Regina del Salone di Francoforte, la Ferrari 488 Spider accelera da 0 a 100 Km/h in soli 3 secondi arrivando a toccare i 200 Km/h in 8.7 secondi. -
Parma, 6 ottobre 2015 -
La Ferrari 488 Spider, ultima arrivata della casa del Cavallino, è stata presentata al Salone di Francoforte 2015. Spinta da un 8 cilindri a V di 670 Cv abbinato ad un automatico doppia frizione a 7 marce, accelera da 0 a 100 Km/h in soli 3 secondi arrivando a toccare i 200 Km/h in 8.7 secondi, con 325 Km/h di massima.
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(in collaborazione con www.videomotori.eu )
La Fiat Chrysler Automobiles ha depositato i documenti per la quotazione di Ferrari alla Sec, l'autorità finanziaria statunitense. La quotazione della Ferrari avverrà a Wall Street e riguarderà non oltre il 10% del capitale. -
Parma, 24 luglio 2015 - di Alexa Kuhne -
Ferrari debutterà presto in Borsa. Fca, attraverso la controllata New Business Netherlands Nv ha depositato presso Sec la documentazione relativa all'offerta pubblica iniziale di azioni ordinarie attualmente detenute da Fca. Il numero di azioni ordinarie oggetto dell'offerta e il range di prezzo dell'offerta non sono ancora stati determinati, ma l'oggetto dell'offerta non eccederà il 10% delle azioni ordinarie.
I tempi per l'esordio del marchio a Wall Street non sono ancora noti ma già l'operazione fa parlare di rischi per i dipendenti Ferrari e di strategie.
Forse si tratta di un disegno per rilanciare il marchio a livello internazionale. La casa automobilistica che ha vinto in assoluto più di tutte le altre in F1 è scesa all'ottavo posto nella classifica di Brand Finance, probabilmente a causa degli ultimi risultati poco soddisfacenti.
Per quanto riguarda altre strategie la FCA ha prontamente chiarito alcuni punti di quest'operazione in una nota ufficiale del 9 luglio.
In primis, la residenza fiscale di Ferrari Spa non sarà cambiata, come era già stato annunciato. Il che significa che il 'cavallino' continuerà ad avere nazionalità italiana, pagando le tasse nel nostro Paese. Solo la sede legale sarà in Olanda. Nella nota diffusa da FCA si spiega anche che "il registration statement relativo a tali strumenti finanziari è stato depositato presso la Sec ma non è ancora stato dichiarato efficace. Tali strumenti finanziari non possono essere venduti, né possono essere accettate offerte per il loro acquisto prima che il registration statement divenga efficace".
La FCA ha voluto anche assicurare che l'operazione non comporterà problemi per i lavoratori di Maranello.
Sempre nel comunicato aveva specificato che l'operazione "non vedrà lo spostamento di personale Ferrari, né ridurrà i livelli di occupazione o le attività attualmente condotte da Ferrari in Italia e non comporterà alcuna riduzione della base imponibile di Ferrari in Italia".
Sergio Marchionne manterrà la presidenza della Ferrari anche dopo la quotazione a Wall Street, Amedeo Felisa resterà CEO. Sono questi - secondo quanto si evince dalla documentazione depositata alla Sec - gli unici due nomi certi al vertice del gruppo. Il resto del board sarà nominato una volta completata l'operazione.
Prima vittoria stagionale di Rosberg. Hamilton battuto. Ma la Ferrari è davvero pronta a lottare coi grandi? -
Parma, 12 maggio 2015 - di Matteo Landi -
Nico Rosberg è tornato: veloce, determinato, in sintesi perfetto. Il quinto gran premio dell'anno ci consegna il terzo diverso vincitore. Dopo un inizio di stagione vissuto nell'ombra del titolato compagno di squadra Hamilton, autore di tre vittorie nelle prime quattro gare, il tedesco di casa Mercedes ha finalmente vissuto un weekend da dominatore assoluto, capace di primeggiare in modo netto in qualifica e di vincere il giorno dopo in maniera perentoria. Nonostante la strategia basata su tre cambi gomme, uno più del compagno di squadra, abbia permesso ad Hamilton di essere quasi sempre il pilota più veloce in pista, Rosberg è riuscito a vincere rifilando più di 17 secondi al rivale. Alla rinascita del pilota tedesco corrispondono i primi segnali di debolezza del compagno Hamilton: impreciso al via, quando si è fatto sopravanzare da Vettel, e poco combattivo successivamente, perdendo tempo prezioso per più di metà gara dietro al ferrarista.
