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Sabato, 05 Gennaio 2019 07:33

La moda emiliano-romagnola guarda a Dubai

Con obiettivo Expo 2020, prende il via una iniziativa per la promozione del distretto del fashion

Accompagnare le imprese regionali del settore moda negli Emirati Arabi Uniti, nell'area del Golfo Arabo e nei mercati asiatici, tutti attenti al made in Italy e costantemente in crescita.
E' l'obiettivo del progetto "Italian Fashion verso Dubai 2020" dedicato alle imprese emiliane del settore abbigliamento-moda e promosso da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con il Sistema camerale regionale e con il co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna nell'ambito del Bando per la concessione di contributi a progetti di promozione del sistema produttivo regionale sui mercati europei ed extra europei 2018-2019 -V annualità.

Concluso il ciclo di seminari di presentazione che si sono svolti al Centergross a Funo di Argelato (Bologna), Carpi (ForModena), Ferrara e Rimini, sono aperte fino al 21 gennaio 2019 le iscrizioni delle imprese all'iniziativa si svilupperà nel 2019 attraverso distinte fasi operative coordinate e organiche.

Il progetto intende sfruttare al meglio le opportunità offerte dagli Emirati Arabi Uniti, mercato ricco, che nel 2020 sarà al centro dell'attenzione mondiale con l'esposizione Universale, offrendo opportunità commerciali e di crescita alle nostre imprese del fashion.

Formazione, check up aziendali, strategie commerciali personalizzate, b2b con operatori esteri e visite aziendali, missione ristretta di scounting e poi commerciale negli Emirati Arabi Uniti, follow up, e comunicazione di sistema sono solo alcune delle attività in cui è articolato il progetto.

Sono 30 i posti disponibili per le aziende interessate al programma che garantisce un supporto per l'identificazione di nuove modalità di presentazione e commercializzazione dei prodotti moda verso un'area di consumatori multietnica, digitale e in costante crescita.

La Fashion valley è uno dei settori cardine dell'Emilia-Romagna, una filiera qualificata, grazie a una competitività che si basa su elementi come qualità, tecnologia avanzata, peculiarità territoriali e abilità creativa, e alla presenza di brand di fama internazionale oltre a un sistema accademico e formativo che incentiva la creatività e l'acquisizione di alte competenze.

"È importante valorizzare il sistema fashion che in Emilia-Romagna riveste un ruolo significativo perché rappresenta il secondo comparto manifatturiero per valore delle esportazioni e il quarto per numero di occupati della regione, rispettandone l'identità e promuovendone le eccellenze anche all'estero – afferma il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna Claudio Pasini – Questo progetto, che vede coinvolti in sinergia Regione Emilia-Romagna e Sistema Camerale, ha l'obiettivo di essere traguardato a Dubai 2020".

 

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(Giovanni Roncucci)

Il fatturato del settore moda dell'Emilia-Romagna nel 2018 è stabile, più orientato verso l'area extra Ue che verso l'Europa, con un giro d'affari di 6,6 miliardi di euro, di cui circa il 48 per cento derivano da vendite internazionali, pari circa all'11 per cento del totale dell'export regionale. A crescere sono le vendite verso i Paesi Asiatici (+4,7 per cento).

"In questo momento – sottolinea l'esperto Giovanni Roncucci titolare della Roncucci partner tecnico dell'iniziativa - c'è necessità di fare massa critica ed essere proattivi sui mercati. Il progetto è articolato in precisi momenti che passano dall'analisi delle potenzialità, alla identificazione dell' area target di interesse, all'elaborazione di un percorso di approccio ai mercati, definendo una precisa strategia che punti su digitalizzazione e qualità dei prodotti. Dubai è un centro logistico importante e centrale a sole 4 ore di volo. L'Expo nel 2020 si realizzerà su una superficie di 438 ettari. Saranno 180 le nazioni che si presenteranno a 25 milioni di visitatori stimati, di cui il 70 per cento da oltre i confini degli Emirati".

