vettura, che possano fare risalire all’identità della vittima e stabilire le cause della morte. Nessuna ipotesi, infatti, è esclusa, dall’omicidio al suicidio. Al vaglio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza. L’auto, nel frattempo, è stata rimossa dalla sede stradale.
A rendere ancora più inquietante il giallo è la zona in cui il corpo carbonizzato è stato ritrovato: sempre nei dintorni della discarica Hera, dove, lo scorso mese di febbraio, è stato ritrovato il corpo di Ghizlan El Hadraoui, la giovane mamma di 37 anni, uccisa a coltellate dal marito, che poi ha dato fuoco all’auto con dentro il cadavere.
In attesa dell’autopsia, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati dodici medici dell’Ospedale di Sassuolo che hanno operato a giovane per una sospetta peritonite. L’accusa è di omicidio colposo. La morte forse causata dalla rottura di un vaso sanguigno che avrebbe provocato uno choc emorragico.
Modena –
Sono dodici i medici dell’Ospedale di Sassuolo iscritti nel registro degli indagati per la morte di Maura di Puoti, la 22 enne originaria di Caserta, ma da tempo residente a Ca’ di Sola, morta tra nella notte tra il 17 e il 18 febbraio all’ospedale di Baggiovara, dopo essere stata operata dieci giorni prima nel nosocomio sassolese.
L’ipotesi di reato è di omicidio colposo, un atto dovuto per dare inizio alle indagini e consentire la nomina di legali e periti. È prevista per domani, intanto, la Procura della Repubblica conferirà l’incarico per lo svolgimento dell’autopsia sul corpo della ragazza per ricostruire le cause esatte del decesso e indirizzare l’inchiesta dei pm su eventuali responsabilità del personale medico e sanitario che ha seguito la giovane dal primo ricovero fino alle tragiche conseguenze.
Maura di Puoti si era presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Vignola lo scorso 7 ottobre lamentando forti dolori addominali. I medici hanno capito subito che si trattava di un attacco di appendicite ormai degenerato in peritonite e ha trasferito la 22 enne all’ospedale di Sassuolo, dove è stata operata d’urgenza.
Il decorso post operatorio si è svolto in maniera regolare, ma il 17 ottobre la giovane ha cominciato a lamentare un dolore alla spalla. È stata così trasferita all’ospedale di Baggiovara per essere sottoposta a un angio TAC. A parte quel dolore per il quale era stato predisposto l’accertamento diagnostico, Maura di Puoti stava bene, scherzava e rideva con i familiari, ma subito dopo l’esame le cose sono improvvisamente precipitate e dopo un breve ricovero in Rianimazione, la ragazza è deceduta. Una morte improvvisa e inaspettata, forse provocata dalla rottura di un vaso sanguigno che ha causato uno choc emorragico fatale e sulle cui responsabilità si sta indagando.
Secondo la denuncia della ragazza, di nazionalità marocchina, l’autore della violenza sarebbe un connazionale di 19 anni che avrebbe abusato di lei ne presso un cantiere di via Divisione Aqui. Il racconto è al vaglio degli inquirenti.
Modena –
Sequestrata e costretta a subire un rapporto sessuale da parte di un connazionale. Una 26 enne marocchina, senza fissa dimora, ha denunciato alla Polizia la violenza sessuale che sarebbe avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 ottobre scorsi, in un container del cantiere del cohousing in via Divisione Aqui, in stato di abbandono da tempo e recentemente bonificato.
Secondo il racconto della giovane, un connazionale di 19 anni, anch’egli senza fissa dimora e di sua conoscenza, dal momento che entrambi frequentavano il cantiere per passarvi la notte, l’avrebbe prima minacciata con un cutter, poi l’avrebbe trascinata all’interno del container e, dopo averla rinchiusa, l’avrebbe costretta a subire un abuso sessuale.
La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura, sta attualmente verificando la veridicità del racconto della giovane e sta cercando di rintracciare il presunto colpevole.
La Squadra Volante ha denunciato in stato di libertà due cittadini italiani, padre e figlio, per il reato di produzione e detenzione illecite di sostanze stupefacenti o psicotrope.