Ferrari: i fantasmi del passato
Il gran premio spagnolo ha riportato coi piedi per terra la squadra di Maranello: se da una parte vedere una Ferrari difendersi bene in rettilineo nei confronti di una vettura motorizzata Mercedes rappresenta un grosso passo avanti rispetto allo scorso anno, i 45 secondi di distacco dal vincitore accusati da Vettel al traguardo, rappresentano per la Ferrari un piccolo passo indietro rispetto alla gara del Bahrain. La prima gara europea coincideva con l'arrivo dei primi importanti sviluppi sulle vetture di quest'anno, un'occasione per la Ferrari di poter avvicinarsi ancora alle prestazione Mercedes, e perchè no migliorarle. Invece si è ripresentato il fantasma degli anni scorsi: un' incapacità di evolvere adeguatamente la vettura a stagione in corso. Se nel 2014 le prestazioni Ferrari procedevano col passo del gambero, stavolta un miglioramento c'è stato anche se non così importante, come ammesso dal team principal Arrivabene. Raikkonen, che ha preferito addirittura non montare tutti gli aggiornamenti, installati invece sulla vettura del compagno di squadra, è risultato spesso più veloce di quest'ultimo. E chissà come sarebbe andata se il finlandese non fosse incappato in una qualifica disgraziata qualificandosi solamente settimo, e se tra lui ed il terzo arrivato Vettel non ci fosse stato Bottas, quarto al traguardo, apparso con la sua Williams una montagna insuperabile. La buona prestazione della squadra inglese deve far riflettere gli ingegneri di Maranello: la Ferrari rimane indubbiamente la seconda forza del mondiale ma è sembrata più vicina all'inseguitrice Williams che alla vincente Mercedes, proprio in occasione dell'arrivo dei primi sviluppi tecnici.
Una rossa sul podio, ma stavolta lontani dai primi
E' dunque, per Arrivabene e compagni, da ritenersi il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Sicuramente mezzo pieno: cinque podii su cinque gare non sono cosa da poco, la vettura è di base molto buona ed i piloti si stanno esprimendo al meglio. Adesso però è arrivato il momento di lasciarsi definitivamente alle spalle il confronto con la pochezza Ferrari della scorsa stagione e di fare quel passo avanti apparso al momento troppo corto. A confortare parzialmente i sostenitori Ferrari, tuttavia, vi è la particolare tipologia del tracciato di Barcellona: con i suoi curvoni veloci, il lungo rettilineo e l'ultimo settore in cui è determinante avere una buona trazione, mette particolarmente in risalto tutte le qualità, così come tutti i difetti, delle varie monoposto andando ad ampliare la forbice prestazionale tra vetture buone e meno buone. Non ci sono in calendario tracciati altrettanto selettivi.
Fra meno di due settimane la Formula 1 farà tappa a Monaco, un circuito con caratteristiche completamente diverse: cittadino, lento, da percorrere sfiorando guard rail e muretti. Non sarà il banco di prova ideale per capire quelle che sono le gerarchie prestazionali delle varie vetture ma un'occasione per verificare il definitivo ritorno di Rosberg e di lottare per il vertice per Vettel e Raikkonen.
McLaren: la crisi nera continua
Chissà che, su una pista che mette in risalto le doti di guida, non si affacci nelle posizioni che contano anche Alonso. Intanto, in Spagna, si è dovuto ritirare per un problema ai freni mentre arrancava insieme al compagno Button nelle ultime posizioni. Alonso e Button, due campioni del mondo sulle McLaren-Honda, come Senna e Prost, al momento con risultati molto diversi.
Super prestazioni per la nuova rossa di casa Ferrari che sfoggia il motore 4 litri e i suoi 670 Cv. -
Parma, 1 aprile 2015 -
Un rombo inconfondibile, quello della nuova Ferrari 488 GTB, presentata al Salone di Ginevra. Con questa Ferrari si torna alla sigla che simboleggia la cilindrata unitaria. Motore centrale di 4 litri e 670 Cv che offrono super prestazioni.
