A sollevare il caso è Galeazzo Bignami (Fi-Pdl), in una interrogazione alla Giunta in cui chiede all'esecutivo regionale di "intervenire per tutelare imprenditori, artigiani e professionisti" -
Parma, 2 luglio 2014 -
Ad "imprese e possessori di partita Iva" nei giorni scorsi sono state inviate "lettere di sollecito per il pagamento del così detto Canone speciale Rai" che spetta a "chi detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive fuori dall'ambito familiare nell'esercizio di un'attività commerciale e a scopo di lucro diretto o indiretto". Ma questa imposta "è stata applicata al possesso non solo di televisori ma anche di qualsiasi altro dispositivo adattabile a ricevere il segnale Tv, paradossalmente anche a sistemi di videosorveglianza tanto che alcuni imprenditori si ritroverebbero a dover pagare il canone per il possesso di un impianto antifurto".
A sollevare il caso è Galeazzo Bignami (Fi-Pdl), in una interrogazione alla Giunta in cui chiede all'esecutivo regionale di "intervenire per tutelare imprenditori, artigiani e professionisti", ricordando come "già nel 2012 il ministero dello Sviluppo economico, a seguito di una richiesta di pagamento simile a quella in questione, decretò che il pagamento del canone era dovuto in presenza di un'antenna o di sintonizzatori su tutti quei dispostivi capaci di consentire la ricezione del segnale". Il consigliere avverte infine che "l'importo di questo canone è di 407,35 euro, ma potrebbe variare dai 200 ai 6.800 euro a seconda dell'azienda".
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)