Quest' anno la ricorrenza per i 2200 anni dalla realizzazione dell' arteria principale della Regione Emilia Romagna -
"gli occhi guardavano voi, ma sognavan gli eroi, le armi e la bilia,
correva la fantasia verso la prateria, fra la via Emilia e il West..."
Un verso che racchiude tutta la poesia di chi ha vissuto la Via Emilia nell' infanzia da emiliano doc; una terra di confine che tagliava in due Modena, creando l' avventura in chi la oltrepassava. Il "West" domestico di indiani e cow-boys, divenuto in seguito, il "mito americano" tra rock, dischi e James Dean, diviso, sempre e comunque, da quella via spartiacque fra sogno e realtà.
Non sembrano esserci parole più appropriate di quelle del noto cantautore emiliano per esprimere il significato del lungo rettilineo tra Rimini e Piacenza che attraversa tutte le principali città della nostra regione. Lungo il tracciato della Via Emilia e nelle valli che si spingono all'interno dell' Appennino o verso il Po si conservano ancora storie straordinarie di insediamenti preistorici, di villaggi etruschi di epoca villanoviana, di città romane.
Una strada che narra le origini del suo territorio coi suoi circa duecentocinquanta chilometri di storia e non potrebbe essere altrimenti visto che quest' ultimo le deve persino il nome. Già, l' unico caso al mondo, in cui è stata la terra che ha preso il nome dalla sua arteria principale sottolineandone ancor più l' importanza. La Via Emilia, concepita per far spostare velocemente l'esercito romano e reprimere eventuali sommosse, ha visto sorgere attorno a lei i principali centri regionali come Cesena, Forlì, Faenza, Imola, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Fidenza e Piacenza, che conservano ancora tracce profonde del suo passaggio; una storia testimoniata dai tanti reperti archeologici che affiorano lungo il suo cammino. E quest' anno, a 2200 anni dalla realizzazione la via Emilia con le sue lontane origini romaniche, resta ancora l' arteria principale della Regione Emilia Romagna da quando fu fatta costruire dal console Marco Emilio Lepido nel 187 a.C. il cui tracciato ha costituito un riferimento importante per le successive infrastrutture viarie; le ferrovie come la Milano Bologna, nonché l' Autostrada del Sole e l' Adriatica.
Oggi abbiamo la "nostra" Via Emilia, che non coincide esattamente con la sua antenata, quella che si spinge più a Nord e ha come punto di arrivo il capoluogo lombardo, denominata strada statale 9, più caotica e meno idilliaca nel paesaggio. Ma dov'è finito lo storico lunghissimo rettilineo che attraversava la nostra regione ai tempi dei romani? Troppo nascosto, quasi da venir dimenticato o trascurato; un cammino sconosciuto ai più nonostante i suoi 2200 anni di storia che dovrebbero bastare a rendergli il giusto merito e che va ricercato in qualche lontano angolo della memoria. Come affermato dal giornalista Paolo Rumiz nel suo viaggio di ricerca dell' antica strada:
"È incredibile: questa è l'unica regione al mondo che prende il nome da una strada, ma a quella strada non dedica una sola iscrizione turistica visibile. Nulla che proclami: qui sono passate le legioni, qui abita la nostra identità. Ma come fai a sapere dove vai, se non sai da dove vieni?".