I due, in un appezzamento di terra, delimitato da un telo oscurante verde, all’interno di un cortile condominiale in zona Madonnina a Modena, avevano coltivato diverse piantine di cannabis. Al momento del controllo vi erano 7 arbusti e 14 fori sul terreno, riconducibili ad altrettante piante, con tutta probabilità estirpate da pochi giorni.
Una volta appurato che tale area verde era di proprietà esclusiva dei due, padre e figlio, gli agenti hanno approfondito gli accertamenti. In una stanza, all’interno dell’abitazione, i due avevano creato una struttura di bastoni sorretti da cavalletti di legno per l’essicazione dove erano attaccati 117 rami di cannabis con relativa inflorescenza, per un peso complessivo di circa 16 kg.
Piantine, rami e una busta contenente 172 semi di canapa sativa kompolti sono stati sottoposti a sequestro.
La pagina Facebook "Il bello di essere del San Leonardo" in collaborazione con alcuni residenti del quartiere Montanara, ha pensato di produrre dei cartelli da affiggere nei punti caldi dove vengono abbandonati rifiuti di ogni tipo, specialmente nelle vicinanze delle campane del vetro.
"Abbiamo cercato di inserire anche lingue straniere compresa quella araba (sperando che il traduttore abbia fatto giusto). Nei prossimi giorni per chi volesse aiutarci nella piccola iniziativa saranno disponibili presso AL GIORNALAR di Via Trieste. La speranza è che possa in qualche modo contribuire a ridurre l'abbandono di rifiuti spesso ingombranti. Ci piacerebbe che la nostra iniziativa si spingesse anche in tutti gli altri quartieri di Parma. Qualcuno ci ha detto chiaramente MA TANTO NON SERVE A NIENTE! Noi ci crediamo invece, per noi non serve a niente il non far nulla! Almeno potremo sempre dire: NOI CI ABBIAMO PROVATO" fanno sapere.
TRATTORATA - con raduno dalle ore 8:00 dei trattori in Piazzale Atleti Azzurri d’Italia al parcheggio del Mapei La partenza dei trattori verso la Circonvallazione è prevista per le ore 9:45 con percorrenza della marcia a passo d’uomo.
BICICLETTATA - In concomitanza con il corteo dei mezzi agricoli è prevista una biciclettata che prevede un ritrovo alle ore 10:00 in Piazza Martiri del 7 Luglio. Le biciclette percorreranno le vie del centro storico con bandiere e volantini e faranno un saluto simbolico al passaggio dei trattori a Porta S.Stefano e Porta S.Pietro, arrivo alle 11-11:30 con ritorno al Gazebo.
Da ottobre a dicembre saranno in vendita gli addobbi natalizi confezionati dall’associazione La Doppia Elica di Parma, che dal 2017 è al fianco delle donne.
Sono oltre 200 le volontarie impegnate solo su Parma, con l'intento di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla natura e la diffusione delle mutazioni genetiche connesse con l'aumentato rischio di carcinoma mammario ed ovarico e sulla necessità di intervenire precocemente nella ricerca, nella prevenzione e nel trattamento delle persone portatrici.
Grazie a numerose iniziative quali attività culturali, incontri con specialisti, corsi e momenti di informazione assistono le malate e i loro familiari. Un supporto che si rivolge anche alle donne con rischio eredo-familiare accompagnandole nell'iter diagnostico e terapeutico.
“La Doppia Elica” sarà presente all’Open Day che si terrà Sabato 19 ottobre all’Ospedale Maggiore di Parma. Una giornata di incontri, scoperte e conoscenze per osservare da vicino il lavoro sul campo e nei laboratori, in cui verrà presentato il nuovo Centro oncologico nel plastico realizzato in mattoncini LEGO dall’artista Riccardo Zangelmi.
Per l’occasione, l’associazione offrirà ai presenti un laboratorio di uncinetto per partecipare alla creazione degli addobbi natalizi, il cui ricavato sarà devoluto a favore del nuovo centro oncologico cittadino.
A Febbraio vi sarà inoltre una mostra fotografica che racconta il viaggio nella malattia di tante donne coraggiose con tutte le emozioni che comporta.
Foto a cura di Francesca Bocchia