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Ritorno alla vittoria per la rossa dopo quasi due anni. Gara perfetta del campione tedesco che riporta in alto i colori di Maranello. -
Parma, 30 marzo 2015 - di Matteo Landi -
Primo ottobre del 2006, Michael Schumacher vinceva in Cina la sua ultima gara in rosso, sul podio risuonavano l'inno tedesco e quello italiano, uno di seguito all'altro. 29 marzo 2015: sul podio, in lacrime, commosso dalla gioia, quello che per tanti e' il suo erede riporta alla mente degli appassionati quel giorno di ottobre ormai lontano. In questo lasso di tempo solo una volta i due inni erano suonati insieme, nel 2008, sempre grazie a Vettel, quando vestiva i colori Toro Rosso. Già allora si era capito che quel ragazzino aveva qualcosa di speciale. Con quel ragazzo che nel frattempo, a suon di titoli mondiali, si è fatto uomo, la Ferrari torna alla vittoria dopo quasi due anni.
Dal Gran Premio d'Australia si era intuito che quest'anno la musica sarebbe stata diversa, ma nessuno, neanche al box Ferrari, avrebbe immaginato di vincere già alla seconda gara stagionale e per di più senza il bisogno di dover approfittare di debacle altrui. Vettel non solo ha vinto ma ha dominato una Mercedes che evidentemente non si aspettava una crescita Ferrari così rapida. A Maranello hanno costruito una vettura che, al primo importante banco di prova, non ha deluso in quanto a velocità e guidabilità. La prima Ferrari che porta la firma di James Allison si è dimostrata "tenera" con gli pneumatici, come e anche più di quanto lo erano le Lotus da lui progettate che avevano dato due vittorie a Kimi Raikkonen. Il finlandese, dopo un sabato sfortunato che lo ha relegato all'undicesima posizione in griglia, nelle prime fasi di gara è stato costretto al rientro anticipato ai box dopo un intero giro condotto su tre ruote in seguito ad una violenta toccata ricevuta dal brasiliano Nasr. Se è vero che la fortuna è una ruota che gira il turno buono di Kimi sembra non arrivare mai. Costretto alle retrovie ha dato il la ad una rimonta entusiasmante, mettendosi spesso in evidenza come il pilota più veloce in pista, che lo ha portato ad una buona quarta posizione finale. Peccato che, nel giorno della rinascita Ferrari, non sia riuscito a salire sul podio, occupato oltre che dal vincitore Vettel anche dai due uomini in grigio Hamilton e Rosberg.
Mercedes: resta veloce ma la Ferrari la riporta sulla terra
I due alfieri Mercedes hanno potuto ancora una volta contare su una vettura velocissima, ma non su una squadra pronta a gestire situazioni di competizione serrata non solo fra i due compagni di squadra. Al box Ferrari, invece, le hanno azzeccate tutte, prendendo le decisioni opportune con estrema freddezza, come quando nei primi giri di gara, entrata in pista la safety car, non hanno fatto rientrare ai box Vettel al contrario del duo Mercedes. Hamilton e Rosberg, dopo il pit stop, si sono ritrovati nell'insolita situazione di dover sorpassare vetture meno veloci sul giro ma non in rettilineo, perdendo di fatto quei secondi che sono risultati determinanti per il risultato finale. Vettel si è reso autore di una gara magistrale: sempre concentrato, mai una sbavatura, veloce e determinato nei tanti doppiaggi effettuati. Compreso quello delle due Red Bull: fotografia perfetta del momento finalmente roseo della Ferrari ed incredibilmente nero della squadra austriaca fino a poco tempo fa dominatrice dei gran premi proprio con Sebastian Vettel.
Red Bull e Toro Rosso: i piccoli si fanno grandi e viceversa
Se i vertici Red Bull si sono resi protagonisti di un'accesa polemica nei confronti sia della Federazione Internazionale che del loro stesso fornitore di motori Renault, minacciando anche il ritiro a causa di una Formula 1 che a loro dire è troppo condizionata dalla competitività dei motori, rendendo Mercedes protagonista indiscussa, cosa diranno adesso che sono giunti al traguardo dietro persino ai "cugini" della Toro Rosso? Dopo Ferrari, Mercedes e Williams, quinta e sesta rispettivamente con Bottas e Massa, adesso, in quanto a competitività hanno mostrato esserci le monoposto costruite a Faenza.