Centergross, ma anche Parma Couture, Moda in Italy, Carpi Fashion: tutti i consorzi del settore sono partner imprenditoriali di un progetto organico che vede protagonista il sistema fashion nel suo complesso.

"E' un mercato interessante e in parte inesplorato – aggiunge la presidente del Centergross, Lucia Gazzotti–Crediamo e abbiamo investito in questo progetto, che vuole portare le imprese della filiera a trovare opportunità all'estero. Nella prima fase cercheremo di portare i buyer stranieri al Centergross".

Il progetto prevede servizi specialistici a supporto di una area estesa, e una forte azione di comunicazione per capire come si potrà presentare
"L'iniziativa vuole accompagnare e sostenere le aziende in un processo di avvicinamento, facendo sistema, per finalizzare contratti nel settore fashion nel suo complesso che va inteso come total look – conferma Paola Frabetti, responsabile internazionalizzazione di Unioncamere Emilia-Romagna - La prima fase sarà utile a conoscere il mercato per poi finalizzare tutte le opportunità a Expo 2020".

Conclude Giuseppe Iannacone, vice segretario generale della Camera di commercio di Bologna.
"E' una occasione per la filiera, perché articolata e non con singole azioni spot, che coinvolge il Centergross a cui fanno riferimento circa 600 imprese della moda".

Per Fashion nel suo complesso si intende: tessile, abbigliamento uomo e donna, abbigliamento bambino, capi in pelle, pellicce, scarpe, borse e cinture, accessori, occhiali, cappelli, guanti, intimo, abbigliamento professionale, bijoux, tendaggi, tappeti biancheria, tessuti per la casa, tessuti innovativi e biologici.

Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) rappresentano uno dei mercati prioritari essendo considerati come uno dei più promettenti e attraenti per gli investimenti internazionali. Stanno infatti vivendo un periodo di continuata crescita economica da molti anni a questa parte. Seppur piccolo – la sua superficie è di solo 83.600 Kmq – il Paese conta su una popolazione residente di oltre 10 milioni di persone ed un PIL elevatissimo. E' costituito da 7 differenti Emirati (Abu Dhabi, Dubai, Sharja, Ras al-Khaima, Fujaira, Umm al-Qaywayn, Ajman): si tratta di una nazione ben inserita nella comunità internazionale, membra di numerose organizzazioni regionali ed internazionali, come il Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), la Lega Araba, ONU, WTO, OPEC.
Nonostante un leggero calo nelle esportazioni italiane nel 2017 (-1,4% rispetto all'anno precedente), gli Emirati continuano a rappresentare un importante mercato per le produzioni tricolori, essendo il primo Paese di destinazione nell'area del Golfo (5,3 miliardi di Euro nel 2017).

Uno dei principali settori italiani che vedrà aumentare le proprie esportazioni nel paese emiratino (+4% nel periodo 2018-2021, giungendo a 327 milioni di Euro) è proprio quello del tessile e dell'abbigliamento, che rappresenta attualmente il 6% del totale export verso gli EAU.

Nel 2020 si terrà EXPO l'Esposizione Universale prevista e programmata presso la città emiratina di Dubai nel periodo compreso fra il 20 ottobre 2020 e il 10 aprile 2021, coinvolgendo oltre 180 nazioni e, stando alle stime, con un flusso stimato di 25 milioni di visitatori, il 70% dei quali provenienti da Paesi diversi da quello ospitante. L'Expo 2020 di Dubai coinciderà con i festeggiamenti del Gold Jubilee, il 50° anniversario della Fondazione degli Emirati Arabi Uniti, la cui indipendenza venne sancita il 2 dicembre 1971. Expo Dubai 2020 sarà quindi un'opportunità unica di portata internazionale ed essere presenti significherà essere visibili a livello globale. Vi saranno numerose possibilità di promuovere la filiera produttiva emiliano-romagnola, ricercando diverse occasioni di sponsorizzazione e visibilità, che non si riducano solo all'area dell'esposizione, ma possano allargarsi anche ad altre zone del territorio emiratino.