Il rientro di Alonso
In fondo al gruppo ha mostrato qualche progresso la Mclaren Honda: ancora alle prese con la scarsa potenza della power unit giapponese le due monoposto argento si sono affacciate in zona punti prima di doversi ritirare per problemi tecnici. C'è stato quindi un piccolo passo avanti rispetto alla completa debacle australiana ma dalle Mclaren, condotte per altro da due campioni del mondo, ci si aspetta molto di più. Alonso, tornato finalmente alla guida, ha fatto quello che ha potuto con una vettura che in rettilineo paga anche 15 km/h dalle vetture più veloci. Chissà che effetto ha fatto allo spagnolo vedere "la sua ex" trionfare, dopo che aveva dichiarato di averla lasciata alla ricerca della vittoria.
Ferrari: cambiano gli obiettivi?
Dopo la deludente stagione 2014, in cui Alonso e Raikkonen lottavano per qualche punto, per questo 2015 Marchionne avrebbe messo la firma su due vittorie della Scuderia. Adesso che, dopo due gare, il cammino delle rosse segna un podio ed una vittoria chissà che il Presidente non inizi veramente a pensare in grande. Intanto i tifosi della rossa stanno assistendo ad una realtà che supera i sogni e riporta la memoria agli anni d'oro della cavallino. Quelli in cui un altro tedesco, il pilota più vincente di tutti i tempi, condusse la Ferrari al mondiale dopo 21 anni di astinenza. Se Vettel sarà capace di altrettanto è presto per dirlo. Intanto godiamoci una rossa ritrovata ed un mondiale di Formula 1 finalmente vivo. Chissà che qualche lacrima, davanti al televisore, non sia scesa anche al campionissimo di Kerpen.
Debutto ufficiale della nuova rossa al Salone di Ginevra: la Ferrari 488 GTB con le sue prestazioni estreme sintetizza in una vettura da turismo le conoscenze acquisite in Formula 1 -
Parma, 24 marzo 2015 -
Presentata al Salone di Ginevra. Un ritorno alle origini con la sigla della nuova 488 GTB con il motore V8 di 4 litri e 670 Cv a 8000 giri in grado di accelerare da 0 a 200 km/h in 8.3 secondi. La velocità massima può superare i 330 km/h.
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Alla guida della Ferrari FXX K sul circuito di Fiorano, il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel -
Parma, 10 marzo 2015 -
Sebastian Vettel sulla pista di Fiorano al volante della Ferrari FXX K. Il quattro volte campione del mondo, nel prossimo Mondiale di Formula 1 sarà al volante della SF15-T, è stato protagonista di un servizio fotografico realizzato per il prossimo numero di The Official Ferrari Magazine. Grande divertimento per il pilota tedesco che ha tirato la vettura al massimo e ha rallentato solo un giro, per raffreddare un po' i freni e per poi ricominciare ancora più veloce.
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Tolti i veli alla nuova creatura di Maranello che ha già assaggiato la pista in Spagna. Aggraziata e si spera veloce. Ha il dovere di riportare la Scuderia alla vittoria.
Parma, 2 febbraio 2015 - di Matteo Landi -
Si chiama SF15-T e a differenze della vettura che l'ha preceduta è bella, filante e con un nasone all'ingiù per niente sgraziato. Nessuna "proboscide" sul muso, come alcune monoposto dello scorso anno, né forme da aspirapolvere come la sventurata F14 T: frutto di un nuovo regolamento che definisce meglio la forma dell'avantreno delle nuove monoposto, rendendole forse più simili fra loro ma anche meno sgradevoli alla vista e sicuramente più sicure. Regole frutto di studi iniziati dopo l'incidente fra Schumacher e Liuzzi avvenuto nel 2010 ad Abu Dhabi, quando il pilota italiano a causa del muso alto della sua Force India decollò sopra la vettura del tedesco mettendo a rischio l'incolumità del sette volte campione del mondo.
Con il diverso "naso" si esauriscono le modifiche più eclatanti che saltano all'occhio, al di là del marchio Alfa Romeo che trova spazio sulla carrozzeria della nuova Rossa. Tuttavia, ci si augura che modifiche ben più importanti e prestazionali alloggino sotto la veste della SF15-T. Mattia Binotto, direttore del reparto Power Unit, assicura un netto miglioramento dell'unità di potenza. Si spera sia davvero così e di non vedere più le rosse arrancare in rettilineo in balia degli avversari, anche quelli poco blasonati, come accadeva spesso lo scorso anno. Sarà dovere della vettura concretizzare in pista la rivoluzione rossa iniziata con le dimissioni di Stefano Domenicali, sostituito da Marco Mattiacci, a sua volta allontanato per far posto a Maurizio Arrivabene e culminate con l'avvicendamento al vertice fra Montezemolo e Marchionne, il licenziamento del progettista delle ultime rosse Nicholas Tombazis e l'arrivo, al posto di Alonso, del quattro volte campione del mondo Vettel.
Insieme al pilota tedesco correrà ancora Kimi Raikkonen, sembrato ringiovanito in occasione della presentazione della nuova creatura di Maranello e felice di non avere più a che fare con la mai digerita monoposto 2014. Arrivabene e Marchionne auspicano che la nuova nata riesca a conquistare, se non il mondiale, almeno qualche gran premio. Intanto, lontano dalle piste, la Ferrari ha ottenuto un'importante vittoria: finalmente si potrà sviluppare il motore anche a stagione in corso. Le quantità di modifiche permesse dal regolamento restano invariate ma potranno essere diluite sull'intera stagione, al contrario dello scorso anno in cui vigeva l'obbligo di omologazione della power unit prima dell'inizio del campionato. I primi giri in pista promettono bene. Alla fine del primo giorno di test collettivi in cima alla lista dei tempi c'è proprio Vettel. Al di là dei responsi cronometrici, che in questo periodo dell'anno assumono un'importanza relativa, fa piacere constatare che il tedesco sia riuscito a mettere insieme un buon numero di giri, 60, molto meglio di Fernando Alonso che al volante della McLaren-Honda non ha praticamente girato afflitto dai mille problemi di gioventù alla power unit Honda, ma lontano dai 157 giri compiuti da Rosberg. E' inutile al momento attuale puntare ad eguagliare lo stato dell'arte Mercedes, ma è importante iniziare a risalire la china dopo le delusioni dello scorso campionato. Come sarà questo 2015 è presto per dirlo, ma sicuramente a Maranello ce la stanno mettendo tutta per tornare ai livelli che spettano alla rossa.
Al MEF è ripercorsa, attraverso cimeli, cenni storici e auto, la storia dei cento anni della Maserati. Un secolo di eleganza, classe, passione ed eccellenza -
Modena, 14 gennaio 2015 - di Federico Bonati -
L'Emilia è, senza dubbio, una terra di motori, suolo natio di due marchi automobilistici che rappresentano l'apoteosi delle eccellenze: la Ferrari e la Maserati. Un connubio di classe, eleganza e perfezione, un connubio che si ritrova nella mostra "Maserati 100 - A Century of Pure Italian Luxury Sports Cars", allestita al Museo Enzo Ferrari di Modena. Una mostra che rivive la storia della casa del Tridente attraverso l'esposizione di alcuni tra i modelli da strada e da pista più significativi, arricchiti da documenti e cimeli nonché da contributi video assolutamente suggestivi ed emozionanti, il tutto accompagnato da musiche vintage, richiamanti un'Italia da belle époque. Inoltre, considerando il valore storico dei modelli esposti, ogni spettatore si trova davanti alla più grande rassegna di vetture Maserati mai organizzata al mondo.
Sono ventuno i modelli Maserati stabilmente esposti, modelli guidati da vere e proprie leggende come Stirling Moss e Tazio Nuvolari. Imponente è anche la raccolta di documentazione storica inerente alla casa automobilistica e i vari record citati, tra cui quello assoluto di essere stata l'unica auto italiana ad aver vinto la 500 Miglia di Indianapolis, una delle gare più storiche e massacranti del pianeta. In questo luogo, casa natale del grande Enzo Ferrari, dove oggi i simboli del Cavallino e del Tridente diventano una cosa sola, vi è anche l'opportunità di ammirare rari modelli di Ferrari e le più significative Alfa Romeo da competizione, risalenti al periodo che precedette il primo conflitto mondiale, che furono pilotate dallo stesso Ferrari o iscritte alle competizioni internazionali dalla Scuderia che, ancor oggi, porta il suo nome. Questa parte di mostra è collocata nella grande officina meccanica, dove il padre di Enzo lavorò dalla fine dell'Ottocento sino alla sua morte, riproposta attualmente come ampliamento della parte espositiva del Museo.
Harald Wester, CEO di Maserati, ha commentato così l'esposizione: "Il centenario della Maserati non poteva cadere in un periodo migliore della nostra storia. La Maserati oggi è, infatti, una azienda in piena salute, con modelli nuovi che hanno incontrato il favore di un pubblico sempre più vasto. Questa mostra, che ripercorre il nostro primo secolo di vita, è unica nel suo genere: mai in precedenza, infatti, erano state riunite sotto lo stesso tetto tutti quei modelli che hanno fatto la nostra storia."