 

Pubblicato in Economia Emilia

Gli Emirati Arabi Uniti si dimostrano ancora una volta una nazione che, pur beneficiando di immense ricchezze derivanti dai suoi numerosi giacimenti petroliferi, non dorme sugli allori ma si proietta convinta verso il futuro, un domani che non potrà essere legato indefinitamente e in maniera esclusiva al benessere e all'economia basate sull'oro nero.

Come riportato da business.it, la piccola nazione araba punta con decisione sull'innovazione e sulla tecnologia e, per meglio seguire le trasformazioni del mondo che cambia e gli orizzonti di opportunità che presto potrebbero aprirsi, ha da poco nominato un ministro dell'Intelligenza Artificiale.

Si tratta del giovane ventisettenne Omar Bin Sultan Al Olama, il quale, a capo di questo nuovo e particolare ministero, primo al mondo nel suo genere, dovrà occuparsi di tutti gli aspetti che hanno a che fare con il mondo dell'Intelligenza Artificiale, delle sue potenzialità ai molteplici utilizzi, dai possibili sviluppi alle implicazioni etiche, morali e legali, nonché alle opportunità economiche che può generare.

L'obiettivo è quello di avere la possibilità di muoversi in anticipo rispetto al già rapido sviluppo tecnologico in questo campo, in modo tale da creare le giuste capacità di controllo e supervisione di un processo che porterà, nei prossimi anni, ad un sempre maggiore interesse verso questa tecnologia.
Si tratterà anche di sviluppare una giurisprudenza dedicata che faciliti l'utilizzo, sostenga i mercati e le attività economiche legate alle IA e preveda, limitandoli o addirittura prevenendoli, eventuali svantaggi ed aspetti deleteri per la popolazione, il mondo del lavoro ed il mercato futuri.

Si tratta di un annuncio, pur avvolto da un alone di eccezionalità e concezioni futuristiche straordinarie, del tutto in linea con le aspirazioni e i progetti di un paese che, appena qualche mese fa, aveva espresso la volontà di introdurre i primi poliziotti robot, da affiancare alle tradizionali forze dell'ordine umane, entro il 2030.

Appare sensato, quindi, che tali progetti debbano vedere la luce in una società già preparata culturalmente e con mezzi legislativi adeguati a tutto quello che il futuro delle IA riserverà nei prossimi anni.

Durante l'annuncio, il vice presidente e primo ministro Shaikh Mohammad Bin Rashid Al Maktoum ha sottolineato come la nomina del ministro dell'Intelligenza Artficiale segua la volontà dell'Emirato di confermarsi nazione all'avanguardia.

‎"Vogliamo che gli Emirati Arabi Uniti diventino il paese più preparato al mondo per quanto riguarda il settore dell'intelligenza artificiale," - ha detto Shaikh Mohammad Bin Rashid Al Maktoum – Questa non è che una nuova fase nella continua ricerca da parte degli Emirati di capacità, conoscenze scientifiche e tecnologie rivolte al futuro, così da preparare, mentre ci avviciniamo al centenario del nostro Stato, un futuro migliore per le nostre nuove generazioni."

Il lavoro che aspetta il giovane ministro Omar Bin Sultan Al Olama non sarà certo facile e, nonostante gli innovativi orizzonti da esplorare ed il fascino di una sfida che guarda al futuro, dovrà confrontarsi giornalmente con una tecnologia che fa passi da gigante in tempi brevissimi e che potrebbe radicalmente mutare nell'arco di pochi anni, con il pericolo di vanificare sforzi che al momento, sembrano necessari per cercare di comprendere e rendere positiva, per tutto il genere umano, una nuova tecnologia che però nasconde ancora tanti dubbi e possibili insidie.

Pubblicato in Nuove Tecnologie Emilia