Una storia, quella della Maserati, costellata di trionfi e di grandezza, con un immancabile tocco di eleganza, stile e classe unico ed inimitabile. Ancora cento, di questi anni.
Dopo un anno tormentato la squadra di Maranello cambia tutto: via Alonso dentro Vettel, nuovo Team Principal e qualche speranza in più -
Di Matteo Landi - Parma, 2 dicembre 2014 -
Nel 2014 la Ferrari ha conquistato 216 punti. Con un risultato del genere negli anni '90 ci vincevi un mondiale. Peccato che il regolamento vigente fra il 1991 ed il 2002 riconoscesse punti solo ai primi sei classificati di ogni gara. Con quel sistema la squadra di Maranello, quest'anno, di punti ne avrebbe presi solamente 36: una miseria. Per trovare un bottino ancora peggiore bisogna tornare indietro al 1993, anno in cui la Ferrari non vinse, al pari dell'ultimo campionato, neanche un Gran Premio. Allora come adesso la Scuderia viveva un periodo contraddistinto da interne lotte di potere, un'organizzazione che più "disorganizzata" non poteva essere, a fronte di piloti estremamente validi come Alesi e Berger. L'arrivo di Jean Todt mise a posto le cose e, con pazienza, arrivarono anche i risultati grazie ad un tedesco pluricampione del mondo chiamato Michael Schumacher.
In questi giorni la Ferrari sta ripercorrendo un cammino, per certi versi, simile. Dopo aver preso il posto, lo scorso aprile, di Stefano Domenicali, Marco Mattiacci ha lasciato a sua volta le redini della Scuderia a Maurizio Arrivabene. Risulta finalmente evidente il ruolo di "traghettatore" che ha ricoperto Mattiacci negli ultimi sette mesi, così come la scarsa competitività della Ferrari di quest'ultimo anno aveva solo anticipato un passaggio di consegne che, a stagione finita, avrebbe comunque visto Domenicali lasciare la squadra direttamente nelle mani del nuovo Team Principal. Se non altro, visto il nome, non può che portare tanta fiducia ad una squadra che pare averla smarrita. Facile ironia a parte, Arrivabene, a differenza del suo predecessore, è uno che mastica Formula 1 da tempo: già uomo chiave della Philip Morris, ha seguito internamente l'ambiente del grande Circus fin dai tempi in cui il marchio Marlboro trovava spazio sulle appendici aerodinamiche di McLaren e Ferrari, dal 2010 è inoltre membro della F1 Commission in rappresentanza delle aziende sponsor della Formula 1. Il suo ruolo servirà a riportare la Ferrari ad avere quel peso politico che, soprattutto con l'arrivo della Mercedes con un suo team ufficiale, sembra aver perso.
Se è vero che le gare si vincono con delle auto veloci, è anche vero che a farle vincenti devono pensarci gli ingegneri. Chi comanda deve dedicarsi al business ed al management ed in questo Arrivabene può essere avvicinabile, come carisma e conoscenze, a quel Flavio Briatore che portò Michael Schumacher alla Benetton, e con lui due titoli mondiali. Sicuramente non è stato l'arrivo al vertice di Arrivabene a portare con sé Sebastian Vettel. Il tedesco, che aveva già preso contatti con Domenicali e chiuso l'accordo sotto la gestione Mattiacci, si troverà adesso a dover rispondere ad Arrivabene. Non sarà certo questo a creare confusione nella sua testa, a differenza di Fernando Alonso che vittima di una giustificata ansia di vincere il suo terzo titolo, ha dal 2007 cambiato spesso casacca passando da McLaren a Ferrari, con nel mezzo una seconda parentesi Renault, per tornare dal 2015 alla McLaren, stavolta motorizzata Honda. Vettel, che di titoli ne ha già vinti quattro, di questi leciti tormenti non ne ha e la sua nazionalità fa tornare indietro la mente alla fine di quel 1995 in cui un altro asso tedesco prese per mano la Ferrari portandola, dopo cinque anni di lavoro, alla vittoria del primo dei cinque titoli mondiali consecutivi. Il Vettel di oggi molto probabilmente non vale lo Schumacher del tempo, ma chissà che questa serie di novità, riportando alla mente un passato difficile che divenne poi glorioso, non sia l'inizio di una nuova riscossa.